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Il cardinale Zuppi: denatalità, accoglienza e integrazione sono decisive

Il cardinale Zuppi: denatalità, accoglienza e integrazione sono decisiveRoma, 12 feb. (askanews) – “La crisi demografica deve essere risolta” con un un discorso “molto concreto di accoglienza, cambiando alcuni paradigmi, per cui l’accoglienza è decisiva: non c’è futuro senza accoglienza. E riguarda l’integrazione di chi porta speranza. Ne abbiamo un bisogno enorme. Credo che il 60% delle aziende in Italia fa fatica a trovare manodopera, che vuol dire che c’è meno innovazione, si va indietro, non si migliora”. Lo ha detto il presidente della CEI, il card. Matteo Zuppi, partecipando al CNEL al convegno “L’innovazione sociale per migliorare le politiche familiari. Confronto con le istituzioni”, promosso e coordinato dal Movimento Cristiano Lavoratori.


Per Zuppi “dobbiamo riuscire a compiere qualcosa per cui uno stile di vita più saggio è migliore di quello dissennato del consumismo: ‘di meno è di più’, nel senso di bellezza. La demografia – ha ricordato – è una scienza esatta, ma noi pensiamo che siano delle indicazioni: è una follia che dura da diversi decenni. I demografi dicono queste cose già da anni, ricordo che nel 1992 il mio predecessore, il card. Biffi, parlò della crisi demografica. Ma pensiamo di avere sempre tempo e poter rinviare. Una consapevolezza di cosa stiamo lasciando a chi viene dopo. C’è molta confusione e delusione, quella del parlare e poi tornare dove stavamo. Facciamo fatica a trovare percorsi che indichino davvero delle piste di soluzioni e diventino delle scelte”. Citando poi il Papa nella Bolla di indizione del Giubileo ‘Spes non confundit’, Zuppi ha sottolineato che “le famiglie si trovano sempre più esposte all’incertezza e alla complessità di questa epoca”, “non c’è natalità senza entusiasmo” e che “il problema del rapporto tra la donna è il lavoro è molto aperto ancora. Questo dialogo tra terzo settore e istituzioni può aiutarci a trovare delle scelte operative, nella necessità di un’alleanza sociale sulla speranza”.


“Non credo che il problema sia mettere tutte le sicurezze e così poi scatta” la natalità: “Il vero problema è la speranza, che dà sicurezza, non viceversa. È la passione, il gusto, la comunità, quell’alleanza che può aiutare a trovare le tante sicurezze”, ha concluso il presidente della CEI.

Nato riunisce ministri Difesa, da Usa messaggi come onde telluriche

Nato riunisce ministri Difesa, da Usa messaggi come onde telluricheMilano, 12 feb. (askanews) – In un’epoca di grandi cambiamenti e messaggi come onde telluriche dall’America, inizia oggi una due giorni presso il quartier generale di Bruxelles della Nato per una ministeriale Difesa mai tanto attesa e sotto i riflettori. Il Segretario generale della NATO Mark Rutte tiene una conferenza stampa oggi a metà giornata, prima della riunione dei Ministri della Difesa della NATO a Bruxelles prevista per domani e dove è atteso anche Guido Crosetto in rappresentanza dell’Italia.


Italiano è anche il neopresidente del Comitato militare Nato, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che lo scorso fine settimana si è recato in visita a Kiev. Il gruppo di contatto ucraino si riunirà sempre oggi presso la sede della NATO per il primo incontro con il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth. Proprio mentre sui social risuonano le parole di Elon Musk sulla necessità di una “revisione” della Allenza atlantica. Nota è la posizione del presidente Donald Trump, che ha chiesto alla NATO di più che raddoppiare il suo obiettivo di spesa e ha promesso di porre fine alla guerra in Ucraina. I due giorni di colloqui di Hegseth a Bruxelles con i suoi omologhi della NATO e dell’Ucraina rientrano in una serie di visite in Europa di questa settimana da parte di alti funzionari statunitensi. Il tutto culminerà con l’incontro tra il vicepresidente JD Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione di una conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera, venerdì.


“Arrivati al quartier generale della NATO. Il nostro impegno è chiaro: la NATO deve essere una forza più forte e letale, non un club diplomatico”, ha scritto Hegseth su X. “È tempo che gli alleati si incontrino”.

Giappone chiede agli Usa esenzione da dazi acciaio-alluminio

Giappone chiede agli Usa esenzione da dazi acciaio-alluminioRoma, 12 feb. (askanews) – Il Giappone ha chiesto oggi che i suoi prodotti in acciaio e alluminio siano esenti dai dazi del 25% imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha comunicato oggi il capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, portavoce e numero due del governo di Tokyo.


La richiesta è stata formalmente presentata all’Ambasciata giapponese presso gli stati uniti. Secondo la Casa Bianca, i dazi dovranno entrare in vigore il 12 marzo. Si tratta del primo ordine di dazio settoriale emanato da Trump da quando ha assunto l’incarico il mese scorso.


Nel 2018, durante il suo primo mandato, Trump impose dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, invocando preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale. Tuttavia, diversi partner commerciali degli Stati uniti, incluso il Giappone, avevano ottenuto quote esenti sotto l’amministrazione di Joe Biden. Tokyo, in particolare, poteva esportare negli Usa 1,25 tonnellate annue di acciaio esenti da dazio. Lunedì Trump ha firmato dei ordini esecutivi che eliminano tali eccezioni, provocando una promessa di ritorsioni da parte dell’Unione Europea. Tokyo presenta questa richiesta dopo il summit di venerdì tra Trump e il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba a Washington. In quell’occasione, è stata riformulata la proposta del gigante dell’acciaio nipponico Nippon Steel di acquisire le storiche acciaierie americane US Steel, che sono in grave difficoltà, in un importante investimento.

Buttarelli: preoccupante che consumi alimentari non crescano

Buttarelli: preoccupante che consumi alimentari non crescanoMilano, 12 feb. (askanews) – “L’indicatore che ormai da un paio d’anni fa vedere che i consumi, anche quelli basici alimentari, non crescono a volume è un indicatore preoccupante, da un lato legato alle dinamiche delle abitudini di consumo, però c’è un tema proprio di disponibilità economica e soprattutto di fiducia nella prospettiva, quindi bisogna ridare fiducia alle persone in modo tale che riprendano in modo equilibrato i consumi, motore dell’economia di un Paese”. Lo ha detto il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli, a margine di un evento del Consorzio del prosciutto San Daniele in corso a Milano, precisando che “Il tema dei consumi lo stiamo sostenendo anche nella relazione con le istituzioni, stiamo sottolineando l’importanza di una ripresa”.


Buttarelli a proposito di iniziative di concerto con le istituzioni ha ricordato che “adesso partirà la nuova carta Dedicata a te per le persone indigenti alla quale aderiremo senz’altro come modena distribuzione come abbiamo fatto nelle ultime due edizioni, investendo anche parecchie risorse. “Lo riteniamo un dovere sociale – ha detto – anche perché effettivamente il nostro è un ruolo anche sociale non solo economico quindi in questo senso speriamo che anche dal punto di vista dell’esecutivo ci sia sensibilità in questa direzione”.

Gaza, il direttore dell’ospedale Abu Safiya denuncia abusi in carcere

Gaza, il direttore dell’ospedale Abu Safiya denuncia abusi in carcereRoma, 12 feb. (askanews) – Dopo 47 giorni di detenzione, il direttore dell’ospedale Kamal Adwan, Hossam Abu Safiya, ha potuto incontrare per la prima volta un legale a cui ha denunciato “le varie forme di tortura e abuso” di cui è stato vittima da parte delle forze israeliane. Lo riporta l’ong della Striscia di Gaza, Al Mezan.


“L’avvocato di Al Mezan ha fatto visita al dottor Abu Safiya nella prigione di Ofer, situata nella Cisgiordania occupata”, ha riferito l’ong, ricordando in un comunicato che il direttore dell’ospedale è stato arrestato dalle forze israeliane il 27 dicembre scorso nell’ospedale di Beit Lahiya, insieme ad altri medici, a personale sanitario, pazienti e altri civili. Dopo l’arresto è stato portato “al campo di detenzione militare di Sde Teiman” dove è stato “sottoposto a varie forme di tortura e trattamenti inumani e degradanti”. Il 9 gennaio scorso è stato trasferito nella prigione di Ofer, dove “è stato tenuto in isolamento per 25 giorni” e dove ha subito “interrogatori quasi continui per 10 giorni”, nel corso dei quali “ha respinto con forza le accuse” che gli sono state mosse, “sottolineando di essere un medico il cui unico dovere è quello di fornire assistenza medica ai pazienti e ai feriti”.


Secondo l’ong, Abu Safiya ha perso “12 kg in meno di due mesi” e “nonostante abbia più volte chiesto cure mediche alle autorità israeliane, gli è stato sistematicamente negato l’accesso a una visita specialistica ed è stato privato delle cure essenziali”. “Invitiamo la comunità internazionale, in particolare gli alleati di Israele, ad agire immediatamente per chiedere il rilascio immediato e incondizionato del dottor Abu Safiya, così come di tutti i palestinesi che sono stati arrestati illegalmente e arbitrariamente detenuti dalle autorità israeliane, tra cui centinaia di operatori sanitari”, è l’appello lanciato dalla ong.

Cina condanna divieto Taiwan a uso DeepSeek: è assurdo

Cina condanna divieto Taiwan a uso DeepSeek: è assurdoRoma, 12 feb. (askanews) – La Cina ha condannato oggi il divieto imposto al modello di linguaggio esteso basato sull’intelligenza artificiale (Ia) cinese DeepSeek da parte del governo di Taiwan, definendolo “assurdo”. Lo segnala oggi il South China Morning Post.


L’Ufficio per gli affari di Taiwan (TAO) del Consiglio di Stato, il governo cinese, ha inoltre sottolineato la “popolarità” globale del modello Ia sviluppato dalla start-up cinese, minimizzando le preoccupazioni in materia di sicurezza. “La Ia cinese ha guadagnato una popolarità diffusa tra gli utenti di internet in tutto il mondo,” ha dichiarato mercoledì la portavoce del TAO, Zhu Fenglian, esortando i taiwanesi a utilizzare il programma e a sostenere la collaborazione tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. “Il governo del Partito progressista Democratico (DPP) è guidato da ‘paura della Cina’ ed è ‘anticinese’. Temono e disprezzano i prodotti provenienti dalla terraferma, usando la sicurezza nazionale come pretesto per imporre divieti”, ha affermato Zhu. Ha aggiunto che questo approccio è dannoso per gli interessi delle imprese e dei cittadini taiwanesi, definendolo “irragionevole e assurdo”.


Il commento arriva una settimana dopo che le autorità taiwanesi hanno vietato DeepSeek a causa di preoccupazioni legate alla “sicurezza nazionale”. Il 31 gennaio, il Ministero degli Affari Digitali di Taiwan ha emesso delle linee guida consigliando agli enti governativi, alle infrastrutture critiche e alle scuole pubbliche di limitare l’uso dei prodotti IA di DeepSeek, citando preoccupazioni riguardo alla trasmissione transfrontaliera dei dati e a possibili fughe di informazioni. “Poiché DeepSeek Ia è un prodotto cinese, sorgono crescenti preoccupazioni in merito alla trasmissione transfrontaliera dei dati e alle potenziali perdite di informazioni. Pertanto, DeepSeek è classificato come un prodotto che comporta rischi per la sicurezza informatica nazionale”, ha dichiarato il ministero in un comunicato.


Il 3 febbraio, il primo ministro taiwanese Cho Jung-tai ha annunciato durante una riunione del gabinetto che a tutti gli enti governativi è stato imposto il divieto di utilizzare l’IA di DeepSeek, al fine di salvaguardare la “sicurezza informatica” dell’isola autogovernata. La crescente popolarità di DeepSeek ha sollevato preoccupazioni di sorveglianza e ha portato a divieti in diversi paesi. Negli Usa è stata presentata una proposta di legge bipartisan per vietare l’utilizzo del software di DeepSeek sui dispositivi governativi. Altre limitazioni sono arrivate dall’Italia e dall’Australia.

Bce, Elderson: avanti con impegno strategico sui rischi climatici

Bce, Elderson: avanti con impegno strategico sui rischi climaticiRoma, 12 feb. (askanews) – La Banca centrale europea tira dritto sul suo “impegno strategico” di tenere conto dei rischi climatici e naturali nelle sue attività. Lo ha ribadito l’olandese Frank Ederson, componente del comitato esecutivo della Bce, che decide la politica monetaria, e vicepresidente del ramo che si occupa della vigilanza bancaria, durante una teleconferenza organizzata da Market News International.


“È inevitabile che i rischi correlati al clima e quelli naturali aumentino – ha sostenuto -. Ignorarli non li farà sparire, né li renderà meno dannosi per la politica monetaria e la vigilanza bancaria”. Ederson ha aggiunto che la Bce procederà su queste politiche “resistendo a qualsiasi cambiamento di venti o di correnti”. (Fonte immagine: ECB 2024)

M.O., direttore ospedale Gaza denuncia abusi in carcere israeliano

M.O., direttore ospedale Gaza denuncia abusi in carcere israelianoRoma, 12 feb. (askanews) – Dopo 47 giorni di detenzione, il direttore dell’ospedale Kamal Adwan, Hossam Abu Safiya, ha potuto incontrare per la prima volta un legale a cui ha denunciato “le varie forme di tortura e abuso” di cui è stato vittima da parte delle forze israeliane. Lo riporta l’ong della Striscia di Gaza, Al Mezan.


“L’avvocato di Al Mezan ha fatto visita al dottor Abu Safiya nella prigione di Ofer, situata nella Cisgiordania occupata”, ha riferito l’ong, ricordando in un comunicato che il direttore dell’ospedale è stato arrestato dalle forze israeliane il 27 dicembre scorso nell’ospedale di Beit Lahiya, insieme ad altri medici, a personale sanitario, pazienti e altri civili. Dopo l’arresto è stato portato “al campo di detenzione militare di Sde Teiman” dove è stato “sottoposto a varie forme di tortura e trattamenti inumani e degradanti”. Il 9 gennaio scorso è stato trasferito nella prigione di Ofer, dove “è stato tenuto in isolamento per 25 giorni” e dove ha subito “interrogatori quasi continui per 10 giorni”, nel corso dei quali “ha respinto con forza le accuse” che gli sono state mosse, “sottolineando di essere un medico il cui unico dovere è quello di fornire assistenza medica ai pazienti e ai feriti”.


Secondo l’ong, Abu Safiya ha perso “12 kg in meno di due mesi” e “nonostante abbia più volte chiesto cure mediche alle autorità israeliane, gli è stato sistematicamente negato l’accesso a una visita specialistica ed è stato privato delle cure essenziali”. “Invitiamo la comunità internazionale, in particolare gli alleati di Israele, ad agire immediatamente per chiedere il rilascio immediato e incondizionato del dottor Abu Safiya, così come di tutti i palestinesi che sono stati arrestati illegalmente e arbitrariamente detenuti dalle autorità israeliane, tra cui centinaia di operatori sanitari”, è l’appello lanciato dalla ong.

Crolla (AmCham): dazi Usa servono per portare gli Stati a negoziare

Crolla (AmCham): dazi Usa servono per portare gli Stati a negoziareMilano, 12 feb. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Tutti hanno paura dei dazi di Donald Trump, ma la scelta dal punto di vista statunitense ‘non è campata per aria: sono un modo per portare gli Stati a negoziare’, spiega ad askanews Simone Crolla, consigliere delegato dall’aprile 2009 della American Chamber of Commerce in Italy (AmCham), ovvero la ‘Confindustria Americana in Italia’, nonché uno dei maggiori conoscitori dei rapporti economici e commerciali transatlantici, tra Italia e Stati Uniti (già deputato e vice capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio).


‘Si dice sempre che Trump sia imprevedibile – afferma Crolla – ma invece è abbastanza prevedibile. I dazi saranno gli stessi che sono stati applicati nel 2017 contro l’Unione Europea e ovviamente anche verso l’Italia. Per il momento Trump ha fatto due cose, con un ‘presidential memorandum’: ha ordinato allo USTR, che è l’agenzia americana per il commercio con l’estero (United States Trade Representative, spesso abbreviato in USTR, ndr) di studiare il perché dello sbilancio commerciale, del deficit commerciale americano, verso il resto del mondo. Alla fine di quest’analisi, che avverrà il primo di aprile, si capirà se gli Stati Uniti applicheranno dei dazi su merci, le più varie, nei confronti dell’Europa e di conseguenza anche dell’Italia. Nel 2017 questo capitò, ma il problema fu poi risolto velocemente, le esportazioni anche di prodotti alimentari ebbero un piccolo contraccolpo iniziale, ma poi ripresero e dopo il Covid, perché ovviamente non ce lo dimentichiamo, ci fu un record anche nelle esportazioni italiane che perdura fino ai giorni nostri. Quindi il primo di aprile si capirà quali tipi di tassazione aggiuntiva verrà applicata, se verrà applicata. Al momento con un altro memorandum proprio di ieri, (Trump) ha applicato una tariffa del 25% su tutte le importazioni americane di steel e alluminium’. Ma intanto non si resta con le braccia incrociate. AmCham – che quest’anno compie 110 anni – è molto attiva e già questa settimana, nel giorno di San Valentino, cade un appuntamento importante: venerdì 14 febbraio a Napoli, città simbolo del Mezzogiorno italiano, delle sue potenzialità di sviluppo e sede di tanto Made in Italy, si tiene la riunione a porte chiuse del Board of Directors di American Chamber of Commerce in Italy, presso la sede centrale della Petrone Group, con la partecipazione, tra gli altri, anche dell’attuale presidente di Amcham Italy, Stefano Lucchini, e dello stesso Crolla.


E mentre tutto il mondo parla dei dazi americani voluti da Trump, Crolla alla luce della sua lunga esperienza, spiega che sono una ‘manovra meditata’ e hanno un ‘sottofondo di verità’, dice. A suo avviso alcuni Paesi abusano di una posizione dominante, per inondare il mercato americano di una produzione di acciaio e alluminio che invece potrebbe essere prodotta negli Stati Uniti d’America, ma essendo meno costosa quella importata, con del dumping all’origine, viene preferita. Trump ‘vuole riequilibrare questo sistema. Questi dazi appunto sono destinati a essere uno strumento economico, per ridare fiato alla loro industria e alla loro economia, con l’incasso di queste gabelle. Però sono anche un modo per portare gli stati a negoziare al tavolo rispetto ai suoi reali obiettivi come è avvenuto con Canada e Messico’, dichiara. Askanews: I dazi per l’Italia in particolare cosa comportano?


Crolla: ‘Al momento ci sarà un dazio del 25% sulle esportazioni di alluminio e acciaio, esportazioni che erano già state colpite a suo tempo – poi ci fu una sorta di pace che a questo punto è stata interrotta – e verranno ripristinate. Nel mentre però i grandi produttori di acciaio e alluminio italiani si sono riposizionati sul mercato americano, investendo anche in capacità produttiva locale. Quindi l’acciaio italiano potrebbe oggi essere prodotto comunque in America e questo naturalmente eviterebbe di essere colpiti dal dazio. Queste tariffe entreranno in vigore il 12 marzo sull’acciaio e alluminio: da ora parte una trattativa, anche diplomatica, per cercare di capire se si può ottenere una esenzione come già accaduto nel 2017’. Askanews: C’è davvero da aver paura della Golden Age di Donald Trump oppure può diventare un’opportunità per le imprese italiane?


Crolla: ‘Il Trump pensiero è un pensiero noto sin dalle famose interviste del 1990, fino naturalmente al primo mandato, alla campagna elettorale recente e a tutto quello che conseguentemente sta facendo e sta applicando. Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo leggere attentamente tra le righe, dobbiamo andare a vedere le sue dichiarazioni, dobbiamo andare a vedere che cosa ha fatto nel 2017 e da lì intuire quella che può essere una traiettoria anche di relazioni che prenderà una certa piega piuttosto che un’altra, in base a quella che sarà anche la nostra reazione, sia politica che commerciale, a quelle che sono gli intendimenti e anche gli ordini esecutivi che sta applicando. Quindi non c’è una ricetta nel sapere che cosa fare, però tutto è abbastanza prevedibile perché più o meno è già stato detto, si tratta di capire e immaginare una risposta che possa consentire ai due blocchi, in questo caso Europa e Stati Uniti, di avere una relazione che sia quantomeno fair e alla pari’. Askanews: Qualcuno dice che c’è una grande distanza tra quello che lui dice e quello che fa, è così? Crolla: ‘In realtà non è vero, perché quello che dice Trump è quello che ha detto, pensato e ha già fatto anche in passato. Sappiamo perfettamente quelli che sono i suoi pensieri, sono sempre quelli e riguardano un riequilibrio della bilancia commerciale americana che vive un eccessivo deficit rispetto al resto del mondo, Europa in particolare, un contenimento dell’immigrazione illegale – quindi dei crimini connessi con essa – e un ripotenziamento, il famoso Make America Great Again, dell’economia americana a 360 gradi. Sapendo questo e andando a leggere, a guardare, ad ascoltare quello che ha sempre detto e poi anche fatto, capiremo, e possiamo facilmente intuire, quello che vorrà fare anche in questa amministrazione’. Askanews: Gli imprenditori italiani devono avere paura della Golden Age o che cosa possono fare in questa nuova età dell’oro? Crolla: ‘La Golden Age americana è sempre esistita, anche nel tempo in cui Trump aveva il suo massimo splendore, appunto negli anni 80 e dagli anni 80 in avanti gli investimenti, in questo caso italiani, in America, sono cresciuti tantissimo, negli ultimi 15 anni, anche durante la prima presidenza Trump, sono saliti del 400%, quindi un’America forte anche con dei dazi che vanno comunque sia capiti e magari limitati, significa anche un’Europa e un’Italia forte: la Golden Age americana può creare delle tensioni geopolitiche inevitabilmente, ma da un punto di vista economico potrebbe assolutamente beneficiare anche i tanti imprenditori italiani che là vendono le loro merci o che là hanno localizzato parte della loro produzione’. Askanews: Lei pensa che come Italia abbiamo una carta in più da giocare? Crolla: ‘Abbiamo una carta in più, se si vuole anche politica, perché la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni è riuscita a ritagliarsi uno spazio di dialogo molto importante e prezioso in questo momento. Ma abbiamo un’altra carta in più perché i prodotti del Made in Italy sono difficilmente replicabili – se non falsificati – negli Stati Uniti e quindi di ci sarà sempre bisogno. Poi l’Italia è comunque un Paese importante, un alleato economico, politico, militare molto importante, molto collegato agli Stati Uniti d’America, sono oltre 20 milioni di italoamericani che – più o meno – vivono in quel Paese e che – più o meno – hanno votato questo Presidente. L’Italia in America è ben presente, ben rappresentata e difficilmente verrà limitata a questa relazione molto virtuosa’. Askanews: Insomma è un partner commerciale a cui noi non possiamo rinunciare e non è il caso di rinunciare. Crolla: ‘Non possiamo rinunciare, le più importanti esportazioni italiane proprio in volume vanno verso gli Stati Uniti, i più importanti insediamenti produttivi italiani fuori dall’Europa vanno verso gli Stati Uniti: dovrà continuare a essere così, anche perché è un’economia che cresce, che ha una disoccupazione meno che fisiologica e che ha prospettive di crescere ulteriormente, anche grazie a questi programmi di Trump. Quindi là ci dobbiamo essere, dobbiamo cercare di evitare il più possibile tariffe e dazi che siano punitivi e questo lo possiamo fare con intelligenza, con lo studio di quello che Trump ha sempre detto e poi fatto e anche con una diplomazia che non è soltanto politica, ma è anche fatta dai nostri imprenditori, dai nostri connazionali, da chiunque varca l’Atlantico e rappresenta al meglio il proprio Paese’. Askanews: Voi come AmCham avete l’onore ma anche l’impegno nel rappresentare la grande alleanza tra Italia e Stati Uniti d’America, una ‘relazione speciale’. E il 2025 è un anno molto particolare e importante. L’inizio della Golden Age? Crolla: ‘È la Golden Age di AmCham, perché quest’anno, nel 2025, AmCham compie 110 anni e quindi è tutto un anno che noi dedicheremo un po’ all’analisi e alla comprensione di quello che succede non soltanto i dazi, ma le relazioni transatlantiche nel suo complesso, perché sono delle onde telluriche, quelle che arrivano dagli Stati Uniti verso il resto del mondo. Noi crediamo che l’Europa debba rimanere sempre più vincolata, attaccata e unita, naturalmente agli Stati Uniti, perché la relazione transatlantica, letta nel suo insieme, è la più importante al mondo e lo sarà per sempre, noi speriamo. E quindi AmCham continuerà il suo lavoro di advocate nel cercare di tenere calma la situazione quando deve essere calma, alzare la guardia quando è opportuno alzarla, ma sicuramente continuare anche nel suo 110ecimo anno di vita a rappresentare la grande alleanza tra Italia e Stati Uniti, aiutando i rispettivi imprenditori. Per l’anno di celebrazioni in corso, faremo anche una pubblicazione storica molto importante che andrà a sottolineare quelle che sono state le grandi vittorie reciproche, grazie a questa relazione speciale’.

Gas, FT: Ue studia nuovo tetto ai prezzi ma lobby mercati frenano

Gas, FT: Ue studia nuovo tetto ai prezzi ma lobby mercati frenanoRoma, 12 feb. (askanews) – La Commissione europea sta valutando la possibilità di adottare un nuovo meccanismo di tetto ai prezzi del gas indicizzati sui mercati europei, da inserire nell’ambito di un documento sull’industria verde che dovrebbe essere presentato il mese prossimo. Lo riporta il Financial Times, citando diverse fonti anonime a conoscenza delle trattative.


Il quotidiano precisa che le lobby degli operatori che gestiscono i mercati e gli indici correlati a questi beni energetici stanno effettuando pressioni sulla Commissione, guidata da Ursula von der Leyen, affinché non si muove in tal senso. Nelle ultime settimane i prezzi del gas sul mercato di Amsterdam, che alcuni paesi tra cui l’Italia utilizzano come indice per i prezzi dell’energia, sono saliti ai massimi da due anni a questa parte, tra persistenti tensioni geopolitiche e dopo i tagli alle forniture residuali di gas russo che passavano dall’Ucraina. Nel frattempo le riserve europee di gas naturale sono scese sotto la metà, con maggiori consumi da parte dei paesi del Nord Europa a causa delle temperature basse.