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Autore: Redazione StudioNews

Unrae: veicoli commerciali -19,4% a settembre, elettrico in calo

Unrae: veicoli commerciali -19,4% a settembre, elettrico in caloMilano, 14 ott. (askanews) – Dopo il crollo di agosto (-30,7%), anche in settembre il mercato dei veicoli commerciali leggeri in Italia registra un calo molto pesante. Il mese, spiega l’Unrae, consuntiva solo 14.212 immatricolazioni, contro le 17.631 di settembre 2023: 3.419 unità in meno, pari a una contrazione del 19,4%.


Dopo 15 mesi di crescita ininterrotta, gli ultimi due mesi in negativo incidono sul risultato del periodo gennaio-settembre: la crescita si riduce al 7,4% con 150.644 unità immatricolate, 10.442 in più dello stesso periodo 2023. La quota di mercato dei veicoli elettrici puri nei primi 9 mesi del 2024 rimane ferma all’1,8%, dimezzandosi rispetto al 3,6% dello stesso periodo del 2023 (2,0% nel solo mese di settembre 2024).


Il presidente dell’Unrae, Michele Crisci, propone una revisione degli incentivi per i veicoli commerciali nel triennio 2025-2027 con l’obiettivo di rivitalizzare il mercato e accelerare la transizione verso soluzioni di mobilità più sostenibili. “Occorre eliminare l’obbligo di rottamazione per i veicoli ad alimentazione alternativa, prevedendo incentivi ridotti in assenza di rottamazione, aumentare gli incentivi unitari per i veicoli con tecnologie alternative e tradizionali e introdurre un credito d’imposta del 50% per investimenti privati in infrastrutture di ricarica fast (oltre 70 kW) fino al 2025, per promuovere la diffusione delle stazioni di ricarica”. La struttura del mercato dei primi 9 mesi 2024 evidenzia una crescita generalizzata per quasi tutti i canali di vendita. Le autoimmatricolazioni si fermano al 7,4%, cedendo 0,6 punti.


Sul fronte delle motorizzazioni, in gennaio-settembre il diesel – unica motorizzazione in crescita – guadagna 4,2 punti di quota e sale all’84% del mercato. Il motore a benzina e Gpl cedono entrambi mezzo punto, fermandosi rispettivamente al 3,7% e 2,6% di quota, il metano scende allo 0,1% del totale, come i veicoli plug-in. Come anticipato, in forte calo i veicoli Bev, che passano dal 3,6% di un anno fa all’1,8% attuale, mentre i veicoli ibridi perdono 0,7 punti e coprono il 7,7% del totale. Di conseguenza, la CO2 media ponderata nei 9 mesi dell’anno cresce del 4,6% a 195,5 g/Km (rispetto ai 186,9 g/Km dello stesso periodo 2023).

Stellantis, Antonella Bruno nuova managing director per l’Italia

Stellantis, Antonella Bruno nuova managing director per l’ItaliaMilano, 14 ott. (askanews) – Antonella Bruno è stata nominata con effetto immediato Managing Director di Stellantis in Italia e riporterà direttamente a Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer Enlarged Europe di Stellantis. Sarà responsabile delle attività italiane per i 10 marchi delle autovetture (Abarth, Alfa Romeo, Citroen, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Opel, Peugeot e Leapmotor) e per i 4 dei veicoli commerciali (Citroen, Fiat Professional, Opel e Peugeot).


“Antonella Bruno ha molti anni di esperienza nel settore dell’automobile ed in particolare nel nostro Gruppo – ha affermato Jean-Philippe Imparato – e la sua profonda conoscenza del mercato e della rete con cui ha già un rapporto di fiducia, saranno importanti per le sfide che dovrà affrontare e un fattore chiave per il successo dei marchi Stellantis in Italia che, per storia e qualità, non hanno rivali”. Laureata in economia e commercio e con una passione per le quattro ruote trasmessa dal padre, Antonella Bruno inizia a lavorare nel 1998 in Ford. A fine 2007 entra in Fiat e nel 2011 in Lancia. A giugno 2020, assume l’incarico di responsabile per l’Europa di Jeep e successivamente di Peugeot.


“In questo momento delicato di transizione – anche nel nostro Paese – c’è bisogno del contributo di tutti e sarà un onore offrire anche il mio nell’interesse dei nostri colleghi, della nostra rete e dei nostri clienti consapevoli del valore che Stellantis ha in Italia e per l’Italia”, ha detto Antonella Bruno.

”Formiche” è il nuovo singolo di gIANMARIA

”Formiche” è il nuovo singolo di gIANMARIAMilano, 14 ott. (askanews) – Il nuovo singolo “Formiche” – uscito lo scorso 11 ottobre per Epic Records / Sony Music Italy) – è solo l’incipit del racconto di un nuovo lato di sé che gIANMARIA è pronto a condividere con il suo pubblico in “Lo Stagno Canta – Musica & Letture”; due speciali appuntamenti dall’atmosfera tra il live e il reading, prodotti da Vivo Concerti, che si terranno il 16 dicembre 2024 al Teatro Studio Borgna di Roma e il 18 dicembre 2024 a BASE Milano.


I biglietti per i due appuntamenti saranno disponibili su www.vivoconcerti.com da martedì 15 ottobre 2024 alle ore 14:00 e nei punti vendita autorizzati da domenica 20 ottobre 2024 alle ore 10:00. Con “Lo Stagno Canta – Musica & Letture” gIANMARIA – cantautore vicentino rivelazione dell’edizione 2021 di X Factor – è pronto a raccontare un nuovo lato di sé unendo in due speciali date il mondo della musica e della letteratura in una dimensione live inedita. All’insegna della sperimentazione, data da un approccio nuovo allo studio e la ricerca di contaminazioni artistiche, gIANMARIA regalerà due serate indimenticabili, raccontandosi attraverso le note delle sue ultime pubblicazioni musicali con i singoli “Formiche” – uscito lo scorso venerdì – e “Disordine” – rilasciato questa estate -, oltre a “Stagno”, il romanzo edito da Mondadori che ha visto per la prima volta gIANMARIA nella inedita veste di autore.


“Formiche”, scritto dallo stesso gIANMARIA insieme a Gianmarco Manilardi, che ne ha curato anche la produzione, è un singolo che parla di mancanze e di nuove consapevolezze: una lucida riflessione fatta a mente fredda sul vuoto che una persona può lasciare, e di come questo vuoto porti a sua volta alla certezza di quanto quella fosse la persona giusta.

Locatelli apre G7 Disabilità: “Evento storico, uniti faremo di più”

Locatelli apre G7 Disabilità: “Evento storico, uniti faremo di più”Roma, 14 ott. (askanews) – Ad Assisi è partito il G7 Inclusione e Disabilità: “Oggi la storia mette un punto dopo il quale non dovremo fare più retromarcia. Ad Assisi stiamo iniziando una nuova sfida: solo uniti, mondo delle istituzioni, del Terzo settore e mondo privato, possiamo fare di più e meglio. Questa è la sfida per il futuro”, ha detto il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, durante la cerimonia inaugurale aperta al pubblico.


Dopo i saluti di fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, Locatelli ha accolto in piazza le delegazioni ministeriali giunte nella città umbra: “Questo G7 è un evento veramente importante. Oggi è un punto importante della storia, dopo questo non torneremo indietro. Oggi siamo qui tutti insieme, le massime istituzioni, le potenze ecoonmiche del pianeta, i ministri di tanti Paesi, il mondo delle associazioni, delle famiglie, il territorio, tutti coloro che vogliono contribuire a rendere migliore la vita delle persone. Questo G7, che si chiama Inclusione e Disabilità, per la prima volta nella storia parla di persone: se riusciamo anche nei gesti quotidiani a fare qualcosa di più per gli altri, lo possiamo fare per tutti”. “Il senso di tutto – ha proseguito – è l’incoraggiamento, il supporto reciproco: insieme possiamo andare lontano, non lasciando indietro nessuno. Nella Carta di Solfagnano tracceremo la strada giusta per lavorare per i diritti di tutti. La vita di ogni persona è fatta di benessere e salute, ma abbiamo bisogno anche di dimensione lavorativa, di viaggiare, stare insieme, di dimensione affettiva e relazionale. Con il Progetto di vita possiamo impegnarci per rendere più autonoma e dignitosa la vita di tutti. Oggi la storia dà una nuova opportunità alle persone: spero che tutti noi sapremo sfruttarla”, ha concluso il ministro.

Condannato a 4 anni il camionista che uccise il ciclista Davide Rebellin

Condannato a 4 anni il camionista che uccise il ciclista Davide RebellinMilano, 14 ott. (askanews) – Il camionista 64enne tedesco Wolfgang Rieke, accusato di aver investito e ucciso con il suo mezzo pesante l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino prima di darsi alla fuga, è stato condannato a quattro anni di reclusione, più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali. Questo in sintesi il dispositivo letto, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice, Filippo Lagrasta, che presiedeva il collegio giudicante a Vicenza.


Siamo “moderatamente soddisfatti, ma Davide non tornerà” hanno commentato, attraverso un consulente, la madre di Rebellin, Brigida Gattere, e il fratello Carlo Rebellin, presenti in Tribunale a Vicenza all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato. Il giorno dell’investimento l’ex campione aveva 51 anni e si stava allenando in bicicletta. Presenti anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), accompagnati in aula dal loro legale, l’avvocato Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, consulente dello Studio3A-Valore che ha assistito la famiglia, nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo. “Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale” ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il consulente. La Procura di Vicenza, in aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, Roderich Blattner, “ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze” ha aggiunto. Rieke attualmente si trova in Germania e dopo essere stato colpito da un ictus gli è stato consentito di tornare a casa in ragione delle gravi condizioni di salute.


“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.

Ishiba: non ho fatto marcia indietro su idea Nato asiatica

Ishiba: non ho fatto marcia indietro su idea Nato asiaticaRoma, 14 ott. (askanews) – Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha negato oggi di aver fatto marcia indietro rispetto all’idea di creare un’alleanza in stile Nato in Asia e sulla revisione dell’accordo bilaterale con gli Usa sulla presenza delle forze americane nell’Arcipelago. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


“Non capisco perché vengo etichettato come se avessi cambiato idea”, ha dichiarato il nuovo leader in un’intervista con Kyodo, quando gli è stato chiesto delle opinioni secondo cui avrebbe evitato discussioni dettagliate sull’alleanza per la sicurezza regionale e la presenza militare degli Stati Uniti. Il capo di governo ha sottolineato di aver già incaricato Itsunori Onodera, responsabile della politica del suo Partito Liberal Democratico (LDP), di avviare discussioni sulla cooperazione per la sicurezza in Asia.


Ishiba ha inoltre proposto di rivedere lo Status of Forces Agreement (SOFA) tra Giappone e Stati uniti, che disciplina il funzionamento delle truppe statunitensi di stanza in Giappone, ma che spesso provoca attriti a causa dei diritti extraterritoriali concessi alle forze e al personale statunitense in Giappone. Nel frattempo, Ishiba ha precisato che le considerazioni sulla “condivisione nucleare” con gli Stati Uniti, un’idea che ha avanzato, non dovrebbero essere equiparate a discussioni sul diritto di possedere o gestire armi nucleari in Giappone, un paese impegnato nel principio di non possedere, produrre o permettere l’introduzione di armi nucleari.

Quindici posti di lavoro per apertura nuovo supermercato Tigre a Perugia

Quindici posti di lavoro per apertura nuovo supermercato Tigre a PerugiaRoma, 14 ott. (askanews) – Un nuovo supermercato Tigre del Gruppo Gabrielli si va ad aggiungere ai tre Superstore Oasi aperti nel capoluogo umbro nel 2016, nel 2019 e nel 2023. Un punto vendita molto atteso nella zona. Il taglio del nastro è in programma giovedì 17 ottobre 2024 e sarà subito aperta la vendita al pubblico. Il progetto del nuovo supermercato Tigre è curato da Andrea Lodovisi che vanta circa 20 anni di esperienza all’interno del Gruppo Gabrielli, negli ultimi quattro come responsabile dei supermercati delle Marche e quadro d’azienda e, in precedenza, come direttore aveva gestito con successo l’apertura di diversi punti vendita tra cui i primi due ipermercati Oasi a Perugia.


“Ho accettato la sfida di aprire questo nuovo supermercato Tigre con l’obiettivo di creare un punto di riferimento per le persone del quartiere – spiega Andrea Lodovisi, amministratore unico della gestione del nuovo supermercato Tigre di Perugia -. In realtà si realizza un sogno che inseguo da una vita. I miei nonni avevano una bottega di paese e desideravo creare un’attività simile. Ho avuto tante proposte in passato, ma ho sempre aspettato il momento giusto. Questa volta ho accettato, perché c’è la giusta location ed ho il supporto di un’affidabile e solida realtà come il Gruppo Gabrielli. Aprire questa attività per Ponte d’Oddi per me è motivo di orgoglio”. È con grande entusiasmo e la voglia di fare bene che Andrea Lodovisi si appresta ad aprire i battenti del nuovo Tigre, con l’obiettivo che diventi il negozio di fiducia per la spesa di tutti i giorni, accogliendo i clienti in un ambiente familiare e offrendo prodotti di qualità con un servizio attento alle loro esigenze. “La mia filosofia è riproporre un punto vendita alimentari, che mi permetto di definire ‘di una volta’, dove tutti si sentano in una grande famiglia sia i collaboratori che i clienti – sottolinea Lodovisi -. Un progetto ambizioso a cui pensavo da anni. Cercheremo di essere più competitivi possibili, ma quello che conta per noi è creare il rapporto umano e la vicinanza al cliente, in un ambiente accogliente e di cortesia. Sarà quindi diverso dalla situazione che si può trovare nella grande distribuzione. Nel nostro piccolo, inoltre, abbiamo creato 15 posti di lavoro e potrebbero crescere nel tempo”.


Il nuovo Tigre di Perugia si presenta quindi come una realtà dal duplice aspetto: quello della bottega di una volta dallo spiccato sapore umano e quello del supermercato organizzato in maniera altamente moderna con alle spalle un’azienda di valore. Tra i servizi offerti ci sarà anche la consegna a domicilio della spesa preparata dal cliente all’interno del supermercato. “Si tratta di un servizio non presente in zona e a cui tenevamo – sottolinea Lodovisi -. Abbiamo previsto da subito anche iniziative sociali per dare il nostro contributo alle famiglie: due giorni a settimana (mercoledì e sabato) sconto del 10% sulla spesa per gli ultra 70 enni, sconto del 15% sempre due giorni a settimana (martedì e sabato) per nuclei familiari con tre o più figli e infine sconto del 10% per i dipendenti”. Con l’apertura della nuova insegna Tigre a Perugia, la famiglia Gabrielli rafforza la sua presenza in Umbria. Il Gruppo Gabrielli è un riferimento consolidato nel panorama della Grande Distribuzione Organizzata in Italia con 3 diversi format per rispondere ad esigenze diversificate: i superstore Oasi, i supermercati Tigre e il canale franchising Tigre Amico. Il Gruppo Gabrielli nasce nel 1952 e nel corso degli anni si è espanso in 5 regioni fino ad avere oggi 100 negozi in diretta e oltre 200 in affidamento, con un fatturato di più di un miliardo di euro nel 2023. A Perugia il Gruppo Gabrielli è sbarcato nel 2016 con l’insegna Oasi, sempre tramite Andrea Lodovisi. Un’assoluta novità che ha ottenuto da subito grande riscontro e successo. “Attualmente a Perugia si conosce principalmente il marchio Oasi, ma ora l’obiettivo è implementare la presenza dell’insegna Tigre. È questa la sfida che ho fortemente voluto”, conclude Lodovisi.


L’imminente apertura del supermercato Tigre a Ponte d’Oddi a Perugia rappresenterà un punto di riferimento sul territorio. Per informazioni: www.oasitigre.it.

Donne in Campo-Cia: subito legge quadro per agricoltura femminile

Donne in Campo-Cia: subito legge quadro per agricoltura femminileRoma, 14 ott. (askanews) – Oggi le imprese agricole femminili sono le grandi assenti da fondi e misure. Fuori dalla Pac, dal Pnrr e anche da incentivi specifici. Per questo è tempo di trasformare i proclami a favore delle donne del settore in azioni concrete e politiche dedicate, cominciando da una legge quadro ad hoc. È l’appello lanciato da Donne in Campo-Cia proprio in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali, che si celebra ogni anno il 15 ottobre.


Dalla sua Assemblea nazionale, in corso all’Istituto Alcide Cervi sotto lo slogan “Il cammino verso il futuro”, l’associazione mette in fila i provvedimenti mancati e stila un elenco di priorità per invertire la tendenza e dare voce e sviluppo alle aziende agricole rosa, 200.000 solo in Italia, una su cinque in Europa, riconoscendo finalmente il ruolo chiave delle donne nel comparto: motore dell’agricoltura familiare, presidio di territori e aree interne, collante sociale delle comunità rurali, faro di biodiversità e sostenibilità. “Chiediamo con forza al governo che, nella prossima manovra, trovi spazio la misura Più Impresa di Ismea, non rifinanziata dall’ultima legge di Bilancio – ha detto la presidente nazionale di Donne in Campo, Pina Terenzi – Chiediamo, quindi, che si approvi in tempi stretti una legge quadro per l’imprenditoria femminile in agricoltura, che preveda la costituzione di un Ufficio permanente presso il Masaf e di un Osservatorio, con l’obiettivo di promuovere l’accesso delle donne all’attività agricola. Chiediamo, infine, che si studino misure di priorità per le aziende agricole femminili nei bandi e che se ne tenga conto nel PSP (Piano Strategico della Pac) dando indicazioni omogenee alle Regioni”.


“Quest’anno la nostra Giornata delle donne rurali è con l’Istituto Cervi, luogo storico e di grande valore simbolico per l’agricoltura dell’Italia – ha detto la presidente nazionale di Donne in Campo, Pina Terenzi – Ed è da qui che vogliamo ribadire l’urgenza di interventi istituzionali davvero in grado di sostenere l’imprenditoria agricola femminile. Perché, ad ora, le donne si trovano escluse sia dai fondi nazionali finanziati dal Piano di ripresa e resilienza che da quelli settoriali. Anche il Fondo Impresa Donna ammette agli stanziamenti tutti i settori, compreso quello della trasformazione alimentare, ma tiene fuori la produzione agricola. Creando uno svantaggio ulteriore”. D’accordo il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “già Emilio Sereni, uno dei padri fondatori della nostra organizzazione di cui l’Istituto Cervi custodisce la Biblioteca Archivio, ideò un disegno di legge per l’imprenditoria agricola femminile – ha ricordato -. Ancora di più oggi, la trasformazione dei nostri sistemi agroalimentari in chiave più inclusiva, resiliente e sostenibile passa necessariamente dall’emancipazione di tutte le donne. Colmare il divario di genere nel settore e il gap salariale nell’occupazione, considerato che il 39% della forza lavoro agricola globale è rosa, aumenterebbe l’efficienza del sistema e restituirebbe dignità ed equità nel mondo”.

Davide Rebellin, condannato a 4 anni camionista che lo uccise

Davide Rebellin, condannato a 4 anni camionista che lo ucciseMilano, 14 ott. (askanews) – Il camionista 64enne tedesco Wolfgang Rieke, accusato di aver investito e ucciso con il suo mezzo pesante l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino prima di darsi alla fuga, è stato condannato a quattro anni di reclusione, più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali. Questo in sintesi il dispositivo letto, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice, Filippo Lagrasta, che presiedeva il collegio giudicante a Vicenza.


Siamo “moderatamente soddisfatti, ma Davide non tornerà” hanno commentato, attraverso un consulente, la madre di Rebellin, Brigida Gattere, e il fratello Carlo Rebellin, presenti in Tribunale a Vicenza all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato. Il giorno dell’investimento l’ex campione aveva 51 anni e si stava allenando in bicicletta. Presenti anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), accompagnati in aula dal loro legale, l’avvocato Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, consulente dello Studio3A-Valore che ha assistito la famiglia, nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo. “Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale” ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il consulente. La Procura di Vicenza, in aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, Roderich Blattner, “ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze” ha aggiunto. Rieke attualmente si trova in Germania e dopo essere stato colpito da un ictus gli è stato consentito di tornare a casa in ragione delle gravi condizioni di salute.


“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.

Siccità fa crollare del 30% la produzione di arance in Sicilia

Siccità fa crollare del 30% la produzione di arance in SiciliaRoma, 14 ott. (askanews) – Appena 660mila tonnellate, il 30% in meno di produzione rispetto alle 800.000 tonnellate del 2023 e, nello scenario peggiore, una riduzione del 40% del reddito degli agricoltori impegnati nelle produzioni agrumicole. Prezzi al consumo in crescita, con un sempre maggiore ricorso alle importazioni da Spagna, Tunisia e Marocco e un comparto, quello agrumicolo siciliano, che rappresenta i 2/3 della produzione nazionale di agrumi, che rischia di essere smantellato a causa dell’abbandono dei terreni agricoli.


A fare delle difficili stime previsionali per la campagna agrumicola ormai alle porte è Giosuè Catania, presidente facente funzioni della Cia Sicilia Orientale in una intervista ad Askanews. Sotto accusa c’è sempre lei, la siccità, che ha già tagliato in modo pesantissimo in Sicilia la produzione di grano, olive e uva da vino. “In Sicilia – spiega Catania – non piove in modo importante da 18 mesi, si accavallano 2 stagioni di fortissima siccità. E’ vero che qui la siccità c’è stata sempre, e proprio per questo negli anni si sarebbero dovuti fare interventi che non si sono fatti”. A rendere ancora più anomala la siccità del 2024, un altro fattore fondamentale per la corretta maturazione degli agrumi e per la colorazione rossa delle arance Rosse di Sicilia: il freddo. “Qui manca il freddo – spiega Catania – le altre temperature con 22 gradi di notte hanno nuociuto molto alla maturazione degli agrumi e l’hanno anticipata di 15-20 giorni per le varietà precoci, favorendo anche degli attacchi di mosca”. La conseguenza? Una raccolta precoce, che inizierà entro pochi giorni anzichè a fine ottobre, e pezzature più piccole del normale, pur se di buona qualità.


Il punto è che le arance, pur se di piccola pezzatura, ci sono solo in quegli agrumeti “che hanno avuto disponibilità di acqua sotterranea e hanno potuto irrigare. Perchè “nella piana di Catania e nell’areale ennese, quelli caratteristici dell’arancia rossa Igp, sono stati abbandonati almeno 2.500-3000 ettari di piccole e medie aziende agricole che non hanno avuto la possibilità di irrigare”. I consorzi di bonifica, infatti, quest’anno “non hanno dato servizi nè acqua, perché gli invasi sono vuoti da troppo tempo” e nelle zone interne, “dove acqua non ne è arrivata per nulla, sono stati abbandonati agrumeti, grano e oliveti. Prima o poi queste zone – ha detto Catania – diventeranno distese di pannelli fotovoltaici”. La Sicilia rappresenta 2/3 della superficie agrumicola italiana: si tratta di circa 60mila ettari sui 86.000 totali. I 60mila ettari sono così suddivisi: 44mila ettari ad arance, 12mila a limoni e 4.500 ettari ad altri agrumi e piccoli frutti. Un patrimonio che vale 15mila giornata di lavoro l’anno, senza contare l’indotto.


E’ chiaro che quest’anno al consumo le arance “avranno un prezzo alto perché l’offerta è molto minore”, ma “la qualità sarà buona: chiediamo – dice Catania – al pubblico di non guardare al calibro ma alla qualità e di privilegiare l’acquisto di prodotti italiani. Mi auguro anche – spiega ancora – che con la Gdo si possa stabilire una regola per non aumentare indiscriminatamente il prezzo del prodotto. Spagna e Tunisia e Marocco copriranno la fascia di mercato che noi non riusciremo a coprire nè in quantità nè in qualità”. E se per quest’anno ormai non c’è più nulla da fare, i timori sono per la prossima campagna: “oggi servono i ristori economici alle aziende, se vogliamo che ci siamo una produzione la prossima campagna. Altrimenti partirà già compromessa”.


Oltre ai ristori economici Cia Sicilia Orientale chiede “interventi immediati per l’agrumicoltura, con una norma specifica che dia la possibilità a chi ha perso o ha abbandonato l’agrumeto di reimpiantare per affrontare le prossime campagne”. Sotto accusa anche il ruolo dei servizi di bonifica che “nel 2023-24 non hanno dato servizi e irrigazione: gli agricoltori devono essere esonerati dal pagare le bollette dei ruoli irrigui e delle quote ordinarie peché dai consorzi di bonifica non hanno avuto servizi nè irrigazione. Il governo – conclude Catania -deve dire che gli tutti agricoltori siciliani vengono esonerati dal pagamento. E poi si deve abbattere il costo dell’energia elettrica perché chi è riuscito a produrre le arance tirando acqua in proprio dal sottosuolo ha consumato moltissima energia, e questo va a intaccare profondamente il suo reddito”. Infine, bisogna fare scattare “il fondo solidarietà nazionale che è scattato per i seminativi anche per gli impianti arborei della Sicilia, per fare poi partire tutti i meccanismi di carattere fiscale e tributario che possono aiutare il settore”, conclude Catania.