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Federica Felice nuova presidente Donne della birra

Federica Felice nuova presidente Donne della birraRoma, 3 dic. (askanews) – La friulana Federica Felice è la nuova presidente dell’associazione Donne della birra. E’ stata eletta dopo la nomina del nuovo Direttivo per il triennio 2025/2027, che hanno visto a fine ottobre la conferma della maggior parte della composizione del precedente comitato. Il Direttivo ha nominato vicepresidente Elvira Ackermann, fondatrice e past president ligure. Le altre socie del Consiglio, provenienti da diverse regioni, sono: Michela Cimatoribus, Fiona Monni, Federica Russo, Giuliana Valcavi e, new entry, Nicolea Tagliabracci.


“Eredito un’associazione che è arrivata felicemente al suo primo decennio di vita: un traguardo che ci sta dando la forza per introdurre una serie di progettualità importanti a favore delle donne del settore e del comparto birrario nel suo complesso”, spiega Federica Felice. Federica Felice, di formazione turistica e universitaria in campo bancario, è sommelier AIS. Si è dedicata per 20 anni alla propria attività di famiglia nel settore del vino. Terminata l’esperienza enoica, da quasi un decennio è socia di un birrificio artigianale in Friuli Venezia-Giulia dove vive. Forte della lunga esperienza nel settore della comunicazione, opera da freelance come web and social media strategist.


L’Associazione Le Donne della Birra si è costituita nel 2015 con gli obiettivi di valorizzare il ruolo della donna in ambito birrario e diffondere e migliorare la conoscenza e la cultura della birra di qualità.

Panetta lancia la proposta di un “Patto europeo per la produttività”

Panetta lancia la proposta di un “Patto europeo per la produttività”Roma, 3 dic. (askanews) – Una azione coordinata a livello europeo: un patto europeo per la produttività (productivity compact) che mobiliti investimenti pubblici e privati verso beni comuni strategici. E che faccia leva su diversi elementi chiave da portare avanti assieme: la creazione di un titolo di debito comune Ue privo di rischio, il completamento dell’unione bancaria e la creazione di una unione dei mercati dei capitali. E’ la proposta lanciata dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenuto oggi a Barcellona al 20esimo Foro di dialogo Spagna-Italia.


L’Europa si trova davanti a “cambiamenti epocali: la doppia transizione digitale e climatica, il deterioramento dello scenario geopolitico, le pressioni demografiche e migratorie – ha osservato – la frammentazione del commercio globale”. Processi profondi che richiedono risposte adeguate. “Per affrontarli dobbiamo costruire un’economia capace di crescere, innovare e generare benessere diffuso”. E secondo Panetta “nessuno Stato membro può riuscirci da solo”. Da qui la necessità di un patto sulla produttività. “Non è solo una risposta alla necessità di colmare i nostri ritardi, ma una prospettiva per il futuro. Significa rafforzare la sovranità tecnologica, creare posti di lavoro, migliorare la qualità della vita dei cittadini e proteggere valori fondamentali come la libertà e il pluralismo”.


“Per raggiungere questi obiettivi è cruciale introdurre un titolo europeo privo di rischio – ha detto il governatore – completare l’Unione bancaria, sviluppare un mercato europeo dei capitali meglio in grado di finanziare progetti innovativi ad alto rischio. Dobbiamo anche creare un ambiente economico che incentivi l’imprenditorialità e l’innovazione, superando le rigidità normative e amministrative che frenano il nostro potenziale di sviluppo”. Ma su questi obiettivi “non possiamo permetterci un approccio sequenziale, fatto di piccoli passi. Le riforme necessarie sono interconnesse e si rafforzano reciprocamente: devono essere attuate con determinazione e visione d’insieme, facendo leva sulle recenti analisi di Mario Draghi ed Enrico Letta”.


Il tutto puntando a preservare il modello economico e sociale europeo, che si è consolidato sui principi di libertà, uguaglianza e solidarietà, oltre che sulla cooperazione internazionale. “In molti ambiti si è rivelato vincente, come emerge dai dati sulle aspettative di vita”. Ma per sostenerlo “serve un’economia capace di crescere e di generare benessere diffuso”. E “l’Europa può e deve essere protagonista del proprio destino. Come l’arciere di Niccolò Machiavelli, dobbiamo puntare più in alto per raggiungere il nostro obiettivo. Insieme – ha concluso – gli Stati membri possono trasformare le sfide in opportunità e forgiare un futuro di prosperità e progresso per tutti i cittadini europei”.

Copa e Cogeca: bene minore protezione lupo, formalizzare 7 marzo

Copa e Cogeca: bene minore protezione lupo, formalizzare 7 marzoRoma, 3 dic. (askanews) – La comunità agricola europea rappresentata da Copa e Cogeca accoglie con favore la decisione odierna del Comitato permanente della Convenzione di Berna a Strasburgo di promuovere la proposta di modifica dello status di appendice del lupo e attende ora l’adozione definitiva di questa proposta il 7 marzo 2025, dicendosi pronta a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell’UE sul prossimo atto delegato. “Questo passaggio cruciale – si spiega in una nota – formalizzerà questi cambiamenti, aprendo la strada a una coesistenza veramente armoniosa tra lupi, allevatori e comunità rurali nell’UE27 e nella più ampia regione europea”.


Per Copa e Cogeca, infatti, questa modifica è “fondamentale per consentire misure di gestione della popolazione per i lupi in tutta Europa”. La protezione dei lupi nell’UE dal 1992 ha visto il ritorno e la ricolonizzazione di una specie che era sull’orlo della rovina; ma 30 anni di gestione adeguata, tra cui cattura, trasporto e abbattimento effettuati solo tramite deroga, non sono una soluzione a lungo termine né in linea con la realtà sul campo in molti Stati membri. Tuttavia, le conseguenze indesiderate della reintroduzione incontrollata sugli allevatori e sulle comunità rurali non sono state affrontate adeguatamente. Copa e Cogeca hanno a lungo sostenuto il riconoscimento delle reali sfide poste dalle popolazioni di lupi e l’urgente necessità di agire. “Siamo lieti di vedere che le istituzioni dell’Unione europea ascoltano le esigenze degli agricoltori – concludono – e degli abitanti delle zone rurali nonostante le numerose pressioni da parte di coloro che spesso non devono affrontare le conseguenze degli attacchi. Questa decisione offrirà agli allevatori europei una maggiore tranquillità, poiché la predazione rimane un peso mentale costante che contribuisce alla fragilità della pastorizia in molte regioni”.

Stellantis smentisce cifre buonuscita Tavares: lontanissime da realtà

Stellantis smentisce cifre buonuscita Tavares: lontanissime da realtàMilano, 3 dic. (askanews) – Stellantis “smentisce le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares, “che sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà”. Rumors ipotizzavano fino a 100 milioni di euro di buonuscita.


Stellantis, afferma, “non divulga i dettagli delle dimissioni dei propri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge nel rispetto della loro privacy, mentre è tenuta a rendere nota la retribuzione dei propri amministratori delegati nella relazione annuale sulle retribuzioni della società”.

L’ Asiago Dop tra i primi 15 prodotti cibo Dop e Igp italiani

L’ Asiago Dop tra i primi 15 prodotti cibo Dop e Igp italianiRoma, 3 dic. (askanews) – Il formaggio Asiago conferma il ruolo di interprete della Dop Economy nazionale nel XXII rapporto ISMEA-Qualivita, dove è segnalato tra i primi 15 prodotti cibo DOP e IGP italiani. E, dopo i riconoscimenti ottenuti ai World Cheese Awards, vince al Concorso internazionale dei formaggi di Lione, che ha visto l’Asiago Fresco Riserva Prodotto della Montagna conquistare una medaglia d’oro e lo Stravecchio Prodotto della Montagna un argento.


Il formaggio Asiago segna una crescita a valore, nel 2023 rispetto al 2022, in produzione (+13,3%), consumo (+12,7%) ed export (+6,9%). Questi risultati per il Consorzio di Tutela, nell’ambito dell’evoluzione del proprio ruolo definito dal recente regolamento europeo 2024/1143, esprimono l’impegno a farsi promotore di una “Dop economy” volano di visibilità, promotrice di nuove opportunità per il territorio d’origine e di un turismo rispettoso dei luoghi e dell’ambiente.

Omicidio Giulia Cecchettin, il papà: abbiamo perso tutti

Omicidio Giulia Cecchettin, il papà: abbiamo perso tuttiVenezia, 3 dic. (askanews) – “Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi ridarà indietro Giulia, non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri. È chiaro che è stata fatta giustizia, ma dovremmo fare di più come esseri umani, la violenza di genere va combattuta con la prevenzione, non con le pene. Come essere umano mi sento sconfitto, come papà non è cambiato niente rispetto a ieri o a un anno fa”. Così ha detto Gino Cecchettin, il padre di Giulia, a commento della condanna all’ergastolo di Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio.

Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta condannato all’ergastolo

Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta condannato all’ergastoloRoma, 3 dic. (askanews) – La corte d’assise di Venezia, presiduta da Stefano Manduzio, ha condannato all’ergastolo Filippo Turetta per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò. La Corte, che non ha riconosciuto attenuanti generiche all’imputato, ha escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking contestate dalla Procura, ma ha riconosciuto invece quella della premeditazione e lo ha anche condannato al pagamento di 100mila euro in favore di ciascuna delle parti civili costituite. I giudici di Venezia hanno inoltre disposto il dissequestro degli effetti personali di Giulia.

Dorfmann (Ppe): cambio status lupo passo verso gestione efficace

Dorfmann (Ppe): cambio status lupo passo verso gestione efficaceRoma, 3 dic. (askanews) – La decisione odierna del Comitato Permanente della Convenzione di Berna di ridurre lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” “rappresenta un momento significativo per bilanciare conservazione dell’ecosistema e sostenibilità delle attività agricole e zootecniche nelle aree rurali europee”. A spiegarlo è l’europarlamentare Herbert Dorfmann, coordinatore del PPE nella Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che sottolinea in una nota come questo cambiamento “non elimini la protezione del lupo, ma apra la strada a una gestione più coerente nelle regioni con popolazioni stabili, tenendo conto anche delle esigenze dell’allevamento di montagna”.


Negli ultimi anni, la presenza del lupo in Europa è cresciuta esponenzialmente. In base al rapporto sulla situazione del lupo pubblicato dalla Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea si stima che vi siano oltre 20.000 lupi nell’Unione Europea, con un aumento dell’81% dal 2012. Questa espansione, pur rappresentando un successo per la conservazione, ha creato difficoltà enormi per la zootecnia, soprattutto nelle aree montane: i danni segnalati dagli allevatori includono non solo perdite economiche ma anche l’abbandono di pratiche tradizionali di pascolo, fondamentali per la gestione del territorio. Herbert Dorfmann sottolinea quindi che la riduzione dello status di protezione nella Convenzione di Berna è solo un primo passo: “è essenziale – aggiunge – che questa modifica venga recepita anche nella Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Solo allora si potrà parlare di un cambiamento reale nel quadro normativo comunitario”.


Le perdite causate dagli attacchi dei lupi vanno infatti ben oltre l’aspetto economico: impattano sul benessere degli allevatori e delle loro comunità, in particolare nelle aree montane, dove il pascolo estensivo è una pratica essenziale. “L’Unione Europea deve ora procedere rapidamente per sviluppare una strategia che tuteli sia il lupo sia l’allevamento tradizionale, garantendo sostenibilità e sicurezza per le attività rurali,” conclude Dorfmann.

Uk: passate pomodoro cinese vendute per italiane, Anicav: analisi dubbie

Uk: passate pomodoro cinese vendute per italiane, Anicav: analisi dubbieMilano, 3 dic. (askanews) – Passata di pomodoro venduta come italiana in alcune catene di supermercati inglesi ma prodotta a partire da concentrato di pomodori coltivati e raccolti in Cina, nella regione dello Xinjiang, dove è detenuta la minoranza musulmana degli Uiguri costretta al lavoro forzato. A denunciarlo una inchiesta giornalistica della Bbc su alcune passate a marchio della gdo che sarebbero prodotte dalla azienda italiana Petti.


“La nostra indagine ha testato 64 diverse passate di pomodoro vendute nel Regno Unito, in Germania e negli Stati Uniti, confrontandole in laboratorio con campioni provenienti da Cina e Italia – scrive la Bbc – Tra queste rientravano i migliori marchi italiani e i marchi dei supermercati, e molte erano prodotte da Petti”. Sul campione analizzato “17 sembravano contenere pomodori cinesi, 10 dei quali sono prodotti da Petti, l’azienda italiana che abbiamo trovato ripetutamente elencata nei registri di spedizione internazionali”. A tal proposito oggi è intervenuto Giovanni De Angelis, direttore generale dell’Associazione nazionale industria conserve vegetali (Aniccav) di cui Petti è socio: “Quanto accaduto nelle scorse ore in Gran Bretagna, con un’inchiesta giornalistica che mette in dubbio l’origine della materia prima utilizzata per alcune passate di pomodoro che i consumatori d’oltremanica trovano a scaffale, impone una duplice riflessione – affarma in una nota – Prima di tutto sulle metodologie usate per questa indagine che non ci risultano avere fondamento scientifico. La nostra associazione sta lavorando in questo senso, proprio per arrivare a un metodo condiviso e certo per definire l’origine della materia prima e combattere, come facciamo da sempre, ogni tentativo di frode”.


“Nell’ambito del Tavolo pomodoro istituito presso il Masaf – prosegue De Angelis – abbiamo chiesto regole chiare sulla messa in commercio in Europa di derivati del pomodoro a basso costo provenienti da Paesi che producono sotto le soglie minime di sostenibilita’ ambientale e sociale”. Rimane poi la questione normativa. “Per nostra natura siamo culturalmente favorevoli a mercati aperti e liberi da dazi, tuttavia in alcuni casi limite potrebbe essere necessario porre in essere, in sede europea, mirate politiche protezionistiche. A tal fine salutiamo positivamente l’adozione del Regolamento ‘Products made with forced labour’ che vieta l’immissione sul mercato europeo di prodotti realizzati utilizzando lavoro forzato”. L’associazione, che attraverso la Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari di Parma è al lavoro per individuare un metodo per garantire tracciabilità e origine dei prodotti derivati dal pomodoro, al momento non ha preso una posizione rispetto all’azienda associata finita al centro dell’inchiesta della Bbc ma, fa sapere, che qualora risultassero violazioni del codice etico associativo verrà espulsa.

Legge marziale Sudcorea, capo esercito: vietate attività politiche

Legge marziale Sudcorea, capo esercito: vietate attività politicheRoma, 3 dic. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha nominato il capo dell’esercito, generale Park An-su, comandante responsabile della legge marziale, dopo aver proclamato lo stato d’emergenza per la prima volta da 44 anni a questa parte. Lo scrive oggi il sito internet del giornale JoongAng Ilbo. L’alto ufficiale ha già annunciato che le attività politiche sono, in base alla legge marziale, vietate.


A partire da martedì da oggi – ha annunciato Park, secondo quanto riporta il JoongAng – tutte le attività legate all’Assemblea nazionale e ai partiti politici sono vietate. Inoltre sono proibile tutte le altre attività politiche, comprese le manifestazioni. Tutti i media e le pubblicazioni ricadono sotto il controllo della legge marziale. “Qualsiasi atto che neghi o tenti di rovesciare il sistema democratico liberale è proibito, e le notizie false, la manipolazione dell’opinione pubblica e la propaganda ingannevole sono vietate”, continua la dichiarazione.


Chiunque violi la legge marziale può essere arrestato senza mandato, afferma la dichiarazione.