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Franceschini propone legge per dare solo il cognome delle madri ai figli, dubbi tra alleati e ironie social

Franceschini propone legge per dare solo il cognome delle madri ai figli, dubbi tra alleati e ironie socialRoma, 25 mar. (askanews) – Dare ai figli solo il cognome della madre. E’ la proposta che Dario Franceschini, senatore del Pd, ex segretario ed ex ministro della Cultura lancia all’assemblea dei senatori Dem su un tema, quello del doppio cognome, che ha sempre fatto discutere senza mai giungere ad essere disciplinato da una legge. Di scritto c’è solo la sentenza della Corte Costituzionale del 2021 secondo la quale ogni figlio ha diritto ad un’identità che rispecchi paritariamente entrambi i genitori.


Per Franceschini “anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi, dopo secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre, stabiliamo che dalla nuova legge prenderanno il solo il cognome della madre. E’ una cosa semplice – spiega – ed anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico ma è stata una delle fonti culturali delle disuguaglianze di genere”. Vari esponenti Pd, da Valeria Valente a Laura Boldrini fanno quadrato intorno alla proposta del collega e anche Anna Rossomando, relatrice per il Pd della legge sul doppio cognome, lo ringrazia auspicando comunque “un’ampia convergenza, anche della maggioranza, superando resistenze” sul testo in discussione. In Senato le proposte di legge all’esame della commissione Giustizia per disciplinare l’attribuzione del cognome ai figli sono quattro e portano la firma di Julia Unterberger del gruppo delle Autonomie, di Simona Malpezzi del Pd, di Alessandra Maiorino dei Cinquestelle e di Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi e Sinistra La proposta Franceschini lascia freddi, se non apertamente ostili i possibili alleati – ad eccezione di Avs che però, con Luana Zanella, ammette che sarebbe un iter faticoso – e anche i centristi. La vice presidente dei senatori 5Stelle Alessandra Maiorino bolla l’idea del collega Dem come “una provocazione, una boutade” perchè, dice, “non si risponde a una discriminazione, sia pur millenaria, con un’altra discriminazione”. Carlo Calenda, segretario di Azione, è ironico: “Altre priorità non ne abbiamo? Boh”. E una ex parlamentare Pd ma anche attivista su questi temi come Anna Laura Concia si chiede, pur essendo in via di principio favorevole al cognome materno, “perchè fare una proposta che non verrà mai approvata, invece di proporre la scelta o il doppio cognome che invece potrebbero esserlo?”. Dal fronte centrodestra piovono critiche. A cominciare da Matteo Salvini: “Ecco le grandi priorità della sinistra italiana: invece del doppio cognome, togliere ai bimbi il cognome del padre! Ma certo, cancelliamoli dalla faccia della terra questi papà, così risolviamo tutti i problemi… Ma dove le pensano ste idee geniali?”, attacca il segretario. Di “genialata” parla l’ex senatore leghista Simone Pillon, mentre l’attuate capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami commenta sotto il post di Franceschini: “Quindi invece del cognome del padre gli diamo il cognome del nonno…”.


E poi c’è il mondo dei social. Le reazioni non sono affatto benevole e quelle più pungenti non sembrano provenire da elettori di centrodestra. “Il mondo va in fiamme e noi non ce la faremo mai. La migliore assicurazione per Meloni” scrive un utente mentre un altro osserva: “Grazie onorevole perché la destra era a corto di argomenti per buttarla in caciara e non parlare delle cose serie ed era quindi importante intervenire tempestivamente”. Delusa un’elettrice dichiarata: “Voto sinistra ma questa proposta woke è penosa”. A metà pomeriggio i giornali di area centrodestra hanno già pronti i titoli: “Franceschini vuole cancellare i papà” scrive Il Giornale nell’edizione on line, mentre Il secolo d’Italia parla di “matriarcato Pd”.

Santanchè, Conte: Meloni non la fa dimettere, è ricattata?

Santanchè, Conte: Meloni non la fa dimettere, è ricattata?Roma, 25 mar. (askanews) – “La ministra Santanché ha cambiato avvocato per prendere tempo e sulla scia di celebri maestri puntiamo alla prescrizione… ma non trovate vergognoso questo comportamento?” Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di una diretta sui suoi canali social.


“Ma di fronte a accuse conclamate e riscontrate sul piano concreto di utilizzo di fondi Covid, la soluzione non sono le immediate dimissioni? Presidente Meloni, lei – ha proseguito l’ex premier – è proprio ricattata dalla ministra Santanché? Cosa avete combinato insieme, quali azioni avete fatto per non avere la forza di far dimettere la ministra che è sua compagna di partito? È questo il vostro modo di onorare le istituzioni? Pensate così di avere credibilità a livello internazionale?”, ha concluso Conte.

Difesa Ue, Conte: Meloni venga in Parlamento a far votare riarmo

Difesa Ue, Conte: Meloni venga in Parlamento a far votare riarmoRoma, 25 mar. (askanews) – “La presidente Meloni, che aveva accusato me di aver firmato il Mes nottetempo e non era vero, ma vuole venire in Parlamento e far votare questo piano di riarmo? Chi le ha conferito il mandato e ha detto che l’Italia è d’accordo a questo progetto che avvantaggerà la Germania con tutta la capacità fiscale che ha?”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, leggendo nel corso di una diretta sui suoi canali social il testo delle conclusioni del recente Consiglio europeo.


Conclusioni, ha affermato l’ex premier, “sottoscritte dalla presidente del Consiglio a nome della comunità italiana, dei cittadini italiani che non le hanno dato nessun mandato. Non ce l’avete neppure in maggioranza, la Lega ve l’ha detto che non è favorevole”.

M.O., Conte: è sterminio, amici ebrei non stiano in silenzio

M.O., Conte: è sterminio, amici ebrei non stiano in silenzioRoma, 25 mar. (askanews) – “Sono riprese le operazioni militari a Gaza e le aggressioni provenienti dalle colonie illegali in Cisgiordania: da ultimo Hamdan Ballal, regista di No other land, premio Oscar. Che anziché essere curato dagli israeliani è stato arrestato, ora ci dicono rilasciato, ma immaginate se non fosse stato un personaggio famoso”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di una diretta sui suoi canali social.


“Stiamo assistendo – ha sottolineato l’ex presidente del Consiglio – a un sistematico sterminio, una buona parte sono donne e bambini. È chiaro che quello di Israele è un governo criminale, ma lo dico a tutti gli amici ebrei, proprio perché si dice che Israele è un Paese democratico, non si può stare in silenzio. Il silenzio c’è nelle dittature”. Per il leader stellato il governo italiano continua a meritare l’epiteto di “vigliacco”, dopo le astensioni all’Onu sui fatti di Gaza, anche perché “non dispone un embargo pieno nei confronti di Israele e non chiede sanzioni nei confronti dei suoi ministri coinvolti nello sterminio. La comunità internazionale non può rimanere in silenzio, il silenzio è connivenza”, ha concluso Conte.

Strage di Erba, la Cassazione respinge il ricorso di Olindo e Rosa: nessuna revisione, resta l’ergastolo

Strage di Erba, la Cassazione respinge il ricorso di Olindo e Rosa: nessuna revisione, resta l’ergastoloRoma, 25 mar. (askanews) – Nessuna revisione della condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi in relazione alla strage di Erba. I giudici della Cassazione, V sezione penale, hanno respinto il ricorso della difesa.


I giudici della V sezione penale della Cassazione hanno rigettato il ricorso della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Il pg Giulio Monferini aveva richiesto la inammissibilità della istanza. (Nella foto di archivio Rosa Bazzi e Olindo Romano durante il processo per la strage di Erba nel 2008)

Arriva la norma di correzione sull’Irpef, Mef: applicazione nuove aliquote per determinare acconto

Arriva la norma di correzione sull’Irpef, Mef: applicazione nuove aliquote per determinare accontoRoma, 25 mar. (askanews) – “In considerazione dei dubbi interpretativi posti, e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il Governo interverrà anche in via normativa per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto”. Lo annuncia il Ministero dell’Economia e delle Finanze in una nota.


L’intervento, precisa il Mef, “sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento”. “Relativamente all’applicazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche” riferisce il Mef “sono pervenute segnalazioni da parte di alcuni CAF, riportate anche dagli organi di stampa, in merito a un maggior carico fiscale per i lavoratori dipendenti che verrebbero gravati dell’onere di versare l’acconto IRPEF per l’anno 2025 anche in mancanza di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto”. In particolare, spiega il Ministero, “il predetto maggior onere fiscale deriverebbe, secondo l’interpretazione riportata dai CAF, dall’applicazione della disposizione contenuta nell’articolo 1, comma 4, del d.lgs. 30 dicembre 2023, n. 216, che, prevedendo la riduzione dal 25 al 23 per cento dell’aliquota IRPEF per i redditi da 15.000 a 28.000 euro e l’innalzamento della detrazione di lavoro dipendente da 1.880 euro a 1.955 euro, ha stabilito che tali interventi non si applicano per la determinazione degli acconti dovuti per gli anni 2024 e 2025 per i quali si deve considerare la disciplina in vigore per l’anno 2023”.


Ma afferma il Mef “l’incongruenza evidenziata dai CAF deriva dal fatto che le aliquote, gli scaglioni e le detrazioni Irpef sono stati in una prima fase modificati in via temporanea, per un solo periodo d’imposta (2024), e successivamente stabilizzate a regime dal 2025. Inoltre, si fa presente che con la disposizione in questione si intendeva sterilizzare gli effetti delle modifiche alla disciplina IRPEF soltanto in relazione agli acconti dovuti dai soggetti la cui dichiarazione dei redditi evidenziava una differenza a debito di IRPEF, in quanto percettori di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto”. “L’intenzione del legislatore” chiarisce il Ministero dell’Economia “non era, quindi, volta a intervenire nei confronti di soggetti, come la maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati, che, in mancanza di altri redditi, non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Pertanto, la disposizione di cui all’articolo 1, comma 4, del d.lgs. 216/2023 va interpretata nel senso che l’acconto per l’anno 2025 è dovuto, con applicazione delle aliquote 2023, solo nei casi in cui risulti di ammontare superiore a euro 51,65 la differenza tra l’imposta relativa all’anno 2024 e le detrazioni, crediti d’imposta e ritenute d’acconto, il tutto però calcolato secondo la normativa applicabile al periodo d’imposta 2024”.


“Siamo soddisfatti di aver difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il Governo a rivedere una norma profondamente ingiusta. La questione sollevata dalla Cgil e dal Consorzio nazionale Caaf Cgil era più che fondata”, ha commentato il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, e la presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil, Monica Iviglia, commentando in una nota il comunicato sull’acconto Irpef diffuso dal Mef. “Se alle parole seguiranno i fatti, e si interverrà per consentire l’applicazione delle tre aliquote 2025 per la determinazione dell’acconto Irpef, i salari e le pensioni di milioni di cittadine e cittadini, già pesantemente colpiti dall’alta inflazione cumulata in questi anni, non subiranno ulteriori riduzioni” concludono Ferrari e Iviglia.

Il Consorzio Vini di Romagna a Vinitaly 2025 con 18 Cantine

Il Consorzio Vini di Romagna a Vinitaly 2025 con 18 CantineMilano, 25 mar. (askanews) – Dal 6 al 9 aprile, il Consorzio Vini di Romagna torna a Vinitaly per la 57esima edizione della principale manifestazione enologica italiana. Con una collettiva di 18 produttori romagnoli, il Consorzio sarà presente presso il Padiglione 1 – Emilia-Romagna (Stand C2/E2), proponendo ai visitatori un viaggio “alla scoperta dell’autentica tradizione vinicola romagnola”.


Domenica 6 aprile alle 12.30 presso l’area tasting al centro del Padiglione 1, Filippo Bartolotta guiderà i partecipanti attraverso le ricchezze enologiche del territorio romagnolo, con la masterclass “Rocche di Romagna: il nuovo racconto del Romagna Sangiovese”. Un’occasione imperdibile per esplorare e degustare il Romagna Sangiovese attraverso la lente dei territori. Ogni sottozona è demarcata dal profilo della rocca locale (storico simbolo delle imponenti e assai numerose fortezze disseminate in Romagna) e i Sangiovese Sottozona rivelano peculiarità e sfumature identificative dei vari territori, il cui mosaico d’insieme restituisce la variegata personalità del Sangiovese romagnolo. Il progetto e marchio collettivo Rocche di Romagna “mira a un racconto d’immediata comprensione del progetto Sottozone e del suo valore, fungendo in ciò da acceleratore di conoscenza e diffusione d’interesse per la tipologia e gli areali, mettendo in luce il gran lavoro svolto sul Romagna Sangiovese nell’ultimo decennio, con etichette di pregio a rinverdire la grande tradizione dei rossi romagnoli”. Oltre al celebre Romagna Sangiovese Doc, i visitatori potranno incontrare le Dop e Igp della regione. Da non perdere il Romagna Albana Docg, primo bianco italiano a ottenere la Denominazione garantita, capace di sorprendere nelle versioni “secco”. Non mancherà poi il “Novebolle Romagna DOC Spumante”, emblema della tradizione spumantistica romagnola, che coniuga un’anima contemporanea a una storia che affonda le radici a fine ‘800. Completano l’offerta il Rimini Rebola e altri autoctoni bianchi e rossi.


Oggi il Consorzio conta otto cantine cooperative, 107 produttori vinificatori, cinque imbottigliatori e 5.200 aziende viticole iscritte agli albi delle vigne Doc e Docg. Di questi, le 18 Cantine che porteranno a Vinitaly i loro migliori prodotti saranno: Ferrucci della sottozona Serra; Tenuta Uccellina e Trerè di Brisighella; Poderi del Nazareno, La Sabbiona, Spinetta e Poderi Morini della sottozona Oriolo; Cantina Forlì Predappio, Condè, Drei Donà e Fattoria Nicolucci di Predappio; Celli, Tenuta La Viola e Fattoria Paradiso di Bertinoro; La Cantina di Cesena e Zavalloni della sottozona Cesena, per finire con Tenuta Casali di Mercato Saraceno e San Patrignano di Coriano di Rimini.

Omicidio Diabolik, la Corte d’Assise di Roma: ergastolo a Raoul Esteban Calderon

Omicidio Diabolik, la Corte d’Assise di Roma: ergastolo a Raoul Esteban CalderonRoma, 25 mar. (askanews) – Condanna all’ergastolo per il killer dell’ex capo degli Irriducibili della Lazio, Fabrizio Piscitelli, detto ‘Diabolik’. I giudici della terza Corte d’Assise di Roma, hanno condannato al massimo della pena Raoul Esteban Calderon, per l’omicidio avvenuto il 7 agosto del 2019, al parco degli Acquedotti, nel quartiere Tuscolano a Roma. La sentenza è stata emessa dai giudici della III sezione della corte d’assise dopo oltre 5 ore di camera di consiglio. I giudici non hanno riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso.

Omicidio Diabolik, la Corte d’Assise di Roma: ergastolo a Raoul Esteban Calderon

Omicidio Diabolik, la Corte d’Assise di Roma: ergastolo a Raoul Esteban CalderonRoma, 25 mar. (askanews) – Condanna all’ergastolo per il killer dell’ex capo degli Irriducibili della Lazio, Fabrizio Piscitelli, detto ‘Diabolik’. I giudici della terza Corte d’Assise di Roma, hanno condannato al massimo della pena Raoul Esteban Calderon, per l’omicidio avvenuto il 7 agosto del 2019, al parco degli Acquedotti, nel quartiere Tuscolano a Roma. La sentenza è stata emessa dai giudici della III sezione della corte d’assise dopo oltre 5 ore di camera di consiglio. I giudici non hanno riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso.

Nel parco dell’Appennino progetto per tutelare impollinatori

Nel parco dell’Appennino progetto per tutelare impollinatoriRoma, 25 mar. (askanews) – Aiutare gli insetti impollinatori selvatici che sono in grande sofferenza, per aiutare anche la filiera agroalimentare. E’ in corso nell’Appennino reggiano l’attività di monitoraggio degli insetti impollinatori realizzata nell’ambito del progetto LIFE BEEadapt, cofinanziato dall’Unione Europea e iniziato nel 2022. Per contrastare il declino degli impollinatori sono in atto misure di conservazione che, al momento, coinvolgono ben 64 aziende (destinate ad aumentare) e quasi 70 ettari di superficie agricola. Il progetto sperimenta strategie di adattamento climatico per gli insetti impollinatori selvatici in risposta ai cambiamenti climatici, coinvolgendo attori chiave come le aziende agricole, è coordinato dal Parco nazionale Appennino tosco-emiliano e vede la partecipazione di altri nove partner distribuiti tra Toscana, Marche e Lazio.


Tutti conosciamo le api, ma questo progetto si rivolge agli impollinatori selvatici (circa 1.100 specie) che, a differenza delle api domestiche, sono minacciati d’estinzione in diverse specie. E nel Parco Nazionale dell’Appennino, anche in ottemperanza alla Direttiva Impollinatori del Ministero dell’Ambiente, si sta procedendo al monitoraggio della presenza, distribuzione e ritmi di attività degli impollinatori. Questo consentirà di valutare anche l’efficacia delle azioni intraprese nell’ambito del Progetto LIFE BEEadapt. Il monitoraggio è realizzato secondo una metodologia proposta dall’ Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA). Sono stati individuati 12 “transetti” per il monitoraggio degli insetti (lunghezza di 500 metri, con 2,5 metri per lato) sia in prateria d’alta quota che negli agro-ecosistemi dove si pratica la foraggicoltura. Questi transetti vengono percorsi una volta al mese, da giugno a settembre, consentendo agli entomologi del Parco di collezionare dati sulla presenza degli insetti. I dati finora emersi sono purtroppo sconfortanti poiché mettono in evidenza una limitata presenza degli impollinatori anche in aree naturali come quelle monitorate nell’Appennino reggiano.


Nel 2021 il campionamento ha infatti rilevato 83 specie di lepidotteri (di cui 10 nuove per il nostro territorio), 45 specie di apoidei (di cui 29 nuove) e 50 specie di sirfidi.