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Tag: Sanremo 2023

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatori

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatoriRoma, 28 nov. (askanews) – A novembre sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori sia l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in diminuzione, da 97,4 a 96,6 e da 93,4 a 93,1 rispettivamente. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il clima di fiducia delle imprese scende per il terzo mese consecutivo rimanendo su un livello minimo da aprile 2021.


Tra i consumatori, si evidenzia un peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 99,7 a 97,8 e quello futuro si riduce da 95,0 a 93,8. Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7). Sul fronte delle imprese, l’indice di fiducia aumenta nella manifattura (da 85,8 a 86,5) e, soprattutto, nel commercio al dettaglio (da 103,8 a 106,7) mentre diminuisce nelle costruzioni (da 103,9 a 101,5) e nei servizi di mercato (l’indice passa da 95,2 a 93,7).


Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura i giudizi sul livello degli ordini migliorano mentre le aspettative sul livello della produzione diminuiscono; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, il saldo dei giudizi sugli ordini si rafforza in presenza di un deciso deterioramento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda. Passando al comparto dei servizi di mercato, si evidenzia un diffuso peggioramento di tutte le componenti; invece, nel commercio al dettaglio giudizi e aspettative sulle vendite registrano un’evoluzione positiva e il saldo dei giudizi sulle scorte rimane sostanzialmente stabile.

Osservatorio Visa: più della metà degli italiani utilizza principalmente strumenti di pagamento digitale

Osservatorio Visa: più della metà degli italiani utilizza principalmente strumenti di pagamento digitaleRoma, 28 nov. (askanews) – Negli ultimi tre anni, in Italia l’utilizzo di strumenti di pagamento digitale è cresciuto sensibilmente. L’uso delle app di pagamento e dei digital wallet, in particolare, ne è una dimostrazione: se nel 2021 queste soluzioni erano adottate dal 17% degli italiani, oggi a usarle regolarmente è il 44% dei consumatori. In crescita anche l’utilizzo di carte di debito, credito e prepagate, con rispettivamente il 69%, il 40% e il 41% degli italiani che ne fa un uso abituale per l’acquisto di beni e servizi, in aumento rispetto al 61%, al 34% e al 31% del 2021. È quanto emerge dall’Osservatorio annuale Visa, quest’anno giunto alla terza edizione e realizzato in collaborazione con Ipsos per analizzare le tendenze in atto nel mercato dei pagamenti, le aspettative dei consumatori e le opportunità per gli operatori del settore.


Lo studio, informa una nota, evidenzia un buon grado di fiducia degli italiani verso i pagamenti digitali: il 39% è aperto alle innovazioni tecnologiche che semplificano l’esperienza di pagamento e più di un consumatore su due (il 52%) si è dichiarato Digital First , ovvero effettua pagamenti principalmente con carte, app o digital wallet. Gli Hybrid Payers, cioè coloro che usano i contanti almeno una volta la settimana, si attestano invece al 22%, mentre i Cash Users, ossia le persone che pagano generalmente in contanti, al 26%. “Si coglie una significativa evoluzione nell’approccio ai pagamenti digitali da parte degli italiani: chi li possiede tende a utilizzarli sempre di più e 1 italiano su 5 è pronto a rinunciare all’acquisto se non può pagare tramite carta o app. Un segnale forte per piccole e microimprese ed esercenti che possono contare sugli strumenti digitali non solo per espandere le proprie opportunità di business all’online, ma anche per non perdere occasioni di vendita in store, – ha commentato Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia. “In Visa, ogni secondo creiamo e preserviamo il futuro del commercio digitale, consentendo l’accesso sicuro, disponibile per tutti e ovunque, alla nostra rete globale che si estende in oltre 200 Paesi, connettendo circa 14.500 istituzioni finanziarie, più di 130 milioni di esercizi commerciali e 4,3 miliardi di credenziali di pagamento .”


Dalla ricerca è emerso che la gestione dei pagamenti ricorrenti è il servizio più utilizzato, con il il 23% dei digital first che ne fa uso. Con un mercato degli abbonamenti in Europa atteso in aumento del 7% all’anno dal 2024 al 2028 , a partire da 1.3 miliardi nel 2023, facilitare ulteriormente la gestione dei pagamenti ricorrenti tramite funzionalità che consentono la visualizzazione e sospensione dei servizi non più desiderati, sarà per le banche e i fornitori di servizi di pagamento un’area di differenziazione, che permetterà agli utenti di avere un controllo degli stessi direttamente dalla propria app bancaria. Le aspettative dei consumatori: rilevanza, semplicità e sicurezza L’Osservatorio Visa mette in luce come un terzo degli italiani Digital First (33%) e quasi un quarto dei consumatori Hybrid Payers (23%) rinuncerebbero a procedere agli acquisti, anche per importi limitati, qualora il negoziante non offrisse loro la possibilità di pagare tramite carte o app.


Se da un lato cresce il numero di persone che si affidano ai pagamenti digitali, dall’altro emergono ulteriori margini di espansione all’utilizzo di questi strumenti in Italia. Il timore delle frodi resta la principale barriera alla loro più ampia diffusione per il 40% degli intervistati, seguita dalla paura di perdere il controllo delle spese (33%) e di dover affrontare costi aggiuntivi (29%). In questo scenario, il 44% degli intervistati si aspetta che sia la propria banca a proteggerli contro le frodi, mentre il 23% è concorde sul fatto che l’utilizzo di strumenti di riconoscimento biometrico e di screening digitale siano ormai essenziali per rendere l’esperienza di pagamento digitale semplice e veloce.


Cresce tra gli italiani l’attenzione ai servizi aggiuntivi associati al conto corrente o agli strumenti di pagamento: gli avvisi in tempo reale sulle spese previste sono un servizio popolare fra i consumatori (22%) mentre la possibilità di ricevere suggerimenti sulle strategie di risparmio suscita l’interesse del 50% degli intervistati. L’Osservatorio Visa, tuttavia, sottolinea come servizi a valore aggiunto quali per esempio la gestione personalizzata delle carte tramite app, l’utilizzo di piattaforme con promozioni e offerte dedicate, oltre che la creazione di salvadanai ad hoc, seppur di interesse per i consumatori, spesso non siano utilizzati per mancanza di conoscenze adeguate. In questo contesto, il 42% degli intervistati ritiene che ci sia ancora molto bisogno di formazione sui pagamenti digitali e l’81% avverte personalmente questo bisogno. La formazione sui pagamenti è auspicata dai canali digitali della banca dal 45% degli italiani, anche se continua a ricoprire un ruolo di rilievo il personale in filiale, ritenuto importante per il 34% degli intervistati e, in particolare, dal 40% dei Cash Users.

Coldiretti: serve etichettatura su cibi ultra-trasformati

Coldiretti: serve etichettatura su cibi ultra-trasformatiRoma, 28 nov. (askanews) – Combattere l’abuso di cibi ultra-trasformati aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e mettendo in campo campagne di sensibilizzazione per far conoscere i pericoli associati all’assunzione sistematica e continuativa di cibi ultra-trasformati. Definire forme di etichettatura per evidenziare che un determinato prodotto appartiene alla categoria degli ultra-trasformati. Vietarne l’utilizzo nelle mense scolastiche e nei distributori automatici diffusi negli edifici pubblici, a partire proprio dalle scuole, con precisi limiti anche alla pubblicità, seguendo l’esempio del Regno Unito che ha vietato le fasce orarie di maggiore esposizione per bambini e adolescenti.


Lo chiede Coldiretti alla luce dei dati del rapporto Coldiretti/Censis presentato in occasione della giornata inaugurale del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma, organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Dal rapporto si evince che l’82% delle famiglie italiane chiede un piano pubblico per salvaguardare la salute dei propri figli, sempre più “drogati” di energy drinks, merendine e cibi ultra-trasformati, una vera e propria dipendenza che crea enormi pericoli per il loro sviluppo.


Per l’occasione sono state allestite due grandi tavole per mettere a confronto il cibo ultra-trasformato con quello naturale, simbolo della Dieta Mediterranea. Uno stile alimentare che i genitori italiani vogliono trasmettere ai propri figli – rilevano Coldiretti/Censis – poiché percepito come un insieme di abitudini che garantiscono che i giovani mangeranno bene. Un cibo equilibrato, sano, sicuro e genuino in linea con la tutela della salute personale e del pianeta. Uno sforzo quotidiano che si scontra però con la considerazione che appena ne hanno la possibilità i propri figli non mangiano in modo salutare.

Auto, 6 Paesi appoggiano Italia su anticipo revisione regole Ue

Auto, 6 Paesi appoggiano Italia su anticipo revisione regole UeRoma, 27 nov. (askanews) – Mentre ogni giorno è un susseguirsi di notizie negative per l’auto e tutti i settori ad essa correlati in Europa – ieri il ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, parlava di “bollettino di guerra”, e oggi è arrivato l’annuncio di Stellantis di nuova sospensione dal 2 dicembre all’8 gennaio delle attività delle carrozzerie agli impianti di Mirafiori – sono saliti a 6 i paesi dell’Unione europea che appoggiano la richiesta di Roma di anticipare la revisione delle norme Ue sulle riduzioni delle emissioni.


Nel mirino c’è soprattutto la messa al bando dei propulsori endotermici dal 2035. L’Italia, assieme alla Repubblica Ceca, ha elaborato un documento (non Paper) su cui spera di richiamare ulteriori consensi al Consiglio competitività che si svolgerà domani. Hanno già aderito al non paper Austria, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia. E secondo fonti del Mimit, altri Paesi membri potrebbero unirsi al gruppo nel corso delle prossime ore, o manifestare il proprio sostegno durante la discussione a Bruxelles, segno di una crescente attenzione verso le proposte avanzate.


Le proposte italiane hanno anche ottenuto l’appoggio di Confindustria e delle associazioni degli industriali di Germania e Francia, Bdi e Medef: hanno sottoscritto un documento nel sesto forum trilaterale che si è svolto a Parigi venerdì scorso. Anche Confapi, insieme alle maggiori Associazioni europee delle Pmi industriali (Germania, Francia, Austria, Repubblica Ceca) che fanno parte di European Entrepreneurs Cea-Pme, la Confederazione europea della Piccola e media industria, ha sottoscritto un documento di supporto per la proposta italiana. Il non paper, spiegano del fonti del Mimit, si pone l’obiettivo di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Termine e target che non vengono messi in discussione, ma che si ritengono sostenibili e realisticamente raggiungibili solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento. I Paesi chiedono inoltre di anticipare anche la revisione degli standard di emissione dei veicoli pesanti, attualmente fissata al 2027.


Il documento pone l’accento anche sull’importanza di adottare il principio di neutralità tecnologica, così come auspicato dal rapporto di Mario Draghi, aprendo così la strada a una gamma più ampia di soluzioni per l’alimentazione a basse emissioni dei veicoli, compresi i motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile, che dovrebbero essere presi in considerazione attraverso il corretto utilizzo di propulsori alternativi. Un approccio di calcolo delle emissioni “alternativo”, che permetterebbe di sostenere la competitività dell’industria europea, salvaguardando al contempo i posti di lavoro e promuovendo un approccio tecnologico diversificato. Un altro tema cruciale affrontato dal non paper riguarda la necessità di risorse comuni per sostenere il settore, con l’obiettivo di recuperare competitività sul piano globale, promuovendo un piano di incentivi per i consumatori europei, che siano stabili, continuativi e duraturi nel tempo.


In primo piano anche il nodo dell’approvvigionamento di materie prime critiche, indispensabili per la produzione di batterie elettriche e per il consolidamento della filiera industriale del continente. Inoltre, il documento sottoscritto dai 7 Paesi evidenzia come il rallentamento nella diffusione dei veicoli elettrici renda complesso rispettare i primi target intermedi previsti dal regolamento, come quello del 15% di riduzione delle emissioni di Co2 entro il 2025. Una clausola, dicono ancora le fonti del ministero italiano coinvolto, che porterebbe a pesanti sanzioni previste per le aziende non conformi, che potrebbero tradursi in una cifra complessiva tra i 15 e i 17 miliardi di euro nel 2025. Di fatto altra pioggia sul bagnato: Sempre ieri Urso ricordava come si stiano moltiplicando gli annunci di chiusure di impianti sull’automotive in Europa. Roma, Praga e le altre Capitali chiedono, infine, l’istituzione di un forum di partenariato tra il settore automobilistico, la Commissione europea e gli Stati membri per discutere la strategia industriale del continente. Al di là delle ambizioni del governo italiano, la manovra per raggiungere questi risultati passa comunque da procedure articolate. Il consiglio Ue non può decidere da solo. La strategia potrebbe allora essere quella di raggiungere una massa critica di Paesi tale da convincere la Commissione a formulare una proposta per rimettere mano a queste normative in maniera anticipata. (fonte immagine: European Council).

Auto, Fidanza (Fdi): urgente anticipare revisione norme Ue emissioni

Auto, Fidanza (Fdi): urgente anticipare revisione norme Ue emissioniStrasburgo, 27 nov. (askanews) – Uno dei temi più importanti su cui il nuovo Parlamento europeo dovrà esprimersi nei prossimi mesi è quello dell’attuale crisi del settore automotive e della revisione del regolamento che ha fissato l’obiettivo delle auto nuove a zero emissioni di CO2 entro il 2035. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato oggi, durante il dibattito in plenaria a Strasburgo prima di ottenere la fiducia per il secondo secondo mandato del suo Esecutivo, che organizzerà uno “dialogo strategico” con i portatori d’interesse del settore, per ascoltarne le esigenze.


Ma per il capo delegazione di Fdi al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, c’è il rischio che questo prenda troppo tempo. “Il rischio che noi vediamo, dopo l’analogo dialogo strategico sull’agricoltura che abbiamo seguito nei mesi scorsi e che è durato molti mesi, è che noi non abbiamo molti mesi per dare una risposta alla crisi del settore dell’automotive. Noi abbiamo un’urgenza massima. E la prima urgenza, intanto, è l’entrata in vigore delle multe nei confronti dei produttori” delle auto che non rispettano i nuovi limiti alle emissioni che erano da rispettare entro il 2025. Le sanzioni – ha continuato Fidanza – verranno applicate “dal primo gennaio, e questo ci porta a dovere intervenire da subito per fare in modo che questo multe non partano. E poi – ha aggiunto Fidanza – c’è l’urgenza di riaprire l’intero dossier, in particolar modo Come sta facendo il governo italiano attraverso il suo ‘non paper’, che verrà presentato al Consiglio Competitività dell’Ue di giovedì (domani, con il ministro Adolfo Urso, ndr) per riaprire la partita della neutralità tecnologica”.


Il ‘non paper’, che chiede àlla Commissione europea di anticipare all’inizio del 2025, invece che del 2026, la revisione del regolamento Ue sulle auto, è stato presentato dall’Italia e dalla Repubblica Ceca, hanno già aderito al non paper Austria, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia. “Noi abbiamo bisogno – ha sottolineato capo delegazione di Fdi -di rilanciare il settore automotive nel segno della competitività e nel segno della libertà di utilizzare tutte le tecnologie che possano contribuire alla riduzione delle emissioni. Diciamo ‘no’ alla dittatura dell’elettrico tutto e subito, e ‘sì’ all’apertura a tutte le tecnologie disponibili. Questa è la nostra linea ed è anche la linea del governo italiano, che sta mitendo nuovi consensi”.


“Ed è quello su cui lavoreremo qui: ci auguriamo peraltro che già la plenaria di dicembre” del Parlamenrto europeo “possa essere l’occasione per discutere le mozioni dei gruppi politici sull’automotive, che furono rimandate in occasione del dibattito che svolgemmo in una sessione precedente, e che invece sono urgenti proprio alla luce – ha concluso Fidanza – della scadenza del primo gennaio”.

Ue, fiducia a von der Leyen, Fdi: maggioranza Ursula non esiste

Ue, fiducia a von der Leyen, Fdi: maggioranza Ursula non esisteStrasburgo, 27 nov. (askanews) – La maggioranza teoricamente molto ampia, dal gruppo di destra Ecr fino ai Verdi, che ha votato la fiducia alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo, oggi a Strasburgo, con 370 voti a favore contro 282, in realtà ‘non esiste’. Nel senso che non configura affatto una nuova ‘maggioranza Ursula’ per condurre stabilmente l’attuale legislatura, come vorrebbero i gruppi del centro sinistra, Socialisti e Liberali, e anche i Verdi, o come aveva prospettato ieri lo stesso capogruppo del Ppe, Manfred Weber.


Lo hanno sottolineato oggi a Strasburgo, parlando alla stampa dopo il voto, il capogruppo dei Conservatori europei (Ecr), Nicola Procaccini, e il capo delegazione di Fdi ne gruppo, Carlo Fidanza. Sono affermazioni di senso opposto dall’immagine, che avevano dato in queste ore Weber e von der Leyen, di una sorta di ‘grande centro’ politico nel Parlamento europeo, basato sulla ‘piattaforma di cooperazione’ firmato il 20 novembre tra Ppe, S&D e Renew, verso cui confluirebbero da destra l’Ecr e da sinistra i Verdi. E rendono patetiche, come ‘uno psicodramma’, le assicurazioni chieste e gli avvertimenti lanciati dai socialisti, dai Liberali e dagli stessi Verdi, durante il dibattito in aula prima del voto di fiducia, riguardo alla ‘vigilanza’ contro eventuali possibili accordi del Ppe con l’estrema destra, in particolare, ma non solo, per fare marcia indietro sulle misure del Green Deal. La ‘maggioranza Ursula’, in realtà è ‘un feticcio’, ‘non esiste’, o comunque non esiste più dopo le ultime elezioni, perché non è più possibile né politicamente né numericamente. E le maggioranze che modificheranno e approveranno la futura legislazione europea, sulla base delle proposte della Commissione, saranno diverse di volta in volta, ‘a seconda dei temi’, e potranno benissimo essere, dunque, delle maggioranze di destra, hanno detto in sostanza i due eurodeputati di Fdi.


Fidanza ha rivendicato innanzitutto il voto compatto a favore della fiducia da parte dei 24 eurodeputati di Fdi, insieme ad altri Conservatori dell’Ecr, affermando che senza quei voti, ‘non sarebbe stata superata la soglia psicologica della maggioranza’. Nel senso, va precisato, della maggioranza assoluta di 360 voti, e non della semplice maggioranza relativa che è richiesta per la fiducia alla Commissione. In altre parole, oggi da sola la ‘presunta ‘maggioranza Ursula’ non sarebbe in grado di assicurare a Ursula una maggioranza di votanti all’interno di quest’aula’. ‘Oggi – ha continuato Fidanza – si chiude una prima fase della nuova legislatura, parte il lavoro della Commissione, e domani si apre una nuova fase, quella della elaborazione dei provvedimenti; e i provvedimenti dovranno poi passare da quest’aula; e in quest’aula si è già dimostrato che ci potranno essere degli equilibri e dei numeri diversi rispetto a quelli della scorsa legislatura. Il compito e il ruolo di Fratelli d’Italia, e credo più in generale della famiglia dei Conservatori europei, sarà quello di cercare di spostare più a destra davvero, e non a parole come è stato spesso evocato, quasi come se si trattasse uno spettro, l’asse di questa nuova legislatura europea’.


Per il capo delegazione di Fdi ‘questo è l’obiettivo. E oggi devo dire che siamo stati eretti al ruolo di protagonisti anche dallo psicodramma delle sinistre’ che paventano nuove maggioranze della destra con il Ppe. ‘Io mi auguro che che sia davvero così, che questo che alcuni vivono come un incubo sia in realtà quello che vivremo nei prossimi mesi: con un’Italia protagonista come un centrodestra e un gruppo conservatore protagonisti, con un grande commissario (Raffaele Fitto, ndr) che ci renderà onore come italiani e che farà un grande lavoro per l’Europa’. A un giornalista che chiedeva se Fdi ora si senta parte della maggioranza, Procaccini ha risposto ribadendo quanto aveva già detto durante il dibattio in plenaria: che al Parlamento europeo ‘non esistono i vincoli di maggioranza, e quindi non esisteva la ‘maggioranza Ursula’ ieri e non esiste oggi. Ogni voto ha una maggioranza diversa; fortunatamente – ha rilevato – qui si usa votare sui contenuti, e noi siamo convinti che potremo farci valere sui contenuti, perché abbiamo i contenuti migliori e siamo convinti di poter trovare di volta in volta una maggioranza su questi temi’.


‘Il costante richiamo alla ‘maggioranza Ursula’ di questi giorni, come nel documento di qualche giorno fa (la ‘Piattaforma di cooperazione’ firmato da Ppe, S&D e Renew, ndr), e anche gli appelli di queste ultime ore – ha insistito Fidanza -, costituiscono in realtà la difesa di un feticcio. La cosiddetta ‘maggioranza Ursula’, o la ‘nuova maggioranza Ursula’ non esiste politicamente, come non esiste numericamente. Non esiste politicamente perché’ le sue componenti ‘non possono andare d’accordo su nulla. Lo abbiamo visto plasticamente oggi, la dimostrazione è chiara; lo abbiamo visto nelle prime fasi della legislatura, dove si sono già create delle maggioranze alternative; e lo vedremo sempre di più nei prossimi mesi. Quindi noi lasciamo che si contenta lì difendere i feticci alla difesa dei feticci; noi ci occupiamo delle cose concrete che interessano i cittadini italiani ed europei, che sono le politiche che l’Unione europea dovrà attuare’. ‘Io penso – ha sottolineato il capo delegazione di Fdi – che il nostro ruolo, a maggior ragione dopo il voto di oggi, dovrà pesare; e noi lo rivendicheremo con forza. Questo voto di oggi è un voto politicamente significativo e decisivo, che dimostra che si possono dare le consulenze che si vuole a ex presidenti di gruppo per cercare di ingraziarsi in qualche modo i voti della sinistra iper ambientalista, ma poi alla fine, numeri alla mano, bisogna fare delle politiche di centro-destra. E questo è il ruolo che noi vorremmo svolgere in questa legislatura’. Il riferimento alle ‘consulenze’ è alla nomina di von der Leyen dell’ex capogruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, a suo consigliere per le Politiche climatiche, annunciata formalmente lunedì sera, poche ore prima della decisione presa della maggioranza dei Verdi di votare la fiducia alla Commissione. Rispondendo a una domanda sul cambiamento di posizione di Fdi, che a luglio aveva votato contro la riconferma di von der Leyen per il suo secondo mandato, Procaccini ha spiegato che ‘sono due voti diversi: il primo voto si esercita sul contenuto su un programma politico. Ed è un programma che noi abbiamo ritenuto troppo in continuità con l’esperienza precedente; il secondo vuoto, che si svolge in forma palese e non in forma segreta, si esprime sulla composizione del collegio dei commissari, ed è chiaro che la composizione del collegio è determinante poi anche nella realizzazione di un programma. Ma ognuno ci arriva col proprio bagaglio di valori. Ed è chiaro che Raffaele Fitto metterà a disposizione della Commissione le sue idee, e certo non avremmo potuto votare contro un vicepresidente conservatore, peraltro italiano, con il quale condividiamo lo stesso patrimonio di valori’. ‘Fitto quindi – ha continuato Procaccini – naturalmente porterà con sé nell’esercizio del proprio ruolo anche i propri valori e questo riguarda Raffaele Fitto come tutti e 27 i commissari europei. Ognuno è lì con il proprio bagaglio di esperienze e valori che naturalmente mette poi al servizio dell’intera Comunità europea. E i valori di Raffaele Fitto dono naturalmente i valori di un conservatore. Ma di sicuro non è quel fascista di cui si è parlato per due ore qui oggi. Credo – ha osservato ironicamente – che in due ore sia stato dato a Raffaele Fitto del fascista in due ore più che non a me e a Carlo Fidanza messi insieme per una vita intera’. ‘Fitto – ha precisato Fidanza – fa il commissario europeo, e lo farà ottimamente rappresentando come lui ha ben spiegato durante la sua audizione quello che sarà il suo ruolo, cioè sviluppare delle politiche della coesione, forte della sua grande esperienza maturata non solo in queste aule, ma anche nelle sue esperienze da ministro, e prima da presidente di Regione. Lo farà negli interessi degli europei, portando in dote un modello italiano, perché se oggi Fitto è la persona scelta da Ursula von der Leyen per ricoprire quel ruolo e avere quel portafoglio, è proprio in virtù delle politiche virtuose da lui messe in campo da nell’ambito del governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Questo è il patrimonio che noi portiamo dentro a questa Commissione europea, grazie alla figura di Raffaele Fitto che naturalmente lavorerà per tutti gli europei forte della sua esperienza italiana’. ‘Riguardo poi alle politiche – ha aggiunto il capo delegazione di Fdi -, bisognerà fare i conti con i numeri, perché si possono avere tutti i programmi che si vuole, ma qui le maggioranze variano, e alla fine la Commissione europea appena insediata dovrà varare dei provvedimenti che dovranno trovare una maggioranza nel Consiglio Ue, dove la maggior parte dei governi è di centro-destra di varia estrazione, e poi una maggioranza all’interno di quest’aula (il Parlamento europeo, ndr), dove á- ha ribadito – si è già manifestata la possibilità di creare maggioranza alternative a seconda dei temi. Quindi la vera sfida politica che ci accompagnerà per tutta questa legislatura sarà questa: capire come la Commissione europea si tarerà rispetto a dei numeri che sono diversi da quelli della scorsa legislatura, che tipo di provvedimenti varerà su ogni materia, che numeri avrà qui dentro’. ‘E qui – ha sottolineato Fidanza – state sicuri che noi giocheremo la nostra partita su ogni singolo dossier, faremo sentire la voce di Fratelli d’Italia, la voce dei conservatori europei, su ogni partita perché sappiamo che qui dentro i numeri sono cambiati. Quindi il programma approvato a luglio, le lettere di incarico dei commissari, tutto quello che è stato fatto fino a oggi, non dico che è come se non esistesse più, ma rimane un punto di riferimento per una realtà che poi dovrà calarsi nella realtà democratica di un’aula che ha dei numeri diversi. E questo è quello che dovrà affrontare la prossima Commissione’. ‘Non volete accettarlo, ma dovrete accettarlo prima o poi, che non esistono – ha ripetuto Procaccini – i vincoli di maggioranza al Parlamento europeo; che si vota sui singoli provvedimenti, senza vincoli di maggioranza e questo si traduce per ogni voto in una maggioranza diversa’. ‘Oggi in qualche modo si chiudono sei sei mesi costitutivi della nuova stagione europea. Cinque anni fa – ha ricordato il capogruppo dell’Ecr -, quando Fratelli d’Italia per la prima volta entrava al Parlamento europeo, aveva cinque eurodeputati, e l’Ecr non aveva certamente un ruolo da protagonista. Oggi non soltanto noi sappiamo che la delegazione di Fratelli d’Italia è diventata di ventiquattro eurodeputati, che è una delle più grandi del Parlamento, non soltanto sappiamo che c’è stata una crescita dei Conservatori europei, ma la pesiamo. La pesiamo non soltanto con il vicepresidente della Commissione europea, ma anche con due vicepresidenti del Parlamento europeo, di cui una italiana, tre presidenze e diverse vice presidenze commissioni europarlamentari’ e altre cariche importanti’. ‘Questo per dire – ha concluso Procaccini – che ci eravamo ripromessi che l’Italia avrebbe in qualche modo cambiato l’Europa, e piano piano stiamo facendo esattamente quello che avevamo promesso’.

F1, Galliani (FI): accordo per Monza fino al 2031, Italia protagonista

F1, Galliani (FI): accordo per Monza fino al 2031, Italia protagonistaRoma, 27 nov. (askanews) – “Esprimo grande soddisfazione per l’accordo siglato con l’organizzatore del Mondiale di Formula 1, che garantirà all’Autodromo di Monza di ospitare il Gran Premio d’Italia fino al 2031. Questo straordinario risultato celebra l’eccellenza del nostro Paese nel panorama sportivo e organizzativo internazionale. Il Gp di Monza si conferma un simbolo di passione, tradizione e innovazione, e continuerà a emozionare milioni di tifosi in tutto il mondo. Grazie al lavoro straordinario svolto dal presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, e da tutti i soggetti coinvolti che hanno reso possibile questo risultato storico, dimostrando ancora una volta che l’Italia sa essere protagonista”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, eletto nel collegio di Monza e Brianza, Adriano Galliani.

Su canone Rai e sanità guerriglia Fi-Lega, e Meloni si infuria

Su canone Rai e sanità guerriglia Fi-Lega, e Meloni si infuriaRoma, 27 nov. (askanews) – Giorgia Meloni è furiosa e non fa niente per nasconderlo. Il pasticcio sul canone Rai proprio è una cosa che non tollera perchè – spiega chi ci ha parlato – dà un messaggio di litigiosità nella maggioranza che il governo non può permettersi.


Per questo stamane, dopo la bocciatura in commissione dell’emendamento della Lega per il taglio del canone (con il parere favorevole del governo) a causa del voto contrario di Forza Italia, decide di intervenire subito, facendo trapelare alle agenzie che “l’inciampo” della maggioranza “non giova a nessuno”, in un momento in cui “il Governo è fortemente impegnato nel sostegno a famiglie e imprese, operando sempre in un quadro di credibilità e serietà”. Se inciampo è stato, però, è la cronaca di un inciampo annunciato che né il vertice di domenica sera a casa della premier né i tentativi di mediazione di ieri sono riusciti a evitare. E infatti, spiega a stretto giro il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani dal convegno Med Dialogues, “non c’è per quanto mi riguarda nessuno inciampo” perchè “lo abbiamo sempre detto fin dall’inizio che eravamo contrari a questo emendamento e siamo stati coerenti”. La questione, per il ministro degli Esteri, è che il taglio del canone è “sbagliato e non utile ad abbassare la pressione fiscale” e “non era un emendamento del governo” ma solo della Lega.


Parole che certo non contribuiscono a restituire serenità alla premier, che poco dopo mezzogiorno si infila in macchina per andare proprio ai Med Dialogues, dove è previsto il suo intervento. Al suo arrivo all’hotel Rome Cavalieri ad attenderla c’è proprio Tajani: Meloni stringe freddamente la mano al suo ministro e tira dritto di fronte ai giornalisti, tenuti a distanza. Poi però, prima dell’ingresso in sala, viene di nuovo intercettata e si lascia sfuggire una battuta: “Sono schermaglie, non ci vedo nulla di particolarmente serio. Se abbiamo trovato l’accordo sul cessate il fuoco in Libano possiamo farlo pure sul canone Rai…”. La premier cerca dunque di minimizzare; dal palco parla di Mediterraneo, di Piano Mattei, di Europa, ma proprio durante l’intervento arriva la nuova brutta notizia per la maggioranza: questa volta è la Lega che si astiene su un emendamento (con governo che si era rimesso all’Aula) presentato da Claudio Lotito (Fi) e relativo alla sanità in Calabria, che quindi viene bocciato. “Non è una vendetta”, assicura a caldo – poco convinto – Tajani, che poi annulla il punto stampa previsto. Il titolare della Farnesina riappare nel primo pomeriggio alla Camera dove è atteso per il question time e di nuovo sollecitato dai giornalisti ribadisce che “ho sempre detto che non l’avremmo votato. L’ho detto prima, durante e dopo” il vertice di domenica scorsa. Intanto da Fdi si fa circolare la ricostruzione secondo cui il parere favorevole del governo sarebbe stato dato “per errore” dalla sottosegretaria al Mef (sempre di Fratelli d’Italia) Lucia Albano. Un’ipotesi che però non trova conferme da parte degli azzurri.


In serata Matteo Salvini ammette di non aver sentito Tajani (perchè “ha da fare, abbiamo da fare tutti e due”) ma di sentire tutti i giorni Meloni e cerca di minimizzare: “Non c’è nessun problema in maggioranza, abbiamo avuto 25 mesi produttivi, abbiamo davanti altri tre anni altrettanto produttivi, abbiamo smentito i gufi”. Però il ministro delle Infrastrutture e vicepremier non risparmia una ‘stoccata’ agli alleati azzurri: “Anche l’amico Berlusconi riteneva che il canone Rai fosse una tassa, una gabella da limare…”. Qui finisce la cronaca di una giornata ad alta tensione. Le voci di un vertice d’urgenza per un ‘chiarimento’ – che si sono rincorse dalla mattina – al momento non si sono concretizzate, ma tutto lascia pensare che nelle prossime ore un incontro possa essere necessario. Magari prima del Consiglio dei ministri che dovrebbe essere convocato venerdì per esaminare il decreto giustizia, rinviato lunedì scorso per l’assenza simultanea dei ministri di Forza Italia. Assenza che avrebbe celato, o meglio palesato, un disaccordo nell’esecutivo.

Ue, Mattarella: agisca con coraggio su dimensione sociale e competitività

Ue, Mattarella: agisca con coraggio su dimensione sociale e competitivitàRoma, 27 nov. (askanews) – “Se non agisce rapidamente e con coraggio per far fronte alle sfide attuali, interne ed esterne, l’Unione Europea rischia di perdere quello slancio all’innovazione e alla crescita che, oltre agli aspetti valoriali, ne costituisce un tratto essenziale. È responsabilità dei Ventisette, ma soprattutto dei Paesi fondatori, impegnarsi affinché le Istituzioni comuni assicurino un orizzonte di prosperità ai cittadini dell’Unione Europea. Per questo sono indispensabili un mercato unico connotato da una forte dimensione sociale e una politica industriale che consenta alle nostre aziende di guadagnare margini di competitività sui mercati globali”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del terzo anniversario della firma del Trattato del Quirinale, per una riflessione su “temi di grande rilevanza dai quali dipende il futuro delle economie di Francia e Italia, oltre che dell’Europa tutta”.


Un evento, secondo il capo dello Stato, che contribuisce a “rafforzare la rete di dialogo e interconnessione tra i nostri cittadini e a forgiare, passo dopo passo, una coscienza europea comune. È questo il grande valore che Francia e Italia annettono ai ‘Dialoghi italo-francesi per l’Europa’, quale contesto di condivisione di idee sulla congiuntura presente e le prospettive del nostro Continente”.

Salvini: no problemi maggioranza, Tajani non l’ho sentito

Salvini: no problemi maggioranza, Tajani non l’ho sentitoRoma, 27 nov. (askanews) – “Non ho sentito Tajani, ha da fare, abbiamo da fare. Sento Giorgia Meloni tutti i giorni. Non c’è nessun problema in maggioranza, abbiamo avuto 25 mesi produttivi, abbiamo davanti altri tre anni altrettanto produttivi, abbiamo smentito i gufi”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e vice premier Matteo Salvini al convegno “Energia ed Europa”, a proposito della bocciatura dell’emendamento leghista per il taglio del canone.


Nella maggioranza, ha aggiunto, non succede “nulla è più che altro dibattito giornalistico, noi ministri ci occupiamo di temi molto concreti”.