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Prandini: dazi, Ue vari piano rilancio settori produttivi

Prandini: dazi, Ue vari piano rilancio settori produttiviRoma, 3 apr. (askanews) – “Questa deve anche essere l’occasione per l’Europa, che deve rimanere unita più che mai in questa fase e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse”. Così il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Secondo una stima di Coldiretti, sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo che graverebbe sui consumatori americani con l’introduzione dei dazi aggiuntivi al 20% nei confronti della Ue, e quindi anche dell’Italia, annunciati dal presidente Donald Trump. Dazi che comporteranno un calo delle vendite che danneggerà le imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding.


Per questo Prandini chiede alla Ue un taglio di quella “burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. Ci vuole un’iniezione di nuove risorse economiche – aggiunge – Investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore. Servono nuove risorse per internazionalizzazione e in questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati. Dobbiamo diventare più competitivi abbassando costi imprese”. “Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Va messa in in campo la diplomazia”, aggiunge il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “L’Italia e l’Europa – conclude Gesmundo – devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti”.

Lollobrigida: aprire nuovi mercati ma non rinunciare agli Usa

Lollobrigida: aprire nuovi mercati ma non rinunciare agli UsaRoma, 3 apr. (askanews) – “Noi abbiamo Ismea, l’Ice, tanti analisti: ragioniamo e troviamo pragmaticamente delle soluzioni. Apriamo nuovi mercati ma non rinunciamo nemmeno a chiacchiere al mercato Usa. Non sono convinto affatto che gli statunitensi rinuceranno al valore delle produzioni italiane a nessun costo: e sono pragmatico più che ottimista”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla presentazione del Macfrut 2025, che si terrà a Rimini dal 6 all’8 maggio. Un intervento anticipato perché il ministro deve “partecipare a una riunione per cercare di capire cosa sta accadendo in un mercato importante come quello statunitense” all’indomani dell’annuncio di dazi aggiuntivi anche per la Ue nella misura del 20% da parte del presidente Usa Donald Trump.


“Una delle questioni che si pone ora: è dobbiamo aprire nuovi mercati? – ha detto Lollobrigida – Ma perchè, abbiamo mai smesso di cercare di aprire nuovi mercati? Questa è una banalità, ma non dobbiamo pensare di chiuderne altri per nostra scelta. Le condizioni possono variare, ma si deve eliminare il fattore isterimo, si deve essere attenti e pragmatici”. Il ministro ha sottolineato che l’Italia non ha intenzione di rinunciare al mercato statunitense che è “il nostro mercato principale dopo la Ue” e ha ribadito che gli sforzi europei devono essere “tutti incentrati a evitare una guerra commerciale, questa è la prima scelta – ha detto – se poi la guerra ci sarà la faremo, ma ora vanno evitati isterismi”.


“Vanno valutati i dati, Ice farà la sua parte valutando le tabelle ancora non molto leggibili dei nuovi dazi, capiremo l’effetto di quelli della prima presidenza Trump e cercheremo di capire le contromosse utili per sostenere eventuali settori che dovessero andare in crisi, valutando i fatturati su un periodo biennale, questa è la mia idea, per capire se ci sarà una contrazione o una crescita”. Lollobrigida ha quindi ricordato che l’Italia punta sull’aumento del valore aggiunto, “e non per forza su un aumento della produzione. Preferisco vedere crescere il valore aggiunto in agrucoltura – ha ribadito – piuttosto che un aumento delle produzioni in modo massivo su un territorio che lo permette solo in modo marginale. L’Italia non è la nazione della quantità ma del valore aggiunto dato dalla qualità”.

Vino, a Cotarella il premio “Maestro dell’arte vitivinicola italiana”

Vino, a Cotarella il premio “Maestro dell’arte vitivinicola italiana”Milano, 3 apr. (askanews) – Il presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha ricevuto ieri il premio “Maestro dell’arte vitivinicola italiana”, conferito dal Governo ai protagonisti dell’enogastronomia italiana. La cerimonia, che si è svolta a Palazzo Chigi, ha visto la consegna del prestigioso riconoscimento da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e di una delegazione di studenti degli istituti agrari e alberghieri di Roma.


“Riccardo Cotarella è enologo di fama internazionale, ha dato un contributo decisivo alla crescita e alla valorizzazione del vino italiano nel mondo. Fondatore dell’azienda di Famiglia Cotarella, presidente di Assoenologi, è anche un docente universitario e promotore di numerosi progetti formativi che valorizzano il vino come patrimonio culturale” si legge nelle motivazioni del premio, ricordando che “il suo impegno sociale si riflette in progetti inclusivi, come l’esperienza con la comunità di San Patrignano. Riconosciuto con importanti onoreficenze,continua a rappresentare l’eccellenza enologica italiana con passione, rigore e visione”. Il premio, istituito con la legge 19 aprile 2024, viene assegnato a personalità che hanno contribuito in maniera significativa alla crescita e alla valorizzazione della tradizione culinaria e agroalimentare italiana.


“Sono profondamente onorato di ricevere questo riconoscimento e ringrazio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il vino non è solo un prodotto ma è un bene iconico, è cultura, è storia, è espressione del territorio” ha detto Cotarella, aggiungendo che “questo premio non è solo mio ma di tutti gli enologi, agricoltori e soprattutto produttori che ogni giorno lavorano con passione per rendere il vino italiano una delle grandi eccellenze del nostro Paese. Un pensiero particolare – ha concluso – lo dedico proprio ai produttori, che stanno vivendo un momento non semplice a causa di una situazione generale che non agevola i mercati. Ma sono certo che riusciremo a superare anche questo momento complicato, perché il vino italiano è stato e sempre sarà più forte di ogni avversità”.

Zoppas (Ice): affrontare il caso dazi con lavoro d’insieme

Zoppas (Ice): affrontare il caso dazi con lavoro d’insiemeRoma, 3 apr. (askanews) – “Il lavoro d’insieme funziona, ora dobbiamo serrare i ranghi per affrontare in modo positivo questa nuova situazione dei dazi americani, aiutati da un governo che c’è”. Lo ha detto il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas, nel corso della presentazione del Macfrut 2025 che si svolgerà da martedì 6 a giovedì 8 maggio al Rimini Expo Centre.


“Stamattina ci siamo svegliati con una situazione che è cambianta”, ha detto Zoppas riferendosi all’annuncio del presidente americano Donald Trump di dazi aggiuntivinei confronti di oltre 60 paesi, tra cui dazi aggintivi del 20% nei confronti dell’Unione Europea. “Dobbiamo capire come e quando, cosa significano questi dati. Abbiamo un governo molto attento – ha aggiunto Zoppas – abbiamo un commissario Europeo che se ne occupa, sentiremo ora il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, noi ci impegneremo per fare capire agli imprenditori come affrontare la situazione e come fare di più come sistema paese: il che vuol dire fare di più per aumentare le vendite all’estero. Con Sace, Simest e Cassa depositi e prestiti siamo a fianco degli imprenditori, rimoduleremo i piani alla luce di questa variabile”, ha concluso il presidente di Agenzia Ice.

Federlegno, Feltrin: dazi misura sbagliata, ma Ue eviti prova muscolare

Federlegno, Feltrin: dazi misura sbagliata, ma Ue eviti prova muscolareMilano, 3 apr. (askanews) – I dazi annunciati dal presidente americano, Donald Trump, sono “una misura sbagliata che non conviene a nessuno”, ma in questo momento l’Europa deve evitare “una prova muscolare, in cui a farne le spese sarebbero entrambe le economie”. A parlare è il presidente il Federlegno Arredo, Claudio Feltrin, in occasione della diffusione dei dati consuntivi elaborati dal Centro studi di FederlegnoArredo a pochi giorni dall’apertura del Salone del Mobile.Milano,


“Dopo l’annuncio di Trump di ieri sera sull’introduzione di dazi del 20% su tutti i prodotti europei, ogni scenario potrebbe essere stravolto trattandosi, come ha detto anche la premier Meloni, di una misura sbagliata che non conviene a nessuno -afferma Feltrin – Attendiamo comunque di conoscere nel dettaglio come verrà implementata la misura Usa e di capire anche quali saranno le contromisure che intende mettere in atto l’Europa: il nostro auspicio è che si eviti lo scenario peggiore, ovvero quello di una prova muscolare, in cui a farne le spese sarebbero entrambe le economie”. Feltrin tuttavia si sforza di “intravedere qualcosa di positivo in una situazione tanto complessa”. “L’Europa – dice – ha l’occasione di agire come tale, con compattezza e determinazione, come sottolineato anche dal presidente Mattarella, in difesa del mondo produttivo”. “Gli imprenditori del settore, come sempre, sono pronti a fare la propria parte – aggiunge – siamo alle porte del Salone del Mobile.Milano che sarà ancor più strategico anche in ottica di sondare e aprirci a mercati considerati fino ad ora secondari e riaffermare il valore di qualità e innovazione che solo il nostro design può vantare”. “La flessibilità e i veloci cambi di rotta a cui le nostre piccole e medie imprese sono abituate, saranno le chiavi per affrontare una situazione così complessa”, conclude.

Dazi, Cons. Brunello Montalcino: duro colpo a nostro principale mercato

Dazi, Cons. Brunello Montalcino: duro colpo a nostro principale mercatoMilano, 3 apr. (askanews) – “L’annuncio dei dazi Usa al 20% su tutte le produzioni europee, vini compresi, andrà inevitabilmente a colpire duramente anche la nostra Denominazione, che vede negli Stati Uniti il suo principale mercato di sbocco dove destiniamo oltre il 30% delle nostre esportazioni. Queste tariffe di fatto riguardano tutte le principali economie del mondo che alimentano una guerra commerciale dove ne usciremo tutti sconfitti e più poveri. Per questo il danno rischia di oltrepassare i confini statunitensi”. Così il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci commenta i dazi reciproci annunciati ieri sera dal presidente Trump.


“Queste misure avranno un effetto ad ampio spettro dove non solo il vino rischia di diventare un bene voluttuario sempre più inaccessibile per i consumatori ma allo stesso tempo andranno a colpire settori cruciali anche per la nostra economia locale come l’enoturismo” prosegue Bindocci, concludendo “ci appelliamo alle istituzioni e alle diplomazie europee affinché riescano a trovare un accordo con gli Usa per scongiurare una penalizzazione che colpirebbe in maniera inesorabile tutte le imprese”.

Origin Italia: dazi Usa mettono a rischio sviluppo Ig

Origin Italia: dazi Usa mettono a rischio sviluppo IgRoma, 3 apr. (askanews) – “Chiediamo un intervento urgente all’Europa e all’Italia affinché difendano con forza il sistema delle IG nelle sedi internazionali, per sostenere un comparto economico strategico e proteggere le 300.000 imprese italiane e i loro 900.000 occupati che aderiscono al sistema delle DOP IGP in Italia”. Così in una nota Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, dopo l’annuncio del presidente Usa di dazi aggiuntivi del 20%. Origin Italia sottolinea che la guerra commerciale innescata dai dazi dell’amministrazione Trump continua ad avere effetti negativi non solo sull’economia, ma anche sulla tenuta sociale e sulla coesione dei territori rurali italiani. “Non si tratta solo di cifre: è a rischio un modello di sviluppo che, negli ultimi anni, ha permesso di rilanciare economie locali fragili attraverso la valorizzazione dei prodotti DOP e IGP”, sottolinea l’associazione.


L’Osservatorio della Fondazione Qualivita ha documentato nel tempo come le Indicazioni Geografiche abbiano consentito a numerosi territori di costruire un’economia solida e identitaria, capace di generare occupazione, presidiare il territorio e promuovere la sostenibilità ambientale e culturale. Negli ultimi 5 anni la DOP Economy è cresciuta in oltre il 90% delle province italiane a dimostrazione del radicamento capillare del sistema sul territorio in particolare nelle aree del sud che hanno mostrato i trend migliori di crescita grazie anche all’export. “Tutto ciò è stato possibile grazie al valore aggiunto riconosciuto ai prodotti IG nei mercati internazionali – prosegue Origin – sia per le DOP italiane più conosciute, sia per quelle di dimensioni minori. Un valore non delocalizzabile, strettamente legato all’origine e alla cultura dei territori”.


“Le barriere tariffarie, tuttavia, rappresentano un ostacolo significativo a questo percorso – conclude Origin – Limitano l’accesso ai mercati globali, penalizzano le produzioni di qualità legate all’origine e favoriscono prodotti standardizzati o di imitazione realizzati in loco. In questo modo, compromettono la diffusione del modello IG e alimentano dinamiche di concorrenza sleale”. Inoltre, spiega ancora Origin Italia, il danno “si estende anche sul piano dei diritti: i dazi violano il principio della tutela della proprietà intellettuale riconosciuta a livello internazionale alle Indicazioni Geografiche, ostacolando il pieno esercizio di questo diritto da parte dei produttori legittimi. La protezione delle IG deve essere garantita attraverso un commercio equo e privo di ostacoli ingiustificati, nel rispetto degli accordi internazionali come il TRIPS”, conclude l’associazione.

Dazi, eurozona “a passo di lumaca”: Ing taglia Pil 2025 a +0,6%

Dazi, eurozona “a passo di lumaca”: Ing taglia Pil 2025 a +0,6%Roma, 3 apr. (askanews) – Per quanto al momento, data la molteplicità di fattori che restano incerti, fare una previsione accurata sugli effetti dei dazi commerciali per la crescita economica sia “praticamente impossibile”, secondo gli economisti della banca olandese Ing nell’area euro “finirà a passo di lumaca”.


In una nota di analisi stimano che nell’arco di due anni l’impatto sugli scambi commerciali dei dazi annunciati da Trump, al 20% sulle importazioni dei paesi dell’area “potrebbe sottrarre 0,3 punti percentuali alla crescita del Pil”. Ma bisogna anche considerare che ci sono elementi che vanno ben oltre l’impatto diretto, ad esempio gli effetti sulla fiducia che hanno già investito il clima tra imprese e consumatori.


Ad ogni modo, in attesa di conoscere maggiori dettagli, Ing ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla crescita economica dell’area valutaria allo 0,6% per quest’anno, un decimale di punto in meno rispetto alle stime precedenti, e all’1% su 2026, a fronte di una precedente previsione del più 1,4%.

Dazi, Consorzio Vino Chianti: ora fondamentale accordo con Mercosur

Dazi, Consorzio Vino Chianti: ora fondamentale accordo con MercosurMilano, 3 apr. (askanews) – “Prendiamo atto con rammarico della decisione del presidente degli Stati Uniti sui dazi, ma non possiamo permetterci di restare fermi. È il momento di rafforzare la nostra presenza in nuovi mercati, a partire dal Sud America, dove l’accordo con il Mercosur può aprire grandi opportunità per il nostro vino. Allo stesso tempo, dobbiamo investire in Asia e iniziare a promuoverci in Africa e India per diversificare le nostre esportazioni e ridurre la dipendenza dagli Usa”. A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, commentando la decisione del presidente Trump di imporre dazi del 20% sui prodotti europei, tra cui il vino. Una misura che rischia di penalizzare pesantemente le esportazioni italiane negli Stati Uniti, ma che secondo Busi può diventare un’occasione per ripensare le strategie commerciali del settore.


“L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur deve diventare una priorità assoluta. L’Europa ora deve essere rapida nel rendere operativo questo trattato, perché è un modo per dare prospettive nuove alle aziende europee e nel caso del Chianti anche a tutto ciò che la presenza delle nostre aziende rappresenta: cultura, cura dell’ambiente, valorizzazione delle aree interne” prosegue Busi, aggiungendo che “mercati come Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay rappresentano un’opportunità concreta per il nostro export”. Ma il Sud America non è l’unica direzione su cui puntare. “Anche l’Asia offre prospettive enormi per il vino italiano. Dobbiamo investire su Cina, Giappone, Vietnam e Thailandia, mercati con un crescente interesse per i nostri prodotti” continua Busi, evidenziando che “allo stesso tempo dobbiamo iniziare a farci conoscere in Africa e India, aree in cui il consumo di vino sta crescendo e dove possiamo costruire nuove opportunità commerciali”.


L’appello di Busi è chiaro: “Le istituzioni europee devono muoversi con decisione per aprire nuove vie all’export del vino italiano. Se i dazi Usa impongono un cambio di rotta, allora dobbiamo sfruttare al meglio le alternative a nostra disposizione”.

Giansanti (Confagri): dazi Usa colpiscono nostri settori di punta

Giansanti (Confagri): dazi Usa colpiscono nostri settori di puntaRoma, 3 apr. (askanews) – “Come Italia usciamo sicuramente penalizzati dall’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti, in particolar modo per quanto riguarda i prodotti di fascia media: penso ad alcuni vini, all’olio d’oliva, alla pasta e ai sughi pronti”. Lo ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, intervenuto alla trasmissione di Rai Uno Porta a Porta, condotta da Bruno Vespa, e andata in onda mercoledì sera subito dopo l’annuncio ufficiale del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dell’introduzione di dazi del 20% sui prodotti provenienti dall’Unione europea.


“La risposta – ha aggiunto Giansanti – non può che essere unitaria, europea, convinta, come annunciato dalla presidente von der Leyen nella conferenza di stamane. Fondamentali le misure previste per sostenere i settori più colpiti. Non dimentichiamo, infatti, che rischiamo anche un massiccio riversamento di prodotti da altri Paesi che subiranno le tariffe americane, per esempio la Cina”. In linea con quanto dichiarato dalla presidente von der Leyen nella prima mattina di oggi, Confagricoltura ribadisce la necessità di un’azione dell’Unione tempestiva e coesa per salvaguardare la competitività del sistema agroalimentare, italiano ed europeo, sui mercati internazionali.