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Tag: Sanremo 2023

Risultati e classifica serie A, Como colpo salvezza

Risultati e classifica serie A, Como colpo salvezzaRoma, 20 gen. (askanews) – Questo il programma e i risultati della della serie A dopo Como-Udinese 4-1


21esima giornata Roma-Genoa 3-1, Bologna-Monza 3-1, Juventus-Milan 2-0, Atalanta-Napoli 2-3, Fiorentina-Torino 1-1, Cagliari-Lecce 4-1, Parma-Venezia 1-1, Verona-Lazio 0-3, Inter-Empoli 3-1, Como-Udinese 4-1 Classifica: Napoli 50, Inter* 47, Atalanta 43, Lazio 39, Juventus 37, Bologna, Fiorentina* 33, Milan* 31, Roma 27, Udinese 26, Genoa, Torino 23, Como 22, Cagliari 21, Empoli, Lecce, Parma 20, Verona 19, Venezia 15, Monza 13. * una partita in meno


22esima giornata Venerdì 24/01 ore 20.45 Torino-Cagliari, Sabato 25/01 ore 15.00 Como-Atalanta, ore 18.00 Napoli-Juventus, ore 20.45 Empoli-Bologna, Domenica 26/01 ore 12.30 Milan-Parma, ore 15.00 Udinese-Roma, ore 18.00 Lecce-Inter, ore 20.45 Lazio-Fiorentina, Lunedì 27/01 ore 18.30 Venezia-Hellas Verona, ore 20.45 Genoa-Monza

M5s, via limite mandati per chi si candida a presidente di Regione

M5s, via limite mandati per chi si candida a presidente di RegioneRoma, 20 gen. (askanews) – Si avvia a conclusione il percorso di “rifondazione”, o più realisticamente di riorganizzazione del Movimento 5 stelle. Nella riunione odierna del Consiglio nazionale il presidente, Giuseppe Conte, ha illustrato le proposte delle nuove regole interne, approvate dagli iscritti nel voto dell’assemblea costituente ma non tutte applicabili in automatico: su alcuni temi le scelte più votate (non necessariamente contrapposte le une alle altre) vanno tradotte in una sintesi formale per statuto e codice etico.


Da Campo Marzio confermano che il Consiglio nazionale non sarà nuovamente convocato sullo stesso tema e l’ex premier presenterà i testi al Comitato di garanzia, l’organismo interno sopravvissuto (anche se verrà modificata la sua composizione nel nuovo statuto) alla consultazione on line che ha abrogato la figura del garante Beppe Grillo. Il cuore della discussione, “in un clima di serenità e di confronto”, raccontano le fonti ufficiali, è stato rappresentato dal tema del superamento del limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni: chi c’era racconta di interventi diversificati, con opinioni anche apertamente contrapposte, ma in sostanza alcuni punti fermi sono emersi.


“Conte ha ascoltato tutti, in vista della sintesi che deve fare”, dice uno dei presenti. In sostanza è certo che sarà superato il divieto di candidatura a sindaco o presidente di Regione per chi ha già svolto due mandati in Parlamento: è l’atteso via libera all’ipotesi che l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, o l’ex ministro, Sergio Costa, possano correre come rappresentanti del centrosinistra per la guida della Regione Campania. Meno definita la questione del “terzo mandato”: il Consiglio nazionale, comunque, concordano diverse fonti interne, ha condiviso il no alla possibilità (peraltro quella che aveva raccolto i minori consensi nel voto degli iscritti) di saltare da una istituzione all’altra, considerando il limite solo per ciascun livello istituzionale.


“Viene confermato il no al carrierismo”, rivendicano dall’entourage di Conte, chi ha fatto due volte il senatore o il deputato non potrà semplicemente spostarsi in un consiglio regionale o comunale (se non, appunto, per cariche monocratiche a elezione diretta come presidente di regione o sindaco, per le quali varranno gli attuali limiti di legge). E non sarà automatico nemmeno il meccanismo del cosiddetto “stop and go”, cioè non basterà aver saltato una legislatura, dopo aver fatto due mandati, per potersi liberamente ricandidare. Il passaggio successivo è quindi nelle mani di Conte, che dovrà mettere nero su bianco le nuove regole, e, dopo il passaggio dal Comitato di garanzia, l’ultima parola spetterà probabilmente a un nuovo pronunciamento degli iscritti, sempre attraverso il meccanismo del voto on line.

Primo post su X di Trump e Musk commenta: “Il ritorno del re”

Primo post su X di Trump e Musk commenta: “Il ritorno del re”Roma, 20 gen. (askanews) – “Il ritorno del Re”: questo il commento su X di Elon Musk all’account Potus di Donald Trump in quanto 47esimo presidente degli Stati Uniti. “L’AMERICA È TORNATA”, è stato il primo post scritto da Trump sul social media posseduto da Musk.


“Ogni singolo giorno combatterò per voi con ogni respiro del mio corpo. Non avrò pace finché non avremo un’America forte, sicura e prospera che i nostri figli meritano e che voi meritate. Questa sarà davvero l’età dell’oro dell’America”, ha aggiunto il presidente, ribadendo quanto detto nel suo discorso di insediamento.

Autonomia, Todde: noi continueremo a lottare per la Sardegna

Autonomia, Todde: noi continueremo a lottare per la SardegnaRoma, 20 gen. (askanews) – “La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”, così la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.

Meloni da Trump: rafforziamo relazione, Italia per dialogo Ue-Usa

Meloni da Trump: rafforziamo relazione, Italia per dialogo Ue-UsaRoma, 20 gen. (askanews) – Prima alla tradizionale funzione religiosa nella chiesa episcopale di St. John, vicino alla Casa Bianca, poi a Capitol Hill per la cerimonia di giuramento, seduta accando al presidente argentino Javier Milei, infine al pranzo ufficiale, prima di ripartire per Roma. E’ stata una visita lampo quella a Washington della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, unica leader europea presente all’Inauguration Day, invitata personalmente dallo stesso presidente Donald Trump.


La premier è arrivata nella notte nella capitale Usa, con una decisione presa all’ultimo momento (è stata comunicata solo venerdì dopo le 23), probabilmente dopo una lunga valutazione sull’opportunità politica di rispondere alla ‘convocazione’ del tycoon, per lei che punta a proporsi come “ponte” tra la nuova amministrazione e l’Unione europea in un rapporto che non si preannuncia semplice. Questa mattina, Palazzo Chigi ha diffuso un breve video per spiegare il motivo della sua presenza. “Io – dice la presidente del Consiglio – penso che sia molto importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Usa, dare una testimonianza della volontà di continuare e semmai rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse”. Al termine del giuramento, su X la premier ha fatto gli “auguri di buon lavoro” a Trump, ribadendo la certezza che “l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e USA, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli”. Meloni, nel post, ha voluto mandare anche un messaggio di rassicurazione ai partner europei, preoccupati da un possibile rapporto teso con l’altra sponda dell’oceano e da un tentativo della nuova amministrazione di dividere l’Ue. “L’Italia – garantisce – sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”.


Dopo il pranzo, Meloni è in procinto di ripartire e già domani sarà a Roma, alle prese con i dossier sul tavolo. Il primo riguarda il “caso” di Daniela Santanchè, dopo che il Tribunale di Milano l’ha rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nella gestione di Visibilia Editore. La ministra del Turismo sembra intenzionata a resistere al suo posto, ma mentre dal suo partito, Fdi, sono arrivate poche dichiarazioni di sostegno (e nessuna da Meloni) continua il pressing delle opposizioni per un passo indietro. Proprio oggi il M5s ha presentato una mozione di sfiducia in entrambe le Camere. “Metteremo di nuovo il Governo con le spalle al muro di fronte al Parlamento e agli italiani. Se pensano di far finta di nulla come al solito si sbagliano di grosso”, ha attaccato il leader pentastellato Giuseppe Conte. Probabile che una decisione venga presa dopo un confronto diretto, nelle prossime ore, tra Meloni e Santanchè. In caso di dimissioni, l’obiettivo è procedere – come è stato per Gennaro Sangiuliano – con una sostituzione immediata. Risolta, invece, la “grana” del referendum sull’autonomia differenziata, dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale: l’eventuale voto sulla riforma Calderoli preoccupava, e non poco, Palazzo Chigi.

Meloni da Trump: rafforziamo la relazione, Italia per il dialogo Ue-Usa

Meloni da Trump: rafforziamo la relazione, Italia per il dialogo Ue-UsaRoma, 20 gen. (askanews) – Prima alla tradizionale funzione religiosa nella chiesa episcopale di St. John, vicino alla Casa Bianca, poi a Capitol Hill per la cerimonia di giuramento, seduta accando al presidente argentino Javier Milei, infine al pranzo ufficiale, prima di ripartire per Roma. E’ stata una visita lampo quella a Washington della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, unica leader europea presente all’Inauguration Day, invitata personalmente dallo stesso presidente Donald Trump.


La premier è arrivata nella notte nella capitale Usa, con una decisione presa all’ultimo momento (è stata comunicata solo venerdì dopo le 23), probabilmente dopo una lunga valutazione sull’opportunità politica di rispondere alla ‘convocazione’ del tycoon, per lei che punta a proporsi come “ponte” tra la nuova amministrazione e l’Unione europea in un rapporto che non si preannuncia semplice. Questa mattina, Palazzo Chigi ha diffuso un breve video per spiegare il motivo della sua presenza. “Io – dice la presidente del Consiglio – penso che sia molto importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Usa, dare una testimonianza della volontà di continuare e semmai rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse”. Al termine del giuramento, su X la premier ha fatto gli “auguri di buon lavoro” a Trump, ribadendo la certezza che “l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e USA, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli”. Meloni, nel post, ha voluto mandare anche un messaggio di rassicurazione ai partner europei, preoccupati da un possibile rapporto teso con l’altra sponda dell’oceano e da un tentativo della nuova amministrazione di dividere l’Ue. “L’Italia – garantisce – sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”.


Dopo il pranzo, Meloni è in procinto di ripartire e già domani sarà a Roma, alle prese con i dossier sul tavolo. Il primo riguarda il “caso” di Daniela Santanchè, dopo che il Tribunale di Milano l’ha rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nella gestione di Visibilia Editore. La ministra del Turismo sembra intenzionata a resistere al suo posto, ma mentre dal suo partito, Fdi, sono arrivate poche dichiarazioni di sostegno (e nessuna da Meloni) continua il pressing delle opposizioni per un passo indietro. Proprio oggi il M5s ha presentato una mozione di sfiducia in entrambe le Camere. “Metteremo di nuovo il Governo con le spalle al muro di fronte al Parlamento e agli italiani. Se pensano di far finta di nulla come al solito si sbagliano di grosso”, ha attaccato il leader pentastellato Giuseppe Conte. Probabile che una decisione venga presa dopo un confronto diretto, nelle prossime ore, tra Meloni e Santanchè. In caso di dimissioni, l’obiettivo è procedere – come è stato per Gennaro Sangiuliano – con una sostituzione immediata. Risolta, invece, la “grana” del referendum sull’autonomia differenziata, dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale: l’eventuale voto sulla riforma Calderoli preoccupava, e non poco, Palazzo Chigi.

Autonomia, la Consulta boccia il referendum. Opposizioni: rimane stop alla riforma

Autonomia, la Consulta boccia il referendum. Opposizioni: rimane stop alla riformaRoma, 20 gen. (askanews) – Semaforo rosso della Corte Costituzionale al quesito referendario sulla legge che prevede l’autonomia differenziata. La Consulta lo ha giudicato inammissibile rilevando “che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”, si legge in una nota dell’ufficio stampa al termine della camera di consiglio degli undici giudici della Corte, aggiungendo che il referendum “verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”. Nello scorso novembre, la Consulta aveva dichiarato illegittimi alcuni punti della legge Calderoli. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.


Forza Italia, per voce del senatore Maurizio Gasparri, ha parlato di “logica decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sulle autonomie. La Corte ha indicato i punti della legge da correggere e lo faremo in Parlamento. Andiamo avanti con il nostro lavoro di riforme”. Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati. “La sentenza della Consulta conferma quanto avevamo detto: la legge sull’autonomia differenziata è costituzionale e occorre procedere in Parlamento recependo i rilievi della Corte, in particolare intervenendo sui livelli essenziali di prestazione”. Per le opposizioni, la decisione della Corte sembra aver dato il colpo di grazia alla riforma sull’autonomia differenziata. Per il Pd della “Legge 86 è rimasto solo qualche brandello del tutto inapplicabile. I giudici costituzionali non hanno ritenuto fattibile un referendum abrogativo su un provvedimento sostanzialmente già raso al suolo da una loro precedente pronuncia”. M5s ha sottolineato come “la legge Calderoli sia già stata smantellata nei suoi pilastri portanti e di fatto svuotata dalla stessa Corte Costituzionale poche settimane fa. Ora governo e maggioranza sono obbligati o ad abbandonare del tutto il progetto o a confrontarsi con le opposizioni in Parlamento con una completa riscrittura della disciplina in conformità ai dettami costituzionali”. Mentre per Avs la “legge era già stata demolita” a novembre dalla Consulta, “che ne aveva evidenziato le caratteristiche antidemocratiche e i rischi per la coesione del nostro Paese. Ora la destra si deve rassegnare”. E Italia viva ha ricordato come “quella del Governo sia una vittoria di Pirro” e che “qualunque modifica dovrà passare dal Parlamento. E lì ci troveranno pronti, senza sconti o passi indietro”.


La Corte costituzionale ha ammesso altri 5 referendum: riguardano cittadinanza, jobs act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti. Si svolgeranno in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Inauguration Day, Trump: iniziata oggi l’età dell’oro per l’America

Inauguration Day, Trump: iniziata oggi l’età dell’oro per l’AmericaNew York, 20 gen. (askanews) – “L’età dell’oro dell’America inizia proprio ora”. Il 47mo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto queste parole per inaugurare la sua amministrazione e il nuovo corso che intende dare al Paese, da oggi.


“Da questo giorno in poi, il nostro paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo”, ha continuato Trump, precisando che metterà “semplicemente l’America al primo posto”, rivedicandone la sovranità, ripristinando la sicurezza e riequilibrando la giustizia. L’attentato del 13 luglio dello scorso anno in Pennsylvania ha reso chiara a Trump la sua missione di presidente e sin dalle prime battute del discoro inaugurale ha voluto ricordarlo a tutti i presenti, anche ai suoi quattro predecessori.


“Dio ha salvato la mia vita per una sola ragione. Sono stato salvato da Dio per rendere l’America grande di nuovo”, ha detto Trump, precisando che agirà con determinazione e rapidità per riportare speranza, prosperità, sicurezza e pace per i cittadini americani di ogni razza, religione, colore e credo”. Il 47mo presidente ha voluto chiamare il 20 gennaio 2025, “Giorno della Liberazione”, e ricordando che la sua inaugurazione ricorre proprio nel Martin Luther King Day ha ribadito che insieme al suo team “ci impegneremo insieme per far sì che il suo sogno diventi realtà. Faremo sì che il suo sogno diventi realtà”. Ha poi criticato l’amministrazione uscente che “non riesce a proteggere i nostri magnifici cittadini americani rispettosi della legge, ma fornisce rifugio e protezione a pericolosi criminali, molti provenienti da prigioni e istituti psichiatrici che sono entrati illegalmente nel nostro paese da tutto il mondo”. Per queste ragioni “dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale”, ha detto Trump durante il suo discorso inaugurale, aggiungendo che ripristinerà la politica migratoria “remain in Mexico” e che invierà truppe al confine meridionale per respingere la disastrosa invasione del nostro paese”. Il presidente ha poi fatto un annuncio inatteso: designerà i cartelli della droga “come organizzazioni terroristiche straniere”, al pari di altri gruppi terroristici che vantano agende molto più sovversive.


Trump è poi passato a delineare la sua politica economica che intende privilegiare le trivellazioni petrolifere e le fonti energetiche tradizionali al Green Deal di Biden. La crisi dell’inflazione è stata causata, per il presidente entrante, da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che a partire da oggi è stata dichiarata “un’emergenza energetica nazionale”, a cui si risponde in un solo modo: “Drill, baby, drill”. Trump ha ripetuto un mantra più volte usato in campagna elettorale per spiegare il suo investimento in petrolio e nei combustibili fossili. “L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo”, ha continuato che sotto i piedi dell’America scorre l’”oro liquido” da esportare in tutto il mondo. “Porremo fine al Green New Deal e revocheremo i veicoli elettrici” ha continuato Trump, mentre Biden assisteva imperterrito allo smatellamento delle sue politiche. “Inizierò immediatamente la revisione del nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane. Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri paesi, applicheremo dazi e tasse ai paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini” ha aggiunto Trump, tirando fuori un altro dei suoi cavalli di battaglia economici. Ha poi annunciato la nascita dell’ “External Revenue Service per riscuotere i dazi e le entrate” che arriveranno da “fonti straniere” e quella del “nuovissimo Dipartimento per l’efficienza governativa”, che si occuperà di “ripristinare competenza ed efficacia per il nostro governo federale”. Sulla politica estera Trump ha ribadito ancora una volta che intende cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” e ha ampliato le mire espansionistiche degli Stati Uniti, spostandole dalla Groenlandia e dal Canada a Marte. “Perseguiremo il nostro chiaro destino verso le stelle, lanciando astronauti americani per piantare stelle e strisce sul pianeta Marte”, ha il nuovo presidente, assicurando che “l’ambizione è la linfa vitale di una grande nazione, e in questo momento, la nostra nazione è più ambiziosa di qualsiasi altra”. Nel suo discorso il Presidente ha dichiarato di voler essere un “peacemaker”, e che “misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie che vinceremo, ma dalle guerre a cui metteremo fine e, cosa più importante, dalle guerre a cui non parteciperemo mai”. Si è preso anche il merito della liberazione degli ostaggi israeliani e ha rimarcato che “l’eredità di cui sarà più orgoglioso sarà quella di un peacemaker e unificatore” mentre “costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”. Ha poi chiarito che “Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile”. Trump ha annunciato ufficialmente un cambiamento alle politiche sul gender e sui vaccini. “Da oggi in poi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: maschile e femminile”, ha detto nel suo discorso inaugurale, spiegando che già questa settimana “porrà fine anche alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere”, forgiando una società “basata sul merito” e non sul colore della pelle. Ha aggiunto che integrerà la tutti i militari “che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo del vaccino COVID”.


In conlusione Trump ha detto: “Il futuro è nostro e la nostra età dell’oro è appena iniziata” e ha predetto che “l’America sarà rispettata di nuovo e ammirata di nuovo”, aggiungendo che “non saremo conquistati, non saremo intimiditi, non saremo spezzati e non falliremo”.

Inauguration Day, Trump: Iniziata oggi l’età dell’oro per America

Inauguration Day, Trump: Iniziata oggi l’età dell’oro per AmericaNew York, 20 gen. (askanews) – “L’età dell’oro dell’America inizia proprio ora”. Il 47mo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto queste parole per inaugurare la sua amministrazione e il nuovo corso che intende dare al Paese, da oggi.


“Da questo giorno in poi, il nostro paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo”, ha continuato Trump, precisando che metterà “semplicemente l’America al primo posto”, rivedicandone la sovranità, ripristinando la sicurezza e riequilibrando la giustizia. L’attentato del 13 luglio dello scorso anno in Pennsylvania ha reso chiara a Trump la sua missione di presidente e sin dalle prime battute del discoro inaugurale ha voluto ricordarlo a tutti i presenti, anche ai suoi quattro predecessori.


“Dio ha salvato la mia vita per una sola ragione. Sono stato salvato da Dio per rendere l’America grande di nuovo”, ha detto Trump, precisando che agirà con determinazione e rapidità per riportare speranza, prosperità, sicurezza e pace per i cittadini americani di ogni razza, religione, colore e credo”. Il 47mo presidente ha voluto chiamare il 20 gennaio 2025, “Giorno della Liberazione”, e ricordando che la sua inaugurazione ricorre proprio nel Martin Luther King Day ha ribadito che insieme al suo team “ci impegneremo insieme per far sì che il suo sogno diventi realtà. Faremo sì che il suo sogno diventi realtà”. Ha poi criticato l’amministrazione uscente che “non riesce a proteggere i nostri magnifici cittadini americani rispettosi della legge, ma fornisce rifugio e protezione a pericolosi criminali, molti provenienti da prigioni e istituti psichiatrici che sono entrati illegalmente nel nostro paese da tutto il mondo”. Per queste ragioni “dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale”, ha detto Trump durante il suo discorso inaugurale, aggiungendo che ripristinerà la politica migratoria “remain in Mexico” e che invierà truppe al confine meridionale per respingere la disastrosa invasione del nostro paese”. Il presidente ha poi fatto un annuncio inatteso: designerà i cartelli della droga “come organizzazioni terroristiche straniere”, al pari di altri gruppi terroristici che vantano agende molto più sovversive.


Trump è poi passato a delineare la sua politica economica che intende privilegiare le trivellazioni petrolifere e le fonti energetiche tradizionali al Green Deal di Biden. La crisi dell’inflazione è stata causata, per il presidente entrante, da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che a partire da oggi è stata dichiarata “un’emergenza energetica nazionale”, a cui si risponde in un solo modo: “Drill, baby, drill”. Trump ha ripetuto un mantra più volte usato in campagna elettorale per spiegare il suo investimento in petrolio e nei combustibili fossili. “L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo”, ha continuato che sotto i piedi dell’America scorre l’”oro liquido” da esportare in tutto il mondo. “Porremo fine al Green New Deal e revocheremo i veicoli elettrici” ha continuato Trump, mentre Biden assisteva imperterrito allo smatellamento delle sue politiche. “Inizierò immediatamente la revisione del nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane. Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri paesi, applicheremo dazi e tasse ai paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini” ha aggiunto Trump, tirando fuori un altro dei suoi cavalli di battaglia economici. Ha poi annunciato la nascita dell’ “External Revenue Service per riscuotere i dazi e le entrate” che arriveranno da “fonti straniere” e quella del “nuovissimo Dipartimento per l’efficienza governativa”, che si occuperà di “ripristinare competenza ed efficacia per il nostro governo federale”. Sulla politica estera Trump ha ribadito ancora una volta che intende cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” e ha ampliato le mire espansionistiche degli Stati Uniti, spostandole dalla Groenlandia e dal Canada a Marte. “Perseguiremo il nostro chiaro destino verso le stelle, lanciando astronauti americani per piantare stelle e strisce sul pianeta Marte”, ha il nuovo presidente, assicurando che “l’ambizione è la linfa vitale di una grande nazione, e in questo momento, la nostra nazione è più ambiziosa di qualsiasi altra”. Nel suo discorso il Presidente ha dichiarato di voler essere un “peacemaker”, e che “misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie che vinceremo, ma dalle guerre a cui metteremo fine e, cosa più importante, dalle guerre a cui non parteciperemo mai”. Si è preso anche il merito della liberazione degli ostaggi israeliani e ha rimarcato che “l’eredità di cui sarà più orgoglioso sarà quella di un peacemaker e unificatore” mentre “costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”. Ha poi chiarito che “Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile”.


Trump ha annunciato ufficialmente un cambiamento alle politiche sul gender e sui vaccini. “Da oggi in poi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: maschile e femminile”, ha detto nel suo discorso inaugurale, spiegando che già questa settimana “porrà fine anche alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere”, forgiando una società “basata sul merito” e non sul colore della pelle. Ha aggiunto che integrerà la tutti i militari “che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo del vaccino COVID”. In conlusione Trump ha detto: “Il futuro è nostro e la nostra età dell’oro è appena iniziata” e ha predetto che “l’America sarà rispettata di nuovo e ammirata di nuovo”, aggiungendo che “non saremo conquistati, non saremo intimiditi, non saremo spezzati e non falliremo”.

Calcio, Thiago Motta: “In Champions per la continuità”

Calcio, Thiago Motta: “In Champions per la continuità”Roma, 20 gen. (askanews) – Juventus alla ricerca della continuità. Il match sul campo del Bruges rappresenta per i bianconeri un ottimo test per confermare i progressi mostrati nel secondo tempo contro il Milan. Thiago Motta è soddisfatto: “Abbiamo avuto difficoltà quasi dall’inizio della stagione – le sue parole – Mancano solo Bremer, Milik e Cabal, tutti gli altri sono disponibili. Domani insieme faremo una grande partita, contro una squadra che sta bene, che sta facendo bene sia in campionato che in Champions”. Un risultato positivo vuol dire avere già la certezza dei playoff: “Il nostro obiettivo è la vittoria. Per arrivarci dobbiamo fare molto bene perché troveremo una squadra che sta bene”. Qui hanno perso l’Aston Villa e lo Sporting: “Anche in trasferta hanno fatto bene, è una squadra giovane, con grande energia, che gioca bene a calcio ed è molto organizzata in fase difensiva. Noi abbiamo preparato la partita e abbiamo la necessità di fare una grande prestazione per arrivare alla vittoria”. E’ il momento migliore della Juve: “L’importante è dare continuità, sia nelle prestazioni dove tante sono state buone, che adesso nel risultato. Nell’ultima partita abbiamo avuto il risultato che abbiamo meritato e domani l’obiettivo è lo stesso”. Torna Vlahovic: “La scelta di tenere sabato Vlahovic fuori dall’inizio era una scelta tecnica, anche se era tornato da un problema al flessore – ha spiegato -. Mbangula? La sua evoluzione è molto buona. Lo scorsa anno giocava nella Next Gen e dobbiamo fare i complimenti al settore giovanile, perchè abbiamo lui, Savona e Yildiz. Anche per necessità hanno dovuto crescere velocemente e Mbangula, quando ha giocato, ha sempre dato il suo contributo”. E sulle probabili scelte di formazione: “Andrà in campo la miglior squadra possibile. Conceiçao è un po’ di tempo che non gioca, vediamo domani”.