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Al Vimm di Padova il futuro della medicina con i micro organi

Al Vimm di Padova il futuro della medicina con i micro organiRoma, 15 feb. (askanews) – Prevenire e studiare la malattia attraverso la ricostruzione di un organo in laboratorio. Con un semplice prelievo di un tessuto del paziente. Non è fantascienza ma è realtà. La ricerca sui micro organi è uno dei progetti prioritari del Vimm, Istituto Veneto di Medicina Molecolare – Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata Onlus di Padova.
Lo assicura la vice presidente Giustina Destro, imprenditrice, già parlamentare nel centrodestra e sindaco della città del Santo. Presieduto dal professor Francesco Pagano, il Vimm sta inanellando una serie di successi nei principali ambiti in cui opera: Neurologia-Neuroscienze, Micro organi, malattie cardiovascolari, muscolari e ricerca oncologica.
L’ingegneria biomedica e la biologia cellulare e molecolare hanno portato un contributo fondamentale nella lotta contro il Covid 19, inoltre la tematica sui micro organi sviluppati in laboratorio sarà da qui ai prossimi anni di cruciale importanza.
“Lo è assolutamente – assicura Giustina Destro responsabile anche della Delegazione Veneta della Fondazione Marisa Bellisario -. È l’ambito seguito dal professor Nicola Elvassore, direttore scientifico del Vimm. I micro organi vengono originati e fatti crescere in laboratorio attraverso un piccolo prelievo di tessuto da un paziente e vengono svolti su di esso numerosissimi studi che hanno come fine quello di agire preventivamente sul manifestarsi di una determinata patologia. In questo modo, il clinico stesso può attuare la cosiddetta medicina personalizzata”.
(Segue)

Un viaggio di 5000 anni con “La storia della ricchezza” di Sgroi

Un viaggio di 5000 anni con “La storia della ricchezza” di SgroiRoma, 15 feb. (askanews) – Cos’è la ricchezza? Cosa ha a che fare con la ricerca della felicità e la conquista delle libertà politiche? Perché alcune società hanno raggiunto l’età dell’abbondanza e altre no? E come possiamo ragionevolmente aspettarci che la ricchezza cambi il mondo? Sono alcune delle domande che si pone “La Storia delle ricchezza, l’avvento dell’Homo habens e la scoperta dell’abbondanza”, l’ultimo volume della collana Economica che Diarkos ha inserito nel suo catalogo per offrire punti di vista originali su tematiche che rivestono grande interesse sociale, con il duplice obiettivo di offrire letture piacevoli, divulgative, e al tempo stesso scientificamente rigorose. L’autore, Maurizio Sgroi, è uno scrittore e giornalista che da oltre trent’anni si occupa di questioni economiche e ormai da un decennio anima la comunità che si raccoglie attorno a TheWalkingDebt, un blog dedicato all’analisi del debito. Quindi la persona più adatta per raccontare la storia delle ricchezza, ossia della controparte naturale del debito, che è il credito.
Il libro inizia il suo racconto dalle civiltà sumeriche e conduce il lettore attraverso un viaggio avventuroso che gli fa attraversare l’antichità, fino alla caduta di Roma, e da lì grazie alla cultura che si sviluppa nell’età medievale, lo fa approdare alla modernità, quando l’Europa occidentale conobbe il suo straordinario progresso che la condusse nello spazio di pochi secoli a diventare la potenza egemone del mondo. Quindi si parla della straordinaria epopea del XIX secolo, che non fu solo economica ma squisitamente gnoseologica, fino alla grande crisi che condusse alla doppia guerra globale – la seconda guerra dei trent’anni dell’Europa – dalle cui macerie sorse quella che l’autore chiama la terza rivoluzione borghese, quella che nel XX secolo introdusse ampie fasce della popolazione occidentale nell’età dell’abbondanza, che è stata anche quella dello straordinario progresso dei diritti. Due facce della stessa medaglia.
La ricchezza, scrive l’autore, è ciò che ha consentito alle società che l’hanno conquistata, al prezzo di una rivoluzione permanente, di passare dal governo di pochi al governo di molti, proprio perché queste società hanno imparato a governare usando la ricchezza, a differenza di quanto accade nelle società tiranniche, che dominano invece le proprie popolazioni riservando la ricchezza a pochi e lasciando in miseria la maggioranza. Il libro è scritto per essere letto da tutti, quindi rinuncia ad ogni forma di linguaggio specialistico, senza per questo abbandonare il rigore. Si legge come un romanzo, ma è una storia vera.
Maurizio Sgroi è un poligrafo, ha lavorato nei giornali, sviluppato progetti editoriali e di comunicazione, scritto libri. Ha fondato e gestisce il sito TheWalkingDebt.org, punto di riferimento per appassionati di storie socio-economiche, con uno stile che predilige la narrazione, la divulgazione e il rigore informativo. Ha scritto, fra gli altri, per Econopoly del “Sole 24 ore”, “il Foglio”, “Aspenia”, Aspenia On line e Linkiesta.

Shanghai, retrospettiva di Federico Fellini 2023

Shanghai, retrospettiva di Federico Fellini 2023Roma, 15 feb. (askanews) – L’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, in collaborazione con la Shanghai Film Distribution and Exhibition Association, presenta la “Retrospettiva di Federico Fellini”, programmata dal 5 al 19 febbraio 2023 nelle sale cinematografiche Wanping Theatre e Grand Theatre di Shanghai.
Nell’ottobre del 2021 la “Retrospettiva di maestri italiani del cinema italiano” ha ottenuto un grande successo. Quest’anno la rassegna presenta al pubblico alcuni capolavori di un grande maestro del cinema italiano: Federico Fellini. L’evento ha in programma la proiezioni di alcuni classici del maestro, tra cui Boccaccio ’70, il film che aprirà la retrospettiva domenica 5 al Wanping Theatre, La strada, La dolce vita e 8½.
Titoli in rassegna
La strada (1954)
La strada (1954), un film su una coppia di artisti girovaghi caratterizzato da intonazione onirica e morale spiritualista che stentò a farsi apprezzare in Italia ma si riscattò all’estero quando nel 1957 ottenne l’Oscar per il miglior film straniero.
Le notti di Cabiria
Le notti di Cabiria (1957), un film che propone un ritratto agrodolce di una prostituta romana ispirato a un fattaccio di cronaca, premio per la migliore attrice al Festival di Cannes del 1957 e vincitore a sorpresa del secondo Oscar consecutivo al film straniero.
La dolce vita (1960), un film ideato sull’esplosione della mondanità romana dell’estate 1958, da leggersi ancora una volta come momento di crisi e trapasso dalla vecchia Italia verso una difficile modernità. L’affluenza del pubblico fu eccezionale: un fenomeno che attestò la voglia di cambiamento dell’Italia alle soglie degli anni Sessanta.
Boccaccio 70
Boccaccio ’70 (1962), un film collettivo in quattro episodi diretti rispettivamente da Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli e Luchino Visconti. Nel suo episodio “Le tentazioni del dottor Antonio”, Fellini mette in burletta un personaggio supermoralista perseguitato dall’immagine gigantesca della Ekberg scesa da un manifesto.
Otto e mezzo
8½ (1963), un film in cui l’attore protagonista (Mastroianni) funge da autoritratto di un regista che non riesce a iniziare un film perché sconvolto dalle emozioni del proprio passato, del presente e della fantasia. Primo premio fra accesi contrasti al Festival di Mosca del 1963, 8½ ebbe un esito straordinario in tutto il mondo e diventò il riferimento inevitabile del cinema di confessione e introspezione.
I clowns
I clowns (1970), un film realizzato fra Roma e Parigi, uno special TV, fra inchiesta giornalistica e divagazione poetica.
Federico Fellini: Regista cinematografico, nato a Rimini il 20 gennaio 1920 e morto a Roma il 31 ottobre 1993. [Fellini è] uno dei registi, non solo fra gli italiani, che ha maggiormente inciso sugli sviluppi del cinema nella seconda metà del Novecento, laureato anche per questo con cinque premi Oscar, nel 1957 per La strada (1954), nel 1958 per Le notti di Cabiria (1957), nel 1964 per 8 ¹/² (1963), nel 1976 per Amarcord (1973) e nel 1993 con un Oscar alla carriera.
Con tratti di indiscutibile ed esemplare leggerezza sia umana sia espressiva ha attraversato la storia del cinema con i suoi film. In questo egli è stato realmente un grande spirito italiano, nella cifra di quella tradizione tutta musicale che ha saputo sposare la soavità a una percezione forte, profonda, drammatica dell’esistenza. (Fonte: Enciclopedia del Cinema Treccani)

Londra, Voci dell’amicizia: in Dante, nel Medioevo e oltre

Londra, Voci dell’amicizia: in Dante, nel Medioevo e oltreRoma, 17 feb. (askanews) – L’Istituto Italiano di Cultura di Londra ha presentato giovedì la lectio magistralis Voci dell’amicizia: in Dante, nel Medioevo e oltre, Con Camilla Bambozzi.
La lectio magistralis dal titolo “Voci dell’amicizia: in Dante, nel Medioevo e oltre” sarà condotta da Camilla Bambozzi, dottoranda in Studi italianistici (Studi danteschi) all’università di Leeds e membro del Leeds Centre for Dante Studies, le cui ricerche si concentrano sul rapporto tra Dante Alighieri e il sodale poeta e amico Cino da Pistoia.
Dopo una sezione introduttiva relativa all’argomento principale della ricerca, la lezione si incentrerà nello specifico sui concetti di amicizia e dialogo, e sulle varie modalità in cui questi aspetti sono in grado di modellare la vita e l’opera di Dante. Difatti, l’amicizia è per Dante un aspetto fondamentale per ciò che riguarda la costruzione della propria identità personale e poetica.
Guardare all’opera dantesca attraverso il filtro dell’amicizia offre una prospettiva affascinante e arricchente per molteplici aspetti: se da un lato ciò permette di inquadrare e contestualizzare l’autore nella realtà storica e letteraria del proprio tempo, dall’altro rappresenta un elemento di continuità con il presente.
L’obiettivo ultimo della lectio magistralis è quello di dimostrare l’inesauribile capacità di Dante di comunicare con il proprio pubblico, indipendentemente dalla distanza culturale e storica, e che l’opera dantesca può divenire un utile mezzo per comprendere la contemporaneità.
Camilla Bambozzi: conseguita la laurea in Italianistica presso l’Università di Bologna, con una tesi in Filologia e letteratura dantesca, supervisionata dal Professor Giuseppe Ledda, incentrata sul dialogo che si esplica negli incontri nella Commedia tra Dante Alighieri e i rappresentanti della poesia due-trecentesca, nel 2020 ha intrapreso il Dottorato di ricerca in Studi italianistici all’Università of Leeds, nel Regno Unito.
Il suo progetto di ricerca, condotto sotto la supervisione del Professor Matthew Treherne e della Professoressa Emma Cayley e finanziato dall”Arts and Humanities Research Council’ (consorzio WRoCAH) e dall’Università di Leeds, indaga e approfondisce il rapporto tra Dante e il contemporaneo poeta e amico Cino da Pistoia. E inoltre membro del Leeds Centre for Dante Studies, presso cui co-organizza il Leeds Centre for Dante Studies “Lunch Series”.
Durante il suo percorso di dottorato, ha presentato le sue ricerche presso numerosi convegni in Italia, nel Regno Unito e in Irlanda, come ad esempio l’”International Medieval Congress”, il “Congresso dantesco internazionale” e la “Society for Italian Studies Conference”.
Le sue pubblicazioni includono “Riletture e riscritture dantesche: la ricezione della ‘Commedia’ in contesti di emarginazione sociale’, in L’altro Dante. Processi di attualizzazione della ‘Commedia’. Atti del Seminario Internazionale di Studi 24-25 novembre 2021, a cura di Mario Cimini (Lanciano: Carabba srl), 2022, pp. 139-151 e una serie di recensioni per «L’Alighieri. Rassegna dantesca», «Lettere italiane» e «Reading Religion».
Ha inoltre esperienza nel campo dell’insegnamento scolastico e universitario e nell’organizzazione di eventi culturali, come ad esempio la serie di convegni “Dante Futures: New voices in Ireland and the UK”. Si ringrazia la United Italian Societies (UIS) per la preziosa collaborazione nell’organizzazione di questo evento.

Ucraina, Kadyrov mostra in tv “pistola Hitler”, Zelenksy ci “si spari”

Ucraina, Kadyrov mostra in tv “pistola Hitler”, Zelenksy ci “si spari”Milano, 15 feb. (askanews) – Il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov ha mostrato alla presentatrice russa Olga Skabejeva la pistola Mauser M 19 10(che secondo lui è appartenuta a Hitler) con cui vuole che il presidente ucraino Volodymyr Zelenksy “si spari”. L’immagine dell’intervista è andata in onda sul canale di stato Rossija 1 le sera del 13 febbraio e ha scatenato una polemica in Russia, che ancora prosegue oggi sui social.
La giornalista gli ha chiesto cosa significa per lui “vittoria” in Ucraina. Se è necessario schiacciare fisicamente la leadership a Kiev. Kadyrov ha risposto che non c’è mai stato l’ordine di eliminare fisicamente Zelensky, ma che secondo lui il presidente ucraino dovrebbe fare come Hitler. “Hitler ha capito, si è sparato. Ho una pistola che intendo dare a Zelensky. È un trofeo, è vero. Confido che sarebbe in grado di farlo con un colpo solo. Sarebbe un passo degno: ha ucciso il suo popolo”, dice Kadyrov nell’intervista video.
Kadyrov appartiene al gruppo di falchi nazionalisti che hanno apertamente criticato la leadership della difesa russa per l’inefficienza sul campo di battaglia. Ma evidentemente Vladimir Putin, nonostante queste dichiarazioni, gli permette di continuare a parlare. E il canale statale Rossia 1 gli regala 23 minuti in prima serata. La conduttrice ha addirittura lasciato lo studio di Mosca e si è recata nella provincia di Grozny in Cecenia per fare l’intervista. E Skabejeva sorride, insolitamente dolcemente per lei, mentre passeggia per strada da qualche parte in Cecenia con lui.
Sui social sono apparsi diversi commenti, tra i quali uno particolarmente sarcastico: “Kadyrov dice a Skabejeva di avere una pistola con la quale Hitler si è sparato, portatagli dai “comandanti”. Ancora. I comandanti di Kadyrov. Hanno sequestrato la pistola di Hitler. Come trofeo. Probabilmente quando, insieme a Putin, prese d’assalto la Cancelleria del Reich nel 1945″. Qualcuno però fa anche notare che al momento del suicidio Hitler aveva effettivamente con sè due pistole, solo che erano una Walther PP e una Walther PPK.
Kadyrov ha inviato migliaia di soldati ceceni in Ucraina. Si dice che i suoi uomini abbiano preso parte al tentativo di prendere Kiev nei primissimi giorni di guerra. Il 2 marzo il Washington Post ha scritto che i soldati ceceni diretti ad uccidere il presidente Volodymyr Zelensky erano stati uccisi dalle forze di sicurezza ucraine fuori Kiev: era successo il terzo giorno di guerra, il 26 febbraio.
Kadyrov ha dichiarato nell’intervista che la Russia ha le forze per prendere la capitale Kiev – da cui è stata respinta nelle prime settimane di guerra – e che ha bisogno di catturare l’Ucraina seconda città Kharkiv e il suo porto principale, Odessa.

Torino, cambia lo statuto della Città Metropolitana

Torino, cambia lo statuto della Città MetropolitanaRoma, 15 feb. (askanews) – Martedì 14 febbraio la Conferenza metropolitana dei Sindaci del territorio – ne erano presenti 138 – ha approvato all’unanimità tre modifiche allo Statuto della Città metropolitana di Torino, che consentiranno di raggiungere più agevolmente il numero legale nelle sedute dell’organismo di rappresentanza dei Comuni. La Conferenza è chiamata una o più volte l’anno ad esprimere un parere sul Bilancio di previsione, sul DUP-Documento Unico di Programmazione e sul Rendiconto della gestione dell’Ente di area vasta.
Le modifiche approvate dai primi cittadini prevedono la possibilità che un Sindaco possa delegare a partecipare alla Conferenza, oltre al Vicesindaco, anche un assessore o un consigliere comunale. Inoltre il tempo di deposito delle Deliberazioni, previsto per consentire ai Sindaci che compongono la Conferenza metropolitana di esaminare gli atti su cui devono esprimere il loro parere, si riduce da 30 a 15 giorni, per consentire di accelerare l’operatività dell’Ente. Le modifiche all’articolo 24 dello Statuto della Città metropolitana prevedono inoltre la possibilità di una convocazione da remoto per via telematica, in caso di necessità e a seguito di un approfondimento tecnico sulla modalità di svolgimento delle sedute e di espressione del voto.
La Conferenza metropolitana ha anche ratificato il DUP e il Bilancio di previsione 2023-2025, già approvati dal Consiglio metropolitano il 25 gennaio.
Al termine della seduta della Conferenza, il Consiglio metropolitano si è riunito per procedere all’approvazione definitiva del DUP e del Bilancio 2023-2025, già esaminati in prima lettura il 25 gennaio. Sono state approvate anche l’adesione all’associazione PAsocial e la definizione dei rapporti conseguenti all’istituzione del Comune di Mappano, in relazione alla gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà del consorzio CIT.

I Pooh annunciano una seconda data all’Olimpico di Roma

I Pooh annunciano una seconda data all’Olimpico di RomaMilano, 15 feb. (askanews) – Inarrestabili Pooh! Dopo il successo riscosso dall’annuncio dell’evento allo stadio San Siro di Milano che in meno di una settimana ha quasi raggiunto il sold out, la band più amata della musica italiana aggiunge anche un secondo appuntamento allo Stadio Olimpico di Roma sabato 15 luglio con l’evento “Pooh – Amici x sempre”.
Ad annunciarlo Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian, ospiti in studio al Tg1.
A condividere il palco con loro anche l’amico di sempre Riccardo Fogli.

L’olio d’oliva Cenerentola dell’alimentare made in Italy

L’olio d’oliva Cenerentola dell’alimentare made in ItalyMilano, 15 feb. (askanews) – L’olio d’oliva è la Cenerentola dell’alimentare made in Italy. Non usa giri di parole Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, che ricorre a alla metafora fiabesca per concludere una presentazione che fotografa in maniera puntuale la filiera olivicola italiana. Lo ha fatto in occasione di un convegno organizzato a cinque anni dall’accordo di filiera tra Confagricoltura e Carapelli Firenze, di proprietà dalla multinazionale spagnola Deoleo, per evidenziare i benefici derivanti dalla collaborazione di tutti gli attori.
Il punto di partenza è il calo strutturale della produzione italiana di olio che, secondo Nomisma, nel 2022 toccherà le 208mila tonnellate (stimate) dalle 513mila del 2010. Un calo che vede coinvolte in prima linea tre regioni di peso come Puglia (-52% 2022 su 2021), Calabria (-42%) e Sicilia (-25%). E questo avviene in un contesto di mercato dove invece altri player stanno emergendo grazie agli investimenti produttivi: per capire di cosa parliamo basta vedere come in 10 anni, dal 2011 al 2021, la superficie agricola investita a olivo in Italia sia scesa del 3,5% contro l’aumento del 41,6% del Cile o, rimanendo nel bacino mediterraneo, contro il +5,6% della Spagna che anche sul fronte dell’export, nello stesso decennio, quasi ci doppia in termini di crescita, con +5,7% contro il nostro +3%.
Dietro il calo strutturale della produzione di olio d’oliva, che è un fenomeno globale, ci sono sicuramente le condizioni climatiche avverse ma se guardiamo al nostro Paese non possiamo dimenticare le caratteristiche distintive della filiera, a partire dalla frammentazione produttiva: in Italia, dove l’olivo rappresenta la coltivazione più diffusa, il 40% delle aziende olivicole ha meno di 2 ettari di oliveto e solo il 2,5% oltre 50 ettari, con un tessuto produttivo che spesso è orientato all’autoconsumo.
Con otto chili di consumo pro-capite, tuttavia, siamo il primo consumatore al mondo di olio di oliva e questo rende necessario il ricorso alle importazioni anche se ci confermiamo un grande Paese esportatore con una quota di mercato del 21% (pari a 343mila tonnellate per un valore di 1,5 miliardi) al secondo posto dopo un leader indiscusso come la Spagna che ci doppia con una market share superiore al 42%.
In questo contesto, sottolinea Nomisma, le potenzialità per la nostra filiera olearia restano alte, anche considerando il fatto che a oggi la quota di consumo di olio d’oliva sul totale grassi consumati a livello mondiale è inferiore al 5% con un tasso di crescita che in un decennio si è mantenuto basso. E l’olio d’oliva italiano potrebbe beneficiare anche di un posizionamento molto alto all’estero, dove svetta per percezione in Paesi come Stati Uniti, Germania e Giappone.
Focalizzando, poi, l’attenzione sull’ultimo anno, non vanno trascurati un dato e la congiuntura generale. Il 2022, infatti, sarà ricordato come un anno record per l’export agroalimentare made in Italy che potrebbe sfiorare i 60 miliardi. Parliamo però di una crescita di circa il 15% a valore, all’interno della quale l’olio d’oliva ha segnato un +22% nel periodo gennaio-ottobre che tuttavia si sgonfia al +5,6% se si guardano i volumi. I rincari dei costi energetici e delle materie prime, poi, hanno eroso la redditività delle imprese e generato inflazione al consumo con una variazione del prezzo dell’olio d’oliva del 16% a dicembre 2022 rispetto allo stesso mese del 2021, coi rischi che questo comporta, lato domanda, per i tagli al carrello della spesa tanto quanto per la rimodulazione dei canali di acquisto (con la crescita del discount). Nel caso dell’olio d’oliva, proprio i canali di vendita meritano attenzione perchè la Gdo riveste un ruolo preponderante per le vendite. Al suo interno ancora oggi il 69% del venduto è olio comunitario, il 100% italiano copre una quota del 24,6% mentre le Dop e le Igp si fermano a un 2,4%, lasciando intravedere un forte potenziale di crescita.
Di fronte a una filiera così eterogenea e frammentata, non solo sul versante produttori ma anche della trasformazione, la necessità, secondo Pantini, è quella di intraprendere investimenti e avviare un processo di modernizzazione, incluso un ricambio generazionale, visto che meno del 5% delle aziende è guidata da under 40. Occorre “fare filiera” per contrastare la volatilità dei mercati: a oggi meno del 3% delle imprese agricole ha accordi pluriennali con imprese industriali o commerciali, un ulteriore limite agli investimenti, non solo produttivi, ma anche organizzativi, commerciali e di comunicazione al consumatore. Investimenti necessari affinchè l’olio d’oliva passi dall’essere considerato un “semplice condimento” a un “prodotto-cibo”, le cui scelte d’acquisto non dipendano più prevalentemente dal “fattore prezzo”.

Dalla Basilicata gli auguri di Cicala per Cassano a vertice Cassazione

Dalla Basilicata gli auguri di Cicala per Cassano a vertice CassazioneRoma, 15 feb. (askanews) – “Per la prima volta nella storia d’Italia una donna si appresta a guidare la Corte di Cassazione, ed è una donna di origini lucane. Si tratta di Margherita Cassano, attualmente Presidente aggiunto della Suprema Corte, alla quale formulo a nome mio e dell’intera Assemblea consiliare che ho l’onore di presiedere congratulazioni vivissime”. A rivolgere il pensiero augurale al futuro giudice più alto in grado del Paese il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala.
La commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura ha indicato Cassano, fiorentina di origini lucane, come candidata per la carica di Presidente della Corte di Cassazione. Carica che andrà a ricoprire non appena l’attuale presidente Pietro Curzio andrà in pensione, il prossimo 5 marzo. La sua nomina è stata proposta all’unanimità dal Csm, il voto finale è fissato per il 1° marzo, quando si terrà una seduta a cui parteciperà anche il capo dello Stato.
“Un riconoscimento di assoluto rilievo – afferma Cicala – che ci riempie di gioia ed orgoglio in quanto lucani e che sottolinea il valore della competenza e la forza della determinazione. Leggendo il curriculum di Margherita Cassano si percepisce quanto sia importante investire nel sapere. Un traguardo importante che diventa esempio da emulare per i nostri giovani. L’auspicio che formulo è che l’elezione o la nomina di una donna a capo di una istituzione non faccia più notizia e che sempre più donne competenti e motivate possano rompere il tetto di cristallo in nome di una reale parità di genere nel mondo del lavoro”.

Lazio, Rocca: governerò sul campo, non sarò un tagliatore di nastri

Lazio, Rocca: governerò sul campo, non sarò un tagliatore di nastriRoma, 15 feb. (askanews) – “Le esperienze precedenti che ho avuto, anche in campo internazionale, mi hanno abituato a quelli che lei chiama i ‘riti della politica’. Sono abituato a mediare, ma anche a prendere decisioni nell’interesse comune e se necessario difenderle senza fare passi indietro. Non sono mai stato nella mia vita una figura di mera rappresentanza. Mi considero un operativo, uno che ha fatto esperienza sul campo. Anche la politica ha una sua tecnica, delle regole e delle prassi. Non sarò certo un tagliatore di nastri”. Così il neo governtore del Lazio, Francesco Rocca, in un’intervista a Il Giornale.