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Governo, Meloni: attacchi gratuiti ma sostegno italiani solido

Governo, Meloni: attacchi gratuiti ma sostegno italiani solidoRoma, 31 gen. (askanews) – “Non guardo spesso i sondaggi. Non perché non siano importanti, ma perché penso che il miglior modo per ottenere fiducia sia lavorare ogni giorno con serietà e determinazione. Tuttavia, è difficile non notare un dato: nonostante gli attacchi gratuiti quotidiani e i tentativi di destabilizzare il Governo, il sostegno degli italiani rimane solido. Per me, questo significa una cosa sola: che il lavoro che stiamo facendo per difendere l’interesse nazionale, creare opportunità per le nostre imprese e rafforzare la nostra Nazione è quello giusto. Grazie per la fiducia. Io vado avanti, come sempre, a testa alta”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, pubblicando una card su un sondaggio che dà Fdi in crescita dello 0,5% al 30,1%.

Mattarella 10 anni al Quirinale, arbitro con il faro della Costituzione

Mattarella 10 anni al Quirinale, arbitro con il faro della CostituzioneRoma, 31 gen. (askanews) – Dieci anni al Quirinale. E’ il record inedito di Sergio Mattarella, eletto per due volte al Colle, la prima nel 2015, la seconda nel 2022. Dieci anni nei quali il capo dello Stato ha fronteggiato diverse crisi di governo, il Covid, difficoltà economiche e politiche nelle quali ha sempre ribadito il suo ruolo di arbitro e garante della Costituzione. “La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione”, disse in occasione del giuramento davanti alle Camere il 3 febbraio del 2022.


Nel primo settennato Mattarella ha “convissuto” con governi di centrosinistra, quelli che lo avevano scelto ed eletto, ma dopo il successo del M5s ha anche guidato le fasi più complesse della formazione dei governi giallo-verde e giallo-rosso. Mattarella in questa fase è riuscito a conquistare la loro fiducia di quelle forze anti-sistema che ne avevano proposto l’impeachment. Come lui stesso ha spiegato rispondendo alle domande di alcuni studenti, il capo dello Stato si comporta a volte anche come un meccanico, aggiusta il meccanismo delle istituzioni quando questo si inceppa. E’ quello che è accaduto quando con la crisi del governo Renzi scelse di non sciogliere le Camere, di lì poi nacque il governo Gentiloni. E di nuovo con la crisi dei due governi Conte, dopo l’uscita di Salvini dalla maggioranza, non furono le urne lo sbocco di quella fase ma un secondo governo Conte, e ancora grazie al suo impulso e all’emergenza dettata dalla pandemia le forze politiche si unirono, ad eccezione di Fdi di Giorgia Meloni, per sostenere il governo Draghi. “Un governo senza colore politico” specificò Mattarella dandogli l’incarico. Nel primo mandato Mattarella si è caratterizzato per la discrezione dei suoi interventi, un vero cambio di stile rispetto al suo predecessore, Giorgio Napolitano, che aveva abituato la politica e i media alle sue esternazioni sempre più nette e perentorie. Lo stile mattarelliano è da subito diverso, tipico di quel cattolicesimo democratico da cui proviene e che preferisce tessere relazioni e usare la moral suasion. La rielezione nel 2022 è il frutto di una lunga trattativa infruttuosa tra le forze politiche che convergono a stragrande maggioranza sul suo nome dopo un lungo braccio di ferro. Un secondo mandato inatteso e non voluto, al quale Mattarella rispose così: “Non posso e non ho inteso sottrarmi”. In quel discorso alle Camere per il giuramento Mattarella difese il ruolo del Parlamento come luogo della partecipazione e della espressione delle forze presenti nella società.


La nuova legislatura, quella iniziata nell’ottobre del 2022 con la vittoria del centrodestra e l’arrivo di Giorgia Meloni a palazzo Chigi, ha mutato lo scenario ma non l’indirizzo del Quirinale. L’attività di Mattarella è forse aumentata e più frequenti si sono fatti i suoi appelli e moniti al Paese ma la sua stella polare resta la Costituzione. In diverse occasioni il Presidente ha tratto spunto dagli articoli della Carta fondamentale per richiamare gli interlocutori alla soluzione dei problemi o per ricordare quali sono i principi su cui si regge la nostra Repubblica. Tanti i temi su cui negli ultimi mesi le sue parole sono risuonate sui temi più caldi dell’attualità: i migranti, per i quali ha citato il termine “patriottismo” riferito a quegli stranieri che vivono in Italia e ne rispettano le regole e i valori, il rapporto con l’Europa di cui siamo parte integrante e protagonisti, il rapporto tra politica e magistratura rispetto a cui Mattarella ha richiamato alla leale collaborazione. Spesso il capo dello Stato viene sollecitato a intervenire maggiormente sulle decisioni del governo ma lui stesso recentemente ha chiarito che il suo ruolo non è questo: “Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune – ha ammesso -, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità”. In questi anni Mattarella ha svolto un ruolo centrale anche nella politica estera, consolidando e confermando la collocazione del nostro paese nell’alleanza atlantica e ribadendone l’europeismo. I rapporti internazionali e personali con molti leader mondiali hanno facilitato le relazioni anche nei periodi di crisi governative e sono serviti da guida anche per i premier che si sono succeduti in questi dieci anni. Basti pensare ai rapporti con Macron e Xi Jinping, gli interventi all’Onu e i numerosi viaggi nei paesi africani. Il suo stile e il suo linguaggio pacato e unitario riscuotono il consenso dei cittadini che vedono nel Presidente un punto di riferimento. La sua attenzione recentemente si è rivolta sempre di più ai giovani e ai rischi insiti nelle nuove tecnologie. Già diversi anni fa Mattarella ravvisava nello strapotere delle big tech una potenziale minaccia: “Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico”, disse nel discorso per il giuramento del 2022, anni prima che Musk acquisisse Twitter ed entrasse nel governo Trump.


(gi Francesca Galante)

Mattarella traguarda i 10 anni al Quirinale, arbitro con il faro della Costituzione

Mattarella traguarda i 10 anni al Quirinale, arbitro con il faro della CostituzioneRoma, 31 gen. (askanews) – Dieci anni al Quirinale. E’ il record inedito di Sergio Mattarella, eletto per due volte al Colle, la prima nel 2015, la seconda nel 2022. Dieci anni nei quali il capo dello Stato ha fronteggiato diverse crisi di governo, il Covid, difficoltà economiche e politiche nelle quali ha sempre ribadito il suo ruolo di arbitro e garante della Costituzione. “La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione”, disse in occasione del giuramento davanti alle Camere il 3 febbraio del 2022.


Nel primo settennato Mattarella ha “convissuto” con governi di centrosinistra, quelli che lo avevano scelto ed eletto, ma dopo il successo del M5s ha anche guidato le fasi più complesse della formazione dei governi giallo-verde e giallo-rosso. Mattarella in questa fase è riuscito a conquistare la loro fiducia di quelle forze anitiistema che ne avevano proposto l’impeachment. Come lui stesso ha spiegato rispondendo alle domande di alcuni studenti, il capo dello Stato si comporta a volte anche come un meccanico, aggiusta il meccanismo delle istituzioni quando questo si inceppa. E’ quello che è accaduto quando con la crisi del governo Renzi scelse di non sciogliere le Camere, di lì poi nacque il governo Gentiloni. E di nuovo con la crisi dei due governi Conte, dopo l’uscita di Salvini dalla maggioranza, non furono le urne lo sbocco di quella fase ma un secondo governo Conte, e ancora grazie al suo impulso e all’emergenza dettata dalla pandemia le forze politiche si unirono, ad eccezione di Fdi di Giorgia Meloni, per sostenere il governo Draghi. “Un governo senza colore politico” specificò Mattarella dandogli l’incarico. Nel primo mandato Mattarella si è caratterizzato per la discrezione dei suoi interventi, un vero cambio di stile rispetto al suo predecessore, Giorgio Napolitano, che aveva abituato la politica e i media alle sue esternazioni sempre più nette e perentorie. Lo stile mattarelliano è da subito diverso, tipico di quel cattolicesimo democratico da cui proviene e che preferisce tessere relazioni e usare la moral suasion. La rielezione nel 2022 è il frutto di una lunga trattativa infruttuosa tra le forze politiche che convergono a stragrande maggioranza sul suo nome dopo un lungo braccio di ferro. Un secondo mandato inatteso e non voluto, al quale Mattarella rispose così: “Non posso e non ho inteso sottrarmi”. In quel discorso alle Camere per il giuramento Mattarella difese il ruolo del Parlamento come luogo della partecipazione e della espressione delle forze presenti nella società.


La nuova legislatura, quella iniziata nell’ottobre del 2022 con la vittoria del centrodestra e l’arrivo di Giorgia Meloni a palazzo Chigi, ha mutato lo scenario ma non l’indirizzo del Quirinale. L’attività di Mattarella è forse aumentata e più frequenti si sono fatti i suoi appelli e moniti al Paese ma la sua stella polare resta la Costituzione. In diverse occasioni il Presidente ha tratto spunto dagli articoli della Carta fondamentale per richiamare gli interlocutori alla soluzione dei problemi o per ricordare quali sono i principi su cui si regge la nostra Repubblica. Tanti i temi su cui negli ultimi mesi le sue parole sono risuonate sui temi più caldi dell’attualità: i migranti, per i quali ha citato il termine “patriottismo” riferito a quegli stranieri che vivono in Italia e ne rispettano le regole e i valori, il rapporto con l’Europa di cui siamo parte integrante e protagonisti, il rapporto tra politica e magistratura rispetto a cui Mattarella ha richiamato alla leale collaborazione. Spesso il capo dello Stato viene sollecitato a intervenire maggiormente sulle decisioni del governo ma lui stesso recentemente ha chiarito che il suo ruolo non è questo: “Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune – ha ammesso -, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità”. In questi anni Mattarella ha svolto un ruolo centrale anche nella politica estera, consolidando e confermando la collocazione del nostro paese nell’alleanza atlantica e ribadendone l’europeismo.


I rapporti internazionali e personali con molti leader mondiali hanno facilitato le relazioni anche nei periodi di crisi governative e sono serviti da guida anche per i premier che si sono succeduti in questi dieci anni. Basti pensare ai rapporti con Macron e Xi Jinping, gli interventi all’Onu e i numerosi viaggi nei paesi africani. Il suo stile e il suo linguaggio pacato e unitario riscuotono il consenso dei cittadini che vedono nel Presidente un punto di riferimento. La sua attenzione recentemente si è rivolta sempre di più ai giovani e ai rischi insiti nelle nuove tecnologie. Già diversi anni fa Mattarella ravvisava nello strapotere delle big tech una potenziale minaccia: “Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico”, disse nel discorso per il giuramento del 2022, anni prima che Musk acquisisse Twitter ed entrasse nel governo Trump.

Santanché, processo Inps resta a Milano. La Russa prende distanze

Santanché, processo Inps resta a Milano. La Russa prende distanzeRoma, 30 gen. (askanews) – Avrebbe potuto evitare di rispondere, sottraendosi alle domande. Avrebbe potuto dire che non cambiava niente. E invece Ignazio La Russa, “l’amico”, consegna ai giornalisti una frase che suona sempre di più come una presa di distanza da Daniela Santanché. La novità di giornata è l’attesa decisione della Cassazione di non accettare la richiesta di trasferimento da Milano a Roma del processo in cui la ministra del Turismo è accusata di truffa ai danni dell’Inps per l’uso della cassa integrazione durante il periodo Covid. Lo stesso procedimento per il quale la diretta interessata si è detta disponibile a un passo indietro rispetto al suo ruolo nel governo in caso di rinvio a giudizio, a differenza della determinazione a proseguire manifestata a più riprese dopo analoga decisione arrivata sul procedimento per falso in bilancio nella gestione di Visibilia.


Per il presidente del Senato, tuttavia, già il mancato spostamento “è un elemento di valutazione” che la ministra deve considerare rispetto all’opportunità o meno di rassegnare le sue dimissioni. Non è una frase neutra, anche se La Russa la butta lì come una osservazione fatta sul momento, spiegando di aver appreso da poco della notizia. Circostanza inverosimile giacché la decisione della Cassazione, anticipata sulle edizioni di questa mattina di Corriere della Sera e Stampa, aveva già fatto il giro di tutti i mezzi di informazione sin dalla prima mattina. La più immediata conseguenza dello stop allo spostamento, infatti, è che l’iter non si allungherà come forse la ministra sperava. L’udienza preliminare riprenderà il 26 marzo ed è possibile che si concluda nell’arco di un mese circa. I tempi per un eventuale secondo rinvio a giudizio quindi si accorciano, con il rischio concreto di quello stillicidio continuo sui giornali che per prima la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vuole evitare.


Molto prima di quella data, per il 10 febbraio, è calendarizzata la mozione di sfiducia verso Santanché presentata alla Camera dal M5s. Per questo tipo di votazioni è prevista la chiamata nominale, quindi non c’è il rischio di ritorsioni attraverso il voto segreto. E, tuttavia, quello è un appuntamento a cui Meloni e Fdi vorrebbero arrivare senza che sia ancora in corso un braccio di ferro. Anche per non doversi trovare in una imbarazzata difesa pubblica. E poi, come ricorda La Russa, “la storia” dice che le mozioni individuali “rafforzano” chi le subisce. Il punto resta sempre che la premier non vuole chiedere alla ministra di farsi da parte (come Santanchè insiste a chiedere). Di certo, come ha già spiegato, non vuole mettere in stretta correlazione l’opportunità delle dimissioni con le decisioni dei giudici. A maggior ragione nella fase di tensione con la magistratura scaturita sul caso Almrasi.


La via d’uscita, neanche troppo velatamente suggerita a Santanché, è quella di abbracciare l’idea che potrebbe affrontare più serenamente le vicende giudiziarie che la riguardano se non dovesse anche gestire tutti gli impegni legati al suo ruolo di governo. Ma c’è anche un tema tutto interno a Fratelli d’Italia che in larga parte ha mal digerito, per usare un eufemismo, l’intervista della ministra – smentita ma di fatto confermata dalla diffusione delle registrazioni – in cui rispondeva con un sonoro ‘chi se ne frega’ alle critiche avanzate all’interno del suo stesso partito. E’ molto probabile, secondo quanto viene riferito, che la ministra si ritrovi insieme ai vertici di Fdi sabato prossimo. Per le 10, infatti, è convocata una Direzione nazionale alla quale Santanché sembra intenzionata a partecipare (e forse anche a intervenire). Una riunione alla quale, all’ultimo minuto, deciderà se partecipare – in presenza o con un collegamento video – anche Giorgia Meloni.

Governo, Meloni: noi per rispetto regole e credibilità istituzioni

Governo, Meloni: noi per rispetto regole e credibilità istituzioniRoma, 30 gen. (askanews) – “Noi abbiamo scelto di scrivere un’altra storia, che è una storia di rispetto delle regole, di rispetto dei ruoli, una storia di credibilità delle istituzioni, una storia di orgoglio e di libertà per le persone per bene di questa nazione e forse per questo non siamo graditi perché quando le persone perbene che in Italia sono la maggioranza saranno libere e orgogliose e allora non ci sarà più spazio per le corporazioni, per i gruppi di potere, per i privilegi dei pochi sulla pelle dei molti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in collegamento a “La ripartenza” di Nicola Porro.


“E io penso – ha aggiunto Meloni – che questa battaglia alla fine valga ogni sacrificio possibile. Quindi agli italiani dico ancora una volta, finché ci siete voi ci sarò anche io. Non intendo mollare di un centimetro, almeno fino a quando saprò che la maggioranza degli italiani è con me”.

Meloni: alcuni giudici vogliono governare, ma così sistema crolla

Meloni: alcuni giudici vogliono governare, ma così sistema crollaRoma, 30 gen. (askanews) – “Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che però vogliono decidere la politica industriale, vogliono decidere la politica ambientale, vogliono decidere le politiche dell’immigrazione, vogliono decidere se e come si possa riformare la giustizia, vogliono decidere per cosa possiamo spendere e per cosa no. In pratica vogliono governare loro”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in collegamento a “La ripartenza” di Nicola Porro.


“Solo che c’è un problema – ha sottolineato la premier -, e il problema è che se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa, se loro sbagliano nessuno può fare o dire niente. Nessun potere al mondo in uno stato democratico funziona così, i contrappesi servono a questo e la magistratura svolge un ruolo fondamentale nella nostra democrazia. È una colonna portante della nostra Repubblica, solo che nessun edificio regge su una colonna sola. Quando un potere dello Stato pensa di poter fare a meno degli altri, il sistema crolla, non può tenere”.

Mattarella (silente) inaugura la Scuola dei magistrati, Nordio assente

Mattarella (silente) inaugura la Scuola dei magistrati, Nordio assenteScandicci (Fi), 30 gen. (askanews) – “Auguri, buon lavoro”. Sono le uniche parole pubbliche che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronuncia dopo un’ora e un quarto di cerimonia alla Scuola superiore della magistratura. Le rivolge ai magistrati ordinari in tirocinio, che alla sua uscita dalla bella villa di Castelpulci che domina le colline e la piana industriale tra Scandicci e Lastra a Signa, quasi gli tendono un agguato per salutarlo, per ringraziarlo, per applaudirlo. Perchè è “dal suo alto insegnamento – ricorda la presidente della scuola Silvana Sciarra – che la magistratura italiana ha sempre tratto vigore ed energia nell’interpretare il proprio ruolo, incardinato nella Costituzione repubblicana e nello Stato di diritto”.


Quali possano essere le preoccupazioni di Mattarella davanti allo scontro, sempre più gravido di conseguenze e di tensioni, tra il potere esecutivo e la magistratura si può immaginare. Il clima è tale che, a differenza del passato, non c’è a fianco del capo dello Stato, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e non c’è alcun esponente del governo a presenziare all’avvio dei corsi per i magistrati. L’assenza del Guardasigilli pesa in modo particolare, nel pieno della bufera sulla vicenda Almasri che coinvolge la premier Giorgia Meloni, lo stesso Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottogretario Alfredo Mantovano. Il ministro della Giustizia e il vice presidente del Csm – Fabio Pinelli è presente e interviene con un discorso davanti a Mattarella – collaborano infatti in maniera diretta con la Scuola che riceve da loro le linee guida per la formazione delle future toghe. Non solo. Sette membri su dodici del Comitato direttivo della scuola sono nominati dal Csm e cinque dal ministero di via Arenula. Insomma, il rapporto è stretto. Insieme a Mattarella nella mattinata in Toscana ci sono, invece, due donne giunte ai massimi vertici della magistratura e sta a loro esporre pubblicamente preoccupazioni per il deterioramento dei rapporti tra istituzioni. E’ la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano ad auspicare “un clima rinnovato, improntato al rispetto reciproco tra le varie istituzioni dello Stato, a pacatezza, equilibrio, disponibilità effettiva ad ascoltare le ragioni altrui”. L’ex presidente della Consulta Silvana Sciarra, poi, ricorda che la giurisdizione è “bene comune di lunga durata” mentre il vice presidente del Csm Fabio Pinelli sottolinea che un magistrato “non cerca consenso politico e sociale ma grazie alla sua imparzialità si dimostra autorevole e ha la fiducia di tutti i cittadini”.


Mattarella – che scelse proprio l’occasione dell’inaugurazione dei corsi dei magistrati per una delle sue prime uscite, nel 2015 – ascolta attentamente le relazioni, saluta le sindache di Scandicci e di Firenze, Claudia Sereni e Sara Funaro, ma non tiene un discorso a differenza di quanto accaduto in occasioni analoghe a Castelpulci nel 2019 e nel 2021. Nel 2022, poi, in occasione del decennale della Scuola superiore della magistratura, Mattarella accolse al Quirinale i giovani magistrati e tutto lo staff della Scuola e tenne un lungo discorso nel quale, tra le altre cose, avvertì che “laddove la magistratura non ha garantita una sufficiente indipendenza dagli altri poteri la democrazia risulta gravemente incrinata, se non vanificata”.

Ue, Meloni sente Scholz: focus difesa e finanziamento investimenti

Ue, Meloni sente Scholz: focus difesa e finanziamento investimentiRoma, 30 gen. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in vista del Vertice informale sulla difesa europea del prossimo 3 febbraio.


Al centro del colloquio, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “lo sviluppo delle capacità di difesa europea e il rafforzamento della competitività del settore industriale della difesa. Sono state inoltre discusse possibili modalità di finanziamento degli investimenti necessari”.

Pinelli: magistrato non cerca consenso politico ma imparzialità

Pinelli: magistrato non cerca consenso politico ma imparzialitàScandicci (Fi), 30 gen. (askanews) – Quello della magistratura “è un potere che deve essere sentito innanzitutto come un dovere”, “ancora di più in questo difficile transito epocale denso di trasformazioni che riguardano la società”. Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, parlando davanti al capo dello Stato Sergio Mattarella all’inaugurazione dei corsi della Scuola superiore della magistratura a Castelpulci, in provincia di Firenze.


Pinelli ha insistito sul fatto che “l’imparzialità è costitutiva dell’essere magistrati, fondamentale” perché “tutti siano uguali davanti alla legge”. Il vero magistrato, ha spiegato il numero due dell’organo di autogoverno delle toghe, è “un magistrato che non cerchi consenso politico e sociale ma che grazie alla sua imparzialità si dimostri autorevole e abbia la fiducia di tutti i cittadini”. La complessità del mondo attuale “ha accresciuto l’esposizione politico-istituzionale della magistratura per i margini teorici di incertezza che caratterizzano la sua azione di risoluzione dei conflitti”, “un’esposizione comunque nociva, proprio perché mette a rischio la percezione di imparzialità della magistratura e la conseguente fiducia che in essa si deve nutrire”, ha detto ancora Pinelli.


“Una esposizione – dovuta principalmente alle trasformazioni del diritto, più che a singole e contingenti deviazioni – che deve essere superata e che può superarsi solo attraverso strumenti di riduzione della complessità. Tutto ciò impone l’acquisizione non solo di una ancor più solida preparazione tecnico giuridica, ma anche di un’accresciuta consapevolezza critica del ruolo e degli effetti del proprio agire” ha concluso Pinelli.

Cassano: mi auguro clima di rispetto reciproco tra istituzioni

Cassano: mi auguro clima di rispetto reciproco tra istituzioniScandicci (Fi), 30 gen. (askanews) – “Mi auguro che questo patrimonio comune di valori, oggetto di approfondimento grazie all’opera sapiente e attenta della Scuola della magistratura, possa essere condiviso in un clima rinnovato, improntato al rispetto reciproco tra le varie istituzioni dello Stato, a pacatezza, equilibrio, disponibilità effettiva ad ascoltare le ragioni altrui”. Lo ha detto Margherita Cassano, prima presidente della Corte di Cassazione, intervenendo alla cerimonia per l’inaugurazione dei corsi della Scuola superiore della magistratura a Castelpulci, in provincia di Firenze, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.