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Casa, solo il 31% delle abitazioni sul mercato ha l’aria condizionata

Casa, solo il 31% delle abitazioni sul mercato ha l’aria condizionataRoma, 11 lug. (askanews) – Con la prima ondata di caldo africano il condizionatore diventa automaticamente l’elettrodomestico più desiderato da chi cerca un po’ di sollievo dall’afa. Eppure, il parco abitativo dotato di sistemi di refrigerazione già installati è solo il 31% del totale, secondo uno studio pubblicato da idealista, portale leader per lo sviluppo tecnologico in Italia. Lo riporta Idealista.it.

Per ottenere questi risultati, sono state analizzate circa 580.000 abitazioni in vendita e in affitto pubblicate nel database del portale il 3 luglio 2023. Le province con la percentuale più alta di appartamenti dotati di climatizzatore sono Mantova (61%), Treviso (58%), Verona, Modena e Padova (57% nei tre casi).

Vicenza e Pordenone, entrambe con il 54% delle abitazioni dotate di aria condizionata, Piacenza (52%), Parma, Cagliari, Cremona (51% nei 3 casi) e Venezia (50%) completano il lotto delle città in cui più della metà del parco immobiliare è dotato di climatizzatore. Sul versante opposto troviamo alcune zone tradizionalmente caratterizzate da un clima più fresco, ma che non sono state risparmiate dalle ondate di calore, soprattutto negli ultimi anni. L’Aquila (3%) è la provincia con la percentuale più bassa di case sul mercato con aria condizionata, seguita da Aosta con il 4%. Indici inferiori al 10% anche per Cuneo (6%), Rieti, Belluno (entrambe 7%), Campobasso, Sondrio (entrambe 8%) e Biella (9%).

Lo studio fa emergere una differenza di ben 10 punti percentuali tra la locazione e la vendita, con il 40% dello stock abitativo in affitto dotato di condizionatori installati contro il 30% delle case in vendita. La spiegazione più probabile di questa differenza è che gli inquilini apprezzano l’aria condizionata come un “extra”, mentre non è così determinante per l’acquisto di una casa, poiché la sua installazione è economica rispetto al costo di acquisto dell’abitazione. Le percentuali toccano l’86% delle case che vengono affittate con aria condizionata in provincia di Vicenza, mentre solo il 50% di quelle in vendita ne è provvisto. A Pordenone, l’83% del parco abitativo in affitto ne è provvisto, contro il 53% dello stock in vendita; tendenza rispettata anche a Milano e a Roma dove la percentuale di case dotate di condizionatore destinate alla locazione tocca rispettivamente il 55% e il 47%, contro il 44% delle case in vendita a Milano e il 40% di quelle di Roma. Nella parte inferiore della tabella L’Aquila (1%), Cuneo (2%), Sondrio (3%), Biella (5%) sono le province con la minore incidenza dell’aria condizionata sullo stock in locazione. Queste zone presentano una maggiore presenza di abitazioni con aria condizionata tra le case in vendita rispetto alla locazione, con L’Aquila al 4%, Cuneo al 6%, Sondrio e Biella al 9%.

Meloni: arriva carta contro caro carrello per 1,3 mln famiglie

Meloni: arriva carta contro caro carrello per 1,3 mln famiglieRoma, 11 lug. (askanews) – “Il problema principale che ha impattato sulle famiglie italiane quest’anno è stato l’inflazione, un tema al quale il governo ha dedicato diverse misure. Penso al rafforzamento dei salari più bassi particolarmente con il taglio del cuneo contributivo, all’aumento della platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno per pagare le bollette energetiche e a tante altre iniziative. Oggi ce n’è una che riguarda quel milione e 300 mila famiglie che hanno maggiori difficoltà nell’acquisto dei generi di prima necessità, il famoso ‘caro carrello’. Abbiamo investito 500 milioni di euro per aiutare queste famiglie e sarà disponibile presso gli uffici delle poste italiane la ‘Carta dedicata a te’”. Lo annuncia in un messaggio video la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Si tratta, spiega, di “una carta che si attiva e che consente a queste famiglie di avere circa 400 euro da spendere negli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità ma ha un valore più ampio grazie alla scontistica che il governo ha ottenuto dagli esercenti, dalla grande distribuzione, perchè questo è uno di quei casi in cui tutta la filiera si è messa al lavoro”. “Il ministero della Sovranità alimentare – dice ancora – ha attivato un’ulteriore iniziativa: 120 mln sono stanziati insieme alle associazioni del terzo settore per fare banco alimentare e aiutare ulteriormente le famiglie che sono ancora più in difficoltà. Tante piccole grandi iniziative, si vuole tutti insieme aiutare queste famiglie. La carta deve essere attivata entro il 15 di settembre ed è un piccolo ulteriore aiuto per le famiglie che sono maggiormente in difficoltà, un segno di attenzione da parte del governo verso persone che si trovano ad affrontare una situazione di difficoltà perchè la crisi internazionale e la realtà che viviamo sta rendendo le cose difficili. Noi ci siamo e cerchiamo di fare del nostro meglio per dare una mano”, conclude la premier.

Pnrr, Schlein: Meloni subito in Parlamento, non può tacere ancora

Pnrr, Schlein: Meloni subito in Parlamento, non può tacere ancoraRoma, 11 lug. (askanews) – “La presidente Meloni si assuma le sue responsabilità e venga a spiegarci in Parlamento perché non si è ancora visto un euro della terza rata del PNRR e perché rischia di slittare anche la quarta, si ricordi che parliamo di risorse che riguardano investimenti strategici per le imprese, il lavoro e le vite delle persone e ottenerle è essenziale per far ripartire il Paese. Una cosa è certa: non possiamo perdere la storica opportunità del Pnrr perché il governo passa il suo tempo a difendere Santanchè, La Russa e Delmastro.” Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Ci sono 19 miliardi di euro – ha sottolineato la segretaria Pd- che l’Italia avrebbe potuto incassare già da febbraio con la terza rata del PNRR: siamo a luglio e non ne abbiamo traccia. Ci sono altri 16 miliardi di euro, la quarta rata, per i quali dovevamo presentare la domanda a fine giugno: siamo all’11 luglio e tutto tace.Tace soprattutto la presidente del Consiglio, in silenzio da giorni per i guai giudiziari dei suoi ministri e sottosegretari mentre l’Italia rischia di perdere le risorse che faticosamente ha ottenuto dall’Unione europea”.

L’Arera: i mercati energetici sono ancora tesi, un errore pensare a una nuova normalità

L’Arera: i mercati energetici sono ancora tesi, un errore pensare a una nuova normalitàRoma, 11 lug. (askanews) – “La scelta, per nulla ovvia, operata nel luglio del 2022” dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, “di cambiamento della modalità di fissazione del prezzo per il servizio di tutela gas” ha consentito risparmi per 3 miliardi di euro. Lo ha rilevato il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nella sua Relazione al Parlamento sull’attività del 2022.

“Come noto si è passati da una indicizzazione basata su prodotti Ttf trimestrali forward, ad un indice basato sul prezzo ex-post, mensile, formato al Psv (Punto di scambio virtuale, ndr) italiano”. “Forse il dato più indicativo per valutare l’opportunità di questa scelta risiede nel confronto tra il prezzo che i consumatori in tutela gas avrebbero pagato con il metodo precedente e quello effettivamente determinatosi nel trimestre ottobre – dicembre 2022”.“Nel primo caso – ha spiegato – avremmo avuto un prezzo fisso per tutto il IV trimestre ’22 pari a 240 euro/MWh, da confrontare con un prezzo medio, realizzatosi nel trimestre, di circa 95 e/MWh. Nel semestre invernale 2022-2023 il cambiamento ha comportato un vantaggio, per il consumatore in tutela, che possiamo stimare in circa 3 miliardi di euro”.

“La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza”. Questo il monito lanciato dal presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini, nell’apertura della Relazione al Parlamento sull’attività del 2022. Il presidente ha evidenziato come i temi dell’energia abbiano “guadagnato una centralità dovuta, ma con una drammaticità che speriamo possa considerarsi superata”. “Sarebbe però un grave errore pensare che la situazione sia già rientrata in nuova normalità, da gestire ordinariamente. La fase dell’emergenza ci ha obbligato ad affrontare nuovamente alcuni aspetti che davamo per consolidati e su cui facevamo leva per imprimere una rilevante accelerazione al processo della transizione energetica”, ha evidenziato Besseghini in riferimentmo alla crisi energetica dello scorso anno con i picchi dei prezzi del gas acuiti dallo scoppio della guerra in Ucraina.

“Il conto, salato, di questo cambio lo abbiamo pagato e lo stiamo pagando a livello nazionale ed europeo”, ha aggiunto il presidente. L’acqua diventerà sempre di più una risorsa scarsa, un enorme problema cui si affiancherà quello, già nei fatti, di un cambiamento strutturale delle precipitazioni. Ha evidenziato l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente.

“Si suole dire – ha sottolineato Stefano Besseghini – che le future guerre si combatteranno per l’acqua e non per il petrolio. Non so farmi profeta ma certamente, come abbiamo drammaticamente avuto modo di verificare anche nel corso di questi anni, non avremo solo un problema di scarsità della risorsa, ma un cambio strutturale del meccanismo delle precipitazioni con una estremizzazione dei fenomeni”. “Avere acqua non vuol dire avere ingenti risorse idriche, ma vuol dire avere acqua nella quantità e qualità che serve, nel momento in cui serve”. Oltre al potenziamento degli investimenti e al ruolo crescente che potrebbero avere “gli operatori del servizio idrico”, Besseghini ricorda che “tra i fattori chiave, per garantire una necessaria ‘capacità di adattamento’, rientra sicuramente la possibilità di integrare efficacemente la raccolta e il convogliamento delle acque meteoriche con il restante sistema infrastrutturale”. “Il repentino evolversi dello scenario climatico, con una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi – ha spiegato Besseghini – suggerisce di assegnare un’elevata priorità al processo di integrazione infrastrutturale, affinché siano realizzate e tenute in esercizio regolare le opere necessarie alla gestione degli effetti che questi eventi meteorologici determinano”. “Il riuso potrebbe determinare un interessante punto di contatto tra il ciclo idrico integrato ed il settore di maggiore impiego dell’acqua, vale a dire il settore agricolo”.

Energia, Arera:mercati ancora tesi,errore pensare a nuova normalità

Energia, Arera:mercati ancora tesi,errore pensare a nuova normalitàRoma, 11 lug. (askanews) – “La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza”. Questo il monito lanciato dal presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini, nell’apertura della Relazione al Parlamento sull’attività del 2022. Il presidente ha evidenziato come i temi dell’energia abbiano “guadagnato una centralità dovuta, ma con una drammaticità che speriamo possa considerarsi superata”.

“Sarebbe però un grave errore pensare che la situazione sia già rientrata in nuova normalità, da gestire ordinariamente. La fase dell’emergenza ci ha obbligato ad affrontare nuovamente alcuni aspetti che davamo per consolidati e su cui facevamo leva per imprimere una rilevante accelerazione al processo della transizione energetica”, ha evidenziato Besseghini in riferimemtmo alla crisi energetica dello scorso anno con i picchi dei prezzi del gas acuiti dallo scoppio della guerra in Ucraina. “Il conto, salato, di questo cambio lo abbiamo pagato e lo stiamo pagando a livello nazionale ed europeo”, ha aggiunto il presidente.

Federcasse in assemblea, festeggia 140 anni di vita

Federcasse in assemblea, festeggia 140 anni di vitaRoma, 11 lug. (askanews) – ‘La buona comunità. 140 anni di cooperazione di credito per lo sviluppo inclusivo’ sarà il tema al centro della Assemblea annuale di Federcasse (l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen) in programma a Roma venerdì 21 luglio all Auditorium ‘Parco della Musica Ennio Morricone’ alla presenza – si legge in una nota – del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’assemblea – che inizierà alle 10 – sarà anche occasione per celebrare i 140 anni dalla fondazione della prima cooperativa di credito italiana (a Loreggia, in provincia di Padova) su iniziativa di Leone Wollemborg. Nella Relazione del Consiglio Nazionale, che sarà letta dal Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, i temi di più stretta attualità che riguardano l’azione e le prospettive delle BCC e Casse Rurali affiliate ai Gruppi Bancari Cooperativi BCC Iccrea e Cassa Centrale e delle Casse Raiffeisen dell’Alto Adige aderenti al Sistema di protezione istituzionale IPS Raiffeisen.

Nella parte pubblica dell’Assemblea, come ormai consuetudine, è prevista la “Lectio Cooperativa”, affidata quest’anno al Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli. Nella parte privata l’Assemblea, oltre all’approvazione del bilancio consuntivo dell’esercizio 2022, eleggerà il nuovo Consiglio Nazionale per il prossimo triennio. Il Consiglio Nazionale si riunirà a seguire per l’elezione del presidente e dei vice presidenti.

Rapporto “MonitoRare”: bene Piano nazionale, ancora disomogeneità Nord-Sud

Rapporto “MonitoRare”: bene Piano nazionale, ancora disomogeneità Nord-SudRoma, 11 lug. (askanews) – Presentato oggi a Roma, dinanzi ad oltre 150 partecipanti, numerosi rappresentanti delle Istituzioni nazionali ed europee – tra i quali il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato – ed autorevoli componenti della comunità scientifica, il IX Rapporto MonitoRare sulla condizione delle persone con malattia rara in Italia. Dal 2015 la Federazione UNIAMO – unico caso in Europa – raccoglie e aggrega tutti i dati disponibili tra gli attori in gioco per dare vita a un documento che offra una visione globale del sistema malattie rare, partendo dal punto di vista del paziente.

Dalla lettura del documento emergono tutti i punti di forza e le criticità del sistema italiano, eccellenza in Europa che viaggia, però, a due velocità. Abbiamo un ambizioso Piano Nazionale Malattie Rare arrivato dopo 3 anni di lavoro e che ora necessita di essere attuato (per farlo sono a disposizione 50 milioni di euro, il primo finanziamento per il PNMR); una legge dedicata (Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione di farmaci orfani); uno screening neonatale esteso eccellenza europea (a fine 2022 il programma di screening neonatale esteso è attivo in tutte le Regioni/Province Autonome e cresce l’omogeneizzazione delle patologie inserite) ma ancora non aggiornato: la SMA non è stata ancora inclusa nel panel; il numero di HCPs appartenenti ad ERN più alto d’Europa; trattamenti approvati in numero pari alla media europea; 8,4 milioni di dosi di farmaci orfani erogate, pari allo 0,03% del consumo farmaceutico totale: una spesa molto contenuta; aumento del numero di farmaci per le malattie rare compresi nell’elenco della Legge n. 648/1996 (dai 31 del 2018 ai 45 del 2022), dei corsi ECM dedicati alle malattie rare (da 49 nel 2021 a 74 nel 2022) e del peso degli studi clinici autorizzati sulle malattie rare sul totale delle sperimentazioni cliniche (dal 31,5% del 2018 al 35,3% del 2022). D’altra parte le indagini che la Federazione ha sviluppato, attraverso il Barometro di MonitoRare, ci dicono che i problemi più sentiti dalla comunità delle persone con malattia rara – circa 2 milioni di persone – e delle loro famiglie sono quelli che impattano sulla zona grigia che esiste fra assistenza sanitaria e supporto sociale (la separazione delle competenze tra Ministero della Salute e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con fondi non integrabili ma soprattutto con una mancanza di interscambi strutturati che non aiuta la costruzione di una rete di supporto) e quelli causati dalle disomogeneità territoriali che creano una sempre più profonda spaccatura tra Nord e Sud (7 Regioni/PPAA non hanno alcun centro partecipante alle ERNs e 2/3 degli ospedali che partecipano ad almeno una ERN si trova nelle regioni settentrionali), alimentando il fenomeno della mobilità sanitaria, con tutte le sue conseguenti implicazioni sanitarie, sociali etiche ed economiche per i pazienti (la stima della mobilità sui dati dei RRM è pari al 15% nella popolazione complessiva e arriva a superare al 17,8% nei minori).

Rimangono poi i grandi temi irrisolti: il percorso diagnostico è ancora troppo lungo (di media servono 4 anni per arrivare ad una diagnosi); le terapie restano insufficienti (ad oggi sono disponibili solo per il 5% delle patologie) e i tempi per divenire disponibili troppo dilatati; necessità di sviluppare una presa in carico “olistica” che comprenda tutto il percorso della persona e includa, sempre, il supporto psicologico; l’inclusione scolastica e l’inserimento lavorativo delle persone con malattia rara e, più in generale, con disabilità ancora lontani dall’essere realmente garantiti (UNIAMO ha già presentato delle proposte di miglioramento della Legge 68/99); l’urgenza di avere una formazione adeguata per tutti gli attori in gioco, dai clinici ai rappresentanti dei pazienti fino ad arrivare a quelli delle Istituzioni; la garanzia di un l’accesso omogeneo a cure palliative di qualità, slegandole dall’accezione comune legata ad un fine vita. “Molto è stato fatto, molto altro rimane ancora da fare. Come sempre – così la Presidente di UNIAMO, Annalisa Scopinaro, in chiusura della Convention MonitoRare – la Federazione è motore propulsivo e farà la sua parte, mettendo insieme tasselli di cui questo Rapporto è un esempio importante, fungendo da supporto e stimolo ai ragionamenti che faremo tutti insieme. E come di consueto, il Rapporto è dedicato sia a tutte le persone con malattia rara, che alle tante persone e alle loro famiglie che ogni giorno dimostrano, con la loro vita e il loro operato all’interno delle Associazioni, che una malattia rara che irrompe nel quotidiano è una delle tante occasioni che la vita ci dà per migliorare questo mondo e renderlo più equo e giusto per tutti”.

Amnesty: ogni rapporto sessuale senza consenso sia stupro

Amnesty: ogni rapporto sessuale senza consenso sia stuproMilano, 11 lug. (askanews) – Secondo l’OMS, nel mondo una donna su tre nel corso della sua vita subisce violenze fisiche e/o sessuali, principalmente da parte di un partner intimo. Il report “Donne vittime di violenza”, pubblicato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno lo scorso marzo, ha evidenziato come in Italia si registri un trend in crescita per le violenze sessuali: dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi (+33% dal 2020). Di fronte a un fenomeno così allarmante, per produrre un profondo cambiamento culturale, creare consapevolezza sul concetto di consenso e aumentare l’accesso alla giustizia per le sopravvissute allo stupro in Italia, Amnesty International Italia rilancia la campagna #IoloChiedo e invita ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne vittime di violenza, affinché non siano più lasciate sole.

Attualmente, il Codice penale italiano, all’articolo 609-bis, prevede che il reato di stupro sia necessariamente collegato agli elementi della violenza, della minaccia, dell’inganno, o dell’abuso di autorità. In nessun modo lo stupro viene definito “un rapporto sessuale senza consenso”. Pertanto, Amnesty International Italia chiede al ministro della Giustizia che la legislazione italiana si adegui alle norme internazionali, modificando l’articolo 609-bis del Codice penale per considerare reato qualsiasi atto sessuale senza consenso. “La Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale di più vasta portata sul tema della violenza contro le donne, ha posto in maniera chiara il tema della necessità di passare dalla repressione alla prevenzione dell’abuso. Nonostante l’Italia abbia ratificato la Convenzione oltre dieci anni fa, il nostro Codice penale non è mai stato aggiornato secondo le direttive del documento – spiega Tina Marinari, coordinatrice della campagna #IoloChiedo di Amnesty International Italia – Negli ultimi anni, diversi stati europei hanno allineato la definizione del reato di violenza sessuale alla Convenzione: il 1° giugno la Svizzera e, il 4 luglio, i Paesi Bassi hanno approvato un emendamento alla legge sui reati sessuali, che definisce ora il sesso senza consenso come stupro. Al contrario, la nostra legge è ancora specchio di una cultura basata sulla discriminazione di genere, sullo sbilanciamento di potere nelle relazioni e sulla colpevolizzazione della persona offesa. La paura, la vergogna e la mancanza di fiducia nel sistema giudiziario non devono essere fattori di dissuasione, per donne e ragazze, dal denunciare le aggressioni e maltrattamenti subiti”. Modificare una legge è certamente il punto di partenza, ma, di pari passo, va operato un cambiamento anche nelle percezioni e nella consapevolezza di tutti i cittadini. I dati ISTAT (2019) evidenziano come nel nostro paese è più che mai radicato il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita per il modo di vestire (23,9% degli intervistati) o se sotto effetto di alcool e droghe (15,1%). Il 39,3% degli intervistati ritiene inoltre che una donna sia perfettamente sempre in grado di sottrarsi ad un rapporto sessuale se davvero non lo desidera. Ancora, secondo un’indagine IPSOS condotta per Amnesty International Italia (2019), il 31% degli Italiani ritiene che il rifiuto di una donna sia un modo per “farsi desiderare”: il famoso luogo comune secondo cui le donne direbbero “no”, intendendo al contrario “sì”.

“Quando si parla di violenza sessuale, è mentalità diffusa ritenere che la vittima sia in qualche modo responsabile dell’aggressione subita: per i vestiti che indossava, per l’atteggiamento mostrato, per la maniera in cui ha parlato – aggiunge Marinari – Se vogliamo vivere in una società dove non siamo costretti a leggere ogni settimana notizie di femminicidi, stupri e violenze, dobbiamo partire con il radicale cambiamento culturale, rafforzando la consapevolezza nelle giovani generazioni sull’importanza del rispetto della reciproca libertà e autonomia, combattendo gli stereotipi di genere e chiarendo il concetto di consenso. Per questo, intendiamo promuovere la campagna #IoloChiedo nelle scuole e nelle piazze e ci impegniamo a coinvolgere le Istituzioni, da cui deve partire la revisione legislativa. Come ci dimostra il recente esempio dei Paesi Bassi, una trasformazione è possibile e siamo convinti che il cambiamento che vogliamo produrrà effetti positivi nella nostra società, nella nostra cultura e, non da ultimo, nelle aule di tribunale. Proseguire questa battaglia è imprescindibile: per questo rilanciamo l’appello ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne vittime di violenza. Un lascito testamentario in favore di Amnesty International significa combattere per un mondo nel quale i diritti umani siano rispettati e le donne non vengano più lasciate sole, per sempre”.

Ecomafia: nel 2022 oltre 30mila reati contro l’ambiente. 84 al giorno

Ecomafia: nel 2022 oltre 30mila reati contro l’ambiente. 84 al giornoRoma, 11 lug. (askanews) – Nel 2022 non si arresta la morsa delle ecomafie. I reati contri l’ambiente restano ben saldi sopra la soglia dei 30.000, esattamente sono 30.686, in lieve crescita rispetto al 2021 (+0,3%), alla media di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. Crescono anche gli illeciti amministrativi che toccano quota 67.030 (con un incremento sul 2021 del +13,1%): sommando queste due voci – reati e illeciti amministrativi – le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente sfiorano quota 100.000 (97.716 quelle contestate, alla media di 268 al giorno, 11 ogni ora). A fare il punto è il nuovo rapporto Ecomafia 2023, realizzato da Legambiente, edito da Edizioni Ambiente, media partner Nuova Ecologia. Il rapporto, presentato oggi a Roma nella Sala della Regina della Camera dei deputati, in un evento insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica, mette in fila dati e numeri sulle illegalità ambientali nella Penisola.

Ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti sono le tre principali filiere su cui nel 2022 si è registrato il maggior numero di illeciti. A farla da padrone quelli relativi al cemento illegale, (dall’abusivismo edilizio agli appalti) che ammontano a 12.216, pari al 39,8% del totale, con una crescita del +28,7% rispetto al 2021. Crescono del 26,5% le persone denunciate (ben 12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare, che sono state 65, addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro. Viene stimato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio. Seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3% rispetto al 2021) e 5.486 persone denunciate (+7,6%). Scende al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione sia del numero di illeciti penali, 5.606, (-33,8%), sia delle persone denunciate (6.087, -41%), ma aumentano le inchieste in cui viene contestata l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021). Crescono anche gli illeciti amministrativi (10.591, +21,4%) e in misura leggermente minore le sanzioni, che sono state 10.358, pari al +16,2%. Al quarto posto, dopo il terribile 2021, i reati legati a roghi dolosi, colposi e generici (5.207, con una riduzione del – 3,3%). In aumento i controlli, le persone denunciate (768, una media di oltre due al giorno, +16,7%) e i sequestri (122, con un +14%). Come sempre, un capitolo a parte viene dedicato all’analisi delle attività di forze dell’ordine e Capitanerie di porto nel settore agroalimentare, che hanno portato all’accertamento di 41.305 reati e illeciti amministrativi. Sul fronte archeomafia, sono 404 i furti d’arte nel 2022. Infine, a pesare e a preoccupare è il virus della corruzione ambientale – censite da Legambiente dal 1° agosto 2022 al 30 aprile 2023 ben 58 inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale – il numero e il peso dei Comuni sciolti per mafia (22 quelli analizzati nel Rapporto, a cui si è aggiunto il recentissimo scioglimento di quello di Rende, in provincia di Cosenza), e la crescita dei clan mafiosi: dal 1994 ad oggi sono 375 quelli censiti da Legambiente. Il fatturato illegale delle diverse “filiere” analizzate nel Rapporto resta stabile a 8,8 miliardi di euro.

Stoltenberg: sull’Ucraina mi aspetto un messaggio unito dagli alleati

Stoltenberg: sull’Ucraina mi aspetto un messaggio unito dagli alleatiVilnius, 11 lug. (askanews) – Il messaggio sarà “unito da parte degli alleati” sull’Ucraina. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo per l’inizio del vertice di Vilnius, specificando che “sarò felice di dare il benvenuto” al presidente Volodymyr Zelensky “stasera alla cena” e “poi domani”.

Per l’Ucraina “decideremo un pacchetto di aiuti al summit” e “mi aspetto che gli alleati inviino un messaggio chiaro, unito e positivo sul percorso verso l’adesione dell’Ucraina”, ha detto Stoltenberg, sottolineando poi: “non abbiamo visto alcun cambiamento nella dislocazione del contingente nucleare russo, che ci richieda di rispondere, ma rimaniamo vigili”.