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Ue, la tanto discussa marcia indietro sul Green Deal è stata solo parziale

Ue, la tanto discussa marcia indietro sul Green Deal è stata solo parzialeRoma, 1 mar. (askanews) – La Commissione europea ha presentato il 26 febbraio il suo primo pacchetto (“Omnibus”) con una serie di proposte di modifica legislativa che mirano a ridurre e semplificare gli oneri burocratici delle imprese sottoposte agli obblighi di rendicontazione previsti da quattro normative del Green Deal: la direttiva sulla sostenibilità ambientale (Csrd), il regolamento sulla Tassonomia (ovvero i criteri di classificazione) degli investimenti “verdi”, la direttiva sulla “diligenza dovuta” (Csddd) nel controllo del rispetto delle norme socio-ambientali lungo tutta la catena del valore, e infine il regolamento Cbam sui dazi climatici (“Carbon Border Adjustment Mechanism”), che riguarda in particolare le importazioni di acciaio, ferro e alluminio, cemento e fertilizzanti. Il Cbam impone il pagamento di un dazio compensativo alle imprese che importano prodotti da paesi terzi in cui non ci sono normative equivalenti alla “borsa” europea (Ets) dei permessi di emissioni di CO2. L’obiettivo è evitare di sottoporre a una concorrenza sleale le imprese europee nei settori implicati, e prevenire il “carbon leakage”, ovvero la delocalizzazione delle industrie fuori dall’Ue per non pagare le quote di emissione.


Lo stesso giorno, la Commissione ha presentato anche la sua attesa comunicazione sul “Clean Industrial Deal” (“Patto sull’industria pulita”), che delinea un piano strategico con una roadmap per accompagnare la decarbonizzazione dell’industria, in particolare nei settori ad alta intensità energetica e in quelli che utilizzano tecnologie pulite (“clean tech”), con l’obiettivo di mantenere e rafforzare allo stesso tempo la competitività dei produttori europei, accompagnata da un “Piano d’azione sull’energia accessibile” per ridurre le bollette energetiche per l’industria, le aziende e le famiglie. Il piano d’azione prevede una accelerazione dell’introduzione di energie pulite (rinnovabili e nucleare), e dell’elettrificazione, il completamento del mercato interno dell’energia interconnesso, un ulteriore miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili importati La domanda è: c’è stata la marcia indietro sul Green Deal, tanto temuta o auspicata, secondo i punti di vista? Si può rispondere che finora c’è stata solo in parte, e meno del previsto. Non a caso i due pacchetti sono stati approvati e presentati insieme: l’impressione che dietro gli obiettivi di semplificazione si nasconda un proposito di deregolamentazione del Green Deal è mitigata dal fatto che il Clean Industrial Act mantiene comunque gli obiettivi di decarbonizzazione e li porta anche avanti con nuove proposte significative, come quella di introdurre il requisiti di sostenibilità ambientale e la preferenza europea (“made in Europe”) negli appalti pubblici e privati.


In estrema sintesi, si può dire che le misure più importanti prese riguardo alle quattro normative europee modificate dall’Omnibus sono state soprattutto concentrate sulla riduzione, a volte drastica, del loro campo di applicazione, con l’esenzione delle piccole e medie imprese. Nonostante questo, gli effetti sulla riduzione delle emissioni e sugli obiettivi ambientali appaiono molto circoscritti, in qualche caso (soprattutto nel regolamento Cbam) addirittura trascurabili. A questo punto c’è da chiedersi come mai la Commissione si sia resa conto solo ora di questa possibilità di semplificazione degli oneri burocratici delle imprese con poco impatto previsto sui risultati finali attesi da queste normative. Avrebbe potuto prevedere già nell’elaborazione iniziale delle proposte legislative un’attuazione per fasi, cominciando dalle imprese più grandi, per poi magari allargare il campo di applicazione a quelle medie e, se necessario, anche alle piccole imprese, magari in modo più attentamente e calibrato e differenziato. Un’altra questione è quella dell’opportunità, dal punto di vista della legittimità democratica, di rimettere in discussione con proposte di modifica atti legislativi che sono stati approvati da pochi mesi (come nel caso della direttiva sulla “due diligence”), spesso dopo lunghi e durissimi negoziati tra i co-legislatori, conclusi con compromessi attentamente calibrati e poi approvati dal Parlamento europeo e dai governi. Riaprire il testo e chiedere di modificarlo nel momento in cui la legislazione dovrebbe essere applicata mette in questione la certezza del diritto e il rispetto del processo decisionale democratico.


Sull’energia, resta insoddisfacente la risposta del Piano d’azione alla sfida dei prezzi troppo alti, che sono il principale freno alla competitività dell’Industria Europea, ben più della regole regolamentazione eccessiva e degli oneri burocratici del Green Deal. D’altra parte, la Commissione continua a ignorare le richieste di disaccoppiare, sul mercato europeo dell’elettricità, il prezzo dell’energia prodotta dalle rinnovabili da quello del gas. Perché? C’è dietro una rigidità ideologica da parte dei paesi del nord Europa. I prezzi dell’energia elettrica, ben più alti dei costi di produzione delle rinnovabili, serve a rendere molto remunerativi gli investimenti sulle energie verdi anche se questo significa premiare il settore del gas fossile e gli speculatori, e imporre bollette salatissime alle famiglie e alle imprese europee. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

E’ morto Fulco Pratesi fondatore del Wwf Italia

E’ morto Fulco Pratesi fondatore del Wwf ItaliaMilano, 1 mar. (askanews) – E’ morto a Roma all’età di 90 anni Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia e pioniere del movimento ambientalista in Italia. Lo comunica in una nota il Wwf Italia. Architetto, giornalista, autore, disegnatore, è stato a lungo presidente del Wwf Italia. E’ stato anche parlamentare dal 1995 al 1997 con i Verdi.


Pratesi, nato a Roma nel 1934 e sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno, racconta nella nota il Wwf. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita, ricostruisce il Wwf, iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stesso lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. “Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto” fu la risposta. Con famiglia e già quattro figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il Wwf Italia. Seppe trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un atto di coraggio e pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato Wwf Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il Wwf Italia dagli altri Wwf nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura.


Fondamentale è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram – per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione. Nel 2020 l’Università di Palermo gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Biodiversità e biologia ambientale. Era presidente onorario del WWF Italia e Direttore Responsabile dello storico magazine Panda sin dalla sua fondazione. Il suo contributo è stato attivo fino all’ultimo. La moglie Fabrizia – il loro un sodalizio iniziato oltre 70 anni fa – si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024: lascia 4 figli e 6 nipoti. Il suo cagnolino, Robin, 14 anni, se ne è andato nei giorni scorsi, pochi giorni dopo il ricovero di Fulco.

Ue, Schlein: anche noi in piazza, una sola bandiera contro nazionalismi

Ue, Schlein: anche noi in piazza, una sola bandiera contro nazionalismiRoma, 1 mar. (askanews) – “Noi siamo pronti a dare una mano, a metterci a disposizione di una grande piazza senza bandiere di parte se non quella europea, a esserci e pure ‘scomparire’, come Serra ha chiesto — sotto il mare blu di quelle bandiere che per noi rappresentano identità e speranza”. Lo dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, annunciando con un suo intervento su Repubblica, l’adesione alla piazza per l’Europa.


“Raccogliamo – spiega – la sfida che ci pone l’offensiva nazionalista, trasformiamola in opportunità per cambiare davvero l’Europa. È l’unico modo per salvarla. È una prospettiva che riguarda tutte e tutti. E che può diventare concreta solo se saprà suscitare partecipazione popolare e consapevolezza, raccogliendo dietro le bandiere blu le energie e i fermenti che attraversano la società italiana ed europea, incanalando il desiderio di reagire di tante e tanti. Penso alle voci del terzo settore e del volontariato, al mondo della cultura e dell’università, alle forze sociali, ad amministratrici e amministratori locali, a tante persone che credono in un’Europa diversa, unita per un futuro migliore”. “Il sasso che avete lanciato nello stagno – prosegue Schlein – può trasformarsi in onda se saprà cogliere la doppia esigenza di difendere i valori su cui l’Europa si è fondata che sono sotto attacco, di non dar per scontato i passi fatti fin qui, ma pure di vedere i limiti, gli errori e pretendere insieme un cambiamento”.


Deve essere, osserva, “un abbraccio collettivo che reagisca all’offensiva dei nazionalisti per chiedere la svolta radicale che serve a superare gli egoismi e fare finalmente l’Unione per davvero, realizzando la promessa di Ventotene: un’Europa diversa, unita e libera, più giusta e vicina alle persone. Un’Europa federale”.

”Luce”, il vino icona della toscana Tenuta Luce compie 30 anni

”Luce”, il vino icona della toscana Tenuta Luce compie 30 anniMilano, 1 mar. (askanews) – Tenuta Luce presenta “Luce 2022”, la vendemmia che segna il 30esimo anniversario dalla prima vendemmia prodotta, la 1993. Un percorso che, fin dall’origine, ha unito tradizione e innovazione, dando vita ad un vino che, vendemmia dopo vendemmia, è diventato un classico. “Luce rappresenta per me molto più di una semplice bottiglia di vino, è un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico” racconta Lamberto Frescobaldi, presidente di Marchesi Frescobaldi, aggiungendo che “ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. ‘Luce’ ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro – conclude – è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture”.


Per celebrare il compleanno di questo celebre “supertuscan” è stata coinvolta la casa d’aste Christie’s per la creazione di lotti unici da mettere all’incanto nel mondo e per tracciarne la storia evolutiva di ogni singola vendemmia. Per tale progetto, Tim Triptree, Master of wine & International Director Wine & Spirits di Christie’s, ha assaggiato tutte le 30 vendemmie con Lamberto Frescobaldi e l’enologo Alessandro Marini, aiutando nella stesura di “The Anthology”, un testo unico che racconta, attraverso le note di degustazione di ogni singola vendemmia (1993-2022), la storia di “Luce” e il suo percorso dall’origine a oggi. “La degustazione verticale è stata un’opportunità affascinante per studiare l’evoluzione dei vini della Tenuta sia negli stili enologici sia nella complessità aggiuntiva dell’affinamento in bottiglia” ricorda Triptree, spiegando che “l’evento ha avuto inizio con un campione di vasca dell’annata 2022, un inizio promettente: questo vino, già emozionante e armonico, preannuncia un futuro estremamente brillante. La degustazione – ha chiosato – ha messo in evidenza molte annate straordinarie, dimostrando l’alta qualità e la freschezza di tutte le annate di ‘Luce’, oltre alla loro indubbia capacità di evolvere e affinarsi in bottiglia”.


Alla base della filosofia produttiva di ‘Luce’, spiega la Cantina, c’è, fin dal principio, l’idea che il vino debba essere la più naturale espressione del luogo dove viene prodotto, oltre che delle caratteristiche specifiche delle uve di Sangiovese e Merlot da cui è ottenuto: ogni intervento dell’uomo avviene da sempre in forma minimale e non invasiva. Tenuta Luce si estende per 249 ettari, fra boschi, uliveti e 88 ettari vitati, a Sud-Ovest di Montalcino, nel cuore del Parco della Val d’Orcia (Siena).

Festival Dolomiti Ski Jazz, da 7 marzo con artisti internazionali

Festival Dolomiti Ski Jazz, da 7 marzo con artisti internazionaliRoma, 1 mar. (askanews) – “Enrosadira” definisce perfettamente il 29° Festival Dolomiti Ski Jazz: nella lingua ladina questa parola descrive il fenomeno del “colorarsi di rosa delle Dolomiti”, all’alba e al tramonto (quando i raggi del sole colpiscono le rocce dolomitiche). Un effetto che, nella 29a edizione, colora anche la musica che avvolge queste cime. Il festival della “black music”, che attraversa la Festa della Donna, non ha mai ospitato tante jazziste come nel cartellone 2025.


Ventisette concerti liberano le note del jazz sulle piste da sci, nei pub, nei teatri e nei paesi delle Valli di Fiemme, Cembra e Fassa, dal 7 al 16 marzo prossimi. Sono state scelte 22 location intriganti per dare vita al festival, diretto da Enrico Tommasini con il supporto delle Apt d’ambito e di Trentino Marketing. Tra i luoghi prescelti, le terrazze con vista di rifugi e chalet, i pub, i teatri, oltre alle vie dei paesi che saranno attraversate dalle “street parades”.


Ecco le jazziste di primo piano, a partire dalla cantante francese Camille Bertault, una delle artiste più talentuose della scena internazionale dotata di un virtuosismo mozzafiato. Camille sarà ospite speciale della band londinese Almanaque, con la quale proporrà un potente mix di musica brasiliana e di jazz dalle influenze africane. Il raffinatissimo trio di Alba Armengou conduce in un viaggio musicale ispirato ai boleri, al cançó catalano, alla bossa nova, al latino e al jazz, La giovanissima ed eclettica cantante e trombettista di Barcellona, formatasi nella ormai mitica Sant Andreu Jazz Band di Barcellona, condividerà il palco del Palafiemme con Olivia Trummer in un concerto pieno di emozioni da non lasciarsi sfuggire. La cantante e pianista di Stoccarda affascina con l’eleganza e la poetica delle sue composizioni stilisticamente ispirate dalla musica di Stevie Wonder, Joni Mitchell e Oleta Adams. Melodie orecchiabili che si sviluppano con spontanea inventiva, virtuosismi strumentali che si alternano a groove coinvolgenti.


In scena al Club La Grenz anche il quintetto della cantante romana Carla Marcotulli, docente di canto jazz al conservatorio di S. Cecilia, affiancata da vecchie conoscenze del jazz trentino che non mancano mai a Dolomiti Ski Jazz e dal grande Bruce Ditmas, batterista americano dalle storiche collaborazioni con Paul Blay e Jaco Pastorius. Sul palco del festival dolomitico anche due talenti locali: l’altoatesina Evi Mair, con la potente voce dalle venature blues & soul e il quintetto di Martina Iori, raffinata cantautrice e chitarrista originaria di Canazei, in Val di Fassa che predilige comporre le sue canzoni in lingua ladina.


A chiudere il festival il concerto di Rita Marcotulli, una delle pianiste e compositrici più apprezzate della scena Europea che, grazie a prestigiose collaborazioni con Peter Erskine, Joe Henderson, Joe Lovano ed Enrico Rava, si afferma in breve tempo come una figura importante a livello internazionale sulla scena jazz contemporanea Fra i suoi traguardi la pluripremiata colonna sonora del film di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast” e le collaborazioni in ambito pop con Pino Daniele, Pat Metheny, Giorgio Gaber, Gino Paoli e Noa. Nei rifugi e negli chalet di Fassa e Fiemme esplode la musica del Dolomiti Ski Jazz. All’ora di pranzo (alle 12 oppure alle 14), le loro terrazze assolate ospitano concerti sorprendenti. Come resistere a una pausa gustosa fra le piste innevate e le note del jazz? Gli appuntamenti nei rifugi – tutti gratuiti – in molti casi, sono raggiungibili anche da chi non scia, con gli impianti di risalita. Si comincia venerdì 7 marzo, alle 12, allo Sporting Hotel dell’Alpe Cermis (Cavalese) con Ciumba Electric Gumbo Hotch Potch Blues e si prosegue sabato 8 marzo, alle 12, allo Chalet Valbona dell’Alpe Lusia (Moena) con il Beccalossi-Corini-Sigurtà Trio. Marco Delladio & Matteo Rossetto portano in scena un concerto di voce e chitarra al Rifugio Rodella 2222 del Col Rodella (Campitello di Fassa), lunedì 10 marzo, alle 14, e allo Chalet Caserina di Pampeago (Tesero) martedì 11 marzo, alle 12. Il concerto della Peter Karp Band è atteso al Rifugio La Bolp del Buffaure (Pozza di Fassa), mercoledì 12 marzo, alle 12.00. Giovedì 13 marzo, alle 12, secondo concerto della Peter Karp Band, questa volta allo Chalet 44 Alpine Lounge dell’Alpe Lusia (Bellamonte). Venerdì 14 marzo, alle 14, i Molafunk ci aspettano al Rifugio Ciampolin del Belvedere (Canazei). Gli ultimi concerti sulle piste da sci sono del Jemm Music Project che si esibiscono sabato 15 marzo, alle 12, al Rifugio Zischgalm di Pampeago (Tesero) e domenica 16 marzo, alle 12, alla Baita Checco del Ciampedie (Vigo), che impreziosisce l’evento musicale con il gusto del HappyCheese, in collaborazione con la Strada dei Formaggi delle Dolomiti. Se lungo le piste da sci il jazz si alterna con generi diversi, nei teatri si puntano i riflettori sul puro jazz con artisti di grande richiamo. Quindi, è bene assicurarsi un posto in platea. Si parte in Val di Cembra venerdì 7 marzo, alle 21, al Nuovo Teatro di Cembra, dove apre il concerto il gruppo strumentale giovanile con ben 15 musicisti trentini che formano la roboante Funky Beat Band di Lavis. A seguire, l’acclamato trio Beccalossi-Corini-Sigurtà con tre dei più richiesti virtuosi dei loro strumenti: fisarmonica, tromba e contrabbasso. Martedì 11 marzo, alle 21, il Teatro Polifunzionale di Castello di Fiemme presenta il concerto di tre maestri di jazz europeo Rossy-Tonolo-Deidda. I tre musicisti condividono una profonda conoscenza del linguaggio e degli standard jazz, oltre a un approccio avventuroso e aperto all’improvvisazione che li porta in luoghi che trascendono lo stile. Il repertorio copre un ampio spettro di storia del jazz, da Thelonious Monk a Sam Rivers a Burt Bacharach. Mercoledì 12 marzo, alle 21, al Teatro Comunale di Tesero, concerto dei Six Friends For Bicio con un omaggio dedicato al sassofonista Maurizio Caldura Núñez, chiamato dagli amici “Bicio”, scomparso prematuramente nel 1998 e considerato da molti come uno dei più dotati sassofonisti italiani di sempre. È un tributo fortemente voluto dal pianista Marcello Tonolo, suo carissimo amico, per far sì che la sua musica non venisse per sempre dimenticata. Giovedì 13 marzo, alle 21, al Teatro Comunale di Predazzo suonerà il trio di Kevin Hays. La classe innata che gli é propria ha contribuito a distillare uno stile molto personale, i cui elementi distintivi sono una straordinaria sensibilità armonica, un senso ritmico di rara efficacia, uniti a una sonorità brillante e ricercata. Se il pianista Kevin è uno dei maggiori protagonisti della scena internazionale, al suo fianco spiccano il contrabbassista Alexander Claffy, già al fianco tra gli altri di Jimmy Cobb, Louis Hayes e Harold Mabern e il batterista Eric Harland, innovatore della batteria jazz contemporanea che ha esordito accanto a McCoy Tyner. Venerdì 14 marzo, alle 18, un’effervescente jazzista, che è di casa sulle Dolomiti, va in scena a La Gran Ciasa di Soraga con il concerto del Martina Iori Quintetto, mentre alle 21.30 al Music Club La Grenz di Moena è il momento del Carla Marcotulli Quintet. Sabato 15 marzo, alle 21, al Palafiemme di Cavalese apre il concerto la voce, la tromba, la chitarra e le percussioni dell’Alba Armengou Trio. A seguire, l’intensa pianista, cantante e compositrice Olivia Trummer con il suo trio. Il palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, domenica 16 marzo, alle 20.30, ospita il concerto di un’altra star del jazz Rita Marcotulli Piano Solo. Otto appuntamenti con Street Parade, Après Ski e Jam Session Il Dolomiti Ski Jazz promette momenti travolgenti carichi di suspense, divertimento e improvvisazioni con i concerti per le strade, negli après ski e le jam session nei locali. Domenica 9 marzo tutti ad Anterivo dove, alle 12, al ristorante-bar Ebnerrast si scatena la band Evi Mair & Friends. La stessa band si esibisce domenica 16 marzo, alle 17.30, al Bar International di Canazei. Sempre il 9 marzo, alle 17, nel For You Bistrot dell’Hotel X Alp di Pera si scatena il concerto del Claudio & Fulvio Chiara Quintet (sax contralto, tromba, flicorno, piano, contrabbasso e batteria). Questo quintetto torna protagonista il 10 marzo, alle 17.30, alla Birreria Rampeèr di Campitello di Fassa, dove si degustano abbinamenti di formaggio e birra grazie ad HappyCheese. Domenica 9 marzo e lunedì 10 marzo, il Music Club La Grenz di Moena ospita due elettrizzanti jam session alle 21.30. Infine, sono attesi momenti di musica itinerante e divertimenti con due street parade. La prima nella piazza SS. Filippo e Giacomo e nelle vie del centro di Predazzo con la Tiger Dixie Band, giovedì 13 marzo, alle 17.30. La seconda, sabato 15 marzo, alle 17, a Cavalese, fra piazza Italia e via Bronzetti, con la Banda Storta. In questa occasione, in piazza Italia, si assapora anche un gustoso HappyCheese.

Turchia, il Pkk annuncia il cessate il fuoco a partire da oggi

Turchia, il Pkk annuncia il cessate il fuoco a partire da oggiRoma, 1 mar. (askanews) – Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha annunciato oggi un cessate il fuoco con la Turchia, rispondendo all’appello del suo leader e fondatore Abdhullah Ocalan, si legge in una nota.


“Per spianare la strada all’attuazione dell’appello di Apo alla pace e a una società democratica, dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi”, ha annunciato il comitato esecutivo del Pkk in un messaggio pubblicato dall’agenzia Anf, vicina al partito armato. “ACCETTIAMO IL CONTENUTO DELL’APPELLO COSÌ COM’È E DICHIARIAMO CHE LO RISPETTEREMO E LO ATTUEREMO”, afferma ulteriormente il Pkk a caratteri cubitali in un lungo testo scritto in turco.


Il PKK chiede la libertà per il suo fondatore, imprigionato per 26 anni al largo delle coste di Istanbul, che giovedì ha invitato il Partito a sciogliersi e deporre le armi. “Il leader Abdullah Ocalan deve poter vivere e lavorare in completa libertà fisica e stabilire relazioni senza ostacoli con chiunque voglia, compresi i suoi amici”, ritiene il PKK, concludendo, sempre a caratteri cubitali: “LA CHIAMATA (di Ocalan, ndr) NON È UNA FINE, MA UN NUOVO INIZIO”.

Risultati e classifica serie A, Fiorentina sesta

Risultati e classifica serie A, Fiorentina sestaRoma, 28 feb. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Fiorentina-Lecce 1-0


27esima GIORNATA Fiorentina-Lecce 1-0, sabato 1° marzo ore 15 Atalanta-Venezia, ore 18 Napoli-Inter, ore 20.45 Udinese-Parma, domenica 2 marzo ore 12.30 Monza-Torino, ore 15 Bologna-Cagliari, Genoa-Empoli, ore 18 Roma-Como, ore 20.45 Milan-Lazio, lunedì 3 marzo ore 20.45 Juventus-Verona. Classifica: Inter 57, Napoli 56, Atalanta 54, Juventus 49, Lazio 47, Fiorentina 45, Bologna 44, Milan 41, Roma 40, Udinese 36, Torino 31, Genoa 30, Como 28, Cagliari, Lecce 25, Verona, Parma 23, Empoli 21, Venezia 17, Monza 14.


28ª GIORNATA: Venerdì 7 marzo ore 20.45 Cagliari-Genoa, sabato 8 marzo ore 15 Como-Venezia, Parma-Torino, ore 18 Lecce-Milan, ore 20.45 Inter-Monza, domenica 9 marzo ore 12.30 Napoli-Fiorentina, ore 18 Empoli-Roma, ore 20.45 Juventus-Atalanta, lunedì 10 marzo ore 20.45 Lazio-Udinese.

Ucraina, Meloni: divisioni ci indeboliscono, subito vertice Usa-Ue

Ucraina, Meloni: divisioni ci indeboliscono, subito vertice Usa-UeRoma, 28 feb. (askanews) – “Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno. È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Ucraina, Schlein: Trump ha scelto Putin.Meloni solidarizzi con Zelensky

Ucraina, Schlein: Trump ha scelto Putin.Meloni solidarizzi con ZelenskyRoma, 28 feb. (askanews) – “Trump ha scelto di stare con Putin, ha umiliato con violenza inaudita un popolo aggredito da un dittatore in un’imboscata che è puro bullismo istituzionale contro il Presidente Zelensky.


Il governo italiano esprima solidarietà e sostegno al popolo ucraino e al suo presidente. Giorgia Meloni non può più procrastinare la scelta: o con Trump, i suoi miliardi e i suoi interessi economici o con la democrazia e l’Europa.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein

Preoccupa tensione Trump-Zelensky, Meloni vola a Londra e Bruxelles

Preoccupa tensione Trump-Zelensky, Meloni vola a Londra e BruxellesRoma, 28 feb. (askanews) – Volodymyr Zelensky un “irrispettoso”, “o fate un accordo o noi ce ne tiriamo fuori”. I toni usati da Donald Trump oggi alla Casa Bianca nei confronti del presidente ucraino fanno alzare ancora la tensione intorno ai negoziati per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina. Parole che sono state lette con preoccupazione anche a Palazzo Chigi dove la premier Giorgia Meloni, al termine del Consiglio dei ministri, si è concentrata sulla preparazione della missione di domenica a Londra e sul Consiglio europeo straordinario in programma per il 6 marzo a Bruxelles con all’ordine del giorno Ucraina e difesa europea.


Per cercare di arrivare a un accordo tra i 27, oggi nella capitale belga si è riunito il Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri). Le bozze di conclusioni, sottolineano fonti diplomatiche, sono considerate una “buona base” su cui però occorre ancora lavorare. Per questo gli sherpa torneranno a riunirsi martedì prossimo, a 48 ore dal vertice. Dal confronto di oggi, spiegano le fonti, è emersa la necessità di mantenere la “massima unità” dell’Ue, come “prerequisito” per continuare a sostenere l’Ucraina e contribuire in modo efficace a tutte le prossime fasi, in stretto coordinamento (come sostiene l’Italia) con i partner extra europei, a partire dagli Usa. E’ anche necessario iniziare a discutere delle garanzie di sicurezza – tema più volte sottolineato nei giorni scorsi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni – e definire tutti gli aspetti del contributo Ue per una pace che deve essere “giusta e duratura”. In quest’ottica è stato ribadito che non ci possono essere negoziati sull’Ucraina senza l’Ucraina e che la sicurezza dell’Ucraina è tema anche di sicurezza globale. Per quanto riguarda la difesa europea, dopo il ‘retreat’ del 3 febbraio scorso è stata ribadito – spiegano ancora le fonti – il “senso d’urgenza” di fare passi avanti, tenendo insieme “ambizione e concretezza”, nel considerare le varie opzioni che saranno portate sul tavolo in vista delle successive tappe operative, a partire dall’atteso Libro Bianco della Commissione. Il lavoro deve procedere in due direzioni. Da un lato c’è la necessità di un rafforzamento delle spese nazionali, anche grazie alle flessibilità fornite dal Patto. Su questo il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già svolto delle simulazioni e l’obiettivo – secondo indiscrezioni – potrebbe essere quello di portare le spese per la difesa fino al 2,5% del Pil. Però – ha precisato oggi il ministro Giancarlo Giorgetti – va fatta anche una stima di “quello che ne può derivare in termini di crescita economica”. Sul piano europeo, a parte lo scorporo delle spese dal Patto di stabilità, sono all’esame “varie opzioni” per assicurare finanziamenti addizionali, più volte sollecitati da Meloni ma anche da altri leader.


Prima di Bruxelles, però, domenica Meloni sarà a Londra, dove vedrà in un incontro bilaterale il primo ministro Keir Starmer e parteciperà poi al “Leaders’ Summit on Ukraine”. Sarà il momento, quello, per ascoltare da Emmanuel Macron e dallo stesso Starmer l’esito degli incontri avuti con Donald Trump e capire l’impegno che può essere assicurato dai partner “volenterosi”. I leader di Francia e Gran Bretagna hanno proposto al presidente Usa, tra le altre cose, una forza europea di 30 mila uomini per sorvegliare su un eventuale cessate il fuoco. Un’ipotesi che Meloni non apprezza: per lei servirebbe un “cappello” Onu, o almeno Nato, mentre soluzioni come quelle prospettate da Londra e Parigi sono “più complesse e meno efficaci”. E comunque, come ha ribadito in tutti gli incontri, ogni iniziativa deve vedere la collaborazione con gli Usa. La premier questo vorrebbe dirlo direttamente a Trump, ma dalla Casa Bianca al momento – secondo quanto si apprende – non è stata ancora fissata una data per un incontro a Washington.