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Tag: Sanremo 2023

L’origine regionale di cibo e vino traina vendite pari a 2,8 mld

L’origine regionale di cibo e vino traina vendite pari a 2,8 mldMilano, 21 apr. (askanews) – Boom di offerta per prodotti alimentari e vini sulle cui etichette è segnalata la regione da cui provengono. Tra supermercati e ipermercati ormai superano le 10 mila referenze, grazie a una crescita annua dell’offerta a scaffale di +11%, e sviluppano oltre 2,8 miliardi di euro di sell-out. A rivelarlo è l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che monitora l’andamento delle vendite di quasi 130 mila prodotti di largo consumo suddivisi in 11 carrelli “tematici” che identificano altrettanti fenomeni di consumo.

Come in ogni edizione, l’Osservatorio Immagino ha elaborato anche la classifica delle regioni che cavalcano maggiormente il trend della valorizzazione dei prodotti locali, contribuendovi con il maggior numero di referenze a scaffale e con il più alto valore delle vendite di prodotti in cui sono indicate in etichetta. Ancora una volta il primo posto, per giro d’affari, spetta al Trentino-Alto Adige, seguito da Sicilia ed Emilia-Romagna. Ma se guardiamo alla performance annua di vendita, allora il primato va al Molise (+10,7%), seguito da Sardegna (+8,3%) e Liguria (+6,3%). Trend negativi, invece, per i panieri “targati” Friuli-Venezia Giulia (-10,6%), Lazio (-10,0%) e Basilicata (-8,8%).

Al Salone del Mobile è l’anno di Euroluce, settore vocato a export (77%)

Al Salone del Mobile è l’anno di Euroluce, settore vocato a export (77%)Milano, 21 apr. (askanews) – Il mondo dell’illuminazione è tornato dopo quattro anni a esporre in presenza al Salone del mobile con Euroluce, la biennale dedicata al settore, che si presenta in un inedito format. “Il nostro obiettivo era quello di rappresentare il sistema luce nella sua globalità, dal tecnico fino ad arrivare alla parte decorativa” spiega Carlo Urbinati, numero uno di Assoluce, l’associazione di FederlegnoArredo delle più importanti aziende italiane produttrici di apparecchi di illuminazione che esportano per il 77% del loro fatturato.

Il settore dell’illuminazione conta 1.360 aziende e circa 10.900 addetti. Dopo la pesante flessione del 2020, nel 2021 è tornato ai livelli pre-pandemici per poi tornare a crescere nel 2022 con un aumento di fatturato del +7,2%. Fortemente votato alle esportazioni, ha nella Francia il primo mercato (220 milioni di euro, +6,5%), seguita dalla Germania (210 milioni, +2,5%), come attestano i dati del Centro Studi FederlegnoArredo. Gli Stati Uniti si confermano anche per il 2022 il terzo mercato, con vendite per circa 143 milioni di euro e la variazione più significativa di tutte le principali destinazioni (+27,1%). In particolare, si segnala l’ingresso della Cina nella top 10, con un export dall’Italia di 42 milioni di euro e un andamento del +15,9%. “L’ultima edizione di Euroluce risale al 2019 e in questi quattro anni come associazione abbiamo sviluppato una progettualità precisa, con lo scopo di rafforzare una formula espositiva efficace. L’innovazione tecnologica ha infatti portato il mondo della luce a integrare gli interlocutori storici, legati all’arredamento, con i tecnici della luce, interessati non solo al design ma soprattutto alla gestione degli impianti. Così siamo arrivati a privilegiare un’offerta che potesse attrarre anche questo tipo di pubblico – ha raccontato Urbinati – È stato inoltre creato un percorso che privilegia il punto di vista del visitatore perché dopo la sua esperienza di visita possa essere diverso da come è entrato in fiera. È stato un processo non banale”.

MartinoRossi: con sistema Underdrip meno consumi idrici e di fertilizzanti

MartinoRossi: con sistema Underdrip meno consumi idrici e di fertilizzantiMilano, 21 apr. (askanews) – In occasione della 53a Giornata Mondiale della Terra l’azienda italiana MartinoRossi, racconta i benefici di un innovativo sistema di irrigazione che consente il risparmio di acqua e fertilizzanti.

“Una qualsiasi delle immagini sulla portata attuale di fiumi, laghi e invasi descrive meglio di tante parole in che misura le alterazioni climatiche stanno minando le basi della filiera agroalimentare nazionale e quanto sia urgente passare allo studio di soluzioni concrete e di lungo periodo – afferma Giorgio Rossi, presidente di MartinoRossi – Da questo punto di vista il comparto agricolo italiano è molto avanti nella sperimentazione in campo di nuove tecnologie e tecniche agronomiche che consentono di ridurre i consumi di acqua, energia e fertilizzanti azotati, migliorando nettamente sia la sostenibilità delle attività agricole sia le rese per ettaro delle colture. Quello che manca nel nostro Paese è la capacità di fare sistema mettendo a fattore comune le esperienze e le competenze di cui disponiamo”. Il punto di vista del presidente di MartinoRossi è supportato dall’impegno assunto fondando Underdrip, società ad hoc creata per curare lo sviluppo dell’omonimo sistema di sub-irrigazione e fertirrigazione di precisione di nuova concezione, testato e perfezionato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore – sedi di Piacenza e Cremona – e l’Università degli Studi di Milano.

Una volta posizionato, questo sistema interrato ad alta efficienza permette di ridurre sino al 60% i consumi idrici e del 50% quelli di fertilizzanti. Underdrip prevede l’interramento delle manichette su file parallele a profondità variabili tra i 30 e i 50 cm a seconda delle tessiture del terreno, con memorizzazione GPS della posizione dell’impianto, così da consentire la semina e il successivo sviluppo delle piante al di sopra delle manichette stesse. Acqua e fertilizzanti vengono rilasciati a bassa pressione in corrispondenza delle radici delle colture e si distribuiscono gradualmente, sfruttando la microporosità del suolo. Tali caratteristiche presentano una serie di importanti vantaggi sia rispetto alla tradizionale irrigazione a pioggia sia alla micro-irrigazione superficiale a goccia. Il rilascio dell’acqua al livello delle radici, infatti, stimola lo sviluppo dell’apparato radicale a tutto beneficio dell’assorbimento dei nutrienti presenti nel terreno e della vigoria delle piante. L’assenza di umidità in superficie, per contro, crea un’ambiente sfavorevole alla proliferazione di infestanti e infezioni fungine, riducendo drasticamente la necessità di ricorrere a diserbanti e fitosanitari.

Inoltre, la non necessità di rivoltare periodicamente il terreno favorisce il consolidamento del suolo coltivato, la sua capacità di trattenere il carbonio e la sua vitalità poiché rispetta l’equilibrio naturale di microfauna e microflora.

Usa, Washington Post: Biden annuncerà la sua ricandidatura martedì

Usa, Washington Post: Biden annuncerà la sua ricandidatura martedìMilano, 20 apr. (askanews) – Secondo il Washington Post il presidente americano, Joe Biden potrebbe annunciare la sua ricandidatura alla presidenza martedì 25 aprile. “Il presidente Biden e il suo team stanno preparando l’annuncio della campagna per la rielezione la prossima settimana, con gli assistenti che lavorano a un piano per la diffusione di un video con cui lanciare ufficialmente la campagna” scrive il Washington Post citando “tre persone informate sui fatti”.

Biden e i suoi collaboratori punterebbero a martedì per la diffusione del video in concomitanza con il quarto anniversario del lancio della sua campagna 2020.

Oiv: nel 2022 consumo mondiale di vino a 232 mln hl, -1% sul 2021

Oiv: nel 2022 consumo mondiale di vino a 232 mln hl, -1% sul 2021Milano, 20 apr. (askanews) – Nel 2022 il consumo mondiale di vino è stato stimato in 232 milioni di ettolitri, con una diminuzione di circa 2 milioni rispetto al 2021 (-1%). Una leggera ma regolare decrescita che si è registrata a partire dal 2018 e imputata principalmente al calo dei consumi in Cina, che da quell’anno ha perso in media due mln hl all’anno. Il primo mercato al mondo rimane quello degli Stati Uniti con un volume stimato in 34 milioni di ettolitri, che con +3% sul 2021 è tornato ai livelli pre-pandemici. Sono alcuni dei dati emersi dal punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale fatto dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella sua sede a Digione, in Borgogna (Francia).

Secondo quanto spiegato, nel 2021 il ritorno alla normalità dopo le restrizioni per la pandemia da Covid-19, hanno fatto registrare praticamente in tutto il mondo una significativa crescita dei consumi, ma nel 2022 la guerra in Ucraina, la crisi energetica e le interruzioni della catena di approvvigionamento globale, hanno determinato un’impennata dei costi di produzione e distribuzione che si sono tradotti in un considerevole aumento dei prezzi del vino per i consumatori, che hanno reagito in maniera diversa a seconda dei Paesi. Secondo le “stime” fatte da Oiv l’anno scorso il consumo nell’Unione europea si è aggirato intorno ai 111 mln hl, il 48% del consumo mondiale segnando un -2% sul 2021 e un dato leggermente al di sotto della media degli ultimi dieci anni ma notevolmente inferiore a quello del 2000 quando rappresentava ben il 59% del consumo mondiale. Sempre secondo l’analisi dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, la causa sarebbe l’effetto combinato dell’aumento di nuovi mercati e la riduzione complessiva del consumo di vino nei Paesi produttori tradizionali dell’UE, che oggi consumano complessivamente circa 20 milioni di ettolitri in meno rispetto al 2000 (-15%)”.

Nel 2022 tra i Paesi dell’Ue, la Francia con 25,3 mln hl è il mercato più grande (il secondo al mondo), seguito dall’Italia (terzo al mondo) che ha un consumo stimato in 23 mln hl in calo del 5% rispetto al 2021 ma in linea con la sua media quinquennale. Nella classifica dei primi dieci mercati, c’è poi la Germania al quarto posto (19,4 mln hl, -3% sul 2021), seguita dal Regno Unito (12,8 mln hl, -2%), dalla Russia (10,8 mln hl, +3%), dalla Spagna (10,3 mln hl, -0,1%), dalla Cina (8,8 mln hl, -16,6%), dall’Argentina (8,3 mln hl, -1,3%) e dal Portogallo (6 mln hl, +14%). Da segnalare infine le stime dell’Oiv sul consumo nel 2022 in Sudafrica, che si è attestato sui 4,6 mln hl, livello è il più alto mai registrato, con un aumento del 16% rispetto al 2021.

Migranti,Lega e Fdi votano a Strasburgo contro linea loro eurogruppi

Migranti,Lega e Fdi votano a Strasburgo contro linea loro eurogruppiBruxelles, 20 apr. (askanews) – L’analisi dei voti nominali lo certifica senza ombra di dubbio: come avevano annunciato ieri, gli europarlamentari della Lega e di Fdi hanno votato con la maggioranza dell’Assemblea e con tutti gli altri colleghi italiani, contro la linea dei rispettivi gruppi politici europei e dunque in modo opposto ai propri alleati, durante il voto di oggi della plenaria di Strasburgo sul pacchetto Ue riguardante l’immigrazione e l’asilo.

L’altro partito della maggioranza di governo, Forza Italia, ha assunto le stesse posizioni della Lega e di Fdi ma in coerenza con la linea del proprio gruppo di appartenenza, il Ppe. La sessione di voto che si è svolta oggi a Strasburgo riguardava i mandati negoziali per un pacchetto di cinque testi legislativi, di cui quattro relativi al “Patto Ue” su immigrazione e asilo, proposto dalla Commissione europea nel settembre 2020, e uno sul tema collegato dei diritti dei cittadini di paesi terzi residenti di lunga durata nell’Unione. Il voto dell’Aula, che normalmente non si pronuncia quando le decisioni sui mandati negoziali sono approvate dalle commissioni europarlamentari competenti, è stato reso necessario dall’obiezione, ieri mattina, dei due gruppi dei Conservatori (Ecr) e dell’estrema destra sovranista (Id). Tuttavia, le delegazioni italiane che fanno parte dei due gruppi (Fdi e Lega, rispettivamente) avevano annunciato ieri pomeriggio il loro voto in plenaria favorevole ai mandati negoziali sul Patto Ue.

Così è stato: sul mandato negoziale per l’atto legislativo centrale del pacchetto, che riguarda la gestione dell’asilo e dell’immigrazione (approvato con 413 voti contro 142 e 20 astensioni), si sono espressi a favore sia i 19 leghisti che i sei eurodeputati di Fdi presenti, mentre il loro due gruppi hanno votato massicciamente contro. L’elemento più rilevante di questo regolamento, che vede la forte opposizione dei paesi dei paesi dell’Est a guida sovranista come Polonia, Ungheria e Repubblica ceca, è l’istituzione di un meccanismo di solidarietà vincolante per assistere i paesi in prima linea di fronte alle pressioni migratorie, anche a seguito di operazioni di ricerca e salvataggio in mare. Il meccanismo permetterà agli Stati membri di scegliere tra il ricollocamento sul proprio territorio di una parte dei migranti arrivati nei paesi più sotto pressione, e altre forme di sostegno, con mezzi finanziari e operativi.

Il secondo mandato negoziale più importante riguarda il nuovo dispositivo, inviso anch’esso ai paesi dell’Est, che è stato proposto per far fronte alle “situazioni di crisi”, quando uno Stato membro viene investito da un aumento improvviso e massiccio dei flussi migratori da un paese terzo, ad esempio a causa di un conflitto o di una emergenza umanitaria. Qui ci sono stati 419 voti favorevoli, 129 contrari e 30 astensioni. Anche in questo caso, 19 eurodeputati leghisti e sei di Fdi hanno sostenuto il mandato, all’opposto di quanto hanno fatto tutti gli altri membri dei loro due gruppi di appartenenza. Il testo prevede che lo stato di emergenza sia dichiarato dalla Commissione europea in base a determinati criteri, attivando il dispositivo di crisi che comporta, tra l’altro, ricollocamenti obbligatori dei migranti fra tutti gli Stati membri e deroghe alle procedure di screening e di asilo. Altri due elementi del Patto Ue sono il nuovo regolamento sullo “screening”, ovvero le procedure per accertare l’identità dei cittadini di paesi terzi, e il sistema centralizzato di informazioni sul casellario giudiziario, che permette di sapere se una persona ha subito condanne penali.

Il mandato negoziale sullo screening è stato approvato con 419 voti favorevoli, 126 contrari e 30 astensioni, mentre quello per il sistema centralizzato sui casellari giudiziari è passato con 431 voti favorevoli, 121 contrari e 25 astensioni. Per quanto riguarda lo screening hanno votato a favore 18 leghisti e sei eurodeputati di Fdi, e si sono espressi contro tutti gli altri colleghi dei rispettivi gruppi. Nel secondo caso, sui casellari giudiziari, 20 leghisti hanno votato a favore contro tutto il resto del gruppo Id, mentre questa volta al voto favorevole dei sei eurodeputati di Fdi si è aggiunto quello di altri quattro colleghi non italiani del loro gruppo, mentre tutto il resto dell’Ecr sui è espresso contro. Solo nell’ultimo voto in plenaria, collegato al Patto sull’immigrazione ma non integrato nel pacchetto, gli eurodeputati italiani di Fdi e della Lega sono tornati in linea con i rispettivi gruppi politici. Il mandato negoziale in questo caso riguarda una modifica della direttiva sui cittadini di paesi terzi residenti di lungo periodo in un paese dell’Ue, ed è stato approvato sempre a larga maggioranza, ma meno larga che negli altri quattro casi: 391 voti favorevoli, 140 contrari e 25 astensioni. In questo caso, solo un eurodeputato di Fdi, Vincenzo Sofo, e uno della Lega, Gianna Gancia, hanno votato a favore, mentre un’altra europarlamentare di Fdi, Chiara Gemma, si è astenuta. Tutti gli altri membri dei due gruppi, compresi gli italiani, hanno invece votato contro. La nuova direttiva prevede misure per l’accelerazione della concessione dei permessi di soggiorno di lungo periodo nell’Ue ai cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente in uno Stato membro da almeno 3 anni, e la possibilità di integrare le persone che godono dello status di protezione temporanea. I residenti di lungo periodo avranno il diritto di trasferirsi in un altro paese dell’Unione senza ulteriori restrizioni lavorative, e i loro figli a carico riceveranno automaticamente lo stesso status.

Da notare che in questo caso, e solo in questo, sono stati gli eurodeputati di Forza Italia a esprimersi in modo difforme dal proprio gruppo, astenendosi invece di votare a favore.

Schlein in direzione esalta unità e stempera discussione su Gpa

Schlein in direzione esalta unità e stempera discussione su GpaRoma, 20 apr. (askanews) – Quel passaggio sul Pd “unito e plurale” di queste settimane Elly Schlein lo deve aver studiato bene, perché lo presenta come un ringraziamento a tutti i dirigenti Pd ma, in fondo, suona anche come un invito a non tornare agli usi e costumi del passato. La prima riunione del parlamentino Pd, in effetti, fila via solo con qualche mugugno e alcune rivendicazioni: alcuni cattolici – compreso Graziano Delrio – si fanno sentire, i due candidati alla segreteria che non sono arrivati alle primarie ribadiscono le loro critiche sugli assetti, ma niente di più. Malumori che in parte la leader del partito gestisce con la sua replica, assicurando grande rispetto per la “pluralità di culture” e spiegando ai cattolici che bisogna “distinguere” tra le sue posizioni personali – come quella sulla Gpa – e la sintesi che fa e farà il partito.

La relazione di apertura è tutto sommato breve, rispetto agli interventi dei segretari precedenti in occasioni simili. Molte cose, del resto, sono state dette già ieri in conferenza stampa (e Silvia Costa si è lamentata anche di questo) ma è anche lo stile della Schlein, più veloce e meno analitico di quello ‘tradizionale’. E pure sul clima “ci sarà molto da fare perché il governo è assente”. Si parla molto del governo, per criticarlo ovviamente. Sul Pnrr il Pd “vigilerà”, assicura. Sulla sanità ci sarà una “mobilitazione”, così come si darà “battaglia” contro le “politiche criminogene” della maggioranza verso i migranti e contro le evocate riforme del sistema elettorale per le amministrative. Altrettanto, sarà lotta contro le misure in materia di lavoro, perché il governo vuole “allargare le maglie della precarietà”, mentre bisogna “aumentare i salari, fissare finalmente un salario minimo, contrastare il lavoro povero e precario”.

Quindi, indica a tutti l’obiettivo delle europee: “Di qui a un anno avremo una votazione molto importante, quella europea. E ci saranno comuni e regioni che vanno al voto. Da subito dobbiamo cominciare a lavorare con un orizzonte lungo, sono sicura che ce la possiamo fare”. E il richiamo all’unità è accompagnato da un altro passaggio: “Voglio che si lavori nel modo più coordinato possibile tra partito, gruppi parlamentari”, il partito in Parlamento e quello del Nazareno devono parlare con la stessa voce. Agli alleati – o meglio, ai potenziali alleati – dice che il Pd “lavora “nella maniera più unitaria possibile” e “mette al centro la sua visione”. Al dibattito non partecipa quasi nessuno dei ‘big’, a parte gli altri due candidati alla segreteria (oltre a Stefano Bonaccini che presiede l’assemblea). Interviene Andrea Orlando che chiede di coinvolgere tutte le opposizioni nella battaglia sul Pnrr, parla Graziano Delrio che chiede di garantire il giusto spazio alle posizioni dei cattolici, come pure fanno Silvia Costa e Stefano Lepri.

La Costa è piuttosto critica, non ha apprezzato la posizione sulla Gpa e lo dice. Lepri ricorda che le decisioni sui temi sensibili “si prendono in direzione” e si dice “sorpreso” per il ddl sul matrimonio egualitario. E poi si fanno sentire, appunto, Cuperlo e De Micheli, che ribadiscono di non avere gradito le scelte sulla segreteria. Schelin riprende la parola alla fine, per la replica. Cita molti degli interventi e inevitabilmente risopnde alle critiche dei cattolici: “Bisogna distinguere tra le posizioni personali, che ovviamente non rinnego, e la sintesi che fa il partito”, spiega. Il matrimonio egualitario, ricorda, era già nel programma Pd così come la ‘stepchild adoption’. “Sulla Gpa ho espresso una mia posizione personale, ma non c’è una iniziativa legislativa del partito su questo”. Dice che l’idea di Cuperlo dei ‘comitati per l’alternativa per unire le opposizioni può essere una strada da seguire su certi temi. Riprende i suggerimenti di Orlando e della De Micheli sul Pnrr. Evita, però, di entrare nelle discussioni sulla segreteria. Perché, come ha detto aprendo la riunione, “stiamo dando l’immagine di un partito unito e plurale”. E vuole che continui ad essere così.

Vino, Oiv: superficie vigneto mondiale 7,3 mln ha, invariata da 2017

Vino, Oiv: superficie vigneto mondiale 7,3 mln ha, invariata da 2017Milano, 20 apr. (askanews) – Nel 2022 la superficie viticola mondiale è risultata di circa 7,3 milioni di ettari (-0,4% sul 2021, e sostanzialmente invariata dal 2017). Il dato (che comprende viti per tutti gli usi e piante giovani non ancora produttive) è emerso dal punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale fatto dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella sua sede a Digione, in Borgogna (Francia).

Il vigneto europeo misura complessivamente 3,3 milioni di ettari, con la Spagna che rimane la zona viticola più grande del globo, con circa 955mila ettari registrati nel 2022 (-0,8% rispetto al 2021). Segue la Francia che ha aumentato le dimensioni del suo vigneto (+ 0,8% sul 2021) attestandosi l’anno scoso a 812mila ettari. L’Italia è al quarto posto con 718mila ettari di superficie vitata, dimensione che si è stabilizzata dopo l’espansione registrata tra il 2016 e il 2020. Il terzo posto della classifica è occupato dalla Cina, il cui vigneto nel 2022 è rimasto pressoché invariato rispetto all’anno precedente, con circa 785mila ettari. Anche se la superficie dei vigneti continua a diminuire dal 2000, la Turchia nel 2022 si attesta al quinto posto con circa 410mila ettari. A seguire Stati Uniti (390mila ha in costante calo dal 2014), Argentina (207mila ha), Cile (196mila ha), Portogallo (193mila ha) e Romania (188mila ha).

Pnrr,Fitto: rafforziamo e valorizziamo confronto con parti sociali

Pnrr,Fitto: rafforziamo e valorizziamo confronto con parti socialiRoma, 20 apr. (askanews) – Continua il confronto tra il governo e il partenariato economico e sociale per l’introduzione nel Pnrr del capitolo REPowerEU. Nel giorno dell’approvazione definitiva in Parlamento del DL Pnrr (decreto legge 13/2023) – si legge in una nota – viene rafforzato e valorizzato il dialogo con il mondo partenariale trasferendo all’interno della Cabina di Regia Pnrr – organo di indirizzo politico che coordina e dà impulso all’attuazione del Piano – le interlocuzioni precedentemente attribuite al Tavolo tecnico per il partenariato.

“Con le riunioni di oggi della Cabina di Regia con i rappresentanti delle imprese e dei sindacati diamo una prima risposta concreta a quanto previsto dal decreto. Come metodo abbiamo impostato una serie di tavoli settoriali specifici per entrare nel merito delle questioni e garantire a tutti tempistiche adeguate al confronto”, ha dichiarato il ministro per gli Affari Europei, il Pnrr, il Sud e la politica di coesione, Raffaele Fitto, nel corso degli incontri che si sono svolti questo pomeriggio a Palazzo Chigi. In apertura dei tavoli, il ministro ha espresso soddisfazione per l’approvazione in via definitiva da parte dell’Aula della Camera del dl Pnrr e ha tracciato roadmap e tempistiche per i prossimi mesi. “Stiamo lavorando intensamente per verificare gli interventi e gli eventuali correttivi sia sul capitolo del REPowerEU sia sull’intero Piano. Riteniamo doveroso farlo subito anche con il vostro coinvolgimento”, ha affermato il ministro ai rappresentanti di imprese e sindacati a cui ha chiesto di fornire contributi e suggerimenti utili alla discussione. Il confronto di oggi – si osserva nella nota – proseguirà con successivi incontri con l’obiettivo di effettuare verifiche dettagliate su tutto l’impianto del Piano. Il termine ufficiale per la presentazione dell’aggiornamento del PNRR alla Commissione europea è il 31 agosto come indicato dai regolamenti e dalle linee guida della Commissione. “Lavoriamo per poter raggiungere questo risultato il prima possibile: stiamo procedendo rapidamente con la consapevolezza dell’importanza di dover cogliere questa grande sfida per il Paese”, ha garantito il ministro, ricordando che la prossima settimana ci saranno l’informativa sul Pnrr in Parlamento e successivamente la presentazione della Relazione semestrale. Complessivamente si sono riuniti sei tavoli settoriali a cui hanno partecipato: Confindustria, Ance, Confedilizia, Abi, Ania, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Unsic, Copagri, Federterziario, Confetra, Confservizi, Confprofessioni, Assoprofessioni, Confapi, Confimi, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Alleanza Cooperative, Unicoop, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Usb.

Regione Siciliana: Osservatorio astronomico su Madonie è strategico

Regione Siciliana: Osservatorio astronomico su Madonie è strategicoRoma, 20 apr. (askanews) – L’installazione del telescopio “Flyeye” dell’Agenzia spaziale europea sul Monte Mufara, nelle Madonie, con la contestuale realizzazione di un Osservatorio astronomico, rappresenta un’opera di interesse strategico per la Regione Siciliana, finalizzata allo svolgimento di importanti attività di ricerca. Lo stabilisce la delibera approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore del Territorio e ambiente.

Il governo regionale ribadisce così la volontà di dotare la Sicilia di una struttura dall’altissimo valore scientifico e di trovare una soluzione per superare gli attuali impedimenti. La nuova costruzione, infatti, ricadrebbe nella zona A del Parco, a oltre 1850 metri di altezza, dove vige un divieto di inedificabilità assoluta, prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Sono in corso, inoltre, interlocuzioni con il governo nazionale per superare le criticità contenute nel testo della norma approvata in Finanziaria che avrebbe dovuto autorizzarne l’installazione. “La realizzazione dell’Osservatorio sul Monte Mufara – si legge nella delibera della giunta – porrebbe la Regione Siciliana al centro della scena mondiale nel settore scientifico di riferimento, consolidando una tradizione che nel corso dei decenni ha visto la creazione di realtà, quali l’Osservatorio di Palermo, l’Osservatorio astronomico di Catania, il Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice, che hanno avuto importanti e positive ricadute socio-economiche legate all’operatività delle strutture e al turismo congressuale e scientifico”.

Secondo il progetto presentato dall’Ente Parco delle Madonie alla Regione, il rivoluzionario telescopio “Flyeye”, finanziato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) nell’ambito dell’attività di ricerca sui corpi celesti minori, il cui impatto con l’atmosfera terrestre ha provocato nel corso dei secoli ingenti danni, utilizza 16 telecamere per l’acquisizione dell’immagine e per espandere il campo visivo, così da mappare l’intera volta celeste ripetutamente ogni notte, consentendo di identificare oggetti in movimento rispetto alle stelle fisse. Un impianto che “risulterebbe unico al mondo per caratteristiche scientifiche ed innovatività delle soluzioni tecniche adottate – è riportato nella relazione del dipartimento Ambiente – per il quale hanno espresso formale interessamento, oltre all’Agenzia spaziale europea e Italiana, anche la Nasa e che collocherebbe la Sicilia e l’Italia all’interno di un circuito mondiale leader nella osservazione per la sorveglianza e il monitoraggio dello spazio”.