Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Stellantis, le opposizioni: Elkann spieghi in Parlamento

Stellantis, le opposizioni: Elkann spieghi in ParlamentoRoma, 14 ott. (askanews) – “Le risposte del Ceo di Stellantis Tavares nel corso della recente audizione di fronte al Parlamento sono state insoddisfacenti rispetto alle preoccupazioni esistenti sul futuro dell’attività di questo gruppo industriale nel nostro Paese. È per questo che oggi i nostri gruppi parlamentari hanno avanzato ai presidenti di Senato e Camera dei Deputati la richiesta che venga al più presto ascoltato il Presidente della società, John Elkann”. Lo riferiscono, in una nota congiunta, i leader dei partiti di centrosinistra: Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5s), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), Carlo Calenda (Azione).


Proseguono i rappresentanti delle opposizioni: “E’ urgente sapere da Elkann, in qualità di azionista del gruppo Stellantis, quali garanzie sul piano dell’occupazione e su quello della produzione ci si possa attendere. Assicurazioni, purtroppo al momento disattese. Anche a fronte del sostegno pubblico di cui la società ha goduto a lungo, ci aspettiamo un impegno su nuovi modelli e chiarezza sul piano industriale. Crediamo che ogni futuro incentivo debba essere vincolato a un serio e credibile investimento della società sull’occupazione, sulla produzione italiana, e nella componentistica”. “Riteniamo a questo punto doveroso che il presidente di Stellantis aggiorni il Parlamento sui motivi dei ritardi e delle scelte compiute in questi anni e che hanno portato all’attuale situazione del gruppo”, concludono.

Migranti, Mattarella: lo sforzo per l’integrazione invera i valori della Costituzione

Migranti, Mattarella: lo sforzo per l’integrazione invera i valori della CostituzioneMilano, 14 ott. (askanews) – Dall’integrazione degli italiani che dal Sud arrivavano a Milano, a quella dei migranti dell’Est Europa e degli altri continenti. È la storia del Centro Orientamento Immigrati della Fondazione Franco Verga, cui oggi rende visita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ringraziando per “il lavoro per la Repubblica” svolto da chi si impegna per l’integrazione, così “inverando gli obiettivi di solidarietà della Costituzione”. Un lavoro che a Milano prosegue: “Si deve essere davvero lieti di constatare che ‘la fabbrica dei milanesi’ non è ferma. L’impegno per la coesione sociale, l’accoglienza, il progresso, l’integrazione, il divenire della cittadinanza, è attività permanente”.


“La storia italiana – ha ricordato il capo dello Stato – è fatta di emigrazione e di immigrazione. Trenta milioni gli italiani partiti per l’estero tra l’unità d’Italia e il secolo scorso. Sei milioni, ora, quelli che vivono stabilmente all’estero. Oltre un milione e trecentomila gli italiani che si trasferirono dal Sud al Nord negli anni ’60. In dieci anni – dal 1951 al 1961 – trecentomila nella sola Milano. Non senza tensioni, in quella che fu una contrapposizione – che oggi appare incomprensibile e ormai consegnata alla cronaca di quegli anni – tra nuovi arrivati e antichi residenti e, invece, anche un dialogo fecondo nelle periferie urbane tra vecchi e nuovi milanesi, tra immigrati e ambiti sociali popolari, spesso espulsi dai centri storici che avevano abitato. Gli immigrati, nel capoluogo lombardo – ha sottolineato Mattarella – hanno contribuito a farne la storia. E, in essa, una parte è toccata al Centro Orientamento Immigrati, al COI, ora Associazione Franco Verga, frutto di intuizione, di analisi e di riflessione lungimiranti e mature”. “Oggi gli immigrati sono altri, come ha illustrato il presidente Duilio. ‘Nuovi sguardi, altre voci’, li avete chiamati. Non vengono più dal Mezzogiorno d’Italia ma da più lontano, da Paesi europei come l’Ucraina, aggredita da una guerra insensata, dai Balcani. Da altri continenti, gravati anch’essi da condizioni insostenibili. Altri sono anche gli attori di un lavoro prezioso che tende a inverare gli obiettivi di solidarietà che la Carta costituzionale ha posto alle basi della nostra convivenza e che va costantemente rammentato. Un lavoro, il vostro, per la Repubblica. E di questo – ha concluso Mattarella – vi ringrazio”.

Migranti, Mattarella: sforzo per integrazione invera valori Costituzione

Migranti, Mattarella: sforzo per integrazione invera valori CostituzioneMilano, 14 ott. (askanews) – Dall’integrazione degli italiani che dal Sud arrivavano a Milano, a quella dei migranti dell’Est Europa e degli altri continenti. È la storia del Centro Orientamento Immigrati della Fondazione Franco Verga, cui oggi rende visita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ringraziando per “il lavoro per la Repubblica” svolto da chi si impegna per l’integrazione, così “inverando gli obiettivi di solidarietà della Costituzione”. Un lavoro che a Milano prosegue: “Si deve essere davvero lieti di constatare che ‘la fabbrica dei milanesi’ non è ferma. L’impegno per la coesione sociale, l’accoglienza, il progresso, l’integrazione, il divenire della cittadinanza, è attività permanente”.


“La storia italiana – ha ricordato il capo dello Stato – è fatta di emigrazione e di immigrazione. Trenta milioni gli italiani partiti per l’estero tra l’unità d’Italia e il secolo scorso. Sei milioni, ora, quelli che vivono stabilmente all’estero. Oltre un milione e trecentomila gli italiani che si trasferirono dal Sud al Nord negli anni ’60. In dieci anni – dal 1951 al 1961 – trecentomila nella sola Milano. Non senza tensioni, in quella che fu una contrapposizione – che oggi appare incomprensibile e ormai consegnata alla cronaca di quegli anni – tra nuovi arrivati e antichi residenti e, invece, anche un dialogo fecondo nelle periferie urbane tra vecchi e nuovi milanesi, tra immigrati e ambiti sociali popolari, spesso espulsi dai centri storici che avevano abitato. Gli immigrati, nel capoluogo lombardo – ha sottolineato Mattarella – hanno contribuito a farne la storia. E, in essa, una parte è toccata al Centro Orientamento Immigrati, al COI, ora Associazione Franco Verga, frutto di intuizione, di analisi e di riflessione lungimiranti e mature”. “Oggi gli immigrati sono altri, come ha illustrato il presidente Duilio. ‘Nuovi sguardi, altre voci’, li avete chiamati. Non vengono più dal Mezzogiorno d’Italia ma da più lontano, da Paesi europei come l’Ucraina, aggredita da una guerra insensata, dai Balcani. Da altri continenti, gravati anch’essi da condizioni insostenibili. Altri sono anche gli attori di un lavoro prezioso che tende a inverare gli obiettivi di solidarietà che la Carta costituzionale ha posto alle basi della nostra convivenza e che va costantemente rammentato. Un lavoro, il vostro, per la Repubblica. E di questo – ha concluso Mattarella – vi ringrazio”.

Cnel: la povertà assoluta delle famiglie è in crescita, all’8,5% nel 2023

Cnel: la povertà assoluta delle famiglie è in crescita, all’8,5% nel 2023Roma, 14 ott. (askanews) – “La povertà assoluta delle famiglie risulta in costante crescita, dal 6,2% nel 2014 all’8,5% del 2023, il che costituisce il principale indicatore di disuguaglianza sociale”. E’ quanto si legge nella Relazione sui servizi pubbblici 2024 elaborata dal Cnel.


“Nel 2019 si era osservata una riduzione in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza – prosegue la relazione – annullata poi nel 2020, a seguito delle misure restrittive del periodo pandemico e, successivamente, della forte accelerazione dell’inflazione”. Il fenomeno della povertà assoluta, sottolinea il Cnel, “riguarda soprattutto le famiglie numerose (20,3%) e le famiglie di stranieri (35,6%)”.


Nella Relazione viene dedicato un Focus alla transizione dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione (ADI) e al Supporto per la Formazione e il Lavoro che “evidenzia la continua tensione tra politiche universalistiche e approcci categoriali”. Secondo il Cnel l’Assegno di Inclusione “rappresenta un tentativo di razionalizzazione, ma pone questioni rilevanti sulla capacità del sistema di welfare di fornire un supporto adeguato a tutti i cittadini, specie ai gruppi più vulnerabili come i cosiddetti “occupabili” e le persone senza dimora”.

”Formiche” è il nuovo singolo di gIANMARIA

”Formiche” è il nuovo singolo di gIANMARIAMilano, 14 ott. (askanews) – Il nuovo singolo “Formiche” – uscito lo scorso 11 ottobre per Epic Records / Sony Music Italy) – è solo l’incipit del racconto di un nuovo lato di sé che gIANMARIA è pronto a condividere con il suo pubblico in “Lo Stagno Canta – Musica & Letture”; due speciali appuntamenti dall’atmosfera tra il live e il reading, prodotti da Vivo Concerti, che si terranno il 16 dicembre 2024 al Teatro Studio Borgna di Roma e il 18 dicembre 2024 a BASE Milano.


I biglietti per i due appuntamenti saranno disponibili su www.vivoconcerti.com da martedì 15 ottobre 2024 alle ore 14:00 e nei punti vendita autorizzati da domenica 20 ottobre 2024 alle ore 10:00. Con “Lo Stagno Canta – Musica & Letture” gIANMARIA – cantautore vicentino rivelazione dell’edizione 2021 di X Factor – è pronto a raccontare un nuovo lato di sé unendo in due speciali date il mondo della musica e della letteratura in una dimensione live inedita. All’insegna della sperimentazione, data da un approccio nuovo allo studio e la ricerca di contaminazioni artistiche, gIANMARIA regalerà due serate indimenticabili, raccontandosi attraverso le note delle sue ultime pubblicazioni musicali con i singoli “Formiche” – uscito lo scorso venerdì – e “Disordine” – rilasciato questa estate -, oltre a “Stagno”, il romanzo edito da Mondadori che ha visto per la prima volta gIANMARIA nella inedita veste di autore.


“Formiche”, scritto dallo stesso gIANMARIA insieme a Gianmarco Manilardi, che ne ha curato anche la produzione, è un singolo che parla di mancanze e di nuove consapevolezze: una lucida riflessione fatta a mente fredda sul vuoto che una persona può lasciare, e di come questo vuoto porti a sua volta alla certezza di quanto quella fosse la persona giusta.

Condannato a 4 anni il camionista che uccise il ciclista Davide Rebellin

Condannato a 4 anni il camionista che uccise il ciclista Davide RebellinMilano, 14 ott. (askanews) – Il camionista 64enne tedesco Wolfgang Rieke, accusato di aver investito e ucciso con il suo mezzo pesante l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino prima di darsi alla fuga, è stato condannato a quattro anni di reclusione, più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali. Questo in sintesi il dispositivo letto, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice, Filippo Lagrasta, che presiedeva il collegio giudicante a Vicenza.


Siamo “moderatamente soddisfatti, ma Davide non tornerà” hanno commentato, attraverso un consulente, la madre di Rebellin, Brigida Gattere, e il fratello Carlo Rebellin, presenti in Tribunale a Vicenza all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato. Il giorno dell’investimento l’ex campione aveva 51 anni e si stava allenando in bicicletta. Presenti anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), accompagnati in aula dal loro legale, l’avvocato Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, consulente dello Studio3A-Valore che ha assistito la famiglia, nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo. “Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale” ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il consulente. La Procura di Vicenza, in aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, Roderich Blattner, “ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze” ha aggiunto. Rieke attualmente si trova in Germania e dopo essere stato colpito da un ictus gli è stato consentito di tornare a casa in ragione delle gravi condizioni di salute.


“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.

Davide Rebellin, condannato a 4 anni camionista che lo uccise

Davide Rebellin, condannato a 4 anni camionista che lo ucciseMilano, 14 ott. (askanews) – Il camionista 64enne tedesco Wolfgang Rieke, accusato di aver investito e ucciso con il suo mezzo pesante l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino prima di darsi alla fuga, è stato condannato a quattro anni di reclusione, più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali. Questo in sintesi il dispositivo letto, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice, Filippo Lagrasta, che presiedeva il collegio giudicante a Vicenza.


Siamo “moderatamente soddisfatti, ma Davide non tornerà” hanno commentato, attraverso un consulente, la madre di Rebellin, Brigida Gattere, e il fratello Carlo Rebellin, presenti in Tribunale a Vicenza all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato. Il giorno dell’investimento l’ex campione aveva 51 anni e si stava allenando in bicicletta. Presenti anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), accompagnati in aula dal loro legale, l’avvocato Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, consulente dello Studio3A-Valore che ha assistito la famiglia, nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo. “Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale” ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il consulente. La Procura di Vicenza, in aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, Roderich Blattner, “ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze” ha aggiunto. Rieke attualmente si trova in Germania e dopo essere stato colpito da un ictus gli è stato consentito di tornare a casa in ragione delle gravi condizioni di salute.


“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.

Vela, Nzl-Britannia 4-0. I kiwi hanno le mani sull’America’s cup

Vela, Nzl-Britannia 4-0. I kiwi hanno le mani sull’America’s cupRoma, 14 ott. (askanews) – New Zealand mette le mani sull’America’s Cup 2024. Il defender vince anche la quarta regata (recupero di quella non disputata domenica per poco vento, ndr) e si porta in vantaggio 4-0 su Britannia nella finale di Barcellona. Nonostante una partenza pari e un discreto miglioramento rispetto alle prime giornate, Ben Ainslie non ha potuto nulla contro lo strapotere ‘kiwi’. Si torna in acqua mercoledì 16 ottobre con regata 5 e 6: per Britannia è già clima da ultima spiaggia.

Cos’ha detto Francis Ford Coppola a Cinecittà

Cos’ha detto Francis Ford Coppola a CinecittàRoma, 14 ott. (askanews) – “La Repubblica americana è a rischio, dovremmo tutti seguire quanto diceva Pico della Mirandola: l’essere umano è un genio in grado di risolvere qualsiasi problema. Ma spesso non è così. L’Italia è l’esempio migliore in questo senso: è un Paese fantastico, ha i migliori medici, i migliori fisici, ma anche i migliori telescopi o elicotteri. È in grado di realizzare al meglio qualsiasi cosa, tranne un governo che funzioni”. Lo ha affermato Francis Ford Coppola durante l’incontro con i giornalisti a Cinecittà, dove questa sera verrà presentato il suo ultimo film, “Megalopolis”, evento di preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città 2024.


Il grande regista, che ha ricevuto in dono la chiave di Cinecittà e ha posato di fronte alla targa del viale a lui dedicato, è protagonista a Roma di due giorni di celebrazioni in suo onore. L’autore della saga de “Il Padrino” e di “Apocalypse Now” non vuole essere assolutamente chiamato Maestro. “Non credo di essere un pezzo grosso, chiamatemi zio Ciccio, non il Maestro, facciamo tutti parte della stessa famiglia”, ha esordito, sottolineando poi la sua visione del mondo: “Non sono interessato particolarmente agli USA, mi interessa che diventiamo un mondo unico. La concezione dei Paesi è old fashion, siamo un’unica famiglia umana e l’obiettivo è salvarla”. Coppola ha detto di non essere particolarmente interessato a parlare del suo cinema, mentre tiene molto al futuro del cinema in generale. “Chi pensa che il cinema sia un business vorrebbe che non si cambiasse mai la formula, come la Coca Cola, che crea dipendenza e funziona sempre. Ma per me il cinema è arte, non business. Il cinema dei nostri nipoti sarà così diverso da quello di oggi che non possiamo neanche immaginarlo, e questo è fantastico”. Per non sottostare al business Coppola si è autofinanziato il suo “Megalopolis”: “Volevo un film che finisse in maniera gioiosa, con la speranza, non potevo farlo seguendo una formula. Apocalipse now viene visto e rivisto da 40 anni, spero sarà così anche per Megalopolis”.


Il regista 85enne ha rivelato di avere ora due nuovi progetti: “Vorrei fare due film ancora, uno piccolo e uno gigante, anche se sono vicino alla morte. Il piccolo, che voglio fare per divertimento, lo girerò per gran parte in Italia”.

Schlein: governo sperpera soldi in Albania mentre sanità depotenziata

Schlein: governo sperpera soldi in Albania mentre sanità depotenziataRoma, 14 ott. (askanews) – “Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri migranti in Albania, in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l’intero impianto dell’accordo con l’Albania. Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri”. Lo afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein.


“Adesso – prosegue in una nota – abbiano la decenza di non chiederci più dove tiriamo fuori i soldi per la sanità, è gravissimo aver scelto di depotenziare il servizio sanitario nazionale nonostante ogni anno più di quattro milioni e mezzo di persone in Italia non riescano a curarsi”.