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Tag: Sanremo 2023

La Russia boccia l’idea dell’inviato Usa Kellogg di dividere l’Ucraina in zone di controllo

La Russia boccia l’idea dell’inviato Usa Kellogg di dividere l’Ucraina in zone di controlloRoma, 12 apr. (askanews) – L’idea dell’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per l’Ucraina, Keith Kellogg, di dividere il Paese in zone di controllo, simili alla Berlino del dopoguerra, ha provocato una reazione a Mosca, anche se in un messaggio su X, l’inviato statunitense ha affermato che il Times ha distorto le sue parole.


L’idea non è accettabile per la Russia e potrebbe portare a un’ulteriore escalation, ha dichiarato Rodion Miroshnik, ambasciatore del Ministero degli Esteri russo, durante una trasmissione in diretta sul canale di propaganda Soloviev Live. Secondo lui, “loro (gli ucraini) hanno raccolto, analizzato l’esperienza (del conflitto), preparato e rimotivato decine di migliaia di combattenti (addestrati in) Gran Bretagna”. Donald Trump ha invitato ieri Mosca a “darsi una mossa” per trovare una via d’uscita dal conflitto in Ucraina. L’ambizione del presidente americano è quella di mettere fine alle ostilità scatenate dal Cremlino e, a tal fine, a febbraio ha rotto l’isolamento diplomatico che l’Occidente stava imponendo alla sua controparte russa. La sua amministrazione sta organizzando colloqui distinti con alti funzionari russi e ucraini, ma finora non hanno portato a una fine completa delle ostilità. I negoziati diplomatici proseguono, senza alcuna concessione decisiva da parte del governo di Mosca. Kiev e alcune capitali occidentali sospettano che la Russia, il cui esercito è più grande e meglio equipaggiato sul fronte, stia deliberatamente trascinando i negoziati.


Francia e Gran Bretagna stanno cercando di formare una “coalizione di volenterosi” che invierebbe truppe in Ucraina se i combattimenti cessassero, per dissuadere la Russia da un ulteriore attacco in futuro. Un dispiegamento di cui Mosca non vuole sentir parlare.

Dazi Usa e ipotesi insider trading, i senatori democratici scrivono alla Sec: indagare Trump

Dazi Usa e ipotesi insider trading, i senatori democratici scrivono alla Sec: indagare TrumpRoma, 12 apr. (askanews) – L’indiscrezione del Washington Post è stata confermata. Diversi senatori democratici americani di alto livello hanno scritto una lettera in cui chiedono alla Securities and Exchange Commission (Sec) di indagare se Donald Trump abbia violato le leggi sui titoli e sia macchiato di insider trading e manipolazione del mercato mentre cambiava rotta sui dazi globali.


“Esortiamo la Sec a indagare se gli annunci sui dazi, che hanno causato il crollo dei mercati e la successiva parziale ripresa, abbiano arricchito gli addetti ai lavori e gli amici dell’amministrazione a spese dell’opinione pubblica americana e se gli addetti ai lavori, compresa la famiglia del presidente, fossero a conoscenza della sospensione ai dazi di cui hanno abusato per effettuare operazioni azionarie prima dell’annuncio del presidente”, si legge nella lettera, iniziativa che vede in prima linea la senatrice del Massachusetts ed ex candidata alla presidenza Elizabeth Warren. Mercoledì, Trump ha scritto sui social media: “QUESTO È UN OTTIMO MOMENTO PER COMPRARE!!!”. Il post è stato scritto in un momento di forte volatilità dei mercati e di ribasso degli indici statunitensi. Qualche ora dopo il suo intervento, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato improvvisamente una pausa di 90 giorni su molti dazi. L’iniziativa ha fatto risalire l’S&P 500 statunitense di diversi punti percentuali in pochi minuti. Mercoledì ha segnato il miglior giorno per l’S&P 500 dalla ripresa dalla crisi finanziaria del 2008. La lettera è stata firmata anche dal leader della minoranza del Senato Chuck Schumer, dal membro della commissione finanziaria Ron Wyden, dai senatori dell’Arizona Mark Kelly e Ruben Gallego e dal californiano Adam Schiff.


I senatori hanno accusato Trump di aver annunciato “una serie di tariffe irregolari e sconsiderate, che hanno portato a significative turbolenze di mercato”, aggiungendo: “Come risultato diretto di questo caos, i mercati finanziari statunitensi hanno subito cali drammatici nel corso di pochi giorni”. La lettera ha aggiunto: “Non è chiaro quali funzionari e affiliati del presidente Trump fossero a conoscenza in anticipo dei suoi piani per rinviare i dazi… ma gli addetti ai lavori potrebbero aver saputo che avrebbe annunciato una pausa nelle tariffe e che il mercato sarebbe migliorato”.


I senatori hanno anche messo in discussione le azioni dell’amministrazione Trump volte a indebolire la Sec, chiedendo quali effetti abbiano avuto le recenti azioni e i tagli al personale federale sulla capacità dell’agenzia di “indagare e perseguire azioni di enforcement”, nonché di “monitorare e rispondere a eventi di mercato su larga scala”.

Dazi, Tajani: lavoreremo con la Cina, ma gli Usa sono il principale interlocutore

Dazi, Tajani: lavoreremo con la Cina, ma gli Usa sono il principale interlocutoreNuova Delhi, 12 apr. (askanews) – “Con la Cina continueremo a lavorare per avere buone relazioni commerciali, ma il nostro principale interlocutore sono gli Stati Uniti”. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Nuova Delhi, rispondendo a una domanda sulle prospettive di più strette relazioni commerciali di Pechino con l’Unione europea in risposta ai dazi americani.


Gli Stati Uniti sono il “nostro principale alleato nel mondo”, “quindi dobbiamo fare in modo che non ci sia assolutamente una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti”, ha spiegato Tajani. In questa direzione, ha ricordato il ministro degli Esteri, va anche la missione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington. “Io credo che le guerre tariffarie non servano a nessuno, noi vogliamo dialogare con tutti, siamo qui in India per rinforzare la collaborazione con un paese che è fondamentale, il paese più popoloso al mondo”, ha insistito Tajani, aggiungendo che “la Via del Cotone rappresenta un’altra straordinaria opportunità sulla quale l’Italia sta lavorando tantissimo”.

Giorgetti: i dazi fanno tutti male all’economia, non solo quelli di Trump ma anche il dumping della Cina

Giorgetti: i dazi fanno tutti male all’economia, non solo quelli di Trump ma anche il dumping della CinaRoma, 12 apr. (askanews) – Tutti i dazi commerciali fanno male all’economia dell’Italia, non solo quelli decisi dal presidente Usa Donald Trump, ma anche quelli che di fatto utilizza la Cina con il dumping. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti a margine dell’Ecofin informale a Varsavia.


“I dazi impliciti ed espliciti che ci sono in giro nel mondo, non solo quelli di Trump, ma anche le politiche di dumping attuate dalla Cina, fanno molto male all’economia italiana”, ha affermato davanti alle telecamere.

Dazi, Trump: da escalation commerciale con la Cina uscirà “qualcosa positivo”

Dazi, Trump: da escalation commerciale con la Cina uscirà “qualcosa positivo”Roma, 12 apr. (askanews) – L’escalation commerciale degli Stati Uniti con la Cina porterà “qualcosa di positivo”. Ne è sicuro il presidente americano, Donald Trump. “Penso che ne uscirà qualcosa di positivo”, ha dichiarato Trump ai giornalisti, aggiungendo di essere sempre stato in buoni rapporti con il leader cinese Xi Jinping.


“Siamo in una posizione molto buona”, ha detto Trump, aggiungendo che per quanto riguarda i negoziati sui dazi, la sua amministrazione sta dialogando con “molti Paesi”. I dazi sulla Cina rimarranno al 145 per cento, aveva riferito in precedenza la Casa Bianca. L’ambasciata cinese a Washington ha dichiarato che Pechino negozierà solo su basi paritarie e nel rispetto reciproco, chiedendo la fine delle minacce e delle pressioni economiche e sottolineando che non ci possono essere vincitori nelle guerre commerciali. La Casa Bianca ha ribadito che le azioni di Washington non possono essere giudicate in questi termini. Il 2 aprile Trump ha firmato un ordine esecutivo che introduce dazi “reciproci” sulle importazioni da altri Paesi, con una base del 10 per cento e in diversi Paesi più alta, a seconda del deficit commerciale con gli Stati Uniti. Il 9 aprile, il presidente ha annunciato che avrebbe imposto una pausa di 90 giorni agli oltre 75 Paesi che hanno chiesto di negoziare i dazi, senza imporre tariffe di ritorsione.

Il governatore della Banca d’Italia: il settore delle criptovalute è far west, bitcoin pura scommessa

Il governatore della Banca d’Italia: il settore delle criptovalute è far west, bitcoin pura scommessaRoma, 12 apr. (askanews) – Il settore delle criptovalute “é un po’ un far west, ancora non offre garanzie per i consumatori” e il bitcoin “è una pura scommessa, uno strumento speculativo, non è una moneta, non è un sistema di pagamento”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo ad un evento a Trento in vista del Festival dell’economia. “Stiamo costruendo l’euro digitale. Oggi è carta che abbiamo nel portafoglio. Domani sarà una scrittura crittografica che porteremo nel telefono”,  ha detto Panetta, sottolineando: “Dobbiamo convincere che si tratta di un progetto che non spiazzerà nessuno – ha aggiunto – e che affiancherà il contante”.


 

25 aprile, Salvini: è la festa di tutti, non solo dei comunisti

25 aprile, Salvini: è la festa di tutti, non solo dei comunistiRoma, 12 apr. (askanews) – Matteo Salvini si augura che il 25 aprile sia “una bella giornata di sole”, una giornata “festosa in cui si ricorda un momento di liberazione di cui tutti sono stati protagonisti. Non solo i comunisti”. Il vice-premier lo ha detto a margine della ‘Scuola di formazione politica della Lega’. “Mi stupiscono – aggiunto – le parole. Io odio che arrivano una certa sinistra: quando uno dei portavoce del politicamente corretto come il signor Saviano dice che Musk finirà nel sangue, che la parabola di Trump finirà violentemente, che c’è la tirannide e c’è bisogno di una nuova resistenza… Io penso che parli a sproposito e usi parole che che non fanno bene”.

Panetta: S&P non mi stupisce, rating potrebbe ancora migliorare

Panetta: S&P non mi stupisce, rating potrebbe ancora migliorare

Roma, 12 apr. (askanews) – Il giudizio di Standard and Poor’s giunto ieri sera, che ha migliorato il rating dell’Italia “non mi stupisce, me lo aspettavo. Lo aveva detto anche tre mesi fa al Forex. E non è finita qui, potrebbe ancora migliorare”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo a Trento ad un evento in vista del Festival Dell’Economia.


“Le condizioni dell’economia italiana sono cambiate, i conti pubblici sono condotti con ragionevolezza, non sono trattati come variavbile indipendente, ma si cerca di contemperare le esigenze dell’economia tenendo conto dell’elevato debito”.

Panetta: S&P non mi stupisce, rating potrebbe ancora migliorare

Panetta: S&P non mi stupisce, rating potrebbe ancora migliorare

Roma, 12 apr. (askanews) – Il giudizio di Standard and Poor’s giunto ieri sera, che ha migliorato il rating dell’Italia “non mi stupisce, me lo aspettavo. Lo aveva detto anche tre mesi fa al Forex. E non è finita qui, potrebbe ancora migliorare”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo a Trento ad un evento in vista del Festival Dell’Economia.


“Le condizioni dell’economia italiana sono cambiate, i conti pubblici sono condotti con ragionevolezza, non sono trattati come variavbile indipendente, ma si cerca di contemperare le esigenze dell’economia tenendo conto dell’elevato debito”.

Meloni e Abascal (il leader di Vox), due ore di incontro a Roma “con un’amica e alleata eccellente”

Meloni e Abascal (il leader di Vox), due ore di incontro a Roma “con un’amica e alleata eccellente”Roma, 12 apr. (askanews) – “A Roma, sempre benvenuti. Un paio d’ore molto interessanti per scambiare impressioni con un’amica e alleata eccellente: Giorgia Meloni. L’Italia è senza dubbio una nazione fortunata e ben governata, nonostante i tempi turbolenti in cui viviamo”.


Lo scrive su X il leader spagnolo di Vox Santiago Abascal, postando una foto di lui e Giorgia Meloni sorridenti insieme all’indomani dell’incontro a Pechino fra il premier socialista spagnolo Sanchez e il presidente cinese Xi Jin Ping per rafforzare i rapporti Cina-Ue in piena guerra commerciale Usa-Cina sui dazi che secondo fonti di stampa è stato criticato dalla premier Meloni.