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”Bad boy” è il nuovo singolo di Finesse ft. Shiva, Capo Plaza e AVA

”Bad boy” è il nuovo singolo di Finesse ft. Shiva, Capo Plaza e AVAMilano, 23 lug. (askanews) – Si intitola “Bad boy” (Epic Records/Sony Music Italy) il nuovo singolo di Finesse, talentuoso producer multiplatino nominato ai Grammy che torna con un brano al fianco di tre grandi nomi del rap italiano: Shiva, Capo Plaza e AVA. “Bad boy” arriva dopo il grandissimo successo di Gelosa feat. Shiva, Sfera Ebbasta e Guè, la super hit pubblicata a febbraio 2023, primo singolo ufficiale di Finesse, che ha conquistato 5 dischi di Platino, con oltre 125,7 milioni di stream solo su Spotify. Dopo un primo annuncio in cui Finesse ha svelato soltanto il titolo del singolo e la sua data d’uscita, lasciando il mistero sui featuring del pezzo e invitando i fan ad indovinarli prima del giorno della release, in questi giorni l’artista e producer ha voluto rivelare i volti degli artisti che lo accompagneranno in “Bad boy” attraverso diversi spoiler su Instagram, cominciando da Capo Plaza, per poi presentare AVA e Shiva.


Oltre ai social, anche alcune città italiane hanno supportato l’annuncio attraverso billboard digitali, dapprima mostrando solo la collana del produttore, e successivamente svelando tutti i dettagli relativi alle collaborazioni. Finesse è pronto a tornare e lo fa in grande stile: in “Bad boy” riesce a riunire la mitica coppia di golden boys del rap italiano, Shiva e Capo Plaza, a distanza di 5 anni dal loro ultimo feat, e coinvolge anche AVA. Caratterizzato da un beat dalle sfumature latinoamericane, il brano racconta di un amore complicato in cui lei è tanto bella quanto lui è un bad boy.


Dopo le numerose collaborazioni con artisti del calibro di Bad Bunny, Nicki Minaj e NLE Choppa, che hanno riconfermato il suo ruolo di producer di riferimento a livello globale, per Finesse BAD BOY rappresenta un nuovo tassello del suo incredibile percorso artistico e arriva dopo la hit Gelosa, che, a sole 24 ore dall’uscita, ha esordito direttamente sul podio della Top50 Spotify, dove per diversi mesi è rimasta costantemente ai vertici. Il videoclip ufficiale del brano, pubblicato il 13 marzo 2023, in soli tre giorni dall’uscita ha conquistato la posizione #1 nella sezione tendenze per la musica su YouTube e ad oggi totalizza oltre 30 milioni di views. I suoi ultimi lavori lo vedono coinvolto nella produzione di SLUT ME OUT insieme a NLE Choppa, brano che conta oltre 356,7 milioni di stream su Spotify e che ha presenziato nella Top50 USA, con più di 140 milioni di views su TikTok, oltre a Syrup di Shiva (33,6 milioni di stream) e a Syrup RMX di Tony Boy. Di recente, ha prodotto Desnuda di Blaco, al fianco di Michelangelo, e First day out dell’amico Shiva, co-prodotta insieme a Adam11. Producer di moltissimi brani di successo, lo vediamo anche al fianco di Sfera Ebbasta nell’album “X2VR” per la traccia G63 feat. Shiva e Lazza, prodotta con Drillionaire, che ha raggiunto 36,3 milioni di stream e 2,3 milioni vi visualizzazione per il videoclip, oltre che nel disco di Geolier “DIO LO SA” nel pezzo IDEE CHIARE feat. Lazza e Dat Boi Dee.


Finesse continua così a dimostrare il suo talento da producer, contribuendo a dar forma al panorama urban di questi anni: con la sua musica porta nel mainstream italiano influenze d’oltreoceano e crea un ponte tra il nostro Paese e il resto del mondo. Grazie al suo lavoro di continua ricerca in studio e alla sua visione unica, che condivide con alcuni dei più grandi nomi del rap, dà vita a brani che puntualmente conquistano i vertici delle classifiche, riscuotendo un enorme successo di pubblico e aprendo nuove strade musicali, in Italia e all’estero.

La presidente della Rai Marinella Soldi ha annunciato le dimissioni

La presidente della Rai Marinella Soldi ha annunciato le dimissioniRoma, 23 lug. (askanews) – “La presidente della Rai, Marinella Soldi, con una lettera indirizzata al Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato la propria volontà di dimettersi dal proprio ruolo a decorrere dal 10 agosto 2024. La decisione della Presidente Soldi, legata a ragioni personali e professionali, è stata comunicata ai vertici aziendali e verrà formalizzata nella riunione del Consiglio di Amministrazione prevista per la prossima settimana”. Lo riferisce Viale Mazzini con una nota.

Spotify, utili record 2 trim. a 274 milioni. Vola in Borsa (+13,9%)

Spotify, utili record 2 trim. a 274 milioni. Vola in Borsa (+13,9%)Roma, 23 lug. (askanews) – Aiutato dalle misure di riduzione dei costi, inclusi licenziamenti di massa, Spotify ha registrato utili record nel secondo trimestre del 2024, superando le aspettative. Il colosso dello streaming di musica e audio ha guadagnato 7 milioni di abbonati paganti nel periodo, leggermente al di sopra delle previsioni, mentre il totale degli utenti mensili è rimasto al di sotto del suo obiettivo. In Borsa i titoli dell’azienda hanno accelerato e attorno alle 16 italiane guadagnavano il 13.99% a 304,75 euro.


Spotify ha riportato ricavi nel secondo trimestre di 3,81 miliardi di euro, in crescita del 20%, e un utile netto di 274 milioni di euro, rispetto a una perdita netta di -302 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente. I costi operativi dell’azienda sono diminuiti del 16% nel secondo trimestre, principalmente a causa di “una diminuzione del personale e dei costi correlati e di una minore spesa di marketing”. Il margine lordo per il periodo è stato del 29,2% (in anticipo rispetto alle previsioni), rispetto al 24,1% dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli utili record arrivano dopo significative riduzioni di personale. Alla fine del secondo trimestre, la forza lavoro di Spotify ammontava a 7.372 dipendenti a tempo pieno a livello globale, in calo rispetto ai 9.123 della fine del 2023.


Le entrate sostenute dalla pubblicità di Spotify nel secondo trimestre sono cresciute del 13%, riflettendo una crescita a due cifre in tutte le regioni. La crescita della pubblicità musicale è stata guidata dall’aumento delle impressioni vendute e dall’aumento dei prezzi; La crescita dei ricavi pubblicitari dei podcast è stata guidata dalla crescita delle impressioni vendute sui podcast originali e con licenza e su Spotify Audience Network, parzialmente compensata da prezzi più bassi, ha affermato la società in un comunicato. Alla fine del secondo trimestre, la società contava 626 milioni di utenti attivi mensili totali, un guadagno sequenziale di 11 milioni (inferiore alla proiezione di 16 milioni). Ha riportato 246 milioni di abbonati Premium, aggiungendone 7 milioni (rispetto ai 6 milioni previsti).

Google, fallita trattativa per acquisire start up sicurezza Wiz

Google, fallita trattativa per acquisire start up sicurezza WizNew York, 23 lug. (askanews) – Le trattative del gigante della ricerca online Google per l’acquisizione della startup di sicurezza informatica Wiz sono fallite. Ad annunciarlo è il Wall Street Journal. per una cifra prevista di 23 miliardi di dollari sono fallite.


In una e-mail inviata lunedì ai dipendenti, l’amministratore delegato di Wiz Assaf Rappaport ha dichiarato che la società sta ora puntando a quotarsi in Borsa. “Anche se siamo lusingati dalle offerte che abbiamo ricevuto, abbiamo scelto di continuare il nostro percorso per costruire Wiz”, ha ribadito il Ceo. La società intende raggiungere 1 miliardo di dollari di entrate ricorrenti annuali prima di lanciare l’IPO. Google aveva offerto 23 miliardi di dollari per l’acquisizione, ma l’accordo avrebbe attirato l’attenzione dell’antitrust e bloccato la crescita della società. Wiz è stata fondata nel 2020 ed è diventata rapidamente una delle aziende più importanti nel fiorente campo della sicurezza per il cloud computing.

CasaPound, La Russa: Joly non passava lì per caso, ma mai violenza

CasaPound, La Russa: Joly non passava lì per caso, ma mai violenzaRoma, 23 lug. (askanews) – “Esprimo assoluta e totale condanna, ribadisco che ci vuole un modo più attento di fare le incursioni legittime da parte dei giornalisti… ho letto che non si è mai dichiarato giornalista… non vorrei che ci fossero metodologie che innescano reazioni, non sto giustificando niente ma non credo che il giornalista passasse lì per caso. Questo non giustifica la reazione violenta, non c’è nulla che possa giustificare il passare dalle parole ai fatti”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa rispondendo, durante la cerimonia del Ventaglio, a una domanda sul caso del giornalista della Stampa, Andrea Joly aggredito da alcuni militanti di CasaPound.

Venezia, 5 italiani in concorso tra cui Amelio e Guadagnino

Venezia, 5 italiani in concorso tra cui Amelio e GuadagninoRoma, 23 lug. (askanews) – Saranno cinque i film italiani in Concorso all’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre. Il direttore artistico Alberto Barbera ha annunciato che saranno 21 i film in gara per il Leone d’oro quest’anno, fra cui il primo film in lingua inglese di Pedro Almodovar “The room next door” con Tilda Swinton e Julianne Moore, “Maria” di Pablo Larrain con la Callas interpretata da Angelina Jolie, il “Joker: folie à deux” di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix e Lady Gaga e, sempre dagli Usa, “Babygirl” di Halina Rejin, thriller erotico con Nicole Kidman.


Fra i film italiani in Concorso quest’anno spiccano “Campo di battaglia” di Gianni Amelio, con Alessandro Borghi, ambientato nell’ultimo anno della Prima guerra mondiale durante la pandemia di spagnola, “Diva futura” di Giulia Louise Steigerwaltz, film pop con Pietro Castellitto nel ruolo di Riccardo Schicchi, e “Queer” di Luca Guadagnino, film ispirato al romanzo di Williams Burroughs, girato a Cinecittà, con un’irriconoscibile Daniel Craig. In concorso a Venezia 81 anche “Vermiglio” di Maura Delpero, ambientato in un paese delle Dolomiti prima della fine Seconda guerra mondiale, con Tommaso Ragno e attori non protagonisti, e “Iddu” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, ispirato alla vicenda di Matteo Messina Denaro, interpretato da Elio Germano. Grandi nomi sono previsti anche per i film Fuori Concorso della Selezione Ufficiale, primo fra tutti Tim Burton, che aprirà la Mostra con “Beetlejuice Beetlejuice”, e arriverà a Venezia con Michael Keaton, Winona Ryder, Monica Bellucci, Willem Dafoe. E la parata di star internazionali, visti i film che approderanno in Laguna, sarà veramente infinita.


Il film di chiusura Fuori Concorso è affidato a un italiano, Pupi Avati, che con “L’orto americano” porta a Venezia un thriller soprannaturale ambientato nel secondo dopoguerra, interpretato da Filippo Scotti e Chiara Caselli. Nella stessa sezione anche “Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini con Frabrizio Gifuni. È il film più personale della regista, autobiografico, che racconta il suo rapporto con il padre Luigi, sullo sfondo di anni di piombo e terrorismo. Sempre Fuori concorso ma molto atteso, ci sarà “Wolfs” di Jon Watts, con Brad Pitt e George Clooney. Verranno presentati inoltre l’ultimo film di Claude Lelouche “Finalement” e il nuovo di Takeshi Kitano “Broken Rage”. Fuori Concorso tra le “Proiezioni speciali” figura “Leopardi, il poeta dell’infinito”, miniserie di Sergio Rubini, e fra le “Serie” ci sono opere di grandi autori e molto attese, prima fra tutte “M, il figlio del secolo”, tratta dal libro di Antonio Scurati, diretta da Joe Wright. Verranno mostrate inoltre “Disclaimer” di Alfonso Cuaron e i sette episodi di Thomas Vinterberg “Families like ours”.


Il tema della conflitto, sia russo-ucraino che israelo-palestinese, è presente in diversi film Fuori Concorso non Fiction. Nella sezione Orizzonti concorso il film d’apertura è “Nonostante” di Valerio Mastandrea, che parla di morte e amore in maniera inconsueta. Sempre in concorso ci saranno “Familia” di Francesco Constabile, che porta avanti il suo cinema sociale con un film su una famiglia vittima di un padre violento, e “Diciannove” di Giovanni Tortorici.

La Consulta: per attribuire un “genere non binario” serve una legge

La Consulta: per attribuire un “genere non binario” serve una leggeRoma, 23 lug. (askanews) – Con la sentenza n. 143, depositata oggi, la Corte costituzionale ha deciso le questioni di legittimità costituzionale promosse dal Tribunale di Bolzano in materia di rettificazione di attribuzione di sesso. La Corte ha dichiarato inammissibili le questioni sollevate nei confronti dell’art. 1 della legge n. 164 del 1982, nella parte in cui non prevede che la rettificazione possa determinare l’attribuzione di un genere “non binario” (né maschile, né femminile).


Infatti, spiega una nota della Consulta, “l’eventuale introduzione di un terzo genere di stato civile avrebbe un impatto generale, che postula necessariamente un intervento legislativo di sistema, nei vari settori dell’ordinamento e per i numerosi istituti attualmente regolati con logica binaria”. La sentenza sottolinea al riguardo che la caratterizzazione binaria (uomo-donna) informa, tra l’altro, il diritto di famiglia, del lavoro e dello sport, la disciplina dello stato civile e del prenome, la conformazione dei “luoghi di contatto” (carceri, ospedali e simili).


La Corte rileva tuttavia che “la percezione dell’individuo di non appartenere né al sesso femminile, né a quello maschile, da cui nasce l’esigenza di essere riconosciuto in una identità ‘altra’, genera una situazione di disagio significativa rispetto al principio personalistico cui l’ordinamento costituzionale riconosce centralità (art. 2 Cost.)” e che, “nella misura in cui può indurre disparità di trattamento o compromettere il benessere psicofisico della persona, questa condizione può del pari sollevare un tema di rispetto della dignità sociale e di tutela della salute, alla luce degli artt. 3 e 32 Cost.”. “Tali considerazioni – conclude la Corte – unitamente alle indicazioni del diritto comparato e dell’Unione europea, pongono la condizione non binaria all’attenzione del legislatore, primo interprete della sensibilità sociale”.

La Finanza ha sequestrato 121 milioni ad Amazon

La Finanza ha sequestrato 121 milioni ad AmazonMilano, 23 lug. (askanews) – Un maxi sequestro preventivo d’urgenza, di importo complessivo superiore ai 121 milioni di euro, è scattato nei confronti della filiale italiana di Amazon. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gdf nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura di Milano sul fenomeno della somministrazione illecita di manodopera. Le ipotesi investigative, riferisce una nota firmata dal procuratore di Milano, Marcello Viola, riguardano una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti.


In particolare, gli investigatori hanno ricostruito la ‘filiera della manodopera’, rilevando che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’I.V.A., nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale. Sono in corso diverse perquisizioni nelle province di Milano e Torino nei confronti delle persone fisiche e società coinvolte, con notifica degli avvisi di garanzia, anche in relazione alla responsabilità amministrativa di società per reati commessi da propri dirigenti della società.

Per la strage di migranti a Cutro emessi sei avvisi di conclusione indagini

Per la strage di migranti a Cutro emessi sei avvisi di conclusione indaginiMilano, 23 lug. (askanews) – La Procura della Repubblica di Crotone ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini sui soccorsi al caicco naufragato a Steccato di Cutro (Crotone) la notte del 26 febbraio del 2023 provocando la morte di almeno 94 persone. Secondo l’organizzazione non governativa Open Arms i reati ipotizzati sono falso, omissione in atto d’ufficio e strage come conseguenza di altro reato, a carico di quattro uomini della Guardia di finanza e due della Guardia costiera in relazione alla operazioni di soccorso.


“Noi di Open Arms, insieme a una quarantina di organizzazioni che si occupano di immigrazione, a marzo del 2023 presentammo un esposto alla Procura di Crotone volto a far chiarezza su quella notte. Accogliamo dunque con favore la comunicazione della Procura sulla chiusura le indagini. Stiamo valutando se costituirci parte civile all’apertura del processo” ha commentato la Advocacy officer di Open Arms, Valentina Brinis.

M&E, in 2023 in Italia sul podio Rai, Sky e Mediaset

M&E, in 2023 in Italia sul podio Rai, Sky e Mediaset

Roma, 23 lug. (askanews) – Rai, Sky e Mediaset. Questi i primi tre gruppi sul podio dei ricavi nel 2023 nel comparto Media & Enterntainment italiano mentre prosegue inarrestabile la crescita delle piattaforme online. E’ quanto emerge dalla nuova edizione del Report Media & Entertainment elaborato dall’Area Studi Mediobanca con l’analisi del settore a livello mondiale e italiano. Il report analizza le performance dal 2019 al 2024 dei principali gruppi italiani e dei 21 maggiori player privati mondiali, di cui nove hanno sede negli USA, dieci in Europa e uno rispettivamente in Giappone e Sudafrica.


Secondo lo studio nel 2023 il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano è stato pari a €8,9 mld, in crescita dell’1,6% sul 2022, anno in cui aveva pressoché eguagliato i valori pre-pandemici (-0,1% 2022 su 2019). La ripresa ha interessato tutti i comparti: +0,2% la TV in chiaro (€4,8 mld), +3,0% la TV a pagamento (€3,4 mld) e +4,9% la radio (€0,6 mld). La TV a pagamento risente però di tendenze diametralmente opposte, con la Pay TV tradizionale che continua a calare (-4,9%), anche se con un’intensità minore rispetto agli anni passati, mentre i servizi S-Vod proseguono la crescita a doppia cifra (+10,4%). In forte aumento il peso specifico dello streaming che nel 2023 rappresenta il 53% dei ricavi della TV a pagamento (€1,8 mld), in rialzo di oltre 38 p.p. rispetto a cinque anni prima. I tre principali operatori (Rai, Sky e Mediaset) detengono congiuntamente circa il 70% dei ricavi televisivi nazionali, ma le piattaforme online continuano a erodere terreno, arrivando a rappresentare il 20% del settore nel 2023 (quasi 13 p.p. in più sul 2019). Rispetto al 2022, i ricavi pubblicitari sono invece cresciuti del 2,0%: +1,2% quelli della TV e +7,1 quelli della radio. Nel 2023 i ricavi dei dieci principali operatori Media & Entertainment italiani sono complessivamente cresciuti del 1,6% sul 2022 (risultando però ancora inferiori del 6,9% rispetto al 2019), grazie alla continua espansione del segmento S-Vod (+9,2%) e alla ripresa del mercato pubblicitario (+3,0%). Ancora sottotono i ricavi della Pay TV (-4,9%).


Il panel si conferma fortemente concentrato, con i primi tre broadcaster tradizionali (Rai, Sky e Mediaset) che sviluppano il 77% del giro d’affari complessivo. In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2023 (€2,7 mld, +0,3% sul 2022), seguita da Sky (€2,1 mld, +2,3% sul 2022) e Mediaset (€2 mld, +2,5%). Prosegue la crescita esponenziale delle piattaforme online, ora attive anche nel mercato pubblicitario attraverso il lancio di offerte cosiddette Subscription AD-supported, con Netflix che nel 2022 (ultimi dati disponibili) ha registrato ricavi per €616 milioni grazie ai suoi oltre 5 milioni di abbonati. Nonostante l’inasprimento del contesto competitivo, dovuto alla continua evoluzione tecnologica e alla crescente offerta, il settore nel 2023 mostra una certa stabilità dei livelli occupazionali sul 2022 (-0,9%). Rispetto al periodo pre-pandemico la riduzione degli organici è però più accentuata, principalmente in seguito al progressivo switch tra il business della TV lineare e la crescente offerta streaming, che è meno labour intensive della prima. L’ebit margin aggregato è ancora negativo (-1,4% nel 2023), ma in netto miglioramento (+4,0 p.p. rispetto al 2022). La non soddisfacente redditività dei principali operatori è una diretta conseguenza dell’ingresso nel settore dei cosiddetti OTT (come Netflix e Dazn).


Per l’intero 2024 si stima una crescita del 2% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, grazie alla prevista ripresa del mercato pubblicitario (+5%), trainato principalmente dagli importanti eventi sportivi dell’anno (in primis olimpiadi ed europei di calcio), alla continua crescita dei formati Subscription AD-supported e all’incremento degli abbonamenti ai servizi streaming, anche se con un impulso ridotto rispetto al passato. Con il segmento S-Vod sempre più competitivo e vicino alla saturazione, considerando anche la diminuzione del potere d’acquisto del consumatore medio, si intensificherà la competizione nelle offerte A-Vod (Advertising Video on Demand) e Subscription AD-supported (un ibrido tra S-Vod e A-Vod). È quindi lecito attendersi nel prossimo futuro un rallentamento delle sottoscrizioni a pagamento. Nel 2023 il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano è stato pari a €8,9 mld, in crescita dell’1,6% sul 2022, anno in cui aveva pressoché eguagliato i valori pre-pandemici (-0,1% 2022 su 2019). La ripresa ha interessato tutti i comparti: +0,2% la TV in chiaro (€4,8 mld), +3,0% la TV a pagamento (€3,4 mld) e +4,9% la radio (€0,6 mld). La TV a pagamento risente però di tendenze diametralmente opposte, con la Pay TV tradizionale che continua a calare (-4,9%), anche se con un’intensità minore rispetto agli anni passati, mentre i servizi S-Vod proseguono la crescita a doppia cifra (+10,4%). In forte aumento il peso specifico dello streaming che nel 2023 rappresenta il 53% dei ricavi della TV a pagamento (€1,8 mld), in rialzo di oltre 38 p.p. rispetto a cinque anni prima. I tre principali operatori (Rai, Sky e Mediaset) detengono congiuntamente circa il 70% dei ricavi televisivi nazionali, ma le piattaforme online continuano a erodere terreno, arrivando a rappresentare il 20% del settore nel 2023 (quasi 13 p.p. in più sul 2019). Rispetto al 2022, i ricavi pubblicitari sono invece cresciuti del 2,0%: +1,2% quelli della TV e +7,1 quelli della radio.


Nel 2023 i ricavi dei dieci principali operatori Media & Entertainment italiani sono complessivamente cresciuti del 1,6% sul 2022 (risultando però ancora inferiori del 6,9% rispetto al 2019), grazie alla continua espansione del segmento S-Vod (+9,2%) e alla ripresa del mercato pubblicitario (+3,0%). Ancora sottotono i ricavi della Pay TV (-4,9%). Il panel si conferma fortemente concentrato, con i primi tre broadcaster tradizionali (Rai, Sky e Mediaset) che sviluppano il 77% del giro d’affari complessivo. In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2023 (€2,7 mld, +0,3% sul 2022), seguita da Sky (€2,1 mld, +2,3% sul 2022) e Mediaset (€2 mld, +2,5%). Prosegue la crescita esponenziale delle piattaforme online, ora attive anche nel mercato pubblicitario attraverso il lancio di offerte cosiddette Subscription AD-supported, con Netflix che nel 2022 (ultimi dati disponibili) ha registrato ricavi per €616 milioni grazie ai suoi oltre 5 milioni di abbonati. Nonostante l’inasprimento del contesto competitivo, dovuto alla continua evoluzione tecnologica e alla crescente offerta, il settore nel 2023 mostra una certa stabilità dei livelli occupazionali sul 2022 (-0,9%). Rispetto al periodo pre-pandemico la riduzione degli organici è però più accentuata, principalmente in seguito al progressivo switch tra il business della TV lineare e la crescente offerta streaming, che è meno labour intensive della prima. L’ebit margin aggregato è ancora negativo (-1,4% nel 2023), ma in netto miglioramento (+4,0 p.p. rispetto al 2022). La non soddisfacente redditività dei principali operatori è una diretta conseguenza dell’ingresso nel settore dei cosiddetti OTT (come Netflix e Dazn). Per l’intero 2024 si stima una crescita del 2% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, grazie alla prevista ripresa del mercato pubblicitario (+5%), trainato principalmente dagli importanti eventi sportivi dell’anno (in primis olimpiadi ed europei di calcio), alla continua crescita dei formati Subscription AD-supported e all’incremento degli abbonamenti ai servizi streaming, anche se con un impulso ridotto rispetto al passato. Con il segmento S-Vod sempre più competitivo e vicino alla saturazione, considerando anche la diminuzione del potere d’acquisto del consumatore medio, si intensificherà la competizione nelle offerte A-Vod (Advertising Video on Demand) e Subscription AD-supported (un ibrido tra S-Vod e A-Vod). È quindi lecito attendersi nel prossimo futuro un rallentamento delle sottoscrizioni a pagamento.