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Europarlamento, grandi manovre a destra in vista delle Europee

Europarlamento, grandi manovre a destra in vista delle EuropeeBruxelles, 12 feb. (askanews) – A cinque mesi dalla elezioni europee del 6-9 giugno, e nel pieno di uno scontro elettorale partito in forte anticipo, si prospettano equilibri del tutto nuovi tra i gruppi politici del Parlamento europeo, mentre cambiano le strategie delle alleanze.


Tutti i sondaggi danno in forte aumento i due gruppi a destra del Ppe, quello sovranista (Conservatori e Riformisti europei, Ecr) di cui fa parte l’Fdi, e quello dell’estrema destra nazionalista Id (‘Identità e Democrazia), in cui siedono gli eletti della Lega, nonché i francesi del Rassemblement national di Marine Le Pen e i tedeschi dell’Afd (Alternativa per la Democrazia). Le ultime rilevazioni (di Europe Elects e di Euractiv) prevedono tra 80 e 81 seggi per l’Ecr, rispetto agli attuali 68 (da 17 paesi), e tra 92 e 93 per Id, rispetto agli attuali 59 (da 8 paesi). L’Ecr, oggi quinto gruppo più numeroso, diventerebbe il quarto, mentre Id passerebbe addirittura dal sesto al terzo posto, a danno del gruppo Renew (Liberaldemocratici) che è dato in forte discesa (una ventina di seggi in meno) e passerebbe dall’attuale terzo al quinto posto, con poco più di 80 seggi.


Tuttavia, una serie di manovre in corso, o previste immediatamente dopo le elezioni, potrebbero aumentare considerevolmente il numero di partiti aderenti e il peso del gruppo Ecr, che non è escluso riesca così a superare Id, sottraendogli il terzo posto. Lo dimostra il recente ingresso nell’Ecr di uno dei due eurodeputati del partito di estrema destra francese ‘Reconquete’, e l’apertura a un’intesa con il partito del premier ungherese Viktor Orbßn, Fidesz, che probabilmente entrerà nel gruppo dopo le elezioni. Il Ppe, anche se in calo dagli attuali 182 seggi, resterebbe il primo gruppo politico con 178 eurodeputati. Manterrebbero la seconda posizione, con 143 eurodeputati, anche i Socialisti e Democratici (S&D), sebbene con una decina di seggi in meno rispetto a oggi.


I sondaggi prevedono una dura sconfitta dei Verdi, che passerebbero dall’attuale quinto posto (74 seggi) al sesto (50 eurodeputati). Resta aperta la possibilità che dopo le elezioni entri finalmente nel gruppo ecologista la pattuglia del M5S, oggi tra i non iscritti, sempre che cada la contrarietà dei Verdi tedeschi, o che i pentastellati, spazientiti dal lungo periodo in sala d’attesa, non chiedano di entrare in altre famiglie politiche (S&D o Renew). Il M5S negli ultimi sondaggi italiani è dato attorno al 17%, la stessa percentuale del 2019, quando prese 14 seggi. Non dovrebbe cambiare molto, infine, per il gruppo della Sinistra, il più esiguo dei sette gruppi europarlamentari, dato in leggero calo (dagli attuali 41 a 37 seggi). Va sottolineato tuttavia che alle prossime elezioni aumenterà il numero totale degli eurodeputati, dagli attuali 705 a 720, e la maggioranza assoluta passerà da 353 a 361 voti. Questo, insieme al fatto che le elezioni europee si svolgono con il sistema proporzionale, diversamente dalle elezioni nazionali in molti paesi, potrebbe comportare delle sorprese rispetto alle previsioni degli attuali sondaggi. In questo quadro, è importante notare le diverse strategia delle alleanze per il dopo-elezioni che stanno emergendo soprattutto al centro e a destra, mentre a sinistra non sembra esserci alcun cambiamento di paradigma rispetto alla volontà di ricostituire l’alleanza europeista con il Ppe che ha caratterizzato la cosiddetta ‘maggioranza Ursula’ in questa legislatura. Con la volontà di collaborare, quando è possibile, con l’Ecr, ma mantenendo il ‘cordone sanitario’ nei riguardi dell’ultradestra di Id. Il cambiamento di strategia più importante è quello già in atto da parte del Ppe, iniziato dopo le elezioni locali in Olanda della primavera scorsa che diedero, a sorpresa, la vittoria al ‘Partito di Contadini’ e segnarono l’inizio dell’ondata contraria all’attuazione dell’ultima parte del grande progetto legislativo del Green Deal. Un’ondata che il Ppe guidato da Manfred Weber (con il notevole apporto di un’altra esponente di spicco del gruppo, l’olandese Esther De Lange) ha cavalcato schierandosi decisamente a destra, e votando su molte misure, nelle commissioni parlamentari e in plenaria, non solo con l’Ecr e con una parte minoritaria di Renew, ma anche con Id, contro l’alleanza ecologista di centro sinistra. La strategia di Weber, già vista all’opera, non è affatto quella di creare una nuova alleanza stabile di centro destra, compresa la destra estrema e senza i Socialisti, come vorrebbero Id e una parte dell’Ecr, ma punta semmai a ridare centralità assoluta al Ppe nel costituire di volta in volta maggioranze diverse, a seconda dei temi in discussione e delle misure sottoposte al voto della plenaria. L’obiettivo è di fare in modo che la prossima presidenza della Commissione europea debba chiedere il sostegno e i voti per le proprie proposte direttamente al Ppe, e non più a una riedizione della ‘maggioranza Ursula’, in cui le priorità dei Popolari potevano essere messe in minoranza e marginalizzate.


Questo disegno sembra essere stato ben compreso dalla premier italiana e leader dell’Ecr Giorgia Meloni, che ha già segnalato di non condividere affatto la pretesa dei suoi alleati di governo della Lega di ricreare anche in Europa la coalizione di maggioranza italiana (anche perché difficilmente Ppe, Ecr e Id avrebbero la maggioranza assoluta a Strasburgo). Se e quando sarà necessario, a partire dal voto di fiducia alla nuova Commissione, l’Ecr voterà, insieme al Ppe, anche con i Socialisti (oltre che, naturalmente, con i Liberali di Renew) e non con l’estrema destra. Soprattutto se, come appare sempre più probabile, a guidare la nuova Commissione sarà ricandidata Ursula von der Leyen, che, dopo una prima fase difficile nei rapporti con Weber, sembra ora essersi allineata con la nuova strategia del Ppe. E’ anche in questo contesto che vanno visti gli ottimi rapporti della premier italiana con l’attuale, e probabilmente anche futura, presidente della Commissione. Sarà importante, tuttavia, per l’Ecr, avere la forza e la credibilità necessarie per essere associato nel modo più stabile possibile alla strategia di Weber, in modo che anche il gruppo di Meloni possa assumere, almeno in parte, la nuova centralità a cui punta il Ppe. Svolgendo in cambio un ruolo stabilizzatore, di moderazione e integrazione completa del movimento sovranista nel mainstream europeo dei negoziati politici e delle alleanze. Per avere più forza politica, l’Ecr dovrà non solo avere i risultati elettorali brillanti che tutti si aspettano alle elezioni, ma anche aumentare il numero di partiti nazionali aderenti al gruppo; per avere la credibilità necessaria per l’alleanza con il Ppe, i Conservatori dovranno garantire la continuità della linea atlantista, anti russa e pro-Ucraina, di Giorgia Meloni, e un atteggiamento non anti europeo, ma anzi favorevole al rafforzamento dei progetti per la politica estera, di sicurezza e di difesa comune, e per la cosiddetta ‘autonomia geostrategica’ dell’Europa. Il sovranismo dei Conservatori resterà anti-federalista, ma si esprimerà piuttosto nel reclamare più ‘sussidiarietà’ in alcuni settori della politica interna dell’Ue, come le politiche ambientali. Per affermare questa linea e convincere le componenti più radicalmente sovraniste del suo gruppo, Giorgia Meloni sarà chiamata a esercitare le capacità di mediazione che ha già dimostrato a livello europeo. Il suo ruolo nel convincere Orbßn a togliere il veto agli aiuti da 50 miliardi di euro all’Ucraina, all’ultimo Consiglio europeo, è stato riconosciuto da tutti. Appare molto fondata la tesi secondo cui, in cambio, la premier si sarebbe impegnata a fare quanto sarà necessario per assicurare a Orbßn l’ingresso nell’Ecr di Fidesz (che in Ungheria viaggia sul 40% dei consensi) dopo le elezioni europee. Dalla sua uscita dal Ppe tre anni fa (decisa da Orbßn per evitare l’espulsione, dopo due anni di sospensione) il partito ungherese era rimasto tra i non iscritti, perdendo molto del suo potere nel Parlamento europeo. Resta da vedere se Orbßn e i suoi eurodeputati accetteranno di continuare a moderare le loro posizioni filorusse e fortemente anti europee. L’adesione al gruppo dei Conservatori di Nicolas Bay, del partito ‘Reconquete’ guidato da Eric Zemmour, fa parte della strategia di rafforzamento dell’Ecr, che in questo modo sarà rappresentato finalmente anche in Francia. L’altro eurodeputato di Reconquete, Gilbert Collard, è rimasto per ora tra i non iscritti, ma dopo le elezioni si prevede che i seggi del partito francese aumenteranno a sei. Sembra che l’operazione sia stata condotta direttamente dagli eurodeputati di Fdi, il vicepresidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, e Vincenzo Sofo, marito della vicepresidente di Reconquete, Marion Maréchal, che è nipote di Marine Le Pen e guiderà la lista elettorale europea. Un altro partito di destra che potrebbe entrare nel gruppo Ecr, probabilmente dopo le elezioni, è quello dell’Alleanza per l’Unità della Romania (Aur). Fondato recentemente (nel 2019), l’Aur si è affermato con il 9% alle elezioni politiche romene del 2020 e i sondaggi lo danno oggi al 20% (a giugno potrebbe avere una decina di eurodeputati eletti). Più che l’atteggiamento riguardo a Russia e Ucraina, il problema che potrebbe porsi con l’Aur è il suo nazionalismo radicale, che comprende rivendicazioni romene sulla Moldova, paese candidato all’adesione all’Ue. Integrando questi nuovi partiti nazionali, l’Ecr rischia comunque di perdere dei pezzi. Il Partito civico democratico ceco (Ods), uno dei membri fondatori dell’Ecr, è contrario all’adesione di Fidesz, sostiene che le posizioni di Orbßn non hanno nulla in comune con i valori del gruppo, e minaccia di andarsene se entreranno gli ungheresi. Il disagio per lo spostamento a destra che si preannuncia con l’ingresso di Fidesz e di Reconquete è stato segnalato anche dagli eurodeputati del partito nazionalista fiammingo N-va, che potrebbe lasciare il gruppo Ecr e chiedere di entrare nel Ppe. L’Ecr, fondato nel 2009 dai Conservatori britannici, dallo stesso Ods ceco e dal Pis polacco (‘Legge e Giustizia), si è progressivamente spostato più a destra, dopo la Brexit, con la radicalizzazione del Pis e con le adesioni del partito spagnolo Vox e del ‘Partito dei Finlandesi’. Un altro problema è l’ostilità contro il Pis all’interno del Ppe (soprattutto da parte dell’attuale primo ministro polacco, Donald Tusk), mentre esponenti di Renew hanno annunciato di non voler negoziare con l’Ecr se Reconquete ne farà parte. Anche il gruppo Id si prepara ad accogliere nuove forze politiche nazionali di estrema destra. Dovrebbero entrarci gli eletti del Partito della Libertà’ (Pvv) di Geert Wilders (che non aveva eurodeputati finora, ma è diventato il primo partito in Olanda alle elezioni politiche del 2023), e quelli del partito populista portoghese ‘Chega!’ (Basta!) che tre anni dopo la sua fondazione ha ottenuto 12 seggi (il 7,2%), nelle elezioni nazionali del 2022. Tuttavia, anche nell’estrema destra cominciano a esserci problemi interni: dopo che l’Afd ha esposto il suo progetto di ‘remigrazione’ (l’espulsione dei migranti e dei cittadini tedeschi di origine straniera), che ha suscitato decine di manifestazioni di protesta in tutta la Germania, la leader del Rassemblement national, Marine Le Pen ha parlato di una possibile scissione nel gruppo, in cui l’Rn francese sarà il primo partito dopo le elezioni (e il partito più votato in Francia).

Rinnovabili, Atelli: ok Mic a impianto eolico offshore isole Egadi

Rinnovabili, Atelli: ok Mic a impianto eolico offshore isole EgadiRoma, 12 feb. (askanews) – “Il Ministero della cultura ha espresso a inizio febbraio parere positivo su un impianto offshore per la produzione di energia eolica, al largo delle Egadi, oltre le 12 miglia, di tipo flottante, da 250 MW. Questo parere segue quello – positivo – che abbiamo espresso, come Commissione Pnrr Pniec del Mase, nell’ottobre scorso, sullo stesso impianto. Registro come fatto molto positivo questa sintonia di vedute fra Ministeri, che spero possa – nel rigoroso rispetto dei ruoli – trovare in futuro nuove occasioni di conferma”. Lo dichiara Massimiliano Atelli, presidente Commissioni Tecniche Via-Vas e Pnrr-Pniec (Mase)

Formula1, martedì presentazione della Ferrari: più giallo nei numeri

Formula1, martedì presentazione della Ferrari: più giallo nei numeriRoma, 12 feb. (askanews) – A 24 ore dalla presentazione della nuova Ferrari SF-24, la scuderia del Cavallino ha voluto regalare una nuova anticipazione ai suoi tifosi. Dopo aver svelato nei giorni scorsi le tute per la stagione 2024, l’ultimo ‘spoiler’ offerto dal team di Maranello riguarda i numeri che campeggeranno sulla monoposto. Il colore del numero infatti resta bianco – come era nel 2023, mentre nel 2022 era nero – ma la bordatura passa al giallo. Lo storico ‘giallo Modena’ ferrarista negli ultimi anni è tornato prepotentemente di moda, come testimoniarono le ormai celebri tute di Monza 2022 e anche diversi riferimenti fatti sempre su tute e indumenti durante la passata stagione

Comunali Bari, Decaro: nel centrosinistra resta aperta ipotesi primarie

Comunali Bari, Decaro: nel centrosinistra resta aperta ipotesi primarieRoma, 12 feb. (askanews) – Per la scelta del candidato sindaco di Bari del centro sinistra, “nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra il candidato del Pd e di alcune liste civiche, Vito Leccese, e il candidato della parte più a sinistra della nostra coalizione, l’avvocato Michele Laforgia. Spero che i due riescono a trovare un’intesa o magari accordarsi per le primarie che però da una parte della coalizione non si vogliono fare”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al Corriere Tv.

Protesta trattori, Tajani su Irpef: lavoriamo per fare di più

Protesta trattori, Tajani su Irpef: lavoriamo per fare di piùRoma, 12 feb. (askanews) – “C’è una base minima, che è quella dei 10 mila euro, se si può ottenere di più meglio, noi stiamo lavorando. Avevamo chiesto all’inizio come Forza Italia un’esenzione totale, però il problema riguarda i conti: con il ministro Giorgetti stiamo lavorando perché comunque si parta da una base di 10 mila e se si può ottenere di più meglio. Vedremo, bisogna sempre essere responsabili. Toccherà al ministro dell’economia fare una proposta e noi, con grande serietà, cercheremo di fare in modo che ci possa essere una esenzione”. Lo ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani, rispondendo a una domanda all’Irpef agricola a margine di una conferenza stampa.


“Già con la quota dei 10 mila euro – ha aggiunto il ministro degli Esteri – viene esentato l’80% delle aziende agricole, quindi già è un risultato molto importante. Ma questo ovviamente non basta, serve fare molto di più, serve una strategia complessiva”.

Al Gemelli uno studio sulla prevenzione cardiovascolare del futuro

Al Gemelli uno studio sulla prevenzione cardiovascolare del futuroRoma, 12 feb. (askanews) – Ha appena preso il via l’arruolamento dei volontari per il progetto INNOPREV (Approcci INNOvativi per una PREVenzione cardiovascolare personalizzata), promosso dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e finanziato dal Ministero della Salute, con i fondi del PNRR. Il progetto, coordinato da Stefania Boccia, responsabile della Sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Ordinario di Igiene generale e applicata e Vicedirettrice scientifica dell’IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, avrà una durata biennale e coinvolgerà anche altri due importanti centri italiani, l’AOU Policlinico Paolo Giaccone di Palermo e l’AOU Policlinico G. Rodolico – San Marco di Catania. “Lo studio – spiega la professoressa Boccia – ha lo scopo di fornire evidenze al Sistema Sanitario Nazionale sull’utilità di mettere in atto interventi innovativi di prevenzione cardiovascolare personalizzata”.


La partecipazione allo studio è riservata ai residenti nell’area metropolitana di Roma che vengono valutati presso l’Ambulatorio dedicato alla prevenzione primaria cardiovascolare, del quale è responsabile Giovanna Liuzzo, Direttore UOSD Cardiologia d’Urgenza di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e professore associato di Medicina Cardiovascolare, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma. “La prevenzione – spiega Liuzzo – rappresenta la strategia più importante di intervento. Identificare precocemente i soggetti a rischio e indirizzare gli interventi preventivi, informando adeguatamente le persone interessate su come adottare stili di vita ‘sani’ per contrastare l’insorgenza di ipertensione, di diabete e di ipercolesterolemia che, insieme al fumo e all’obesità, rappresentano i principali fattori di rischio per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, è pertanto cruciale per aumentare gli anni di ‘vita sana’ tra la popolazione anziana in crescita, contribuendo così ad alleviare l’onere socio-economico associato agli eventi cardiovascolari”. Il progetto INNOPREV utilizza uno score (un calcolatore di rischio) che, integrando i fattori di rischio classici (età, sesso, fumo, ipertensione, colesterolo, ecc), aiuta ad identificare i soggetti a maggior rischio di malattie cardiovascolari. Ma non solo. “Le più recenti linee guida – ricorda la professoressa Liuzzo – raccomandano di prendere in considerazione ulteriori fattori, cosiddetti ‘modificatori del rischio’ (rischio genetico, indagini di imaging come l’eco-color doppler delle carotidi e delle femorali o il calcium score coronarico per identificare l’aterosclerosi precoce). Queste informazioni aggiuntive serviranno a migliorare gli interventi di prevenzione, personalizzandoli sul singolo individuo e aumentando la sua aderenza ai cambiamenti dello stile di vita e alla terapia. “Anche ricorrendo alle tecnologie digitali -spiega la professoressa Liuzzo -. Queste ultime stanno infatti dimostrando un grande potenziale, come strumenti di supporto al medico per la gestione della salute del singolo individuo”. Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause globali di morbilità e mortalità. In Italia, sono oltre 136.000 i decessi attribuiti ogni anno a queste patologie, con le sindromi coronariche acute e l ‘ictus ischemico a rappresentare oltre un quinto dei decessi totali. Le malattie cardiovascolari sono anche tra le principali cause di disabilità cronica, che interessa milioni di persone in tutto il mondo.

Palazzo Chigi: non c’è nessuna ispezione Ue in Italia

Palazzo Chigi: non c’è nessuna ispezione Ue in ItaliaRoma, 12 feb. (askanews) – “Oggi non avrà luogo alcuna ispezione né visita di funzionari della Commissione europea in Italia ma una breve riunione a livello tecnico in videoconferenza”. E’ quanto affermano fonti di Palazzo Chigi, “in relazione ad alcune notizie apparse oggi sulla stampa in merito all’attività odierna della Commissione europea sull’applicazione dello stato di diritto in Italia”.


“Si tratta – proseguono le fonti – di un evento programmato da tempo e che si svolge ogni anno dal 2020 (data in cui è stato istituito questo esercizio) nel quadro di un attività che coinvolge tutti e ventisette gli Stati membri senza distinzione. Analoghe riunioni vengono svolte dalla Commissione europea in questo periodo dell’anno in tutti gli Stati membri. Gli argomenti oggetto di analisi sono gli stessi per tutti e riguardano la giustizia, la lotta alla corruzione, la libertà dei media e l’equilibrio tra i poteri. I colloqui di oggi fra alcuni funzionari della Commissione europea e quelli di alcune Amministrazioni italiane sono di breve durata e finalizzati ad un aggiornamento rispetto alle osservazioni già evidenziate dalla Commissione nei suoi rapporti degli anni precedenti e, da ultimo nel 2023. I colloqui di oggi sono assolutamente nella norma e sono finalizzati alla predisposizione da parte della Commissione europea del rapporto 2024 che verrà pubblicato nei prossimi mesi e che conterrà 27 capitoli dedicati allo Stato di diritto in ciascuno dei Paesi membri”. “Come in tutti gli altri settori, anche in questo esercizio la collaborazione fra l’Italia e la Commissione europea si sviluppa in un clima del tutto positivo e costruttivo”, concludono le fonti.

Formula1, Alonso: “Hamilton in Ferrari? Deve vincere”

Formula1, Alonso: “Hamilton in Ferrari? Deve vincere”Roma, 12 feb. (askanews) – “Forse Hamilton può portare alla Ferrari quello che manca per lottare per il titolo. È stata una sorpresa, Lewis era molto legato alla Mercedes. Non conosco i motivi che lo hanno spinto a farlo ma per il momento non me ne preoccupo: manca ancora un anno prima che salga sulla Rossa. Mi sembra che fino a due mesi fa non fosse nei suoi sogni da bambino guidare una Ferrari: aveva sogni diversi”. Parola di Fernando Alonso a margine della presentazione della Aston Martin. “Spero che si goda l’esperienza: vincere con la Ferrari è speciale ma… lì devi vincere – aggiunge – Magari porterà quello che manca per conquistare il Mondiale: è da qualche anno che la macchina è competitiva”.

Sanremo, Tajani: bene Ad Rai Sergio, ha riequilibrato situazione

Sanremo, Tajani: bene Ad Rai Sergio, ha riequilibrato situazioneRoma, 12 feb. (askanews) – “I messaggi devono essere sempre equidistanti”, nelle posizioni prese da Ghali e Dargen D’Amico a Sanremo sulla questione mediorientale “è mancato un messaggio a tutela degli ostaggi. Ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio che ha riequilibrato la situazione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di una conferenza stampa di Forza Italia alla Camera parlando delle polemiche seguite al festival.


“Il primo giorno – ha aggiunto – sembrava una scelta soltanto a favore di una parte, la seconda ha riportato equilibrio in una posizione che pendeva da una parte. E’ giusto dire basta con i morti civili palestinesi, ma allo stesso tempo è giusto dire che c’è un responsabile di tutto ciò che è accaduto. Non possiamo dimenticare le vittime innocenti israeliane, non possiamo non chiedere la liberazione degli ostaggi. Serve sempre da parte italiana grande equilibrio, se si vuole la pace – ha concluso Tajani – bisogna sempre lavorare in nome della giustizia”.

Tajani: non condivido le parole di Trump sulla Nato ma non entro nelle elezioni Usa

Tajani: non condivido le parole di Trump sulla Nato ma non entro nelle elezioni UsaRoma, 12 feb. (askanews) – “Non entro nella campagna elettorale degli Stati Uniti. Ovviamente non condivido quello che ha detto il candidato Trump però non tocca a me interferire nella campagna elettorale degli stati Uniti. Noi siamo amici e alleati degli Stati Uniti indipendentemente da chi sarà domani il presidente”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla Camera per una conferenza stampa di Fi.


“A noi quello che interessa è il rapporto strategico transatlantico con gli Stati Uniti, è stella polare della nostra politica estera come lo è l’Unione europea”, ha aggiunto. “C’è un tema fondamentale, che è quello della difesa europea. Noi sono anni che insistiamo sulla necessità di avere un esercito europeo, di avere una politica di difesa europea che sia parte integrante della politica estera europea” ha detto il ministro degli Esteri “Per contare anche all’interno della Nato bisogna essere credibili e l’Europa lo è se si da una politica estera e di difesa seria. E’ il modo migliore per dire agli Stati Uniti noi ci siamo, siamo nella Nato, ci crediamo, siamo degli interlocutori dello stesso livello”, ha aggiunto.