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Tag: Sanremo 2023

Calenzano, Fratoianni (Avs): ancora in piazza a piangere morti, basta

Calenzano, Fratoianni (Avs): ancora in piazza a piangere morti, bastaRoma, 11 dic. (askanews) – “Ancora una volta in piazza con i sindacati a piangere delle persone morte mentre lavoravano. Inaccettabile, perchè non è possibile che chi va la mattina a lavorare non ha la certezza di ritornare la sera dai propri cari”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs parlando con i cronisti in piazza a Calenzano (Fi) dove ha partecipato alla manifestazione sindacale, dopo la strage all’impianto Eni, assieme al senatore, Tino Magni, al segretario toscano di SI, Dario Danti, e al sindaco di Sesto, Lorenzo Falchi.


“E questa certezza non è garantita perché gli investimenti in sicurezza sono sempre troppo pochi, i controlli sono troppo pochi e mancano gli ispettori. E questo, ed è preoccupante, riguarda ormai non solo piccole aziende ma anche grandi gruppi industriali. E poi il ricorso alla catena degli appalti e dei subappalti che aumenta l’insicurezza e calpesta i diritti. Le falle nella sicurezza si stanno allargando, e non si può arrivare sempre il giorno dopo”, prosegue il leader di SI. “E poi è assente una discussione sulla compatibilità di questi impianti a rischio di incidente rilevante in territori ampiamente popolati e urbanizzati. Il nostro Paese deve prendere consapevolezza fino in fondo di tutto questo”, conclude Fratoianni.

Bassorilievo di Daniele Milvio a ingresso nuova torre della Scala

Bassorilievo di Daniele Milvio a ingresso nuova torre della ScalaMilano, 11 dic. (askanews) – Al Teatro alla Scala è stato annunciato questa mattina il vincitore del concorso per l’opera d’arte che troverà posto all’ingresso della nuova torre progettata da Mario Botta in via Verdi, 3. La commissione, composta dall’Architetto Mario Botta, dagli artisti Maurizio Cattelan e Marzia Migliora, dalla dottoressa Sara Gnagnetti per la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano e presieduta dal Direttore della Comunicazione del Teatro alla Scala Paolo Besana ha scelto il progetto presentato dall’artista Daniele Milvio, assegnando due menzioni speciali ai progetti presentati dagli artisti Arcangelo Sassolino e Nico Vascellari.


L’opera prescelta, un bassorilievo in bronzo fuso a cera persa delle dimensioni di 102x319x18 cm dal titolo “Sipario”, ha saputo coniugare valori di qualità artistica, aderenza al tema proposto, coerenza con il contesto architettonico, durabilità e inserimento nel contesto urbano. “L’opera di Daniele Milvio non è solo una reinterpretazione di un simbolo della Scala – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – ma un gesto che lega la memoria storica della città al suo presente in continua evoluzione. Collocare un sipario in bronzo all’ingresso della nuova torre progettata da Mario Botta significa trasformare uno spazio architettonico in un luogo che racconta, che accoglie e che invita a riscoprire il valore della cultura nella vita urbana. Milano conferma così la sua vocazione a essere una città dove arte e architettura si intrecciano per dare nuova forma alla bellezza condivisa”.


Il concorso era stato indetto da Aria (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli acquisti) nel febbraio 2024 in ottemperanza alla Legge 717/49 che prevede la realizzazione di opere d’arte negli edifici pubblici di nuova costruzione e contemplava l’ideazione, la progettazione, la realizzazione e l’installazione di un’opera d’arte avente carattere durevole, da inserire nella facciata della nuova palazzina, accanto all’ingresso. Il bando specifica che l’opera deve essere inedita ed espressione di un progetto artistico volto a sviluppare il tema posto a base del concorso “Musica e Architettura”. All’artista era richiesto di predisporre una proposta artistica nella forma ritenuta più idonea, ma in dialogo con il progetto architettonico della Nuova Palazzina, prevedendo l’adozione di forme e motivi adatti al contesto e tenendo conto dell’ambito previsto per la sua collocazione. Le tecniche e i materiali per la realizzazione dell’opera erano a discrezione dagli artisti, purché assicurate le caratteristiche di staticità, stabilità, durata nel tempo, idoneità al contesto di riferimento, semplicità ed economicità di manutenzione, sicurezza degli utenti.


Nelle parole dell’artista, Daniele Milvio, “Sipario” rappresenta “le caratteristiche morfologiche di una porzione di sipario della Scala, per la precisione la parte centrale, in corrispondenza dell’apertura. Le proporzioni sono quelle reali, la porzione in oggetto rispetta le dimensioni massime dell’opera, il bronzo e la fusione e cera persa sono particolarmente adatti alla resa dei tessuti, delle ricchezze verticali tipiche dei sipari, dei loro ricami, della loro plasticità. Il sipario risulterà leggermente socchiuso. Riflettendo sul tema del concorso ho pensato di approfondire la mia conoscenza dell’architettura scenica, affidandomi ai testi di Giacomo Torelli e Bruno Mello. Ho ragionato sulla struttura del sipario e sulle sue mutazioni nel tempo, approfondendone tanto gli aspetti funzionali quanto quelli simbolici. Il sipario della Scala è un oggetto di incredibile duttilità, una quantità di scelte stilistiche possono essere mediate dalle sue molte possibilità di movimentazione, imprimendogli una vitalità che lo allontana dal campo degli esseri inanimati. Ho deciso di dedicarmi e di illustrare il momento esatto in cui il sipario, ancora chiuso, si intitola la funzione di separazione tra due mondi, due mondi che troveranno motivi di familiarità durante lo svolgimento, e che finiranno col coincidere, ma che ancora in quel momento hanno una conoscenza mediata l’uno dell’altro”. Il bando prevede l’installazione dell’opera realizzata in 180 giorni. La prima fase della realizzazione sarà proprio il rilievo in loco delle dimensioni e caratteristiche del sipario reale, per una resa il più possibile fedele dell’oggetto originale.

In Val d’Ossola l’azienda agricola del ritorno alle radici

In Val d’Ossola l’azienda agricola del ritorno alle radiciRoma, 11 dic. (askanews) – Ritornare alle proprie radici, in val d’Ossola, dopo avere sperimentato “professionalità contemporanee” ma riscoprendosi poi fortemente legati al proprio territorio di origine, da valorizzare per il bene della comunità. Su questi principi è nata Dea, un progetto-azienda agricola nato nel 2021 nel comprensorio del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, per opera della famiglia Stratta che ha scelto Masera, un piccolo comune di circa 1500 abitanti, per coltivare un sogno: preservare e tramandare l’eccellenza. Nello specifico, con la produzione di miele, vino e zafferano, l’azienda promuove i valori dell’artigianalità e della sostenibilità, creando prodotti che riflettono il legame con la terra e l’impegno per un’agricoltura responsabile.


Alessandro, Emanuele, Fabiana, Francesco, Manuela e Paolo hanno iniziato, con un gruppo di amici, a prendersi cura delle vigne che altrimenti sarebbero state estirpate. Ed è poi la famiglia a dare continuità all’avviata attività “Apicoltura Delvescovo”. L’obiettivo è diventare uno dei punti di riferimento per l’agricoltura di montagna in Val d’Ossola. Sul miele l’azienda ha un potenziale di produzione è di 4.000/5.000 kg all’anno, quindi circa 10.000 vasetti l’anno nelle varianti Millefiori Valle Ossola, Floralpina, Castagno, Tiglio, Acacia e Rododendro.


Per quanto riguarda il vino nel 2024 DEA ha notevolmente consolidato la produzione di vino, arrivando a una futura produzione di circa 10.000 bottiglie, tra cui una parte di Archè, il primo a essere rilasciato sul mercato. Tutto si basa sulla valorizzazione del vitigno locale Prünent, una delle anime del Nebbiolo. Infine, lo zafferano: la famiglia Stratta ha iniziato questa attività nel 2020, piantando il primo campo di Crocus sativus, il nome scientifico della preziosa spezia, inizialmente per hobby, prima di farne una professione l’anno successivo.

Affitti anticipati, in Italia mercato che vale 40 miliardi euro

Affitti anticipati, in Italia mercato che vale 40 miliardi euroMilano, 11 dic. (askanews) – Il rental advance, il servizio di anticipo di liquidità ai proprietari di immobili a fronte della concessione dei futuri canoni di affitto, ha un mercato inesplorato che vale circa 40 miliardi di euro solo in Italia. Questo secondo una stima Rent2Cash, la prima startup ad aver portato il servizio in Italia anticipando fino a 3 anni di affitto ai proprietari. Rent2Cash unisce proptech e fintech con un prodotto che converte le proprietà immobiliari in liquidità immediatamente disponibile e si affianca ad altri strumenti più affermati, come factoring e mutui ipotecari. La forza del comparto, inoltre, è dimostrata dalla velocità di crescita della startup, guidata dai founder Gianluca Fioranelli, Yilang Chen e Marco Grassi. R2C infatti, ha lanciato le operazioni in Italia a fine giugno 2024 e oggi, prima della conclusione dell’anno di attività, registra un volume di affari che ha già superato i 2 milioni di euro e conta oltre 2.000 utenti iscritti in piattaforma, con contratti che superano i 50 milioni di euro in controvalore. “La fiducia dei nostri clienti e lo standing dei conduttori, tra cui compagnie finanziarie e società quotate, confermano la validità dei nostri prodotti e ci rendono orgogliosi per il contributo che possiamo dare nella realizzazione dei loro progetti di investimento e di vita” affermano da Rent2Cash.


Il rental advance sostiene lo sviluppo del settore immobiliare. Otto proprietari su dieci che si affidano al servizio di rental advance reinvestono la liquidità ottenuta nel real estate, sia per l’acquisto di nuove proprietà che per la riqualificazione ed efficientamento di quelle già possedute. Il dato che emerge da un’indagine di Rent2Cash. In sintesi ogni euro di liquidità riconosciuta al cliente genera 2 euro di investimento nel real estate. “Un effetto stimato al 2x quello del rental advance in grado di contribuire allo sviluppo di nuovi progetti immobiliari con conseguenti incrementi occupazionali, in un periodo di prolungato rallentamento del settore dovuto al termine del superbonus e a quello di altri incentivi pubblici” spiegano i founder di Rent2Cash. Oggi in Italia, secondo l’analisi della startup, ad affidarsi al servizio di rental advance sono in egual misura privati e aziende, attratti sia dalla possibilità di avere liquidità anticipata (80%) che da quella di mitigare l’eventuale rischio di insolvenza da parte dei locatari (20%). Sempre secondo lo studio di R2C, in media i canoni di affitto dati in gestione a fronte di liquidità immediata oscillano fra i 1.200 euro mensili dell’immobile prevalentemente a uso residenziale appartenente a privati e i 3.000 euro di quello di proprietà aziendale generalmente a uso terziario (uffici e locali commerciali). Nuovo round di equity nel 2025. Al via l’anno prossimo un nuovo round equity che permetterà all’azienda di consolidarsi, investendo ancora di più nelle competenze e nelle tecnologie abilitanti, prima tra tutte l’Intelligenza Artificiale customizzata che aumenterà l’efficienza, l’efficacia e la rapidità di risposta ai clienti. I nuovi capitali inoltre supporteranno anche lo sviluppo dell’organico che crescerà grazie all’innesto di figure specializzate in data intelligence e credit assessment.

Federpesca: settore ittico guarda a 2025 con rinnovata fiducia

Federpesca: settore ittico guarda a 2025 con rinnovata fiduciaRoma, 11 dic. (askanews) – “Il settore ittico italiano può guardare al 2025 con rinnovata fiducia, grazie all’impegno concreto del ministro Francesco Lollobrigida e della Direzione Generale della pesca a difesa del settore”. Così in una nota Federpesca commenta l’esito della due giorni di intense negoziazioni per decidere le possibilità di pesca nel 2025 da parte del Consiglio Agrifish.


“Il lavoro duro di questi mesi – spiega la direttrice di Federpesca Francesca Biondo – tra riunioni, comunicati e documenti congiunti a livello nazionale ed europeo, e continui confronti con gli operatori ittici e con le istituzioni per portare le nostre istanze contro la proposta della Commissione, ha portato a un risultato positivo: la tanto temuta riduzione dell’attività di pesca a livelli insostenibili per gli operatori, in particolare nel Mediterraneo Occidentale, si è rivelata meno severa di quanto inizialmente previsto, offrendo un respiro di speranza al settore”. La Commissione europea aveva difatti proposto una riduzione del 38% per le attività di pesca demersale nelle Mediterraneo occidentale (GSA 8-9-10-11), entrando di fatto in una “fase permanente del Piano pluriennale che regola la pesca in quest’area – continua Biondo – Una fase che tuttavia non era mai stata preannunciata fino a poco tempo fa, lasciando gli operatori della pesca in un clima di incertezza e preoccupazione, con la paura di doversi adattare rapidamente a scenari e normative imposte dall’alto senza alcun confronto e con il rischio di un reale smantellamento del comparto. Tuttavia, grazie al negoziato, attraverso una serie di misure di compensazione, l’Italia potrà mantenere gli stessi giorni di pesca del 2024”.


Per quanto concerne i gamberi di profondità nelle stesse GSA 8-9-10-11, “anche qua possiamo tirare un respiro di sollievo”. Dalla proposta della Commissione di ridurre nel 2025 i livelli massimi di cattura del 18% per il gambero viola e del 29% per il gambero rosso, si è passati per entrambe le specie a una riduzione del 6%. Riguardo al Mar Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia, restano le decisioni prese durante la riunione annuale della Commissione generale per la Pesca nel Mar Mediterraneo (GFCM). “Nonostante la flessibilità mostrata dal nuovo Commissario per la pesca Kadis, resta il fatto che l’approccio adottato dalla Commissione europea, in particolare negli ultimi mesi, continua a sollevare preoccupazioni – conclude Biondo – Decisioni che avranno un impatto su migliaia di pescatori e famiglie devono essere prese in modo equo e basate su un processo decisionale trasparente, partecipativo e efficace. Non pertanto costruito su scelte improvvisate all’ultimo momento, ma fondato su una riflessione attenta e pianificata, capace di considerare tutti gli aspetti e le implicazioni a lungo termine. Diventa dunque fondamentale nel 2025 valutare i risultati degli scorsi anni e prendere decisioni congiunte per garantire un futuro al settore, che sia sostenibile a livello economico, ambientale e sociale”.

Italia-Spagna, Felipe VI: Mattarella è un punto di riferimento

Italia-Spagna, Felipe VI: Mattarella è un punto di riferimentoRoma, 11 dic. (askanews) – “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è un punto di riferimento per l’Italia e per gli italiani”: lo ha dichiarato il re di Spagna, Felipe VI, nel suo discorso alle Camere riunite.


Felipe, che in questo passo del suo discorso ha parlato in italiano, ha espresso la propria gratitudine al Presidente “per il suo cortese invito a visitare l’Italia per la sua continua stima e per le sue costante attenzione nei confronti della regina e me sin dal nostro arrivo in questo straordinario Paese, per la sua sensibilità verso la Spagna e per la sua amicizia per la Spagna e per aver sempre trovato nel Presidente della Repubblica saggezza, senno e consiglio”.

Cigierre ha annunciato la certificazione per la parità di genere

Cigierre ha annunciato la certificazione per la parità di genereMilano, 11 dic. (askanews) – La metà della popolazione aziendale composta da donne, le lavoratrici direttrici di ristoranti in crescita (45% del totale) così come quelle in ruoli manageriali (in aumento quasi del 10% nel 2023). Sono queste alcune evidenze di Cigierre, azienda italiana attiva nel casual dining a gestione diretta e in franchising, che si inseriscono in un percorso concreto ora certificato anche da Bureau Veritas Italia in base allo standard UNI/PdR125:2022.


“L’inclusione e il rispetto sono sempre stati elementi fondanti per Cigierre, – ha commentato Stefania Criveller, Corporate General Manager dell’azienda – e per questo siamo lieti del traguardo della certificazione, che attesta il nostro impegno. Oltre agli strumenti per la formazione e la valorizzazione delle professioniste nell’ambito della loro carriera, siamo infatti in prima linea nel supporto di associazioni che agiscono sul territorio, e nei nostri ristoranti sensibilizziamo sui temi della violenza di genere e della sicurezza. Proprio perché crediamo che questi valori siano alla base di qualsiasi tipo di crescita, che sia economica, professionale o personale, anche nel 2025 intendiamo essere attivi e propositivi, sia verso la nostra popolazione aziendale che verso i nostri clienti”. In particolare, Cigierre ha adottato un Sistema di Gestione per la Parità di Genere finalizzato al raggiungimento di obiettivi fondamentali condivisi a livello europeo quali l’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la riduzione del divario retributivo e pensionistico tra i sessi, la promozione della parità tra uomo e donna nel processo decisionale, il contrasto agli stereotipi, alla violenza di genere e il sostegno delle vittime.


Per raggiungere questi obiettivi, la formazione svolge un ruolo fondamentale ed è la chiave per alimentare una cultura di sicurezza e rispetto. In questo contesto sono stati organizzati all’interno di Academy Go Digital corsi e-learning specifici che vanno dall’introduzione dei principi base della parità di genere, fino alle istruzioni per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo, alla comunicazione della disabilità e alla comunicazione inclusiva e interculturale. Un tassello, quello della formazione, destinato ad assumere ulteriore rilievo nel corso del 2025. Consapevole della vicinanza alla popolazione che una rete di ristoranti capillari e con un orario di apertura esteso costituisce, l’azienda è attiva nell’applicazione di campagne e di strumenti che ne facciano anche un rifugio per chi dovesse trovarsi in difficoltà. In quest’ottica in tutti i ristoranti del territorio, oltre a istruire il personale su come intervenire se necessario, sono stati posizionati adesivi con il numero della rete antiviolenza 1522.


(Fonte iummagine: Cigierre.com)

Salvi (Fruitimprese): export record ma ci sono crisi produttive

Salvi (Fruitimprese): export record ma ci sono crisi produttiveRoma, 11 dic. (askanews) – Performance da record per l’export di ortofrutta fresca italiana nel 2024, che potrebbe chiudere oltre i 6 milioni di euro e che rappresenta il 10% delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari, ma c’è preoccupazione pe le crisi produttive di alcune referenze. Lo spiega in una nota il presidente di Fruitimprese Marco Salvi, commentando positivamente i dati aggiornati a settembre 2024.


“Preoccupano tuttavia – spiega Salvi – le crisi produttive di alcuni frutti aggravate dalle fitopatie e dalla mancanza di armi a disposizione dei produttori per contrastarle, una situazione che rischia di aggravarsi considerando la progressiva eliminazione di agrofarmaci che l’Unione Europea sta mettendo in atto. Alle nostre mele, kiwi, uva e drupacee mancano le ore di freddo necessarie per lo sviluppo delle piante e, mentre i nostri paesi competitor, anche dell’Unione Europea, ottengono autorizzazioni in deroga per utilizzare i prodotti necessari, l’Italia rimane a guardare”. “Una corsa al massacro – aggiunge Salvi – che ha visto recentemente l’EFSA, con una procedura del tutto irrituale, ridurre la dose consentita del principale agrofarmaco utilizzabile contro la cimice asiatica e che, in attesa della pubblicazione del regolamento con i tempi di attuazione dei nuovi limiti massimi, ha indotto le principali sigle della GDO europea a richiedere ai propri fornitori di rispettare da subito la nuova normativa, anche per prodotti già legalmente trattati e raccolti”.


“Si sta parlando a Bruxelles in queste ore – conclude Salvi – di una rivisitazione della normativa sulle pratiche sleali, sarebbe il caso di porre attenzione anche a queste vicende che pongono delle solide barriere alle nostre esportazioni”.

Progetto CMR primo gruppo di progettazione per fatturato in Italia

Progetto CMR primo gruppo di progettazione per fatturato in ItaliaMilano, 11 dic. (askanews) – Progetto CMR International, Holding del Gruppo Progetto CMR, si conferma al vertice delle classifiche “The Top 10 Italian Architecture Firms at Home” e “The Top 200 Architecture (and Design) Firms” di Guamari con ricavi consolidati per 45 milioni di euro e un utile di 2,4 milioni di euro nel 2023, andando a consolidare il primo posto ottenuto a partire dal 2021. Il Gruppo, nato 30anni fa, è attivo nella progettazione integrata che unisce architettura, ingegneria e design.


In particolare, alle attività di Architettura di Progetto CMR, Sportium, DontStop e di Progetto Design & Build, nel 2024 si è registrato l’avvio di In Fire S.r.l., società specializzata in ambito prevenzione incendi e Fire Safety Engineering, che ha preceduto l’acquisizione di Energy Save, società specializzata in ambito di efficientamento energetico applicata all’edilizia residenziale, commerciale e terziaria, seguita dall’ingresso di STAIN Engineering, – storica realtà specializzata nel campo della progettazione impiantistica. Cresce anche lo sviluppo oltre confine grazie all’accordo strategico stipulato con Saudi Investment Company, società di sviluppo immobiliare che opera in Arabia Saudita, per la costituzione di una società di progettazione integrata con sede operativa a Ryadh.


Le operazioni – spiegano dallo studio – si inquadrano in un articolato progetto strategico di crescita di Progetto CMR International e di ampliamento dell’offerta di servizi specialistici con potenziamento della capacità produttiva a servizio dell’intero Gruppo e di clienti terzi. Progetto CMR International si propone, quindi, come realtà – con oltre 300 professionisti di oltre 20 diverse nazionalità che lavorano negli uffici di Milano, Roma, Cesano Maderno, Trento, Atene, Pechino, Hanoi, Istanbul e Jakarta – avendo competenze integrate attraverso una galassia di società specializzate verticalmente e complementari tra loro, per seguire e curare tutte le fasi di un progetto immobiliare. “Siamo soddisfatti – ha commentato Gabriele Cerminara, General Manager di Progetto CMR International – che la strategia di crescita e di ampliamento della gamma di servizi offerti tramite le società del Gruppo, impostata nel 2023 e sviluppata nel 2024, abbia ricevuto risposta positiva dal mercato, e che ci abbia assicurato la conferma del primo posto nella classifica Guamari. Progetto CMR International è una realtà capace di esprimere competenze differenziate e verticali attraverso le società del Gruppo, in grado di proporsi come unico interlocutore nei confronti del cliente per la realizzazione di tutte le fasi di un progetto immobiliare, offrendo un servizio unico e completo”.

Export italiano di ortofrutta pronto a superare i 6 mld nel 2024

Export italiano di ortofrutta pronto a superare i 6 mld nel 2024Roma, 11 dic. (askanews) – L’export italiano di ortofrutta fresca si candida per superare i 6 miliardi di euro nel 2024: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, i dati Istat elaborati da Fruitimprese evidenziano un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dell’ 8,9% in volume (2.790.628 tonellate) e del 5,7% in valore (oltre 4,2 miliardi di euro) con un trend che accelera rispetto alle rilevazioni relative ai trimestri precedenti e potrebbe consentire alle nostre esportazioni di ortofrutta fresca di battere tutti i record e superare i 6 miliardi di euro a fine anno.


In controtendenza il saldo della bilancia commerciale, che, seppur migliorando in termini di volumi (il saldo negativo passa da 425.723 tons di settembre 2023 a 279.688 tons), perde di valore quasi dimezzandosi e attestandosi a poco più di 75 milioni di euro contro i 141 dello stesso periodo dell’anno precedente. Ad incidere su questo dato è l’incremento, peraltro costante, delle importazioni che sfondano il tetto dei 3 milioni di tonnellate (+2,8%) e quello dei 4 miliardi di euro, +7,6% rispetto ai primi 3 trimestri del 2023. Passando all’esame dei singoli comparti i numeri dell’export, tuberi legumi e ortaggi vedono incrementare le esportazioni del 14,6% in volume e del 1,5% in valore, le esportazioni di agrumi salgono del 12,7% in quantità e del 48% in valore.


Bene anche il comparto principale, quello della frutta fresca che, in controtendenza con gli altri cresce di più in valore (+9,1%) che in volume (+5,7%), a testimonianza di un calo delle produzioni che però non incide sul nostro export. Benino la frutta secca le cui esportazioni in valore sono pressoché invariate (+0,2%) ma con l’unico segno negativo del nostro export (- 4% in quantità). Continua infine la cavalcata al rialzo della frutta tropicale con un +13,6% in volume e + 11,5% in valore che si attesta a circa 114 milioni di euro, numeri non esorbitanti ma che dimostrano l’efficienza degli operatori di questo comparto che riescono a creare valore anche dal prodotto non proveniente dal nostro stesso emisfero.


Passando all’import, a parte gli agrumi, le cui importazioni continuano a scendere (-10,1% in volume e -17,7% in valore), nei primi 3 trimestri del 2024 in tutti i comparti cresce il prodotto proveniente dall’estero: per tuberi legumi e ortaggi l’import sale del 4,4% in quantità e del 3,2% in valore, balzo del valore della frutta fresca importata che si attesta a +14,9% rispetto allo stesso periodo del 2023 a fronte di un +3,3% in volume. Cresce a doppia cifra l’import di frutta secca con un +10,1% in quantità e +15,4% in valore, bene anche la frutta tropicale +3% in volume e +7,6% in valore.


Per quanto riguarda i prodotti campioni del nostro export, continuano a crescere le esportazioni di mele che aumentano del 3,4% in quantità e del 10,51% in valore rispetto allo stesso periodo del 2023; positivo l’avvio della campagna dell’uva da tavola che al 30 settembre vede aumentare del 12,33% le quantità e del 20,36% il valore esportato che supera 550 milioni di euro. Male purtroppo il kiwi, le cui esportazioni perdono quasi 1/3 delle quantità (-32% sullo stesso periodo del 2023) e scendono del 6,92% in valore, a causa di un momento di grande difficoltà per questa coltura che paga più di altre il cambiamento climatico, le fitopatie e l’attacco degli insetti alieni. Discorso analogo, se non più grave, per le pere, nostro prodotto di punta sui mercati internazionali fino a cinque anni fa, le cui esportazioni scendono di oltre il 30% sia in quantità che valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che non era stato certamente esaltante. Per questo prodotto la campagna 2024 potrebbe portare dei numeri positivi o comunque segnali di risveglio, di cui i nostri produttori hanno estremamente bisogno. Bene in generale l’export di limoni e soprattutto di arance le cui esportazioni salgono di 11 punti percentuali in volume e di oltre 5 in valore e ottimo risultato per le nostre pesche e nettarine, per cui l’export, trainato dalle nuove varietà e da un clima meno brutale dell’anno precedente, sale del 47,95% in quantità e del 36,57% in valore. Non ci sono grossi scossoni, spiega Fruitimprese, per i principali prodotti importati, che mantengono le posizioni, tranne che per quello che ormai sta diventando un protagonista di questo comparto, l’avocado, le cui importazioni in valore sfiorano i 120 milioni di euro con un aumento di oltre un quarto del valore rispetto ai primi 3 trimestri del 2023.