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Tag: Sanremo 2023

La classifica di serie A, Inter a +4 sul Napoli

La classifica di serie A, Inter a +4 sul NapoliRoma, 5 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Parma-Inter 2-2


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, ore 20.45 Milan-Fiorentina, domenica 6 aprile ore 12.30 Lecce-Venezia, ore 15 Empoli-Cagliari, Torino-Verona, ore 18 Atalanta-Lazio, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus 55, Roma, Lazio 52, Fiorentina 51, Milan 47, Udinese 40, Torino, Genoa 38, Como 33, Verona 30, Cagliari 29, Parma 27, Lecce 25, Empoli 23, Venezia 20, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

Giubileo, Fnopi: carta valori per visione etica della salute

Giubileo, Fnopi: carta valori per visione etica della saluteRoma, 5 apr. (askanews) – “Tutti insieme, con i presidenti delle Federazioni e dei Consigli nazionali delle professioni sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali, abbiamo voluto identificare e declinare un elenco di parole che esprimano i sensi fondamentali dell’agire per la cura delle persone e delle comunità”. Lo ha detto la Presidente Fnopi – Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche – Barbara Mangiacavalli, in occasione del Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità presentando la “Carta Valoriale del Mondo della Salute”.


“Questo documento definisce i principi fondamentali che guidano i professionisti sanitari: centralità della persona, dignità, cura, relazione, competenza, responsabilità, libertà, multiprofessionalità ed equità. Un impegno corale per una sanità che mette al centro l’essere umano e promuove una visione etica della salute come bene comune”.

M5S, Pecoraro Scanio: in piazza per pace il doppio di piazza del Popolo

M5S, Pecoraro Scanio: in piazza per pace il doppio di piazza del PopoloRoma, 5 apr. (askanews) – “Ai Fori imperiali circa 100.000 persone, almeno il doppio di quelle di piazza del Popolo superando ogni previsione. Governo e opposizioni ascoltino la richiesta di no alle armi ampiamente maggioritaria in Italia e in Europa”. Lo ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio rilanciando dal Colosseo, al corteo organizzato da M5s, l’appello per evitare la corsa al riarmo.


“Una straordinaria manifestazione per la pace, contro le armi e contro la guerra. Decine di migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo e determinazione: un successo davvero eccezionale”, ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, presente all’evento. “Ancora adesso – ha aggiunto – migliaia di persone continuano ad affluire, con il sorriso e con la voglia di impegnarsi per la pace. È fondamentale che Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle abbiano avuto la determinazione di promuovere questa manifestazione, dando voce a un sentimento diffuso in tutto il Paese”.


“Colpisce positivamente – ha concluso Pecoraro Scanio – la presenza di tante realtà, anche con opinioni diverse, unite oggi da un messaggio chiaro e condiviso: no al riarmo, no alla guerra. Sì alla pace”. “É importante la partecipazione di Francesco Boccia e Annalisa Corradi del PD e di tante personalità della sinistra e di ecologisti come Michele Santoro, Loredana De Petris, Fassina e Cento ma soprattutto di tante associazioni e giovani. Serve un’alternativa di popolo alle destra basata su ideali comuni e proposte chiare e innovative che guardino ad un futuro ecodigital e di giustizia sociale e climatica e non su nostalgia delle pur rispettabili coalizioni del passato”.

Napoli 2500: primo pranzo di comunità al Real Albergo dei poveri

Napoli 2500: primo pranzo di comunità al Real Albergo dei poveriMilano, 5 apr. (askanews) – Al Real Albergo dei Poveri – RAP, oggi il primo pranzo di Comunità, uno dei progetti di inclusione ideati dalla direttrice artistica delle celebrazioni di Napoli 2500 Laura Valente. Ogni mese un appuntamento speciale dedicato all’integrazione grazie alla condivisione di tradizioni differenti legate alla cultura alimentare, a sua volta connessa alle storie dei paesi di provenienza delle comunità coinvolte. Il progetto è realizzato in collaborazione con Università, Istituti di Cultura, associazioni, comunità straniere, e osservatori del territorio.


“When you eat together you stick together” (“Quando si mangia insieme si rimane uniti”) è una delle frasi simbolo di The Old Oak, il potente film di Ken Loach che fotografa la “relazione tra persone che non parlano la stessa lingua ma che attraverso la cultura alimentare riescono a creare comunità e a raccontarsi e conoscersi tra odori, sapori, suoni e anime”. Hanno partecipato oltre 100 ospiti, la maggior parte appartenente alle comunità internazionali che insistono nei quartieri in prossimità del Real Albergo dei Poveri, e che hanno risposto all’invito dei mediatori e delle mediatrici di Spazio Comune e di alcuni studenti internazionali della Federico II che stanno frequentando i corsi di italiano. Il Pranzo di Comunità: Viaggio tra Culture e Sapori del Mediterraneo rientra nelle attività di disseminazione del Progetto TNE 2023 PNRR – SULIEIA (supporting Universities in digital transition, educational Innovation, & environment protection fostering the Launch of Italian Educational Institutions Abroad), un consorzio di cinque atenei del Sud Italia: • Università degli Studi della Basilicata • Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli • Università degli Studi del Sannio di Benevento • Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria


Inoltre, grazie alla collaborazione con 30 partner internazionali dell’area mediterranea, il progetto punta a rafforzare i legami con le Università dei Balcani (Albania, Georgia, Macedonia del Nord e Montenegro), con l’obiettivo di promuovere l’internazionalizzazione dei partner coinvolti attraverso un solido programma di borse di studio, attività didattiche congiunte, progetti di ricerca ed eventi interculturali che coinvolgeranno personale tecnico-amministrativo, studenti ed accademici. Le Università consorziate, nell’ambito delle loro attività di internazionalizzazione e valorizzazione delle conoscenze (Terza Missione / Impatto sociale), aderiscono anche ai programmi promossi da UNHCR (Agenzia ONU per i Rifugiati), volti a promuovere e favorire l’accesso all’educazione terziaria di persone rifugiate, tra cui Il Manifesto per l’Università inclusiva e UNICORE – University Corridors for Refugees. Un’attenzione particolare è rivolta all’uguaglianza di genere e alle politiche di genere, che includono linee guida e formazione per affrontare le questioni relative all’uguaglianza di genere e promuovere i diritti e il benessere della comunità universitaria.


“Questo progetto ci dà la possibilità di trovarci insieme, comunità ed università, in un viaggio tra culture e sapori, e di condividere alcune pietanze che parlano delle nostre comuni origini”, commenta Valeria Costantino, PI del progetto SULIEIA, prima di aggiungere: “Realizzare questo evento in collaborazione con le celebrazioni di Napoli 2025 è una grande dimostrazione della volontà di lavorare insieme per il futuro della nostra comunità”. “Dividere il cibo come pratica di pace e di riconoscimento reciproco, in tempi in cui è più che mai necessario ricordarci di origini comuni e distanze”, afferma Laura Lieto, Vicesindaca di Napoli con delega all’Urbanistica. “Il Real Albergo dei Poveri rinnova e celebra, nel rito del pranzo di comunità, la sua vocazione di spazio che accoglie, cura e accompagna persone di ogni provenienza, donne e uomini di ogni età”, conclude. “Napoli 2500 è un’occasione per ricucire il tessuto sociale della nostra comunità, per ritrovare quel senso di solidarietà e di accoglienza che è parte profonda della nostra storia e della nostra identità”, dichiara Teresa Armato, Assessora al Turismo e delegata al 2500° compleanno di Napoli. “Ritrovarsi attorno a un tavolo, condividere il cibo e il racconto delle proprie radici è un gesto semplice ma potente, che ci ricorda come la comunità si costruisca nella condivisione e nella fraternità”.

M5S, Conte: siamo in centomila!

M5S, Conte: siamo in centomila!Roma, 5 apr. (askanews) – “Un messaggio mi ha colpito in particolare, il signor Bruno sui social: ‘ho 93 anni, la guerra l’ho vista, non so quanto mi resta da vivere ma voglio venire in piazza a spiegare che la guerra fa male’. Dove sei Bruno? Eccolo! Non sei solo! Siamo in centomila mi dicono”. Così, con un omaggio a quello che potrebbe essere il manifestante più anziano in piazza, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo intervento dal palco dei Fori imperiali.

M5S, Conte: siamo in centomila!

M5S, Conte: siamo in centomila!Roma, 5 apr. (askanews) – “Un messaggio mi ha colpito in particolare, il signor Bruno sui social: ‘ho 93 anni, la guerra l’ho vista, non so quanto mi resta da vivere ma voglio venire in piazza a spiegare che la guerra fa male’. Dove sei Bruno? Eccolo! Non sei solo! Siamo in centomila mi dicono”. Così, con un omaggio a quello che potrebbe essere il manifestante più anziano in piazza, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo intervento dal palco dei Fori imperiali.

Lega, Musk collegato per 15 minuti: in Europa si rischiano massacri

Lega, Musk collegato per 15 minuti: in Europa si rischiano massacriFirenze, 5 apr. (askanews) – Un quarto d’ora di collegamento da Washington, per dialogare con Matteo Salvini su free speech, dazi, e immigrazione. Elon Musk irrompe nel congresso della Lega, realizzando gli auspici sussurrati negli ultimi giorni ma fino all’ultimo non ufficializzati dagli organizzatori. Ma il miliardario sudafricano e consigliere di Trump alla fine mantiene la promessa, e Giancarlo Giorgetti – che presiede il congresso – interrompe l’intervento del vice segretario Andrea Crippa per chiamare sul palco il segretario a “intervistare” Musk.


La prima domanda è sul lavoro di Musk al D.O.G.E., il Dipartimento per l’efficienza del governo affidatogli da Trump: “Tagliamo spese che non hanno senso di esistere ma ci attaccano violentemente”. Poi la discussione vira sul free speech: “La sinistra vuole censure, bavaglio, multe e impedire la libertà di parola”, alza la palla Salvini. E Musk raccoglie: “Si capisce chi è dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliato, guardando chi vuole limitare la libertà di espressione. Hitler, Mussolini, Stalin, avevano censure molto forti, ed è un segnale su chi sono i cattivi. Le limitazioni alla libertà di espressione sono di impostazione fascista, si dovrebbe vincere per le proprie idee, non perchè le altre sono state soppresse”. Salvini sposta poi la discussione sulla “immigrazione di massa alimentata dalle sinistre”. Anche qui Musk raccoglie l’assist: “L’immigrazione di massa è una cosa folle – risponde Musk – che porterà alla fine di un Paese. Se pensiamo che ci sono 8 miliardi di persone al mondo, una piccola parte di queste persone che si sposta può trasformare un Paese di 60 milioni di abitanti in qualcosa di diverso perchè un Paese non è la sua geografia ma le persone che lo abitano”.


Altro spunto di Salvini, gli assalti ai concessionari alle tue auto: “C’è da preoccuparsi di questo clima di violenza?”. Ma Musk in questo caso sembra rispondere da un altro punto di vista, con riferimento agli episodi di terrorismo da parte di migranti: “Vediamo un aumento enormi degli attacchi in Italia e in Europa. Attacchi terroristici, alla fine vedremo uccisioni di massa in Europa, dei massacri veri e propri, perchè questa è la tendenza. Quale è il tasso di attacchi terroristici in Europa? Abbiamo gli attacchi con vittime che si susseguono, questo porterà a un vero massacro in Europa, le vostre famiglie, i vostri figli e i vostri amici sono tutti a rischio, i numeri parlano chiaro”. E Salvini chiosa: “Purtroppo sì”. Poi il tema della pace in Ucraina: “Non ho rispetto per chi incoraggia la guerra, è qualcosa di veramente malvagio. A sinistra dicono che si può cedere alla Russia, ma non hanno un piano per il futuro e quindi stiamo mandando a morire queste persone per sempre, senza un piano: è inumano, crudele e non ha alcun senso. Ha ragione Trump, il massacro va interrotto, è arrivato il momento di fermarsi, questa macchina della guerra e della morte deve essere fermata. È ora di dire basta”. E Salvini: “La pensiamo esattamente alla stessa maniera”.


Poi Salvini si rivolge al Musk imprenditore, e chiede “un tuo messaggio per gli italiani in un momento in cui un sentimento antiamericano viene alimentato”. Con Musk che addirittura auspica un’area di libero scambio tra Europa e Usa. Con Salvini che chiude così: “Lo spazio di dazi zero è l’obiettivo di tutti. Grazie Elon per il tuo tempo, ti aspettiamo da amico quale sei anche in Italia”.

Dazi, come risponderà l’Unione europea? L’obiettivo è trattare

Dazi, come risponderà l’Unione europea? L’obiettivo è trattareRoma, 5 apr. (askanews) – Come sta rispondendo, concretamente, la Commissione europea ai dazi di Donald Trump, al di là della costernazione e dei proclami contraddittori che abbiamo sentito negli ultimi giorni da Bruxelles e dai governi dei Ventisette, e che vanno dalla fermezza e determinazione, con l’annuncio di misure di ritorsione adeguate e proporzionate, all’appello al dialogo, al negoziato, a evitare l’escalation, a minimizzare le contromisure europee?


Innanzitutto due precisazioni. La prima: come ricordava David Carretta sul ‘Mattinale europeo’ l’Italia viene ‘risparmiata’ grazie alla sua appartenenza all’Ue. Se Trump avesse applicato la sua semplicistica formula ai singoli paesi europei, l’Italia avrebbe dovuto subire un dazio del 32%, più del 31% imposto alla Svizzera e del 20% imposto all’Ue. Senza l’Ue l’Italia avrebbe dovuto pagare un dazio più alto di Germania e Francia, a cui la formula di Trump avrebbe inflitto un’aliquota del 25% e del 14%. La seconda precisazione: la risposta europea non è più quella che era stata annunciata nelle ultime settimane; c’è stata una evidente correzione di rotta tattica, per adeguarsi alle imprevedibili e, sotto diversi punti di vista, spesso incomprensibili decisioni del presidente americano.


Inizialmente, la Commissione europea intendeva far rientrare in vigore automaticamente, il primo aprile, le vecchie contromisure già decise nel 2018 e nel 2020 contro i dazi della prima Amministrazione Trump sulle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%), e che erano state sospese durante il mandato di Biden. Queste contromisure (che avrebbero colpito le esportazioni Usa verso l’Ue per un valore di 8 miliardi di euro) avrebbero risposto ai nuovi dazi Usa annunciati per i due settori il 12 marzo scorso. Inoltre, l’Esecutivo comunitario annunciava che avrebbe preparato nuove contromisure (per un valore di 18 miliardi di euro) per rispondere all’aumento del 15% dei dazi sull’alluminio (dal 10 al 25 per cento), rispetto a quelli che erano stati previsti dalla precedente Amministrazione Trump. Questi nuovi contro-dazi sarebbero entrati in vigore a metà aprile. Immediatamente dopo, inoltre, la Commissione aveva annunciato che avrebbe preparato nuove misure di ritorsione (che è la traduzione italiana corretta dall’inglese ‘retaliation’, molto più di ‘rappresaglia’ e soprattutto dell’inappropriato ‘vendetta’), per rispondere ai dazi già minacciati da Trump, ma non ancora quantificati e definiti nei dettagli.


Il 20 marzo, mentre si riuniva il Consiglio europeo a Bruxelles, questa tempistica è stata rivista, con l’annuncio che la riattivazione dei contro-dazi su acciaio e alluminio sarebbe avvenuta il 9 aprile. Inoltre, successivamente la Commissione, anche a seguito delle intense consultazioni in corso con gli Stati membri (e come auspicato da Giorgia Meloni), ha frenato ancora sulle ulteriori misure di ritorsione previste in risposta ai nuovi dazi annunciati da Trump, prendendo tempo per poter negoziare con Washington e rinunciando a una reazione immediata, che avrebbe come effetto inevitabile una nuova risposta da parte Usa e l’escalation verso una vera e propria guerra commerciale che l’Ue vuole assolutamente evitare. Un altro elemento importante che ha chiaramente cambiato la prospettiva per gli europei è la netta sensazione che le minacce, gli annunci e le decisioni clamorose di Trump siano soprattutto delle posizioni negoziali, ovvero strumentali per ottenere altro, non è ancora ben chiaro cosa, ma lo si scoprirà durante il negoziato. In questo quadro, anche le ritorsioni commerciali europee non sono affatto un fine in sé, ma uno strumento tattico per ottenere il risultato strategico di una riduzione, non un aumento, dei dazi da entrambe le parti. A questo punto, insomma, la tempistica delle decisioni europee si configura nei termini seguenti.


1) Il 7 aprile, a Lussemburgo, c’è il Consiglio Ue dei ministri del Commercio (con Antonio Tajani per l’Italia), che non voterà, ma avrà un’ultima discussione sui prodotti Usa da prendere di mira con le misure europee di ritorsione per i dazi sull’acciaio (dove sostanzialmente dovrebbe essere riattivata la vecchia lista del 2018-2020, già già chiusa) e soprattutto per quello sull’alluminio (dove invece la lista è in gran parte nuova, a causa del 15% di dazi aggiuntivi). 2) Il 9 aprile, saranno riattivate le vecchie misure del 2028 e 2020 contro i dazi di Trump su acciaio e alluminio che erano state sospese durante l’Amministrazione Biden, e in più la Commissione presenterà ai rappresentanti degli Stati membri, nel comitato Ue competente per gli strumenti di difesa commerciale (‘Trade Defense’) la sua proposta riguardo alla misure di ritorsione per l’aumento supplementare del 15% dei dazi sull’alluminio (deciso dagli Usa il 12 marzo). Da notare che si tratta di una procedura decisionale (detta di ‘comitologia’) per gli atti di esecuzione, in cui le proposte della Commissione possono essere respinte solo dalla maggioranza qualificata degli Stati membri, e possono dunque essere adottate anche con una maggioranza semplice contraria. Complessivamente, i dazi Usa in questi due settori colpiscono le esportazioni Ue per un valore di 26 miliardi di euro. Le misure di ritorsione su acciaio e alluminio entreranno tutte in vigore il 15 aprile, ma solo i vecchi contro-dazi saranno riscossi alle dogane a partire da quella data. Per le nuove misure riguardanti l’alluminio, la riscossione dei dazi avverrà a partire dal 15 maggio. 3) Entro fine aprile o inizio maggio, se non ci saranno state sorprese nel negoziato che è ora in corso, la Commissione proporrà al voto del Comitato per gli strumenti di difesa commerciale le nuove misure di ritorsione contro l’imposizione dei nuovi dazi del 25% sull’importazione di auto e componentistica dei veicoli, annunciata dall’Amministrazione Trump il 26 marzo scorso (valore delle esportazioni Ue colpite: 66 miliardi di euro); anche qui, verrà negoziata con gli Stati membri una nuova lista di prodotti Usa da colpire, in modo che le prevedibili contro-ritorsioni americane abbiano un impatto distribuito equamente sulle esportazioni degli Stati membri verso gli Usa. 4) A fine aprile, ma più probabilmente a maggio, e anche qui se nel frattempo non ci saranno stati progressi importanti nel negoziato con Washington, la Commissione presenterà le ulteriori misure di ritorsione contro i nuovi dazi generalizzati del 20% contro l’Ue, definiti ‘reciproci’ (valore delle esportazioni Ue colpite: 290 miliardi di euro), annunciati il 2 aprile, il ‘giorno della liberazione’, che rischia invece di passare alla storia come la data d’inizio di una nuova Grande Depressione dell’economia mondiale. ‘L’annuncio del presidente Trump di dazi universali su tutto il mondo, inclusa l’Ue – aveva affermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, poche ore dopo la decisione del presidente americano del 2 aprile -, è un duro colpo per l’economia mondiale. Mi rammarico profondamente di questa scelta. Cerchiamo di essere lucidi sulle immense conseguenze. L’economia globale ne soffrirà enormemente. L’incertezza aumenterà vertiginosamente e innescherà l’ascesa di un ulteriore protezionismo. Le conseguenze saranno disastrose per milioni di persone in tutto il mondo’. ‘Tutte le aziende, grandi e piccole – aveva avvertito von der Leyen -, soffriranno fin dal primo giorno. Da una maggiore incertezza all’interruzione delle catene di fornitura alla burocrazia gravosa. Il costo delle attività commerciali con gli Stati Uniti aumenterà drasticamente. E, cosa ancora più grave, sembra non esserci ordine nel disordine. Nessun percorso chiaro attraverso la complessità e il caos che si stanno creando mentre tutti i partner commerciali degli Stati Uniti vengono colpiti’. ‘Fin dall’inizio – aveva sottolineato la presidente della Commissione -, siamo sempre stati pronti a negoziare con gli Stati Uniti, per rimuovere qualsiasi barriera residua al commercio transatlantico. Allo stesso tempo, siamo pronti a rispondere. Stiamo già ultimando un primo pacchetto di contromisure in risposta ai dazi sull’acciaio. E ora ci stiamo preparando per ulteriori contromisure, per proteggere i nostri interessi e le nostre attività se i negoziati falliscono. ‘Come europei promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e valori. E difenderemo sempre l’Europa. Ma esiste un percorso alternativo. Non è troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati. Ecco perché il nostro Commissario per il commercio, Maros Sefcovic, è costantemente impegnato con le sue controparti statunitensi. Lavoreremo per ridurre le barriere, non per aumentarle. Passiamo dal confronto al negoziato’, aveva concluso von der Leyen. Tutta l’attenzione, a questo punto, si sposta sul negoziato: faranno valere gli europei l’argomento del forte attivo Usa nello scambio con l’Ue nel settore dei servizi, soprattutto a vantaggio dei giganti americani del digitale, per ottenere condizioni più favorevoli dall’Amministrazione Usa? L’Ue ha strumenti per intervenire penalizzando le Big Tech, anche se per ora preferisce mantenere un silenzio tattico su questo punto. E poi, soprattutto: si capirà finalmente che cosa vuole davvero Trump dagli europei, oltre che dal resto del mondo, e quanto converrà all’Ue fare le concessioni che chiederà eventualmente il presidente americano? Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Musk alla Lega: auspico zero dazi, spero area libero scambio Ue-Usa

Musk alla Lega: auspico zero dazi, spero area libero scambio Ue-UsaFirenze, 5 apr. (askanews) – “Spero che gli Usa e l’Europa riescano a realizzare una partnership molto stretta: c’è già un’alleanza ma spero che possa essere più stretta e più forte. Spero che per quanto riguarda i dazi ci sposteremo in futuro a ‘zero dazi’ con una zona di libero scambio tra Europa e Nord America, questa è la mia speranza per il futuro. E anche una maggiore libertà di spstarsi per le persone tra Europa e Nord America, chi vuole lavorare negli Usa deve essere libero di farlo: questo è stato il consiglio che ho dato al Presidente Trump”. Lo ha detto Elon Musk, in collegamento da Washington con il congresso della Lega.

Tajani riunisce Fi e avvisa Salvini: non accetteremo derive anti-Ue

Tajani riunisce Fi e avvisa Salvini: non accetteremo derive anti-UeRoma, 5 apr. (askanews) – Un europeismo certo di antica data, ma rivendicato con orgoglio forse nuovo e più determinato. Sui rapporti dell’Italia con l’Unione europea, messi continuamente alla prova dall’alleato leghista al governo, Antonio Tajani, vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia, non ha mai abbandonato i toni pacati che da sempre caratterizzano il suo discorso politico ma oggi, al Consiglio nazionale del partito, è apparso tutt’altro che conciliante.


“Sia chiaro – ha scandito appena arrivato al Palazzo dei Congressi – che noi difendiamo l’Europa e continueremo a difenderla, l’Europa è la nostra casa e io non farei mai parte di un governo antieuropeo, questo dev’essere chiaro. Per fortuna mi pare che il presidente del Consiglio Meloni abbia fatto sempre scelte a difesa dell’Ue” perché “noi non accetteremmo mai derive antieuropeiste. L’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, non intendiamo rinnegare la nostra storia”. Sullo sfondo, c’è il nuovo capitolo dell’eterna contrapposizione con il Carroccio e il suo leader Matteo Salvini in tema di Unione europea: vari esponenti leghisti da giorni invocano la necessità di una trattativa bilaterale Italia-Stati Uniti, escludendo la Ue, per ridurre al minimo i dazi messi in campo dal presidente Donald Trump. Lo ripete Salvini in apertura del congresso della Lega a Firenze, qualche ora dopo l’intervento del leader di Fi. “Io non faccio polemiche con nessuno – premette Tajani -, dico che è competente soltanto la Commissione Ue a trattare con gli Stati Uniti in materia commerciale perché la competenza della Commissione europea è esclusiva, quindi non tocca a noi trattare, noi possiamo fare nessun altro tipo di trattative. Un conto è una trattativa per un piano di export, ma la trattativa normativa sui dazi la fa soltanto la Commissione europea, questi sono i trattati. Sono le regole, non le ho scritte io, ma quando si parla bisogna ben conoscere le regole e sapere qual è il diritto”. Come singoli Paesi europei, ha proseguito Tajani, “siamo deboli, per questo insisto sull’unità. Farci dividere, fare trattative individuali” con gli Usa “non significa fare il bene delle nostre imprese, significa indebolire il potere contrattuale delle nostre imprese e indebolirle”.


Un concetto condiviso e ribadito dal presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, ospite d’onore dell’evento. “Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti – ha detto Weber -, soltanto un’Europa unita può opporsi ai dazi di Trump, bisogna discuterci e concludere un accordo basato su un commercio equo, e non sulla paura del commercio”. Una posizione nettissima quella di Tajani, che nelle pieghe della sua lunga relazione ha lanciato stilettate meno esplicite all’alleato di governo, la Lega. Per esempio sul Mes: “Oggi c’è chi dice che bisogna fare di più per la spesa sanitaria” anziché spendere dei soldi per la sicurezza dell’Unione “ma era contrario al Mes. Noi dicevamo che il Mes bisognava prenderlo quando serviva perché poteva essere utile per tutelare la nostra salute”. Oppure, quando a proposito dell’export, ha ricordato che “grazie al mercato europeo noi esportiamo beni per oltre 200 miliardi ogni anno. Non dobbiamo mai dimenticarlo perché tutti quelli che parlano contro l’Europa non portano mai una prova per dire l’Europa fa danni all’Italia”. E ancora: “con l’iniziativa di oggi vogliamo dare un segnale politico forte agli ‘sfascisti’ e ai ‘pacifinti’ che manifestano non lontano da noi?”. Certo, il riferimento esplicito era al M5s, che si preparava a sfilare contro il riarmo per le strade di Roma. Ma l’aggettivo “sfascista” ha ricordato molto la bordata di Tajani di qualche giorno fa e che tutti avevano interpretato come rivolta contro Salvini: “Noi in Europa – aveva detto il leader di Forza Italia – dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze”.