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Mattarella ha ricordato le 43 vittime della miniera di Ribolla

Mattarella ha ricordato le 43 vittime della miniera di RibollaRoma, 4 mag. (askanews) – “Settanta anni fa, il 4 maggio 1954, quarantatré minatori persero la vita per le esplosioni di gas grisou che si verificarono all’interno delle gallerie della miniera di Ribolla, nel Comune di Roccastrada, consegnando tale evento alla storia come il più grande disastro minerario del dopoguerra in Italia”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al sindaco del Comune di Roccastrada, Francesco Limatola.


“Morire sul lavoro, per il lavoro, fu il destino di quei minatori, vittime di una logica di sfruttamento che non poneva la salvaguardia della vita delle persone al centro delle attività di produzione. Onorare la loro memoria significa esprimere rispetto per il sacrificio e l’abnegazione di questi nostri concittadini che, negli anni difficili del dopoguerra, contribuivano alla ripresa e alla ricostruzione dell’Italia. Quel dolore che ha colpito una intera comunità – e ne fu testimonianza la partecipazione di decine di migliaia di persone ai funerali – è suonato monito per dare concreta attuazione ai principi che caratterizzano la nostra Costituzione, in particolare sul diritto al lavoro e sulle tutele sociali dei lavoratori, a partire dalla sicurezza”, sottolinea il Capo dello Stato. “Nella luttuosa ricorrenza, rivolgo il mio pensiero e la vicinanza della Repubblica ai familiari delle vittime della tragedia di Ribolla e di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro”, conclude.

Tempo buono nel week-end, da lunedì il peggioramento

Tempo buono nel week-end, da lunedì il peggioramentoMilano, 4 mag. (askanews) – Il primo weekend di maggio sarà soleggiato e piacevole, dopo un inizio del mese traballante e perturbato. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la rimonta dell’alta pressione su tutta l’Italia, salvo piccole insidie marginali.


Nelle prossime ore il tempo sarà soleggiato quasi ovunque, con temperature minime in aumento, venti deboli e cieli azzurri. In questo contesto idilliaco cerchiamo di sottolineare qualche dettaglio per essere pignoli e doverosamente precisi: il vento soffierà ancora teso di Maestrale sul Basso Tirreno e sulla Puglia, il cielo sarà a tratti velato sul settore occidentale e parzialmente nuvoloso in montagna dove non si escludono brevi ed isolati rovesci di calore nel pomeriggio. Entrando nel dettaglio sembra un contesto incerto, in realtà la sintesi vede un bel sabato su gran parte del Paese. Le temperature massime saliranno in modo sensibile anche di 8°C (!) ad eccezione del Nord-Ovest e della Puglia dove saranno più stabili.


Domenica 5 maggio il tempo sarà ancora buono seppur con qualche nuvola di passaggio in più al Nord: sono attese temperature in ulteriore aumento, sia nei valori minimi che massimi, venti in totale attenuazione e cieli azzurri specie al Centro-Sud. Sulle Alpi invece avremo qualche rovescio specie nel pomeriggio sul settore occidentale ed osserveremo anche qualche addensamento in più sulla Liguria. Le temperature saliranno fino a 30°C in Sardegna e fino a 25°C anche al Nord-Est. L’inizio della nuova settimana sarà all’insegna, invece, di una nuova perturbazione atlantica dopo quelle giunte durante il periodo perturbato 1-3 maggio. Lunedì 6 avremo un peggioramento su Alpi e Prealpi, verso Liguria e Pianura Padana dalla sera. Il clou del peggioramento arriverà martedì 7 anche con grandine al Nord e su parte del Centro e da mercoledì anche al Sud: si formerà un ciclone quindi il tempo resterà instabile per buona parte della settimana, via via sempre più verso le regioni meridionali con un miglioramento altrove.


Insomma, la Primavera mostrerà il lato carino, educato e soleggiato durante il weekend, poi tornerà ad esibire quella “variabilità perturbata” che è caratteristica di una mezza stagione. Per l’Estate dovremo attendere, come è giusto che sia.

La coreografia come linguaggio del presente: Torinodanza 2024

La coreografia come linguaggio del presente: Torinodanza 2024Torino, 4 mag. (askanews) – Una pluralità di espressioni, un festival internazionale e un’occasione per rimettere al centro il corpo, il gesto, la coreografia come processo generativo. È stata presentata l’edizione 2024 di Torinodanza, la manifestazione dedicata alla scena contemporanea in programma dal 12 settembre al 26 ottobre, intitolata “Dance First” e diretta ancora da Anna Cremonini. “Io penso – ha detto ad askanews la direttrice artistica – che il tema della coreografia sia al centro di questa edizione, perché la coreografia è la costruzione di un linguaggio che ha come oggetto il corpo. Il corpo è anche voce, è anche parole, non è necessariamente solo movimento, non è semplicemente gesto, e la coreografia credo che possa essere, anzi sia di fatto, un linguaggio molto potente di comunicazione, di comunicazione anche di idee, di turbolenze, perché no, di felicità, di possibilità”.


Possibilità che sono diverse, come diversi sono i linguaggi coreografici degli artisti, da Emanuel Gat, che inaugurerà il festival, ad Alessandro Sciarroni, che porterà la performance “U. (Un canto)”. In un dialogo tra stili che, come ha sottolineato il presidente del Teatro Stabile di Torino Alessandro Bianchi, è l’elemento di forza dell’evento. “Torinodanza – ci ha spiegato – è da oltre 20 anni riuscito a creare una comunità intorno a sé. Devo dire che quest’anno e sicuramente anche nel prossimo triennio quest’opera che ha iniziato Anna Cremonini miscelando grandi coreografi con una ricerca anche più spinta, quindi anche una ricerca che di fatto chiede fiducia al nostro pubblico, sta funzionando e funzionerà sempre di più. Il Teatro Stabile di Torino è un teatro che da sempre crede nella ricerca e crede negli artisti, crede che soltanto con l’innovazione si possa fare arte. E il Teatro Stabile sta lavorando insieme a tutto il team di Anna di Torinodanza per cercare di diffondere ulteriormente i linguaggi contemporanei sulla città e sulla regione”. Contemporaneità che, seppur in modi magari non consueti, parla comunque di noi. “La danza è uno spazio di enorme libertà, di enorme libertà del corpo – ha concluso Anna Cremonini -. Il corpo siamo lo stessi, è la nostra società, è la nostra realtà e la coreografia ha l’opportunità di farlo parlare”.


Perché la regia del corpo è una forma di interpretazione della realtà.

Lacrime di Vezzoli al Correr, tra il Rinascimento e Carlo Scarpa

Lacrime di Vezzoli al Correr, tra il Rinascimento e Carlo ScarpaVenezia, 4 mag. (askanews) – Francesco Vezzoli in mezzo alla storia dell’arte ci sta bene; è nella natura della sua ricerca il dialogo costante, ammirato, ma anche divertito, con le opere classiche così come con i volti dell’immaginario collettivo contemporaneo. E il suo segno più riconoscibile, la lacrima ricamata, è al centro di un progetto importante che gli dedica il Museo Correr di Venezia con la mostra “Musei delle lacrime”, curata da Donatien Grau e tutta costruita sul confronto con i tesori del museo, ma anche con le architetture di Carlo Scarpa. “Sarebbe banale dire che il Museo Correr è il museo più bello del mondo – ha detto Vezzoli ad askanews – ma è sicuramente un’opera d’arte totale, e io ho pensato che anche il mio intervento doveva cercare di narrare questa dinamica del percorso ostacoli, di un percorso tra ostacoli meravigliosi che rappresentano i pilastri della nostra storia intellettuale e artistica”.


Le opere di Vezzoli, come sempre, mescolano i piani e gli stilemi, dalla conchiglia non nasce più Venere, ma un Richard Gere anni 80 e le Madonne trecentesche hanno i volti delle top model o delle attrici di fine XX Secolo. Le cui lacrime sono molto particolari. “Ho ragionato e ho pensato che negli ultimi 15-20 anni – ha detto ancora l’artista – avevo riprodotto opere d’arte molto famose, molto iconiche, semplicemente aggiungendo una lacrima. Le lacrime non sono particolarmente presenti nella storia dell’arte, né nella scultura e ancora di meno nella pittura. Quindi ho radunato in questa mostra una mia storia dell’arte piangente, quindi è qui dove vanno a finire tutte le mie lacrime”. La mostra è realizzata da Fondazione Musei Civici di Venezia e Venice International Foundation, quest’ultima guidata da Luca Bombassei, che con la sua presidenza ha voluto stabilire un legame forte tra la città, con la sua storia da salvaguardare, e il contemporaneo. “Lo scopo principale della fondazione non è la produzione di mostre – ci ha detto – ma una mostra come questa ci permette di fare conoscere al mondo una realtà come quella di Venice Foundation e questo di permette di poter provare a condividere con nuovi soci quello che è il nostro obiettivo finale”.


“Musei delle lacrime” resta aperta al pubblico a Venezia fino al 24 novembre.

Fuori il 10 maggio il romanzo “La scimmia” di Matteo Cateni

Fuori il 10 maggio il romanzo “La scimmia” di Matteo CateniRoma, 4 mag. (askanews) – “Ogni ovulo deve pesare al massimo otto grammi, non di più. C’è chi li fa da dieci, ma io no. Per il mio esofago sono troppo grandi e rischio di farmi male. Devono essere chiusi accuratamente, il pericolo è alto. Per questo ogni corriere ha la sua tecnica. Io li confeziono personalmente, uno a uno, senza fretta. Posso metterci anche tutta la notte. Il cellophane deve essere tiratissimo, aderente come una guaina. Indosso mascherina e guanti, non tocco la merce con le mani. Rischierei di spargere molecole che potrebbero attirare i cani antidroga. E poi l’odore della cocaina mi ha sempre fatto schifo…”. Inizia così “La scimmia”, il romanzo-rivelazione di Matteo Cateni, al suo esordio letterario con questo libro edito da Paesi Edizioni, disponibile in tutte le librerie dal 10 maggio.


Una lettura vivace e potente, dallo stile avvincente e scorrevole, che narra una vicenda grottesca e paradossale eppure vera come i fenomeni della tossicodipendenza e del narcotraffico: la discesa agli inferi di un ragazzo che, caduto nel tunnel dell’eroina, diventa parte di un traffico internazionale di stupefacenti da cui uscirà completamente trasformato. Nel mezzo, l’amore, la violenza, il carcere duro, le disillusioni, il Sudamerica e la ricerca disperata di scrollarsi di dosso la “scimmia” della dipendenza dalla droga. La narrazione adrenalinica di Cateni proietta il lettore in un saliscendi di emozioni, fino alla ricerca spasmodica della catarsi. Una vicenda mirabolante che attraversa tre anni e mezzo spesi tra Italia, Olanda, Ecuador e Colombia, in situazioni allucinanti e al limite della realtà. “Con un linguaggio semplice e diretto – ha scritto Panorama nella sua recensione – il romanzo di Cateni La Scimmia cattura per crudezza e sorprende per onestà; è, di là da ogni ragionevole dubbio, un’opera ben costruita e destinata a far parlare di sé nel panorama, a volte invece desolante, della narrativa italiana. Una piacevolissima sorpresa”.


Matteo Cateni Livorno, classe 1980, attore e musicista, è stato condannato a 8 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti tra Europa e Sudamerica. Ha scontato la pena prima nel carcere di Ibarra, Ecuador, e poi di Rebibbia, Roma.

Cinema, “Io Capitano” di Garrone vince il David come miglior film

Cinema, “Io Capitano” di Garrone vince il David come miglior filmRoma, 4 mag. (askanews) – E’ la notte del cinema italiano, è la notte di “Io Capitano” (15 candidature sette David) premiato come miglior film ma anche con la miglior regia di Matteo Garrone e ancora fotografia, montaggio, produttore, effetti visivi, suono.


Si ferma sul più bello la corsa di Paola Cortellesi e “C’è ancora Domani”. Diciannove candidature, sei statuette (David dello spettatore, attrice protagonista Paola Cortellesi, attrice non protagonista Emanuela Fanelli, sceneggiatura originale, esordio alla regia, David Giovani), ma all’annuncio del miglior film è stato preferito il candidato all’Oscar per l’Italia. Tanti riconoscimenti anche per Rapito (11 candidature) che ha ottenuto cinque statuette (sceneggiatura non originale, scenografia, costumi, trucco, acconciatura). Palazzina Laf, sulla storia del reparto-lager dell’Ilva di Taranto riservato agli operai “scomodi”, ha conquistato tre statuette (Attore protagonista David Riondino, attore non protagonista, Elio Germano, canzone originale). A secco La Chimera di Rohrwacher che vantava 13 candidature. Venticinque Premi David di Donatello più i David Speciali quelli assegnati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano durante la cerimonia condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi dal Teatro 5 di Cinecittà. Momenti di commozione per il David a Vincenzo Mollica. Un fiume di aneddoti e ricordi da Alberto Sordi a Federico Fellini alla famosa agendina ereditata da Lello Bersani. “Sono accompagnato dal signor Parkinson e dalla signora cecità, due figli dellaà ” Quando Carlo Conti gli chiede cosa vorrebbe vedere ancora: “Il volto di mia moglie e mia figlia”. Premiati anche Giorgio Moroder alla carriera per quanto fatto nel mondo della musica e Milena Vukotic (“Lo dedico ai miei genitori, a mio marito e a Fellini”).


Gloria per “Io Capitano” con le statuette per Film, Regia (Matteo Garrone) Fotografia, Montaggio, Produttore, Effetti Visivi, Suono: “La regia è legata al racconto e questo film nasce dall’idea di ascoltare le storie che nessuno vuole sentire. Se il film è arrivato così lontano è grazie anche all’intensa interpretazione pura e vera, Seydou Sar e Mustapha Fall”, dice Garrone che lascia la parola a Mamadou Kovassi Idris, originario della Costa d’Avorio e suo collaboratore nell’ideazione del soggetto del film. “Questo film parla del sogno e dell’importanza di salvare vite umane. Basta morte in Palestina!”, dice Mamadou, mentre Fall ringrazia gli italiani, perché questo film ha cambiato la sua vita. “Anziché insegnare il rispetto bisognerebbe insegnare cinema nelle scuole, perché è importante che arrivi ai giovani. Questo film aiuta loro a capire che dietro questi numeri ci sono ragazzi come loro con gli stessi sogni e gli stessi desideri”, aggiunge Garrone. “C’è ancora Domani” è un film che è venuto fuori man mano, David dopo David, a cominciare da quello dello spettatore. “Lo dedico ai 5 milioni che hanno fatto il gesto eroico di andare al cinema” le parole della regista esordiente che con il suo film ha raccolto 36 milioni e mezzo di euro sbancando i botteghini anche in Francia e Inghilterra. “Non mi piace chi considera il pubblico una massa di estranei, lo siamo noi tutti e mi piace pensare che ci sia chi ha combattuto, chi ha fatto degli errori, chi non la pensa come me” ha proseguito. E ancora, premiata come migliore regista esordiente: “Ho fatto questo esordio alle soglie della menopausa, auspico che gli esordiente giovani abbiano la possibilità di avere sempre un sostegno disponibile per raccontare nuove storie” con la dedica alla figlia Laura. E ancora come migliore attrice: “E’ tutto un magna magna, ci sono sempre le stesse facce. Stasera è un trend” ha scherzato Cortellesi. David Giovani, “ne ho incontrati 56.000”. Emanuela Fanelli, migliore attrice non protagonista (C’è ancora domani) si rivolge a Paola e la ringrazia “per aver voluto che la tua Marisa fossi io. Questo film è così grande perché l’hai fatto tu”. Al film della Cortellesi anche la miglior sceneggiatura originale firmata da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi.


Palazzina Laf porta a casa i premi per il miglior attore protagonista (Davide Riondino) e non protagonista (Elio Germano). “Vorrei far notare che quest’anno Taranto è presente con Comandante e Disco boy con film girati in Puglia – le parole di Riondino – Noi siamo cresciuti con l’idea che non ci sia altro che la fabbrica, l’acciaieria, ma anche il cinema dà lavoro e dà ricchezza, nel nostro piccolo possiamo fare a meno della fabbrica. Ringrazio mia moglie Eva Nestori che disegnato Caterino, le mie figlie e tutte le persone che hanno lavorato al film”. Le parole di Germano: “Abbiamo capito che questa storia è molto attuale perché parla di lavoro che ci riguarda tantissimo. Come violenta i nostri territori, Taranto è una città violentata dal profitto, il cinema non può cambiare le cose ma magari lo sguardo”. Riondino prende la parola: “è stato un lavoro lunghissimo di ricerca, di studio, un lavoro di compagnia. Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato”. “La mia terra” di Diodato per Palazzina LAF è la miglior canzone originale (“Lo dedico a Taranto”). La polemica è di Sergio Ballo, premiato con Daria Calvelli per i Costumi di “Rapito”, che non ha gradito di non essere premiato in sala con i David principali ma al Teatro 14 (“Il nostro lavoro di costumisti e scenografi visto come vetriniste”). Pronta la risposta di Carlo Conti: “A noi sembrava una ricchezza portare i premi anche in altri luoghi di Cinecittà”. Accanto alla scenografia ed alla sceneggiatura non originale di Barco Bellocchio, sono tre i David per Rapito.

Conti pubblici, Fitch conferma rating (BBB) e outlook stabile

Conti pubblici, Fitch conferma rating (BBB) e outlook stabileRoma, 3 mag. (askanews) – Fitch Ratings ha confermato il rating dell’Italia a “BBB” con un outlook stabile. Lo scrive l’agenzia di ranting sul proprio sito.


“Il rating dell’Italia – spiega Fitch – è supportato dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall’appartenenza all’Eurozona e da istituzioni forti rispetto alla mediana del gruppo di pari. Queste caratteristiche del credito sono bilanciate da fondamentali macroeconomici e fiscali deboli, in particolare un debito pubblico molto elevato, ampi deficit di bilancio dopo la pandemia, un potenziale di crescita economica contenuto. Il tutto reso più difficile recentemente da un contesto di rendimenti più elevati”. “Le prospettive stabili – prosegue – riflettono la proiezione di Fitch per una riduzione del deficit a circa il 3% del Pil entro il 2026, con la prevista maggiore esecuzione di progetti finanziati dall’UE che forniscono un sostegno moderato alla crescita e un’ampia stabilità della coalizione, che limita il rischio politico più marcato . Tuttavia, la spesa significativamente più elevata del previsto per crediti d’imposta legati all’edilizia lo scorso anno ha collocato il debito su una traiettoria ascendente e aumentato le esigenze di finanziamento, con rischi associati di rendimenti più elevati sulle nuove emissioni di debito e di mancato rispetto delle norme fiscali dell’Ue”.

A Torino nasce la fondazione Ai4Industry, via italiana al tech

A Torino nasce la fondazione Ai4Industry, via italiana al techTorino, 3 mag. (askanews) – La via italiana all’intelligenza artificiale passa da Torino, città simbolo del fare che è stata scelta come sede della fondazione Ai4Industry. Il centro ridurrà le distanze tra mondo della ricerca e imprese, per guidare la transizione e accelerare l’applicazione dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’automotive, dell’aerospazio e della manifattura.


In campo lo stato mette 20 milioni di euro, ma come ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, “i target sono sfidanti: entro 3 anni le entrate da risorse esterne devono essere pari al fondo di dotazione dello stato” ed “entro 5 anni i proventi da collaborazione industriale dovranno superare la dotazione pubblica”. La fondazione, guidata dal presidente Fabio Pammolli, si inserisce in una infrastruttura nazionale che scommette sullo sviluppo dell’Ia con l’intensa attività di ricerca, la potenza di calcolo del supercomputer Leonardo, ​il design dei chip di ultima generazione della fondazione Chips.IT di Pavia e i capitali di rischio messi a disposizione da Cdp Venture Capital.


“Questa fondazione è legata al sistema industriale: siamo consapevoli che dobbiamo fornire gli strumenti alle nostre imprese per poter cogliere le opportunità di questa straordinaria sfida tecnologica ed essere sempre più competitive nell’economia globale”, ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. La sede della fondazione sarà inizialmente nella la struttura ‘farfalla’ del grattacielo della Regione Piemonte, in attesa di individuare un quartier generale definitivo. Potranno aderire a Ai4Industry imprese ed enti pubblici pagando un ticket da 100mila euro l’anno e mettendo a disposizione le conoscenze tecniche, le risorse infrastrutturali e le apparecchiature. Nel contesto globale, ha chiosato Giorgetti, “se ci concentriamo sull’intelligenza artificiale applicata alla manifattura possiamo dire la nostra”.

Santanchè, Tajani: nessun imbarazzo, sarà lei a decidere che fare

Santanchè, Tajani: nessun imbarazzo, sarà lei a decidere che fareRoma, 3 mag. (askanews) – La richiesta di rinvio a giudizio della ministra del Turismo Daniela Santanchè “non crea alcun imbarazzo per il governo, è una questione di sensibilità personale, sarà il ministro Santanchè a deciderlo”. Così, a margine della presentazione di un libro su Silvio Berlusconi, il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani.


“Sono un garantista, lo sono stato con tutti, lo sono stato per la vicenda Decaro. Non vado mai ad accanirmi sulle persone. Poi ognuno ha la sua sensibilità, credo che i cittadini oggi vogliano soluzioni, non risse e liti personali, strumentalizzazioni”, ha concluso.

Tajani: la vicenda Santanchè non è problema politico, il governo va avanti

Tajani: la vicenda Santanchè non è problema politico, il governo va avantiRoma, 3 mag. (askanews) – “E’ una richiesta di rinvio, non mi pare un problema politico. Il governo va avanti. Basta vedere i risultati elettorali quali sono. Sto girando l’Italia e vedo qual è il consenso attorno al governo. E’ il popolo che decide in democrazia. Poi a qualcuno può dare fastidio, è legittimo”. Ma “mi pare che la maggioranza si stia allargando e l’opposizione si stia restringendo”. Così il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, commentando la richiesta di rinvio a giudizio per la ministra del Turismo Daniela Santanché.