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La Cei dona ottomila Bibbie ai detenuti di 100 istituti penitenziari italiani

La Cei dona ottomila Bibbie ai detenuti di 100 istituti penitenziari italiani


La Cei dona ottomila Bibbie ai detenuti di 100 istituti penitenziari italiani – askanews.it



La Cei dona ottomila Bibbie ai detenuti di 100 istituti penitenziari italiani – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – “Un segno di fraternità e di speranza”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, definisce il dono di 8000 Bibbie ai detenuti di 100 Istituti Penitenziari italiani impegnati in percorsi spirituali, di formazione e catechesi. La consegna simbolica è avvenuta oggi (28 marzo) alla Casa di reclusione di Paliano (Frosinone), nell’ambito di una Liturgia della Parola.

L’iniziativa vede la collaborazione dell’Ispettorato Generale dei cappellani delle carceri e dell’associazione “Prison Fellowship Italia”, nata nel 2009 in seno al Rinnovamento nello Spirito per la promozione integrale dei detenuti e l’evangelizzazione all’interno degli Istituti penitenziari. Le Bibbie arriveranno nelle mani dei carcerati attraverso i cappellani e i volontari dell’associazione. “Entrare in queste periferie umane – afferma Mons. Baturi – è per noi un atto di fede: Gesù si identifica, continua ad identificarsi, con queste persone che chiedono di essere visitate. Per noi la visita significa farci presenti portando il tesoro più grande che abbiamo, la Parola di Dio, come segno di una nuova fraternità, della certezza che da qui si può ricominciare nella vita personale e sociale”.

Non è un caso che questo gesto si compia alla vigilia della Pasqua: l’auspicio, spiega il Segretario Generale della CEI, è che “possa rinascere vita laddove sembra albergare spesso il disagio o la disperazione. La Pasqua dice che è possibile sperare in una vita anche in quei luoghi che parlano di morte o di mortificazione. Noi crediamo in Cristo che libera da tutte le catene in tutti i contesti; ogni uomo ha diritto a ricevere questo annuncio”. “La Bibbia è uno strumento che offriamo per la rinascita spirituale dei detenuti, perché possano riprendere in mano la loro vita. La Parola di Dio aiuta ad essere consapevoli del male fatto e a scoprire le potenzialità di ciascuno”, sottolinea don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani delle carceri d’Italia. “Il progetto – ricorda – si inserisce in quel cammino di attenzione della Chiesa verso chi è stato privato della libertà personale e di incoraggiamento per quanti operano nelle carceri, che si concretizzerà a livello locale con iniziative di preghiera e sensibilizzazione”.

“Attraverso alla Bibbia, i detenuti possono entrare nel Mistero della salvezza che riguarda loro e le famiglie: conoscere Gesù, unico salvatore, li aiuta a pensare sé stessi e gli altri in modo nuovo. Lo stiamo sperimentando con l’itinerario educativo chiamato ‘Il Viaggio del Prigioniero’, che presenta la figura di Gesù detenuto così come è raccontato nelle pagine del Vangelo di Marco”, osserva Marcella Clara Reni, presidente di “Prison Fellowship Italia”, che esprime gratitudine alla CEI per questo dono così importante.

Umbria, Tesei: rilancio Istituto Clinico Tiberino, azienda fondamentale

Umbria, Tesei: rilancio Istituto Clinico Tiberino, azienda fondamentale



Umbria, Tesei: rilancio Istituto Clinico Tiberino, azienda fondamentale – askanews.it



Umbria, Tesei: rilancio Istituto Clinico Tiberino, azienda fondamentale – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – “Quello relativo all’Istituto Clinico Tiberino è uno dei tanti dossier complessi che abbiamo dovuto affrontare, forse uno dei più complicati che abbiamo ereditato e coi ha impegnato in un lungo lavoro. Stiamo rilanciando un’azienda fondamentale per i servizi sanitari che è, e sarà in futuro, in grado di rispondere sempre di più alle esigenze di salute della popolazione”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, partecipando a una conferenza stampa sul risanamento e il rilancio dell’Istituto Clinico Tiberino, ex Prosperius di Umbertide.

“Nel 2020 abbiamo trovato una società in cui il pubblico era in minoranza e con una politica di spese fuori controllo. La Regione ha avviato una serie di azioni, mentre intanto abbiamo varato la legge regionale che ha permesso al pubblico di essere maggioranza dell’azienda, visto il preminente interesse pubblico della stessa, trasformandola nella nostra 17esima partecipata regionale, per poi dare il benestare alla trattativa tra privati che ha permesso la presenza di un nuovo socio, appunto privato, esperto, umbro e capace di aggiungere risorse economiche e professionali. Mentre l’intensa politica di spending review, nel 2022 ha consentito di portare la perdita economica da quasi 1 milione previsto a mezzo milione”, ha spiegato Tesei. Tutto ciò anche grazie “alla ricapitalizzazione dell’azienda, alla ricostruzione di una governance ordinata in cui il pubblico ha poteri di indirizzo, vigilanza e controllo mentre il privato ha poteri di gestione. Abbiamo inoltre redatto un nuovo statuto e infine, ultimando con il nostro socio privato un piano industriale di forte rilancio per l’istituto che già in questo 2023 sta dando, in anticipo, i frutti”, ha aggiunto la presidente dell’Umbria.

Lo dimostrano i dati dei primi due mesi del 2023: “Due su tutti il tasso di occupazione media dei posti letto è di 110 su 112, sostanzialmente la totalità e la previsione di ritorno all’utile che supererà il mezzo milione di euro. Oggi abbiamo ben 118 dipendenti, con 15 infermieri stabilizzati e un bando di concorso per Oss alla cui graduatoria attingere per le esigenze aziendali, mentre abbiamo cessato ogni rapporto con le agenzie interinali che precarizzavano il lavoro e costavano 200.000 euro l’anno”, ha concluso. All’incontro erano presenti anche l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, il sindaco di Umbertide, Luca Carizia, il direttore dell’Usl 1, Enrico Martelli, Alessio e Alberto Brugnoni in qualità di rappresentanti del socio privato, Brugnoni Sanità, il direttore regionale Salute e Welfare, Massimo D’Angelo, il presidente della Commissione permanente Affari sociali e sanità del Senato, Franco Zaffini, il presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria, Marco Squarta, la consigliera regionale Eleonora Pace.

ANGI, Innovation Made in Italy Conference il 30 marzo

ANGI, Innovation Made in Italy Conference il 30 marzo



ANGI, Innovation Made in Italy Conference il 30 marzo – askanews.it



ANGI, Innovation Made in Italy Conference il 30 marzo – askanews.it


















Roma, 28 mar. (askanews) – Innovazione, sviluppo e imprese. Questi gli importanti temi che saranno oggetto dell’importante manifestazione indetta per il 30 marzo p.v. denominata “Innovation Made in Italy Conference”. L’appuntamento si terrà presso il Salone degli Arazzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’iniziativa è promossa dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, degli Uffici del Parlamento Europeo in Italia e della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia.

La conferenza punta ad evidenziare il ruolo dell’innovazione e della sostenibilità come chiavi di volta per lo sviluppo delle imprese e la valorizzazione del Made in Italy. Saranno altresì presentati nel corso dei lavori i dati dell’Osservatorio by ANGI Ricerche sullo stato degli investimenti delle imprese italiane e dei punti di forza del Made in Italy e infine dei settori maggiormente in crescita. L’iniziativa vedrà l’intervento del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso e i delegati di altre importanti istituzioni tra cui: Parlamento Europeo, Commissione Europea, Cassa Depositi e Prestiti, Team per la Trasformazione Digitale – Presidenza del Consiglio, Agenzia Enea e l’Enit.

Ad evidenziare il percorso del mondo imprese e le loro rispettive attività, saranno presenti i dirigenti di alcune delle più importanti aziende italiane, tra cui: FERRERO, NONINO DISTILLATI, ILLYCAFFE’, TERNA, FINCANTIERI, INTESA SANPAOLO, TEAMSYSTEM, AVIO AERO, FABBRICA D’ARMI PIETRO BERETTA, SABABA SECURITY, GRUPPO DIMENSIONE, AEROPORTI DI ROMA E BLU VACANZE. “Siamo lieti della straordinaria adesione da parte delle grandi imprese e delle istituzioni nazionali ed europee al nostro appuntamento che punta ad evidenziare il ruolo dell’innovazione come motore trainante per lo sviluppo dell’ecosistema paese. L’occasione sarà propizia sia per evidenziare come i differenti operatori e stakeholder si stiano muovendo nei vari cluster di area sia per interloquire con il Governo al fine di rafforzare l’operato a sostegno delle imprese e della valorizzazione del Made in Italy”. Così il presidente dell’ANGI, Gabriele Ferrieri (già ForbesU30).

Ichnusa: in 4 anni valore condiviso in Sardegna raddoppiato a 455 mln

Ichnusa: in 4 anni valore condiviso in Sardegna raddoppiato a 455 mln



Ichnusa: in 4 anni valore condiviso in Sardegna raddoppiato a 455 mln – askanews.it



Ichnusa: in 4 anni valore condiviso in Sardegna raddoppiato a 455 mln – askanews.it



















Milano, 28 mar. (askanews) – Fino a circa sei anni fa era una prerogativa dei sardi o di chi sceglieva l’isola per vacanza o altro. Nel 2017 però Heineken ha deciso di portare la birra Ichnusa sul Continente, come dicono gli isolani, dove oggi l’etichetta con i Quattro Mori è di casa non solo nei frigoriferi domestici ma anche in bar e ristoranti. E secondo l’azienda quella operazione si è compiuta con successo, viste le evidenze emerse da alcune indagini come quella di Itqf secondo cui Ichnusa è la miglior birra per livello di qualità commisurata al suo prezzo, o quella di YouGov secondo cui è, tra le 10 marche di birra più note, la preferita dagli italiani, con il 36% dei voti.

Ora, a quattro mesi dal primo brindisi nel birrificio di Assemini, anche la nuova nata, Ambra Limpida, è disponibile anche al dettaglio con la distribuzione nella Gdo, aprendo una nuova fase per il brand sardo di Heineken. Secondo uno studio di Althesys, dalla presenza congiunta del brand e del birrificio Ichnusa in Sardegna arriva un contributo alla crescita e al benessere dell’isola – il cosiddetto valore condiviso – che in quattro anni è più che raddoppiato: circa 455 milioni di euro nel 2019, contro i 200 milioni di euro nel 2015. Questa crescita ha portato benefici e occupazione a ogni fase della filiera, tra ricadute dirette, indirette e indotte. Nel birrificio Ichnusa lavorano oggi circa 100 persone, ma la sua presenza in Sardegna “tocca” oltre 5.300 lavoratori, più del doppio rispetto ai 2.000 stimati nel 2015, tutti direttamente o indirettamente correlati alla produzione di birra, per un totale salariale corrisposto lungo la filiera di 137 milioni di euro (corrispondenti alla spesa media annuale di quasi 3.000 famiglie sarde).

“Questi dati fotografano solo una prima fase di crescita del birrificio, perché il nostro percorso è andato avanti – afferma Matteo Borocci, direttore del birrificio Ichnusa – In altre parole, l’impatto in termini di valore condiviso è già oggi più alto rispetto a quanto descritto dallo studio. Ne è lo specchio l’investimento per rendere più innovativo e sostenibile il nostro birrificio, grazie al quale il contributo di Ichnusa alla Sardegna è destinato ad aumentare ulteriormente. L’arrivo delle prime bottiglie di Ambra Limpida nella grande distribuzione ci permetterà con orgoglio di far conoscere a quante più persone possibili il frutto del nostro impegno e della nostra continua voglia di innovare e di migliorarci”.

Sanità, A.Fontana: Besta modello di sinergia pubblico-privato

Sanità, A.Fontana: Besta modello di sinergia pubblico-privato


Sanità, A.Fontana: Besta modello di sinergia pubblico-privato – askanews.it



Sanità, A.Fontana: Besta modello di sinergia pubblico-privato – askanews.it


















Milano, 28 mar. (askanews) – L’Istituto Neurologico ‘Besta’ di Milano è “un esempio concreto di sinergia tra una struttura pubblica lombarda, eccellenza internazionale, qual è” e “la Neuroscience Academy by Ravelli”. Lo ha evidenziato in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando il fatto che, grazie alla donazione della presidente di NeuroScience Academy by Ravelli Foundation, Ines Ravelli, che ammonta a 2.514.000 euro, verranno realizzati 24 nuovi ambulatori destinati ai pazienti neurologici e neurochirurgici.

La nuova realizzazione, ha aggiunto Fontana, “rafforzerà “ulteriormente l’offerta sanitaria e consentirà una maggiore ottimizzazione della gestione delle visite. Nuovi spazi quindi e nuovi servizi a disposizione della comunità e per il ‘Besta’ luoghi aggiuntivi per continuare a fare ricerca, sempre più fondamentale per la nostra sanità”. L’obiettivo è riorganizzare gli spazi esistenti e chiudere gli ambulatori ubicati in altre zone di Milano per concentrarli tutti nella zona di Città Studi, nella sede di via Celoria. I lavori, secondo quanto ha riferito la progettista, avranno inizio a breve e dureranno circa 1 anno. Alla cerimonia di inaugurzione ha partecipato, su delega di Fontana, l’assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi, Gianluca Comazzi, secondo il quale il Besta “è un’eccellenza della nostra Regione. Non solo è importante sottolineare il lavoro dell’Istituto, ma anche tutto ciò che viene fatto nel settore della ricerca nel campo delle neuroscienze. Il progetto per questa nuova palazzina è un esempio concreto di come progresso e innovazione si possano integrare con il rispetto dell’ambiente. La struttura infatti verrà realizzata seguendo i criteri della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica, in linea con gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale”.

L’edificio sarà costruito nel cortile dell’Istituto, accanto all’attuale padiglione C: il progetto prevede una struttura di quattro piani oltre al pian terreno che occuperà uno spazio totale di circa mille metri quadrati di superficie lorda e circa 2.500 metri cubi edificati. Al piano terra è prevista l’accettazione con la sala d’attesa e servizi igienici per l’utenza. I ventiquattro ambulatori sono distribuiti dal 1° al 4° piano, dove sono collocati anche gli spazi accessori quali servizi igienici, spogliatoi per il personale, depositi. I nuovi ambulatori resteranno attivi anche in futuro, quando sarà definito un progetto di rigenerazione urbana per tutta l’area, già in studio, in prospettiva del trasferimento di Besta e Istituto dei Tumori alla Città della Salute e che valorizzerà ancora di più gli spazi esistenti grazie a un protocollo di intesa con la Regione Lombardia.

Siccità, Schifani istituisce in Sicilia Tavolo tecnico permanente

Siccità, Schifani istituisce in Sicilia Tavolo tecnico permanente



Siccità, Schifani istituisce in Sicilia Tavolo tecnico permanente – askanews.it



Siccità, Schifani istituisce in Sicilia Tavolo tecnico permanente – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – Un Tavolo tecnico permanente per individuare misure contro la crisi idrica in Sicilia. Lo ha istituito il presidente della Regione Renato Schifani, convocando già da domani, a Palazzo d’Orleans, una serie di riunioni con gli assessori all’Agricoltura e all’Energia Luca Sammartino e Roberto Di Mauro, insieme ai dirigenti generali dei dipartimenti regionali competenti e ai responsabili dei Consorzi di bonifica, Siciliacque, Enel Produzione, Enel Green, Eni e dei nove Ato idrici dell’Isola.

Attualmente, così come attestato dall’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico della Sicilia, la situazione vede un stato di “severità idrica bassa” in tutta la regione, ad esclusione del comparto delle zone irrigue, in sofferenza, servite dagli invasi “Pozzillo”, “Nicoletti” e “Don Sturzo” (nelle province di Catania, Enna e Siracusa) a cui è stato attribuito, invece una “severità media”. Inoltre, il permanere di situazioni meteo climatiche non favorevoli e ormai tendenti alla stabilizzazione verso l’assenza di precipitazioni, fa prevedere un trend negativo. “Da oltre due mesi la Regione ha messo in campo una serie di misure per mitigare la siccità. Sono stati attivati una serie di tavoli con soggetti ed enti interessati per migliorare la capacità di accumulo delle dighe attraverso l’eliminazione dei detriti depositati sul fondo degli invasi. Un’ulteriore spinta in tal senso è arrivata dall’approvazione dei Piani di gestione proposti dai gestori delle dighe e autorizzati dall’Autorità di bacino della presidenza della Regione”, ha sottolineato il presidente Schifani.

“Adesso dopo diverse riunioni, con il coinvolgimento dei Consorzi di bonifica e degli enti erogatori dell’acqua, per rendere più celeri i lavori per il riefficientamento delle condotte idriche, si rende necessario un tavolo permanente con gli enti interessati dove si esamineranno tutte le proposte possibili per affrontare l’eventuale crisi idrica che potrebbe verificarsi nel prossimo periodo estivo”, ha concluso.

Piemonte, 22 milioni di euro per la gestione dell’acqua

Piemonte, 22 milioni di euro per la gestione dell’acqua



Piemonte, 22 milioni di euro per la gestione dell’acqua – askanews.it



Piemonte, 22 milioni di euro per la gestione dell’acqua – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – La Regione Piemonte investe 22 milioni di euro per due bandi che poggiano su risorse finanziarie del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per interventi che consentano di migliorare la capacità degli ecosistemi acquatici presenti in fiumi, torrenti, laghi ed aree umide per superare le criticità climatiche dovute ai cambiamenti in atto, sia in condizioni di portate idriche elevate, sia in condizioni di siccità oggi sempre più ricorrenti, favorendo le infrastrutture verdi e le misure naturali di ritenzione idrica, come ad esempio la rinaturazione delle sponde fluviali, finalizzate a trattenere le acque per favorire gli habitat e ricaricare le falde.

Nella programmazione dei fondi FESR 21-27 del Piemonte, alla transizione ecologica è destinata la somma di 475 milioni di euro, di cui 22 milioni sono destinati a fiumi e laghi. Per la prima volta fondi europei di investimento sono messi a disposizione dell’ambiente e della riqualificazione fluviale a sottolineare l’importanza che questi temi hanno ormai assunto nelle politiche europee e della Regione Piemonte. Quella approvata dalla Giunta è la prima misura sul FESR dedicata nello specifico all’adattamento dei territori ai cambiamenti climatici. “Alla luce della situazione siccitosa in cui versa la nostra regione stiamo investendo importanti risorse per aumentare la resilienza del nostro territorio con l’obiettivo di favorire la prevenzione e la mitigazione del rischio idraulico, la capacità di adattamento ai rischi naturali e l’aumento del sequestro dell’anidride carbonica. Con questa misura combattiamo gli effetti negativi causati dal cambiamento climatico”, commentano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.

I bandi, che si apriranno prima dell’estate e che vedranno quali beneficiari Città Metropolitana di Torino, le Province, i Comuni in forma semplice o associata, gli Enti Parco ed i gestori delle aree della Rete Natura 2000 del territorio piemontese, prevedono, sul biennio, due linee: una, con dotazione di 10 milioni e 423mila euro, destinata ad aree in cui sia attivo un Contatto di Fiume, Lago o Zona Umida e l’altra, con dotazione di 11 milioni e 475mila euro, dove questi non siano presenti. Tra gli interventi previsti quelli che puntano alla riqualificazione della vegetazione delle sponde e delle aree prossime ai corsi d’acqua e ai laghi anche con la realizzazione di fasce tampone o la creazione di corridoi ecologici, la riattivazione di risorgive, la ricostruzione di ambienti naturali idonei alla riproduzione delle specie acquatiche autoctone, il miglioramento delle caratteristiche morfologiche dei corsi d’acqua. Questa iniziativa si affianca ai finanziamenti regionali che dal 2018 sono disponibili annualmente per interventi di riqualificazione fluviale: il 4 maggio è la data di scadenza per la presentazione delle domande relative al bando 2023 per il quale sono stati stanziati ulteriori 3 milioni, sempre a beneficio degli Enti Locali. Si tratta di un bando complementare con i bandi FESR e gli Uffici del Settore Tutela Acque offrono un servizio di sportello informativo per supportare le Amministrazioni interessate alla partecipazione.

”Sanità privata 4.0″, il 30 marzo convegno alla Regione Lazio

”Sanità privata 4.0″, il 30 marzo convegno alla Regione Lazio



“Sanità privata 4.0”, il 30 marzo convegno alla Regione Lazio – askanews.it



“Sanità privata 4.0”, il 30 marzo convegno alla Regione Lazio – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – “Il ruolo della sanità privata 4.0. Possibili strategie e partnership per un obiettivo comune: la salute della persona”. È il titolo del convegno in programma giovedì 30 marzo, dalle ore 11 alle 13 (presso la Sala Tevere della Regione Lazio, situata in via Cristoforo Colombo, 212), promosso da UCID e organizzato da Dreamcom, che vede la collaborazione di stakeholder della sanità privata – tra cui ARIS, Fondazione Don Gnocchi, Giomi Next, CONFAPI -, che si confronteranno con le rappresentanze istituzionali della Regione Lazio sull’importanza dell’innovazione tecnologica in sanità e sul futuro delle collaborazioni pubblico-privato.

Il Sistema Sanitario Nazionale si basa sui principi di universalità (estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione), uguaglianza (i cittadini devono accedere alle prestazioni del SSN senza nessuna distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche), equità (a tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute). Tali principi etici vengono dalla tradizione cristiana di accoglienza che è alla base della nascita stessa degli ospedali e sono da difendere, nonostante i costi che tutto questo comporta per lo Stato. La tecnologia digitale può aiutare a ridurre i costi e aumentare l’accesso per tutti. L’innovazione può essere utilizzata per aiutare i professionisti della salute a curare meglio i pazienti, fornendo loro informazioni in tempo reale. La digitalizzazione – evienziano gli organizzatori – può anche aumentare l’efficienza del sistema. L’utilizzo di app mobili e dei servizi di telemedicina può limitare il numero di visite ai reparti ospedalieri, rendendo più efficiente l’accesso ai servizi medici. Inoltre, la tecnologia può rendere possibile per i pazienti una connessione senza soluzione di continuità con i propri medici, riducendo il tempo per ottenere una diagnosi accurata e un trattamento appropriato. La tecnologia digitale come Internet, le app e dispositivi di monitoraggio della salute sta aumentando la diffusione della scienza della salute, fornendo accesso più ampio a tutti i cittadini. L’implementazione di tecnologie può aumentare l’accesso alle cure, consentendo una maggiore autonomia dei pazienti. La tecnologia digitale può anche facilitare la raccolta di informazioni sanitarie preziose, come i dati sull’incidenza delle malattie.

Un concetto fondamentale è racchiuso nel termine “sostenibilità”, che trova la sua attuazione in un nuovo modello di Sanità 4.0 e che prevede lo sviluppo di modelli assistenziali innovativi fondati sulle potenzialità delle nuove tecnologie digitali, dei big data e dell’intelligenza artificiale. Il Piano Transizione 4.0, in particolare grazie al credito d’imposta fino al 50% per i software, ha permesso una netta digitalizzazione di centri, studi medici e poliambulatori, rendendoli in grado di rispondere ad esigenze nuove dei cittadini. Questi strumenti consentiranno al sistema sanitario di perseguire notevoli risparmi, rispondendo allo stesso tempo in modo più efficiente ed efficace ai bisogni dei pazienti, con prestazioni e servizi di maggior valore. L’alleanza tra i diversi attori del settore sanitario diventa indispensabile per raggiungere l’obiettivo comune della salute della Persona, in un contesto in cui l’interdipendenza tra le strutture sanitare private e il sistema pubblico è cruciale per garantire che le migliori cure possano essere fornite a tutti i pazienti, rispettando i loro bisogni e desideri.

La Francia ha confermato il ‘no’ all’estradizione di 10 ex Br. Nordio: penso alle vittime

La Francia ha confermato il ‘no’ all’estradizione di 10 ex Br. Nordio: penso alle vittime


La Francia ha confermato il ‘no’ all’estradizione di 10 ex Br. Nordio: penso alle vittime – askanews.it



La Francia ha confermato il ‘no’ all’estradizione di 10 ex Br. Nordio: penso alle vittime – askanews.it


















Roma, 28 mar. (askanews) – La Corte di Cassazione francese ha confermato martedì 28 marzo il rifiuto di estradare dieci ex attivisti italiani di estrema sinistra residenti in Francia da diversi decenni e denunciati da Roma per atti qualificati come terrorismo commessi durante gli “anni di piombo”, annunciando in un comunicato stampa.

La massima corte della magistratura convalida così definitivamente la decisione della Corte d’appello di Parigi, che si è opposta nel giugno 2022 alla consegna all’Italia di queste due donne e otto uomini. La Corte d’Appello ha fondato la sua decisione sul rispetto del diritto alla vita privata e familiare nonché del diritto a un equo processo, previsto dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il procuratore generale della Corte d’appello di Parigi, Rémy Heitz, aveva presentato ricorsi per contestare la posizione della camera istruttoria. Rémy Heitz riteneva che avrebbero dovuto essere ordinate ulteriori passi per garantire che coloro che erano stati processati in loro assenza avrebbero beneficiato di un nuovo processo se fossero stati consegnati all’Italia. Ha inoltre ritenuto che l’estradizione degli attivisti non costituirebbe un attacco sproporzionato al diritto alla vita privata e familiare. La Corte di Cassazione ha rigettato i suoi ricorsi, “ritenendo sufficienti le motivazioni addotte dai giudici, che rientrano nella loro sovrana discrezionalità”. “Il parere sfavorevole sulle richieste di estradizione è quindi definitivo”, si precisa nel comunicato. “È un enorme sollievo. La giustizia è resa in pace e diritto, questo è assolutamente ciò che era necessario “, ha reagito ad AFP Me Irène Terrel, avvocato di sette attivisti, tra cui la media Marina Petrella.

L’Italia chiedeva a questi dieci ex attivisti le condanne residue legate a condanne per il loro coinvolgimento in atti di natura terroristica commessi durante gli “anni di piombo”, dalla fine degli anni ’60 all’inizio degli anni ’80. I dieci hanno ricostruito le loro vite in Francia per diversi decenni paese dove si sentivano protetti dalla dottrina Mitterrand: il presidente socialista (1981-1995) si era impegnato a non estradare ex attivisti che avevano rotto con il loro passato. Ma nella primavera del 2021 il presidente Emmanuel Macron aveva deciso di promuovere l’esecuzione delle richieste di estradizione di questi sei ex Brigate rosse e quattro ex appartenenti a gruppi armati, rinnovate un anno prima da Roma. Un tempo di violente lotte sociali, gli “anni di piombo” furono segnati da un’escalation tra l’estrema destra e l’estrema sinistra e provocarono più di 360 morti attribuite a entrambe le parti, migliaia di feriti, 10.000 arresti e 5.000 condanne. “Prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione francese, che in piena autonomia ha deciso di negare l’estradizione in Italia di 10 ex terroristi condannati in via definitiva per gravissimi reati compiuti negli anni di piombo. L’Italia ha fatto tutto quanto in suo potere, perché fosse rimosso l’ostacolo politico che per decenni ha impedito alla magistratura francese di valutare le nostre richieste”. Così il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo la sentenza della Corte di Cassazione francese in merito alla richiesta di estradizione di ex brigatisti italiani.

“Avevo già avuto modo di ringraziare di persona, nel nostro primo incontro, il collega Eric Dupond-Moretti per essere stato al fianco dell’Italia e per la sua costante attenzione nei confronti delle nostre richieste. Con lui – ha aggiunto Nordio, in una nota – ho avuto anche un colloquio telefonico. Il Ministro Dupond-Moretti ha compreso il nostro bisogno di verità e giustizia e, dando corso alle nostre domande di estradizione, ha testimoniato la piena fiducia del Governo francese nella nostra magistratura, che ha giudicato gli imputati degli anni di piombo sempre nel rispetto di tutte le garanzie”. “Ho vissuto da pubblico ministero in prima persona quegli anni drammatici e oggi – aggiunge il Guardasigilli – il mio primo commosso pensiero non può che essere rivolto a tutte le vittime di quella sanguinosa stagione e ai loro familiari, che hanno atteso per anni, insieme all’intero Paese, una risposta dalla giustizia francese. Faccio pertanto mie le parole di Mario Calabresi, figlio del commissario ucciso 51 anni fa, nella speranza che chi allora non esitò ad uccidere ora ‘senta il bisogno di fare i conti con le proprie responsabilità e abbia il coraggio di contribuire alla verità’”, ha aggiunto Nordio.

Aeronautica, Bardi: autentico riferimento per l’Italia

Aeronautica, Bardi: autentico riferimento per l’Italia


Aeronautica, Bardi: autentico riferimento per l’Italia – askanews.it



Aeronautica, Bardi: autentico riferimento per l’Italia – askanews.it


















Roma, 28 mar. (askanews) – “Un secolo di storia, di abnegazione e sacrificio per la Patria, che gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare hanno onorato vigilando sui nostri cieli con coraggio, professionalità e dedizione e portando in tutto il mondo la solidarietà, che è un tratto distintivo delle nostre Forze Armate: celebriamo oggi il centenario dell’Aeronautica Militare Italiana, esprimendo la nostra gratitudine ai militari impegnati in tutto il mondo nelle missioni di pace e nell’aiuto a quanti sono vittime di calamità naturali. In questa occasione è doveroso rivolgere un pensiero commosso ai caduti di tutte le guerre, come pure a quanti hanno perso la vita in altre circostanze, come è accaduto di recente al lucano Giuseppe Cipriano, tenente colonnello originario di Montalbano Jonico, ed al maggiore Marco Meneghello, morti durante una sfortunata esercitazione. L’Aeronautica Militare è un autentico riferimento per l’Italia e contribuisce in maniera determinante, con i suoi cento anni di storia gloriosa, alla sicurezza del nostro Paese”. È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.