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Migranti, Bonelli consegna lettera a Meloni: Dna per vittime Cutro

Migranti, Bonelli consegna lettera a Meloni: Dna per vittime CutroRoma, 14 mar. (askanews) – Una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere di utilizzare il Dna per il riconoscimento delle vittime del naufragio di Cutro. A consegnarla oggi a Palazzo Chigi Angelo Bonelli, deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra.
“Chiedo alla presidente Meloni – ha spiegato – un fatto di civiltà: si prelevi il Dna dei familiari in preda al dolore. I subacquei che stanno facendo le ricerche per trovare i dispersi ci hanno detto che i cadaveri sono irriconoscibili e lo saranno anche quelli che verranno trovati. L’unico modo per determinare il riconoscimento è il Dna. Fino a oggi non è stato fatto. Mi appello alla presidente Meloni perchè faccia questo gesto che sarebbe molto apprezzato dai familiari”.
“Signora presidente – si legge nella lettera – le chiedo di attivarsi affinché sia prelevato il campione salivare dei familiari dei dispersi per consentire in caso di ritrovamento dei cadaveri ancora non rinvenuti di procedere all’esame comparativo dei campioni”. Bonelli si dice “certo che lei comprenderà l’importanza dal punto di vista umanitario di dare risposte a questi familiari che vivono nel dolore più totale di non poter piangere i corpi dei loro cari”.

Lillo Petrolo con AIPD per la Giornata Mondiale Sindrome di Down

Lillo Petrolo con AIPD per la Giornata Mondiale Sindrome di DownRoma, 14 mar. (askanews) – “Parli sempre te! Ma il tema di quest’anno è: con noi, non al posto nostro!”. E’ così che Francesco Sisti dà “una lezione a Lillo”, in occasione della Giornata mondiale delle persone con sindrome di Down, che ricorre il 21 marzo. Francesco ha 21 anni e ha la sindrome di Down: è socio dell’AIPD e quest’anno è il volto e la voce dell’associazione per veicolare il messaggio scelto per la ricorrenza internazionale: “With us, not for us”. Perché le persone con sindrome di Down possono, vogliono e devono prendere la parola, senza che nessuno parli per loro. Possono, vogliono e devono compiere le proprie scelte e decidere il proprio futuro, investendo le risorse che hanno e trasformando le potenzialità in capacità, i diritti in opportunità, le possibilità in reale e concreta partecipazione sociale.
La campagna AIPD di quest’anno è supportata inoltre dal progetto “Tutti in piazza!”, realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, bando 2022.
Spiega Gianfranco Salbini, presidente di AIPD nazionale: “Il tema di quest’anno sta particolarmente a cuore di AIPD, che da oltre 40 anni si batte per i diritti delle persone con sindrome di Down: tanti i traguardi raggiunti e le conquiste realizzate dagli anni ’80, quando l’associazione è nata, fino ad oggi: nel lavoro, nella scuola, in famiglia, nella società, le persone con sindrome di Down sono oggi sempre più riconosciute per le loro capacità. Ma il diritto all’autodeterminazione, da cui dipende il vero e pieno protagonismo, è ancora in parte da conquistare: diffusa è ancora la tendenza a considerare le persone con sindrome di Down ‘eterni bambini’ e, di conseguenza, a interpretarle, piuttosto che a interpellarle. Quante volte, spesso in buona fede, insegnanti, familiari, amici, operatori tolgono la parola, o si sostituiscono nelle decisioni che questi ragazzi e queste ragazze, divenuti adulti come tutti, sanno e devono assumere in prima persona? L’educazione all’autonomia, che da più 30 anni abbiamo introdotto nelle nostre sezioni, è la chiave e lo strumento per trasformare il diritto all’autodeterminazione in reale protagonismo. Così come i nostri percorsi di educazione alla sessualità, tassello fondamentale nel riconoscimento dell’affettività delle persone con sindrome di Down. Tanti dei ragazzi e delle ragazze dell’associazione hanno una vita di coppia e progettano una vita insieme, eppure ancora si fatica a considerarli adulti e si pretende di parlare al posto loro”.
Il video di lancio della Giornata Mondiale con Lillo e Francesco, offre a quest’ultimo l’occasione perfetta per rivendicare con forza, e ovviamente tanta ironia, il suo diritto di parola (e, per estensione, quello delle persone con sindrome di Down).
Commenta Lillo Petrolo: “Ho realizzato con grande piacere i video per l’Associazione Italiana Persone Down in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down, Francesco è un grande ballerino e ci siamo divertiti a ballare insieme. Spero davvero che il tema, importantissimo, di questa giornata possa arrivare a tante persone e che le porti ad unirsi a noi, in piazza, per ballare e per dare voce ai diritti delle persone con la sindrome di Down”.
Racconta Francesco Sisti: “Ho passato una bellissima giornata al teatro Garbatella con Lillo, abbiamo ballato, abbiamo recitato e insieme ridevamo tanto. Io ero emozionato perché c’è Lillo e io gli voglio bene. Io sono un ragazzo con la sindrome di Down e sono grande, forte e sono capace di fare tante cose. Io voglio fare da solo, se non ce la faccio allora chiedo aiuto”.
Domenica 19 marzo, in preparazione della giornata del 21, nelle piazze di tutta Italia (qui il calendario in continuo aggiornamento) le sezioni di AIPD organizzeranno dei flash mob per sensibilizzare sui diritti delle persone con sindrome di Down e in particolare sul diritto all’autodeterminazione. Armati di fischietti e istruiti dal tutorial girato, anche questo, da Lillo e Francesco, migliaia di persone si uniranno ai soci dell’associazione, per gridare con forza “With us, not for us”.

Terabit, l’autostrada dei dati per la ricerca scientifica nazionale

Terabit, l’autostrada dei dati per la ricerca scientifica nazionaleRoma, 14 mar. (askanews) – È stato lanciato a Cagliari il 13 e 14 marzo il progetto TeRABIT che realizzerà nei prossimi tre anni una vera e propria autostrada digitale di ultima generazione per l’interconnessione e lo scambio di informazioni tra le comunità scientifiche italiane. Calcolo ad alte prestazioni, simulazioni numeriche complesse, intelligenza artificiale, machine learning, digital twin sono alcuni degli strumenti informatici sempre più essenziali alla ricerca scientifica.
Negli ultimi decenni, la produzione di dati scientifici è aumentata esponenzialmente grazie alla disponibilità di strumentazione avanzata e alla diffusione di tecniche di osservazione, analisi e simulazione capaci di ottenere livelli di dettaglio mai raggiunti finora: una mole di informazioni senza precedenti, che le comunità scientifiche devono selezionare, archiviare, condividere, elaborare, interpretare, utilizzare. Per poter eseguire tutte queste operazioni sono indispensabili una rete superpotente e servizi di calcolo ad alte prestazioni.
Il progetto intende realizzare un’infrastruttura integrata di calcolo e rete a elevatissime prestazioni e renderla accessibile alle comunità scientifiche su tutto il territorio nazionale, eliminando differenze nella capacità di accesso al calcolo ad alte prestazioni e aumentando le possibilità per tutti i ricercatori e le ricercatrici italiane di collaborare e competere ai massimi livelli in Europa e nel mondo, indipendentemente dalla posizione geografica. L’infrastruttura basata su fibra ottica dedicata di ultima generazione, altamente affidabile e collegata con tutto il territorio nazionale e il resto del mondo, permetterà infatti di scambiare dati alla velocità del terabit (1000 miliardi di bit) al secondo.
“È un grande onore poter portare, con questo progetto, un contributo così significativo al sistema della ricerca italiana” ha dichiarato Mauro Campanella, coordinatore scientifico di TeRABIT. “Con le infrastrutture di rete e calcolo ad alte prestazioni che realizzeremo con le migliori tecnologie oggi esistenti, il nostro Paese potrà giocare un ruolo determinante a livello mondiale e i nostri ricercatori potranno avere accesso a servizi per l’analisi dati di straordinaria potenza”.
Gestito da INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, Consortium GARR e CINECA, e finanziato con 41 milioni di euro dal PNRR nell’ambito della Missione “Istruzione e Ricerca” coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, TeRABIT integrerà e potenzierà tre grandi infrastrutture di ricerca strategiche: GARR-T, PRACE-Italy e HPC-BD-AI, offrendo entro il 2025 un’infrastruttura digitale all’avanguardia a tutti i ricercatori sul territorio nazionale, in stretta collaborazione con il Centro Nazionale di ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing ICSC di Bologna.
L’evento di lancio di TeRABIT – informa una nota congiunta INFN-OGS-GARR-CINECA – si è articolato in due giorni di lavori, il primo dei quali, ospitato dalla Sezione INFN di Cagliari e ristretto alla comunità scientifica del progetto, ha rappresentato un momento di confronto su organizzazione, procedure e azioni da mettere in campo per il raggiungimento degli obiettivi specifici del progetto. La seconda giornata, invece, ospitata nella Sala Giorgio Pisano dell’Unione Sarda e aperta al pubblico, è stata l’occasione per presentare il progetto ai molti rappresentanti presenti sia del mondo scientifico, sia di quello istituzionale.
L’evento ha inoltre offerto l’opportunità di discutere su come gli interventi del PNRR possano essere volano per lo sviluppo dell’ecosistema della conoscenza in Sardegna. In particolare, TeRABIT realizzerà in Sardegna una estensione in fibra ottica della rete della ricerca dell’isola e, per la prima volta, un doppio collegamento superveloce in fibra ottica realizzato con cavi sottomarini che assicurerà non solo la rapida trasmissione dei dati ma anche ridondanza e affidabilità del sistema, a favore di tutta la comunità scientifica dell’isola.
L’infrastruttura realizzata da TeRABIT sarà funzionale anche a sostenere la candidatura della Sardegna a ospitare l’Einstein Telescope, il progetto europeo per un interferometro di terza generazione per la rivelazione delle onde gravitazionali. Questa grande infrastruttura di ricerca internazionale produrrà grandi quantità di dati che dovranno essere condivisi con una comunità scientifica distribuita su tutto il pianeta e l’interconnessione ultraveloce del sito di Sos Enattos, candidato a ospitarla, rappresenta un elemento cruciale.

Pnrr, Bari: 60 milioni di euro per potenziare territorio e ospedali

Pnrr, Bari: 60 milioni di euro per potenziare territorio e ospedaliRoma, 14 mar. (askanews) – Circa 60 milioni per la città di Bari, cinque Case di Comunità e un Ospedale di Comunità, una nuova idea di Sanità pubblica sul territorio e 15 grandi macchine per ospedali completamente digitalizzati. È il Piano PNRR della Asl per la città di Bari, grazie al quale l’offerta sanitaria del capoluogo di Regione cambierà volto nel prossimo futuro. I dettagli sono stati illustrati stamane a Palazzo di Città dal sindaco Antonio Decaro, dal Direttore generale Antonio Sanguedolce e dall’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, alla presenza del Direttore sanitario Luigi Rossi, del Direttore amministrativo Luigi Fruscio e della direttrice del Distretto unico di Bari, Rossella Squicciarini.
Fondamentale il ruolo dei finanziamenti garantiti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso la Missione 6 Salute: una quota cospicua, circa il 35%, sui 172.671.000 complessivi di cui è beneficiaria l’azienda sanitaria sarà investita sul territorio comunale.
A margine, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha definito “un modello da replicare il protocollo firmato oggi a Bari. Sono sicuro – ha sottolineato – che la collaborazione tra le ASL e i comuni di tutta la Puglia porteranno ad accordi di questo genere perché è interesse degli enti territoriali utilizzare al meglio le risorse del PNRR indirizzandole verso la sanità di base, potenziando i servizi e decongestionando le strutture per acuti come gli ospedali. Oggi si avvia un processo virtuoso grazie anche all’impegno della ASL Bari e del Comune di Bari che mette a disposizione importanti immobili per potenziare l’assistenza sanitaria del capoluogo”.
Il Piano prevede nel complesso fondi per 59.863.060 euro che serviranno per rendere le strutture più moderne, digitali e inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio. Un capitolo strategico, quest’ultimo, per avvicinare la sanità al cittadino con la nascita di vere e proprie Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.
Tema cruciale per il sindaco Antonio Decaro, che in apertura ne ha delineato l’importanza: “Quello che presentiamo oggi è un grande passo avanti nel rapporto tra i cittadini e la sanità pubblica – ha dichiarato -. Un rapporto di fiducia che necessita di essere nutrito giorno per giorno. L’investimento che la Regione Puglia e la ASL Bari stanno realizzando per la città, grazie alle risorse del PNRR, va proprio in questa direzione: avvicinare i servizi sanitari ai cittadini attraverso una ramificazione di strutture diffuse che possono essere un’importante valvola di sfogo per evitare che tutte le attività di diagnostica o di cura ordinaria rischino di appesantire o ingolfare i presidi ospedalieri. Le Case di Comunità assolveranno proprio a questo compito: offrire in un unico luogo tutti i servizi di base che accompagnano i cittadini in un percorso sanitario di prevenzione e cura, dal medico di base, al centro prelievi, al pediatra, all’assistenza h24. Avvicinando le strutture fisiche alla vita quotidiana delle persone facilitiamo l’accesso alla cura, che in tanti casi non necessita di specializzazioni estreme, e restituiamo fiducia ai cittadini che oggi, per forza di cose, incontrano difficoltà. In questo scenario il Comune si è mosso insieme alla ASL per individuare luoghi che in qualche modo fossero conosciuti e riconosciuti dai cittadini come strutture di prossimità, accessibili e dislocate sul territorio. Abbiamo quindi fatto uno sforzo comune per individuare siti che fossero idonei alle esigenze della Asl e contestualmente per rigenerare immobili e contesti che sicuramente beneficeranno di questo intervento. Oggi presentiamo un piano ambizioso, di cui ringrazio la Asl e la Regione. La scadenza del 2026 è dietro l’angolo e siamo tutti consapevoli di non avere molto tempo davanti a noi ma allo stesso tempo abbiamo la certezza che tutti gli interventi presentati oggi saranno realizzati e messi a disposizione dei cittadini con la speranza che possano sentirsi parte di un sistema sanitario che va incontro alle loro esigenze”.

Fondazione Crt: avanzo 2022 a 127 mln, miglior bilancio ultimi 10 anni

Fondazione Crt: avanzo 2022 a 127 mln, miglior bilancio ultimi 10 anniMilano, 14 mar. (askanews) – Con un avanzo di esercizio 2022 pari a 127,2 milioni (+42,6% rispetto al 2021), una posizione finanziaria netta balzata a 569 milioni (+73,4%) e un patrimonio investito di oltre 3 miliardi, la Fondazione Crt ha varato il migliore progetto di bilancio degli ultimi dieci anni, nonché uno dei più brillanti di tutta la propria storia dal 1991 a oggi. Lo sottolinea una nota dell’ente, azionista, tra gli altri di Unicredit, Generali, Banco Bpm e della nuova Atlantia.
I proventi ordinari sono saliti a 196,5 milioni (+73%), beneficiando, in particolare, dell’incremento del 30% dei dividendi e proventi assimilati, che ammontano complessivamente a 108,4 milioni e del risultato dell’attività di negoziazione, salita a 202,4 milioni (26,4 nel 2021).
Sul fronte delle imposte, i dividendi incassati sono stati assoggettati all’Ires nella misura del 50% del loro ammontare, con destinazione del risparmio di imposta di 12,7 milioni al cofinanziamento dell’attività erogativa/istituzionale della Fondazione. Il carico fiscale complessivo è passato da 15,6 milioni nel 2021 a 49,5 milioni, riferibili in gran parte alla plusvalenza realizzata con l’adesione all’Opa su Atlantia. Rilevanti benefici economici sono arrivati dalle agevolazioni fiscali fruibili, tra cui oneri deducibili per 13,5 milioni e oneri detraibili per 3,1 milioni, oltre a crediti di imposta da Art Bonus per 3,4 milioni. Risorse reimmesse sul territorio dalla Fondazione.
Nel 2022 la Fondazione ha attivato oltre 65 milioni per l’attività istituzionale, rendendo possibili circa 1.400 progetti in molteplici ambiti. Considerando ulteriori iniziative a impatto orientate allo sviluppo (social impact investments o mission related investments), sono state messe complessivamente a disposizione del territorio risorse per circa 69 milioni.
“Sono orgoglioso di questo bilancio davvero straordinario, che rappresenta il punto di eccellenza dei miei sei anni alla guida della Fondazione – ha commentato il presidente Giovanni Quaglia -. La condivisione delle scelte strategiche da parte degli Organi e il grande lavoro di squadra coordinato dal Segretario Generale hanno contribuito in maniera determinante al risultato finale, ancora più significativo in un contesto generale tanto complesso e incerto. La Fondazione Crt riparte da qui, pienamente consapevole delle proprie responsabilità e del proprio ruolo a sostegno della crescita e dello sviluppo del territorio, per affrontare e vincere, insieme alle istituzioni, al Terzo Settore e al mondo produttivo, le sfide della transizione sociale, ecologico-energetica e digitale”.
“È il miglior bilancio dell’ultimo decennio – ha detto il Segretario Generale Massimo Lapucci -, che conferma l’efficacia della strategia perseguita nella gestione degli asset in portafoglio della Fondazione Crt, in un anno coronato anche dal successo dell’operazione Atlantia e dal ritorno della partecipazione nella banca conferitaria su valori plusvalenti, pur in un contesto internazionale ancora caratterizzato da una marcata incertezza del quadro globale”.

Sita e Volocopter per un’infrastruttura digitale per i vertiporti

Sita e Volocopter per un’infrastruttura digitale per i vertiportiRoma, 14 mar. (askanews) – Volocopter, il pioniere nella mobilità aerea urbana (UAM), e SITA, il fornitore IT per il trasporto aereo, hanno avviato una collaborazione per la creazione dei sistemi IT e digitali per i vertiporti. Con questo accordo, SITA diventa l’investitore più recente a partecipare al round di finanziamenti di Volocopter, consolidando la visione strategica della partnership.
La mobilità aerea urbana, informa una nota, sarà una nuova forma di aviazione sostenibile e offrirà nuove opzioni di mobilità alle città di tutto il mondo. Il taxi aereo elettrico VoloCity, il prodotto di lancio dell’azienda, opererà rotte nelle megalopoli congestionate per offrire ai futuri passeggeri voli stabili, tranquilli e sicuri, che potranno essere chiamati tramite i punti d’imbarco designati (o “vertiporti”). La partnership ha quindi il potenziale per plasmare gli standard del settore dell’aviazione.
Sergio Colella, Presidente Europa di SITA, ha dichiarato: “Volocopter è in pole position nel settore, perché è la prima realtà ad aver realizzato i taxi aerei elettrici. Noi di SITA svolgeremo un ruolo chiave nella realizzazione di questo nuovo mondo digitale della mobilità aerea urbana e nella definizione di un approccio fluido e più intelligente al trasporto aereo in un ambiente urbano. Insieme passeremo dalla teoria alla pratica già nel 2024, quando ci aspettiamo che i primi velivoli commerciali eVTOL prendano il volo.”
Christian Bauer, Chief Commercial Officer di Volocopter, ha affermato. “Volocopter adotta un approccio olistico all’ecosistema. Lavoriamo di concerto con i nostri partner e ci prepariamo alle operazioni commerciali. Questo comporta la creazione delle infrastrutture necessarie, la manutenzione, le operazioni di volo, l’IT e i servizi ai clienti. SITA, in qualità di leader nella fornitura di tecnologie per aeroporti e compagnie aeree, riteniamo che sia il partner migliore per rendere possibile la nostra esperienza di viaggio senza intoppi.”
SITA metterà a disposizione la sua esperienza nel trasporto aereo per l’emergente industria mobilità aerea urbana, sviluppando nuovi standard operativi e un’esperienza digitale per i passeggeri. Il portafoglio di SITA comprende un’ampia gamma di soluzioni IT, tra cui la gestione e le operazioni aeroportuali, le operazioni passeggeri, le operazioni di volo e di aeromobile, il trattamento dei bagagli e la gestione delle frontiere.
Volocopter è nota per il suo approccio integrato all’ecosistema della mobilità aerea urbana. Il suo sistema operativo digitale, il VoloIQ, connette tutti i partner, consentendo così un servizio olistico. VoloIQ perciò permette un approccio digital-first che si tradurrà in esperienze di trasporto aereo end-to-end per i passeggeri. Questo sistema basato su cloud è in fase di certificazione da parte delle autorità aeronautiche competenti.

La madre di Leonardo Da Vinci, un romanzo riscrive la storia

La madre di Leonardo Da Vinci, un romanzo riscrive la storiaFirenze, 14 mar. (askanews) – “Perché Leonardo è uomo universale? Perché non appartiene a una sola cultura, a una sola civiltà a un solo Paese. E lui lo sente dentro di sé, lo sa di essere figlio di Caterina, una donna, una schiava, venuta dal Caucaso e che ha attraversato praticamente tutto il mondo all’epoca conosciuto”. Lo ha detto il professor Carlo Vecce, che dalla sede fiorentina dell’editore Giunti ha presentato il suo ultimo libro, “Il sorriso di Caterina”, dedicato alla ricostruzione, romanzesca, ma basata sui documenti storici, della vita della madre di Leonardo Da Vinci.
“Dietro questo libro – ha detto Antonio Franchini, direttore editoriale di Giunti Editore – c’è una scoperta storica di rivoluzionaria importanza. Quello che io posso dire è che questo è un romanzo epico, corale e mondiale, nel senso che racconta di tutto il mondo allora conosciuto, dalle foci del Don a Gibilterra. È un romanzo che passa in rassegna tutte le capitali culturali del tempo, rendendo questi luoghi con una vivacità e un realismo veramente impressionanti. Anche le parti di immaginazione, che sono presenti, sembrano così vere che sembra impossibile che siano state inventate. Quello che posso dirvi con sicurezza è che dopo la lettura di questa storia sarà veramente impossibile continuare a vedere Leonardo nella stessa ottica. E sto parlando dell’uomo Leonardo, non dell’artista e all’ingegnere”.
“Si tratta – ha aggiunto il professor Paolo Galluzzi, accademico dei Lincei – di un’ibridazione mirabile tra due codici di comunicazione, storicamente considerati alternativi. Il libro può essere letto semplicemente come un romanzo d’avventura, lo si può leggere senza domandarsi se davvero Caterina sia nata sulle cime impervie del Caucaso o se davvero quelle esperienze della riduzione in schiavitù siano realmente accadute. Ma con la stessa facilità e lo stesso gusto si possono sfogliare le pagine del libro cogliendo la straordinaria capacità dell’autore di intessere, sulla base dei documenti inediti emersi, che cambiano completamente le prospettive su questa Caterina. Questo doppio circuito di lettori sarà attivato da questo libro. Io definirei questo libro una docu-fiction, fatto senza la spocchia dello studioso e capace di creare emozioni che coinvolgono ogni tipo di lettore”.
Ciò che la ricerca sui documenti fatta da Tecce ha portato a scoprire, poi, diventerà anche un libro di carattere storico-filologico, di imminente pubblicazione sempre per Giunti, “una biografia completa – ha aggiunto Galluzzi – di cui avvertiamo la mancanza alla luce di queste fortissime novità”.
“Non è un saggio storico – ha aggiunto il professor Tecce – è un romanzo, una storia. Questa è la storia di Caterina, è la cosa più importante. La storia di una ragazza e di una donna che sarà la madre di Leonardo Da Vinci e di altri sei figli. È un’opera letteraria e la letteratura sa andare anche oltre la storia. Io mi sento di dirvi che tutto quello che c’è nel libro è reali, compresi i personaggi e i loro nomi. La fiction interviene per colmare le lacune nelle loro storie, c’è la verità della vita e i personaggi presenti nei documenti e raccontano la propria vita. L’unico personaggio che non prende la parola è proprio Caterina, ma tutti coloro che la incontrano la raccontano in prima persona”.
La storia di Caterina, che l’autore ha scelto di raccontare con un romanzo per dare spazio a più sentimenti e a più umanità, parte dalla Circassia, dal Caucaso, da una giovane donna fatta schiava e portata in Occidente e alla fine liberata a Firenze da una coppia che aveva come notaio il padre di Leonardo Da Vinci, ser Piero.
“E’ la storia di una ragazza a cui è stato rubato tutto – ha aggiunto Vecce – ed è una storia di oggi, che ci aiuta a capire il nostro mondo contemporaneo. Leonardo non è italiano lo è solo per metà, e probabilmente questa non è neppure la sua parte migliore. È figlio di un notaio che gli ha passato forse solo una passione: quella della scrittura. Ma per l’altra metà Leonardo non è italiano, figlio di una schiava straniera, una donna al più basso gradino sociale di quell’epoca, una donna scesa da un barcone, venuta da chissà dove, senza voce né dignità. Leonardo vive con la madre i primi dieci anni della sua vita, lui sa la sua storia. Caterina potrebbe avergli passato un’idea di libertà assoluta e poi ancora probabilmente un grande amore per la natura e ancora una straordinaria attitudine per un’immaginazione creatrice, le donne circasse erano famose per saper disegnare e tessere i tessuti”.
E poi c’è il sorriso, che torna anche nel titolo del libro. “Un’ultima eredità che Caterina può avere lasciato a Leonardo è il tema del sorriso delle figure femminili nella sua opera – ha aggiunto Vecce -. Questo sorriso che torna, ed è un’idea che arriva da Sigmund Freud, che tenne una conferenza intitolata ‘Il famoso sorriso leonardesco’ e diceva che quel sorriso era l’eco del sorriso della madre, del sorriso di Caterina. Non ho nessuna prova per dire che il sorriso della Gioconda è quello di Caterina, ma lo sento. E per me ha un valore simbolico”.
Tutti i passaggi della ricerca portata avanti da Carlo Vecce sono raccolti nel romanzo e nei suoi personaggi, c’è un filo di archivio che percorre tutte le pagine. C’è poi ovviamente l’immaginazione e la letteratura. “Non sempre sapere molto vuol dire poi saperlo trasportare in un romanzo – ha aggiunto Franchini – invece qui abbiamo scoperto che Vecce è anche uno scrittore di talento. E credo che abbia scelto questa forma per dare spazio a tutto ciò che questa storia, che è anche molto contemporanea, ha mosso dentro di lui”.
(Leonardo Merlini)

Disturbi alimentari, domani piazze e monumenti illuminati di lilla

Disturbi alimentari, domani piazze e monumenti illuminati di lillaRoma, 14 mar. (askanews) – Grazie all’impegno dell’Associazione dei Comuni Italiani (Anci) e di Never give up Onlus, domani i Comuni italiani aderiranno alla campagna di sensibilizzazione e prevenzione contro i disturbi alimentari, illuminando piazze e monumenti di lilla in occasione della giornata mondiale per la lotta contro i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. La partnership tra Anci e NEVER GIVE UP ha già portato all’illuminazione di piazze e monumenti in occasione delle Giornate Nazionali e Mondiali del 15 marzo e del 2 giugno dal 2020.
“Siamo felici di rinnovare il nostro impegno e supportare NEVER GIVE UP nella lotta contro i disturbi alimentari. Illuminare monumenti e piazze di lilla è un gesto dal forte valore simbolico e ci auguriamo che aiuti a richiamare l’attenzione su di un problema così serio e diffuso, che richiede un’attenzione immediata da parte di tutti”, ha dichiarato Antonio Decaro presidente dell’Anci.
“Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni in Italia – spiega Stefania Sinesi, Direttore scientifico di NEVER GIVE UP – se intercettati e trattati in tempo, i disturbi dell’alimentazione possono essere curati, ma, purtroppo, solo il 10% di chi soffre chiede aiuto e ci impiega mediamente tre anni a chiederlo. Per questo è fondamentale fare luce su questi disturbi per rompere il silenzio e sensibilizzare sull’importanza di chiedere aiuto tempestivamente”.

Ambiente, ENEA: nelle Marche modello pilota di simbiosi industriale

Ambiente, ENEA: nelle Marche modello pilota di simbiosi industrialeRoma, 14 mar. (askanews) – Un modello pilota per trasformare gli scarti di un’azienda in nuove risorse da riutilizzare o cedere per altre produzioni nella regione Marche, oltre 30 aziende riunite, circa 200 risorse condivise e quasi 90 potenziali sinergie tra domanda e offerta. Sono alcuni dei risultati del progetto MARLIC, finanziato con 11,4 milioni di euro dalla Regione Marche, al quale partecipa ENEA con 20 fra università, enti di ricerca e aziende del territorio, tra cui Cnr, Fondazione Cluster Marche e HP Composites (coordinatore).
Nell’ambito del progetto il Laboratorio ENEA di Valorizzazione delle risorse nei sistemi produttivi e territoriali – si legge nella notizia pubblicata sull’ultimo numero in italiano del settimanale ENEAinform@ – ha sviluppato un modello pilota di simbiosi industriale per indagare potenziali sinergie tra aziende del territorio e valorizzare scarti industriali e risorse in eccedenza di varia natura (scarti materici, cascami energetici, servizi, competenze, capacità e logistica).
In questo contesto ENEA ha gestito un tavolo di lavoro con 31 aziende di diversi settori produttivi (agroalimentare, tessile, calzaturiero, fabbricazione di materie plastiche, chimico, recupero e preparazione al riciclaggio dei rifiuti, edile) che hanno condiviso 199 risorse e individuato 86 potenziali sinergie tra domanda ed offerta (pelle, cartone e plastica/gomma, ecc..).
ENEA è stata impegnata anche nell’individuazione di competenze tecniche e tecnologiche e dei ruoli sul territorio per la promozione di un nuovo modello organizzativo, in collaborazione con Camera di Commercio delle Marche, Università di Camerino e Confindustria Macerata.
Le fasi successive saranno svolte da ENEA in stretta collaborazione con le aziende che hanno partecipato ai lavori al fine di analizzare gli scenari simbiotici di tre macroflussi di risorse più rilevanti sia da un punto di vista ambientale che economico emersi durante il tavolo di lavoro.

Coldiretti e Filiera Italia al Cairo con Tajani: nuovi accordi commerciali

Coldiretti e Filiera Italia al Cairo con Tajani: nuovi accordi commercialiMilano, 14 mar. (askanews) – L’Egitto è il protagonista di nuovi rapporti commerciali con l’Italia nell’agroalimentare, dal couscous ai fertilizzanti. A sottolinearlo Coldiretti e Filiera Italia che rispettivamente con il segretario generale, Vincenzo Gesmundo, e il consigliere delegato, Luigi Scordamaglia, compongono la delegazione guidata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in visita a Il Cairo, la capitale del Paese maggiormente a rischio per la crisi alimentare causata dalla guerra.
L’Italia si appresta a divenire un partner centrale con la fornitura di macchinari, tecnologia, sementi e conoscenze ma anche prodotti alimentari di base, dal grano al couscous, per consentire all’Egitto di sfamare la propria popolazione. L’Egitto è invece uno dei principali fornitori di fertilizzanti azotati dell’Italia il cui commercio è ostacolato dalla guerra in Ucraina. Il conflitto mette a rischio anche le forniture di cibo con il grano da Russia e Ucraina che costituiva prima del febbraio 2022 il 90% delle importazioni totali per oltre 10 milioni di tonnellate all’anno.
La novità, sottolinea una nota, è il modello della missione in cui le aziende italiane ed egiziane si incontrano e discutono di progetti comuni, non da sole ma insieme ai principali enti della cooperazione italiana che possono garantire il necessario sostegno finanziario a questi progetti selezionati come strategici e gestiti con la parte pubblica egiziana.
Al summit partecipano infatti tra gli altri aziende nazionali di trattori intelligenti, macchine agricole e componenti, oltre a imprese che si occupano di agricoltura di precisione, georeferenziazione, servizio geospaziale di osservazione della Terra per l’agricoltura oltre a realtà leader in diverse filiere nazionali come la produzione di latte e derivati, la produzione di pesce per l’acquacoltura, la produzione di sementi e nella genetica delle piante e Divulga, il centro studi sull’agroalimentare.