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M5s,Conte: Grillo schiaffeggia iscritti, vuole valere più degli altri

M5s,Conte: Grillo schiaffeggia iscritti, vuole valere più degli altriRoma, 26 nov. (askanews) – L’assemblea del Movimento cinquestelle “è stato un momento di profonda rigenerazione. Quest’onda di partecipazione ci fa guardare al futuro con fiducia in un clima di forte rinnovamento, con nuovi obiettivi strategici scelti e approvati dalla nostra comunità”. Lo afferma il leader M5s Giuseppe Conte in una intervista al Corriere della Sera nella quale sostiene che la richiesta di Beppe Grillo di ripetere il voto sulle modifiche statutarie “è una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto e che, peraltro, la maggioranza ha già bocciato proprio nell’ultima votazione”. “Ho rinunciato – aggiunge – a capire perché lui stia cancellando la sua storia e stia schiaffeggiando così palesemente tutti gli iscritti e tutto ciò per cui si è battuto in tanti anni”.


“I seguaci di Grillo – sostiene Conte – avevano già invitato a non votare. Il tentativo di boicottaggio già c’è stato, ma la maggioranza degli iscritti ha dimostrato di credere a quello che in passato Grillo ha sempre predicato, cioè il valore della democrazia. È paradossale che si rimangi la regola dell’uno vale uno, per affermare la regola che c’è uno che vale più di tutti gli altri messi assieme”. Nel merito, come pensa di spuntarla? “Potremmo affidarci pure noi ai cavilli giuridici e avviare un contenzioso per contestare questa arbitraria ripetizione del voto, ma preferisco avviare da subito i passi necessari per richiamare la nostra comunità al voto sulla rete e rimettere di nuovo a loro la libera espressione del voto democratico”, risponde. Inoltre, rilancia Conte, “il simbolo è del M5S, non appartiene né a me né a Grillo” e “non c’è mai stato lo scontro Conte-Grillo perché io non ho mai raccolto le sue provocazioni. Semmai lo scontro è quello di Grillo contro la sua comunità”, “ci sono stati ripetuti tentativi di Grillo di impedire alla comunità di esprimersi e ancora adesso, di fronte a un risultato così univoco che la comunità ha deciso sin dalla formulazione del quesito, lui sta contrastando la libera e democratica volontà espressa dalla nostra comunità”.

In Sicilia emergenza formica di fuoco, chiesto piano prevenzione

In Sicilia emergenza formica di fuoco, chiesto piano prevenzioneRoma, 26 nov. (askanews) – Alzare la soglia di attenzione sull’emergenza rappresentata dalla formica di fuoco (Solenopsis invicta), una specie aliena invasiva la cui recente scoperta in Sicilia ha portato la Commissione Europea ad avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia per la mancata gestione del fenomeno. La senatrice Daniela Ternullo e l’onorevole regionale Riccardo Gennuso (di Forza Italia) hanno presentato interrogazioni parlamentari, rispettivamente al Senato e all’Assemblea Regionale Siciliana, per chiedere un piano di prevenzione e monitoraggio, oltre alla previsione di indennizzi per gli agricoltori.


I recenti avvistamenti di 88 nidi a Siracusa, primo caso ufficiale in Europa, pongono infatti gravi rischi per biodiversità, salute pubblica ed economia regionale. La senatrice Ternullo ha sottolineato “la urgenza di un piano di prevenzione e monitoraggio, unito alla formazione degli agricoltori e dei cittadini nelle aree colpite”, mentre Gennuso ha ribadito la “necessità di prevedere indennizzi per gli agricoltori e misure di sostegno economico per mitigare i danni”. Entrambi i rappresentanti azzurri hanno espresso l’importanza di un’efficace collaborazione tra governo regionale e nazionale e la loro “piena fiducia nell’attenzione delle istituzioni, perché solo una strategia condivisa potrà garantire risultati concreti”. Hanno inoltre ribadito la necessità di interventi tempestivi, di una sensibilizzazione diffusa e di un coordinamento rafforzato con le autorità europee per proteggere la biodiversità siciliana e l’economia locale.


“La Sicilia – concludono Ternullo e Gennuso – già vulnerabile per le sue peculiarità climatiche e geografiche, non può affrontare da sola sfide di questo tipo ed è indispensabile il supporto di tutte le istituzioni per gestire l’emergenza e prevenire ulteriori danni al territorio e alle comunità”.

Coldiretti: bene record export olio italiano ma no a speculazioni

Coldiretti: bene record export olio italiano ma no a speculazioniRoma, 26 nov. (askanews) – E’ record storico in valore per le esportazioni di olio d’oliva italiano che nei primi otto mesi del 2024 hanno già superato i 2 miliardi di euro fatturati in tutto il 2023 grazie ad un aumento del 59% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ l’analisi Coldiretti/Unaprol su dati Istat sul commercio estero relativi a gennaio-agosto diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’olivo, varata dall’Unesco e promossa dal Coi il 26 novembre per celebrare un prodotto fondamentale per la Dieta mediterranea e per la salute. Circa un terzo del totale esportato in valore finisce negli Stati Uniti che rappresentano il primo mercato per l’olio d’oliva italiano, davanti a Germania e Francia.


Un successo trainato dalla nuova sensibilità verso il prodotto certificato 100% italiano che negli ultimi anni è ormai arrivato a rappresentare quasi quattro bottiglie di dieci tra quelle prodotto, secondo un’analisi Ismea. A livello di consumi l’extravergine Made in Italy non ha, infatti, registrato flessioni negli acquisti anche nelle annate di minor produzione, quando i prezzi sono inevitabilmente cresciuti, secondo Unaprol, a testimonianza di una accresciuta cultura dell’origine del prodotto che ha premiato coloro che hanno scommesso sulla tracciabilità e sulla trasparenza. L’olio extravergine d’oliva rappresenta un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, grazie all’impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali per garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia ha la leadership in Europa per il maggior numero di oli extravergini a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp). L’Italia è anche il primo consumatore mondiale di olio, con 8,3 litri all’anno a persona, oltre che il secondo produttore ed esportatore Dop.


Un patrimonio del Paese sul quale, sottolinea Coldiretti, bisogna però tenere alta la guardia rispetto al rischio di manovre speculative che hanno l’obiettivo di mettere all’angolo i produttori italiani di extravergine, costringendoli a vendere sottocosto. “In piena raccolta, l’olio extravergine d’oliva italiano è vittima di speculazioni sul prezzo all’origine, aggravate da un’impennata ingiustificata delle importazioni da Spagna, Portogallo, Tunisia e Turchia – denuncia David Granieri, Vice Presidente Coldiretti e Presidente Unaprol – Le grandi multinazionali puntano a dimezzare il valore del nostro oro verde, ma Coldiretti non accetta questo gioco al ribasso che penalizza olivicoltori e frantoiani, custodi della qualità del nostro prodotto. Un olio venduto a prezzi stracciati non è italiano né di qualità”. Per questo “contro frodi e speculazioni, chiediamo controlli severi per proteggere un prodotto unico, pilastro della Dieta Mediterranea e simbolo dell’Italia nel mondo. La filiera deve riconoscere un equo valore ai produttori: senza di loro, non esiste futuro per l’olio extravergine italiano”.


E sul futuro degli olivi italiani pesa anche la Xylella, arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina, che fino ad oggi ha contagiato oltre 21 milioni di piante.

Roche acquisirà Poseida Therapeutics, accordo da 1,5 miliardi dollari

Roche acquisirà Poseida Therapeutics, accordo da 1,5 miliardi dollariRoma, 26 nov. (askanews) – Il colosso farmaceutico svizzero Roche ha annunciato l’acquisizione di Poseida Therapeutics con sede a San Diego, negli Stati Uniti. L’accordo del valore di 1,5 miliardi di dollari, consente all’azienda elvetica di portare internamente il suo attuale partner con l’obiettivo di sviluppare terapie cellulari in oncologia, immunologia e neurologia. L’azione fa parte degli sforzi di Roche per rifornire la sua pipeline di farmaci e guidare la crescita delle vendite verso la fine del decennio.


Roche ha reso noto martedì di aver stipulato un accordo di fusione definitivo per acquisire Poseida Therapeutics per circa 1 miliardo di dollari, o 9 dollari ad azione, con pagamenti aggiuntivi correlati alle prestazioni del valore di 4,00 dollari ad azione che potrebbero portare il valore totale dell’accordo a circa 1,5 miliardi di dollati. Le azioni Poseida avevano chiuso a 2,86 dollari lunedì. Le due aziende collaborano dal 2022 per sviluppare terapie cellulari CAR-T per pazienti affetti da neoplasie ematologiche.


Le terapie cellulari CAR-T sono personalizzate per i singoli pazienti e vengono realizzate raccogliendo le cellule T del paziente stesso, un tipo di globuli bianchi, e riprogettandole in laboratorio per combattere i tumori. L’accordo include anche altri candidati alla terapia cellulare di Poseida Therapeutics, nonché capacità di produzione e tecnologie di piattaforma correlate.


Roche ha affermato che mira a creare la prossima generazione di terapie cellulari CAR-T pronte all’uso con potenziale per un uso commerciale più ampio. L’azienda spera che la prossima generazione di terapie possa essere fornita su larga scala con maggiore potenza e maggiore sicurezza, ha affermato. La transazione dovrebbe essere completata nel primo trimestre del 2025, ha affermato Roche.

Revenge porn, da Motorola e Telefono Rosa un progetto di education

Revenge porn, da Motorola e Telefono Rosa un progetto di educationMilano, 26 nov. (askanews) – Motorola, nell’ambito del progetto NonMiViolare.it, ha presentato i risultati dell’indagine, realizzata insieme a Nielsen sul tema del revenge porn, e i primi passi per combattere questo fenomeno, con la collaborazione di Telefono Rosa. NonMiViolare è un progetto di education sull’uso responsabile dello smartphone contro il revenge porn, realizzato in collaborazione con Telefono Rosa, la prima associazione italiana al fianco delle donne che dal 1988 offre supporto alle vittime di violenza, con il contributo di Polizia di Stato – Polizia Postale e con il supporto di AC Monza, Pallacanestro Varese e UYBA Volley. Il revenge porn, ovvero la divulgazione non autorizzata di immagini o video intimi, rappresenta una grave forma di violenza e può portare a gravi conseguenze psicologiche e fisiche. Telefono Rosa e Motorola hanno rilevato un gap di comunicazione nei confronti dei giovani su questi temi e da qui nasce l’esigenza di una campagna che possa raggiungere i ragazzi in modo efficace.


Il primo passo per combattere il revenge porn è l’analisi del fenomeno, portata avanti attraverso un’indagine realizzata dalla società di ricerca Nielsen, su ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 27 anni. Alcuni dei dati emersi sono allarmanti: un giovane su quattro conosce una vittima di questo reato, tema familiare al 92% degli intervistati. Nonostante la consapevolezza delle devastanti conseguenze psicologiche – come depressione, isolamento e persino suicidio – la percezione del rischio è sottostimata, con la metà dei giovani disposti a condividere nuovamente le proprie foto intime. Lo smartphone è lo strumento principale per il reato (90%), mentre il fenomeno del deepfake, le tecnologie che inseriscono il volto di una persona in contenuti pornografici senza il suo consenso, pur noto all’83%, è riconosciuto come reato in tutte le sue forme solo dal 52%. Preoccupante la scarsa propensione alla denuncia: meno della metà denuncerebbe conoscendo la vittima, e tra i giovani solo uno su quattro se si trattasse di un estraneo. Le donne intervistate mostrano maggiore consapevolezza dei segnali di pericolo rispetto agli uomini, che sottovalutano battute sulla diffusione di immagini o richieste insistenti di contenuti espliciti – fino a che non diventano pretese. I dati sottolineano anche una forte richiesta di informazioni: il 95% vuole maggiore consapevolezza sul fenomeno e il 79% desidera informazioni su come proteggersi. Queste ultime informazioni sono richieste specialmente dalle donne intervistate – una percentuale pari all’85% contro un 74% degli uomini. A questo link è disponibile un estratto che include ulteriori informazioni sui risultati ottenuti. Sulla base di questi dati, Motorola e le esperte di Telefono Rosa, con il contributo di Polizia di Stato, hanno realizzato una guida pratica, un booklet, digitale e smart, che offre in un linguaggio semplice ai giovani gli strumenti concreti per: comprendere cos’è il revenge porn, quali sono le sue implicazioni legali, fisiche e psicologiche; prevenirlo, promuovendo una cultura del rispetto e della consapevolezza online; reagire in caso di diffusione di immagini intime, indicando a chi rivolgersi e quali passi intraprendere per tutelarsi. Il materiale dell’indagine e della guida pratica è disponibile a partire da oggi, 20 novembre, sulla landing page NonMiViolare.it, uno spazio online sicuro dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, e sarà distribuito nelle scuole grazie alle attività formative di Telefono Rosa e al supporto dei partner coinvolti.


“In un’epoca in cui le attività dei brand hanno un impatto sulla percezione della collettività – ha detto Carlo Barlocco, Executive Director & General Manager Italy di Motorola Italia – le aziende hanno il dovere di contribuire a sostenere responsabilmente le cause sociali del Paese in cui operano, facendo leva sui propri valori e asset. È emersa l’importanza di educare e fornire gli strumenti per combattere il revenge porn. Con uno smartphone, basta soltanto un minuto per danneggiare la vita di una persona: è importante per Motorola prevenire con un contributo reale e tangibile, disponibile per tutti”. “Come donna, sono orgogliosa di promuovere questo progetto a difesa delle donne. È stato emozionante portarlo avanti, continuando un percorso, avviato l’anno scorso per fornire un sostegno pratico contro un grave reato come quello del revenge porn”, ha aggiunto Giorgia Bulgarella, Head of Marketing di Motorola Italia. “Siamo profondamente preoccupati dai dati emersi: un giovane su quattro conosce una vittima di revenge porn, e la metà di coloro che hanno condiviso foto intime lo rifarebbe, inconsapevoli del rischio. Per Motorola, come produttore di smartphone, è fondamentale promuovere un utilizzo responsabile di questi strumenti, proseguendo il nostro impegno contro questo reato, in particolare per la tutela delle giovani donne. Ringraziamo Telefono Rosa e i nostri partner per aiutarci a raggiungere i giovani, destinatari principali di questa importante iniziativa”.


“La prevenzione è un’arma importante in questa lotta – ha concluso Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente del Telefono Rosa -. Educare i giovani e le giovani al rispetto e alla parità è fondamentale. Come possiamo essere incisivi? Utilizzando i loro strumenti e il loro linguaggio. La tecnologia deve essere una nostra alleata e noi tutti dobbiamo essere capaci di sfruttarla per creare innovazione e non nuove forme di violenza. Usare responsabilmente lo smartphone oggi è necessario. Vogliamo che i giovani e le giovani sappiamo che cosa è la cyber violence e il revenge porn e che siano a conoscenza che ci sono modi per chiedere aiuto. I dati emersi ci hanno sottolineato quello che temevamo, i giovani e le giovani non sono consapevoli di quanto sia pericoloso il revenge porn e delle conseguenze gravi che provoca questo tipo di violenza. Per questo ringraziamo Motorola per questa collaborazione che ci ha permesso di fornire un sostegno pratico ed essenziale”.

Usa, archiviato il caso contro Trump per l’assalto a Capitol Hill

Usa, archiviato il caso contro Trump per l’assalto a Capitol HillRoma, 25 nov. (askanews) – Il giudice federale che sovrintende al procedimento penale di Donald Trump per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 a Washington ha formalmente archiviato il caso contro il presidente Usa eletto dopo che il procuratore speciale Jack Smith aveva chiesto di porre fine allo storico procedimento giudiziario.


Con una breve ordinanza, il giudice distrettuale americano Tanya Chutkan ha accettato di respingere le accuse, ma lo ha fatto in modo che possano essere ripresentate una volta terminato il periodo alla Casa Bianca di Trump. “Il licenziamento senza pregiudizio è anche coerente con l’interpretazione del governo secondo cui l’immunità concessa a un presidente in carica è temporanea e scade quando lascia l’incarico”, ha scritto il giudice. Smith aveva chiesto a Chutkan di archiviare il caso: “La posizione del Dipartimento (di Giustizia) è che la Costituzione richiede che questo caso venga archiviato prima che l’imputato venga insediato”, aveva scritto Smith in una dichiarazione del tribunale.


Esulta Trump: “Questi casi, come tutti gli altri casi che sono stato costretto ad affrontare – ha scritto in un post su X – sono vuoti e illegali e non avrebbero mai dovuto essere intentati. Oltre 100 milioni di dollari di dollari dei contribuenti sono stati sprecati nella lotta del Partito Democratico contro il loro avversario politico, ME. Niente di simile è mai accaduto nel nostro Paese prima. Hanno anche utilizzato procuratori distrettuali e procuratori distrettuali, come Fani Willis e il suo amante, Nathan Wade (che non aveva assolutamente alcuna esperienza in casi come questo, ma è stato pagato MILIONI, abbastanza per fare numerosi viaggi e crociere in giro per il mondo!), Letitia James, che in modo inappropriato, non etico e probabilmente illegale, ha fatto una campagna per “OTTENERE TRUMP” per vincere una carica politica, e Alvin Bragg, che non ha mai voluto intentare questa causa contro di me, ma è stato costretto a farlo dal Dipartimento di Giustizia e dal Partito Democratico. Fu un dirottamento politico e un punto basso nella storia del nostro Paese in cui una cosa del genere potesse accadere, e tuttavia, ho perseverato, contro ogni previsione, e HO VINTO. RENDIAMO L’AMERICA DI NUOVO GRANDE!”.

M5S, Conte: Grillo azzeccagarbugli dice “qui comando io”. Si rivota

M5S, Conte: Grillo azzeccagarbugli dice “qui comando io”. Si rivotaRoma, 25 nov. (askanews) – Gli iscritti del Movimento 5 stelle saranno novamente chiamati a votare sul referendum on line nel quale hanno deciso di cambiare una serie di regole dello Statuto, fra le quali l’esistenza della funzione del garante, finora affidata a Beppe Grillo. Lo ha confermato in un post sui suoi canali social il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, dopo che Grillo ha attivato i poteri dello Statuto che gli iscritti hanno deciso di modificare e chiedendo la ripetizione del voto.


“Care amiche, cari amici, ieri – ha sottolineato Conte – si è concluso il processo costituente con il più intenso e coinvolgente bagno di democrazia partecipata e deliberativa che sia mai stato realizzato da una forza politica. Ci siamo completamente rinnovati e ricaricati con tante, significative proposte per cambiare il Paese e guardare fiduciosamente al futuro. Ma Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio: ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al ‘qui comando io’ e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente”. “Come già nei precedenti tentativi di sabotaggio – ha proseguito l’ex presidente del Consiglio – ci sta dicendo che non conta più la regola democratica ‘uno vale uno’, perché c’è uno che vale più di tutti gli altri messi assieme. Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale, a cui noi del Movimento vogliamo offrire soluzioni e battaglie da vincere, non capricci e beghe personali del fondatore. Il ruolo dell’azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo”.


“Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Per questo, dateci qualche giorno, e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo. Avanti, ancora, insieme”, ha concluso Conte.

Basilicata, Amendola (Pd): crisi idrica, intervenga Protezione Civile

Basilicata, Amendola (Pd): crisi idrica, intervenga Protezione CivileRoma, 25 nov. (askanews) – “La palese incapacità gestionale dell’emergenza legata alla crisi idrica del bacino della Camastra da parte della regione Basilicata e del Commissario Bardi richiede un intervento della Protezione civile nazionale. Nelle comunità dei 29 Comuni si stanno registrando difficoltà senza precedenti, zone fino a 30 ore senza acqua e con ripristino del servizio annunciato e mai avvenuto e con nuove sospensioni già programmate. Sta mancando il rispetto verso le persone e la loro dignità. È per questo che la situazione sta diventando drammatica e vi è bisogno dì intervento immediato da parte delle autorità centrali di governo. Il caos continua, intervenga il ministro Musumeci”. Così il deputato dem, Enzo Amendola, in una nota.

Scioperi, garante: ridurre a 4 ore astensione trasporti del 29

Scioperi, garante: ridurre a 4 ore astensione trasporti del 29Roma, 25 nov. (askanews) – Ridurre a quattro ore la durata degli scioperi generali del prossimo 29 novembre, relativamente ai settori del trasporto passeggeri, dal momento che si profila “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. E’ la misura richiesta dalla commissione di garanzia sugli scioperi al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al fine di limitare entro una soglia di tollerabilità il pregiudizio dei cittadini utenti.


In una delibera approvata questo pomeriggio, la commissione ha segnalato al ministro delle Infrastrutture la concentrazione di una pluralità di scioperi, alcuni dei quali già indicati come illegittimi, rilevando che tale addensamento provoca un pregiudizio grave al diritto alla mobilità dei cittadini utenti. Venerdì 29 è in programma lo sciopero generale di 8 ore proclamato da Cgil e Uil.

Colle raccoglie allarme Corti Appello su Dl flussi, 30 giorni per nuove norme

Colle raccoglie allarme Corti Appello su Dl flussi, 30 giorni per nuove normeRoma, 25 nov. (askanews) – L’allarme lanciato dalle Corti d’Appello in vista del nuovo decreto paesi sicuri (inserito nel decreto flussi) ha trovato ascolto in extremis. Ed è il Quirinale ad aver colto l’esigenza dei presidenti delle Corti d’appello per avere un mese per organizzare il nuovo lavoro. Lunedì scorso con una lettera inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e al vice presidente del Csm Fabio Pinelli le toghe avevano chiesto di scongiurare “il disastro annunciato” e i “gravi esiti” derivanti dal trasferimento di competenze sui trattenimenti dei migranti, materia che la maggioranza trasferisce a quelle Corti togliendole alle sezioni immigrazione dei tribunali.


Fino a questa mattina tuttavia, il Parlamento non era al corrente dei cambiamenti tanto che nel corso della discussione generale in aula la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro dichiarava che “l’appello delle corti d’Appello e dell’Anm è frutto di una lettura poco attenta” perchè “il ripristino dei ricorsi contro il respingimento delle domande d’asilo in corte d’Appello nella versione orginaria del decreto flussi è stato soppresso con l’emendamento che trasferisce le convalide del trattenimento, un intervento che alleggerisce gli uffici evitando il sovraccarico per le corti”. Poche ore dopo però è proprio il governo a fare retromarcia. Al termine della discussione generale, nel primo pomeriggio, il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano chiede un ritorno del decreto in commissione per “correggere la norma transitoria”, quella che disciplina l’entrata in vigore di un provvedimento. Tra i due momenti evidentemente è intervenuta la moral suasion del Colle. E infatti dopo poco l’esecutivo invia una nota al Parlamento in cui spiega di aver omesso un dettaglio che incide sui tempi di applicazione, l’entrata in vigore per le Corti d’Appello necessita di una organizzazione. Una correzione di forma ma anche di sostanza, spiegano i tecnici, dopo la decisione del governo di affidare alle corti d’Appello il ricorso sulla decisione dei trattenimenti, misura adottata in grande fretta dopo il rientro in Italia di tutti i migranti destinati al centro costruito in Albania, ad opera dei tribunali di primo grado specializzati in immigrazione.


Il decreto “paesi sicuri”, approvato lo scorso 23 ottobre è quello che ha introdotto la novità del ruolo delle Corti d’Appello ma per ottenere un iter più spedito il testo è stato trasformato in un emendamento al più ampio provvedimento denominato decreto flussi, già all’esame della Camera, composto di 32 articoli, e che si occupa anche di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori. La trasposizione del decreto in emendamento ha prodotto il corto circuito che ha reso necessaria la correzione di oggi per dare appunto alle Corti d’Appello 30 giorni di tempo per avviare il nuovo lavoro sulla convalida dei trattenimenti. A nulla valgono le proteste delle opposizioni che abbandonano i lavori della commissione denunciando i “gravissimi strappi che annullano le corrette procedure democratiche. Prima procedono a tappe forzate, scrivendo norme improvvisate e palesemente sbagliate, poi pretendono di rimediare ai loro stessi errori con un tratto di penna e senza confronto parlamentare. Quello che fanno è gravissimo e va denunciato forte e chiaro”, dicono. Introdotta l’ultima modifica il governo ha posto la fiducia, domani il voto.