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Manovra, Conte: record di soldi per armi, spese sanità ai minimi

Manovra, Conte: record di soldi per armi, spese sanità ai minimiRoma, 30 ott. (askanews) – “Mentre gli investimenti in sanità sul Pil sono ai minimi degli ultimi 17 anni, l’aumento della spesa in armamenti previsto in manovra supera ogni aspettativa e lascia a bocca aperta”. Lo scrive sui social network il leader M5s Giuseppe Conte. “Il prossimo anno i ministeri di Difesa e Industria si troveranno in cassa oltre due miliardi e mezzo in più da investire in riarmo, arrivando a spendere così 12,5 miliardi di euro. Una cifra record per il nostro Paese, che rappresenta un balzo del 28% rispetto ai 9,7 miliardi dell’anno scorso e quasi il doppio rispetto a quanto stanziato l’ultimo anno del mio governo”.


“E non è finita qui – aggiunge – perché lo stesso incremento di fondi annuali è previsto in manovra anche per il 2026 e il 2027: in totale +7,5 miliardi in 3 anni. Un intervento di durata quindicennale, fino al 2039, che vale complessivamente 39 miliardi di euro”. Prosegue il leader M5s: “Nessuno nega l’esigenza di ammodernare la nostra Difesa, ma questo fiume di soldi per dotarsi di quantitativi spropositati di nuovi carri armati, aerei e navi da guerra non è funzionale alla sicurezza nazionale – per cui servirebbero investimenti massici in cybersicurezza e intelligence – bensì ai profitti dei produttori di armi a cui questo Governo non chiede neanche una tassa sugli extraprofitti legati alla guerra”.


“Siamo certi – conclude – che i cittadini italiani si sentirebbero più sicuri sapendo di potersi curare in ospedali all’avanguardia piuttosto che sapere che stiamo acquistando qualche cacciabombardiere nucleare F-35 in più”.

Inchiesta Milano, Ciriani: rafforzare tutela cyber è priorità governo

Inchiesta Milano, Ciriani: rafforzare tutela cyber è priorità governoRoma, 30 ott. (askanews) – “Fin dall’avvio della propria attività, questo Governo ha ritenuto prioritario il rafforzamento della tutela cyber delle istituzioni. La scarsa sicurezza delle reti informatiche era questione emersa già con evidenza prima della formazione dell’attuale Esecutivo: peraltro, dalle imputazioni dell’indagine in corso a Milano, si ricavano quali anni di consumazione dei reati ipotizzati anche il 2021 e il 2022”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo, durante il Question time alla Camera, a un’interrogazione sulle iniziative urgenti per rafforzare la sicurezza delle banche dati pubbliche contenenti dati sensibili, in relazione ai recenti attacchi informatici.


“Per la parte di competenza dell’attuale Esecutivo sottolineo il lavoro in atto di copertura della pianta organica dell’Agenzia per la sicurezza cibernetica (Acn), cui si è presto affiancato il rafforzamento dell’intero ordinamento cyber, culminato con l’approvazione, nel giugno 2024, della legge n. 90”, ha aggiunto Ciriani.

Spagna, Mattarella: preoccupazione e grande dolore per le alluvioni

Spagna, Mattarella: preoccupazione e grande dolore per le alluvioniRoma, 30 ott. (askanews) – “Ho seguito con profonda preoccupazione e grande dolore le notizie sulle violente alluvioni che nelle ultime ore si sono abbattute su Valencia e il territorio circostante, provocando numerosi morti e ingentissimi danni”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Re di Spagna, Sua Maestà Filippo VI.


“Il nostro pensiero va ai dispersi e alle loro famiglie, nonché alle squadre di soccorso – ha aggiunto – che lavorano senza sosta in condizioni particolarmente difficili”. “In un momento di così grave lutto per l’amico popolo spagnolo, desidero far pervenire a Vostra Maestà e ai congiunti delle vittime il più sincero cordoglio degli italiani tutti e le espressioni della mia personale vicinanza”, ha concluso Mattarella.

Mattarella: sui migranti spesso paure irrazionali ed eccitate fobie

Mattarella: sui migranti spesso paure irrazionali ed eccitate fobieRoma, 30 ott. (askanews) – “Il lavoro è potente strumento di integrazione e penso ai tanti immigrati e alle necessità del mondo produttivo. Le imprese possono recare consistenza su questo terreno, spesso preda di paure irrazionali se non di eccitate fobie”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per la consegna delle onorificenze ai Cavaliere dell’Ordine “Al Merito del Lavoro” nominati il 2 giugno scorso.

Dl Albania, Salvini: ennesima sentenza di un giudice comunista

Dl Albania, Salvini: ennesima sentenza di un giudice comunistaRoma, 30 ott. (askanews) – La decisione del tribunale di Bologna, che ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il cosiddetto decreto Albania per chiedere quale sia il parametro su cui individuare i cosiddetti Paesi sicuri, è l’”ennesima sentenza antitaliana da parte di un giudice comunista”. Lo afferma in un video su Instagram il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.


“Per carità – prosegue Salvini -, siamo in democrazia e nel 2024 tutti hanno diritto di sentirsi comunisti… Per me è un po’ fuori dal tempo però ognuno crede nelle idee che ritiene. Però – sottolinea il ministro delle Infrastrutture e Trasporti – non puoi fare il giudice se smonti di notte il lavoro che facciamo per difender la sicurezza e i confini italiani dicendo che non si può espellere nessuno, che c’ì’è il rischio fascismo, nazismo e quindi, a differenza di quello che fanno tutti gli altri paesi europei e paesi del mondo, dobbiamo tenere qua i clandestini senza espellerli, senza detenerli, senza mandarli in Albania…”. “Signor giudice – prosegue il segretario confederale della Lega -, e non è una citazione né di Vecchioni né di De André, lo dico col massimo rispetto: se sotto la tua toga hai la bandiera rossa, togli la toga e cambia mestiere, candidati con Rifondazione Comunista” perché “non puoi non applicare le leggi che governo e il parlamento fanno per difendere i confini e la sicurezza dei cittadini italiani”.


“Troppe sentenze ormai impediscono ai politici eletti dai cittadini di fare quello che i cittadini si aspettano e quindi non è un problema di libertà, liberissimi di essere comunisti, siete una minoranza sugli oltre 9mila magistrati, per fortuna, però una minoranza che fa il male dell’Italia e degli italiani perché quei clandestini, quegli irregolari, quei delinquenti che spesso ci impedite di espellere se poi rimangono in Italia a spacciare, a rapinare, a stuprare e a uccidere chi devono ringraziare gli italiani per questo servizio?”. “Quindi signor giudice, se si sente comunista libero di esserlo, si tolga la toga, si candidi alle elezioni, cambi mestiere”, conclude Salvini.

Mattarella: dati economici paese “forti”, merito di imprese e lavoratori

Mattarella: dati economici paese “forti”, merito di imprese e lavoratoriRoma, 30 ott. (askanews) – I dati economici del nostro paese sono migliorati negli ultimi cinque anni, merito delle imprese e dei lavoratori. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per la consegna delle insegne ai Cavaliere dell’Ordine “Al Merito del Lavoro”, nominati il 2 giugno.


“L’Italia è tornata a crescere. Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco – evidenzia il capo dello Stato -. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le esportazioni italiane continuano a registrare dati positivi, a sostegno del prodotto nazionale. Merito ulteriore di quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione. I dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil”. A sottolineare dati così positivi della nostra situazione patrimoniale Mattarella cita il governatore di Bankitalia, che l’ha definita “‘Un segno di forza’, nella sua ultima relazione. E il merito – secondo il Presidente della Repubblica – è delle imprese, dei capitani d’impresa, dei loro collaboratori, insieme alle lavoratici e ai lavoratori che in esse operano”.

Mattarella ai giovani: prendetevi il futuro, egoismo non porta crescita

Mattarella ai giovani: prendetevi il futuro, egoismo non porta crescitaRoma, 30 ott. (askanews) – “Non sono gli egoismi e le chiusure a promuovere e governare crescita e progresso. Vorrei dire ai giovani: prendetevi il futuro”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per la consegna delle insegne ai Cavalieri dell’Ordine “Al Merito del Lavoro”, nominati il 2 giugno scorso.


“Non è un gesto di egoismo. Al contrario, è risposta all’appello alla responsabilità e all’impegno”, insiste il capo dello Stato ricordando che “nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni lo scarto sul mercato del lavoro nazionale rispetto alla media dell’Unione europea è di 13 punti percentuali a danno dei giovani italiani. Questo squilibrio accresce i rischi di emorragia verso l’estero di energie preziosissime”.

Regionali,Conte prova a dribblare tracollo M5s in Liguria: sul territorio abituati a delusioni

Regionali,Conte prova a dribblare tracollo M5s in Liguria: sul territorio abituati a delusioniRoma, 29 ott. (askanews) – Nessuno psicodramma: l’ennesimo tonfo elettorale del Movimento 5 stelle a livello di elezioni locali, con il misero 4,56% raccolto alle regionali della Liguria, non cambia il percorso in atto per la “rifondazione” del partito, che si dovrebbe concludere il 23 e 24 novembre con l’assemblea costituente nazionale. Questo è il messaggio che Giuseppe Conte e i suoi trasmettono nel day after della inattesa vittoria del centrodestra con Marco Bucci. Il Movimento, spiega l’ex premier a Fanpage, “è abituato purtroppo a risultati non assolutamente soddisfacenti e anche molto deludenti sul territorio”.


Nel day after, Conte si limita a riunire i direttivi dei gruppi parlamentari ma la versione ufficiale è che si parla solo di legge di bilancio (in arrivo una contromanovra) e di campagna elettorale per le prossime regionali in Umbria ed Emilia Romagna, dalle quali nessuno, nel Movimento, si attende chissà quale rilancio, ma risultati meno drammatici del dato ligure forse sì. In Parlamento, chi ragiona sulla lunghezza d’onda di Conte ricorda che il giudizio sul Movimento si misura sul voto di opinione per eccellenza, quello delle politiche, non sulle europee appannaggio dei “signori delle preferenze” né sulle elezioni locali dove il M5S paga la debolezza del suo insediamento. Conte, quindi, “non intende fare marcia indietro” nella sua rivendicazione di “autonomia” dal Pd e di rifiuto della riduzione del Movimento a “cespuglio” del partito principale della coalizione.


In mattinata, è Beppe Grillo, fondatore e garante del M5S da mesi in conflitto con il leader stellato, a farsi notare con un messaggio più criptico del solito, uno “stato” anonimo su whatsapp che recita: “Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo”. “Sulle chat dell’ultima uscita di Grillo non se n’è nemmeno parlato”, giura poche ore dopo un parlamentare fedelissimo di Conte. Che fa notare che in passato fu proprio Grillo a spingere il M5S fra le braccia del Pd, dicendosi “esausto”, in un post sul blog, dei negoziati col Nazareno all’epoca condotti da Luigi Di Maio “ancora non convertito al draghismo”. Un altro contiano di ferro parla di “asse Riyad-Sant’Ilario”, ovvero fra Matteo Renzi e Grillo che ha operato un “sabotaggio certosino” e oggi forse “ha brindato” alla sconfitta dei progressisti e del M5S in Liguria. Conte però è anche nel mirino di Danilo Toninelli, ex ministro ed ex capogruppo stellato, ancora componente dei probiviri 5 stelle, il più esposto fra i sostenitori del garante: “Grillo ha fatto benissimo – rivendica in un video – a non andare a votare, perché in Liguria il Movimento 5 stelle non c’era, c’era il partito di Giuseppe Conte”. Uscita che porta la vicepresidente M5S Paola Taverna, ex parlamentare in genere impegnata come sherpa nelle trattative col Pd per le alleanze locali, a rompere il silenzio pubblico nel quale si è rifugiata da tempo: “Toninelli racconta falsità sulle liste del M5S”, tuona, e farebbe meglio “a studiarsi lo statuto”. Quanto alla batosta elettorale, “se oggi prendiamo il 4,5 per cento probabilmente dipende anche da una guerra interna che sta facendo molto male al Movimento”, accusa Taverna.


A difesa di Grillo, nel mirino dell’ala contiana, si erge la senatrice Barbara Guidolin, in genere piuttosto riservata ma che i filo-Grillo considerano a loro vicina: “In 14 anni di Movimento 5 stelle non ho mai vissuto Beppe Grillo come un padre padrone”, sottolinea. Guidolin non attacca Conte ma mette i punti sulle i: “Non penso che le responsabilità di queste percentuali siano da cercare nelle condizioni meteorologiche, in Grillo che non va a votare o in Conte che fa delle scelte sbagliate. Percentuali così basse sono una conseguenza dell’incapacità del M5S di oggi di interpretare le esigenze del Paese, aggiornandosi senza rinnegare il passato”. A cosa si riferisce? Se l’assemblea costituente “alla fine si rivelasse solo uno strumento per cambiare le regole fondative sarebbe l’ennesima batosta”, spiega. La costituente 5 stelle, allora: chi conosce le vicende interne giura che i tavoli di discussione dei 300 delegati alla fase del “confronto deliberativo” sono stati “impenetrabili”, “nemmeno Conte sa come sono andati”. I risultati sono attesi entro l’8 novembre e saranno resi pubblici una volta elaborati dagli esperti di Avventura Urbana che accompagnano tutto il processo. Le elezioni in Liguria, a quanto pare, hanno chiarito al di là di ogni ragionevole dubbio che la strade del Movimento è lontana da quella del suo fondatore: la costituente non potrà fare a meno di sciogliere il nodo. O di tagliarlo.

Regionali, risultato Liguria riapre discussione nel Pd su alleanze e profilo

Regionali, risultato Liguria riapre discussione nel Pd su alleanze e profiloRoma, 29 ott. (askanews) – C’è un sentimento ambivalente, nel Pd, il giorno dopo il voto ligure. Da un lato il peso di una sconfitta in una regione che sembrava terreno facile dopo le inchieste che hanno travolto la giunta di Giovanni Toti. Dall’altra quel 28,5% che riporta il partito a livelli che non toccava da anni e che premia il lavoro di consolidamento del partito avviato dalla segretaria Elly Schlein. Due dati contrastanti, che per ora non aprono un dibattito pubblico nel Pd, perché – come ripetono tutti – prima ci sono le elezioni in Emilia Romagna e Umbria, e nel secondo caso il risultato è tutt’altro che scontato. Ma la riflessione, per ora solo a livello assolutamente interno, è iniziata e dopo il voto previsto nelle altre due regioni a metà novembre sarà inevitabile fare un punto su alleanze e profilo del Pd.


La stessa Schlein, del resto, ieri sera a caldo ha posto il tema invitando gli alleati a “riflettere” e aggiungendo che il Pd non ha “mai speso un minuto in polemiche o competizioni con le altre opposizioni, perché il nostro avversario è questa destra che vogliamo battere”. Pesano le liti tra Calenda e Renzi, lo scarso risultato delle forze centriste, ma a questo punto si apre innegabilmente un problema M5s e a porlo non è più solo l’ala ‘moderata’ del Pd. Lo stesso Andrea Orlando, ieri sera, non ha nascosto il disappunto per le beghe che hanno appesantito la sua corsa: “Il pluralismo è una ricchezza ma la ricchezza a volte è un danno. Bisogna costruire centrosinistra stabile a livello nazionale” senza cambiare ogni volta “format”. L’ex ministro mantiene un linguaggio diplomatico, ma qualche altro parlamentare della sinistra Pd è più netto: “Con i 5 stelle non si può andare così, non possiamo continuare con le alleanze ‘a geometria variabile’. Dire no a Renzi è stato un errore, non tanto per i voti che avrebbe portato ma perché abbiamo detto ai moderati ‘non votate per noi’”. Ma, d’altro canto – aggiunge la stessa fonte – “i centristi continuano a prendere troppi pochi votià C’è un problema anche lì”.


L’ala moderata del Pd si fa sentire con Alessandro Alfieri: la sconfitta “brucia”, spiega, perché “partivamo da una situazione favorevole” e arriva nonostante il Pd abbia ottenuto un “notevole 28%”. Ma, aggiunge, “purtroppo sono prevalsi i veti. “noi non abbiamo ancora definito il perimetro e il minimo comun denominatore di una coalizione, condizione per essere alternativa credibile alla destra in vista delle prossime elezioni politiche. Ora dobbiamo concentrarci sulle sfide in Emilia Romagna e Umbria, ma subito dopo serve una discussione seria su questo tema”. E la discussione non sarà semplice. Come spiega un altro parlamentare di area riformista “ci sono due possibilità: o esce fuori un ‘Rutelli’ degli anni ’20 o tocca al Pd svolgere quel ruolo, uno po’ come fece Veltroni”. Di fatto, una riscoperta della vocazione maggioritaria, che però né la sinistra del partito né la Schlein sembrano intenzionati a praticare. La segretaria ha difeso sì il profilo plurale del partito, ma rivendica in continuazione la scelta di avere dato una connotazione più precisa al Pd, più “chiara”, come ripete spesso, su temi-bandiera, dai migranti ai diritti, al lavoro. “Ora la gente ci riconosce”, ripete nei suoi comizi. Più praticabile, per la sinistra Pd, investire sulla nascita di un nuovo soggetto centrista, anche se al momento non si vede il possibile aggregatore di questa area moderata.


Di certo oggi ha fatto un passo avanti Beppe Sala. Il sindaco di Milano si è detto “preoccupato per la composizione, la consistenza e la competitività della coalizione di centrosinistra” e in particolare per la debolezza sul fronte moderato: “Ciò che palesemente è deficitario nel centrosinistra è la forza centrale, quella moderata, pragmatica, capace di riforme, europeista – una nuova componente liberal, che al momento ha una rappresentanza non definita”. In tanti hanno letto questa frase come un passo avanti per magari proporsi come catalizzatore di quest’area “moderata” al momento senza rappresentanza. Ma, d’altro canto, in Avs si guarda con diffidenza a queste operazioni centriste: “Elly deve ripartire dalle forze che sono stabilmente e coerentemente all’opposizione, cioè Pd, noi e M5s. Smettiamo di andare dietro a Renzi. Poi, al centro qualcosa nasceràà”. Sia Fratoianni che Bonelli sono preoccupati dalle spinte ad un “chiarimento” con M5s che cominciano appunto ad arrivare anche in ambienti della sinistra Pd. La Schlein sa di avere un po di tempo, perché appunto la discussione non entrerà nel vivo prima delle regionali di metà novembre. E la speranza è che dall’Umbria possa arrivare un risultato che stemperi un po le tensioni. Ma il rebus irrisolto delle alleanze – e per qualcuno anche del profilo del Pd – è sempre più al centro della discussione.

Migranti, il decreto Albania rinviato alla Corte europea. Tajani: il governo non si fa condizionare

Migranti, il decreto Albania rinviato alla Corte europea. Tajani: il governo non si fa condizionareGorizia, 29 ott. (askanews) – “Il governo non si fa condizionare dalle scelte di alcuni. Nostro dovere è risolvere la questione migratoria e quello che stiamo facendo è nel rispetto delle regole italiane e comunitarie, quindi andremo avanti”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, conversando con i giornalisti a margine di un incontro a Gorizia, ha commentato il rinvio alla Corte europea del cosiddetto decreto Albania sui Paesi sicuri, deciso dal tribunale di Bologna.


“La tripartizione dei poteri è alla base della democrazia. Al potere giudiziario non spetta cercare di cambiare le leggi e fare il braccio di ferro con il potere esecutivo e legislativo. Il potere legislativo ha fatto il suo compito: tocca al governo e al Parlamento prendere le decisioni, perché la democrazia è il potere nelle mani del popolo” ha detto ancora Tajani. “I magistrati devono anche loro rispettare le regole, applicare la legge e rispettarla – ha ammonito il vicepremier – credo che se si vuole fare un braccio di ferro, liberi di farlo, io rispetto sempre le sentenze non faccio mai polemiche… Dico soltanto che travalicare i confini del proprio potere mette in difficoltà l’equilibrio del sistema democratico”.


“Credo che la stragrande maggioranza dei magistrati si riconosca nella tripartizione dei poteri, poi c’è qualcuno che vuole trasformare il proprio potere in una somma di poteri. Serve una riforma della giustizia: non dobbiamo fare nessuna vendetta, dobbiamo solo far sì che ci sia una giustizia giusta”, ha concluso Tajani.