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Autore: Redazione StudioNews

il ritorno di Lavazza Experience per Nitto ATP Finals 2024

il ritorno di Lavazza Experience per Nitto ATP Finals 2024Milano, 03 nov. (askanews) – Alta gastronomia, cocktail d’autore, vini pregiati, divertimento e molto altro: è una settimana di eventi speciali quella organizzata dall’agenzia di comunicazione e organizzazione eventi To Be (in collaborazione con Lavazza Eventi) in occasione delle Nitto ATP Finals 2024, il più importante torneo tennistico dell’anno che si disputerà all’Inalpi Arena di Torino, la più grande arena sportiva al coperto d’Italia.


Da domenica 10 a domenica 17 novembre, all’interno della Centrale, nella Nuvola Lavazza, la migliore enogastronomia sarà protagonista di una serie di appuntamenti aperti al pubblico, che coinvolgeranno grandi chef, rinomati produttori di vino, maestri lievitisti, panificatori, bartender d’avanguardia in un calendario, quello della Lavazza Experience (www.lavazza-experience.it/), che ormai è diventato un classico, simbolo del legame tra la città di Torino, la sua vocazione enogastronomica e la passione di Lavazza per il grande tennis. Si parte domenica 10 novembre, con la grande cena di gala inaugurale della settimana delle Nitto ATP Finals. Ad aprire le danze della Lavazza Experience sarà la Cena a 10 mani: una serata d’autore in cui cinque grandi interpreti del fine dining italiano si avvicenderanno in un menu totalmente inedito, con cocktail d’aperitivo e abbinamento vini studiato per l’occasione. Cinque piatti stellati, abbinati a cinque grandi vini del territorio, per una serata che permette di conoscere cinque grandi ristoranti del nostro Paese.


Lunedì 11 novembre sarà invece il momento del Mix Contest Italy Tour Torino, la tappa torinese della sfida che viaggia nelle principali città italiane per trovare i migliori professionisti della mixology. In ogni tappa, le creazioni dei migliori bartender della città – che hanno l’obiettivo di valorizzare i prodotti delle aziende partner – vengono votate dal pubblico e da una giuria tecnica. La somma di questi voti decreta il vincitore della tappa. I primi due classificati gareggiano nella finale del format, prevista a Torino a marzo 2025. Si continua con gli appuntamenti della Lavazza Experience 2024 mercoledì 13 novembre, quando la Centrale della Nuvola Lavazza sarà protagonista di uno speciale appuntamento dell’ormai celebre format Degustando. L’alta gastronomia nella sua forma più pop torna con dieci grandi chef e nomi della gastronomia nazionale che proporranno al pubblico i loro piatti, accompagnati da produttori del territorio e da una selezione di grandi vini e ottimi drink, in quella che è una grande festa della migliore ristorazione.


Alla Nuvola Lavazza, mercoledì 13 novembre vi saranno dieci grandi chef del panorama italiano, tra cui Gabriele Bertolo, Cannavacciuolo Bistrot * (Torino), Charles Joshua Pearce, L’orto – Nordelaia (Cremolino – AL), Jacopo Chieppa, Equilibrio (Dolcedo – IM), Marco Ambrosino, Sustanza (Napoli), Alessandro Rossi * e Lorenzo Neri Barbagianni (Colle di Val d’Elsa – SI) e Alex Olivero, Locanda in Cannubi (Barolo – CN). Ancora, il 16 novembre è il turno de La Notte del Barolo, Nebbiolo e Barbaresco: una serata di degustazione in cui oltre venti tra i migliori produttori vitivinicoli del territorio si riuniscono per raccontare (e far assaggiare) al pubblico i loro vini più pregiati. Protagonista di questo appuntamento delle “Notti” dedicate al vino sono proprio alcune delle interpretazioni più nobili di uno dei più grandi vitigni piemontesi, il Nebbiolo, che sarà raccontato da alcuni importanti produttori di Barolo e Barbaresco. Protagonista, insieme alle etichette delle cantine, sarà una selezione dei migliori street food del territorio.


L’ultimo appuntamento della Lavazza Experience 2024 è quello dedicato ai grandi lievitisti: domenica 17 novembre torna per la seconda edizione LievitaTO, il format dedicato al mondo dei lievitati e ai suoi interpreti d’eccellenza. Un giorno di approfondimento del mondo della panificazione, in cui i partecipanti – grandi fornai e lievitisti torinesi e non solo – proporranno in degustazione i loro prodotti dolci e salati, e approfondiranno argomenti del mestiere in un calendario di talk che accompagnerà la giornata. Durante la giornata si potranno assaggiare i prodotti dolci e salati delle migliori realtà cittadine, in accompagnamento a grandi vini, eccellenze di produttori piemontesi e tanto altro.

Remedy: fine wine e distillati di pregio hanno la loro casa a Milano

Remedy: fine wine e distillati di pregio hanno la loro casa a MilanoMilano, 3 nov. (askanews) – Remedy ha la struttura e la cura di un club privato britannico. Le sue sale con il soppalco, il suo lungo bancone in legno, le sue comode poltrone di design, le sue lampade ricercate, la boiserie e le sue morbide tonalità pastello tra il grigio e il verde, richiamano l’atmosfera ovattata e rilassata degli alberghi internazionali di lusso. Non ostenta sfarzo ma induce su una certa signorilità pensata per blandire i suoi clienti che raggiungono questa insegna all’angolo tra viale Majno e via Morelli, in zona Porta Venezia, attratti da una carta con quasi 6.500 vini e più di duemila distillati. Mancava a Milano Remedy, mancava ai professionisti del settore enogastronomico, agli appassionati e ai turisti gourmet che in questa città, tutti insieme, compongono una fascia alto spendente e fedele. Qui trovano non solo la materia prima, in questo caso le bottiglie, ma anche dei gestori competenti ed entusiasti di poter offrire qualità, profondità di annate, referenze particolari ed etichette rare. E cioè di fare con soddisfazione il proprio lavoro, sempre con grande professionalità ma anche con “normalità”, lasciando cioè a chi è alle prime armi la possibilità di passare una serata senza senso di inadeguatezza ma, casomai, con la possibilità di dare sfogo alla propria curiosità. Questo senza rinunciare ad una certa esclusività, perché sei pur sempre ne “il tempio del bere bene”, come recita il claim del locale, e come testimonia la cantina custodita in un affascinante caveau sotto il locale (visitabile su richiesta) dove sono raccolte qualcosa come 18mila bottiglie.


I fondatori sono tre amici che si sono incrociati in Puglia: i tarantini Michele Bernardi (famiglia di celebri pasticceri e titolare di un’enoteca a Grottaglie) e Amedeo Pagano (titolare con la famiglia della Masseria Bagnara a Lizzano), e il produttore vinicolo trentino e collezionista di vini Alessandro Michelon. Grandi amanti degli alcolici, hanno dato vita all’avventura milanese mettendo insieme le loro collezioni di bottiglie provenienti da tutto il mondo, e le loro risorse economiche e di tempo. “Abbiamo scelto Milano perché pensiamo possa essere l’unica città in grado sorreggere un format come questo, dove ad essere protagonisti sono il vino e gli spirit senza una vera e propria cucina, perché il nostro ‘food’, seppur ricercato e di alta qualità, è un accompagnamento sempre a crudo” racconta Bernardi ad askanews, aggiungendo che “credo si debba un po’ scardinare l’idea che un grande vino debba essere per forza accompagnato da un grande cibo, come succede da anni a Londra o nei ‘bar à vin’ in Borgogna dove all’aperitivo si vede servire ‘La Tache’ di Romanee Conti insieme con taglieri di salumi e formaggi”. Qui i “bites” sono in realtà ben più raffinati: crudi di mare, tartare, carpacci, ostriche e gamberi viola di Gallipoli, oltre a insaccati artigianali come la soppressata della Valle d’Itria e il capocollo di Martina Franca, e diversi, grandi, formaggi. “La carta si sviluppa in modo orizzontale più che verticale, perché di ripetizioni di annata ce ne sono davvero poche” prosegue Amedeo, spiegando che la selezione di vini verte principalmente su Italia e Francia. Per quanto riguarda il nostro Paese, è più sbilanciata sui rossi che sui bianchi, mentre in Francia, dove a farla da padrona è la Borgogna, vitigni bianchi e rossi si equivalgono. “La carta è pensata per chi ama il vino e abbiamo quindi anche tante referenze cosiddette ‘naturali’, con grandi bottiglie dello Jura, della Loira e della Alsazia (da La Sansonniere a Domaine Tissot fino a Maison Overnoy), perché una selezione di questa importanza deve poter rispondere alle richieste di qualunque amante del vino, da chi vuole bere il classico Dom Perignon a chi preferisce il micro produttore di Champagne, da chi chiede un ‘Cervaro della Sala’ a chi vuole invece Radikon, perché hanno tutti una loro ragione d’essere” sottolinea Amedeo, spiegando che “i prezzi partono più o meno dalla quarantina di euro: cerchiamo di applicare un ricarico standard a tutte le bottiglie, incluse le speculative, e poi ci sono quelle che in carta sono contrassegnate dal ‘lucchetto’ perché sono limitate ad un massimo di una bottiglia per tavolo perché hanno un prezzo molto più basso rispetto al loro valore di mercato, un po’ come fa il ristorante ‘Le Soufflot’ a Meursault in Borgogna”. “Vini e distillati sono due famiglie separate con parenti in comune” continua Amedeo, precisando che “che qui i distillati, per essere esaltati e apprezzati al meglio, vengono serviti lisci e non miscelati”. Ecco allora un tripudio di Rum e whisky ma anche una grandissima selezione di Armagnac, Bas-Armagnac, Cognac e Calvados, senza dimenticare le Grappe (bianche e barricate), qualche Tequila e Mezcal e liquori come La Chartreuse.


L’elegante ‘Cigar room’ che fa bella mostra di se nel locale è stata invece un desiderio di Michele Bernardi, che con il collega sommelier Amedeo segue la gestione quotidiana di Remedy. “Nasce dalla mia grande passione per i sigari e il tabacco è un piccolo spazio, quattro posti dove potersi concedere un momento di relax” spiega ad askanews, aggiungendo che “oggi è diventata un grande attrattore, anche perché a Milano oltre a qualche albergo di lusso e a pochi ristoranti non esistono locali che offrono questa possibilità”. L’altra grande passione di Michele sono le bollicine: “Ci sono diverse bottiglie nella nostra Cantina di cui vado orgoglioso, come dei Dom Perignon, per esempio un vintage 1985, un 1990 nel suo astuccio verde originale ancora sigillato, e due 1998, uno vintage e l’altro ‘P2’; oppure l’ultima cassa di Salon che è stata presentata e che contiene una magnum 2008, e poi, per rimanere sullo champagne, tanto Jacques Selosse. Ma anche le vecchie annate di Ferrari, a partire dal 1995 con la prima edizione del ‘Trento Doc Bruno Lunelli’ che però non vendo e aspetto di aprire con qualche cliente meritevole”. Già perché come ogni appassionato intenditore, come ogni cultore della materia, ci sono bottiglie speciali, con una loro storia, di cui si fa fatica a disfarsi e che quindi vanno sottratte al commercio per essere date come un’onorificenza, per essere condivise con chi ne è effettivamente degno, il cliente che ne riconosce il valore, che capisce, che apprezza. Perché Michele soffre “quando mi comprano delle bottiglie che ho custodito gelosamente per anni e poi non le apprezzano. Lo confesso, è più forte di me, mi da un grande fastidio”. Per quanto riguarda gli spirits, Michele punta sui Rum e sul Wisky: “La nostra ampia collezione di Caroni che è una chicca non da poco, perché è difficile trovarne così tanti – rimarca – e poi i vecchi “Foursquare” con le special release che ha fatto Luca Gargano, mentre per lo Scotch l’ultimo Macallan 30 anni, uno ‘sherry cask’ in purezza che è una delizia, ma sono certamente da citare anche le bottiglie di Armagnac degli anni ’40, ’60 e ’70, che qui abbiniamo ai cioccolatini che produciamo nell’azienda artigianale della mia famiglia a Grottaglie”. L’ultima segnalazione riguarda, a sorpresa, il caffè che qui ha una carta di miscele super premium curata dalla torrefazione artigianale Espresso Giada di Pistoia.


Aperto in sordina l’estate scorsa, Remedy non è solo una scommessa sulla qualità ma anche un osservatorio privilegiato sul mondo dei ‘fine wine’ e dei distillati di pregio, e su quanto pesino nei loro consumi, in una città come Milano, da un lato gli appassionati e dall’altro gli amanti dell’esclusività e del lusso. Foto: Federico Bontempi

Grappa, dal 6 a l’8 dicembre c’è “La notte degli alambicchi accesi”

Grappa, dal 6 a l’8 dicembre c’è “La notte degli alambicchi accesi”Milano, 03 nov. (askanews) – Dal 6 all’8 dicembre, nel borgo trentio di Santa Massenza di Vallelaghi, torna l’appuntamento con “La notte degli alambicchi accesi”, lo spettacolo teatrale itinerante messo in scena dalla Compagnia Koinè, che racconta la storia, le tradizioni e i segreti della produzione della grappa artigianale.


Nel borgo conosciuto come la “capitale della grappa artigianale” gli attori di Koinè accompagneranno la folla di appassionati alla scoperta delle cinque distillerie protagoniste della kermesse: Giovanni Poli, Casimiro, Distilleria Francesco, Giulio & Mauro, e Maxentia. Le aziende apriranno le porte ai visitatori, suddivisi in gruppi e guidati tramite radiocuffia dalla celebre voce narrante di Patrizio Roversi, prevedendo anche una breve degustazione. L’evento nasce “per ricordare le nottate passate in distilleria con l’obiettivo di massimizzare la produzione giornaliera su cui veniva pagata una imposta forfettaria”. Un’eredità dell’Impero austroungarico, che portava i vari distillatori a farsi compagnia l’un l’altro tra chiacchiere e qualche assaggio di grappa. Gli spettacoli sono in calendario venerdì 6 e sabato 7 dicembre alle 17 e alle 21, mentre domenica 8 saranno anticipati alle 16 e alle 20 (è consigliata la prenotazione).


La manifestazione è organizzata dall’Associazione culturale “Santa Massenza piccola Nizza de Trent”, con il supporto di Garda Trentino e dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, e la collaborazione della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Foto: Apt Trento – D. Mosna

Calcio, risultati e classifica Serie A: Atalanta seconda

Calcio, risultati e classifica Serie A: Atalanta secondaRoma, 3 nov. (askanews) – Questo il programma e la classifica della undicesima giornata dopo Napoli-Atalanta 0-3


11ª GIORNATA Bologna-Lecce 1-0, Udinese-Juventus 0-2, Monza-Milan 0-1. Napoli-Atalanta 0-3, ore 15:00 Torino-Fiorentina, ore 18:00 Verona-Roma, ore 20:45 Inter-Venezia. Lunedì 4 novembre ore 18:30 Empoli-Como, Parma-Genoa, ore 20:45 Lazio-Cagliari Classifica: Napoli 25, Atalanta 22, Inter, Juventus 21, Fiorentina, Lazio 19, Milan 17, Udinese 16, Bologna 15, Torino 14, Roma 13, Empoli 11, Parma, Verona, Como, Cagliari 9, Monza, Venezia, Lecce 8, Genoa 6


12ª GIORNATA Giovedì 7 novembre ore 20:45 Genoa-Como, Venerdì 8 novembre ore 18:30 Venezia-Parma, ore 20:45 Lecce-Empoli, Sabato 9 novembre ore 18:00 Cagliari-Milan, ore 20:45 Juventus-Torino, Domenica 10 novembre ore 12:30 Atalanta-Udinese, ore 15:00 Fiorentina-Verona, Roma-Bologna, ore 18:00 Monza-Lazio, ore 20:45 Inter-Napoli

Abelé 1757 presenta in Italia l’annata 2013 de “Le Sourire de Reims”

Abelé 1757 presenta in Italia l’annata 2013 de “Le Sourire de Reims”Milano, 3 nov. (askanews) – Abelé 1757, quinta Maison più antica della Champagne, presenta sul mercato italiano l’annata 2013 de “Le Sourire de Reims”, Brut millesimato composta per il 60% da Chardonnay e per il 40% da Pinot Noir, che prende il nome dalla statua posta sulla Cattedrale della città simbolo della più nota e raffinata tra le bollicine francesi. Decapitato durante la Prima guerra mondiale, l’angelo fu restituito alla città grazie al sostegno di Henri Abelé, fondatore della Maison, che gli ha poi dedicato una Cuvée de Prestige in una bottiglia che ricorda la forma di quella originaria dello Champagne rappresentata nel quadro “Le Déjeuner d’huîtres” del 1735. Il dipinto, firmato da Jean-François de Troy, ritrae Luigi XV durante un pranzo a Versailles, dove quattro ospiti seguono con gli occhi il tappo della bottiglia di Champagne appena stappata.


Il prezioso “Sourire de Reims Millesimato 2013” segue il lancio del superbo “Blanc de Blancs Extra-Brut” in edizione limitata ad appena 1.757 bottiglie (ogni riferimento non è casuale) esclusivamente in Francia e in Italia. Si tratta dei primi due Paesi per volumi e per valore di questa Maison di alta gamma che cuba circa 400mila bottiglie l’anno, con l’Italia che in appena due anni di distribuzione ha superato la Spagna, mercato in cui l’azienda con sede a Reims esporta i suoi prodotti da diverso tempo. Non poco per un “Maison boutique” che si posiziona in una fascia alta nei soli canali Horeca e in quello delle enoteche. Acquisita nel 2019 dal Centre Vinicole-Champagne Nicolas Feuillatte, l’azienda di “négociant manipulant” guidata dalla Dg Marie Gicquel, è stata affidata alle giovani ma già esperte mani dello Chef de Cave Etienne Eteneau, la cui prima annata è stata proprio la 2019. Trentasei anni, Eteneau è cresciuto tra le vigne di Grenache e Muscat in Occitania, si è formato come agronomo e ha lavorato per il Dipartimento tecnico e ambientale del Comité Champagne, poi da un enologo in Australia, per una Cantina in California e quindi è rientrato in Francia come responsabile delle cantine, dell’imbottigliamento e della gestione dei vigneti della Tenuta Vranken-Pommery. Infine è arrivata (improvvisa) la chiamata di Abelé, azienda che non ha vigneti di proprietà e che si approvvigiona da una trentina di famiglie di conferitori che gestiscono circa 25 ettari in Cote des Blancs, nell’area di Sézannais e sulle colline di Vitry-le-Francois.


Si deve a questo giovane Chef de Cave la “nouvelle vague” stilistica lanciata nel 2021, anno in cui la Maison cambia il nome da Champagne Henri Abelé a Abelé 1757. “In quell’anno si è deciso di puntare su nuovi mercati oltre alla Spagna, a partire da Italia, Svizzera e Belgio, e l’unico strumento che avevo a disposizione per imprimere una svolta era la ‘sboccatura’, quindi lavorare sulla riduzione del residuo zuccherino e sulla base da unitilizzare per la liqueur d’expedition” racconta Eteneau, che in parallelo, gestiva l’intero processo di vinificazione per le nuove cuvée a partire dall’annata 2019, per la quale è stata introdotta una nuova bottiglia che ha sostituito la classica ‘champagnotta’. Il giovane enologo ha puntato sullo Chardonnay vinificato in acciaio “per esaltare freschezza e finezza”, lasciando il legno “solo ad alcune basi di Pinot Noir per estrarre un po’ di frutti e spezie”. Poi sulla lunghezza e la persistenza dei vini, arrivando a riprendere per il suo sorprendente “Blanc de Blancs Extra-Brut”, “una tecnica oramai quasi abbandonata, quello del ‘poignettage’”, lo “scuotimento” per 12 volte delle bottiglie durante i quattro anni di sosta sui lieviti, “per accellerare i fenomeni di autolisi e massimizzare l’estrazione di composti che dessero maggiore persistenza gustativa”.

Calcio, Mulè: confronto Figc e Lega Serie A porta a vicolo cieco

Calcio, Mulè: confronto Figc e Lega Serie A porta a vicolo ciecoMilano, 3 nov. (askanews) – “Il vicolo cieco nel quale si trova il confronto tra la Federazione italiana gioco calcio e la Lega di serie A obbliga tutti a uno sforzo di maturità: è infatti nell’interesse superiore del sistema e del corretto funzionamento delle istituzioni adoperarsi affinché quello attuale non si riveli un punto di non ritorno”. Lo ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati.


“L’invito – prosegue – ancora una volta, è semplice: la Figc, come ha correttamente sottolineato e ribadito il ministro dello Sport Andrea Abodi, non sia parte in causa ma si ponga responsabilmente al di sopra delle parti trovando quella mediazione ancora possibile con la Lega di serie A. Sia innanzitutto il presidente Gabriele Gravina, da giorni al centro di articoli di stampa che mettono in dubbio la sua imparzialità, a farsi carico di questo onere. Entro domani questa mediazione, sulla scorta di una norma di legge approvata dal Parlamento, va raggiunta. In caso contrario non ci sarà spazio per inopportuni richiami al principio dell’autonomia dello sport impossibile da perseguire dal momento che ci si troverà in presenza della violazione di una legge dello Stato. La fine, in questo caso, è nota: saranno il parlamento attraverso gli atti previsti e i tribunali con i pronunciamenti conseguenti a dover dare seguito alla legge e colmare il vulnus. E sarà, purtroppo, l’ennesima sconfitta per il mondo del calcio”.

Lo smart working resiste

Lo smart working resisteRoma, 3 nov. (askanews) – Lo smart working resiste. Nonostante lo stop a tutte le misure di lavoro agile il numero di occupati da remoto è sostanzialmente stabile: 3,55 milioni rispetto ai 3,58 milioni del 2023 (-0,8%). Lo smart working cresce nelle grandi imprese, dove coinvolge quasi 2 milioni di lavoratori (1,91 milioni, +1,6% sul 2023), vicino al picco della pandemia, con il 96% delle grandi organizzazioni che oggi hanno consolidato delle iniziative.


Cala invece nelle Pmi, passando a 520mila lavoratori dai 570mila dell’anno scorso, e resta sostanzialmente stabile nelle microimprese (625mila nel 2024, 620mila nel 2023) e nella P.A. (500mila nel 2024, 515mila nel 2023). Si tratta dei risultati di una ricerca dell’osservatorio smart working del Politecnico. Per il 2025 si prevede una crescita del +5%, che porterebbe a toccare 3,75 milioni. A far evolvere le iniziative, in termini di persone coinvolte o di policy, saranno soprattutto le grandi imprese (35%) seguite dalle P.A. (23%) e dal 9% delle Pmi. Tutte le grandi imprese prevedono di mantenere il lavoro agile anche in futuro. Il 35% delle grandi imprese e il 43% delle P.A. prevede un incremento dei lavoratori coinvolti nel prossimo anno, mentre nelle Pmi la direzione è opposta, con solo l’8% che ipotizza un aumento.


Gli smart worker italiani possono lavorare da remoto in media 9 giorni al mese nelle grandi imprese, 7 nella P.A. e 6,6 nelle Pmi. Il lavoro agile è una pratica diffusa e apprezzata a cui ben pochi rinuncerebbero: il 73% dei lavoratori che se ne avvalgono si opporrebbe se la propria azienda eliminasse questa forma di flessibilità. Nello specifico, il 27% penserebbe seriamente di cambiare lavoro, il 46% si impegnerebbe per far cambiare idea al datore di lavoro. Per cercare di compensare almeno in parte la mancata possibilità di lavorare da remoto, secondo i lavoratori, l’azienda dovrebbe offrire una maggiore flessibilità oraria o aumentare lo stipendio di almeno il 20%. Tra chi è tornato in totale presenza dopo aver lavorato da remoto solo il 19% lo ha fatto per scelta personale, perché non ha più la necessità di lavorare da remoto o semplicemente preferisce socializzare con i colleghi in presenza; il 23% ha una nuova mansione non svolgibile da remoto, mentre per la grande maggioranza (58%) è stata una decisione presa dall’azienda.

Dopo 2 anni di governo Piantedosi è il ministro più social

Dopo 2 anni di governo Piantedosi è il ministro più socialRoma, 3 nov. (askanews) – A due anni dall’insediamento del Governo formato da una squadra di ministri in ventiquattro mesi rimasta sostanzialmente immutata, fatta eccezione per la sostituzione di Gennaro Sangiuliano con Alessandro Giuli, dal punto di vista social e digitale la compagine governativa Meloni si è strutturata quasi definitivamente in due grandi formazioni: la prima predilige sempre più un approccio social per la comunicazione; la seconda, invece, sembra snobbare la centralità del medium digitale. Lo fa notare una rilevazione dell’istituto di monitoraggio del web Arcadia.


Su Facebook a guidare la classifica governativa troviamo la conferma del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – che a ottobre in verità riesce a primeggiare anche sulle altre due piattaforme – alla quale si affianca da un lato, l’ingresso prepotente del ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, la cui fanpage è cresciuta in modo considerevole, mentre dall’altro troviamo il ministro Eugenia Roccella, Ministra per le pari opportunità e la famiglia, che si è distinta per la capacità di coinvolgimento dei post. Passando alle performance di Instagram, la classifica dell’engagement ci restituisce il valore di gradimento dei follower per l’account e a prendersi il podio sono Matteo Piantedosi, Alessandra Locatelli e Matteo Salvini. Mentre nel censimento della crescita percentuale e assoluta dei nuovi follower si segnalano gli incrementi degli account dei ministri Giuseppe Valditara, ancora Paolo Zangrillo e Matteo Salvini, che ovviamente ha polarizzato il fandom con la call to action “difendere i confini non è reato”.


Su X infine, restando sul campo dell’interazioni c’è ancora il ministro Piantedosi e le performance in crescita dei ministri Maria Elisabetta Casellati e Alessandra Locatelli. Nella classifica dei nuovi follower, si segnalano gli account del ministro Guido Crosetto e di Matteo Salvini.Nel monitoraggio delle menzioni e delle interazioni online e della propensione al coinvolgimento nel dibattito politico, a prendersi un posto di rilievo sono Matteo Salvini, Guido Crosetto, Antonio Tajani e Alessandro Giuli, protagonisti, a modo loro.

Nella Spagna alluvionata è ancora allerta piogge e grandine

Nella Spagna alluvionata è ancora allerta piogge e grandineMilano, 3 nov. (askanews) – L’Agenzia Meteorologica Statale spagnola (Aemet) ha stabilito un’allerta arancione per questa domenica sul litorale della provincia di Valencia e sulla costa e nell’entroterra settentrionale di Castellón a causa di precipitazioni che potrebbero raggiungere i 150 litri per metro quadrato in dodici ore. Secondo Aemet i rovesci saranno localizzati: i temporali potrebbero essere accompagnati da grandine.


Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha riferito un nuovo bilancio di 213 vittime nella regione di Valencia, annunciando l’invio di altri 10.000 soldati e poliziotti. I servizi di emergenza e i residenti rimangono fortemente mobilitati, giorni dopo le improvvise inondazioni che hanno causato più di 200 morti in Spagna. “Piogge torrenziali nella provincia di Almería. Possibili straripamenti di canali e allagamenti. Il pericolo è estremo! Non viaggiare se non strettamente necessario! In altre aree del Mediterraneo persiste l’allerta arancione: pericolo significativo”. Così l’Agenzia Meteorologica Spagnola (Aemet) su X ha anunciato il livello di allerta rossa per la provincia di Almeria.

Atletica, Maratona di New York con l’oro olimpico Tamirat Tola

Atletica, Maratona di New York con l’oro olimpico Tamirat TolaRoma, 3 nov. (askanews) – Puntuale come ogni anno, a inizio novembre ecco la maratona di New York. Si correrà oggi, con un campo di partecipanti particolarmente qualificato e un numero record di runners italiani. Sarà blindatissima, per le tensioni legate alle elezioni presidenziali di due giorni dopo e alle proteste pro Gaza. Gli organizzatori sono stati in grado di reclutare 14 vincitori delle edizioni passate, fra i quali l’etiope Tamirat Tola che, dopo essersi imposto a New York l’anno scorso, nel 2024 ha vinto l’oro nella gara dell’Olimpiade di Parigi. A sfidarlo ci sarà, fra gli altri, colui che ai Giochi è stato argento, il belga, Bashir Abdi, tre keniani che nella Grande Mela si sono imposti in pasato, ovvero Geoffrey Kamworor (2017 e 2019), Albert Korir (2021) ed Evans Chebet (2022), e alcuni americani di ottimo livello come Conner Mantz, Clayton Young e Dakotah Lindwurm.


In campo femminile ci saranno la campionessa in carica Hellen Obiri, keniana che sui 42,195 km è stata anche bronzo a Parigi (e argento a Rio ’16 e Tokyo ’20, quando però correva in pista sui 5.000), la vincitrice del 2022 Sharon Lokedi, la sempreverde Edna Kiplagat e le campionesse olimpiche su pista Tirunesh Dibaba e Vivian Cheruiyot. I due vincitori, oggi, riceveranno 100.000 dollari (91.000 euro), i secondi 60.000, i terzi 40.000 e via a scalare, più 50.000 in caso di record della gara. E tra i partecipanti oltre 2000 gli italiani, un record (150 più dello scorso anno), su circa 54.000 in rappresentanza di 160 Paesi (quasi il 4%).


La maratona di New York celebra la 53a edizione e il fenomeno di massa, il fenomeno sociale, è sempre più realtà. Dodici mesi fa sono stati 51.453 i maratoneti (di 148 Paesi) capaci di tagliare il prestigioso traguardo posto in Central Park, a Manhattan, dopo che il percorso della gara è come sempre transitato anche dagli altri tre distretti della città: il Bronx, il Queens e Brooklyn. Sarà così anche stavolta.