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Porta (Pd): istituzioni scommettano tutte sul turismo delle radici

Porta (Pd): istituzioni scommettano tutte sul turismo delle radiciRoma, 17 mar. (askanews) – “Credo che il turismo delle radici non vada banalizzato, derubricandolo alla festa del Paese o al ritorno dell’emigrante con la valigia di cartone. Tutte cose ovviamente che fanno parte anche dell’immaginario e forse ancora di una realtà dell’emigrazione, ma il turismo delle radici è molto di più”. Così il deputato Pd, Fabio Porta, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione America meridionale, promotore assieme agli altri colleghi eletti all’estero del Pd – Toni Ricciardi, Christian Di Sanzo e Nicola Caré – nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati della presentazione del libro ‘Scoprirsi italiani – I viaggi delle radici in Italia’ di Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario, patrocinato dal Maeci.
“Il progetto del turismo delle radici è anche la risposta allo spopolamento dei piccoli borghi, la valorizzazione di collettività che oggi ha costruito interi continenti. É una strategia a medio e lungo termine sulla quale noi vorremmo che le istituzioni scommettessero in maniera sistemica e non episodica”, ha proseguito Porta.
“Con questo progetto, per la prima volta, gli italiani nel mondo vengono considerati e valorizzati , non solo a parole, come fatto per decenni, ma concretamente dando un’importanza vera agli italodiscendenti, agli italiani nati all’estero, alle nuove generazioni di italiani all’estero, che rappresentano la vera linfa, il vero potenziale al quale attingere quando si parla di turimo delle radici”, ha spiegato Porta ricordando di aver presentato “una proposta di legge per la concessione di visti speciali agli italodiscendenti per favorire lo stabilirsi in Italia”.

Xi Jinping: agricoltura questione primaria di sicurezza nazionale

Xi Jinping: agricoltura questione primaria di sicurezza nazionaleRoma, 16 mar. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha lanciato un messaggio per ribadire la centralità dell’agricoltura, definendola una “questione di sicurezza nazionale di estrema importanza” di fronte alle turbolenze del mercato dei cereali in seguito alla guerra russo-ucraina. Lo riferisce il South China Morning Post.
Il messaggio di Xi, accompagnato da una forte indicazione a lavorare per ottenere l’autosufficienza alimentare, risale in realtà a dicembre, quando il presidente intervenne alla conferenza annuale sul lavoro rurale. Tuttavia è apparso oggi sulla rivista di elaborazione teorica del Partito comunista cinese Qiushi.
“Da quando è iniziata la crisi ucraina, oltre 30 paesi hanno limitato le esportazioni di cibo e alcuni hanno sperimentato disordini sociali o addirittura cambi di regime”, ha segnalato il presidente cinese. “C’è un evidente aumento dell’incertezza e imprevedibilità” della situazione, ha continuato il numero uno di Pechino. “Quando qualcosa non va nell’agricoltura, le nostre ciotole finiscono per essere tenute nelle mani di qualcun altro e dobbiamo dipendere dagli altri per il cibo. Come potremmo mai conquistare la modernizzazione in una situazione del genere?”
Sebbene la Cina nutra un quinto della popolazione mondiale con solo il 9% della terra arabile mondiale, negli ultimi anni sono cresciute le preoccupazioni per la sicurezza alimentare tra le minacce del cambiamento climatico e il peggioramento dei legami con gli Stati Uniti e i suoi alleati, molti dei quali sono principali fornitori agricoli.
Pechino ha adottato una politica di autosufficienza alimentare e ha stabilito una “linea rossa” per mantenere le dimensioni della terra coltivabile. La Cina ha registrato una produzione annuale di grano di circa 660 milioni di tonnellate dal 2015, raggiungendo livelli record nel 2021-22 con più di 680 milioni di tonnellate.
Nella sua prima conferenza stampa dopo le “Due sessioni” annuali, il nuovo premier Li Qiang ha incoraggiato lunedì gli agricoltori lavorare per garantire ai cinesi di “tenere in mano le loro ciotole”, riecheggiando la stessa formula usata da Xi. “Il nostro sostegno alla produzione di grano sta solo aumentando e mai diminuendo”, ha affermato.
Nonostante produca la maggior parte dei prodotti agricoli a livello globale, lo sviluppo agricolo della Cina è molto indietro rispetto all’industrializzazione e all’urbanizzazione, ha affermato Xi nel discorso di dicembre. La produttività agricola – ha detto ancora il presidente – è solo un quarto di quella dei settori non agricoli, mentre le materie prime agricole “ovviamente mancano di competitività” nel mercato globale. Preservare quindi i terreni agricoli e sviluppare i semi invece di affidarsi a allevatori stranieri sono le due principali priorità per la produzione alimentare cinese, ha sostenuto Xi.
La Cina – ha aggiunto – deve anche frenare i gravi sprechi durante i processi di raccolta, trasporto, lavorazione, vendita e consumo, dove oltre il 20% del cibo viene sprecato ogni anno: “Se riuscissimo a dimezzare lo spreco di cibo, sarebbe sufficiente per sfamare 190 milioni di persone per un anno”.
Mentre la Cina rimane fondamentalmente autosufficiente per gli alimenti di base, vale a dire riso, grano e mais, fa molto affidamento sulle importazioni di soia e altri raccolti di semi oleosi.

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romani

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romaniMilano, 16 mar. (askanews) – Barilla porta la sua ultima innovazione in fatto di pasta nei ristoranti romani. Al bronzo infatti entra nei menù di tre locali della Capitale Assuntina a Testaccio, Ripa 12 e Osteria Circo, situati a Trastevere e Testaccio. Proprio gli spaghetti della linea trafilata al bronzo si sono aggiudicati il primo posto nella classifica di Altroconsumo e il primo posto ex aequo in quella stilata da Il Salvagente, le due associazioni a tutela dei consumatori.
Con questo progetto sarà possibile mangiare la pasta Al bronzo non solo a casa ma anche al ristorante, nella versione “cacio e pepe con gamberi rossi profumati al lime” da Assuntina a Testaccio, alla carbonara di tonno e al sugo di vegetali e basilico da Ripa 12 durante l’aperipasta, o col pesce spada nel menù del ristorante, o ancora delle linguine ai carciofi in due consistenze, guanciale iberico croccante e olio alla mentuccia all’Osteria Circo, situata di fronte al Circo Massimo.

Bce alza tassi di 50 pb, rifinanziamento al 3,50% top da 2007

Bce alza tassi di 50 pb, rifinanziamento al 3,50% top da 2007Roma, 16 mar. (askanews) – La Banca centrale europea ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base, come aveva ripetutamente indicato nelle scorse settimane. In questo modo il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento sale al 3,50%, il livello più elevato che si registri dall’ottobre del 2007 (3,75%). “L’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”, afferma il Consiglio direttivo.
Le turbolenze di Borsa e del settore bancario delle ultime sedute non hanno fatto desistere l’istituzione monetaria dai suoi propositi. Diversi osservatori avevano ipotizzato che la Bce potesse optare per un rialzo più contenuto, o addirittura non ritoccare i tassi, alla luce dell’alta tensione che si è registrata nelle ultime giornate, prima per i fallimenti di diverse banche negli Usa, tra cui la Silicon Valley Bank, poi ieri con il tracollo di Credit Suisse in Svizzera, oggi in forte recupero dopo l’intervento sulle liquidità della Banca centrale elvetica.
La Bce ha anche aggiornato le sue previsioni economiche, ma precisando di non aver fatto in tempo a tenere conto proprio di queste ultime turbolenze sui mercati. I tecnici dell’istituzione hanno rivisto al rialzo al +1% l’attesa di crescita dell’area euro di quest’anno, mentre hanno limato all’1,6% la previsione sia sul 2024 sia sul 2025.
Contestualmente i tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione al 5,3% quest’anno, al 2,9% sul 2024 e al 2,1% nel 2025. Ma hanno alzato al 4,6% l’attesa sull’inflazione di fondo di quest’anno, cioè la previsione sulla crescita dei prezzi senza le componenti relative a energia e alimentari.

Schlein a leader opposizione: costruiamo alternativa a destra

Schlein a leader opposizione: costruiamo alternativa a destraMilano, 16 mar. (askanews) – “Gli elettori non hanno trovato più la sinistra, dobbiamo costruire un’alternativa: diamoci un appuntamento fuori, lontano dalle telecamere. Possiamo fare insieme un ragionamento di contenuto e di merito. Chiudiamoci in una stanza, non usciamo fino a notte fonda, ma poi qualcosa da fare insieme la troviamo piuttosto che far vincere di nuovo quegli altri”. Lo ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd, chiudendo il suo intervento alla tavola rotonda con Conte, Calenda e Fratoianni organizzata al congresso della Cgil.

Disgelo Tokyo-Seoul, Cina: no a cricche esclusive

Disgelo Tokyo-Seoul, Cina: no a cricche esclusiveRoma, 16 mar. (askanews) – La Cina è contraria al tentativo di costituzione di “cricche esclusive”. L’ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nella quotidiana conferenza stampa, dopo il vertice a Tokyo tra il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol che ha segnato un disgelo tra i due principali alleati regionali degli Stati uniti.
“Mantenere stabili e attive le catene industriali e di approvvigionamento è interesse della Cina, del Giappone, della Repubblica di Corea (Corea del Sud) e di tutta la regione”, ha segnalato Wang. “La Cina – ha proseguito – si oppone ai tentativi di formare cricche esclusive. Noi speriamo che le relazioni Giappone-Repubblica di Corea si evolvano in una maniera che conduca alla pace regionale, alla stabilità e alla prosperità”.
Poi, rivolgendosi a Tokyo, Wang ha detto: “Noi chiediamo costantemente al Giappone di riflettere profodnamente sulla sua storia di aggressione, di gestire in maniera appropriata le questioni storiche con un atteggiamneto onersto e responsabile e su questa base sviluppare relazioni normali con i vicini asiatici”:

Disgelo Tokyo-Seoul, la diplomazia dell’”omuraisu” di Yoon e Kishida

Disgelo Tokyo-Seoul, la diplomazia dell’”omuraisu” di Yoon e Kishida

Roma, 16 mar. (askanews) – Alcune testate giapponesi l’hanno hià definita “la diplomazia dello omuraisu”: la tipica omelette giapponese arrotolata e ripiena di riso è stata infatti il piatto principe della cena oggi a Tokyo tra il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, dopo l’atteso vertice nel quale i due hanno concordato di portare alla normalizzazione i rapporti tra i loro paesi, principali alleati in Asia orientale degli Stati uniti.
Il presidente sudcoreano aveva confessato di non aver mai dimenticato questo piatto mangiato tanto tempo fa a Tokyo nel ristorante Rengatei, dove si dice sia stata inventata la ricetta. Dopo il summit, il premier nipponico ha portato il capo dello stato sudcoreano a riassaporare ancora una volta in quel locale l’”omuraisu”.
Il vertice, accuratamente preparato, è andato come previsto. Kishida e Yoon – arrivato oggi nella capitale nipponica come primo capo di stato sudcoreano a fare una visita bilaterale in Giappone in 12 anni – hanno concordato di mantenere una “stretta comunicazione”, perché il rafforzamento delle relazioni bilaterali è “questione di massima urgenza”, ha chiarito Kishida nella conferenza stampa congiunta dopo la parte plenaria e quella a due del vertice. Il Giappone – ha continuato il capo dell’esecutivo di Tokyo – riprenderà presto i colloqui di sicurezza con la Corea del Sud anche per affrontare le “provocazioni” della Corea del Nord e la crescente asserività della Cina.
Yoon, dal canto suo, ha annunciato di aver “dichiarato la completa normalizzazione” dell’Accordo di sicurezza generale delle informazioni militari (GSOMIA), un documento cruciale di condivisione delle intelligence che Seoul aveva minacciato di sospendere causando anche una preoccupata presa di posizione degli Stati uniti. “Io credo – ha detto ancora il presidente sudcoreano – che i nostri due paesi debbano poter condividere informazioni sui lanci di missili nucleari nordcoreani e sulle loro traiettorie per rispondere”.
Una dichiarazione, questa, che va incontro a un’esigenza messa in luce anche dal fatto che, proprio oggi, il summit è stato “salutato” dalla Corea del Nord con il lancio di un missile intercontinentale balistico (ICBM), che è caduto poco lontano dalla Zona economica esclusiva del Giappone.
I passaggi che hanno portato al disgelo tra Tokyo e Seoul sono stati rapidi negli ultimi mesi, nei quali si è manifestata una forte discontinuità a Seoul tra la politica della precedente presidenza Moon Jae-in, particolarmente caustica verso Tokyo, e quella della presidenza Yoon. Il passaggio-chiave è stato probabilmente l’annuncio la settimana scorsa da parte di Seoul della costituzione di una fondazione che raccoglierà donazioni volontarie tra le imprese sudcoreane per risarcire una dozzina di anziane vittime del lavoro forzato durante il periodo coloniale giapponese (1910-1945). S’è trattato di una decisione sofferta che, nel paese, si sta scontrando con una vasta opposizione e con le reazioni sdegnate delle vittime superstiti dei lavori forzati stessi.
Il passo fatto dall’amministrazione Yoon serve a togliere uno dei principali macigni sulla strada del disgelo con Tokyo. Infatti la fondazione andrebbe a sostituire nel risarcimento due compagnie giapponesi – Mitsubishi Heavy Industries e Nippon Steel – condannate nel 2018 dalla Corte suprema di Seoul a pagare somme importanti, pena il congelamento dei loro asset. Tokyo considera chiusa la vicenda del lavoro forzato, come anche quella delle cosiddette “donne di conforto”, cioè delle donne sfruttate nei bordelli militari dell’Esercito imperiale giapponese fino alla conclusione della seconda guerra mondiale, perché regolata dall’accordo di normalizzazione delle relazioni del 1965, che ha anche fissato le riparazioni di guerra.
Sempre oggi, per favorire il clima del vertice, il Giappone ha annunciato lo sblocco delle esportazioni di alcune materie prime necessarie all’industria sudcoreana dei semiconduttori e alla produzione di display e altri componenti elettronici. Questo embargo era stato imposto nel 2019 ed era stato visto come una rappresaglia nipponica per la sentenza della Corte suprema sudcoreana. Seoul aveva reagito al blocco giapponese presentando un ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc o WTO) per discriminazione. Oggi ha segnalato di aver ritirato anche questo ricorso.
Se, però, il riso dell’”omuraisu” ce l’hanno messo i due leader asiatici, l’omelette è stata cucinata altrove. Washington ha guardato con molta attenzione a quanto sarebbe accaduto oggi a Tokyo. Non a caso ogni passaggio del rapido disgelo nippo-sudcoreano è stato accompagnato da pacche sulle spalle e benedizioni americane. Il presidente Usa ha recentemente definito questo passaggio “un nuovo, rivoluzionario capitolo di cooperazione e partnership tra due dei più stretti alleati degli Stati Uniti” e un “passo fondamentale per forgiare un futuro per il popolo coreano e giapponese che sia più sicuro, più protetto e più prospero”.
Due giorni fa l’assistente segretario di Stato Usa per l’Asia Daniel Kritenbrink ha spiegato che Washington considera l’Indo-Pacifico “centrale” per la strategia di sicurezza americana. Il riallineamneto dei due principali alleati nell’Asia nordorientale, in questo senso, rappresenta un atout per rendere sostenibile la postura militare americana nella regione di fronte a quella che a Washington percepisce come la principale concorrente e minaccia globale: la Cina.
(di Antonio Moscatello)

Prigozhin da carnefice rischia di cadere nel “tritacarne” Bakhmut

Prigozhin da carnefice rischia di cadere nel “tritacarne” BakhmutMilano, 16 mar. (askanews) – Mentre gli ucraini lottano per la sopravvivenza a Bakhmut, chi vuol essere il loro carnefice Evgenij Prigozhin, capo della famigerata compagnia di mercenari Wagner, appare sempre più isolato dopo i ripetuti sfoghi e attacchi verbali al ministero della Difesa russo e ai suoi vertici. E non solo a loro.
I feroci combattimenti continuano sul terreno della città fortezza, concentrati intorno alla sua pianta tentacolare. E l’anticonformista e anti-establishment Prigozhin, è costretto a smentire le stime Osce sulle perdite russe a Bakhmut. Ian Stubbs, alto consigliere militare della delegazione britannica presso l’Osce, ha dichiarato che “dal maggio dello scorso anno, tra i 20.000 e i 30.000 wagneriani e soldati russi regolari sono stati uccisi e feriti nella sola area di Bakhmut. Un’enorme perdita di vite umane per un’avanzata territoriale totale di circa appena 25 km. Si tratta di oltre 800 soldati russi uccisi o feriti per ogni chilometro guadagnato, la stragrande maggioranza dei quali combattenti Wagner”.
E Prigozhin, che ha scommesso sui suoi mercenari che alzavano la bandiera russa nella città ucraina orientale di Bakhmut, ha dovuto negare. Stubbs ha detto in base al suo discorso ufficiale, pubblicato dal governo britannico, che i leader militari russi hanno sacrificato unità militari e sperperato risorse strategiche per piccoli guadagni tattici. Ma forse, oltre a quelli, lo scopo è un altro: la solita lotta per il potere, nella quale Prigozhin iniziava a scalare posizioni molto in fretta.
Un punto di rottura nelle relazioni con Mosca potrebbe essere stato lo scorso 13 gennaio quando Prigozhin sarebbe volato immediatamente a San Pietroburgo dal fronte. Anche Vladimir Putin si sarebbe recato a San Pietroburgo da Ufa (in Bashkiria, dove si trovava), secondo indiscrezioni. I rumours indicavano che nella sua città natale il presidente doveva incontrare Prigozhin per decidere sullo sviluppo di Wagner, dopo la presunta vittoria di Soledar. Quella stessa vittoria che il ministero della Difesa russo si era attribuito in un comunicato la mattina, e che poi dovette condividere con Wagner, la sera, in un altro comunicato.
Da una parte sembra chiaro che Prigozhin – che con una sconcertante levità ama chiamare il suo esercito “orchestra” e i suoi mercenari “musicisti”, forse facendo riferimento non soltanto al nome della compagnia ma anche al suo cognome – abbia spazio di manovra anche all’interno dei confini del suo Paese. Non soltanto nelle prigioni, reclutando galeotti. “All’inizio di questo mese, Wagner ha istituito squadre di sensibilizzazione con sede in centri sportivi in almeno 40 località in tutta la Russia” dice Stubbs. “Nei giorni scorsi, i reclutatori mascherati di Wagner hanno persino tenuto colloqui di carriera nelle scuole superiori di Mosca, distribuendo questionari dal titolo “candidatura di un giovane guerriero” per raccogliere i recapiti degli alunni interessati”, aggiunge.
Dall’altra parte tuttavia certi show, prodotti dal suo ufficio stampa e diffusi via social, non hanno certo semplificato la vita del capo dei mercenari, con il centro. In particolare le accuse facilmente leggibili al ministro della Difesa Sergei Shoigu, quando Prigozhin ha asserito che non si possono comandare le truppe mentre ci si fa massaggiare in un centro di bellezza fuori Mosca. “Da un salone di bellezza fuori città, da un ufficio da 500 mq, durante un trattamento per ringiovanire o qualsiasi altro massaggio cosmetico, non puoi condurre i soldati in battaglia!”, aveva dichiarato in un video che askanews ha pubblicato il 16 febbraio. E ora molti analisti ritengono fondati i sospetti che l’elite militare russa stia usando il “tritacarne” di Bakhmut per ridimensionarlo o eliminarlo del tutto come forza politica.
Di recente lo stesso Prigozhin ha dovuto smentire di avere interessi politici. “Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu e il capo di stato maggiore russo, il generale Valery Gerasimov stanno probabilmente cogliendo l’opportunità di spendere deliberatamente sia le forze d’élite che quelle di Wagner a Bakhmut nel tentativo di indebolire Prigozhin e far deragliare le sue ambizioni di maggiore influenza al Cremlino”, hanno scritto gli analisti dell’American Institute for the Study of War (ISW) il 12 marzo.
Prigozhin in Russia divide anche gli ideologi attorno a Putin. C’è chi lo incensa e lo loda pubblicamente e invece chi lo attacca pubblicamente. Ma lui è stato il primo ad attaccare, personaggi chiave della politica russa, persino Sergei Kiriyenko, primo vice capo dell’amministrazione presidenziale della Federazione Russa, secondo quanto emerso sulla stampa russa.
Dunque Prigozhin non avrebbe contro soltanto l’esercito ucraino, che a tutto diritto, sembra aver deciso di rimanere nella battaglia per Bakhmut e di resistere, prima della prossima controffensiva. Quello che colpisce è anche la crescente amarezza nei post di Prigozhin, oltre al fatto, che sebbene smentisca una aspirazione politica, continui ogni giorno a nutrirla. Da ultimo ieri, affermando che vuole che la Wagner da “esercito privato più forte al mondo” diventi un esercito per la “giustizia” e che, per questo, serve una “preparazione ideologica”.
(di Cristina Giuliano)

Agricoltura 4.0 sfonda muro 2 mld in 2022 ma è solo 8% superficie coltivata

Agricoltura 4.0 sfonda muro 2 mld in 2022 ma è solo 8% superficie coltivata

Oss. Smart AgriFood: tra i benefici riduzione impiego risorse e costi

Milano, 16 mar. (askanews) – Il 2022 è stato un anno complesso per il settore agroalimentare. L’aumento dei costi delle materie prime, assieme alla forte siccità che ha colpito tutta l’Europa, hanno messo a dura prova tutto il comparto che ha utilizzato anche le tecnologie digitali per affrontare le nuove sfide. Il mercato dell’agricoltura 4.0, nel nostro Paese, nel 2022 è ulteriormente cresciuto, arrivando a superare il muro dei due miliardi di euro (2,1), registrando una crescita del +31% rispetto al 2021. Cresce anche la superficie coltivata con soluzioni 4.0, dal 6% del 2021 all’8% nel 2022. Il 65% del valore del mercato è composto da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature. In forte crescita, +15%, anche i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni e infrastrutture. Sono questi alcuni risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & innovation for smart enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, presentata durante il convegno ‘Da adozione a valorizzazione: la sfida dello Smart agrifood’.
Tra i fabbisogni maggiormente soddisfatti dalle soluzioni di Agricoltura 4.0, secondo le aziende agricole utilizzatrici, spiccano quelli legati all’efficienza, con la riduzione dell’impiego dei principali input produttivi. Più della metà delle aziende agricole utilizzatrici implementa più di una soluzione: in media, vengono adottate tre soluzioni per azienda, dato in forte crescita rispetto al 2021 (+21%). Spostandoci sul fronte delle aziende di trasformazione agroalimentare, vediamo come l’82% di queste realtà ha utilizzato o sperimentato almeno una soluzione digitale. Di queste, quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea, registrando un aumento del 30% rispetto al 2020. E sono soprattutto la tracciabilità alimentare, la produzione, la logistica e il controllo della qualità (sia della materia prima che del prodotto finito) le aree dove le aziende stanno maggiormente innovando.
Nel 2022 il mercato mondiale dell’agricoltura 4.0 ha continuato a crescere con un tasso superiore al 10% e si stima raggiungerà un valore di circa 30 miliardi entro il 2027. Segnali di fermento emergono anche osservando le startup internazionali: il 28% delle realtà innovative nell’ambito dell’innovazione digitale per l’agrifood ha una proposta dedicata ad aziende agricole e zootecniche, nella maggior parte dei casi offrendo sistemi di Agricoltura o Zootecnia 4.0 (il 23%). Oggi, in un contesto ancora più difficile rispetto a quello sperimentato durante la pandemia, le tecnologie digitali in agricoltura possono aiutare a gestire la scarsità e il rincaro dei costi degli input produttivi – grazie, ad esempio, alle soluzioni per il rateo variabile e per l’irrigazione di precisione – e dell’energia, grazie ai sistemi di guida parallela.
Lo scorso anno il mercato dell’agricoltura 4.0 è cresciuto sensibilmente come è aumentata anche la superficie coltivata con soluzioni 4.0, passando dal 6% del 2021 all’8% nel 2022: una quota, tuttavia, ancora limitata, che evidenzia un ampio margine di evoluzione per il mercato. Da considerare infatti che una fetta rilevante degli investimenti del 2022 è stata effettuata da aziende agricole che hanno già esperienza in questo ambito e che stanno proseguendo il proprio percorso di innovazione, andando ad acquisire nuove soluzioni o servizi, che agiscono però di fatto sulla stessa superficie coltivata. Vi è quindi ancora un significativo potenziale associato alle aziende agricole che ad oggi non hanno ancora approcciato l’Agricoltura 4.0.
Per quel che riguarda le aziende della trasformazione, nel 2022 l’82% di esse ha utilizzato o sperimentato almeno una soluzione digitale; di queste, quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea, registrando un aumento del 30% rispetto al 2020. Non considerando i software gestionali aziendali, ai primi posti tra le soluzioni più utilizzate si trovano quelle basate su tecnologia cloud computing (58%), i QR Code (56%), quelle abilitate da tecnologia mobile (ad esempio le app per tablet e smartphone per il monitoraggio del percorso dei mezzi, per il controllo della catena del freddo e per il controllo della qualità dei prodotti finali, 45%), gli Erp e Mes (37%) e le soluzioni di advanced automation come robot e cobot (34%).
Proprio queste ultime, assieme al cloud, registrano crescite significative rispetto al 2020, evidenziando la necessità di impiegare soluzioni digitali per archiviare grandi quantità di informazioni e disporre di grandi risorse di calcolo, ma anche un impatto della pandemia da Covid-19, che ha accelerato il bisogno di automatizzare alcuni processi interni.
Le aree dove le aziende stanno maggiormente innovando sono quelle relative alla tracciabilità alimentare, alla produzione, alla logistica e al controllo della qualità (sia della materia prima che del prodotto finito). L’88% delle aziende, in particolare, sta innovando nell’area della tracciabilità, utilizzando o sperimentando soluzioni tecnologiche, come software gestionali integrati (56%), soluzioni mobile (26%) e cloud (21%) per ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e snellire i processi di inserimento dei dati, riducendo il margine di errore. Questi sistemi, inoltre, consentono di valorizzare le caratteristiche del prodotto nei confronti del consumatore finale, proprio in termini di tracciabilità, soprattutto attraverso l’utilizzo di QR Code, e di rendere più agevoli i rapporti e i processi di verifica e controllo con gli enti pubblici. La tendenza all’innovazione è confermata anche guardando all’offerta tecnologica: in Italia, il 75% delle soluzioni digitali per la tracciabilità alimentare è abilitato da tecnologie innovative e il 17% di queste è proposto da startup, che in questo ambito offrono principalmente soluzioni basate su tecnologia Blockchain.
Nonostante i numeri positivi sull’adozione, e le opportunità di sviluppo per tutte quelle tecnologie ancora poco impiegate e conosciute, poco meno del 30% delle aziende dichiara di voler investire in nuove soluzioni entro i prossimi tre anni. L’80% delle aziende che non intende investire ha già implementato una o più soluzioni digitali; dunque, probabilmente vuole ora misurarne i benefici, prima di procedere con nuovi investimenti. Tra le soluzioni in cui il 28% dichiara di voler investire si trovano i software per la tracciabilità (33%) e di business intelligence (26%), ma anche soluzioni basate su QR Code (23%).

Yellen al Senato Usa: il nostro sistema bancario rimane solido

Yellen al Senato Usa: il nostro sistema bancario rimane solidoNew York, 16 mar. (askanews) – La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, intervenendo alla Commissione finanze del Senato in giornata, rassicurerà i senatori sulla tenuta del sistema bancario statunitense. “Posso rassicurare i membri della commissione che il nostro sistema bancario rimane solido e che gli americani possono essere sicuri che i loro depositi saranno lì quando ne avranno bisogno” dirà Yellen, secondo il testo della sua audizione già pubblicato dal Tesoro Usa. L’audizione segue la decisione del Tesoro di offrire garanzie sui depositi presso la Silicon Valley Bank (SIVB) e la Signature Bank di New York (SBNY), che hanno dichiarato fallimento la scorsa settimana.
La Yellen discuterà anche della proposta di budget 2024 del presidente Joe Biden.