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Tag: Sanremo 2023

Lollobrigida spera che anche la Ue vieti la “carne sintetica”

Lollobrigida spera che anche la Ue vieti la “carne sintetica”Roma, 16 nov. (askanews) – “Abbiamo grande rispetto dell’Ue e in Agrifish, nella commissione competente, abbiamo consegnato la nostra proposta a tutti i colleghi perchè possano riflettere nei loro Parlamenti. Oggi l’Italia è la prima ma non è detto non arrivino altri. Abbiamo chiarito che i nostri parlamentari italiani insieme ai colleghi in Europa hanno bocciato tutti gli emendamenti che autorizzano produzioni di questa natura, questo mi fa presuppore si possa arrivare in Ue a un divieto”. Così il ministro per la Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, in aula alla Camera ha ribadito la bontà della proposta di vietare il cibo sintetico.

“Qualora invece l’autorità europea ci ponga questo tema, ce lo porremo – ha aggiunto – nel frattempo possiamo fare le nostre proposte come Italia tenendo conto del peso specifico dei partiti in Parlamento”.Quanto all’accusa rivolta dal deputato Angelo Bonelli sugli Ogm Lollobrigida ha replicato: “I nuovi Ogm sono processi diversi, la accelerazione evolutiva non modifica la specie di riferimento, perciò riteniamo che gli effetti portino risultati estremamente diversi rispetto ai pesticidi che tutti vogliamo eliminare”.

 

Biden ritiene Xi ancora “un dittatore”. La Cina: irresponsabile

Biden ritiene Xi ancora “un dittatore”. La Cina: irresponsabileRoma, 16 nov. (askanews) – La portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha definito irresponsabile ed errata la nuova definizione di “dittatore” fatta dal presidente americano Joe Biden a proposito del suo omologo cinese Xi Jinping, dopo averlo incontrato a San Francisco.

“Questa affermazione è estremamente errata e irresponsabile. La Cina si oppone fermamente alla manipolazione politica”, ha detto la diplomatica cinese in un briefing alla stampa, aggiungendo che “ci sono sempre persone con secondi fini che cercano di provocare e minare le relazioni tra Cina e Stati Uniti, ma questo non avrà successo”. Dopo il vertice di ieri, Biden ha detto di credere ancora che il presidente cinese Xi Jinping sia un dittatore, anche se i due leader hanno fatto progressi nelle loro relazioni.

“Beh, guarda, è un dittatore nel senso che è uno che governa un paese che è un paese comunista basato su una forma di governo totalmente diversa dalla nostra”, ha detto Biden rispondendo a una domanda della CNN. “Comunque abbiamo fatto dei progressi.”

Salvini: la mia scelta di precettare è condivisa dall’intero governo

Salvini: la mia scelta di precettare è condivisa dall’intero governoRoma, 16 nov. (askanews) – La posizione del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, sullo sciopero proclamato da Cgil, e Uil per domani che è stato precettato “è condivisa” dall’intero governo”. Lo assicura lo stesso ministro intervistato su Rtl 102.5.

“Non è che un ministro si alzi la mattina e decida cosa fare senza informarne gli altri. Quindi la linea è condivisa non solo non solo dal governo e ma anche dalla stragrande maggioranza dei lavoratori italiani”, ha detto Salvini. Quello della Cgil nei confronti del governo è un “approccio pregiudiziale”. “La stragrande maggioranza dei sindacati fa delle critiche al governo come è giusto, fa delle proposte migliorative, come è giusto, ma non sciopera un giorno sì e uno no. Penso alla Cisl alla Ugl, a iniziative a favore dei lavoratori da includere nelle gestione delle aziende che la Lega ha proposto e porta avanti. La stragrande maggioranza dei sindacati dei lavoratori ha un approccio critico quando serve ma non pregiudiziale. Io dalla Cgil in questo anno al governo ho avuto solo no, no al Ponte, no alle riforme, no all’Alta velocità, no alla Tav. Non è che puoi dire sempre no a tutto”.

”L’Espressionismo del suono”, la mostra personale di Antonella Benanzato

”L’Espressionismo del suono”, la mostra personale di Antonella BenanzatoRoma, 16 nov. (askanews) – Il suono come matrice e ricerca intrecciato al colore sono il substrato fondamentale delle opere di Antonella Benanzato, artista le cui opere sono in mostra nella personale dal titolo “L’Espressionismo del suono” che viene inaugurata il 18 novembre alle ore 18.30 allo Spazio Anna Breda Gallery in via San Fermo, 51 a Padova. Artista a tutto tondo, Benanzato oltre che pittrice informale, è anche musicista e compositrice. Le opere in mostra, la maggior parte inedite, rappresentano la sintesi di una ricerca tra musica colore e meditazione che da anni l’artista porta avanti in continua sperimentazione ed evoluzione. Antonella Benanzato ha esposto le sue opere in Italia, nelle principali capitali europee e negli Stati Uniti.

“La mia ricerca – racconta Antonella Benanzato – si muove in parallelo tra pittura, musica e stati non ordinari di coscienza, nel caso specifico la meditazione. Per me, da sempre, colore e musica sono tutt’uno. Ogni immagine, ogni colore per me ha un suono, ha una tonalità, una luce, una forma di movimento nello spazio…” Scrive ancora Antonella Benanzato spiegando la sua opera: “Il mio rapporto col colore e il suono è fondamento. Il colore attrae perché magnete di uno stato d’animo e di una particolare vibrazione mentale e sensoriale. La minore o maggiore sensibilità a un determinato spettro cromatico implica la sintonia di mente e corpo su una precisa frequenza e onda cerebrale. La musica e il suono viaggiano su di una gamma di vibrazioni e anche il colore stesso vibra. Ecco perché colore e musica riescono a influenzare la visione. In particolare, la musica nella sua combinazione di note è in grado di generare immagini che il cervello elabora. La pittura, quindi, è il tramite, il medium, attraverso il quale note musicali e colori varcano la dimensione percettiva più profonda. Nel dettaglio del colore infinitesimale si cela un microcosmo completo e indipendente simile, in qualche aspetto, a quello che interessa la struttura molecolare della materia e dell’atomo.Per dirla in termini semplicistici o forse azzardati, nel colore si potrebbe trovare traccia del nostro Dna mentale”.

Paolo Coltro nella sua introduzione al catalogo della mostra “Cromogonie – Ritratto del paesaggio interiore” che si è tenuta nel 2018, scrive: “Le tele sono grandi, grandi da non poter stare su un cavalletto. Così stanno per terra, come quasi tutto ciò che nasce, e sarà fisico questo movimento dell’esistere, dall’orizzontale fino ad essere in piedi e poi in alto. E’ un cammino lento e soprattutto simbolico, è la conquista della luce: prima elemento esterno che accarezza indistinta, poi via via catturata e intrappolata consapevolmente, parte di un corpo, circolazione sanguigna che lo rende vivo ai nostri sguardi. Non c’è, tutta quella luce, nella fase iniziale della nascita, ma la conquista man mano si annuncia, e l’artista apre strade a questa luce che sarà la voce finale, canto o urlo che sia. Queste tele ripercorrono la storia dell’evoluzione umana, la conquista della stazione eretta: in piedi diventano altro, raggiungono una personalità compiuta, agiscono. Su di noi”. E ancora: “Antonella Benanzato sovrappone ad uno strato primigenio di cementite (una base solida, niente increspature, niente flessibilità, quasi un muro) strati e strati di pittura, con colori ad olio. Un colore diverso ad ogni strato, che copre quello precedente. E’ un progetto sempre in divenire, possono passare settimane tra una mano e l’altra, e ogni volta l’aspetto è quello di un monocromo. Ma, sotto, si sta formando la miniera. Sarà anche tecnica, ma è un percorso cognitivo: prima di somma, poi di sottrazione. “All’inizio non so quale sarà il risultato finale», perché il lento crescere della creatività ha la sua esplosione nell’atto finale. Il quale atto finale è scavare, togliere, di fatto scoprire ciò che prima ad ogni passaggio si è celato. Ma perché la «scoperta», cioè la rivelazione, sia guidata dal pensiero occorre ben sapere quali siano le anime via via sovrapposte, e la loro forza e delicatezza, e la capacità di convivere e stare – finalmente sullo stesso piano – con altre anime. La pittrice toglie veli, in fondo è l’essenza di un transfert spirituale”.

Antonella Benanzato è pittrice astratta informale, musicista e giornalista professionista. Nella creazione dei suoi pezzi molto spesso di grandi dimensioni, Antonella impiega tecniche miste tra oli, pastelli ed inchiostri. Le sue tele sono caratterizzate da scrabbing come per intravedere cosa ci può essere sotto i muri passati e ripassati nel tempo.

Alluvione Toscana, Giani: non mi interessa se commissario io o Figliolo

Alluvione Toscana, Giani: non mi interessa se commissario io o FiglioloFirenze, 16 nov. (askanews) – “Sono una persona molto pragmatica, non mi interessa che sia io a guidare la ricostruzione o il generale Figliuolo. L’importante sono i risultati. L’importante è garantire ai cittadini e alle imprese velocità, risorse per i ristori, presenza sul territorio”. Così, in un’intervista a La Nazione, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ora è commissario delegato per l’emergenza, sulla possibilità che il Governo non lo nomini commissario straordinario per la ricostruzione dopo l’alluvione del 2 novembre.

Teme ritardi per i fondi? “quando ho sentito Musumeci mi sono insospettito. Mi auguro di sbagliarmi”, risponde Giani, che rivolge ancora critiche nei confronti del ministro per la Protezione civile: “mi dispiace per lui, le sue parole sono state fuori luogo e fuori tempo. Da parte dei cittadini e delle imprese che hanno perso tutto c’era molta attesa. Onestamente non ha fatto una bella figura” “Certo non è stato il messaggio di speranza che tutti si attendevano. Pensare che i dissesti idrogeologici debbano essere affrontati esclusivamente con le assicurazioni, denunciando che in Italia solo il 6 per cento si assicura, è assolutamente limitante. È lo Stato -conclude Giani- che deve assicurare la difesa dei territori e il ristoro”.

In Argentina il negazionismo di Milei sulla dittatura non seduce i militari

In Argentina il negazionismo di Milei sulla dittatura non seduce i militariRoma, 16 nov. (askanews) – Il negazionismo della dittatura proposto dal candidato dell’estrema destra alla presidenza Milei non penetra nelle caserme argentine scrive oggi El Pais in un’approfondita analisi sulla situazione argentina a tre giorni dal voto di ballottaggio.

Javier Milei, il candidato presidenziale dell’estrema destra argentina, ha ribaltato il consenso che ha tenuto a galla la democrazia argentina per 40 anni. Intende porre fine all’istruzione pubblica e alla sanità, tagliare i fondi alle università e si oppone alle leggi sull’aborto e al matrimonio paritario. Parte di questa “guerra culturale”, come la chiama lui, comporta una reinterpretazione condiscendente al limte del negazionismo dell’ultima dittatura (1976-1983) e del terrorismo di stato. In prima linea in questo negazionismo c’è la sua candidata alla vicepresidenza, Victoria Villarruel, nipote di soldati che chiede una “memoria completa” che includa le vittime della guerriglia degli anni Settanta e metta fine ai casi aperti per i crimini che feriscono l’umanità. Il suo discorso, però, non passa nelle caserme. Le nuove generazioni di militari, alcuni già nati nella democrazia e tutti educati in essa, ritengono che mettere all’ordine del giorno la questione della repressione illegale metta a repentaglio anni di sforzi per ripulire la loro immagine.Le forze armate argentine hanno controllato la politica argentina per più di 50 anni. Nel 1930, con il primo colpo di stato, iniziarono una lunga serie di golpeche tentò di reprimere prima il primo partito di massa dell’America Latina, l’Unione Civica Radicale (UCR), e poi, a partire dal 1955, il peronismo. Quando cedettero il potere nel 1983, avevano rimosso con la forza dalla Casa Rosada cinque governi democratici, senza contare i cambi di comando nel palazzo. Il presidente della transizione, il radicale Raúl Alfonsín, processò i dirigenti della dittatura nel 1985. Nel 1991, un peronista, Carlos Menem, gli concesse la grazia. Con il Menemismo, però, si avvia anche un processo di definanziamento delle Forze Armate e di ritiro delle truppe in caserma. Oggi l’esercito argentino non ne vuole sapere nulla di politica. E il consenso democratico intorno al “Mai più” ha neutralizzato ogni tentativo di riscrivere la storia o di glorificazione politica del terrorismo di stato. Interrogato sulla dittatura nel primo dibattito tra i candidati, Javier Milei ha ripetuto le parole dell’ammiraglio Emilio Massera durante il processo alle Junta. Ha detto che negli anni settanta ci fu “una guerra” in cui furono commessi “eccessi”, ma mai un piano di sterminio illegale e sistematico. È stato il primo candidato della Casa Rosada che ha osato tanto e il primo che non ha perso voti per questo. Villarruel va oltre. L’obiettivo è porre fine ai processi per crimini contro l’umanità, convertire il Museo della Memoria che opera nel più grande centro di detenzione e tortura della dittatura, l’Esma, in una scuola “per il divertimento di tutti” ed eliminare il programma pensionistico che ricevono le vittime. . Durante questa settimana, ha difeso pubblicamente un soldato che sui social media scriveva che nel bagagliaio di una Ford Falcon verde, come quelle usate per rapire i militanti, potevano entrare sette persone, “anche se un po’ scomode”. Dice anche che i desaparecidos non furono 30.000, come sostengono le organizzazioni per i diritti umani, ma “solo” 8.961 registrati dalla commissione per la verità, Conadep, che Alfonsín ha insediato all’inizio del suo governo.Il discorso di Villarroel ha risonanza e piace al personale militare in pensione, con molti vecchi militari già loro condannati o con procedimenti ancora aperti per crimini contro l’umanità. Ma non fa breccia nei militari attuali già formati alla democrazia. “Siamo un’altra generazione e siamo sconvolti”, chiarisce in massima riservatezza una fonte della Marina perché le norme impediscono loro di esprimere qualsiasi opinione politica. “Quelli che erano lì in quel momento

Toscana, Giani: da Autorità Bacino mai progetti su corsi esondati

Toscana, Giani: da Autorità Bacino mai progetti su corsi esondatiFirenze, 16 nov. (askanews) – “A partire dall’Autorità di Bacino nessuno mi ha mai mostrato progetti o intenzioni di intervenire sui torrenti” che sono esondati nell’ultima alluvione, quella del 2 novembre, che ha colpito la Toscana. Lo afferma, in un’intervista a La Nazione, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

“Come si fa a dire -ha aggiunto Giani- che era tutto previsto se niente del genere è stato mai progettato e concretamente previsto? Sono espressioni che mi lasciano sconcertato. Occorre uscire dai concetti generali ed essere molto precisi e concreti. E personalmente in questo fase più di polemiche dalle Autorità vorrei avere progetti”. “Credo che in tutte le cose ci debba animare lo spirito di fare meglio. Ed è con questo spirito che affronto anche questa emergenza. Non c’è tempo per le polemiche. Però -ha continuato Giani- voglio sottolineare che, rileggendo anche gli atti degli anni passati, nessuno aveva mai proposto interventi prioritari per torrenti quali il Furba a Seano, lo Stella a Quarrata, la Bardena a Figline di Prato, l’Agna a Montale, il Vincio a Stabbia e Cerreto Guidi, il Bagnolo a Montemurlo, o il Rio di Fucecchio a Fucecchio”.

“Questo disastro -ha concluso Giani- è stato prodotto dal reticolo minore dei corsi su cui certamente dovremo programmare interventi importanti. Però, ripeto, nessuno considerava questi interventi così prioritari, così come si dice oggi dopo questa bomba d’acqua con precipitazioni concentrate superiori all’alluvione del 1966”.

Argentina, negazionismo Milei su dittatura non seduce i militari

Argentina, negazionismo Milei su dittatura non seduce i militariRoma, 16 nov. (askanews) – Il negazionismo della dittatura proposto da Milei non penetra nelle caserme argentine scrive oggi El Pais in un’analisi sulla situazione argentina a tre giorni dal voto di ballottaggio.

Javier Milei, il candidato presidenziale dell’estrema destra argentina, ha ribaltato il consenso che ha tenuto a galla la democrazia argentina per 40 anni. Intende porre fine all’istruzione pubblica e alla sanità, tagliare i fondi alle università e si oppone alle leggi sull’aborto e al matrimonio paritario. Parte di questa “guerra culturale”, come la chiama lui, comporta una reinterpretazione condiscendente dell’ultima dittatura (1976-1983) e del terrorismo di stato. In prima linea in questo negazionismo c’è la sua candidata alla vicepresidenza, Victoria Villarruel, nipote di soldati che chiede una “memoria completa” che includa le vittime della guerriglia degli anni Settanta e metta fine ai casi aperti per i crimini che feriscono l’umanità. Il suo discorso, però, non passa nelle caserme. Le nuove generazioni di militari, alcuni già nati nella democrazia e tutti educati in essa, ritengono che mettere all’ordine del giorno la questione della repressione illegale metta a repentaglio anni di sforzi per ripulire la loro immagine. Le forze armate argentine hanno controllato la politica argentina per più di 50 anni. Nel 1930, con il primo colpo di stato, iniziarono una lunga serie di golpeche tentò di reprimere prima il primo partito di massa dell’America Latina, l’Unione Civica Radicale (UCR), e poi, a partire dal 1955, il peronismo. Quando cedettero il potere nel 1983, avevano rimosso con la forza dalla Casa Rosada cinque governi democratici, senza contare i cambi di comando nel palazzo. Il presidente della transizione, il radicale Raúl Alfonsín, processò i dirigenti della dittatura nel 1985. Nel 1991, un peronista, Carlos Menem, gli concesse la grazia. Con il Menemismo, però, si avvia anche un processo di definanziamento delle Forze Armate e di ritiro delle truppe in caserma. Oggi l’esercito argentino non ne vuole sapere nulla di politica. E il consenso democratico intorno al “Mai più” ha neutralizzato ogni tentativo di riscrivere la storia o di glorificazione politica del terrorismo di stato.

Interrogato sulla dittatura nel primo dibattito tra i candidati, Javier Milei ha ripetuto le parole dell’ammiraglio Emilio Massera durante il processo alle Junta. Ha detto che negli anni settanta ci fu “una guerra” in cui furono commessi “eccessi”, ma mai un piano di sterminio illegale e sistematico. È stato il primo candidato della Casa Rosada che ha osato tanto e il primo che non ha perso voti per questo. Villarruel va oltre. L’obiettivo è porre fine ai processi per crimini contro l’umanità, convertire il Museo della Memoria che opera nel più grande centro di detenzione e tortura della dittatura, l’Esma, in una scuola “per il divertimento di tutti” ed eliminare il programma pensionistico che ricevono le vittime. . Durante questa settimana, ha difeso pubblicamente un soldato che sui social media scriveva che nel bagagliaio di una Ford Falcon verde, come quelle usate per rapire i militanti, potevano entrare sette persone, “anche se un po’ scomode”. Dice anche che i desaparecidos non furono 30.000, come sostengono le organizzazioni per i diritti umani, ma “solo” 8.961 registrati dalla commissione per la verità, Conadep, che Alfonsín ha insediato all’inizio del suo governo. Il discorso di Villarroel ha risonanza e piace al personale militare in pensione, con molti vecchi militari già loro condannati o con procedimenti ancora aperti per crimini contro l’umanità. Ma non fa breccia nei militari attuali già formati alla democrazia. “Siamo un’altra generazione e siamo sconvolti”, chiarisce in massima riservatezza una fonte della Marina perché le norme impediscono loro di esprimere qualsiasi opinione politica. “Quelli che erano lì in quel momento

Calderone: nessuna lesione del diritto di sciopero, occore rispettare anche i cittadini

Calderone: nessuna lesione del diritto di sciopero, occore rispettare anche i cittadiniRoma, 16 nov. (askanews) – Nessuna lesione da parte del governo del diritto allo sciopero dopo la precettazione da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini per domani. Per il ministro del Lavoro, Marina Calderone, in una intervista rilasciata alla Stampa, “il diritto allo sciopero va tutelato e guardato con senso di responsabilita. Ma non strumentalizzato, nel rispetto anche di quei cittadini e lavoratori a cui vanno garantiti i servizi essenziali. Proprio per questo motivo esistono delle regole e una commissione di garanzia”.

In merito alle norme in metaria di pensioni contenute in Manovra e su cui il governo pensa di intervenire con delle modifiche, il ministro spiega: “Ci sono varie ipotesi di lavoro che vanno dall’applicazione delle nuove aliquote di rendimento solo per chi, tra le categorie di dipendenti del settore pubblico, sceglie di andare in pensione anticipatamente conservando l’assetto attuale per le pensioni di vecchiaia al differiento dell’entrata in vigore della norma”.

Bombardata e distrutta la casa del leader di Hamas, Haniyeh, a Gaza

Bombardata e distrutta la casa del leader di Hamas, Haniyeh, a GazaRoma, 16 nov. (askanews) – Un aereo da caccia israeliano ha colpito durante la notte la casa nella Striscia di Gaza del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che vive in Qatar.

Le forze di difesa israeliane affermano che la casa era “utilizzata come infrastruttura terroristica e, tra le altre cose, come luogo di incontro per gli alti funzionari dell’organizzazione”. L’esercito ha pubblicato filmati che mostrano alcuni momenti dell’attacco aereo.

Hamas aveva precedentemente affermato che l’IDF aveva già colpito due case appartenenti ad Haniyeh e alla sua famiglia, ma questo è il primo attacco confermato direttamente dai militari dello Stato ebraico.