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G7, Meloni: lavoriamo a piano d’azione su Intelligenza artificiale

G7, Meloni: lavoriamo a piano d’azione su Intelligenza artificialeRoma, 16 mag. (askanews) – “Stiamo lavorando per lanciare nell’ambito della nostra Presidenza del G7 un piano d’azione sull’uso dell’intelligenza artificiale, particolarmente nel mondo del lavoro”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio al Festival del Lavoro in corso a Firenze.


“È una sfida che io considero particolarmente impegnativa – ha aggiunto – ne siamo ovviamente consapevoli però sono anche convinta che il sistema Italia in tutte le sue articolazioni abbia il coraggio, la visione, la capacità che servono per occuparsi anche dei temi più difficili e individuare le soluzioni più innovative”.

Pallavolo, l’Italia di Velasco batte la Germania 3-1

Pallavolo, l’Italia di Velasco batte la Germania 3-1Roma, 16 mag. (askanews) – Pronto riscatto per l’Italia femmimile di Julio Velasco nella Volleyball Nations League 2024. Le azzurre (foto Federvolley.it) oggi ad Antalya (Turchia) si sono imposte 3-1 (25-16, 25-16, 21-25, 25-22) sulla Germania. Un successo molto importante in chiave qualificazione olimpica, perché oltre ai punti del world ranking conquistati (2,59) permette all’Italia di tenere a distanza una formazione in corsa per Parigi 2024. Domani la nazionale tricolore, sempre ad Antalya, sarà chiamata ad affrontare la Bulgaria (ore 19 italiane, diretta su DAZN e VBTV); un’altra sfida da non sbagliare per compiere un ulteriore passo verso il pass olimpico.

Schlein: in tv da Mentana? Sempre disponibile a un confronto

Schlein: in tv da Mentana? Sempre disponibile a un confrontoCesano Boscone (MI), 16 mag. (askanews) – “Io ho sempre detto che sarei stata disponibile a un confronto con la presidente del Consiglio dovunque e in qualunque momento. Ho lasciato a lei dare disponibilità, è andata così, noi andiamo comunque avanti sulla nostra strada”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di un incontro elettorale a Cesano Boscone (Milano), rispondendo a chi le ha chiesto se andrà da Enrico Mentana su La7 dopo la rinuncia da parte della Rai del previsto confronto tv tra la leader dem e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a causa del mancato consenso degli altri leader di partito richiesto dalla Agcom.

Ue,Gentiloni: marcia indietro Green Deal sarebbe errore storico

Ue,Gentiloni: marcia indietro Green Deal sarebbe errore storicoBruxelles, 16 mag. (askanews) – In un intervento oggi al “Brussels Economic Forum” di Bruxelles, il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che, a venti giorni dalle elezioni europee, bisogna chiarire la necessità di continuare sulla strada del Green Deal, senza fare una marcia indietro che sarebbe “un errore storico”. Il commissario ha anche insistito sull’urgenza, per finanziare almeno una parte della transizione green e digitale, di stabilire “strumenti comuni per obiettivi comuni” europei, come è stato fatto per la risposta alla pandemia con il “NextGenerationEU” che termina a fine 2026, per mobilitare investimenti pubblici a livello Ue, e non solo a livello degli Stati membri (ciò che andrebbe a scapito della coesione del mercato unico).


“Siamo alla fine della legislatura europea e dell’attuale Commissione. E penso – ha osservato Gentiloni – che sia il momento giusto per ricordare il fatto che quando è nata l’attuale Commissione, il Green Deal europeo era il suo carattere distintivo. Poi ovviamente in questi cinque anni sono successe tante cose, la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina; ma a distanza di cinque anni credo sia giusto chiederci se ci stiamo pentendo della decisione presa quattro-cinque anni fa, di avere il Green Deal come profilo principale dell’attuale Commissione. E la mia risposta è decisamente no: non ci pentiamo, o almeno non dovremmo pentirci”. Le motivazioni di questo “no” sono sostanzialmente due: “In primo luogo, a causa dell’urgenza della crisi climatica. La settimana scorsa – ha evidenziato il commissario – sono usciti i dati Copernicus su ciò che è accaduto nell’aprile di quest’anno, che è stato di 1,58°C più caldo” rispetto alla media di aprile per il periodo preindustriale 1850-1900. “Quindi, per quanto riguarda l’aumento della temperatura a livello globale, siamo già oltre il limite di 1,5 gradi”, la soglia da non superare secondo l’Accordo di Parigi sul clima.


“Ma non è solo l’urgenza; c’è anche il fatto – ha aggiunto Gentiloni – che noi siamo in grado di realizzare la transizione verde. Vorrei solo ricordare un paio di dati. Innanzitutto come stanno andando le emissioni: nell’Ue la riduzione del 2023 rispetto al 2022 è stata del 15,5%, che è ovviamente un numero significativo. Un secondo numero significativo, nel 2023 è stato quello della capacità di energia solare installata nell’Ue: 56 GW di energia solare, qualcosa di simile a 56 impianti nucleari di medie dimensioni in un anno”. Insomma, “le cose si stanno muovendo. Ma ovviamente – ha riconosciuto il commissario – noi, l’Ue, rappresentiamo solo il 7% delle emissioni globali. Cosa succede nel restante 93%? Ciò che accade per il restante 93% ci porta alla geopolitica, al modo in cui raggiungiamo gli accordi a livello internazionale e anche a come adottare misure per evitare che gli europei, che sono più avanzati” riguardo alle politiche contro il cambiamento climatico “debbano subire gravi conseguenze economiche per questo. E qui è, ad esempio, la logica di misure come il Meccanismo di dazi sul carbonio alle frontiere (Cbam, ndr), una specie di carbon tax ‘all’europea’”.


Poi c’è un altro problema, ha continuato Gentiloni, quello dei “costi di questa transizione: noi calcoliamo sempre il fabbisogno di investimenti, e il nostro calcolo più recente è che serviranno 620 miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno per la transizione verde e digitale nell’Ue da ora al 2030”. “Da dove proverranno – ha chiesto il commissario – queste enormi montagne di investimenti? Ieri – ha ricordato – abbiamo presentato le nostre Previsioni economiche di primavera, e ciò che è chiaro è che il livello degli investimenti privati nell’Unione europea è stabile, non aumenta a sufficienza. Invece gli investimenti pubblici, a differenza di quanto accadde nel periodo della crisi finanziaria, continuano a essere forti, e addirittura in aumento”.


“Il livello degli investimenti privati – ha riferito ancora Gentiloni – è stato piuttosto contenuto nell’ultimo periodo, a causa della crisi economica e di altri fattori che sappiamo; quindi abbiamo bisogno di questo contributo più forte da parte degli investimenti privati. E dobbiamo ovviamente pensare a cosa accadrà agli investimenti pubblici dopo la fine del “NextGenerationEU” (ovvero del Pnrr, ndr) nel 2026″. Comunque, “nel complesso dobbiamo essere pragmatici, dobbiamo guardare all’equità sociale e regionale della transizione, ma non possiamo – ha sottolineato Gentiloni – commettere l’errore storico di fare marcia indietro sulla transizione”.

Ultima Generazione, blitz a Roma: imbrattate vetrine a via Condotti

Ultima Generazione, blitz a Roma: imbrattate vetrine a via CondottiMilano, 16 mag. (askanews) – Blitz di Ultima Generazione in via Condotti, a Roma, dove 17 del movimento hanno imbrattato con vernice arancione le vetrine di negozi di lusso come Yves Saint-Laurent, Luis Vuitton, Bulgari, Prada, Gucci e Giorgio Armani. Sono anche stati esposti striscioni con la scritta “1 ottobre GIUSTIZIA Piazza del Popolo” e “Fondo Riparazione”. La protesta è stato interrotta dall’arrivo delle forze dell’ordine che portato in commissariato i protagonisti del blitz.


Secondo Ultima Generazione “i negozi di Giorgio Armani, Yves Saint-Laurent, Bulgari, Prada, Gucci e Giorgio Armani sono simbolo di uno stile di vita totalmente insostenibile” e “scandaloso davanti al divario economico in Italia”. Obiettivo dell’azione di disobbedienza civil è denunciare “la complicità delle multinazionali del lusso e il governo nel sostenere un modello economico che permette ad una fetta minuscola della popolazione di accumulare vergognose ricchezze e di abusare selvaggiamente delle risorse planetarie. Inoltre, la cultura del lusso, attraverso la sua pubblicità, è responsabile di alimentare una società malata, dove il valore individuale è distorto dall’accumulo di beni materiali e dal prestigio sociale, anziché dai principi di giustizia, solidarietà e gratitudine”. Ultima Generazione ricorda che “l’anno scorso sono morte 62 mila persone per il caldo in Europa” per effetto della crisi climiatica. Perciò “abbiamo bisogno di un piano di adattamento che sia in linea con la reale emergenza che sta affrontando il nostro paese”. Da qui la richiesta “di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato” da finanziaare “attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (Sad), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari”.

Schlein: c’è chi rinuncia a confronto pur di negarlo a due donne leader

Schlein: c’è chi rinuncia a confronto pur di negarlo a due donne leaderCesano Boscone (MI), 16 mag. (askanews) – “C’è chi preferisce rinunciare a una opportunità di confronto in prima serata pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia. Noi non ci fermeremo continueremo questo tour di cento tappe per l’Europa che vogliamo, a questo punto aggiungeremo qualche tappa in più per parlare dei temi della sanità, del lavoro e del salario minimo”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di un incontro elettorale a Cesano Boscone (Milano), a proposito della rinuncia da parte della Rai del previsto confronto tv tra la leader dem e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a a causa del mancato consenso degli altri leader di partito richiesto dalla Agcom.

Il Senato approva il Dl Superbonus, ecco le misure

Il Senato approva il Dl Superbonus, ecco le misureRoma, 16 mag. (askanews) – Detrazioni spalmate in dieci anni anzichè quattro per le spese relative al superbonus effettuate nel 2024; divieto per le banche e gli intermediari finanziari di compensare dal 2025 i crediti acquisti con i contributi previdenziali e Inail; aiuti economici per sostenere nella ricostruzione i cittadini delle zone terremotate (diverse dall’Abruzzo colpito dal sisma del 2009 e dalle zone del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2026) ai quali è stata preclusa la possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e cessione del credito; rinvio a luglio 2025 per la sugar tax e a luglio 2026 per la plastic tax. Queste le principali novità del decreto sulla stretta al superbonus sul quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia al Senato, con 101 voti a favore e 64 contrari. Si sono così ricomposte le divisioni nella maggioranza emerse durante i lavori in Commissione finanze. Il provvedimento, che deve essere convertito entro il 28 maggio, passa ora alla Camera.


Un decreto fortemente voluto dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere un freno ad una situazione considerata molto critica per gli effetti sui conti pubblici e paragonata dal responsabile del Mef al Vajont. Ma che ha visto la maggioranza divisa in Commissione finanze sul voto sull’emendamento del governo che ha introdotto ulteriori misure restrittive, tra cui appunto la detrazione in 10 anni. Forza Italia, rappresentata in Commissione da Claudio Lotito, si è astenuta, ma Iv è giunta in soccorso votando a favore. In Aula, con il voto di fiducia, tutto è stato ricomposto: la maggioranza ha votato compattamente sì, tutte le opposizioni hanno votato contro. Il Senato ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei Ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Resta la possibilità di avvalersi dello sconto e della cessione del credito se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila.


Il meccanismo ‘spalma-detrazioni’ in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti e approvato è stata la misura più controversa. Riguarda le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con una retroattività anche se “limitata” come è stata definita dalla maggioranza, ma che comunque ha fatto discutere perchè tocca le famiglie. Novità anche per le banche e gli intermediari finanziari, con la stretta sulle modalità di compensazione dei crediti legati al superbonus acquisiti negli anni. Da gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e quelli Inail. Anche se una esatta valutazioni degli effetti ancora non è stata fatta, l’Abi ha lanciato un grido d’allarme sottolineando la difficolta per le banche di compensare i crediti d’imposta, con conseguenze negative anche sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. E a cascata ci sarebbero ricadute negative per le imprese che avranno difficoltà a cedere i crediti che hanno in pancia.


La banche e gli intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti in quattro anni, ma se tali crediti al momento dell’acquisto sono stati scontati in misura superiore al 75%, la rateizzazione diventa di sei anni. Si tratta di una misura che vuole colpire gli intermediari che hanno ‘lucrato’ sulla difficoltà delle imprese. Nel decreto è confermato il plafond di 400 milioni per consentire nelle zone terremotate dell’Abruzzo colpite dal sisma del 2009 e in quelle del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2016 di continuare a usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. E’ stato chiarito che la cifra riguarda solo le pratiche nuove, presentate da aprile 2024 a dicembre dello stesso anno. Contestualmente viene eliminata la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘superbonus rafforzato”, un meccanismo che consente di portare l’agevolazione al 150% rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni in quelle zone terremotate.


Per le altre zone colpite da eventi sismici, escluse da sconto e cessione, è stato costituito un fondo di 35 milioni per il 2025 per l’erogazione di contributi diretti per gli interventi di ricostruzione. Un altro fondo di 100 milioni di euro è stato istituito per l’erogazione di contributi alle Onlus, agli enti del Terzo settore e alle associazioni di volontariato per gli interventi di riqualificazione sui loro immobili. Confermata anche la misura del decreto che sospende l’utilizzabilità dei crediti di imposta riferiti a bonus edilizi se il contribuente ha iscrizioni a ruolo per imposte non versate di importi superiori a 10.000 euro, fino a concorrenza di questi importi. Confermate anche le misure antifrode in materia di cessione dei crediti Ace e le misure di monitoraggio di Transizione 4.0.

Superbonus, le misure: detrazioni in 10 anni e stretta per le banche

Superbonus, le misure: detrazioni in 10 anni e stretta per le bancheRoma, 16 mag. (askanews) – Detrazioni spalmate in dieci anni anzichè quattro per le spese relative al superbonus effettuate nel 2024; divieto per le banche e gli intermediari finanziari di compensare dal 2025 i crediti acquisti con i contributi previdenziali e Inail; aiuti economici per sostenere nella ricostruzione i cittadini delle zone terremotate (diverse dall’Abruzzo colpito dal sisma del 2009 e dalle zone del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2026) ai quali è stata preclusa la possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e cessione del credito; rinvio a luglio 2025 per la sugar tax e a luglio 2026 per la plastic tax. Queste le principali novità del decreto sulla stretta al superbonus che oggi ha fatto il primo giro di boa in Parlamento con il via libera del Senato attraverso in voto di fiducia. Il provvedimento, che deve essere convertito entro il 28 maggio, passa ora alla Camera.


Un decreto fortemente voluto dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere un freno ad una situazione considerata molto critica per gli effetti sui conti pubblici e paragonata dal responsabile del Mef al Vajont. Ma che ha visto la maggioranza divisa in Commissione finanze sul voto sull’emendamento del governo che ha introdotto ulteriori misure restrittive, tra cui appunto la detrazione in 10 anni. Forza Italia, rappresentata in Commissione da Claudio Lotito, si è astenuta, ma Iv è giunta in soccorso votando a favore. In Aula, con il voto di fiducia, tutto è stato ricomposto: la maggioranza ha votato compattamente sì, tutte le opposizioni hanno votato contro. Il Senato ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei Ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Resta la possibilità di avvalersi dello sconto e della cessione del credito se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila.


Il meccanismo ‘spalma-detrazioni’ in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti e approvato è stata la misura più controversa. Riguarda le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con una retroattività anche se “limitata” come è stata definita dalla maggioranza, ma che comunque ha fatto discutere perchè tocca le famiglie. Novità anche per le banche e gli intermediari finanziari, con la stretta sulle modalità di compensazione dei crediti legati al superbonus acquisiti negli anni. Da gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e quelli Inail. Anche se una esatta valutazioni degli effetti ancora non è stata fatta, l’Abi ha lanciato un grido d’allarme sottolineando la difficolta per le banche di compensare i crediti d’imposta, con conseguenze negative anche sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. E a cascata ci sarebbero ricadute negative per le imprese che avranno difficoltà a cedere i crediti che hanno in pancia.


La banche e gli intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti in quattro anni, ma se tali crediti al momento dell’acquisto sono stati scontati in misura superiore al 75%, la rateizzazione diventa di sei anni. Si tratta di una misura che vuole colpire gli intermediari che hanno ‘lucrato’ sulla difficoltà delle imprese. Nel decreto è confermato il plafond di 400 milioni per consentire nelle zone terremotate dell’Abruzzo colpite dal sisma del 2009 e in quelle del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2016 di continuare a usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. E’ stato chiarito che la cifra riguarda solo le pratiche nuove, presentate da aprile 2024 a dicembre dello stesso anno. Contestualmente viene eliminata la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘superbonus rafforzato”, un meccanismo che consente di portare l’agevolazione al 150% rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni in quelle zone terremotate.


Per le altre zone colpite da eventi sismici, escluse da sconto e cessione, è stato costituito un fondo di 35 milioni per il 2025 per l’erogazione di contributi diretti per gli interventi di ricostruzione. Un altro fondo di 100 milioni di euro è stato istituito per l’erogazione di contributi alle Onlus, agli enti del Terzo settore e alle associazioni di volontariato per gli interventi di riqualificazione sui loro immobili. Confermata anche la misura del decreto che sospende l’utilizzabilità dei crediti di imposta riferiti a bonus edilizi se il contribuente ha iscrizioni a ruolo per imposte non versate di importi superiori a 10.000 euro, fino a concorrenza di questi importi. Confermate anche le misure antifrode in materia di cessione dei crediti Ace e le misure di monitoraggio di Transizione 4.0.

Europee, Conte: Giorgia si confronti con me e altri leader su La7

Europee, Conte: Giorgia si confronti con me e altri leader su La7Roma, 16 mag. (askanews) – “Il confronto tv che Meloni e Schlein hanno apparecchiato da mesi in Rai è stato giudicato lesivo della parità di trattamento rispetto alle altre forze politiche che partecipano a questa competizione elettorale per le europee. Con una legge elettorale che prevede un sistema proporzionale puro, per cui ogni forza politica corre per sé, questo confronto mirava a polarizzare il voto, a scapito di tutte le altre proposte politiche. Insomma, si è provato a ingannare gli elettori, un po’ come con le ‘finte’ candidature dei leader che purtroppo troveremo nelle schede elettorali per racimolare qualche voto in più”. Lo ha scritto su Facebook il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, commentando l’annullamento del faccia a faccia annunciato dalla Rai dopo il responso negativo dell’Agcom.


“Spiace – ha osservato l’ex presidente del Consiglio – che ci sia stato bisogno di una pronuncia dell’Agcom a tutela della libera e completa informazione dei cittadini, quando sarebbe bastato un po’ di buon senso e di rispetto verso gli elettori, che non meritano queste ‘furbate’”. “Cara Giorgia che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana”, ha concluso Conte.

L’Egitto ha respinto l’ipotesi israeliana di gestione congiunta del valico di Rafah

L’Egitto ha respinto l’ipotesi israeliana di gestione congiunta del valico di RafahRoma, 16 mag. (askanews) – L’Egitto ha respinto la proposta israeliana di un coordinamento dei due Paesi per la riapertura del valico di frontiera di Rafah, tra la penisola egiziana del Sinai e la Striscia di Gaza, e per gestirne il futuro funzionamento. Lo hanno indicato fonti di sicurezza del Cairo.


Funzionari del servizio di sicurezza Shin Bet hanno presentato il piano durante una visita al Cairo ieri, in un momento di crescente tensione tra i due Paesi dopo l’avanzata militare di Israele della scorsa settimana a Rafah, dove si sono rifugiati centinaia di migliaia di palestinesi sfollati dalla guerra. Il valico di Rafah è stato il principale canale di ingresso degli aiuti umanitari a Gaza e un punto di uscita per gli sfollati dal territorio. Israele ha assunto il controllo operativo del valico e ha dichiarato che non scenderà a compromessi per impedire ad Hamas di avere un ruolo futuro in quel luogo.


Secondo le fonti di sicurezza, la proposta israeliana include un meccanismo per la gestione del valico dopo il ritiro israeliano. L’Egitto insiste che il valico debba essere gestito soltanto dalle autorità palestinesi, hanno aggiunto. Un funzionario israeliano, che ha richiesto l’anonimato, ha dichiarato che la delegazione si è recata in Egitto “principalmente per discutere di questioni relative a Rafah, visti i recenti sviluppi”, ma non ha voluto approfondire. Dall’Egitto non sono finora arrivati commenti ufficiali.