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Tajani: togliere crocifisso da scuola è rinuncia propria identità

Tajani: togliere crocifisso da scuola è rinuncia propria identitàMilano, 23 ago. (askanews) – “I cristiani non abbiano paura a dirsi cristiani: togliere il crocifisso dalla scuola o dall’ufficio pubblico non è rispetto della minoranza, è rinunciare alla propria identità”. Lo ha detto Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale al Meeting di Rimini, in una sessione trasmessa in streaming. Aggiungendo: “Quando si rinuncia alla propria identità, si diventa aggressivi”, ha aggiunto. “Se tu rinunci alla tua identità e hai paura di professare la tua fede, ti ritrovi davanti uno che invece rispetta la propria fede”.

Diritti,Sciarra: tutelare figli nati da coppie di stesso sesso

Diritti,Sciarra: tutelare figli nati da coppie di stesso sessoRimini, 23 ago. (askanews) – La Corte Costituzionale “si è soffermata a valutare la tutela dei diritti dei figli nati da coppie dello stesso sesso” che “aspirano a vedere garantita la loro vita come figli, a ricevere affetto e sostegno”. Lo ha detto la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra, in una conferenza stampa al Meeting di Rimini.

“La Corte Costituzionale – ha spiegato Sciarra – si è espressa più volte sulla tutela della famiglia ‘tradizionale’ secondo il linguaggio corrente, che è tutelata dalla nostra Costituzione, ma ha anche detto che ci sono le formazioni sociali entro cui si esprimono le personalità dei singoli. La Consulta ha un’apertura di orizzonti, sempre sulla base dei diritti sanciti dalla Costituzione, non va oltre perché lì inizia l’opera del legislatore”. “La Corte, recentemente, a proposito dei figli nati da coppie dello stesso sesso – ha aggiunto la presidente -, si è soffermata a valutare la tutela dei diritti di questi soggetti, che sono ‘nati’ e l’espressione non è usata senza ragione: sono nati, sono lì, sono nel nostro territorio nazionale e aspirano a vedere garantita la loro vita come figli, a ricevere affetto e sostegno. La Corte di Strasburgo e anche la Corte Costituzionale usano il principio di identità: il figlio cerca identità negli affetti familiari e la famiglia è quella che la Costituzione tutela ed è anche la famiglia delle formazioni sociali”.

Il caso Vannacci, Donzelli: la destra non si sta spaccando. Crosetto ha fatto quello che doveva

Il caso Vannacci, Donzelli: la destra non si sta spaccando. Crosetto ha fatto quello che dovevaFirenze, 23 ago. (askanews) – “Ovviamente no. La destra non si sta spaccando”. Lo ha detto Giovanni Donzelli, parlamentare e responsabile organizzazione di FdI, a Forte dei Marmi (Lucca), rispondendo ai giornalisti sul caso del libro del generale Roberto Vannacci.

“Purtroppo – ha aggiunto Donzelli – in Italia abbiamo una sinistra illiberale, che pensa di censurare più dei tribunali e delle scelte stesse dei militari. Crosetto ha fatto, da uomo delle istituzioni, quello che doveva fare. La magistratura valuterà se Vannacci ha fatto o no dei reati. Ma per il Pd non basta. Abbiamo scoperto che in Italia c’è un partito che pensa di avere un potere di censura più della magistratura e dei dipartimenti militari. Questo in democrazia non può esistere. Questa spocchia e questa arroganza della sinistra di decidere cosa si può leggere, non leggere, scrivere o non leggere è insopportabile. Io difendo la libertà di espressione, soprattutto – ha concluso Donzelli – di chi la pensa diversamente da me”.

Atteso in giornata allunaggio missione spaziale indiana

Atteso in giornata allunaggio missione spaziale indianaRoma, 23 ago. (askanews) – Oggi milioni di indiani in tutto il paese si sintonizzeranno sulle loro TV e sulle piattaforme di social media per guardare il tentativo del lander Vikram di atterrare sulla luna. In caso di “atterraggio regolare” l’India sarebbe il primo paese ad ‘atterrare’ presso il polo sud della luna. La missione Chandrayaan-3 è decollata il 14 luglio scorso dallo spazioporto di Isro, nello stato meridionale dell’Andhra Pradesh e da allora, in tutta l’India, ogni fase della missione è stata osservata attentamente in attesa del suo successo.

Come suggerisce il nome, Chandrayaan-3 è la terza missione lunare dell’India. La navicella spaziale è composta da un orbiter, un lander e un rover. Questa sera sarà il lander – chiamato Vikram, dal nome del fondatore dell’Isro Vikram Sarabhai – che punterà a effettuare un “atterraggio morbido” sulla superficie lunare. Porta nella pancia un rover di 26 kg chiamato Pragyaan, la parola sanscrita per saggezza. Se avrà successo, l’India diventerà il primo paese ad atterrare vicino al polo sud della luna. Sarà anche solo il quarto paese a realizzare un atterraggio morbido sulla Luna, dopo gli Stati Uniti, l’ex Unione Sovietica e la Cina, che sono tutti atterrati vicino all’equatore.

Tajani: “Lavoro prezioso delle suore salesiane in Eritrea”

Tajani: “Lavoro prezioso delle suore salesiane in Eritrea”Milano, 23 ago. (askanews) – “Lavoro prezioso che stanno facendo le suore salesiane in Eritrea”. Lo ha detto Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale al Meeting di Rimini, in una sessione trasmessa in streaming. “Quando sento parlare sempre male di preti e monache, penso ai tanti missionari in giro per il mondo e penso che bisogna levarsi il cappello e ringraziare per quello che fanno”, ha aggiunto.

Tajani ha sottolineato “l’immagine positiva del prete e o della suora missionari, che sono italiani: sono anche loro ambasciatori del nostro Paese”, chiamandoli anche “ambasciatori con il crocifisso”.

Africa, Tajani: “accordi” in fieri “non sono di puro sfruttamento”

Africa, Tajani: “accordi” in fieri “non sono di puro sfruttamento”Milano, 23 ago. (askanews) – “Siamo stati con il ministro Bernini a guidare una delegazione di imprese nel settore agricolo in Egitto perché c’è un’esperienza italiana nel coltivare terreni difficili”. Lo ha detto Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale al Meeting di Rimini, in una sessione “Le nostre comuni sfide con l’Africa” trasmessa in streaming. “Risultato di questa missione che il governo egiziano ha affidato alcune centinaia di ettari alle imprese italiane” ha aggiunto.

“Tutti gli accordi che si stanno facendo non sono di puro sfruttamento”, ha aggiunto, sottolineando che è importante “aiutare sicuramente dove serve, ma fare in modo che ci sia un’azione di amicizia concreta”.

Ue, Tajani: il Patto di stabilità è troppo rigorista, servono correttivi

Ue, Tajani: il Patto di stabilità è troppo rigorista, servono correttiviRimini, 23 ago. (askanews) – Il Patto di stabilità “è troppo rigorista”. E “noi riteniamo che si debba portare ancora qualche correttivo” alla proposta della Commissione europea. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Meeting di Rimini.

“Noi da sempre riteniamo che il Patto di stabilità deve anche essere di stabilità e crescita – ha detto Tajani -. Non andava bene quello che è stato sospeso con il Covid, la proposta della Commissione Ue va un po’ meglio ma noi riteniamo che si debba portare ancora qualche correttivo per permettere a Paesi come l’Italia di poter non essere aggravati nel rapporto deficit/Pil da spese che non sono volute dal governo o dallo Stato, ma sono spese come quelle che stiamo sostenendo per difendere l’indipendenza dell’Ucraina che andrebbero escluse, come forse anche quelle del Pnrr”. “Bisogna ancora discutere e dialogare – ha aggiunto -. Il Patto di stabilità è un vecchio dibattito che abbiamo, non certamente utile a uscire dalla crisi che c’è e favorire la crescita. Un Patto di stabilità che è troppo rigorista. Abbiamo visto i danni che fa la politica rigorista della Bce, che ha fatto aumentare i tassi d’interesse ovunque. Dobbiamo impedire che anche il Patto di stabilità e crescita diventi un Patto che porti alla recessione e al blocco dell’economia europea”.

Vannacci, Donzelli: la destra ovviamente non si sta spaccando

Vannacci, Donzelli: la destra ovviamente non si sta spaccandoFirenze, 23 ago. (askanews) – “Ovviamente no. La destra non si sta spaccando”. Lo ha detto Giovanni Donzelli, parlamentare e responsabile organizzazione di FdI, a Forte dei Marmi (Lucca), rispondendo ai giornalisti sul caso del libro del generale Roberto Vannacci.

“Purtroppo -ha aggiunto Donzelli- in Italia abbiamo una sinistra illiberale, che pensa di censurare più dei tribunali e delle scelte stesse dei militari. Crosetto ha fatto, da uomo delle istituzioni, quello che doveva fare. La magistratura valuterà se Vannacci ha fatto o no dei reati. Ma per il Pd non basta. Abbiamo scoperto che in Italia c’è un partito che pensa di avere un potere di censura più della magistratura e dei dipartimenti militari. Questo in democrazia non può esistere. Questa spocchia e questa arroganza della sinistra di decidere cosa si può leggere, non leggere, scrivere o non leggere è insopportabile. Io difendo la libertà di espressione, soprattutto -ha concluso Donzelli- di chi la pensa diversamente da me”.

Cina, oltre crisi immobiliare, debito nascosto minaccia crescita

Cina, oltre crisi immobiliare, debito nascosto minaccia crescitaRoma, 23 ago. (askanews) – La crisi del mercato immobiliare cinese è strettamente interconnessa con l’altro polo del rischio strutturale che la Cina sta vivendo e che potrebbe limitare fortemente la sua ripresa post-pandemica: il cosiddetto “debito nascosto” riconducibile alle amministrazioni locali. Si tratta dei due vettori che hanno spinto la frenetica crescita cinese negli ultimi quattro decenni e che ora si trovano a pagare il conto, anche alla luce di una demografia che non prospetta margini enormi come in passato per il settore immobiliare.

A quanto ha scritto Caixin, il più autorevole giornale economico-finanziario cinese, riprendendo una stima della banca svizzera UBS, oltre l’80 per cento dei veicoli finanziari dei governi locali, conosciuti con l’acronimo inglese di LGFV, non è in possesso della liquidità sufficiente per garantire il pagamento degli interessi sul proprio debito. Questi veicoli sono società istituite dai governi locali per finanziare i grandi progetti infrastrutturali cinesi e, di conseguenza, questa carenza di liquidità impatta in maniera diretta sul settore delle costruzioni. E – a rendere più rischiosa la situazione per il settore finanziario cinese – qualcosa come il 30-40 per cento degli asset delle banche cinesi, secondo una stima di Caida Securities, sarebbero investiti proprio in bond LGFV. Un ulteriore elemento di preoccupazione il fatto che il migliaia di miliardi di euro di debito dei governi locali, in realtà, non è iscritto a bilancio, pur essendo garantito in qualche modo dal fatto di essere debito pubblico, e rappresenta – appunto – quello che è conosciuto come “debito nascosto”.

Ma di che cifre parliamo? Essendo debito “nascosto”, le stime variano sensibilmente. I dati del Ministero delle Finanze mostrano che i governi di tutta la Cina avevano 37mila miliardi di yuan (4.700 miliardi di euro) di debito contabile alla fine di aprile, ma non sono disponibili dati ufficiali pubblici sull’entità del debito nascosto. Il Fondo monetario internazionale ha stimato che quest’anno il debito totale accumulato dai LGFV cinesi è salito alla cifra record di 66mila miliardi di yuan (8.350 miliardi di euro), più che raddoppiato dal 2017. A luglio s’è tenuto un atteso incontro del Politburo del Partito comunista cinese – il sancta sanctorum del potere in Cina – che, tra le altre cose, ha evidenziato la necessità d’intervenire su debito dei governi locali per abbatterlo. E il ministro delle finanze Lu Kun ha affermato che alla fine del 2022 il debito delle amministrazioni locali era calato di un terzo, ma con un ritmo più lento rispetto a quello previsto, a quanto spiega Caixin. Una riforma delle relazioni tra governo centrale e locale sarà uno degli elementi che impegnerà i policymaker cinesi.

C’è inolte un altro elemento di preoccupazione che riguarda la trasparenza. La scorsa settimana il governo cinese ha interrotto la diffusione dei dati relativi alla disoccupazione giovanile, nel timore che questa potesse segnalare con evidenza la fragilità della ripresa post-pandemica. Una mossa che non è sfuggita al resto del mondo: il consigliere di sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha invitato Pechino a non nascondere informazioni necessarie a tutto il mondo per prendere decisioni appropriate. Caixin ha appreso che il Ministero delle Finanze ha lanciato un’indagine completa sui prestiti in nero dei governi locali all’inizio del 2023. I risultati dell’indagine devono però ancora essere divulgati.

Certo è che i governi locali hanno visto le vendite di terreni pubblici per le costruzioni, una fonte importante d’introito, raffreddarsi in maniera decisa e questo ha messo i loro bilanci in difficoltà. I rischi di default dei veicoli finanziari locali hanno un impatto pesante sulle amministrazioni, specialmente quelle più povere. Queste carenze finanziarie, inoltre, alla fine vanno a impattare sulla vita dei cittadini, quando il governo centrale – perché la Cina resta un sistema centralista – non va a coprire il debito. Un caso divenuto noto è quello della società di trasporti pubblica di Baoding, nella provincia di Hebei, che a giugno ha semplicemnte dovuto interrompere il servizio perché rimasta a corto di fondi. Nel 2017 il presidente Xi Jinping aveva sentenziato che “la casa è per viverci, non per specularci”. L’applicazione di questo principio però ha avuto un costo, che è stato amplificato anche dai durissimi lcockdown imposti nell’ambito della politica Covid-Zero. I veicoli finanziari locali, che sono proliferati per aggirare le norme introdotte dal governo centrale a metà anni ’90 per impedire che i governi locali facessero debito a profusione, dipendono molto dalle operazioni di vendita dei terreni agli sviluppatori immobiliari e si sono trovati in difficoltà di fronte a un raffreddamento del mercato della casa. Non a caso tra i suggerimenti dell’ultimo “Rapporto sui lavori del governo” presentato dal primo ministro uscente Li Keqiang al Congresso nazionale del popolo di marzo, la frase di Xi era scomparsa. Secondo Caixin, entro la fine di quest’anno, circa 2.600 miliardi di yuan (329 miliardi di euro) di obbligazioni scadranno per 3.427 LGFV. Le cinque province con il maggior debito LGFV in scadenza sono Jiangsu, Zhejiang, Shandong, Tianjin e Sichuan. Una pratica comune per gli LGFV è quella di emettere nuove obbligazioni per ripagare i prestiti esistenti. Secondo quanto ha stimato a luglio Fitch Ratings le banche cinesi dovranno affrontare una pressione crescente sulla qualità degli asset e sulla redditività derivante dalla loro esposizione al debito dei veicoli di finanziamento del governo locale (LGFV) nel prossimo anno o due. A essere a rischio sono prevalentemente le piccole banche regionali cinesi nelle province più deboli. E’ probabile che le ristrutturazioni dei prestiti bancari del debito LGFV aumentino, in particolare in 10 province maggiormente vulnerabili alle pressioni di rifinanziamento. Le autorità cinesi – secondo Fitch – potrebbero considerare tali ristrutturazioni come un’opzione per alleviare la liquidità dei LGFV più deboli ed evitare il default sui titoli pubblici. Questo fatto, alla luce anche della riforma sulla classificazione del rischio patrimoniale messa in campo da Pechino in questi anni, farà aumentare i crediti in sofferenza. Tali ristrutturazioni rischiano comunque di compromettere ulteriormente la capacità di finanziamento di altri LGFV nelle stesse regioni, il che potrebbe incentivare i governi sponsor a cercare di impedirle cercando soluzioni alternative, tra cui l’organizzazione della cessione degli asset dei LGFV, l’iniezione di asset operativi nei LGFV o la richiesta di sostegno fiscale dai governi provinciali. Un altro modo per affrontare il problema – evidenzia Caixin – potrebbe quello di scambiare debiti nascosti, a breve termine e con interessi elevati, con titoli di Stato a lungo termine e a basso costo. Dal 2014, la Cina ha effettuato quattro cicli di swap di questo tipo. Da luglio, i governi provinciali di Fujian, Guizhou, Yunnan, Jiangxi e Guangzhou hanno iniziato ad aiutare alcuni governi municipali e di contea a candidarsi per prendere parte a un programma pilota nazionale volto a disinnescare i rischi del debito pubblico locale.

Prezzi largo consumo: aziende promettono rallentamento ma analisti scettici

Prezzi largo consumo: aziende promettono rallentamento ma analisti scetticiMilano, 23 ago. (askanews) – Dopo aver aumentato i prezzi per trasferire sui consumatori i rincari delle materie prime, dell’energia e del costo del lavoro, alcune delle più grandi aziende mondiali di beni di largo consumo potrebbero essere pronte ad rallentare questo trend al rialzo dei prezzi finali.

L’amministratore delegato di Kraft Heinz, Miguel Patricio, ricorda oggi un articolo sulle prospettive dei prezzi per i beni di largo consumo del Financial Times, ha dato la speranza che i prezzi di prodotti come Philadelphia e il ketchup Heinz potrebbe smettere di aumentare, in occasione della presentazione dei risultati preliminari all’inizio del mese. Il collega di Nestlé, Mark Schneider, ha affermato che la multinazionale di Nespresso e KitKat, tra gli altri marchi, rallenterà l’aumento dei prezzi nella seconda metà dell’anno. Anche l’omologo del colosso francese Danone, Antoine de Saint-Affrique, gli ha fatto eco, affermando che “nel corso del prossimo trimestre diminuirà, ma ci sarà ancora inflazione”. Per Graeme Pitkethly, direttore finanziario di Unilever, “abbiamo superato il picco dell’inflazione” e, sebbene i prezzi continueranno a salire, il tasso di crescita si “modererà” nel corso dell’anno. Secondo l’analisi di Jefferies, le aziende di beni di consumo hanno aumentato i prezzi in media dell’11% su base annua per tre trimestri consecutivi, fino a luglio, quando gli aumenti medi sono tornati al 9,7%.

La prospettiva di una battuta d’arresto nell’aumento dei prezzi sarà pure una buona notizia per i consumatori, ma è improbabile che si vedranno inversioni di prezzo o almeno una moderazione. Secondo gli analisti, continueranno a pagare i considerevoli aumenti dei prezzi avviati dalle aziende nella prima metà dell’anno fino al prossimo anno. “Dicono che i prezzi rallenteranno, naturalmente, perché l’anno scorso li stavano aumentando. Quindi di anno in anno l’aumento dei prezzi diventa minore, perché non praticano ulteriori prezzi aggiuntivi”, ha affermato Bruno Monteyne, analista di Bernstein. Per James Edwardes Jones, analista di Rbc, le aziende del largo consumo “non tagliano quasi mai i prezzi” ed erano più propensi ad aumentare l’attività promozionale piuttosto che ad abbassare effettivamente il prezzo dei beni. I consumatori si sono mostrati più resistenti del previsto ai rincari e hanno continuato ad acquistare marchi popolari, aiutando così le aziende a compensare i significativi cali delle vendite. Ma con il protrarsi dell’aumento del costo della vita, è diventato più difficile mantenere i volumi, con un aumento della cautela da parte dei consumatori nei confronti di ulteriori rincari. L’amministratore delegato ad interim di Reckitt, Nicandro Durante, si è detto “cauto” nel trasferire gli aumenti dei prezzi ai consumatori “stressati” in Europa. Heineken ha visto crollare i volumi di vendita del 5,4% nella prima metà dell’anno, scendendo ulteriormente nel secondo trimestre a seguito “dell’effetto cumulativo degli interventi sui prezzi”, mentre Nestlé ha riportato volumi di vendita inferiori alle aspettative all’inizio del mese.

Alcune aziende hanno registrato una significativa perdita di quote di mercato nella prima parte dell’anno. Unilever ha detto che la percentuale di attività in crescita è scesa dal 48% del primo trimestre al 41% del secondo, il livello più basso dal 2018. E la perdita di quote di mercato è un primo segnale del calo della fiducia dei consumatori, secondo gli analisti. Kraft Heinz ha perso parte della sua posizione nel secondo trimestre dell’anno a causa dei prezzi dei suoi prodotti superiori a quelli del mercato. “Stiamo perdendo una quota incrementale a favore dei marchi che stanno promuovendo più di noi”, ha affermato Patricio. In realtà ci sono categorie che si sono dimostrate più resistenti come quelle dei prodotti sanitari che hanno retto meglio in termini di volumi coi consumatori più propensi ripiegare su prodotti alimentari di fascia più bassa che a rinunciare a medicinali da banco o prodotti per la cura personale come il dentifricio.

Aziende poi che producono beni indulgence, il quotidiano britannico li inserisce nella categoria lusso accessibile, come bevande gassate e dolciumi, sono riuscite a mantenere i volumi spingendo al contempo i prezzi. E alcune di loro hanno detto che i prezzi dovranno aumentare ancora. Coca-Cola, ad esempio, ha aumentato i prezzi del 10% nel trimestre fino al 30 giugno, senza incidere sui volumi di vendita nello stesso periodo. Il direttore finanziario del produttore di bevande, John Murphy, ha dichiarato al Financial Times che la società continuerà ad aumentare i prezzi nella seconda metà dell’anno. Anche il produttore di cioccolato Lindt ha avvertito di ulteriori aumenti dei prezzi dopo averli già aumentati senza sacrificare i volumi di vendita. Lo stesso Schneider di Nestlé ha affermato che sarebbero necessari ulteriori aumenti dei prezzi, in particolare sui prodotti che si basano su cacao e zucchero, i cui prezzi sono aumentati vertiginosamente a causa delle carenze legate al clima.