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Tag: Sanremo 2023

Regione Siciliana: Osservatorio astronomico su Madonie è strategico

Regione Siciliana: Osservatorio astronomico su Madonie è strategicoRoma, 20 apr. (askanews) – L’installazione del telescopio “Flyeye” dell’Agenzia spaziale europea sul Monte Mufara, nelle Madonie, con la contestuale realizzazione di un Osservatorio astronomico, rappresenta un’opera di interesse strategico per la Regione Siciliana, finalizzata allo svolgimento di importanti attività di ricerca. Lo stabilisce la delibera approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore del Territorio e ambiente.

Il governo regionale ribadisce così la volontà di dotare la Sicilia di una struttura dall’altissimo valore scientifico e di trovare una soluzione per superare gli attuali impedimenti. La nuova costruzione, infatti, ricadrebbe nella zona A del Parco, a oltre 1850 metri di altezza, dove vige un divieto di inedificabilità assoluta, prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Sono in corso, inoltre, interlocuzioni con il governo nazionale per superare le criticità contenute nel testo della norma approvata in Finanziaria che avrebbe dovuto autorizzarne l’installazione. “La realizzazione dell’Osservatorio sul Monte Mufara – si legge nella delibera della giunta – porrebbe la Regione Siciliana al centro della scena mondiale nel settore scientifico di riferimento, consolidando una tradizione che nel corso dei decenni ha visto la creazione di realtà, quali l’Osservatorio di Palermo, l’Osservatorio astronomico di Catania, il Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice, che hanno avuto importanti e positive ricadute socio-economiche legate all’operatività delle strutture e al turismo congressuale e scientifico”.

Secondo il progetto presentato dall’Ente Parco delle Madonie alla Regione, il rivoluzionario telescopio “Flyeye”, finanziato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) nell’ambito dell’attività di ricerca sui corpi celesti minori, il cui impatto con l’atmosfera terrestre ha provocato nel corso dei secoli ingenti danni, utilizza 16 telecamere per l’acquisizione dell’immagine e per espandere il campo visivo, così da mappare l’intera volta celeste ripetutamente ogni notte, consentendo di identificare oggetti in movimento rispetto alle stelle fisse. Un impianto che “risulterebbe unico al mondo per caratteristiche scientifiche ed innovatività delle soluzioni tecniche adottate – è riportato nella relazione del dipartimento Ambiente – per il quale hanno espresso formale interessamento, oltre all’Agenzia spaziale europea e Italiana, anche la Nasa e che collocherebbe la Sicilia e l’Italia all’interno di un circuito mondiale leader nella osservazione per la sorveglianza e il monitoraggio dello spazio”.

Oiv: nel 2022 produzione mondiale vino -1% su 2021, stabile da 4 anni

Oiv: nel 2022 produzione mondiale vino -1% su 2021, stabile da 4 anniMilano, 20 apr. (askanews) – L’anno scorso la produzione mondiale di vino (esclusi succo e mosto) è stata stimata in 258 milioni di ettolitri, in flessione di un punto sull’anno precedente ma sostanzialmente stabile per il quarto anno consecutivo, e solo leggermente al di sotto della sua media ventennale. Nel 2022 nell’Ue, la produzione è stata di 161,1 milioni di ettolitri, in crescita di 4 punti sul 2021 ma in linea con la media degli ultimi cinque anni. E’ quanto emerso dal punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale fatto dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella sua sede a Digione, in Borgogna (Francia).

Nel 2022 Italia (49,8 mln hl), Francia (45,6) e Spagna (35,7) hanno rappresentato il 51% della produzione mondiale di vino. Se il dato che riguarda il nostro Paese è relativamente stabile (-1% sul 2021 e +2% sulla media dell’ultimo quinquennio), quello della Francia registra invece +21% sull’anno precedente e un +7% sugli ultimi cinque anni. La produzione in Spagna nel ’22 è stata stabile sull’anno precedente (+1%) ma in calo sull’ultimo quinquennio (-5%). Tra gli altri principali Paesi della UE, la Germania è l’unico ad aver registrato un aumento della produzione di vino arrivando nel 2022 a 8,9 mln hl (+6%). Le altre Nazioni hanno registrato variazioni negative sul 2021: Portogallo (-8%), Romania (-19%), Austria (-5%) e Grecia (-14%), con quest’ultima che con 2,1 mln ha toccato il volume di produzione più basso degli ultimi decenni. Fuori dalla Ue, dati 2022 su 2021, crescono la Georgia (+2% con 2,1 milioni di ettolitri) e la Svizzera (+63% e +15% sull’ultimo quiquennio, con 1 mln hl), mentre cala la produzione negli Stati Uniti (-7% e -9% sula media quinquennale) e continua il crollo di quella cinese (-29%, con 4,2 mln hl). Il Cile, che nel 2022 con 12,4 mln hl si è confermato il più grande produttore del Sud America, ha segnato un calo rispetto all’anno precedente (-7%) ma una crescita sulla sua ultima media quinquennale (+7%), a differenza dell’Argentina (-8% con 11,5 mln hl, e -9% sugli ultimi cinque anni). Il Brasile ha invece ingranato la marcia arrivando a 3,2 mln hl (+9% e +14% sulla media quinquennale). Seppur con un calo del 6% sul 2021, i volumi di vino prodotti in Sudafrica nel 2022 (10,2 mln hl) sono comunque tornati sui livelli medi di produzione pre-siccità, calamità che dal 2015 ha pesantemente penalizzato il grande Paese africano.

Per quanto riguarda l’Oceania, l’Oiv ha evidenziato che nel 2022 l’Australia ha prodotto 12,7 mln hl (-14% sul 2021), un dato in linea con media degli ultimi cinque anni, al contrario della Nuova Zelanda che è arrivata a produrre ben 3,8 mln hl (+44%), un record assoluto, raggiunto nonostante nel 2021 avesse avuto una vendemmia più bassa della media.

Marche, punto di riferimento per la logistica nel centro Italia

Marche, punto di riferimento per la logistica nel centro ItaliaRoma, 20 apr. (askanews) – L’intenzione è fare delle Marche un punto di riferimento per la logistica nel centro Italia, nell’Adriatico e per i traffici verso i Balcani e anche più a est. Ci crede la Regione e ci crede il Governo nazionale come testimoniato in questi due giorni dalla presenza dai viceministri ai Trasporti e alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, ed Edoardo Rixi che ieri pomeriggio, accompagnati dal presidente della regione Francesco Acquaroli, hanno effettuato un sopralluogo nelle tre infrastrutture del Polo Intermodale, partendo dall’Aeroporto e dall’Interporto per concludere, questa mattina, al Porto di Ancona. Presente anche l’Amministratore delegato di Mercitalia, Gianpiero Strisciuglio. Visite operative nelle tre realtà dell’intermodalità per capire come indirizzare al meglio progetti e risorse insieme agli altri enti e istituzioni coinvolti. Al termine dell’incontro all’Autorità portuale con gli operatori dello scalo dorico, la delegazione si è spostata in Regione per una riunione conclusiva del tavolo del Polo Intermodale.

“Innanzitutto un ringraziamento ai Viceministri Bignami e Rixi e a tutto il sistema del polo intermodale (Porto, Aeroporto, Interporto) per averci sostenuto in questa volontà, attraverso i sopralluoghi, di fare un punto sulla consistenza e sulla reale situazione di queste infrastrutture che per noi sono strategiche – ha detto il presidente della Regione Francesco Acquaroli -. È stata un’occasione importante anche per rifocalizzare quello che è l’obiettivo: mettere in campo sinergie e strategie per la crescita delle infrastrutture e lo sviluppo dell’intermodalità e della logistica delle merci e dei passeggeri della nostra regione e per cercare di individuare anche all’interno dell’area adriatica nuove opportunità di crescita. Insieme siamo riusciti a definire gli obiettivi strategici per il porto e, per il tramite di Mercitalia, ci sarà una possibilità ulteriore con cui questo tavolo potrà cercare di intercettare i flussi di merci definendo tempi e modi. Quanto ci proponiamo non è certamente facile, la situazione attuale è complessa, ma crediamo tutti che gradualmente potremo recuperare quella centralità che meritiamo e soprattutto che potremo raggiungere quegli obiettivi che favoriscono una condizione di crescita per renderci più attrattivi. È un sistema complesso, ma il lavoro che abbiamo svolto e, soprattutto, con la volontà di tutti, sono ben chiari e puntano alla stessa direzione. Confido che presto, già nelle prossime settimane, potremo iniziare a vedere i primi risultati”. “In questi due giorni nelle Marche – ha commentato l’on. Rixi – ho visitato l’aeroporto di Falconara, l’interporto di Jesi e il porto di Ancona. C’è un modello logistico da potenziare e in parte da ricostruire per cui il governo mette a disposizione i propri tecnici, le proprie risorse e le proprie società come Mercitalia, Ferrovie italiane e Anas. In questo momento le priorità sono l’ultimo miglio, il collegamento alla rete ferroviaria e alla rete stradale del porto di Ancona, riuscendo a bypassare il centro abitato di Ancona, ma anche il potenziamento del sedime portuale con un nuovo piano regolatore che possa consentire nuovi spazi per un utilizzo maggiore dello scalo che ha un grande potenziale da gestire sulle autostrade del mare e sui cambi geopolitici nelle aree dei Balcani e nell’est Europa con nuovo traffico sulla sponda orientale del Paese. Per me è fondamentale poi dare una continuità territoriale. Il governo l’anno scorso ha garantito alle Marche alcuni strumenti per potenziare l’aeroporto e i collegamenti aerei, ma in prospettiva l’intenzione è di riuscire a creare infrastrutture in grado di consentire ai marchigiani di muoversi liberamente sul territorio nazionale con autostrade e ferrovie degne di questo nome. Su questo c’è un grande piano di investimenti del Mit, ci stiamo coordinando con autonomie locali e con la Regione al fine di programmare tutti gli interventi”.

Nel corso della visita all’aeroporto il viceministro Bignami ha invece annunciato per giugno il bando per individuare i vettori che si occuperanno dei voli di continuità territoriale dall’aeroporto delle Marche verso Roma, Milano e Napoli. “Grazie alla Regione e al Governo, l’aeroporto è riuscito ad ottenere il riconoscimento della continuità territoriale- ha spiegato l’on. Bignami – e dal primo ottobre dovremmo avere la misura applicata sulle tratte di Roma, Napoli e Milano. Sono stati stanziati oltre 20 milioni di euro di cui 5,2 milioni su Napoli, 5,5 milioni su Roma e il residuo su Milano. Andremo a gara a giugno per individuare chi gestirà gli slot e le tratte per i prossimi tre anni e credo che questo sia significativo in uno scalo che ha già raggiunto i livelli pre Covid ossia 500mila passeggeri e 9mila tonnellate di cargo”. Bignami è quindi intervenuto sul progetto di potenziamento della linea ferroviaria Adriatica, sostenendo la necessità di individuare una soluzione strutturata e di prospettiva. Il viceministro ha concluso il suo intervento ricordando che “è stato sbloccato dal ministero dell’Ambiente l’Ultimo Miglio, l’opera necessaria per collegare il porto di Ancona con l’interporto di Jesi. Si tratta di quei famosi 2,5 chilometri di collegamento stradale che sono oggi realizzabili in seguito alle prescrizioni del Mase. Parliamo di un’opera che comporta spese per circa 150 milioni. Prevediamo di definire il bando per giugno in modo da poter iniziare la cantierizzazione delle opere a marzo 2024. Per il completamento dei lavori la prospettiva invece è quadriennale”.

Torino, conto alla rovescia per lancio dello Space Festival 2023

Torino, conto alla rovescia per lancio dello Space Festival 2023Roma, 20 apr. (askanews) – Incontri divulgativi dedicati al ritorno delle missioni lunari, alla prospettiva del turismo spaziale e al ruolo delle donne impegnate in ambito scientifico-tecnologico, conferenze sull’industria piemontese e il suo importante apporto ai progetti satellitari ed esplorativi, proiezioni di film e presentazione di libri spiegati e commentati da esperti del settore, visite guidate in alcune delle realtà aziendali dell’aerospazio più rappresentative nel panorama mondiale, e ancora esposizioni di prototipi e aeromodelli, mostre fotografiche, spettacoli dal vivo e momenti esperienziali con l’utilizzo di realtà virtuale, robot e droni. Tutto questo e molto altro ancora nel ricco programma di quattro giornate interamente dedicate allo spazio e all’astronomia che Torino si appresta a vivere dal 4 al 7 maggio 2023 con la seconda edizione di “Space Festival”, l’unico evento pop in Italia che attraverso un coinvolgente mix fra gioco, scienza e fantascienza si propone di raccontare il fascino delle stelle e i segreti dell’Universo a curiosi, famiglie e appassionati di ogni età.

La manifestazione si avvale della direzione artistica di Marco Berry, showman e autore televisivo con una lunga esperienza nel settore, artefice di un programma pensato per avvicinare il pubblico al mondo delle scienze astronomiche e dell’esplorazione spaziale grazie a un approccio in stile edutainment e caratterizzato da iniziative a carattere culturale e divulgativo ad accesso gratuito e diffuse sul territorio cittadino. Una cinquantina le occasioni di conoscenza, intrattenimento, narrazione e informazione ospitate in diversi luoghi della città e in location quali il Politecnico di Torino, il Planetario Infini.To di Pino Torinese, la Pinacoteca Agnelli con la Pista500 del Lingotto, l’Aero Club e il Cinema Ambrosio, l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Torino e la Cavallerizza Reale, nonché la sede di Altec che aprirà le porte del proprio centro di ricerca e produzione alle visite del pubblico. Tra gli ospiti che prenderanno parte all’evento molti esperti e volti noti, tra cui gli astronauti Maurizio Cheli e Paolo Nespoli, l’astrofisico Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Don Luca Peyron, sacerdote della Diocesi di Torino e fondatore del primo apostolato digitale in Italia, Luca Cableri, gallerista e appassionato di collezionismo spaziale, Adrian Fartade, divulgatore scientifico, youtuber e scrittore di astronomia e astronautica, Walter Cugno, Vice Presidente del Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space e Responsabile del Sito aziendale di Torino, Vincenzo Giorgio, Amministratore Delegato di Altec e Steve Della Casa, critico cinematografico ed ex direttore artistico del Torino Film Festival. Inoltre, lo “Space Festival” intende rafforzare la leadership nazionale di Torino e del Piemonte nell’ambito dell’aerospazio e valorizzarne, quale componente sempre più rilevante nel sistema economico locale, il relativo ecosistema industriale, costituito da più di 300 aziende e poli di ricerca sull’aerospazio tra i più importanti al mondo, capace di affermarsi a livello internazionale come uno dei principali player nella progettazione e costruzione di tutto ciò che orbita intorno al nostro pianeta.

Proprio l’industria aerospaziale sarà protagonista di una serie di incontri previsti nel pomeriggio della prima giornata del Festival, con il coinvolgimento diretto della Regione Piemonte che per affrontare uno dei temi prioritari nelle politiche di sviluppo dell’Ente ha messo a disposizione la Sala Trasparenza nel palazzo regionale di piazza Castello 165. Qui si parlerà di missioni lunari con il CEO di Altec, Vincenzo Giorgio, e la Luna sarà anche possibile “toccarla” grazie a un frammento del suo terreno raccolto con le missioni Apollo, portato in sala dal collezionista Luca Cableri. Altro argomento affrontato in questa sede sarà l’Urban Air Mobility, su cui si confronteranno il presidente di AMMA – Unione Industriali Torino, Stefano Serra, l’architetto Benedetto Camerana, il pilota Giuliano Golfieri, l’ingegnere Paolo Pari. A chiudere la sessione, un ospite d’eccezione: il cantautore Eugenio Finardi racconterà il suo rapporto con lo spazio. E nelle stesse date dello Space Festival Torino Airport ospiterà l’evento “Aeroporto a Porte aperte”, un’iniziativa dedicata alle famiglie e i bambini per scoprire come funziona l’aeroporto e che è inserita nel palinsesto della manifestazione. A conferma dell’importanza per il comparto aerospaziale di questa manifestazione, l’Assessorato alle attività produttive della Regione Piemonte ne ha resa possibile la realizzazione con il proprio supporto economico, a cui si aggiunge il contributo messo a disposizione sia da Unione Industriali Torino sia da AMMA, mentre a rappresentare l’industria di settore, in qualità di sponsor, vi sono Thales Alenia Space e Altec. L’evento si svolge in collaborazione con il Politecnico di Torino ed è patrocinato da Comune di Torino, ASI – Agenzia Spaziale Italiana, Distretto Aerospaziale del Piemonte e API Torino – Associazione Piccole e Medie Imprese.

Arianna Meloni su Fb: destabilizzano vite pur di attaccare avversario

Arianna Meloni su Fb: destabilizzano vite pur di attaccare avversarioRoma, 20 apr. (askanews) – “Lo sanno queste persone che dietro alle loro cattiverie esistono persone? Persone con i loro problemi, le loro angosce, con i loro sentimenti, con le loro paure? Ma soprattutto con le loro famiglie, i loro amici, i colleghi di lavoro e i loro figli? Lo sanno, ma per loro attaccare l’avversario vale anche la destabilizzazione della vita delle persone e delle loro famiglie”. Lo scrive su Facebook Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio, a proposito della vignetta del Fatto quotidiano.

Orsi, Fugatti: attendiamo decisione Tar per abbattimento orsa

Orsi, Fugatti: attendiamo decisione Tar per abbattimento orsaRoma, 20 apr. (askanews) – “Attendiamo il responso del Tar cui ci siamo rivolti per chiedere ancora l’abbattimento dell’orsa. Lo prevede il Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali, ndr), il protocollo sottoscritto dalla Provincia di Trento al ministero dell’Ambiente e che disciplina il rapporto degli orsi con il nostro territorio”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, a Cinque Minuti su Rai 1.

“Il Pacobace prevedeva la reintroduzione di una cinquantina di orsi che si sarebbero poi dispersi sull’arco Alpino. Oggi ne abbiamo più di cento e sono tutti sul territorio Trentino e stanno compromettendo l’equilibrio uomo-animale mettendo in difficoltà le comunità di montagna che non riescono a convivere con questo numero di animali”, ha spiegato Fugatti precisando che gli orsi da eliminare sarebbero 70. “Il Pacobace stabilisce l’abbattimento dell’orso che attacca una persona e in questo caso l’ha anche ammazzata”, ha ribadito il presidente della Provincia sottolineando che “bisogna rispettare il dolore dei genitori di Andrea Papi”, il runner ucciso dall’orsa.

Lagarde (Bce): l’inflazione è troppo alta da troppo tempo

Lagarde (Bce): l’inflazione è troppo alta da troppo tempoRoma, 20 apr. (askanews) – Sulla manovra di stretta monetaria della Bce “ad oggi la situazione è semplice: abbiamo una inflazione che è troppo elevata da troppo tempo. E la nostra politica monetaria deve evidentemente dispiegare tutti i suoi strumenti per riportarla all’obiettivo del 2%. Abbiamo già dispiegato una parte importante” di questo intervento monetario restrittivo ma “c’è ancora un po’ di strada da fare”. Lo ha ribadito la presidente della Bce, Christine Lagarde, intervenendo al Politecnico di Parigi.

“La lunghezza di questo cammino dipenderà da diversi fattori, in particolare dall’impatto che ci sarà sulla disponibilità di credito a seguito delle tensioni che abbiamo visto con i fallimenti di due banche negli Usa e di una banca sistemica in Svizzera”, ha aggiunto.

Al Senato passa la linea dura sui migranti, il dl Cutro blindato alla Camera

Al Senato passa la linea dura sui migranti, il dl Cutro blindato alla CameraRoma, 20 apr. (askanews) – Governo e maggioranza avanti sulla linea dura nei confronti dei migranti irregolari con il via libera al dl Cutro da parte del Senato: 92 i voti a favore e 64 i contrari. Il centrodestra si è mostrato compatto nel muro contro muro con le opposizioni, con momenti di forte tensione in aula, ma non tutto è filato liscio per il governo Meloni su un tema-bandiera su cui la ‘concorrenza’ è forte tra Fdi e Lega, in un equilibrismo complicato quando si tratta di materie che investono anche i diritti umani come sulla protezione speciale.

Trovare l’accordo che potesse soddisfare le istanze dei diversi partiti della maggioranza, non è stato facile. Dall’avvio dell’iter del decreto a Palazzo Madama oltre un mese fa e fino all’ultimo minuto, il partito di Matteo Salvini, ha tenuto sul tavolo le proposte per reintrodurre di fatto i decreti sicurezza del Conte 1, peraltro spuntandola su diverse di queste (seppur alcune depurate dalle versioni più aspre). Neanche l’aver presentato in aula una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutto il centrodestra ha messo al riparo da ‘incidenti’ e ‘correzioni di rotta’ come quelle che hanno interessato la protezione speciale, quando è stato riformulato in corsa il testo per sopprimere la parte che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Una riga in meno per ‘salvare’ quei limiti invalicabili su cui in passato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva avuto modo di esprimersi. Già nel passaggio dalla commissione (che non è riuscita a concludere i suoi lavori come era successo sul dl Ong) all’aula l’emendamento Fi-Fdi-Lega aveva dovuto imbarcare la ‘salvaguardia’ sui procedimenti d’asilo pendenti.

Mentre sulla protezione speciale la Premier Giorgia Meloni ha preferito che la firma fosse apposta dalla sua maggioranza, Palazzo Chigi ha invece presentato propri emendamenti sul potenziamento di hotspot e centri di prima accoglienza con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio, siti provvisori individuati dai prefetti, misure per Lampedusa (la gestione dell’hotspot alla Croce Rossa, traghetti per spostare i migranti, una postazione del 118), l’ampliamento della procedura accelerata di frontiera, il restringimento della platea dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali che ha fatto infuriare Governatori e sindaci del centrosinistra. La Lega l’ha spuntata su diverse modifiche, a cominciare dal giro di vite sulla protezione speciale entrato nel decreto con l’obiettivo di ridurre al lumicino questa possibilità alternativa allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria e su cui gli alleati di governo si sono mostrati altrettanto risoluti nella sostanza, l’incremento dei giorni di trattenimento nei Cpr (anche se un po meno rispetto a quanto inizialmente ipotizzato), lo stop nei centri di accoglienza dell’assistenza psicologica, dei corsi di lingua italiana e dei servizi di orientamento legale e al territorio per i migranti.

Il muro contro muro tra maggioranza e opposizioni è stato netto. “Con l’approvazione del dl migranti si ritorna ai decreti sicurezza di Salvini con una stretta sulla protezione speciale che sarà concessa solo per casi eccezionali” e non sarà “più una sanatoria come voleva la sinistra” oltre a misure “per fermare il business dell’immigrazione clandestina e come Lega abbiamo mantenuto la promessa”, dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Il centrodestra ha approvato il decreto “in maniera compatta” per “fronteggiare quella che ormai è sotto gli occhi di tutti un’emergenza”, puntualizza il presidente dei senatori Fdi Lucio Malan. La minoranza ha evidenziato le divisioni interne al centrodestra come sulla protezione speciale, ha messo in atto l’ostruzionismo in commissione e attaccato le nuove norme definendole “incostituzionali”. “Un passo indietro clamoroso sull’accoglienza diffusa che è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci, che garantisce inclusione”, osserva la segretaria del Pd Elly Schlein. “C’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. Un decreto irresponsabile e disumano” che non farà altro che “creare più irregolari”, afferma il capogruppo dei senatori Dem Francesco Boccia.

“Il governo Meloni, dopo aver accantonato il facile slogan del blocco navale, passa alla distruzione del nostro sistema di accoglienza e dei suoi pilastri, diritto asilo, protezione umanitaria e protezione speciale, e agli accordi con i paesi di partenza. Peccato che i paesi da cui partono le barche sono paesi nei quali il rispetto dei diritti umani è negato. La Libia insegna”, evidenzia il presidente del gruppo Misto Peppe de Cristofaro (Avs). Il decreto passa ora all’esame della Camera dove deve essere convertito in legge entro il 9 maggio. Il testo arriva blindato e il governo sarebbe già intenzionato a porre, nel secondo passaggio parlamentare, la fiducia. “Siamo pronti ad avviare un esame celere per portarlo a conversione entro i tempi previsti”, annuncia Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente in commissione Affari costituzionali della Camera.

Al Senato passa la linea dura sui migranti,dl Cutro blindato alla Camera

Al Senato passa la linea dura sui migranti,dl Cutro blindato alla CameraRoma, 20 apr. (askanews) – Governo e maggioranza avanti sulla linea dura nei confronti dei migranti irregolari con il via libera al dl Cutro da parte del Senato: 92 i voti a favore e 64 i contrari. Il centrodestra si è mostrato compatto nel muro contro muro con le opposizioni, con momenti di forte tensione in aula, ma non tutto è filato liscio per il governo Meloni su un tema-bandiera su cui la ‘concorrenza’ è forte tra Fdi e Lega, in un equilibrismo complicato quando si tratta di materie che investono anche i diritti umani come sulla protezione speciale.

Trovare l’accordo che potesse soddisfare le istanze dei diversi partiti della maggioranza, non è stato facile. Dall’avvio dell’iter del decreto a Palazzo Madama oltre un mese fa e fino all’ultimo minuto, il partito di Matteo Salvini, ha tenuto sul tavolo le proposte per reintrodurre di fatto i decreti sicurezza del Conte 1, peraltro spuntandola su diverse di queste (seppur alcune depurate dalle versioni più aspre). Neanche l’aver presentato in aula una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutto il centrodestra ha messo al riparo da ‘incidenti’ e ‘correzioni di rotta’ come quelle che hanno interessato la protezione speciale, quando è stato riformulato in corsa il testo per sopprimere la parte che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Una riga in meno per ‘salvare’ quei limiti invalicabili su cui in passato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva avuto modo di esprimersi. Già nel passaggio dalla commissione (che non è riuscita a concludere i suoi lavori come era successo sul dl Ong) all’aula l’emendamento Fi-Fdi-Lega aveva dovuto imbarcare la ‘salvaguardia’ sui procedimenti d’asilo pendenti.

Mentre sulla protezione speciale la Premier Giorgia Meloni ha preferito che la firma fosse apposta dalla sua maggioranza, Palazzo Chigi ha invece presentato propri emendamenti sul potenziamento di hotspot e centri di prima accoglienza con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio, siti provvisori individuati dai prefetti, misure per Lampedusa (la gestione dell’hotspot alla Croce Rossa, traghetti per spostare i migranti, una postazione del 118), l’ampliamento della procedura accelerata di frontiera, il restringimento della platea dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali che ha fatto infuriare Governatori e sindaci del centrosinistra. La Lega l’ha spuntata su diverse modifiche, a cominciare dal giro di vite sulla protezione speciale entrato nel decreto con l’obiettivo di ridurre al lumicino questa possibilità alternativa allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria e su cui gli alleati di governo si sono mostrati altrettanto risoluti nella sostanza, l’incremento dei giorni di trattenimento nei Cpr (anche se un po meno rispetto a quanto inizialmente ipotizzato), lo stop nei centri di accoglienza dell’assistenza psicologica, dei corsi di lingua italiana e dei servizi di orientamento legale e al territorio per i migranti. Il muro contro muro tra maggioranza e opposizioni è stato netto. “Con l’approvazione del dl migranti si ritorna ai decreti sicurezza di Salvini con una stretta sulla protezione speciale che sarà concessa solo per casi eccezionali” e non sarà “più una sanatoria come voleva la sinistra” oltre a misure “per fermare il business dell’immigrazione clandestina e come Lega abbiamo mantenuto la promessa”, dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Il centrodestra ha approvato il decreto “in maniera compatta” per “fronteggiare quella che ormai è sotto gli occhi di tutti un’emergenza”, puntualizza il presidente dei senatori Fdi Lucio Malan.

La minoranza ha evidenziato le divisioni interne al centrodestra come sulla protezione speciale, ha messo in atto l’ostruzionismo in commissione e attaccato le nuove norme definendole “incostituzionali”. “Un passo indietro clamoroso sull’accoglienza diffusa che è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci, che garantisce inclusione”, osserva la segretaria del Pd Elly Schlein. “C’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. Un decreto irresponsabile e disumano” che non farà altro che “creare più irregolari”, afferma il capogruppo dei senatori Dem Francesco Boccia. “Il governo Meloni, dopo aver accantonato il facile slogan del blocco navale, passa alla distruzione del nostro sistema di accoglienza e dei suoi pilastri, diritto asilo, protezione umanitaria e protezione speciale, e agli accordi con i paesi di partenza. Peccato che i paesi da cui partono le barche sono paesi nei quali il rispetto dei diritti umani è negato. La Libia insegna”, evidenzia il presidente del gruppo Misto Peppe de Cristofaro (Avs).

Il decreto passa ora all’esame della Camera dove deve essere convertito in legge entro il 9 maggio. Il testo arriva blindato e il governo sarebbe già intenzionato a porre, nel secondo passaggio parlamentare, la fiducia. “Siamo pronti ad avviare un esame celere per portarlo a conversione entro i tempi previsti”, annuncia Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente in commissione Affari costituzionali della Camera.

25 Aprile, duello al Senato su antifascismo e comunismo

25 Aprile, duello al Senato su antifascismo e comunismoRoma, 20 apr. (askanews) – Anche quest’anno il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, promette di essere occasione di scontro politico. Un’anticipazione viene dalla discussione che impegna nella tarda mattinata l’aula del Senato e che si conclude con l’approvazione di due mozioni in parte contrapposte, la prima dell’opposizione, la seconda della maggioranza.

A prendere l’iniziativa, dopo le contestate dichiarazioni sull’attentato partigiano di via Rasella contro le truppe naziste, definite “una banda musicale di semi-pensionati” dal presidente del Senato Ignazio La Russa, erano state proprio le forze della minoranza parlamentare: Pd, M5S, Az-Iv, Autonomie e AVS. Il documento (passato con voto bipartisan, 133 sì un solo astenuto), prende le mosse dal discorso col quale la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta allo sterminio nazista, ha inaugurato la legislatura, chiedendosi per quale motivo il 25 aprile, festa della liberazione, il primo maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica debbano essere vissute come “date divisive” e non con “autentico spirito repubblicano”. La mozione si conclude poi impegnando il Senato “ad adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa”. Scontro in aula sulla votazione assai meno condivisa della mozione della maggioranza di destra-centro che estende l’auspicio della “accuratezza storica” ad altre ricorrenze come il 17 marzo, il 4 novembre, il 27 gennaio, il 10 febbraio, il 18 aprile, il 9 novembre e si richiama alla risoluzione del Parlamento europeo “‘contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia, e segnatamente contro il nazismo, il fascismo, il comunismo”. Alla fine passa con 78 voti favorevoli provenienti dai gruppi di Fratelli d’Italia, Coraggio Italia, Forza Italia e Lega, 29 contrari (Pd e Alleanza Verdi Sinistra) e 26 astenuti, del M5S, di Azione-Italia viva più uno del gruppo Autonomie (dallo stesso gruppo un voto è andato a favore del documento).Dai banchi della destra partono un coro “vergogna, vergogna” all’indirizzo dei banchi delle opposizioni.

Teso anche il clima nel corso del dibattito in aula. Walter Verini del Pd, presentando la mozione in apertura di dibattito, prova a comunicare una posizione comprensiva delle ragioni della maggioranza. “Non abbiamo imbarazzo alcuno – rivendica – a ribadire giudizi drasticamente inequivocabili su tragedie della storia del novecento. I lager sovietici, i massacri staliniani. Abbiamo ogni anno reso omaggio alle persone massacrate nelle foibe, ai profughi giuliano-dalmati. Ma nel nostro paese c’è stato un regime fascista. E i comunisti italiani si sono battuti per la libertà. Se oggi tutti noi siamo qui, è perché in Italia ci sono stati la resistenza antifascista e il 25 aprile”. Meno concilianti i toni di Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia, che prende la parola per presentare la mozione di maggioranza: “Credo che l’antifascismo sia stato oggetto di una appropriazione indebita e uno stravolgimento del suo significato originale. Doveva essere il valore unificate tra destra e sinistra, ma è diventato un elemento divisivo. Non perché i moderati di centrodestra sono meno antifascisti, ma perché non sono antifascisti come vorrebbe la sinistra: impegnata a distribuire patenti di libertà. E che nella sua storia ha condotto ad atti di efferata violenza in nome dell’antifascismo come il rogo di Primavalle. Ricordo, infine, la risoluzione del Parlamento Ue non votata dalla sinistra che aveva l’obiettivo di condannare ogni forma di totalitarismo novecentesco. Un comportamento indecente. E noi lezioni da chi difende le dittature non le accettiamo”.

Nel corso della discussione il senatore dem Francesco Verducci punta il dito su La Russa, ricordando le parole del presidente del Senato su via Rasella: “Ecco, signor Presidente, sta qui – aggiunge – la falsificazione, il negazionismo subdolo, l’oltraggio che noi non possiamo accettare. Non può esserci mai mistificazione mai! Non può esserci sulla Resistenza, non può esserci da parte di chi ha incarichi istituzionali, non può esserci da parte della seconda carica dello Stato”. Spiegando la sua adesione alla mozione della maggioranza, il senatore Antonio De Poli (Ci-Udc) lancia una sorta di diffida alle opposizioni: “Nessuno, men che meno la sinistra, può arrogarsi il diritto di appropriarsi della cultura antifascista; cultura e valori antifascisti che sono presenti dalla prima all’ultima pagina della nostra bellissima Costituzione”. Quasi una replica il successivo intervento di Peppe De Cristofaro di AVS, che dopo aver ricostruito il clima della Roma dell’attentato di via Rasella, con i rastrellamenti, i combattimenti, le fucilazioni da parte dei nazifascisti, conclude: “Furono solo i partigiani a riscattare l’onore e la dignità di tutto il Paese. Ed è solo con questa solida consapevolezza alle spalle che possiamo incamminarci sul percorso che ci ha indicato la senatrice Segre”. “Non posso negare – dice dal canto suo Paolo Zanettin di Forza Italia – di rimanere sorpreso dal fatto che Il Pd e le altre opposizioni invece non voteranno quella del centrodestra a prima firma Malan. Rimane il rammarico per una occasione perduta per avviarci a una pacificazione e ad una memoria condivisa, a cui entrambe le mozioni, almeno a parole anelavano”. Anna Bilotti,che svolge la sua dichiarazione di voto a nome del M5S, si richiama a un padre della patria: “‘Il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, disse il presidente Pertini. È forse oggi anacronistico ricordarlo? Io non credo, non lo è e non può esserlo fino a quando non cesseranno i tentativi di svuotare di significato queste parole e le tentazioni di revisionismo”, afferma. Per la Lega parla Stefania Pucciarelli, annunciando il voto favorevole a entrambe le mozioni e invitando l’opposizione “a fare altrettanto, in un’ottica di reale conciliazione. Ma dalle dichiarazioni che ho ascoltato questa è ancora molto distante dall’essere attuata. Noi siamo, sì, antifascisti e lo rivendichiamo, ma siamo anche contro i regimi comunisti e in generale contro tutti i sistemi totalitari, nessuno escluso e questa è la nostra differenza”, conclude.

Scontro finale tra Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, e Lucio Malan che guida il gruppo di FdI. Per l’esponente democratico “se si applaude il discorso di Liliana Segre in Aula, come tutti abbiamo fatto, non si può dire che abbiamo fatto una valutazione diversa – lo dico col massimo rispetto per il collega Speranzon – sulle date che uniscono questo Paese”, a partire dal 25 aprile che, sottolinea Boccia, “è la Festa della Liberazione dal regime nazifascista, non è una ricorrenza comunista o estremista. Ci auguriamo che tutto il Parlamento della Repubblica italiana la sappia ricordare come il nostro Paese e la sua storia meritano”. Parole alle quali Malan replica dando molto spazio proprio al tema del comunismo: “Il 25 aprile – dice – è una data fondamentale per la nostra democrazia, perché se non fosse stato sconfitto il regime fascista, non sarebbero arrivati la Costituzione, la Repubblica, la democrazia e le libere elezioni. Se però il 18 aprile 1948 gli elettori italiani non avessero collocato l’Italia nel campo delle democrazie, che si riconoscono nei valori della democrazia, della libertà e dei diritti individuali, la libertà non ci sarebbe stata e ci sarebbe stato un altro tipo di dittatura. Questo per chi dice che il comunismo non ci interessa, perché non ha toccato l’Italia”. Il voto finale, fra applausi e cori polemici, spegne per oggi la contesa politica. Ma il 25 aprile è vicino e con queste premesse è facile immaginare che non mancheranno le occasioni di rinnovare le contrapposizioni fra i diversi schieramenti.