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Netanyahu: Israele formalizzerà l’opposizione alla creazione di uno Stato palestinese

Netanyahu: Israele formalizzerà l’opposizione alla creazione di uno Stato palestineseMilano, 18 feb. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il suo governo approverà una risoluzione sull’opposizione di Israele alla creazione di uno Stato palestinese.


L’ufficio del primo ministro Netanyahu conferma in una dichiarazione di aver presentato al suo gabinetto una risoluzione che rifiuta il riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese, respingendo il piano statunitense di proporre una “cronologia ferma” per la creazione di uno stato palestinese. Netanyahu dice ai ministri che porterà loro la dichiarazione da firmare, “alla luce dei commenti ascoltati ultimamente nella comunità internazionale sul tentativo di imporre unilateralmente uno Stato palestinese a Israele”. Netanyahu ha detto che la dichiarazione formale dovrebbe implicare che Israele “rifiuti completamente un dettato internazionale su un accordo permanente con i palestinesi”.

La Russia ha invitato a Mosca i gruppi palestinesi il 26 febbraio

La Russia ha invitato a Mosca i gruppi palestinesi il 26 febbraioMilano, 18 feb. (askanews) – La Russia ha invitato tutti i più importanti gruppi palestinesi ad un incontro a Mosca il 26 febbraio, ha riferito Mohammad Shtayyeh. Dice che sono pronti a parlare con Hamas, e che resta da vedere se Hamas è pronto a incontrarli. Il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh afferma che l’Autorità Palestinese sta ancora cercando l’unità con il gruppo terroristico Hamas e potrebbe tenere colloqui con il gruppo a Mosca il 26 febbraio.


“La Russia ha invitato tutte le fazioni palestinesi che si incontreranno il 26 di questo mese a Mosca. Vedremo se Hamas è pronto a scendere in campo con noi”, ha detto alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Il Papa invita a pregare per il Sudan, l’Africa e dove si combatte in Europa

Il Papa invita a pregare per il Sudan, l’Africa e dove si combatte in EuropaCittà del Vaticano, 18 feb. (askanews) – Nuovo appello per la pace di Papa Francesco al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro. Al termine della preghiera mariana, infatti, il pontefice ha voluto ricordare che sono “passati ormai dieci mesi dallo scoppio del conflitto armato in Sudan che ha provocato una gravissima situazione umanitaria. Chiedo di nuovo – ha poi aggiunto – alle parti belligeranti di fermare questa guerra che fa tanto male alla gente e al futuro del paese”. “Preghiamo perché trovino presto vie di pace per costruire l’avvenire del caro Sudan. La violenza contro popolazioni inermi la distruzione di infrastrutture, di insicurezza dilagano nuovamente nella provincia del Kuvu, in dove nei giorni scorsi è stata anche incendiata la cattolica di Nostra Signora dell’Africa. Preghiamo perché la pace torni in quella regione martoriata”.


“E per favore – ha concluso Francesco – non dimentichiamo tanti altri conflitti che insanguano il continente africano e molti parti del mondo e dell’Europa, come la Palestina e l’Ucraina”. Papa Francesco ha salutato, al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro, la rappresentanza del movimento degli agricoltori presenti tra i fedeli per ascoltarlo.


Una presenza, annunciata nei giorni scorsi e che Francesco non ha voluto ignorare al momento dei saluti. Da parte loro, gli agricoltori hanno voluto donare al Papa uno dei loro mezzi, giunti fino a Roma.

Secondo la Bild Navalny doveva essere scambiato con “l’assassino del Tiergarten”

Secondo la Bild Navalny doveva essere scambiato con “l’assassino del Tiergarten”Milano, 18 feb. (askanews) – La tedesca Bild sostiene che Aleksei Navalny sia morto poco prima di una sua liberazione con uno scambio di detenuti tra Usa, Russia e Germania. “Secondo le informazioni della Bild era in corso uno scambio di prigionieri tra Mosca, Washington e Berlino. Putin voleva recuperare ‘l’assassino del Tiergarten’, l’agente che uccise un oppositore del regime, a Berlino nel 2019. Ne ha anche accennato pubblicamente in un’intervista a Tucker Carlson. Si diceva che Putin avrebbe dovuto rilasciare in cambio Navalny” scrive il media tedesco. “Poi è arrivato il 16 febbraio. Nel suo inimitabile cinismo, il governo russo ha scelto parole gentili e preoccupate per l’uomo che aveva torturato a morte o deliberatamente assassinato. Navalny ‘si è sentito male dopo una passeggiata e ha perso conoscenza quasi immediatamente’. I soccorritori ‘hanno fatto di tutto’ per salvarlo. Ora ‘si stanno accertando le cause della morte’” scrive il giornale.


Con ‘l’assassino del Tiergarten’ si indica Vadim Krasikov, sicario accusato di aver freddato un dissidente georgiano-ceceno nel parco del Tiergarten, detenuto in Germania. Uno scambio con lui era stato accennato anche per liberare il giornalista Evan Gershkovich in carcere in Russia. Lo stesso Putin – nella recente intervista al trumpiano Tucker Carlson – ha detto che la trattativa per lo scambio di prigionieri va avanti, e coinvolge anche un Paese alleato che potrebbe essere proprio la Germania. Zelimkhan Khangoshvili è stato assassinato nel Kleiner Tiergarten, un parco a Berlino, dall’agente dell’FSB Vadim Krasikov. Era un georgiano di etnia cecena, ex comandante di plotone della Repubblica cecena di Ichkeria durante durante la seconda guerra cecena e ufficiale militare georgiano durante la guerra russo-georgiana del 2008. Sarebbe diventato una fonte di informazioni per i servizi segreti georgiani identificando le spie russe e i jihadisti che operavano sul suolo nazionale ed estero agli agenti dei servizi segreti georgiani. Khangoshvili era considerato un terrorista dal governo della Federazione Russa.

Il primo ministro Anp Shtayyeh chiede che sui due Stati si passi dalle parole ai fatti

Il primo ministro Anp Shtayyeh chiede che sui due Stati si passi dalle parole ai fattiMonaco di Baviera, 18 feb. (askanews) – “Abbiamo bisogno di muoverci dalle discussioni sulla soluzione dei due Stati all’attuazione della soluzione dei due Stati. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno adesso”. E’ quanto ha spiegato oggi il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh, durante il suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. “Vogliamo vedere la fine di questa atrocità” nella Striscia di Gaza. “Vogliamo il rilascio di tutti gli ostaggi e vogliamo vedere la fine di questo conflitto”. E’ quanto ha detto oggi il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh durante il suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che si chiude oggi.


“Ci stiamo confrontando con vari attori internazionali – Usa, Qatar, Egitto ed Europa – per trovare una soluzione”, ha aggiunto il primo ministro dell’Anp.”Tutti i nostri occhi sono puntati sulla sofferenza dei palestinesi sia a Gaza che in Cisgiordania. Ciò che serve immediatamente è un cessate il fuoco, e ancor più, consentire gli aiuti internazionali a Gaza”, ha detto Shtayyeh.

Putin: quanto accade in Ucraina è per noi “questione di vita o di morte”

Putin: quanto accade in Ucraina è per noi “questione di vita o di morte”Roma, 18 feb. (askanews) – Tutto ciò che accade in Ucraina è per la Russia “una questione di vita o di morte” e riguarda “il destino” del Paese, mentre per l’Occidente è solo una questione di posizione tattica: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin commentando un passaggio della sua recente intervista con il giornalista americano Tucker Carlson.”Penso che per noi stessi, e ancor di più per gli ascoltatori e i telespettatori all’estero, sia importante capire il corso dei nostri pensieri, capire la nostra condizione, capire quanto sia sensibile e importante per il nostro Paese tutto ciò che sta accadendo in direzione ucraina. Per loro (l’Occidente, ndr), questo è un miglioramento della loro posizione tattica. Mentre per noi è il destino, è una questione di vita o di morte”, ha detto Putin, citato dalla Ria Novosti.

Tennis, Sinner in finale a Rotterdam alle 15.30 contro De Minaur

Tennis, Sinner in finale a Rotterdam alle 15.30 contro De MinaurRoma, 18 feb. (askanews) – Jannik Sinner a caccia del suo 12° titolo Atp. Il futuro n°3 del ranking (record azzurro) se la vedrà con Alex De Minaur, n° 11 del ranking, nella finale del torneo ATP 500 di Rotterdam (ore 15.30 sul Centrale). Bilancio schiacciante per l’altoatesino nei precedenti con l’australiano: 6 vittorie su 6, con l’unica battuta d’arresto caratterizzata da un ritiro, al Masters di Parigi-Bercy, lo scorso novembre. L’ultimo incrocio, invece, è la finale di Coppa Davis dove Sinner trionfò nel suo singolare con il punteggio di 6-3, 6-0. Obiettivo per l’azzurro riscattare il ko nella finale dello scorso anno, rimediata contro Medvedev.


“Mi sono sentito molto meglio in campo rispetto a ieri – le sue parole dopo il match di semifinale – Nella sessione di allenamento ho provato quei colpi che mi potevano essere utili stasera contro Griekspoor ed ho cercato di trovare il ritmo giusto”. Tante le palle-break (6 su 6) annullate dall’azzurro: “In quei momenti sono particolarmente concentrato ma forse sarebbe molto meglio non offrirne così tanteà. Ho servito molto bene in quelle occasioni e questo ha aumentato la mia confidenza e la mia fiducia. Contro De Minaur sarà una bella sfida: sono fiducioso ma ci sono ancora un paio di cose da mettere a punto”. “Sì, essere numero 3 vuol dire tanto per me e per l’Italia, ma come dico sempre la cosa importante è muovere il tennis italiano in una direzione dove molti più ragazzi possano cominciare praticare questo sport. Voglio essere un esempio e credo che questo abbia un peso un po più importante”. A dirlo è il tennista Jannik Sinner che alle 15.30 giocherà la sua finale al torneo di Rotterdam. “Alla fine 3 è solo un numero. – ha poi aggiunto – Quella di stasera è stata la miglior partita del torneo, nel momento più difficile: ho cercato di essere pronto e aggressivo sin da subito e penso di esserci riuscito. Ho colpito alla grande nei primi punti e le cose sono andate bene”.

In Russia oltre 400 fermi fra coloro che commemoravano Navalny

In Russia oltre 400 fermi fra coloro che commemoravano NavalnyMilano, 18 feb. (askanews) – Mentre a Mosca non si ferma il flusso di persone che vanno a portare un fiore su monumenti contro la repressione, secondo la Ong Ovd Info in Russia, almeno 401 persone sono state arrestate in occasione delle commemorazioni del politico di opposizione Aleksei Navalny, morto venerdì in carcere in base alle informazioni diffuse dalla colonia penale dove era rinchiuso.


La cifra dei 401 proviene dai dati del gruppo Ovd Info che considera la morte di Navalny un “omicidio politico” e che segue da vicino la situazione della libertà di parola e di riunione in Russia. Negli ultimi mesi ci sono sempre più notizie secondo cui le persone perseguitate per motivi politici vengono regolarmente collocate in una cella di punizione.Ciò ha colpito non solo Navalny, che ha trascorso 226 giorni in una cella di punizione, ma anche il deputato Aleksei Gorinov, il politico Vladimir Kara-Murza, l’attivista di sinistra Daria Polyudova, la giornalista Maria Ponomarenko, il padre di Masha Moskaleva Alexei e altri detenuti.


Nel 2023, almeno 40 persone condannate per casi politicamente motivati sono state rinchiuse in una cella di punizione, dice Ovd Info. In media vi hanno trascorso 15 giorni. Molti sono stati messi in isolamento più volte: in totale ci sono 82 casi di questo tipo, per 65 di essi è nota la durata della reclusione. Nel 2023 i “prigionieri politici” hanno trascorso in cella di punizione 1.015 giorni, ovvero quasi tre anni.

Navalny, oltre 400 fermi in Russia, da domani 96 processi

Navalny, oltre 400 fermi in Russia, da domani 96 processiMilano, 18 feb. (askanews) – Mentre a Mosca non si ferma il flusso di persone che vanno a portare un fiore su monumenti contro la repressione, secondo la Ong Ovd Info in Russia almeno 401 persone sono state arrestate in occasione delle commemorazioni del politico di opposizione Aleksei Navalny, morto venerdì in carcere in base alle informazioni diffuse dalla colonia penale dove era rinchiuso. Da domani inizieranno 96 processi in tutto il Paese per casi meramente di stampo politico.


Le cifre provengono dai dati del gruppo Ovd Info che considera la morte di Navalny un “omicidio politico” e che segue da vicino la situazione della libertà di parola e di riunione in Russia. Negli ultimi mesi ci sono sempre più notizie secondo cui le persone perseguitate per motivi politici vengono regolarmente collocate in una cella di punizione. Ciò ha colpito non solo Navalny, che ha trascorso 226 giorni in una cella di punizione, ma anche il deputato Aleksei Gorinov, il politico Vladimir Kara-Murza, l’attivista di sinistra Daria Polyudova, la giornalista Maria Ponomarenko, il padre di Masha Moskaleva Alexei e altri detenuti.


Nel 2023, almeno 40 persone condannate per casi politicamente motivati sono state rinchiuse in una cella di punizione, dice Ovd Info. In media vi hanno trascorso 15 giorni. Molti sono stati messi in isolamento più volte: in totale ci sono 82 casi di questo tipo, per 65 di essi è nota la durata della reclusione. Nel 2023 i “prigionieri politici” hanno trascorso in cella di punizione 1.015 giorni, ovvero quasi tre anni.

Vino, a “Slow Wine Fair 2024” tanti incontri e confronti con esperti

Vino, a “Slow Wine Fair 2024” tanti incontri e confronti con espertiMilano, 18 feb. (askanews) – Si arricchisce il programma di eventi che animeranno la Slow Wine Fair 2024, terza edizione della manifestazione dedicata al vino buono, pulito e giusto che si terrà a BolognaFiere dal 25 al 27 febbraio.


Tra le degustazioni ai banchi di assaggi di quasi un migliaio di produttori e tante, interessanti, masterclass, non mancano infatti convegni, presentazioni e incontri che vedono esperti, produttori, docenti e autori confrontarsi sulle principali istanze legate al panorama vitivinicolo internazionale. Momenti di riflessione in cui scambiarsi idee su buone pratiche e obiettivi futuri, ma soprattutto conoscere storie ed esperienze virtuose che stanno tracciando nuove strade nel mondo della viticoltura da un punto di vista ambientale, culturale e sociale. Lo “Spazio Reale Mutua” (padiglione 15), sostenitore ufficiale di Slow Food Italia e main partner dell’evento, ospiterà conferenze in cui esplorare le diverse sfaccettature della sostenibilità in campo vinicolo, e il 26 febbraio alle 11 la cerimonia del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow , in cui saranno attribuiti 32 riconoscimenti a tutte quelle realtà che si distinguono per la loro carta dei vini territoriale o tematica.


Gli incontri della “Demeter Arena” (padiglione 20) daranno invece spazio alle molteplici esperienze di produttrici e produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition. Dalle montagne del Tauro in Turchia, dove Heritage Vines of Turkey è impegnata nella salvaguardia di vecchi vigneti sull’orlo dell’estinzione, ai villaggi dei distretti di Shamakhi e Ismailli, in Azerbaigian, dove a quote comprese tra i 700 e gli 800 metri sopra il livello del mare, si coltiva l’uva madrasa, Presidio Slow Food, per finire in Abruzzo, dove la Comunità dei viticoltori teatini è impegnata nel portare avanti e promuovere valori legati all’artigianalità della produzione e alla sostenibilità ambientale e sociale. La “Demeter arena” sarà anche il luogo in cui saranno messi a fuoco alcuni dei temi portanti di questa edizione assieme ad alcuni dei massimi esperti del settore. Tra i protagonisti Adriano Zago, consulente e formatore, fondatore e direttore di Cambium formazione, primo master internazionale in biodinamica per il vino e vignaiolo, e Lydia e Claude Bourguignon, microbiologi dei suoli e vignaioli che da oltre 30 anni aiutano i vigneron a curare i loro terreni. Nei loro interventi sarà approfondito il concetto di suolo sano, tra fertilità e rigenerazione, ma anche i fattori che determinano il terroir di differenti produzioni agricole, quali la biodiversità microbica, le sue caratteristiche geologiche e i suoi nutrienti. In “Casa Slow Food” (padiglione 15a), sostenuta da ICPI, saranno infine illustrate alcune storie che stanno contribuendo a cambiare l’approccio verso il sistema vitivinicolo e non solo. Si comincia il 25 febbraio alle 13 con “Intrepide” di Laura Donadoni, la raccolta pubblicata da Slow Food Editore che analizza il ruolo della donna nel mondo del vino, partendo dall’esperienza personale delle protagoniste, per aprire una riflessione più ampia sulla discriminazione di genere e sul bisogno di lottare per un sistema più inclusivo e sostenibile. Il 25 febbraio alle 17 toccherà al Manuale di viticoltura biodinamica di Terra Nuova Edizioni, frutto del lavoro ventennale di Adriano Zago , riunisce indicazioni, suggerimenti, esperienze di successi e condivisioni di aspetti critici, attraverso l’esperienza concreta di aziende viticole biodinamiche italiane e internazionali. Presente anche Massimo Montanari, uno dei massimi storici dell’alimentazione, che il 26 febbraio alle 15, attraverso il suo libro “Amaro. Un gusto italiano”, esplora questo tratto distintivo della nostra cultura, scavando tra fonti letterarie e trattati di botanica, agricoltura, cucina, dietetica.