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Immunità agita centrodestra. Fi rilancia, Lega pronta ma stop Fdi

Immunità agita centrodestra. Fi rilancia, Lega pronta ma stop FdiRoma, 3 feb. (askanews) – E’ scivolosa la materia dell’immunità parlamentare, riformata sull’onda di Mani pulite nel 1993, in particolare mentre si fa sempre più incandescente lo scontro tra governo e magistratura, con le implicazioni spinose e ancora tutte da spiegare, in Parlamento, sulla vicenda di Almasri, riaccompagnato in Libia su un aereo di Stato. Il sasso lanciato da Forza Italia, sull’ipotesi di rimettere mano alle norme costituzionali che escludono l’immunità sui reati penali, ha incontrato il favore di esponenti della Lega come Claudio Borghi (“Ecco qui… immigrati più mancanza di immunità parlamentare = legioni di denunciatori. Ripristinare subito articolo 68 Costituzione”, ha scritto su X il senatore leghista). Ma un alt è arrivato da Fratelli d’Italia che detengono la ‘golden power’ nel centrodestra.


Il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni, ha ricordato la posizione prevalente del partito della premier Giorgia Meloni e ha risposto con nettezza: “non vedo il motivo” di ritornare al vecchio articolo 68: l’attuale versione “garantisce ai parlamentari l’insindacabilità delle opinioni espresse nell’esercizio del loro mandato perché noi rappresentiamo la volontà degli elettori e questo è giusto ma – ha proseguito – sono anche convinto che se un parlamentare commette un reato comune, come un qualsiasi altro cittadino è giusto che risponda come qualsiasi altro cittadino. Anzi: io gli raddoppierei la pena visto che è un parlamentare a farlo”. Meglio quindi concentrarsi sulle altre riforme istituzionali già in cantiere, ha aggiunto, precisando tuttavia di parlare a “titolo personale”. Il vicepremier Antonio Tajani, interpellato in proposito, ha messo le mani avanti (“non ne abbiamo parlato” in Fi) ma ha puntualizzato: “Potrebbe anche essere un’idea, io personalmente non sono contrario, sarebbe da discutere e vedere in che termini, bisognerebbe vedere per quali reati e per cosa”. Per Stefania Craxi, la riforma costituzionale fu una “sottomissione della politica, sinonimo di cedimento al morbo giustizialista”.


Il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, non ha mostrato di disdegnare l’intervento della Fondazione Luigi Einaudi che ha colto l’occasione per annunciare per le “prossime ore” la presentazione di un ddl (“parlamentare” se godrà di un’adesione “trasversale di rappresentanti della varie forze politiche” o una “proposta di legge di iniziativa popolare”). In quale direzione lo rende evidente il testo del presidente, Giuseppe Benedetto, ‘L’eutanasia della democrazia. Il colpo di mani pulite, con la prefazione di Sabino Cassese, dove si sostiene che la decisione di riformare l’immunità, nel 1993, fu quanto meno “affrettata” e finì per incidere sul “rapporto tra poteri dello Stato”. Ostellari ha quindi evocato libertà di movimento: “seguo con attenzione la proposta della Fondazione Luigi Einaudi. L’articolo 68 della Costituzione non ha nulla a che fare con i privilegi dei singoli, ma molto con la qualità della nostra democrazia. Per questo apprezzo un’iniziativa innanzitutto culturale, che merita di essere approfondita senza connotazioni di partito. Sia il parlamento a valutare il percorso migliore per riequilibrare i poteri”. Esplicito il collega Alberto Bagnai che ha chiesto di “sottrarre alla demagogia” il dibattito.


Tra le opposizioni, a mettersi subito sul piede di guerra è stato il Movimento Cinque Stelle. Il primo a commentare, in mattinata, il presidente Giuseppe Conte, che ha invitato “tutti” ad opporsi al “delirio di onnipotenza” di “Meloni e soci contro i giudici”. “Dopo il ripristino dei vitalizi al Senato, l’abolizione del reato per i politici che abusano del loro potere, l’aumento degli stipendi dei ministri e la imbarazzante difesa della ministra Santanchè tenuta incollata alla poltrona, ecco che ci provano con l’immunità e il ritorno di uno scudo che renda intoccabili esponenti del Governo ed eletti”, ha scritto Conte su X. Seguito da una batteria di comunicati di parlamentari Cinque Stelle. Per il Pd si è espressa la capogruppo alla Camera Chiara Braga. Prendendo la parola in Aula per tornare a sollecitare, insieme alle altre opposizioni, l’informativa (cancellata la scorsa settimana) su Almasri, Braga ha attaccato il governo Meloni e la sua maggioranza: il caso del generale libico “sta svelando le reali volontà di questo Governo, non solo su quella vicenda ma perché ci sta dicendo che questa maggioranza sta pensando a reintrodurre, a fronte di quella vicenda, l’immunità per membri del Governo, per parlamentari; sta teorizzando la necessità di sottoporre la magistratura al volere, al controllo del potere politico; sta pensando di potersi scegliere i giudici che vuole per avere le sentenze e i pronunciamenti che vuole, in barba al rispetto del diritto internazionale e nazionale”.


Angelo Bonelli di Avs ha parlato di “proposta indecente”. “La destra al governo, dopo aver cancellato l’abuso d’ufficio, ridotto e depotenziato le intercettazioni penalizzando le attività investigative nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, dopo aver avviato un attacco frontale alla magistratura per delegittimarla, ora salta fuori la proposta dell’immunità parlamentare. Una destra che un tempo si definiva ‘sociale’, oggi si rivela invece la destra dei privilegi”, ha osservato.

Dazi Usa, Rutte (Nato): no impatto su nostra deterrenza collettiva

Dazi Usa, Rutte (Nato): no impatto su nostra deterrenza collettivaMilano, 3 feb. (askanews) – I dazi “sono assolutamente convinto che non avranno un impatto sulla nostra deterrenza collettiva” e comunque “ci sono più cifre e numeri da guardare”. Così rispondendo a una domanda ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte, , al quartier generale della Nato con il premier britannico Keir Starmer, oggi in conferenza stampa moderata da Allison Hart, attuale portavoce Nato.


Il quesito riguardava il fatto che “Canada e Stati Uniti, sono sull’orlo di una guerra commerciale”, in base a quanto affermato dal giornalista in sala. Il tutto sull’onda delle forti polemiche in seguito ad alcune dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump sul Canada. Rutte ha anche precisato che “ci sono sempre problemi tra gli alleati. Non è mai sempre tranquillo e felice. Ci sono sempre problemi, a volte più grandi, a volte più piccoli. Ma sono assolutamente convinto che non toglierà la nostra determinazione collettiva a mantenere forte la nostra deterrenza”. E quando “si parla di commercio”, è interessante vedere il surplus commerciale (di difesa, ndr) degli Stati Uniti in Europa: “dal 2022 vendono più all’Europa di quanto vendiamo a loro, e il surplus netto è di 180 miliardi di dollari dal 2022”, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza.


Oggi Rutte ha inoltre definito la Gran Bretagna “un fedele alleato”. Con Starmer era stato ha anche preso parte ai lavori della riunione informale del Consiglio europeo sulla difesa. E ha fissato alcuni punti. In particolare la produzione di difesa da potenziare. “L’Ue, compresi i grandi Paesi come l’Italia e la Spagna, e la Norvegia al di fuori dell’Ue, ovviamente, ma anche, naturalmente, la Francia e poi la Turchia: tutti questi grandi paesi con una grossa base industriale della difesa devono aumentare la produzione di difesa”, ha detto. Senza entrare nel merito delle iperboli della nuova amministrazione Usa – spesso destinate a distrarre l’attenzione – Rutte ha anche sgonfiato nuovamente le polemiche sulle dichiarazioni di Trump in merito alla Groenlandia. “E sulla Groenlandia, ho già detto, penso sia molto utile che il presidente Trump ci ha avvisato del fatto che quando si tratta dell’Alto Nord, c’è una questione geopolitica e strategica in gioco. Direi che non si tratta solo della Groenlandia. Questo ha a che fare con la Finlandia. Ha a che fare con la Svezia, la Norvegia, l’Islanda, sì, la Groenlandia – e quindi la Danimarca – anche il Canada, e anche gli Stati Uniti. E chiaramente, collettivamente come Alleanza, vedremo sempre il modo migliore per assicurarci di poter affrontare queste sfide”.


Il tutto in un contesto globale molto competitivo, dove non è dato abbassare la guardia. “Le campagne di destabilizzazione russa nei Paesi alleati sono in aumento”, ha dichiarato Rutte in conferenza stampa. “Hanno preso di mira le infrastrutture digitali, i funzionari britannici e persino il vostro Servizio Sanitario Nazionale (britannico, ndr). Proprio il mese scorso, ancora una volta, avete rilevato una nave spia russa nelle acque britanniche, e avete chiarito a Mosca che tali atti sfacciati erano semplicemente inaccettabili. Per fermare questi attacchi, una volta per tutte, dobbiamo alzare la posta in gioco e assicurarci che la nostra deterrenza non lasci spazio ai dubbi. Possiamo farlo investendo ancora di più in difesa” ha aggiunto secondo quanto trasmesso dalla Alleanza. Rutte ha spesso sottolineato i collegamenti tra Russia, Cina, Nordcorea e Iran, mettendo in chiaro che le sfide non arrivano da un solo Paese. Ma oggi ha dato anche un grosso slancio alla speranza: “Durante la seconda guerra mondiale, le fabbriche nel Regno Unito e negli Stati Uniti produssero miliardi di munizioni. Questo era prima della digitalizzazione e dell’automazione. Con tutte le forze della produzione britannica, immaginate cosa potremmo ottenere ora. Le sfide che affrontiamo sono complesse, ma insieme nella Nato non c’è nulla che non possiamo fare” ha affermato.

Musumeci: vogliamo protezione civile dedicata a emergenze e prevenzione

Musumeci: vogliamo protezione civile dedicata a emergenze e prevenzioneRoma, 3 feb. (askanews) – “Vogliamo dare vita a una Protezione Civile che non sia soltanto gestione dell’emergenza, rispetto alla quale abbiamo una leadership internazionale riconosciuta, ma anche prevenzione. Per risparmiare vite umane e disastri. Sono obiettivi sfidanti, non semplici, da raggiungere presto, ma bisogna essere tenaci. La politica si nutre di ottimismo e di perseveranza: mai fermarsi, la fiducia della gente merita tutto il nostro impegno, costi quel che costi”.


Così il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, intervistato da Montecitorio News24 Magazine. Musumeci spiega che nel nostro Paese deve crescere “la consapevolezza che viviamo in un territorio fragile” e per questo è più che mai necessario “un cambiamento di prospettiva strutturale” fondato sulla cultura della prevenzione “alla quale noi italiani, purtroppo, non siamo abituati”. Dunque, “questo approccio con il rischio va cambiato, ogni cittadino deve fare la propria parte. E poi, dispiace dirlo, lo Stato non ha più le risorse per finanziare interamente le ricostruzioni. Per questo – aggiunge Musumeci – poniamo l’obiettivo della polizza assicurativa, per ora obbligatoria per le imprese e facoltativa per le famiglie. Dobbiamo abituarci a un approccio che già adottano altri Paesi, anche europei”.

Meloni e la partita dei dazi, equilibrio difficile tra Trump e Ue

Meloni e la partita dei dazi, equilibrio difficile tra Trump e UeBruxelles, 3 feb. (askanews) – E’ un crinale scivoloso quello su cui cammina Giorgia Meloni nella partita sui possibili dazi americani all’Europa. La premier si è posta l’obiettivo di far da ‘ponte’ tra Bruxelles e Washington, ma rischia di rimanere stretta tra l’aggressività di Donald Trump e l’inevitabile risposta dell’Europa.


Anche se ufficialmente non all’ordine del giorno del ritiro informale di Bruxelles, convocato per parlare di difesa, il tema dei dazi è stato il cuore della discussione della mattinata a Palais d’Egmont. Del resto la questione è urgente, a maggior ragione dopo la mossa del tycoon che ha deciso di incrementare le tariffe sui beni di Messico, Cina e Canada e minacciato nuovamente di voler fare altrettanto con l’Ue. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha discusso della questione in una telefonata notturna con il primo ministro canadese Justin Trudeau, che in risposta a Trump ha presentato una lista di prodotti americani che saranno colpiti da dazi al 25% per 107 miliardi di dollari. E poi ha stravolto l’ordine del giorno per affrontare subito la questione. Dal confronto è emersa una prima posizione, comunque molto timida, che è sostanzialmente un appello alla ragionevolezza all’inquilino della Casa Bianca. Fonti europee hanno parlato di un “forte consenso” sul fatto che “i dazi tra Stati Uniti e Ue sarebbero dannosi per entrambe le parti” e che “quando sorgono problemi è necessario trovare soluzioni”. Ben più marcate le posizioni espresse all’arrivo a Bruxelles da molti leader. Kaja Kallas, Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza, assicura che “ci stiamo preparando” a rispondere; per Emmanuel Macron “l’Europa dovrà farsi rispettare e reagire”; Mette Frederiksen, premier danese, auspica una “risposta collettiva e robusta”. La stessa linea di Olaf Scholz, cancelliere di quella Germania che sarebbe uno dei Paesi più colpiti da una guerra commerciale: ricorda a Trump che l’Ue può “reagire alle politiche doganali con politiche doganali. Dobbiamo farlo e lo faremo”.


La speranza a Bruxelles, sottolinea una fonte europea, è che la strategia di Trump sia sparare “una cannonata” per poi raggiungere un accordo (come sta avvenenendo con il Messico e, forse, con il Canada). E qui potrebbe entrare in gioco Meloni come ‘facilitatrice’ del dialogo. La premier, arrivando al summit, è stata una dei pochi tra i capi di Stato e di governo a non fermarsi per il ‘doorstep’. Se sulla difesa la sua linea è chiara (bisogna investire di più, ma servono strumenti nuovi e comuni per finanziare la spesa), sulla questione dazi si sta tenendo in un difficile equilibrio e anche oggi con i partner avrebbe ribadito la necessità di un “dialogo”, che lei potrebbe favorire visto il rapporto privilegiato con Trump cementato dalla visita a Mar-a-Lago e dalla partecipazione all’Inauguration Day, unica leader europea presente. Il primo obiettivo è l’organizzazione di un colloquio telefonico tra il presidente americano e Ursula von der Leyen. Se però il tycoon decidesse di procedere a testa bassa con i dazi (starebbe valutando un 10% di tariffa), Meloni non potrebbe far altro che schierarsi con l’Europa, a meno di una clamorosa rottura del fronte comunitario con iniziative autonome di singoli Paesi per strappare un trattamento più morbido. Proprio questo, la divisione dell’Unione, sarebbe il progetto del presidente americano. Ed è quello che paventa, da Bruxelles, anche la segretaria del Pd Elly Schlein. “Tra essere i primi della classe o quelli con la relazione più amicale ed essere funzionali a un disegno di disgregazione dell’Europa, il passo è breve – ha detto riferendosi alla premier -. Se si vuole fare l’interesse dell’Italia oggi più che mai bisognerebbe puntare all’unità europea”.


Del resto, se anche ci fosse, da parte di Meloni, la tentazione di sfruttare il ‘feeling’ con Trump per evitare o ridurre danni all’Italia, questa difficilmente sarebbe una strategia vincente. L’eventuale risposta Ue a dazi americani, infatti, dovrebbe essere approvata a maggioranza qualificata dei rappresentanti degli Stati membri e quindi opporsi da una parte farebbe sorgere un problema reputazionale; dall’altra rischierebbe di essere comunque inutile, perchè per bloccare le decisioni occorrerebbe una minoranza di blocco, cioè sostanzialmente due Stati grandi e alcuni piccoli (che complessivamente raggiungano il 35% della popolazione e il 45% degli Stati membri).

Mare, Musumeci: nostra economia blu ha margini per crescita sensibile

Mare, Musumeci: nostra economia blu ha margini per crescita sensibileRoma, 3 feb. (askanews) – Nel corso del 2025 “avremo la prima legge sulla dimensione subacquea, con grandi ricadute sulle industrie del settore, e continueremo a lavorare a una nuova cultura del mare, come abbiamo fatto sin dal primo giorno al Governo. Penso a una crescita sensibile dell’economia blu, che già oggi impegna circa un milione di lavoratori e 250 mila imprese, producendo un fatturato di oltre 60 miliardi di euro all’anno, oltre all’effetto moltiplicatore. Quello del mare è un mondo che dà un grande apporto al Paese e può dare ancora di più”.


Lo ha detto il Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, nel corso dell’intervista rilasciata a Montecitorio News24 Magazine. Rispetto alla dimensione subacquea, Musumeci ha poi aggiunto: “E’ una delle sfide più impegnative dei prossimi anni: ci stiamo attrezzando, unendo tutte le forze in campo. La realtà è che il dominio subacqueo resta ancora sconosciuto all’uomo per quasi l’ottanta per cento. Sappiamo però che ci sono milioni di chilometri di cavi e infrastrutture digitali, energetiche, adagiate sui fondali. E questo è un tema strettamente legato alla sicurezza nazionale. Ma – aggiunge il Ministro – la materia dello spazio subacqueo ha anche altre implicazioni: i minerali rari, lo studio della geologia marina, la ricerca scientifica, il turismo o l’archeologia subacquea. L’Italia è uno dei pochi Paesi che si sta attrezzando”.

Settore ortofrutticolo, MOF alla Fruit Logistica di Berlino

Settore ortofrutticolo, MOF alla Fruit Logistica di BerlinoRoma, 3 feb. (askanews) – Anche nel 2025, il MOF – Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi sarà protagonista alla Fruit Logistica, l’evento di riferimento per il settore ortofrutticolo internazionale, in programma a Berlino dal 5 al 7 febbraio. Un’occasione imperdibile per raccontare l’identità del MOF, valorizzare le eccellenze del territorio e analizzare le sfide future con un approccio innovativo e strategico.


Ad accompagnare il MOF in questa importante esperienza internazionale, alcune delle aziende d’eccellenza del Centro e due soci e partner di rilievo, Banca Popolare di Fondi e Camera di Commercio Frosinone Latina. Il primo focus dell’Arena MOF è programmato per mercoledì 5 febbraio 2025 alle 11:45. Il titolo dell’incontro è “La storia del nostro futuro”. In occasione del cinquantesimo anniversario del MOF, alcuni imprenditori del Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi racconteranno le loro esperienze in campo, evidenziando come queste abbiano contribuito all’evoluzione del settore e siano fondamentali per tracciare le strategie di crescita e sviluppo del MOF. Interverranno Luca Peppe di Agripeppe, Guido La Rocca di CSC Lazio AOP, Gianluca Del Prete di Del Prete, Alessandro De Filippis di Eureka, Gianpaolo Forcina di Forcina Marco & C., Luciano Magliozzi di Ortofrutticola Magliozzi e Jennifer Vaccaro della azienda Vaccaro. A discuterne saranno Bernardino Quattrociocchi, presidente MOF, Giovanni Acampora, presidente CCIAA Frosinone Latina, e Sergio Pinto, presidente del Consorzio Agrofondi. Concluderà Enzo Addessi, amministratore delegato MOF, con la moderazione di Roberto Sepe, direttore MOF.


Giovedì 6 febbraio alle 11.45 sarà la volta del focus “Osservatorio prezzi ortofrutta e intelligenza artificiale, più dati, più trasparenza, più velocità. La sperimentazione MOF cambia le regole”. Interverranno Salvatore De Meo, europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura, Bernardino Quattrociocchi, Giovanni Acampora e Gianluca Notari, direttore Area Progetto e Sviluppo MOF. Le conclusioni saranno affidate a Enzo Addessi. Durante la manifestazione, ogni giorno lo chef Fausto Ferrante, ambasciatore della cucina italiana candidata a patrimonio Unesco, guiderà un viaggio tra le eccellenze agroalimentari attraverso degustazioni e presentazioni dei prodotti delle aziende d’eccellenza del MOF, co-espositrici all’evento.


MOF si conferma così un punto di riferimento per il comparto ortofrutticolo con una visione orientata al futuro e un impegno costante nella crescita e nella valorizzazione delle produzioni di eccellenza. Appuntamento dal 5 al 7 febbraio 2025, Messe Berlin, Hall 2.2 Stand C01.

A “Hospitality 2025” incontro su enoturismo con Vignaioli del Trentino

A “Hospitality 2025” incontro su enoturismo con Vignaioli del TrentinoMilano, 3 feb. (askanews) – Ospitalità, accoglienza, competenza, formazione, ma anche progetti e percorsi che partano dal basso. Sono state queste le parole chiave emerse oggi nell’ambito della tavola rotonda promossa dal Consorzio Vignaioli del Trentino che si è tenuta oggi ad “Hospitality 2025” a Riva del Garda (Trento). All’evento, accanto alla presidente del Consorzio trentino, Clementina Balter, vi era l’assessore provinciale all’Agricoltura, Giulia Zanotelli, oltre alla direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi, Alessandra Albarelli, a moderare Simone Casciano. Fra i presenti anche l’assessore provinciale all’Artigianato, Roberto Failoni.


Come messo in luce nel corso del convegno, l’enoturismo è una componente in forte crescita a livello nazionale, con un aumento in particolare dei turisti stranieri. “L’enoturismo in Trentino ha grandi margini di sviluppo, a tal proposito vorrei evidenziare che già nella scorsa legislatura era stato avviato un percorso per definire una strategia di crescita, che ha portato alla stesura di un primo regolamento e, quindi di un bando dedicato alla riqualificazione delle cantine, con particolare attenzione all’ospitalità” ha commentato l’assessore Zanotelli, spiegando che “lo stesso ‘Festival Trentodoc’ si è rivelato un forte attrattore turistico: abbiamo registrato un’alta partecipazione di appassionati italiani e un notevole incremento di visitatori stranieri, inoltre un dato interessante che abbiamo visto nel corso delle diverse edizione del Festival è la crescente presenza di giovani nelle visite e degustazioni, segno di un rinnovato interesse per il metodo classico Trentodoc, eccellenza del nostro territorio. Stiamo poi lavorando – ha aggiunto l’assessore – con le aziende per analizzare il percorso fatto fino ad oggi e raccogliere nuove idee. L’enoturismo, però, non può essere calato dall’alto: deve nascere dal territorio, con il coinvolgimento diretto degli operatori, all’interno di una rete, di un sistema. Se uniamo le forze – ha chiosato – e lavoriamo insieme, con il supporto di Trentino Marketing, possiamo strutturare un progetto solido e condiviso, su questo la Provincia c’è ma, ripeto, è fondamentale il connubio fra pubblico e privato” ha concluso l’assessore che ha ricordato anche il ruolo delle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino. Quindi la presidente dei Vignaioli, Clementina Balter, ha messo in risalto come la forza delle aziende del Consorzio sia proprio nel “seguire l’intera filiera”, un valore che si traduce anche in un vantaggio enoturistico perché consente di “raccontare non solo come produciamo il vino, ma anche come ci prendiamo cura del territorio; gran parte delle nostre aziende porta il nome delle famiglie che, da generazioni, tramandano questa passione. Un’attività che unisce tradizione e identità, ben diversa da una realtà meramente commerciale. Noi vignaioli – ha proseguito la presidente – stiamo imparando a valorizzare l’enoturismo e, allo stesso tempo, i turisti stanno scoprendo il piacere di visitare le nostre cantine. Se un tempo erano luoghi frequentati quasi esclusivamente da appassionati e addetti ai lavori – ha concluso – oggi accolgono anche visitatori alle prime esperienze, che scelgono di conoscere il territorio attraverso il vino”.


Infine la direttrice generale di Fierecongressi Albarelli ha portato il punto di vista della Fiera, illustrando alcune peculiarità di questa edizione di Hospitality, ricordando anche come Riva del Garda Fierecongressi ospiterà in ottobre il primo evento in Italia sul tema dell’enoturismo. La tavola rotonda si è tenuta all’interno dello “Spazio Vignaiolo” che, presso il Salone dell’Ospitalità a Riva del Garda, vede un’ottantina di aziende presenti tra vignaioli ed alcune eccellenze del mondo food, di queste più della metà facenti parte dei Vignaioli del Trentino. Nel padiglione B4, all’ultimo piano dello spazio fieristico, per scoprire le eccellenze enologiche del Trentino e di altre regioni e partecipare, fino al 5 febbraio, agli appuntamenti proposti.

Sicily Fest London compie 10 anni e punta verso il Mediterraneo

Sicily Fest London compie 10 anni e punta verso il MediterraneoRoma, 3 feb. (askanews) – Sicily Fest London, fiera enogastronomica interamente dedicata alla Sicilia, torna a Londra dal primo al 4 maggio. In occasione del decimo anniversario, l’evento si espande per abbracciare l’intero Mediterraneo.


Nata nel 2015 con l’intento di promuovere le eccellenze siciliane a Londra, Sicily Fest London è consolidata negli anni come una piattaforma strategia tra B2B e B2C rivolta da un lato ai numerosi expat italiani e siciliani, ma anche a inglesi ed europei. Il “cibo siciliano” diventa sia un’attrattiva culturale e turistica per il pubblico, che un’occasione di business per gli addetti ai lavori del settore ristorazione. Se in questi anni la kermesse ha coinvolto oltre 160mila visitatori da tutto il mondo e oltre 200 espositori siciliani puntando sulle peculiarità food e beverage dell’isola, da quest’anno sarà aperta anche a tutte le tipicità delle regioni italiane e dei paesi stranieri che si affacciano sul Mare Nostrum.


“Le iscrizioni sono ancora aperte – dichiara Sarah Spampinato, fondatrice e project manager dell’evento – al momento abbiamo coinvolto la Puglia con un truck di prodotti tipici, la Campania con una pizzeria napoletana e il Lazio con un pastificio romano. Sul fronte estero siamo in contatto con una realtà turca di cucina halal, ma contiamo di poter coinvolgere anche player greci, spagnoli e marocchini”. La Sicilia è al centro del Mediterraneo e da sempre crocevia di culture e tradizioni, così gli organizzatori hanno pensato che la strategia vincente che ha portato concreti benefici ai propri espositori, possa essere funzionale anche ad altre realtà. La chiamata è rivolta quindi ai privati, come alla PA, dalle aziende della ristorazione ai produttori, dagli assessorati agli operatori del turismo.


Due grandi esempi di successo hanno dimostrato che questo business è strategico per il turismo, come per il commercio. Come l’azienda ragusana di bibite siciliane Polara, che dopo aver partecipato alla fiera ha attivato una fitta rete di export verso il mercato UK. I numeri parlano chiaro: solo nel 2024 distribuite 700mila bottiglie di limonata, arancia rossa, aranciata e mandarino tra Londra, Birmingham e Manchester. Di un grande flusso verso la Sicilia, invece, ha potuto beneficiare il tour operator Sicilying. Durante la sua partecipazione a Sicily Fest ha intercettato un considerevole segmento di utenza inglese, che è stato attratto da experience enogastronomiche, tour marittimi e trekking sull’Etna. Questo ha generato un incremento per l’azienda del 20% in più sul turismo di ritorno del mercato UK. L’appuntamento di maggio, sempre al Business Design Centre nel quartiere Islington, avrà in programma decine di stand esclusivamente dedicati al food, cantine, masterclass, wine experience, concerti e appuntamenti letterari.

Miart 2025: big internazionali e dialogo con il territorio

Miart 2025: big internazionali e dialogo con il territorioMilano, 3 feb. (askanews) – Cento anni di arte, gallerie da 30 Paesi e cinque continenti, l’edizione 2025 della fiera miart, in programma dal 4 al 6 aprile negli spazi dell’Allianz MiCo di Milano, punta sia sull’internazionalità sia sulla relazione con il territorio. A dirigerla, con uno staff curatoriale rafforzato, è ancora Nicola Ricciardi, che ha sottolineato l’ingresso o il ritorno di importanti gallerie. “Aumentano la qualità e anche i metri quadri che queste gallerie portano. Abbiamo ingressi importantissimi: Sadie Coles, Victoria Miro, Esther Schipper, Meyer Riegger., gallerie che di solito si trovano nel primo corridoio di Art Basel e di Frieze e che ora decidono di puntare su Milano. E tra queste un grande ritorno anche italiano, che è Massimo De Carlo, che non faceva miart dal 2019, ma decide di puntare sulla nostra città. Quindi qualità all’interno della fiera con progetti molto rigorosi, molto curati, ma anche qualità fuori, perché siamo usciti, come da tradizione, anche nella città, cercando di promuovere e farci anche noi stessi portavoce di una serie di mostre, di stanze, di progetti e di performance che saranno distribuite in tutto il territorio”.


Organizzata sulle tre sezioni Established, Emergent e Portal, miart copre un periodo che va dal primo Novecento fino alla più stretta attualità e ragiona pure sul contesto fieristico e culturale internazionale. Alla presentazione è intervenuto anche il presidente di Fiera Milano Carlo Bonomi. “Innanzitutto siamo molto soddisfatti dei numeri – ci ha detto – quasi 180 gallerie, 40% che vengono dall’estero, ma al di là dei numeri quantitativi la qualità che ci sarà quest’anno e di cui siamo molto orgogliosi. Ovviamente non possiamo pensare al momento di competere con New York, ma nel mondo sui temi culturali si stanno creando dei nuovi hub come Hong Kong, ma io credo che in Europa, l’Italia e Milano in particolare abbia tutte le chance di poter diventare veramente qualcosa di importante. E un territorio come Milano deve essere all’avanguardia su questi temi”. Come ogni anno, miart è parte della Milano Art Week, che coinvolge musei, istituzioni e spazi del territorio in una volontà di sinergia per l’offerta culturale e di confronto sulle forme in cui l’arte può svolgere un ruolo nella società. E poi una serie di mostre e appuntamenti dedicati a uno dei padri del contemporaneo come Robert Rauschenberg.


“Il sostegno a miart – ha ribadito Michele Coppola, direttore Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo, main partner di miart – quest’anno è ancora più convinto, insieme a miart abbiamo lavorato con la Fondazione Rauschenberg per una ricorrenza importante, i cento anni dalla nascita dell’artista. L’idea di mettere a fattor comune una eccezionale fiera d’arte contemporanea e d’arte moderna con una collezione privata che tra l’altro ha preso vita attraverso un museo in piazza della Scala, le Gallerie d’Italia, che ospita dei capolavori di Rauschenberg e farlo in occasione di un momento innegabilmente internazionale di Milano, ecco credo che rappresenti un unicum”. Altro elemento tradizionale di miart sono i diversi premi previsti e il Fondo di acquisizione di Fiera Milano da 100mila euro confermato anche per il 2025.

”Voglio Vederti Danzare”, al via da Trieste tour dedicato a Battiato

”Voglio Vederti Danzare”, al via da Trieste tour dedicato a BattiatoRoma, 3 feb. (askanews) – Dopo il successo dell’anteprima assoluta del 3 dicembre scorso al Teatro Olimpico di Roma, ha preso il il via dal Teatro Politeama Rossetti di Trieste il tour nazionale di Voglio Vederti Danzare, la nuova grande produzione musicale dedicata a Franco Battiato, firmata Menti Associate in collaborazione con Good Vibrations Entertainment e la direzione artistica di Rossana Raguseo.


La carriera dell’artista siciliano, indiscusso e indimenticabile Maestro della musica contemporanea italiana, può essere vista come un viaggio continuo e in evoluzione, che attraversa fasi di sperimentazione, pop colto, mistica, classica e spirituale, dimostrando la sua capacità unica di reinventarsi senza mai perdere la sua essenza di artista visionario e ricercatore. E così, Voglio vederti danzare conduce lo spettatore attraverso un coinvolgente percorso musicale attraverso le sue varie stagioni: dalla svolta eclettica dell’Era del cinghiale bianco ai riferimenti letterari di Prospettiva Nevskij, dalla riflessione sulla vita, la spiritualità e la trascendenza, il metodo Gurdjieff per la ricerca del proprio Centro di gravità permanente, ai dervishes turners immortalati nei versi di Voglio vederti danzare e molto altro. Uno spettacolo emotivamente e spiritualmente suggestivo, in cui i tre aspetti fondamentali della natura umana, lo Spirito, l’Amore e l’Anima, si fondono tra note e parole. L’eccezionale accoglienza del pubblico durante l’anteprima romana ha evidenziato il forte impatto emotivo e artistico dello spettacolo, grazie a un perfetto equilibrio tra fedeltà agli arrangiamenti originali e nuove sfumature interpretative che ne hanno esaltato la modernità senza tradire l’essenza del Maestro. Le interpretazioni vocali di David Cuppari e Giorgia Zaccagni hanno saputo trasmettere l’anima più profonda dei capolavori di Battiato, facendo vibrare corde di pura emozione. E ogni brano eseguito ha suscitato entusiasmo per la sua impeccabile resa tecnica, frutto della straordinaria sintonia tra la band formata da Simone Temporali alle tastiere, Antonello Pacioni e Leonardo Guelpa alle chitarre, Glauco Fantini al basso e cori e Mario Luciani alla batteria e l’Orchestra d’archi Roma Sinfonietta, diretta da Giovanni Cernicchiaro, che ha curato gli arrangiamenti insieme a Temporali. A rendere l’esperienza ancora più intensa, il momento di profonda spiritualità creato dalla danza ipnotica dei dervisci rotanti, simbolo di armonia cosmica e trascendenza.


Dopo la data di Trieste il tour, che si avvale del supporto tecnico di Event Group, proseguirà nei maggiori teatri italiani: il 3 febbraio a Mestre (VE), al Teatro Toniolo, il 6 al Politeama di Genova, il 7 a Milano al Teatro Dal Verme, il 2 marzo all’Auditorium Santa Chiara a Trento, il 3 al Palariviera a San Benedetto del Tronto (AP), il 4 ad Ancona al Teatro delle Muse, il 5 al Teatro Nuovo di Ferrara, il 6 a Piacenza al Teatro Politeama per concludersi il 7 marzo ad Assisi (PG) al Teatro Lyrick.