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Autore: Redazione StudioNews

A Cortina Nations Award a Massimo Boldi, Neri Parenti, Elisabetta Pellini

A Cortina Nations Award a Massimo Boldi, Neri Parenti, Elisabetta PelliniRoma, 14 dic. (askanews) – Tornare sul luogo del “delitto” per celebrare i film di Natale. Neri Parenti e Massimo Boldi tornano a Cortina, nella storica location cinematografica Hotel de la Poste, per una tre giorni di eventi e proiezioni per ricevere i Nations Award.


Il prestigioso premio taorminese, giunto alla XVIII edizione, è stato infatti assegnato a due grandi protagonisti dei cinepanettoni nel 25° anniversario dall’ultima pellicola: Neri Parenti e Massimo Boldi. Tra gli altri ospiti Elisabetta Pellini, Umberto e Rudy Smaila, Raffaella Fico e Francesca Manzini e, in video collegato, Enrico Vanzina. Boldi e Parenti a Cortina d’Ampezzo rivivono il lungo filone del cinepanettone, che ha caratterizzato trent’anni di commedia italiana, che viene ripercorso e raccontato in occasione dello spin off invernale dei Nations Award, il prestigioso riconoscimento taorminese che ormai da 18 anni premia big del grande schermo e, per il secondo anno consecutivo, arriva a Cortina.


“Alla luce del successo della precedente edizione, che era stata dedicata all’anniversario del primo Vacanze di Natale 1983, quest’anno vogliamo premiare due maestri ancora oggi punto di riferimento per chi si approccia al cinema leggero e brillante – spiega il presidente e direttore artistico dei Nations Award Michel Curatolo – e lo faremo insieme ad un parterre ricco di ospiti tra cui Umberto e Rudy Smaila, Raffaella Fico, Francesca Manzini e, in video collegamento, il grande maestro Enrico Vanzina”. Un premio anche all’attrice Elisabetta Pellini, dal 12 dicembre protagonista al cinema in Buio come il cuore – regia di Marco De Luca, scritto da Marco De Luca e Claudio Masenza. “Natale, tempo di regali e… cinepanettoni – sottolinea il patron dell’Hotel de la Poste Gherardo Manaigo – abbiamo bisogno di un po’ di leggerezza e sono felice di ospitare la II edizione di una kermesse che ci regalerà divertimento e serenità. Con l’evento “Cortina come in un film” celebreremo tanti iconici film che ci hanno fatto ridere e che ormai fanno parte della storia del nostro cinema”.


In un’occasione come questa, non potevano mancare i brindisi a base di Bottega Gold e infatti il progetto si svolge in collaborazione con Bottega Spa, azienda di vini, grappe e distillati di prestigio della tradizione italiana: “Le Vacanze di Natale nel nostro immaginario sono ancora oggi legate a Cortina – evidenzia l’istrionico imprenditore Sandro Bottega, presidente onorario del comitato organizzatore dell’evento – e il prosecco, abbinato al panettone, è diventato un must di tante scene divertenti che ancora oggi rivediamo con piacere e con un pizzico di nostalgia. Da qui l’impegno a investire in iniziative capaci di valorizzare il patrimonio cinematografico dell’Italia, unito allo stile made in Italy, che tanti Paesi ci invidiano e in particolare la qualità della nostra enogastronomia, di cui cerchiamo di esserne ambasciatori”. La manifestazione è arricchita dalla presenza dello chef siciliano stellato Giuseppe Costa, originario di Terrasini (PA) e del maestro pasticcere di Bronte (patria del pistacchio in provincia di Catania) Roberto Luca, che ha preparato un “cinepanettone” monumentale accompagnato da degustazioni tipiche.

Corea del Sud, il Parlamento approva l’impeachment del presidente Yoon

Corea del Sud, il Parlamento approva l’impeachment del presidente YoonRoma, 14 dic. (askanews) – L’assemblea Nazionale della Corea del Sud ha approvato la mozione di impeachment contro il presidente Yoon Suk Yeol per il suo tentativo fallito di imporre la legge marziale il 3 dicembre. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap. A favore della mozione hanno votato 204 deputati mentre 85 sono stati i contrari. Tre le astensioni e otto le schede non valide. Migliaia di persone, attendevano fuori dall’Assemblea la decisione, accolta da grida di gioia, canti e balli. Duecentomila persone, secondo le forze di polizia, si sono riversate nelle piazze di Seul dando vita ad una gigantesca, pacifica, manifestazione.

Migranti, la storia della bambina scampata al naufragio parla all’Ue

Migranti, la storia della bambina scampata al naufragio parla all’UeRoma, 14 dic. (askanews) – Il silenzio di una bambina di 11 anni della Sierra Leone parla all’Europa, che dovrebbe ascoltarla. Yasmine è stata salvata – unica sopravvissuta – dopo il naufragio di un barcone con a bordo una quarantina di migranti al largo di Lampedusa. E’ stata raccolta, aggrappata a una camera d’aria che l’ha tenuta a galla, dall’equipaggio del Trotamar III. La nave di una di quelle Ong che il governo italiano chiama “taxi del mare”, quando non complici degli scafisti, e che ostacola in tutti i modi.


Tanto che – ad esempio – proprio ieri, 13 dicembre, la nave Geo Barents di Medici senza Frontiere ha annunciato il “ritiro” dal Mediterraneo a causa di “leggi assurde e insensate”. Tra queste il decreto Cutro, approvato dal governo in un Consiglio dei ministri svoltosi nella cittadina calabrese. Nel naufragio avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 morirono 94 persone. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si recò a rendere omaggio alle vittime; Giorgia Meloni decise altrimenti, organizzando un Cdm e una conferenza stampa che tutti ricorderanno. Mentre i ministri erano chiusi in riunione nel palazzo comunale, incontrammo uno dei primi soccorritori arrivati sul posto. Aveva gli occhi vitrei di stanchezza e dolore. “Ho iniziato a tirare su cadaveri di bambini dall’acqua prima che arrivassero i rinforzi. E’ stata una cosa disumana, che non dimenticherò mai. E si poteva evitare, sarebbe bastato far intervenire subito i soccorsi; ma non è stato fatto”, raccontò. Quello che invece, da allora, è stato fatto è creare in Europa un clima sempre più ostile verso i migranti. Meloni ha convinto Ursula von der Leyen e altri leader che quella delle migrazioni sia la priorità dell’Europa. Ed è iniziata una rincorsa alla ricerca di soluzioni sempre più drastiche, passate dai centri italiani in Albania ai progetti dei “centri di rimpatrio in paesi terzi sicuri”, alle “soluzioni innovative”, fino al “modello Ruanda”.


Una rincorsa che si è vista anche negli ultimi giorni, in Italia e in diversi altri paesi dell’Ue come Austria e Germania, riguardo a quanto sta accadendo in Siria. Di fronte a un Paese martoriato da un feroce dittatore (Assad), il cui governo è finito in mano a miliziani che non sembrano certo brillare per progressismo e rispetto dei diritti, la reazione d’istinto, quasi immediata, è stato la sospensione delle richieste di asilo dei profughi siriani, appena 204 (!) in Italia, nei primi 9 mesi del 2024 secondo Eurostat. Siamo di fronte a una politica estera “dettata dall’ossessione per i migranti”, come scrive David Carretta sul “Mattinale europeo”, che rischia di far naufragare il progetto europeo. Il neo commissario agli Affari interni e Immigrazione, l’austriaco Magnus Brunner, ha fornito alcuni chiarimenti, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio affari interni di giovedì 12 dicembre, sulla prossima attuazione del Patto migratorio dell’Ue e sulla legislazione ulteriore che la Commissione europea sta preparando riguardo ai rimpatri dei migranti a cui è stato negato l’asilo ( comprese disposizioni sulla loro eventuale deportazione nei cosiddetti “hub di rimpatrio” in paesi terzi sicuri), e alla definizione di una nuova lista comune europea dei paesi terzi sicuri (che oggi non esiste). “L’attuazione del Patto per l’immigrazione e l’asilo – ha detto Brunner – sarà un enorme traguardo per migliorare l’Unione europea, per assicurare che l’immigrazione sia gestita in modo fermo ma giusto. In questi giorni riceveremo i piani di attuazione nazionali del Patto da parte degli Stati membri, che analizzeremo attentamente per procedere in modo più rapido in certe aree”.


Ma il Patto non risolverà tutti i problemi. “C’è un compito – ha sottolineato il commissario – che non abbiamo ancora completato, quello sui rimpatri: nessuno comprende perché le persone che non hanno il diritto di restare nell’Unione europea non siano poi rimpatriate. La nuova legislazione sui rimpatri dovrà essere presentata rapidamente. Ci concentreremo su tre elementi: prima di tutto, decisioni più rapide sui rimpatri; in secondo luogo, gli obblighi di cooperazione per le persone che sono già state oggetto di decisioni di rimpatrio; e, terzo, il riconoscimento reciproco tra gli Stati membri delle decisioni di rimpatrio. Ci stiamo lavorando, la legislazione – ha aggiunto Brunner – deve essere fatta il più presto possibile; speriamo di riuscirci entro il primo trimestre del prossimo anno. La consultazione è iniziata oggi, anche a livello politico”. Per quanto concerne i paesi terzi sicuri, “dovremo discuterne, non ci siamo ancora arrivati, siamo ancora lontani”, ha osservato Brunner. “Ne dobbiamo discutere dal mese prossimo, parallelamente alla legislazione sui rimpatri. Ci sono molte domande, ovviamente, su questo argomento; e penso che faccia parte delle ‘nuove soluzioni’, della discussione sulle soluzioni innovative”, che sono menzionate nelle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre. “Avremo questa discussione fra tutti gli Stati membri e tra gli stati membri e la Commissione”.


“La legislazione sui rimpatri – ha precisato poi Brunner – è prevista per il primo trimestre del 2025. Riguardo alla lista dei paesi terzi sicuri, invece, parliamo del secondo trimestre del 2025, ovvero entro giugno 2025”. Quanto agli hub di rimpatrio, e alle dichiarazioni del ministro italiano dell’Interno, Matteo Piantedosi, secondo cui gli altri paesi Ue guarderebbero all’accordo Italia-Albania come modello da seguire, il commissario ha affermato: “Penso che dobbiamo ancora trovare un’intesa comune sui cosiddetti ‘hub di rimpatrio’. La mia interpretazione è che il loro campo di applicazione riguarderà solo le persone per cui è stata già emessa una decisione di rimpatrio. Questa – ha insistito – è la mia interpretazione”. In altre parole, al contrario di quanto aveva fatto capire Ursula von der Leyen con le sue dichiarazioni al termine del Consiglio europeo di ottobre, tra le “soluzioni innovative” che verranno proposte nella futura legislazione europea non sarà previsto il “modello Ruanda”, ovvero la possibilità di deportare in paesi terzi sicuri i migranti che avrebbero diritto all’asilo. Inoltre, ha aggiunto Brunner, “dovremo affrontare anche il coinvolgimento delle agenzie dell’Ue e delle organizzazioni internazionali, ed esaminare questo aspetto nei dettagli. E penso anche che dovremo costruire una base ancora più solida nella dimensione esterna della migrazione, poiché avremmo bisogno di partner, ovviamente, di paesi partner per rimpatriare le persone. Insomma, ci sono molti elementi a cui dobbiamo pensare, molte domande a cui dobbiamo rispondere. E poi, naturalmente, il rispetto dei diritti fondamentali, tra cui il principio di non respingimento, resta una precondizione”, ha concluso il commissario. Vale la pena di ricordare che il principio di non respingimento (“non refoulement”), sancito dall’art.33 della Convenzione di Ginevra, vieta l’allontanamento forzato di un migrante irregolare verso un paese in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate, indipendentemente dal fatto che abbia ottenuto o meno lo status di rifugiato, o che abbia formalizzato una richiesta d’asilo. Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli

La scienza, Tintoretto e gli unicorni: meraviglie a Palazzo Grimani

La scienza, Tintoretto e gli unicorni: meraviglie a Palazzo GrimaniVenezia, 14 dic. (askanews) – Una serie di meraviglie che raccontano la scienza dell’Ottocento, ma inserite in un contesto, quello di Palazzo Grimani a Venezia, che a sua volta parla di arte e di passione per il collezionismo. Il risultato di questa curiosa, ma filologicamente corretta, congiunzione è una mostra eclettica, strana, affascinante, che accosta modelli anatomici a dipinti rinascimentali, animali imbalsamati a planisferi e sestanti. “A Cabinet of Wonders” espone parte della collezione di George Loudon ed è curata da Thierry Morel, che ha voluto raccontare, attraverso gli oggetti esposti, come “l’atto del collezionare racchiuda la comune ammirazione per l’arte, la scienza e lo splendore del mondo naturale”.


Perché anche la natura, in questo contesto da Wunderkammer del XVII secolo, è protagonista della narrazione espositiva, attraverso gli animali, ma anche i modelli botanici e gli studi sui corpi. Con uno stile che ricorda la “Collezione di sabbia” di Italo Calvino, la mostra vive di un allestimento contemporaneo che è parte essenziale del progetto e che alimenta il senso di stupore, ma ricorda anche il desiderio inesausto di sapere di più, di conoscere tutto, tipico delle speranze enciclopediche che hanno alimentato a lungo la cultura europea. Forse erano illusioni, ma certamente di grande fascino. E se sotto uno straordinario Tintoretto che racconta la cacciata dal Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva con stile estremamente moderno, cioè focalizzandosi solo sui due esseri umani e non sul luogo o sull’ira divina, se accanto a questo dipinto si trovano due lunghi e bianchissimi corni di unicorno, ecco che ogni distanza può essere superata, ogni possibilità è ristabilita, lungo il confine tra il mito, la scoperta scientifica e il sogno, che spesso sono più vicini di quanto immaginiamo. (Leonardo Merlini)

Abi, continua discesa tassi per mutui: a novembre al 3,23%

Abi, continua discesa tassi per mutui: a novembre al 3,23%Roma, 14 dic. (askanews) – Continua la discesa dei tassi di interesse sui mutui sulla scia della riduzione dei tassi di riferimento operata dalla Bce. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,23%, rispetto al 3,27% di ottobre 2024 e al 4,42% di dicembre 2023. Sono i dati contenuti nel Rapporto mensile dell’Abi e illustrati dal Vice Direttore Generale Vicario, Gianfranco Torriero. Nei primi 12 giorni di dicembre il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 2,88% in diminuzione di 13 punti base rispetto a novembre 2024 (3,01%). La diminuzione è di 112 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso Irs a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,15% in diminuzione di 18 punti base rispetto a novembre (2,33%). La diminuzione è stata di 138 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.

Salute, 100 trapianti di fegato da inizio 2024 allo Spallanzani

Salute, 100 trapianti di fegato da inizio 2024 allo SpallanzaniRoma, 14 dic. (askanews) – Il Polo Trapianti Interaziendale POIT spegne 100 candeline. Il centro d’eccellenza dell’A.O. San Camillo Forlanini e INMI Spallanzani ha infatti raggiunto un obiettivo senza precedenti: il centesimo trapianto di fegato dall’inizio del 2024.


Mai, nel Lazio, sono stati eseguiti così tanti interventi di questo tipo in meno di un anno: un risultato che proietta il dipartimento interaziendale diretto dal Professore Giuseppe Maria Ettorre tra i principali centri europei per il trapianto di fegato. Si tratta di numeri impensabili solo fino a pochi anni fa: fino al 2020 la media di trapianti di fegato realizzata dall’equipe di Ettorre realizzava una media di 35 interventi/anno; nel 2021 il primo balzo, quasi un raddoppio, che ha permesso di chiudere l’anno a quota 61; nel 2022 l’incremento è stato del 9% (66 trapianti di fegato), mentre nel 2023 del 22%, superando quota 80, fino a giungere al doppio zero di quest’anno. “Il Polo Ospedaliero Interaziendale Trapianti, diretto dal professor Giuseppe Maria Ettorre, si conferma un’eccellenza: nel 2024, infatti, sono stati realizzati 100 trapianti di fegato, rendendo il Polo San Camillo-Spallanzani un punto di riferimento importante per il Centro-Sud. Desidero ringraziare tutti i professionisti sanitari che hanno reso possibile questo risultato e il Dott. Mariano Feccia del nostro Centro Regionale Trapianti. Il Lazio si conferma tra le prime regioni italiane per donazioni di organi e tessuti. Continueremo a lavorare perché la cultura della generosità si diffonda sempre di più, in modo particolare tra le giovani generazioni”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

La seduta notturna non chiude i nodi della manovra, riprende oggi l’esame della Commissione bilancio

La seduta notturna non chiude i nodi della manovra, riprende oggi l’esame della Commissione bilancioRoma, 14 dic. (askanews) – Dopo una lunga seduta notturna riprende oggi alle 12 l’esame della manovra in Commissione bilancio alla Camera. Ancora si attendono gli annunciati emendamenti del governo, tra cui quello sull’ires premiale per le imprese che investono e assumono e l’eliminazione del bloccco del turn over per gli enti locali, emendamenti che quindi dovrebbero essere depositati stamattina alla ripresa dei lavori.


Le opposizioni hanno chiesto che le proposte di modifica del governo non siano contenute in un unico maxiemendamento ma spacchettate per materia, per consentire un esame più specifico degli interventi. Ieri è stato presentato un secondo pacchetto di emendamenti da parte dei relatori.

Fitto, un vero democristiano al servizio della Commissione Ue

Fitto, un vero democristiano al servizio della Commissione UeRoma, 14 dic. (askanews) – Se mai ce ne fosse stato bisogno (soprattutto dopo le inverosimili e infondate accuse, che gli sono state rivolte da vari europarlamentari verdi, liberali, socialisti e di estrema sinistra, durante il processo delle audizioni di conferma, di essere un fascista, o comunque di estrema destra), Raffaele Fitto ha dimostrato oltre ogni dubbio, alla sua prima uscita pubblica come neo vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per la Coesione e le Riforme, di essere un vero “democristiano”, con certificato d’origine. E’ successo giovedì 12 dicembre a Bruxelles, durante il suo intervento davanti a una riunione congiunta del Comitato delle Regioni dell’Ue (Cdr) e della commissione Affari regionali del Parlamento europeo.


L’assegnazione, per la prima volta, del portafoglio della Politica di coesione e delle riforme a una vicepresidenza esecutiva della nuova Commissione europea “è un riconoscimento del fatto che l’Europa non può andare avanti senza una forte coesione”, e “invia un forte segnale” che evidenzia “il ruolo centrale delle regioni, sottolineando che rimarranno al centro del nostro lavoro”, ha rilevato Fitto. E “per la prima volta, la politica di coesione e le riforme saranno sotto la stessa guida di altre politiche europee cruciali come agricoltura, trasporti, turismo, pesca e ‘blue economy’”, ha detto l’ex ministro italiano della Coesione, del Pnrr e degli Affari europei, ex presidente della Regione Puglia, ex membro dello stesso Cdr e della stessa Commissione parlamentare per le Politiche regionali a cui si stava rivolgendo. Nonostante le sue rassicurazioni ai rappresentanti delle regioni dell’Ue sulla “centralità” del loro ruolo, Fitto, tuttavia, non ha mai negato, né menzionato esplicitamente, il controverso progetto della Commissione di “nazionalizzare” la gestione delle politiche di coesione e dei fondi strutturali dell’Ue, stravolgendo l’attuale assetto che la affida alle regioni, in un rapporto diretto e dialettico con Bruxelles. Si tratta di un progetto della presidente Ursula von der Leyen, trapelato sulla stampa nel giugno scorso ma mai confermato formalmente dalla Commissione, che sostituirebbe all’attuale sistema di programmazione dei progetti da finanziare, negoziati direttamente con le regioni, un nuovo modello più centralizzato, simile a quello del Pnrr, che avrebbe al centro gli Stati nazionali invece delle amministrazioni locali, e in cui l’esborso dei fondi sarebbe condizionato non solo alla realizzazione dei singoli progetti ma anche a determinate riforme strutturali che gli Stati dovrebbero garantire di attuare (“cash-for-reform”). Ben 530 diversi programmi Ue “trasversali” che oggi vanno a beneficio delle regioni, finanziati con le due voci di bilancio più importanti dell’Ue, quelle per la Politica di coesione e per la Politica agricola comune, verrebbero ristrutturati in modo da diventare 27 programmi nazionali, uno per Stato membro.


Von der Leyen intenderebbe applicare il nuovo modello a partire dal prossimo Quadro di bilancio comunitario pluriennale, 2028-2034, che la nuova Commissione dovrebbe presentare a fine 2025, per avviare il lungo e complicatissimo negoziato con gli Stati membri e con il Parlamento europeo, per l’adozione del Quadro di bilancio entro fine 2027. Nella Commissione, a quanto è dato capire, oltre alla stessa presidente von der Leyen, sarebbero il nuovo commissario al Bilancio, il polacco Piotr Serafin, e lo stesso Raffaele Fitto ad avere la responsabilità di coordinare e attuare questa grande trasformazione, negoziando i piani nazionali. E non è assolutamente un caso che il portafoglio di Fitto sia intitolato, appunto, “Coesione e Riforme”. Peraltro va ricordato che in Italia Fitto è stato l’artefice della riforma dei fondi di coesione, con un decreto legge che ha introdotto un “coordinamento” sugli interventi tra i livelli regionali e nazionale, con la firma di “patti” di coesione, meccanismi di incentivazione sulla base dell’attuazione dei progetti ma anche la possibilità di attivare “poteri sostitutivi” statali in caso di inerzia delle amministrazioni locali.


Il Cdr e circa 150 singole Regioni si sono già espresse contro questo progetto, il negoziato si annuncia difficile. Ma Fitto nel suo intervento di giovedì scorso si è limitato a rassicurare i suoi interlocutori sul fatto che “le regioni, le città e i cittadini europei saranno in prima linea nella missione” che gli è stata assegnata. L’unico cenno, implicito e sibillino, che il vicepresidente esecutivo ha fatto al progetto di von der Leyen, lo si può leggere in questo suo avvertimento: “La politica di coesione deve essere rafforzata e modernizzata, non solo in termini di riduzione delle disparità” tra le regioni, “ma anche a sostegno delle priorità europee: la transizione verde e digitale, la sicurezza geopolitica e le industrie strategiche, la competitività, la preparazione per un futuro allargamento” dell’Unione. “Per fare ciò, la politica di coesione dell’Ue deve evolvere”, ha concluso Fitto. Democristianamente. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Mafia, Cgia: quarta industria del paese, affari per 40 mld anno

Mafia, Cgia: quarta industria del paese, affari per 40 mld annoRoma, 14 dic. (askanews) – Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno; una cifra spaventosa che vale praticamente due punti di Pil. Se effettuiamo una comparazione puramente teorica che, tuttavia, ci consente di “dimensionare” la portata del fenomeno, il fatturato dell’industria del crimine risulta essere ipoteticamente al quarto posto a livello nazionale, dopo quello registrato dall’Eni (93,7 miliardi di euro), dall’Enel (92,9 miliardi) e dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) (55,1 miliardi). A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia. In Italia sono 150mila le imprese nell’”orbita” della criminalità organizzata. In virtù dei dati in possesso dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia – struttura che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette – è stato possibile mappare il numero delle imprese presenti in Italia che potenzialmente sono contigue a contesti di criminalità organizzata. Oltre alle segnalazioni ricevute, la UIF ha incrociato anche gli scambi informativi acquisiti dalla Direzione Nazionale Antimafia e dall’Autorità giudiziaria. Grazie a questo mix di dati è stato possibile censire almeno 150mila imprese che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate a vario titolo alle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Analizzando la diffusione territoriale delle aziende in “odor di mafia”, le attività più a rischio sono quelle presenti nelle grandi aree metropolitane. A Napoli, ad esempio, sarebbero quasi 18.500, a Roma poco più di 16.700 e a Milano sfiorano le 15.650 unità. In queste tre realtà geografiche è concentrato il 34 per cento circa delle imprese a rischio in tutto il Paese. Seguono Caserta con 5.873 imprese, Brescia con 4.043, Palermo con 4.016, Salerno con 3.862, Bari con 3.358 e Catania con 3.291.

Mattarella: con Costituzione sviluppato progresso italiano

Mattarella: con Costituzione sviluppato progresso italianoRoma, 14 dic. (askanews) – “Rendiamo onore a coloro che combatterono perché democrazia e libertà fossero parte di uno stesso progetto, quello che trova nella Costituzione il cardine intorno a cui si è sviluppato il progresso italiano”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato all’ Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti – ISRAT – in occasione del convegno per l’ 80° anniversario della Repubblica partigiana dell’Alto Monferrato.


“L’armistizio dell’8 settembre 1943 – ricorda Mattarella – segnò un confine netto nella storia del nostro Paese, ponendo fine all’alleanza con la Germania nazista. Iniziò una fase nuova del conflitto: gli ultimi 19 mesi di guerra – segnati da sanguinose stragi, da bombardamenti e rappresaglie – portarono alla liberazione dalla tirannia. Tra l’estate e l’autunno 1944 – continua – si realizzarono in Italia esperienze precorritrici dei principi e valori della nostra Carta Costituzionale, sotto le specie di zone libere e Repubbliche autonome, promosse dal movimento resistenziale”. Le valli dell’Alto Monferrato, prosegue Mattarella, “non aspettarono inermi la fine del conflitto ma osarono sfidare il nazifascismo, ponendo le basi per l’esercizio di forme di governo democratico del territorio, dando vita alla Repubblica Partigiana dell’Alto Monferrato. Un’esperienza che registrò l’immediata ostilità delle forze fasciste e naziste, con l’Operazione Koblenz-Süd. Fu il “rastrellamento del 2 dicembre”, andato avanti per molti giorni dopo – sottolinea – a determinare rilevanti perdite tra i partigiani e i civili avviati ai campi di lavoro coatto in Germania, ponendo fine all’autogoverno dell’Alto Monferrato. Alla città di Nizza Monferrato, “centro vitale della Zona dell’Alto Monferrato”, la Repubblica ha attribuito, per le virtù patriottiche espresse da quelle popolazioni, la Medaglia d’Argento al Valor Militare, riconoscendo “l’eroismo dei suoi partigiani e l’indomita fierezza delle sue genti” che furono in grado di autogovernarsi e resistere ai reiterati attacchi delle forze nazifasciste, infliggendo loro gravi perdite”.


“A ottant’anni di distanza da quegli avvenimenti – conclude Mattarella – rendiamo onore a coloro che combatterono perché democrazia e libertà fossero parte di uno stesso progetto, quello che trova nella Costituzione il cardine intorno a cui si è sviluppato il progresso italiano”.