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Tag: Sanremo 2023

Grosso Napoletano di nuovo migliore catena artigianale pizzerie

Grosso Napoletano di nuovo migliore catena artigianale pizzerieRoma, 3 dic. (askanews) – Grosso Napoletano si conferma per il secondo anno la migliore catena artigianale di pizzerie al mondo: nata nel 2017 ha portato la pizza di stile napoletano in Spagna, prima a Madrid e poi a Barcellona, Siviglia, Saragozza ed in altri centri della penisola iberica. È stata presentata oggi a Londra, all’interno dell’European Pizza Show e nel corso del World Pizza Summit 2024, la classifica 50 Top World Artisan Pizza Chains 2024 stilata da 50 Top Pizza, la guida di settore creata e curata da Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro.


Secondo posto per Da Michele, da 150 anni nel cuore di Forcella, a Napoli, e oggi con oltre 60 sedi dislocate su più continenti, dove è possibile gustare la loro celebre pizza “a ruota di carro”. In terza posizione Big Mamma Group, gruppo nato dall’amore per l’Italia di due imprenditori francesi, Victor Lugger e Tigrane Seydoux, che oggi vanta numerosi locali in Francia, Spagna, Inghilterra e Germania. Quarta posizione per Bráz Pizzaria, realtà brasiliana famosa per la sua pizza grande e croccante cotta nel forno a legna. Quinta posizione per Luigia, con outlet tra la Svizzera e Dubai, che serve le proprie pizze con una selezione dei migliori prodotti italiani. Al sesto posto Berberè dei fratelli Aloe: partiti dalla pizzeria a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, sono arrivati a Londra dopo aver aperto una decina di locali a Roma, Firenze, Torino, Milano.


Settima posizione per Pizza Pilgrims, un riferimento per la pizza napoletana del Regno Unito. Ottava posizione per 400 Gradi -con outlet tra Melbourne e Dallas – di Johnny Di Francesco, vero e proprio ambasciatore della pizza napoletana nel nuovo continente. Al nono posto c’è Eataly, con outlet tra l’Italia e il resto del mondo; marchio noto tra gli appassionati del Made in Italy. Decima posizione per Pizzium, che negli ultimi mesi ha superato le 50 aperture in Italia, tutte a gestione diretta.

Oleificio Zucchi pubblica il XIX bilancio di sostenibilità

Oleificio Zucchi pubblica il XIX bilancio di sostenibilitàRoma, 3 dic. (askanews) – Oleificio Zucchi pubblica la XIX edizione del suo bilancio di sostenibilità: efficientamento energetico, emissioni ridotte, gestione sostenibile dell’acqua sono tra i punti cardine. L’azienda ha completato il secondo slot del parco fotovoltaico, consentendo di coprire il 96% del fabbisogno energetico dell’azienda con energia autoprodotta da fonti rinnovabili, tra fotovoltaico e cogenerazione. Inoltre, è proseguito il percorso di riduzione delle emissioni di gas serra grazie a interventi come la sostituzione di impianti tradizionali con tecnologie a basso impatto ambientale, incluso il completamento dell’installazione di compressori ad alta efficienza.


Sul fronte della gestione sostenibile dell’acqua: l’azienda ha avviato iniziative per ridurre il consumo idrico del 30% entro il 2027, attraverso interventi tecnologici per il riutilizzo industriale delle acque trattate dal depuratore. Ancora, l’azienda ha portato avanti progetti per valutare l’impatto ambientale lungo il ciclo di vita dei propri prodotti, come la transizione verso l’uso di imballaggi con PET riciclato (R-PET) entro il 2027, rafforzando il proprio impegno per la sostenibilità. Uno dei tasselli più importanti del percorso verso un futuro più sostenibile nel settore oleario è stata la presentazione ufficiale al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida delle Linee Guida per la valutazione e la comunicazione della sostenibilità degli oli da olive italiani, un progetto innovativo che Oleificio Zucchi ha coordinato in collaborazione con istituti accademici di prestigio. Questo documento rappresenta un traguardo significativo per la definizione di parametri chiari e trasparenti sulla sostenibilità del comparto olivicolo, ponendo le basi per una filiera olivicola più responsabile e tracciata.

Lombardia, rissa sfiorata tra R.La Russa e capogruppo dem Majorino

Lombardia, rissa sfiorata tra R.La Russa e capogruppo dem MajorinoMilano, 3 dic. (askanews) – La discussione al Pirellone di una mozione di censura delle opposizioni contro l’assessore alla sicurezza della Lombardia, Romano La Russa (Fdi), è degenerata in urla e spintoni tra lo stesso esponente della giunta e il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Pierfrancesco Majorino. Un contatto fisico avvenuto dopo che La Russa, rivolto alle opposizioni, ha parlato di una loro “matrice violenta”, carente rispetto al passato degli anni Settanta del “coraggio di affrontare l’avversario a viso aperto”.


A quel punto il capogruppo dem si è avvicinato ai banchi della giunta strappando il microfono dalle mani dell’assessore, che lo ha spinto prima dell’intervento degli addetti dell’Aula e di altri consiglieri. La seduta è stata poi sospesa. “Quanto accaduto oggi in Consiglio regionale è gravissimo e da condannare con fermezza. Il comportamento indegno dell’assessore alla sicurezza La Russa offende il ruolo delle istituzioni regionali, che appartengono a tutti i cittadini. La Lombardia non merita di essere rappresentata da chi oltrepassa i limiti arrivando a fare ricorso addirittura alla violenza fisica” ha commentato, tra gli altri, la deputata Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd Lombardia.


“Lo scontro finale ha messo in evidenza come la sinistra predichi moderazione e invece sia la prima a dimostrare atteggiamenti aggressivi e provocatori, come ha fatto il presidente Majorino, strappando il microfono con una manata all’assessore regionale, fatto che richiama quanto accaduto recentemente nelle università, dove esponenti di sinistra hanno cercato di tappare la bocca a chi non la pensava come loro” ha replicato il capogruppo di Fdi in Lombardia, Christian Garavaglia.

Biennale Arte 2026, Koyo Kouoh nominata direttrice

Biennale Arte 2026, Koyo Kouoh nominata direttriceMilano, 3 dic. (askanews) – Il Cda della Biennale di Venezia si è riunito martedì 5 novembre e, su proposta del presidente Pietrangelo Buttafuoco, ha deliberato di nominare Koyo Kouoh direttrice del Settore Arti Visive, con lo specifico incarico di curare la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026.


Koyo Kouoh, di cittadinanza camerunese e svizzera, è dal 2019 Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica. È stata Direttrice Artistica fondatrice di RAW Material Company, un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, Senegal. Ha fatto parte del team curatoriale di documenta 12 (2007) e documenta 13 (2012). Nel 2020 ha ricevuto il Grand Prix Meret Oppenheim, prestigioso premio svizzero che riconosce successi nei campi dell’arte, dell’architettura, della critica e delle esposizioni. Vive e lavora tra Città del Capo, Sudafrica; Dakar, Senegal; Basilea, Svizzera. “La nomina di Koyo Kouoh alla direzione artistica del Settore Arti Visive – ha spiegato il presidente Buttafuoco – è la cognizione di un orizzonte ampio di visione nel sorgere di un giorno prodigo di parole e occhi nuovi. Il suo sguardo di curatrice, studiosa e protagonista nella scena pubblica incontra, infatti, le intelligenze più raffinate, giovani e dirompenti. Con lei qui a Venezia, La Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro”.


“L’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – ha commentato Koyo Kouoh – è da oltre un secolo il centro di gravità dell’arte. Artisti, professionisti dell’arte e dei musei, collezionisti, galleristi, filantropi e un pubblico in continua crescita si riuniscono in questo luogo mitico ogni due anni per cogliere il battito dello Zeitgeist. È un onore e un privilegio unici seguire le orme degli illustri predecessori nel ruolo di Direttore Artistico e creare una mostra che spero possa avere un significato per il mondo in cui viviamo attualmente e, cosa più importante, per il mondo che vogliamo costruire. Gli artisti sono i visionari e gli scienziati sociali che ci permettono di riflettere e proiettare in modi che solo questa professione consente. Sono profondamente grata al Consiglio di amministrazione della Biennale e in particolare al suo presidente, Pietrangelo Buttafuoco, per avermi affidato questa missione così importante e non vedo l’ora di lavorare con l’intero team”. Koyo Kouoh ha organizzato mostre significative come Body Talk: Feminism, Sexuality and the Body in the Works of Six African Women Artists, presentata per la prima volta a Wiels a Bruxelles, in Belgio, nel 2015. Ha curato Still (the) Barbarians, la 37a edizione di EVA International, la Biennale d’Irlanda a Limerick nel 2016 e ha partecipato alla 57a Carnegie International a Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti, con il progetto espositivo ampiamente documentato Dig Where You Stand (2018), una mostra nella mostra, tratto dalle collezioni dei Carnegie Museums of Art and Natural History. Ha curato il Programma Educativo e Artistico di 1-54 Contemporary African Art Fair a Londra e New York dal 2013 al 2017. È stata l’iniziatrice del progetto di ricerca Saving Bruce Lee: African and Arab Cinema in the Era of Soviet Cultural Diplomacy, co-curato con Rasha Salti presso il Garage Museum of Contemporary Art a Mosca, Russia, e la Haus der Kulturen der Welt a Berlino, Germania (2015-2018).


Attiva nel campo critico della comunità artistica in una prospettiva panafricana e internazionale, Kouoh vanta una lunga lista di pubblicazioni, tra cui When We See Us: A Century of Black Figuration in Painting (2022), uscito in occasione della mostra omonima aperta al Zeitz MOCAA nel novembre 2022; Shooting Down Babylon (2022), la prima monografia sull’opera dell’artista sudafricana Tracey Rose; Breathing Out of School: RAW Académie (2021); Condition Report on Art History in Africa (2020); Word!Word?Word! Issa Samb and The Undecipherable Form (2013); e Condition Report on Building Art Institutions in Africa (2012), per citarne alcune. Dal 2013 al 2017 ha ricoperto il ruolo di Curatrice del Programma Educativo e Artistico della 1-54 Contemporary African Art Fair a Londra e a New York, la prima e unica fiera internazionale d’arte dedicata all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora. Durante il mandato allo Zeitz MOCAA, il suo lavoro curatoriale si è concentrato su mostre personali approfondite di artisti africani e di discendenza africana. In questo contesto, ha organizzato mostre con Otobong Nkanga, Johannes Phokela, Senzeni Marasela, Abdoulaye Konaté, Tracey Rose e Mary Evans.

Granarolo consegue la certificazione per la parità di genere

Granarolo consegue la certificazione per la parità di genereRoma, 3 dic. (askanews) – Granarolo ha ottenuto la certificazione per la parità di genere UNI/PdR 125:2022 per tutte le sue sedi in Italia. “La certificazione per la parità di genere testimonia l’impegno e i risultati raggiunti dal nostro Gruppo per rimuovere ogni barriera, che pregiudichi l’accesso e la crescita professionale in azienda in base al genere, è un passaggio significativo per un’azienda che vuole essere un esempio virtuoso in tutti i territori italiani in cui opera, anche in termini di responsabilità sociale ed equità”, commenta in una nota il presidente Gianpiero Calzolari.


L’introduzione del sistema di gestione per la parità di genere, secondo la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, prevede la misurazione, rendicontazione e valutazione di un insieme di indicatori distribuiti in alcune aree, con l’obiettivo di colmare le aree scoperte eventualmente esistenti e produrre un cambiamento sostenibile e proiettato nel tempo, in virtù di un piano strategico dedicato. L’ottenimento della Certificazione per la parità di genere era uno dei 5 obiettivi strategici di sostenibilità del Piano Industriale 2024-2028 avviato a seguito dell’ingresso nel capitale del Gruppo Granarolo della Cassa di Depositi e Prestiti ed Enpaia.

Lollobrigida: minore protezione lupo è una grande notizia

Lollobrigida: minore protezione lupo è una grande notiziaRoma, 3 dic. (askanews) – “L’approvazione del declassamento dello stato di protezione del lupo da parte del Comitato permanente della Convenzione di Berna è una grande notizia, frutto di una posizione ampiamente condivisa dell’Unione Europea, che l’Italia, tra le prime Nazioni, ha sollecitato”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida commenta la notizia che il comitato permanente della convenzione di Berna ha votato a favore della proposta dell’UE di adeguare lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. La modifica entrerà in vigore il 7 marzo 2025.


“Una decisione che – continua il ministro – sulla base di dati scientifici, permetterà di portare avanti un’attività di razionalizzazione per garantire la specie e le attività produttive che, in molte zone d’Italia, sono state messe in difficoltà”. “L’allevamento estensivo, il turismo e la stessa sicurezza di animali e persone – sottolinea ancora Lollobrigida – sono ormai da troppo tempo messe in pericolo da una presenza eccessiva di grandi carnivori. Finalmente si torna a ragionare con pragmatismo, superando posizioni ideologiche farneticanti, dannose per l’ambiente e per le attività umane”.


“Auspichiamo si possa ora lavorare rapidamente al fine di garantire la salvaguardia della specie in un quadro di garanzia più ampia per tutte le attività”, ha concluso il ministro.

Convenzione Berna adotta proposta Ue: da marzo lupo meno protetto

Convenzione Berna adotta proposta Ue: da marzo lupo meno protettoRoma, 3 dic. (askanews) – Oggi il comitato permanente della convenzione di Berna ha votato a favore della proposta dell’UE di adeguare lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. La modifica entrerà in vigore il 7 marzo 2025. Dopo questa data l’Unione europea sarà in grado di adeguare i corrispondenti allegati della direttiva Habitat e la Commissione proporrà una modifica legislativa mirata, che dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.


“Notizie importanti per le nostre comunità rurali e i nostri agricoltori – ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – La convenzione di Berna ha deciso di adeguare lo status di protezione dei lupi. Perché abbiamo bisogno di un approccio equilibrato tra la conservazione della fauna selvatica e la protezione dei nostri mezzi di sussistenza”. La richiesta era stata avanzata nel dicembre 2023 dalla Commissione Europea sulla base di un’analisi approfondita dello status del lupo nell’Ue, con la richiesta di modificare lo status di protezione del lupo, che è stato poi adottato dal Consiglio nel settembre 2024. La proposta della Commissione corrispondeva anche alla posizione espressa dal Parlamento europeo nel novembre 2022.


Questo cambiamento darà maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle loro popolazioni locali di lupi. Allo stesso tempo, poiché il lupo rimarrà una specie protetta, le misure di conservazione e di gestione degli Stati membri dovranno ancora raggiungere e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente. Gli investimenti in adeguate misure di prevenzione dei danni rimangono essenziali, spiega la Commissione Ue, per ridurre la predazione del bestiame e la Commissione “continuerà ad aiutare gli Stati membri e le parti interessate nell’elaborazione e nell’attuazione di tali misure attraverso finanziamenti e altre forme di sostegno”.

Caivano, don Patriciello: qualcosa sta avvenendo, ma io in croce

Caivano, don Patriciello: qualcosa sta avvenendo, ma io in croceMilano, 3 dic. (askanews) – Al quartiere Parco Verde di Caivano (Napoli), dopo l’intervento del Governo “qualcosa sta avvenendo, a qualcuno piace, a qualcuno non piace, qualcuno stiracchia di qua e di là, un sacco di bugie che si dicono”, ma c’è ancora un “problema umanitario” e nell’ambito della gestione degli sgomberi, decisi dalla magistratura, di 36 famiglie abusive con problemi con la giustizia, sono stato “messo in croce” per la falsità di avere “chiuso la chiesa” ai bisognosi. Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, nel suo intervento presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali.


“Siamo in un campo penale, non amministrativo, ma è bastata questa cosa qua per farmi mettere in croce, state parlando con una persona che sta veramente in croce” ha detto il sacerdote ricordando che “sono arrivati 1.200 poliziotti e carabinieri, hanno presidiato le chiesa, io ho dovuto sottostare anche non agli ordini ma ai consigli delle forze dell’ordine che mi dicevano ‘padre facia attenzione, tenga il cancello chiuso’, questo mi ha procurato la nomea di avere chiuso la chiesa alla gente che moriva di freddo. Niente di vero, tante di quelle famiglie non avevano bisogno, certamente tra queste 36 famiglie ci sarà pure qualcuno che ha sbagliato nel passato e ora stava faticosamente riprendendosi, ci sono bambini, ed è una tregedia” ha aggiunto. Don Patriciello ha ricordato che intorno a queste 36 famiglie subito si sono mossi “come gli avvoltoi la destra e la sinistra”, ma “un problema umanitario non è mai di parte” e questa tragedia non va stiracchiata”. Quanto ai membri delle altre 214 famiglie che vivono irregolarmente nelle case del Comune ma non saranno sgomberate, ha ricordato, “saranno finalmente sanati”, poi sono stati stanziati fondi per migliorare gli ambienti e “da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio d’Europa non funziona, potete immaginare coloro che di questo pane vivevano quanto mi vogliono bene” ha concluso il sacerdote.

Processo Regeni, il testimone Delta: ho sentito Giulio mentre veniva torturato

Processo Regeni, il testimone Delta: ho sentito Giulio mentre veniva torturatoRoma, 3 dic. (askanews) – “Ho sentito quando Giulio Regeni veniva torturato… Lui si lamentava e parlava in arabo. Ricordo che lo vidi per prima volta nel commissariato Dokki, eravamo stati arrestati entrambi il 25 gennaio del 2016. Lui chiedeva di potere parlare con un avvocato e con l’ambasciata”. Così ha raccontato il testimone ‘Delta’, un artigiano egiziano che venne arrestato lo stesso giorno del ricercatore friulano sequestrato, torturato ed ucciso al Cairo. Oggi la voce dell’uomo è stata ascoltata nell’aula magna del tribunale di Roma, in modalità protetta. Sotto processo – si ricorda – sono quattro 007 egiziani.


“In commissariato stava parlando con un ufficiale, (Giulio, ndr) era vestito con dei jeans e un pullover celeste. Poi ci hanno portato via, ci hanno fatto salire a bordo di un auto e ci hanno bendato gli occhi. Lui ha continuato a chiedere di un avvocato, parlava anche in italiano. Io, che conoscevo la lingua, l’ho spiegato a chi era in auto ma mi hanno dato un pugno dicendomi: ‘vuoi fare il traduttore, lui parla arabo meglio di te’”. Il testimone ‘Delta’, preso lo stesso giorno in piazza Tahrir, ha ricordato: “Siamo stati portati in un ufficio che era famoso come il cimitero dei vivi. Giulio è stato portato nella sezione per gli stranieri. Non l’ho più visto ma sentivo quando veniva picchiato perché eravamo in stanze vicine: quando si tratta di torturare le persone questi non fanno differenze, non sono razzisti”.


Quindi ha aggiunto, sempre rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco: “Io sono seduto qui e sono terrorizzato”. Poi ha spiegato: “Ci hanno picchiato. Io sono stato legato alle maniglie del letto e hanno usato la scossa elettrica”. Ed oggi? “Ci sono segni nel mio corpo, ho segni su un braccio, ho di tutto”. “Tante le cicatrici. Una da 5 o 6 centimetri sulla tempia sinistra. I segni sul braccio, invece, sono coperti da una serie di tatuaggi. I segni risalgono a quel luogo e a quei giorni”.

Quattro regole d’oro per investire in bitcoin in sicurezza

Quattro regole d’oro per investire in bitcoin in sicurezzaRoma, 3 dic. (askanews) – Con una capitalizzazione di mercato di 1,9 trilioni di dollari, bitcoin è diventato il settimo asset più prezioso al mondo, superando recentemente Saudi Aramco. Creata nel 2009 da un inventore anonimo sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, bitcoin è una moneta digitale decentralizzata perché, diversamente dalle altre, non ha dietro di sé una Banca centrale che distribuisce nuova moneta, bensì si fonda su due principi: un network di nodi, cioè di pc, che la gestiscono in modalità distribuita, peer-to-peer, e sull’uso di una forte crittografia per validare e rendere sicure le transazioni.


Bitcoin ha di fatto introdotto un nuovo paradigma, sfidando i sistemi finanziari tradizionali e affermandosi come un attore di primo piano nell’economia globale. Negli ultimi 15 anni, ha superato numerose sfide, tensioni geopolitiche, difficoltà normative, attacchi informatici di alto profilo, oltre alle fluttuazioni di mercato. La sua resilienza, adattabilità e accettazione crescente, da parte di investitori individuali e istituzionali, ne hanno accresciuto il valore e la solidità. Tant’è che bitcoin ha acquisito importanza anche come una sorta di “oro digitale”, un modo per conservare valore e condurre transazioni al di fuori del sistema bancario tradizionale. Questo è dovuto, tra le altre cose, alla sua disponibilità, limitata a un massimo di circa 21 milioni di unità. Questa scarsità, simile a quella dell’oro, contribuisce in modo significativo alla sua crescita di valore. Adozione globale in aumento: i motivi L’adozione di bitcoin è aumentata significativamente nel tempo: oggi i possessori superano i 54 milioni. Quest’anno il suo prezzo ha raggiunto un nuovo massimo storico di 99.118 dollari il 22 novembre, con una dominanza di mercato del 58,9%. L’incremento è dovuto a vari fattori, tra cui l’ingresso degli investitori istituzionali, stimolato dal lancio degli ETF su BTC da parte di importanti gestori come Blackrock, che hanno portato oltre 27 miliardi di dollari di afflussi. Inoltre, l’elezione di Trump e l’ipotesi di riconoscere Bitcoin come riserva nazionale, unitamente a normative favorevoli, potrebbero ulteriormente rafforzare il suo valore.


Il Dipartimento di Ricerca di Bitget, società Web3 tra i più importanti exchange di criptovalute al mondo, con 45 milioni di utenti registrati e 200 Paesi coinvolti, suggerisce le regole d’oro per investire in bitcoin. 1) Valutare i propri obiettivi e profilo di rischio Prima di investire in Bitcoin, è importante valutare la propria tolleranza al rischio, gli obiettivi finanziari e l’orizzonte d’investimento, prendendo sempre decisioni informate. Sono disponibili validi questionari online oppure è possibile chiedere la consulenza di un esperto.


2) Capire la tecnologia Bitcoin Bitcoin è un sistema di verifica decentralizzato basato sulla matematica e sulla crittografia. I dettagli di ogni singola transazione sono pubblici, perché registrati sulla blockchain. La blockchain è un registro digitale distribuito e immutabile che registra transazioni in modo sicuro e trasparente. Funziona come una catena di blocchi, dove ogni blocco contiene dati collegati ai precedenti, rendendo quasi impossibile modificarli. Non esiste una banca o un’istituzione centralizzata per elaborare i trasferimenti. Chi si occupa di registrare i dettagli della transazione e di archiviarli riceve bitcoin come ricompensa. La blockchain bitcoin utilizza un meccanismo chiamato “Proof-of-Work” che garantisce un alto livello di sicurezza, così come di tracciare e di avere la prova che tutte le transazioni effettuate sulla blockchain siano valide. 3) Dove e come comprare bitcoin Per acquistare bitcoin è necessario avere un portafoglio digitale, cioè un wallet, che può essere online (hot wallet) o offline (cold wallet). Ogni tipo di wallet ha i suoi pro e contro, quindi è importante fare ricerche e scegliere quello che meglio si adatta alle proprie esigenze. Scegliere un exchange di criptovalute può essere una buona soluzione, soprattutto per i principianti, grazie a interfacce semplici, varie soluzioni di pagamento e basse commissioni. Quando si sceglie la piattaforma, è possibile esaminare i suoi parametri di sicurezza, come la Proof of Reserves, la sua storia in termini di hacking e gli standard di sicurezza generali per le transazioni on-chain e l’archiviazione degli asset. Il passo successivo è aprire un account, verificare la propria identità ed effettuare un ordine di bitcoin tramite uno qualsiasi dei metodi di pagamento forniti, carta di credito, bonifico bancario, Google Pay/Apple Pay, P2P (peer-to-peer). Non è necessario possedere già criptovalute, possono essere acquistate con denaro fiat (euro o dollari, ecc..), direttamente dal proprio conto bancario o tramite carta di credito. Possono essere comprate anche frazioni di bitcoin, con piccole somme come 10$ o 100$, e non è necessario acquistare un intero bitcoin in una sola volta. La strategia d’acquisto può essere a breve o a lungo termine, a seconda dell’obiettivo individuale. È possibile acquistare bitcoin per un determinato ammontare, ogni mese, fino a raggiungere una certa cifra, indipendentemente dai movimenti del mercato. Oppure per speculazione a breve termine, si dovranno seguire con precisione i movimenti del mercato per assicurarsi di generare profitti.


4) Come operare in sicurezza ed evitare le truffe Per acquistare in sicurezza è necessario impiegare password robuste e abilitare l’autenticazione a due fattori sugli account di wallet ed exchange. Inoltre, è sempre importante prestare attenzione alle truffe di phishing (è possibile implementare un codice anti-phishing nei parametri di sicurezza) e non condividere mai le chiavi private con nessuno. Le password rappresentano le chiavi di accesso al proprio “caveau” bitcoin, quindi è fondamentale mantenerle sicure e protette. Uno dei modi migliori per farlo è conservarle in modalità offline, ad esempio scrivendole su un foglio o memorizzandole su un’unità USB sicura; in questo modo anche in caso di attacchi hacker o malware non potranno essere rubate. Il backup regolare del proprio wallet bitcoin è necessario e permette di tutelarci nel caso in cui il computer si guasti o il wallet stesso venga compromesso. Un backup recente può aiutare a recuperare i propri fondi. Aggiornare regolarmente il software è essenziale per garantire la sicurezza del wallet: gli aggiornamenti spesso includono patch per vulnerabilità recentemente scoperte.