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Diabete, 400mila casi in più dopo la pandemia da Covid-19

Diabete, 400mila casi in più dopo la pandemia da Covid-19Roma, 11 lug. (askanews) – In Italia, secondo i dati Istat, sono circa 3,9 milioni le persone che hanno dichiarato di avere il diabete nel 2022, ovvero il 6,6 per cento della popolazione, con un aumento di 400mila casi dopo i due anni di pandemia da Covid-19. Si stima, infatti, che la prevalenza del diabete sia cresciuta del 14 per cento nella popolazione tra il 2019 e il 2022, aumento attribuibile al continuo invecchiamento della popolazione solo per il 50 per cento, mentre per l’altra metà è ipotizzabile sia correlato da un lato al peggioramento di alcuni fattori di rischio nel periodo della pandemia, come l’aumento di eccesso di peso e la riduzione dell’attività fisica, e dall’altro alla tendenza di diagnosi di diabete più precoci. Questi sono alcuni dei dati presenti all’interno dell’Italian Diabetes Barometer Report “La pandemia del diabete e il suo impatto in Italia e nelle regioni: dati di una pandemia in continua evoluzione”, presentato oggi durante il 16th Italian Barometer Diabetes Summit 2023.

L’evento è realizzato in collaborazione con Intergruppo parlamentare Obesità, Diabete e malattie croniche non trasmissibili, Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation), Istat, Università Tor Vergata di Roma – Dipartimento Medicina dei Sistemi, Coresearch, Crea Sanità, Bhave, e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Driving Change in Diabetes, con il patrocinio del Ministero della salute, Anci – Associazione nazionale comuni italiani, Istituto superiore di sanità e vedrà la partecipazione di Istituzioni, società scientifiche ed esperti che si confronteranno sulla portata economica, sociale, clinica e politica del diabete in Europa e in Italia e sul valore della prevenzione, della diagnosi e del trattamento precoce e innovativo. «Anche quest’anno i dati confermano in Italia un lieve incremento del numero di persone affette da diabete, oltre il 6 per cento della popolazione, cui si stima debba aggiungersi circa un milione e mezzo di casi non diagnosticati. Proprio per la sua prevalenza, per la tendenza al progressivo aumento e per la stretta relazione con le diseguaglianze sociali – come emerge dal monitoraggio continuo effettuato dal sistema di sorveglianza PASSI, attivo presso l’Istituto Superiore di Sanità – il diabete resta una delle sfide più impegnative con cui è chiamato a misurarsi il Servizio Sanitario Nazionale. Una sfida anche per valutare la capacità di tutelare in modo uniforme il diritto alla salute e di diminuire i gap tra Nord e Sud Italia», commenta Orazio Schillaci, Ministro della Salute, a cui è stato conferito il premio “Galileo Galilei”, riconoscimento attribuito a eccellenze cliniche, economiche, sociali e politico-sanitarie che si sono distinte per la lotta alle malattie croniche non trasmissibili.

In linea con gli anni passati, anche nel 2022 sono emerse importanti differenze tra le regioni del nord e del sud per quanto riguarda la percentuale di persone con diabete; si passa, infatti, dal 4,7 per cento nel nord-est al 6,9 per cento al sud. «Il sud Italia è il territorio con la maggior percentuale di persone con diabete, dove il triste primato lo detiene la Calabria con l’8,5 per cento di popolazione con la malattia. Se confrontiamo però i dati prima e dopo la pandemia da Covid-19, a parità di età, il maggior aumento di persone con diabete è stato registrato per il Nord-Ovest in Piemonte, che è passato dal 4,5 per cento al 5,7 per cento della popolazione colpita, mentre per il sud in Campania che è passato dal 6,3 per cento al 7,8 per cento. Un aumento importante in questi anni si è registrato anche nella PA di Trento, che nel 2019 aveva il 3,8 per cento della popolazione con diabete e nel 2022 il 5,5 per cento», sottolinea Roberta Crialesi, Dirigente Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia, Istat. «Negli anni della pandemia, la patologia diabetica ha comportato complicanze per molte persone, con un aumento significativo della fragilità degli individui e un aumento del rischio di decesso. Nel primo anno (2020) sono stati oltre 97 mila i decessi in cui il diabete è presente come causa iniziale o come concausa, il 13 per cento del totale. L’incremento rispetto al 2010 è stato del 33 per cento e molto significativo (+25 per cento) anche rispetto al 2019. Gli ultimi dati di mortalità per causa, diffusi di recente, testimoniano le notevoli evidenze del legame tra Covid-19 e diabete, rendendo sempre più urgente la messa in campo di interventi per prevenire e contrastare la diffusione della malattia», specifica Francesco Maria Chelli, Presidente facente funzioni dell’ISTAT Vergata nella prefazione dell’IBDO Report.

Milano, pedaggio ingresso in Area C sale a 7,5 euro dal 30 ottobre

Milano, pedaggio ingresso in Area C sale a 7,5 euro dal 30 ottobreMilano, 11 lug. (askanews) – A partire dal 30 ottobre l’ingresso in Area C, cioè la Cerchia dei Bastioni di Milano, passerà dai 5 euro attuali ai 7,5 euro (per i residenti, a partire dal 41esimo il ticket sarà di 3 euro). Lo ha deciso la giunta comunale con una delibera. La delibera prevede anche la completa dematerializzazione del pagamento, già utilizzata nella quasi totalità dei casi, che garantisce anche una semplificazione per gli utenti. Chi è in possesso dei ticket cartacei potrà utilizzarli, senza integrazione della somma, entro un anno dall’entrata in vigore dall’adeguamento.

Inoltre la delibera prevede di non prorogare, a partire dal prossimo 30 settembre, la deroga di ingresso in area C per i veicoli elettrici con lunghezza superiore ai 7 metri e mezzo. La deroga era entrata in vigore nel 2021 e poi prorogata nel 2022 per sostenere l’eventuale sviluppo della logistica urbana a basso impatto ambientale, ma verificato che non ci sono veicoli che accedono ad area C con questa deroga, si è ritenuto che non fosse necessario proseguire con questa sperimentazione. L’istituzione di Area C, secondo Palazzo Marino, si è dimostrata efficace per la riduzione del traffico e dell’incidentalità, per l’aumento della velocità del trasporto pubblico e per la diminuzione degli inquinanti in atmosfera. Da gennaio l’aumento del biglietto singolo del trasporto pubblico, dovuto all’adeguamento Istat, rischia di incentivare l’utilizzo del mezzo di trasporto privato e di ridurre i successi finora raggiunti. Per questa ragione si è ritenuto necessario rafforzare le misure in atto.

Taxi, Comune di Milano chiederà 1.000 nuove licenze a R.Lombardia

Taxi, Comune di Milano chiederà 1.000 nuove licenze a R.LombardiaMilano, 11 lug. (askanews) – La giunta comunale di Milano, prendendo atto che l’attuale assetto di offerta di servizio taxi in città non è idoneo a soddisfare la domanda, “ha approvato l’indirizzo di procedere con la richiesta a Regione Lombardia, competente in merito alla definizione e all’incremento percentuale del contingente, un aumento pari a 1.000 licenze” per il territorio comunale. La richiesta parte da dati dai quali, secondo Palazzo Marino, un “chiaro divario tra domanda e offerta” del servizio.

Dall’analisi dei dati a disposizione relativi agli indicatori di mobilità del Comune di Milano (risalenti al 2018 e parzialmente aggiornati al 2023) risulta che, a fronte di un incremento del numero delle chiamate taxi annue, si continua a registrare un incremento della percentuale delle chiamate inevase, valore che si attesta intorno al 30% nelle notti del fine settimana e all’8% nei giorni feriali. La riapertura del bando per le collaborazioni familiari e la rimodulazione dei turni non sono stati sufficienti a migliorare il servizio in maniera significativa.

Sudcorea stabilisce nuovo accordo di partenariato con la Nato

Sudcorea stabilisce nuovo accordo di partenariato con la NatoRoma, 11 lug. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg hanno stabilito un nuovo partenariato bilaterale per la cooperazione in 11 aree che vanno dall’antiterrorismo, alla non proliferazione, alle tecnologie emergenti e alla difesa informatica. L’ha affermato oggi l’ufficio presidenziale di Seoul.

Yoon e Stoltenberg hanno adottato l’”Individually Tailored Partnership Program (ITPP)” durante un incontro a margine del summit Nato a Vilnius, in Lituania, elevando la relazione bilaterale dall’Individual Partnership Cooperation Programme (IPCP) istituito nel 2012. L’IPCP ha posto le basi la cooperazione in sette aree – tra le quali la connettività politico-militare, la difesa informatica, la non proliferazione e l’antiterrorismo – mentre il nuovo ITPP aumenta il numero di aree a 11 per includere il dialogo e le consultazioni per promuovere la comprensione reciproca sulle minacce alla sicurezza comune, tra le altre cose.

“Sono venuto per istituzionalizzare un quadro per la cooperazione, istituendo l’ITPP e per svolgere consultazioni sulla cooperazione con la NATO nell’informazione militare e nelle sfere informatiche”, ha detto Yoon all’inizio dell’incontro. “In un momento in cui la sicurezza nell’Atlantico e la sicurezza nella regione indo-pacifica non possono essere separate, è più importante che mai avere una stretta cooperazione tra le nazioni indo-pacifiche, come la Repubblica di Corea, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda , e la NATO”, ha detto ancora il leader sudcoreano, riferendosi ai quattro paesi della regione invitati al vertice come nazioni partner della NATO.

Stoltenberg ha fatto eco alle osservazioni di Yoon, affermando che la Corea del Sud è un partner molto apprezzato della Nato. “Apprezziamo la partnership con voi perché la sicurezza non è regionale, la sicurezza è globale”, ha affermato. “Ciò che accade nell’Indo-Pacifico è importante per l’Europa e ciò che accade in Europa è importante per l’Indo-Pacifico”. Nell’ambito dell’ITPP, le due parti hanno concordato di tenere regolari colloqui a livello di lavoro e di alto livello su questioni politiche e militari, spingendo al contempo per la partecipazione della Corea del Sud alle discussioni della Nato sulle tecnologie emergenti e la difesa informatica.

Il partenariato richiede inoltre l’istituzione di un organismo di consultazione per rafforzare le capacità antiterrorismo tra la Corea del Sud e la Nato, spingendo per la partecipazione della Corea del Sud alle esercitazioni e ai gruppi di lavoro antiterrorismo della Nato. Le altre aree di cooperazione rientrano nei temi della cooperazione pratica per l’interoperabilità tra le esercitazioni militari della Corea del Sud e della NATO, la cooperazione scientifica e tecnologica, la risposta al cambiamento climatico nel campo della sicurezza, la partecipazione delle donne per la pace e la stabilità internazionale e la pubblica diplomazia per accrescere la consapevolezza del partenariato Corea del Sud-Nato. Yoon ha ribadito il fermo sostegno della Corea del Sud all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, e il capo della Nato ha ringraziato il governo sudcoreano per la sua assistenza al popolo ucraino. I due hanno anche discusso dei programmi nucleari e missilistici della Corea del Nord. “Il presidente Yoon ha sottolineato che la comunità internazionale deve inviare un messaggio fermo in risposta alle provocazioni nucleari e missilistiche illegali della Corea del Nord e ha chiesto il continuo sostegno della Nato”, ha affermato il leader di Seoul. “Il segretario generale Stoltenberg – secondo quanto ha riferito l’ufficio presidenizale sudcoreano – ha ribadito la sua posizione di sostenere gli sforzi del governo sudcoreano per la completa denuclearizzazione della Corea del Nord e una pace sostenibile nella penisola coreana”.

Ambiente e salute: intesa Ispra-Campus-Biomedico di Roma

Ambiente e salute: intesa Ispra-Campus-Biomedico di RomaRoma, 11 lug. (askanews) – Studiare cambiamenti climatici e sostenibilità; biodiversità; destino ambientale e alimentazione sostenibile; metagenomica, antibioticoresistenza; ingegneria biomedica, informatica e robotica per lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione e formazione nel settore delle relazioni tra ambiente e salute seguendo un approccio One Health attraendo giovani talenti attraverso la collaborazione all’attività didattica, lo sviluppo di percorsi di alta formazione e il supporto alle borse di Dottorato: questi gli obiettivi del protocollo d’intesa stipulato tra ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione Ambientale, e Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM), della durata di 3 anni. Alla firma erano presenti il prof. Eugenio Guglielmelli, Rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale UCBM Andrea Rossi, il presidente ISPRA Stefano Laporta e il Direttore Generale ISPRA Maria Siclari. UCBM è un’università non statale, che comprende le Facoltà Dipartimentali di Scienze e Tecnologie per lo Sviluppo Sostenibile e One Health, di Ingegneria e di Medicina e Chirurgia, con 53 Unità di Ricerca, che svolgono attività di ricerca di base e applicata nell’ambito delle scienze della vita, ingegneria, scienze dell’alimentazione, sviluppo sostenibile e one-health, life cycle assessment, green and circular economy, bioeconomia. Offre strutture didattiche, di ricerca e innovazione all’avanguardia collegate con la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e all’interno della Riserva Naturale Regionale di Decima Malafede per una formazione integrata del professionista e della persona. ISPRA, oltre alle attività proprie del suo mandato in materia ambientale, promuove e sostiene una strategia globale per la salute, l’ambiente e i cambiamenti climatici, anche attraverso lo studio ed il monitoraggio di fattori esterni legati all’insorgenza di malattie. Missione congiunta di ISPRA e UCBM è la promozione dell’interdisciplinarietà nella ricerca e nella formazione, con particolare riferimento agli ambiti che concorrono alla tutela dell’ambiente e della salute umana. Con questo protocollo, intendono contribuire ad assicurare ambienti sempre più sicuri e accessibili secondo principi di equità e di sostenibilità, perseguendo come fine ultimo il bene del cittadino, di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente.

Milano vietata a mezzi pesanti senza sensori anti ‘angolo cieco’

Milano vietata a mezzi pesanti senza sensori anti ‘angolo cieco’Milano, 11 lug. (askanews) – La giunta comunale di Milano ha approvato una delibera che, tra l’altro, modifica la disciplina viabilistica dell’area B introducendo il divieto di accesso e circolazione dei veicoli destinati al trasporto di persone con più di otto posti a sedere e dei veicoli destinati al trasporto di merci a partire dalle 3,5 tonnellate (categorie M2, M3, N2 ed N3) non dotati di sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti situati in prossimità della parte anteriore del veicolo o sul lato del marciapiede e di emettere un segnale di allerta, nonché privi di adesivo di segnalazione della presenza dell’angolo cieco, al fine di evitare la collisione.

A partire del primo di ottobre 2023 sarà introdotto il divieto di circolare in Area B dalle 7.30 alle 19.30, nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, per i veicoli M3 (veicoli destinati al trasporto di persone, aventi più di otto posti a sedere e massa massima superiore a 5 tonnellate) ed N3 (veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima superiore a 12 tonnellate), ad eccezione di quelli dotati di sensore per angolo cieco e apposito adesivo che ne segnala il pericolo. I veicoli i cui proprietari risultino in possesso di un contratto di acquisto di un sistema di rilevazione per angolo cieco, potranno circolare fino all’installazione del dispositivo e comunque non oltre il 31 dicembre 2024. Per i veicoli M2 (veicoli destinati al trasporto di persone, aventi piu’ di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente e massa massima non superiore a 5 tonnellate) e N2 (veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima superiore a 3,5 tonnellate ma non superiore a 12 tonnellate) i divieti scatteranno ad ottobre 2024, con la medesima possibilità di deroga non oltre il 31 dicembre 2025. Per tutti sarà necessario avere anche l’adesivo di segnalazione della presenza dell’angolo cieco.

Cali Feat. 2nd Roof pubblica il suo nuovo singolo “Stupida vita”

Cali Feat. 2nd Roof pubblica il suo nuovo singolo “Stupida vita”Milano, 11 lug. (askanews) – “Stupida Vita” è il secondo singolo di Cali feat. 2nd Roof firmato Sugar Music, in uscita venerdì 14 luglio su tutte le piattaforme streaming. Dopo la pubblicazione nell’aprile scorso di “Bella Maleducata”, dalla forte carica erotica ed irriverente, con “Stupida Vita” CALI materializza il mood iperbolico e ribelle della sua generazione Z. Quella particolare attitudine punk che lo caratterizza, si abbina in questo brano ad un sound pop contemporaneo e ad un inciso vitale e scanzonato che trascina e intinge in sensazioni palpabili, come il vento sul viso di due giovani in piena estate che cantano con i finestrini abbassati o su uno scooter, uniti dall’amore e dalla vivida percezione di sentirsi onnipotenti, indistruttibili e incompresi.

“Stupida vita è libertà, spensieratezza, un profondo grido di sollievo e speranza nei confronti di una vita fatta di alti e bassi, dove l’amore ci tiene a galla come un salvagente.” – afferma CALI. Un amore giovane e altalenante, quello che racconta il cantautore torinese, ma comunque un punto fermo che esercita una forza di gravità e impedisce di essere aspirati dal grande caos della realtà moderna, costellata da poche verità, riferimenti stabili e ritmi ultraveloci.

Diretto da Vision and I, il videoclip di “Stupida Vita” sarà disponibile su YouTube dalle ore 14:00 del 17 luglio.

Extremely Large Telescope, l’Eso annuncia: siamo a metà dell’opera

Extremely Large Telescope, l’Eso annuncia: siamo a metà dell’operaRoma, 11 lug. (askanews) – L’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO (l’Osservatorio Europeo Australe) è un telescopio terrestre rivoluzionario che avrà uno specchio principale di 39 metri e sarà il più grande telescopio al mondo per osservare la luce visibile e infrarossa: il più grande occhio del mondo rivolto verso il cielo. La costruzione di questo progetto tecnicamente complesso, iniziata 9 anni fa, sta avanzando a un buon ritmo, e ora – annuncia l’ESO – l’ELT supera il traguardo del 50% di completamento.

Il telescopio si trova in cima al Cerro Armazones, nel deserto cileno di Atacama, dove in questo momento ingegneri e operai edili stanno assemblando la struttura della cupola del telescopio a un ritmo vertiginoso. Cambiando ogni giorno in modo evidente, la struttura in acciaio – informa l’ESO – acquisterà presto la familiare forma arrotondata tipica delle cupole. Gli specchi del telescopio e altri componenti sono in costruzione presso varie aziende in Europa, e anche questi lavori procedono molto bene. L’ELT dell’ESO avrà un pionieristico design ottico a cinque specchi, che include un gigantesco specchio principale (M1) composto da 798 segmenti esagonali. È stato già prodotto più del 70% delle forme grezze degli specchi e dei supporti per questi segmenti, mentre M2 e M3 sono stati fusi e ora sono in fase di lucidatura. I progressi su M4, uno specchio adattivo e flessibile che regolerà la propria forma mille volte al secondo per correggere le distorsioni causate dalla turbolenza dell’aria, sono particolarmente impressionanti: tutti e sei i sottili petali sono completati e vengono ora integrati nell’unità strutturale. Inoltre, tutte e sei le sorgenti laser, altro componente chiave del sistema di ottica adattiva dell’ELT, sono state prodotte e consegnate all’ESO per le verifiche.

Anche tutti gli altri sistemi necessari per completare l’ELT, tra cui il sistema di controllo e le attrezzature necessarie per assemblare e mettere in servizio il telescopio, stanno procedendo bene nello sviluppo o nella produzione. Inoltre, tutti e quattro i primi strumenti scientifici di cui sarà dotato l’ELT sono nella fase finale di progettazione e per alcuni sta per iniziare la fase di produzione. Infine, la maggior parte dell’infrastruttura di supporto per l’ELT si trova ora presso o vicino al Cerro Armazones. Per esempio, l’edificio tecnico che, tra l’altro, sarà utilizzato per lo stoccaggio e il rivestimento di diversi specchi di ELT è completamente costruito e attrezzato, mentre lo scorso anno è entrato in funzione un impianto fotovoltaico che fornisce energia rinnovabile al sito. Si prevede però – aggiunge l’ESO – che il completamento del restante 50% del progetto sarà notevolmente più rapido rispetto alla costruzione della prima metà dell’ELT, che comprendeva il lungo e meticoloso processo di finalizzazione del progetto della stragrande maggioranza dei componenti da produrre per l’ELT. Inoltre, alcuni degli elementi, come i segmenti dello specchio e i relativi componenti di supporto e sensori, hanno richiesto una prototipazione dettagliata e verifiche significative prima di essere prodotti in serie. Per di più, la costruzione è stata influenzata dalla pandemia di Covid-19, con la chiusura del sito per diversi mesi e ritardi nella produzione di molti dei componenti del telescopio. I processi di produzione sono ora completamente ripresi e resi più efficienti, perciò si prevede che la restante metà dell’ELT richiederà solo cinque anni. Tuttavia, – conclude l’ESO – costruire un telescopio così grande e complesso come l’ELT non è esente da rischi finché non è completo e funzionante.

Il direttore generale dell’ESO, Xavier Barcons, afferma: “L’ELT è il più grande della prossima generazione di telescopi terrestri ottici e nel vicino infrarosso e il più avanzato nella costruzione. Raggiungere il 50% di completamento non è un’impresa da poco, date le sfide inerenti a progetti grandi e complessi, ed è stato possibile solo grazie all’impegno di tutti quanti all’ESO, al supporto continuo degli Stati membri dell’ESO e all’impegno dei nostri partner industriali e dei consorzi dedicati agli strumenti. Sono veramente orgoglioso che l’ELT abbia raggiunto questo traguardo”. Il piano è di iniziare le osservazioni scientifiche nel 2028.

Nasce il primo Osservatorio ristorazione in centri commerciali

Nasce il primo Osservatorio ristorazione in centri commercialiRoma, 11 lug. (askanews) – Nasce il primo Osservatorio sulla ristorazione dei centri commerciali, dedicato agli operatori del settore e destinato a definire direttive strategiche di crescita, oltre a identificare azioni di miglioramento delle performance del comparto. A lanciarlo sono Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) insieme a CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) con il supporto di Deloitte Italia.

L’Osservatorio analizzerà una serie di indicatori di prestazione condivisi tra i vertici delle principali catene di ristorazione nei centri commerciali e un panel selezionato delle più rappresentative società di gestione/proprietari dei Centri Commerciali sul mercato italiano. Dall’analisi dei dati condivisi, che verranno raccolti e gestiti in modo riservato e anonimo, verranno elaborate e rese disponibili informazioni significative che potranno favorire una migliore pianificazione commerciale, implementare la visibilità sui dati di performance di ciascuno e definire un benchmark competitivo rispetto ad altri Centri Commerciali e punti vendita che aderiscono all’Osservatorio.

La prima fase di lancio dell’Osservatorio prevede l’avvio di un progetto pilota con la selezione di un panel che includerà fino a 20 centri commerciali, diversificati per dimensione, tipologia (shopping center, retail park, factory outlet) e localizzazione (urbano, periferico, extra urbano). Seguirà poi una presentazione dei primi risultati in autunno, in occasione del prossimo convegno promosso da Aigrim e dedicato al mondo della Ristorazione.

Giornate del Cinema Romeno a Roma: tre giorni intensi di cultura

Giornate del Cinema Romeno a Roma: tre giorni intensi di culturaRoma, 11 lug. (askanews) – Dopo il successo dell’edizione del 2022, l’ambasciata di Romania nella Repubblica italiana, in collaborazione con l’Associazione Dacin Sara di Bucarest, il Centro Nazionale del Cinema di Bucarest, l’Accademia di Romania a Roma e ProEvent – Roma, in collaborazione con Casa del Cinema – Roma, Biblioteca Europea – Roma e Digital World Printing – Roma e con il patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, ha organizzato le Giornate del Cinema Romeno a Roma, dal 7 al 9 luglio 2023, presso la Casa del Cinema di Roma.

I tre giorni intensi a Roma si sono aperti con l’inaugurazione alla presenza del segretario di Stato del ministero della Cultura italiano, Lucia Borgonzoni, del presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati italiana, Federico Mollicone, dell’Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. Gabriela Dancau, del direttore Generale dell’Associazione Dacin Sara di Bucarest, Bogdan Ficeac, partner dell’evento, del direttore dell’Accademia di Romania, Rudolf Dinu. L’evento si è rivolto ad un pubblico ampio e ad appassionati del cinema, offrendo una ricca serie di opportunità e una programmazione varia. Sin dal XX secolo, il grande schermo ha permesso di fare viaggi unici e memorabili in epoche remote o in fatti verosimilmente attuali, il cinema invoglia alla scoperta di territori, di popoli, all’approfondimento non solo artistico, ma anche sociale, antropologico, politico o di attualità tramite pellicole che offrono nuovi sguardi e punti di vista nel tentativo di dischiudere nuove prospettive. Le infinite potenzialità della settima arte hanno proposto al panorama culturale della Città Eterna, la città italiana più amata dai registi italiani e stranieri, la seconda edizione delle Giornate del Cinema Romeno.

“Attraverso le Giornate del Cinema Romeno vogliamo far conoscere al pubblico italiano la Romania vista dai romeni, con le proprie sensibilità e con i propri resoconti con l’ultimo secolo di storia nazionale, certamente diversa dalla percezione italiana”, ha dichiarato l’ambasciatore Gabriela Dancau, che ha invitato il pubblico a scoprire la storia e la cultura del popolo romeno attraverso il cinema. Il segretario di Stato del ministero della Cultura italiano, Borgonzoni, che ha parlato della storica collaborazione tra il cinema romeno e quello italiano, ha espresso il desiderio di espandere le relazioni italo-romene nel campo del cinema. A sua volta il presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati Mollicone, ha sottolineato il valore aggiunto che il cinema apporta alla conoscenza della cultura dei due popoli, che condividono una lunga storia culturale.

Fine conoscitore del cinema classico, le cui note alle proiezioni sono state un compendio di critica attenta, con cenni accurati di storia del cinema, la critica e storica del cinema Manuela Cernat, giunta a Roma appositamente per l’inaugurazione dell’evento, ha tenuto un intervento dal titolo “Stelle italiane sugli schermi romeni e stelle romene sugli schermi italiani”. Le Giornate del Cinema Romeno 2023 hanno offerto al pubblico romano uno sguardo sulla produzione recente del cinema romeno attraverso cinque film premiati e acclamati: “Luca” diretto da Horatiu Malaele (Romania 2021), “Miracolo” diretto da Bogdan Apetri (Romania 2021), “La Scala” diretto da Vlad Paunescu (Romania 2021), “Il Drago” diretto da Octav Chelaru (Romania 2022) e “La Gomera” diretto da Corneliu Porumboiu (Romania 2019).

La Casa del Cinema, simbolo del cinema italiano e internazionale, ha ospitato le proiezioni per i tre giorni dedicati. Dopo la proiezione del film “Luca”, il pubblico ha dialogato con il regista romeno Malaele, che è riuscito a stupire con un film dal sapore tragicomico in un gioco intellettuale e letterario. Malaele, attore di teatro prima che regista, riassume in modo quasi poetico lo splendido decoro teatrale rendendo omaggio al suo primo grande amore, ovvero al teatro. Alla fine della proiezione del film “La Scala”, il pubblico ha potuto dialogare con il regista Paunescu, questa volta in veste di attore. Il pubblico presente è stato sorpreso dai nuovi linguaggi proposti, come per il film “La Gomera”, in cui il regista Porumboiu porta la lingua fischiata, il silbo gomero creato dai guanci, un antico popolo delle Isole Canarie, dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2009.