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Autore: Redazione StudioNews

Domani al Masaf convegno di Federacma su meccanizzazione agricola

Domani al Masaf convegno di Federacma su meccanizzazione agricolaRoma, 14 ott. (askanews) – Un convegno per confrontarsi su impatto e futuro delle misure per la meccanizzazione agricola: l’evento si terrà domani, martedì 15 ottobre, presso la Sala Cavour del ministero dell’Agricoltura a Roma. Organizzato da Federacma, la federazione italiana delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine e delle Acma territoriali, aderente a Confcommercio, vuole avviare un confronto tra Istituzioni e filiera agricola per pianificare il futuro delle misure a sostegno dell’innovazione e della meccanizzazione in agricoltura.


Andrea Borio, presidente di Federacma, spiega che il convegno “poggia le sue basi proprio sulla collaborazione con le istituzioni e si pone l’obiettivo di una programmazione condivisa e partecipata, con un supporto costruttivo del mondo agricolo e produttivo attraverso prospettive comuni”. I lavori della giornata prenderanno avvio, dopo i saluti di benvenuto del presidente Borio, con l’illustrazione dello scenario attuale delle misure per la meccanizzazione agricola. Le relazioni si concentreranno sulle novità tecniche e la riduzione dell’impatto ambientale, sull’innovazione tecnologica per la sicurezza, sulla formazione per i mezzi 4.0 e 5.0, sull’influenza dei bandi e delle misure sull’andamento del mercato e sugli strumenti messi in campo negli ultimi anni per il rinnovamento del parco macchine agricole italiano.


Dopo le relazioni, saranno le associazioni di categoria della filiera agricola ad intervenire esponendo i propri commenti e suggerimenti. Infine, sono stati invitati gli Enti e i Dipartimenti ministeriali che gestiscono le misure per la meccanizzazione e l’innovazione agricola: Inail, Ismea e ministero dell’Agricoltura. È previsto anche l’intervento del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

Confagri Veneto: diminuiscono ancora le superfici a kiwi

Confagri Veneto: diminuiscono ancora le superfici a kiwiRoma, 14 ott. (askanews) – Calano ancora le superfici investite a kiwi in Veneto, dato che nel 2023 si registra un calo del 7 per cento: da 2.950 ettari si è scesi a 2.726. La motivazione degli espianti è dovuta alla moria di piante che da anni affligge il territorio, e che anche nel 2023 ha falcidiato le produzioni. Di qui il decreto approvato nei giorni scorsi dal ministero dell’Agricoltura per sostenere le imprese agricole che, nel corso del 2023, abbiano subito danni superiori al 30 per cento a carico delle coltivazioni di kiwi.


Sottolinea Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto: “Siamo alle porte della raccolta dei kiwi, che inizierà intorno al 25 ottobre, per poi entrare nel vivo nella prima settimana di novembre. La qualità quest’anno è buona, perché, grazie alle abbondanti precipitazioni, i frutti presentano un’ottima pezzatura e un’elevata qualità. Questo fa sì che, anche dal punto di vista del mercato, l’interesse ci sia, con richieste da parte dei commercianti e prezzi che si profilano molto buoni, in linea con le passate stagioni, sia per il kiwi verde, che per il giallo e il rosso, che è un prodotto di nicchia”. Il problema della provincia veronese, come per tutto il Veneto, è però quello produttivo, perché tra moria delle piante e batteriosi risulta sempre più difficile fare quantità. “A questo – sottolinea Aldegheri – dobbiamo aggiungere le gelate primaverili, sempre più frequenti, che anche quest’anno hanno causato danni. Le rese si stanno sempre più abbassando, ed è probabilmente questo il motivo per cui molti agricoltori decidono di espiantare”.


Secondo i dati di Veneto Agricoltura gli impianti di actinidia sono situati per il 76% circa nella provincia di Verona (2.075 ettari, -6,5% rispetto al 2022), seguita da Treviso (300 ettari, -11,8%) e Rovigo (183 ettari, -5,7%). La produzione raccolta di kiwi in Veneto nel 2023 è stata di 30.664 tonnellate (-41,8% rispetto al 2022) e, quindi, su livelli produttivi molto inferiori agli standard tipici dell’actinidia.

Inail: nel 2023 590mila infortuni sul lavoro -8,4%, decessi -9,5%

Inail: nel 2023 590mila infortuni sul lavoro -8,4%, decessi -9,5%Roma, 14 ott. (askanews) – Oltre 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (113mila casi in meno) e dell’8,4% rispetto alle quasi 645mila del 2019. Gli infortuni con esito mortale denunciati sono 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. E’ la fotografia scattata al 30 aprile 2024 dall’Inail, nella sua Relazione annuale relativa al 2023.


Secondo l’istituto a influenzare il calo degli infortuni in complesso nel 2023 è stata la pandemia, ancora molto presente nel 2022 in termini di contagi professionali denunciati. La riduzione reale, al netto dell’effetto Covid, si attesta infatti al -0,6%. Rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia, la riduzione, sempre al netto dei contagi, è di circa il 9%. Per i casi mortali, a differenza del biennio 2020-2021, l’emergenza sanitaria non ha avuto invece l’impatto rilevante osservato per le denunce in complesso. L’analisi per modalità di accadimento degli infortuni in complesso indica un aumento, rispetto al 2022, solo dei casi in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, che sono passati da 95.078 a 98.716 (+3,8%). Sostenuta invece, a causa della pandemia, la riduzione degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, prosegue l’Inail, scesi da 608.505 a 491.499 (-19,2%). Il 19,5% degli infortuni denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall’azienda” (cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”), percentuale in linea col 2019 e superiore al valore medio del biennio 2020-2021 (circa il 16%) quando, nelle fasi più critiche dell’emergenza, i blocchi alla circolazione stradale e il massiccio ricorso al lavoro agile li hanno fatti contrarre sensibilmente.


Per i casi mortali si registra, rispetto al 2022, un calo sia delle denunce in itinere, passate da 341 a 265 (-76 casi), sia di quelle in occasione di lavoro, da 927 a 882 casi (-45). Il 40,5% dei decessi denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall’azienda”. L’Inail poi riporta come il 79,2% degli infortuni in complesso del 2023 si concentra nella gestione assicu­rativa Industria e servizi, il 4,5% in Agricoltura e il 16,3% nel conto Stato (per que­st’ultima circa sette infortuni su 10 riguardano gli studenti delle scuole pubbli­che statali). Mentre nell’Industria e servizi si assiste, tra il 2022 e il 2023, a una riduzione degli infortuni (-19,8%), si osservano lievi aumenti in Agricoltura (+0,1%) e nel conto Stato (+1,8%, sintesi di una diminuzione per i dipendenti statali e di un aumento per gli studenti delle scuole/università statali, anche a causa dell’effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dall’art. 18 del decreto legge n. 48/2023). Anche per i casi mortali il maggior numero di denunce si concentra nell’Industria e servizi (85,3%), seguita dall’Agricoltura (11,6%) e dal conto Stato (3,1%).


L’analisi per settore di attività economica della gestione Industria e servizi evidenzia, al netto dei casi non codificati, che un quarto degli infortuni in occasione di lavoro del 2023 è concentrato nel comparto manifatturiero, seguito da Sanità e assistenza sociale (14%), Costruzioni (13%), Trasporto e magazzinaggio (12%) e Commercio (11%). Quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale, che scende dai circa 135mila casi del 2022 ai quasi 44mila del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157mila infortuni nel 2020 a causa degli infortuni sul lavoro da Covid-19. Il più elevato numero di decessi in occasione di lavoro si registra nelle Costruzioni (176 casi, in linea con i 175 del 2022), nel Trasporto e magazzinaggio (125, -17 decessi) e nel comparto Manifatturiero (111, -11). La Sanità e assistenza sociale, con 14 decessi, è in calo rispetto ai 29 del 2022 e, soprattutto, rispetto ai 200 denunciati nel 2020, nella fase più acuta della pandemia. In ottica di genere, per l’insieme delle gestioni assicurative e inclusi gli infortuni in itinere la maggioranza degli infortuni e la schiacciante maggioranza di decessi riguarda uomini, con l’Inail che riporta che oltre un terzo degli infortuni in complesso e un decesso su 12 riguardano le donne. Si osserva, in particolare, un significativo decremento delle denunce di infortunio delle lavoratrici (-27,6%, pari a 80mila casi in meno) rispetto ai lavoratori (-8,1%, circa 34 mila casi in meno) e anche per i casi mortali il calo rispetto al 2022 è più marcato per la componente femminile (-31,9%, da 135 a 92 casi) rispetto a quella maschile (-6,9%, da 1.133 a 1.055).


Quasi tutte le fasce di età presentano riduzioni tra il 2022 e il 2023 con l’unica eccezione, per le denunce in complesso, di quella degli under 20, soprattutto studenti (+11,6%), e per i casi mortali della classe 20-24 anni (+12 decessi) e degli over 65enni (+15). Metà delle denunce di infortunio si concentra nella fascia 40-64 anni, mentre per i decessi la fascia più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni. Quasi otto infortuni su 10 riguardano i lavoratori italiani (in calo del 18,9% sull’anno precedente), il 17% gli extracomunitari (-0,2%) e il 4% i comunitari (-13,7%). Sempre circa otto su 10 sono i decessi denunciati per lavoratori italiani (-9,1% sul 2022), il 15% per quelli extracomunitari (-8,2%) e il 4% per i comunitari (-20,3%). Dal punto di vista della distribuzione territoriale, dice l’istituto, il 61% degli infortuni si concentra al Nord, il 20% al Centro e il 19% nel Meridione. Il calo registrato rispetto al 2022 ha interessato tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (-20,5%), seguito da Nord-Ovest (-19,6%), Isole (-18,7%), Centro (-15,9%) e Nord-Est (-9,9%). Tutte le Regioni hanno visto contrarsi il fenomeno infortunistico, con i decrementi più significativi in Campania (-35,3%), Liguria (-31,4%) e Molise (-26,5%). Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana raccolgono oltre la metà delle denunce. Nei casi mortali, l’incidenza del Nord scende al 48%, mentre aumenta, rispetto ai casi in complesso, il peso del Mezzogiorno (33%), con il Centro che conferma la stessa quota (un caso su cinque) sia per il totale degli infor­tuni che per quelli mortali. La diminuzione del 9,5% delle morti sul lavoro rispetto al 2022 è la sintesi dei cali registrati al Centro (-18,7%), Nord-Ovest (-13,6%), Nord-Est (-11,3%) e Isole (-9,3%) e dell’aumento rilevato al Sud (+6,3%). Gli infortuni accertati sul lavoro. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro nel 2023 sono provvisoriamente 375.578, pari al 64% delle denunce, di cui il 18,1% avvenuti “fuori dall’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Restano da definire ancora 29mila casi in istruttoria. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) “fuori dall’azienda”. I casi in istruttoria sono 51. Per quanto riguarda gli indici di frequenza infortunistica, calcolati prendendo in considerazione gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro indennizzati e il numero di addetti Inail, l’analisi dell’ultimo triennio consolidato (2019-2021) presenta per il complesso delle attività dell’Industria e servizi un indice pari a 15,26 infortuni indennizzati per mille addetti, in calo dell’1,5% rispetto all’indice di frequenza del triennio 2018-2020. Il settore più a rischio è la Sanità e assistenza sociale con 42,95 infortuni indennizzati ogni mille addetti, conseguenza dell’elevata incidenza dei contagi da Covid-19. Tra gli altri settori più a rischio, anche nel periodo che ha preceduto la pandemia, quello della gestione dei Rifiuti/reti fognarie/fornitura d’acqua (32,15), del Tra­sporto e magazzinaggio (23,39), dei Servizi di supporto alle imprese (20,29), delle Costruzioni (18,01) e dell’Alloggio e ristorazione (16,90). Concentrando l’attenzione sulle conseguenze più gravi dell’in­fortunio indennizzato (menomazioni permanenti ed esiti mortali), il primato negativo spetta alle Costruzioni, conclude l’Inail, con un indice di 2,87, più del doppio della media dell’Industria e servizi (1,16). Per la gestione Agricoltura l’indice di frequenza è risultato negli anni sempre decrescente, passando da 20,72 infortuni indennizzati ogni mille addetti nel triennio 2016-2018 a 17,47 nel triennio 2019-2021. (fonte immagine: Inail).

A Parma inaugurata la nuova sede del museo del Salame Felino

A Parma inaugurata la nuova sede del museo del Salame FelinoRoma, 14 ott. (askanews) – Nuova sede e nuovo allestimento arricchito da tanti nuovi oggetti per il Museo del Salame Felino a Parma: uno spazio più inclusivo, privo di barriere architettoniche, interattivo tramite touch screen multimediali e con uno spazio porticato a disposizione per le attività didattiche e di degustazione. Il Museo, inoltre, ha anche un percorso LIS per le persone sorde che consentirà loro di fruire pienamente e in totale autonomia, di ogni sezione.


La nuova sede, che oggi appare come una grande costruzione a due falde, in origine era una corte medievale, databile verosimilmente al XIV secolo, costituita da una casa torre e da un rustico con fienile e stalla. Riadattata nel XVIII secolo in un unico corpo, ha ospitato per secoli l’osteria del paese e negli ultimi decenni la farmacia e alcuni negozi. A presentare il percorso di visita, fatto di sette sezioni è stato Giancarlo Gonizzi, coordinatore dei Musei del Cibo. Il percorso si snoda a partire dalle testimonianze storiche e archeologiche del territorio e del rapporto tra Felino, l’allevamento del maiale e il suo prodotto-simbolo per passare alla presentazione del Consorzio di tutela.


Tra i nuovi elementi che arricchiscono l’allestimento, l’ago di bronzo di epoca romana, ritrovato negli scavi della “villa rustica”, una grande azienda agricola, scoperta durante i lavori (1961) di realizzazione di un nuovo salumificio lungo il corso del torrente Baganza. La zona in cui è stato trovato, vicino alle cucine, ha permesso di ipotizzarne il reale impiego: cucire i budelli dei salami, allora come oggi. I Musei del Cibo sono un circuito di nove musei dedicati ai prodotti alimentari d’eccellenza del territorio parmense: nel 2023 hanno registrato oltre 30mila presenze, di cui circa 3mila nel solo Museo del Salame Felino.

Meloni: la sicurezza sul lavoro è priorità del governo, più controlli

Meloni: la sicurezza sul lavoro è priorità del governo, più controlliRoma, 14 ott. (askanews) – “La sicurezza sul lavoro è una priorità che questo Governo ha posto al centro della sua azione, a partire dal confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali. Perché la sinergia tra Istituzioni, parti sociali, lavoratori e imprese è la chiave di volta per diffondere la cultura della prevenzione e ridurre così gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo in occasione della Relazione annuale dell’Inail.


“Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il Governo sta portando avanti, e che ha trovato declinazione concreta nei diversi provvedimenti adottati finora”, sottolinea Meloni.

L’Ucraina dice di avere distrutto un aereo militare russo in una base negli Urali

L’Ucraina dice di avere distrutto un aereo militare russo in una base negli UraliRoma, 14 ott. (askanews) – L’Ucraina ha annunciato di aver distrutto un aereo da trasporto militare russo durante il fine settimana in una base nella regione di Orenburg, negli Urali meridionali, lontano dal confine tra i due Paesi. Quest’ultimo attacco, avvenuto sabato sera, si inserisce in un contesto di attacchi effettuati da Kiev sul territorio russo con l’obiettivo di interrompere la logistica delle forze di Mosca, che dal febbraio 2022 bombardano senza sosta l’Ucraina.


“La carcassa del nemico è bruciata: un aereo da trasporto militare Tu-134 è stato distrutto in Russia”, ha rivendicato su Telegram la Direzione principale dell’intelligence militare (GUR) del Ministero della Difesa ucraino. Secondo questa fonte, l’aereo in questione è stato colpito presso l’aeroporto militare russo di Orenburg-2, negli Urali meridionali, a circa 1.000 chilometri dal confine tra Ucraina e Russia. Il Gur ha pubblicato immagini che mostrano il velivolo in fiamme e che fanno pensare a un incendio doloso, ma non ha fornito ulteriori dettagli sulle modalità. L’aereo, un Tupolev Tu-134, “apparteneva al 117esimo Reggimento dell’Aviazione Militare da Trasporto delle Forze Armate Russe” e faceva parte di questa categoria di velivoli di progettazione sovietica “utilizzati, tra l’altro, per trasportare i dirigenti del Ministero della Difesa russo”. La Russia non ha rilasciato alcun commento immediato sull’attacco.

Morti e feriti in raid israeliani su ospedale, tendopoli e scuola a Gaza

Morti e feriti in raid israeliani su ospedale, tendopoli e scuola a GazaRoma, 14 ott. (askanews) – Almeno quattro persone sono state uccise e circa 50 sono rimaste ferite in un attacco aereo all’ospedale Khalil al-Aqsa di Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. In alcuni video dalla scena dell’attacco, si vedono diversi edifici e tende nella zona dell’ospedale in fiamme. Secondo alcuni testimoni palestinesi, si tratterebbe di tende utilizzate da sfollati.


Inoltre, un attacco israeliano a una scuola utilizzata come rifugio nella parte centrale di Gaza ha ucciso almeno 22 persone, tra cui 15 bambini, secondo alcuni funzionari della Striscia, gestita da Hamas. L’Agenzia di Difesa civile gestita da Hamas ha affermato che altre 80 persone sono rimaste ferite dall’attacco al campo di Nuseirat, avvenuto nella giornata di ieri. È di almeno dieci morti e trenta feriti il bilancio delle vittime di un attacco israeliano sul campo profughi di Jabaliya, nel nord del Striscia di Gaza: lo hanno reso noto fonti sanitarie palestinesi.

Società Italiana Medicina Interna: Nicola Montano nuovo presidente

Società Italiana Medicina Interna: Nicola Montano nuovo presidenteRoma, 14 ott. (askanews) – Il professor Nicola Montano, ordinario di Medicina Interna presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli studi di Milano, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, è da oggi e per il prossimo triennio, il nuovo presidente della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), la più antica società medica italiana, fondata nel 1887.


Il professor Montano, nel biennio 2018-2020, aveva già ricoperto la carica di presidente della European Federation of Internal Medicine (EFIM), che riunisce le società nazionali di medicina interna di 37 Paesi. Esperto di malattie cardiovascolari, ha effettuato attività di ricerca in particolare nel campo della sincope, dello scompenso cardiaco e del controllo nervoso dell’apparato cardiovascolare. Durante il discorso di nomina – informa una nota – il professor Nicola Montano ha sottolineato come l’internista svolga un ruolo chiave nel percorso del paziente ospedaliero ed ambulatoriale, non ancora riconosciuto in termini di intensità di cura e come si impegnerà nel triennio della sua presidenza, anche insieme alle altre società internistiche (FADOI), per ottenere questo riconoscimento. Oltre a ciò, ha sottolineato la rilevanza e l’importanza della formazione SIMI che in questi ultimi 20 anni ha fatto crescere l’interesse per la Società da parte di tanti giovani medici internisti in formazione e post-formazione.


La Società Italiana di Medicina Interna ha come scopo statutario l’attività formativa ECM, iniziative scientifiche, culturali, pratiche e sociali inerenti alla Medicina Interna e dà il suo supporto finanziario a ricerche scientifiche, con un’attenzione particolare ai giovani ricercatori.

Meloni: sicurezza sul lavoro è priorità governo, più controlli

Meloni: sicurezza sul lavoro è priorità governo, più controlliRoma, 14 ott. (askanews) – “La sicurezza sul lavoro è una priorità che questo Governo ha posto al centro della sua azione, a partire dal confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali. Perché la sinergia tra Istituzioni, parti sociali, lavoratori e imprese è la chiave di volta per diffondere la cultura della prevenzione e ridurre così gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo in occasione della Relazione annuale dell’Inail.


“Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il Governo sta portando avanti, e che ha trovato declinazione concreta nei diversi provvedimenti adottati finora”, sottolinea Meloni.

In Puglia continua siccità, -72% acqua. A rischio semine cereali

In Puglia continua siccità, -72% acqua. A rischio semine cerealiRoma, 14 ott. (askanews) – Continua la siccità in Puglia, con temperature ancora al di sopra della media stagionale e assenza di piogge, per cui manca il 72% di acqua negli invasi rispetto all’anno scorso. Un clima che mette a rischio le semine di cereali, legumi e ortaggi, ma anche i pascoli, mentre gli ortaggi già piantati non riescono ad entrare in produzione e i danni riguardano anche la futura raccolta degli agrumi. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche che registra solo 40,83 milioni di metri cubi di acqua nei 4 invasi pugliesi della Capitanata Occhito, Capacciotti, Osento e Capaccio, rispetto ai 148 milioni di metri cubi di acqua presenti nello stesso periodo dell’anno scorso.


Per questo, chiede l’associazione agricola, è determinante che ci sia un’accelerata sull’iter della richiesta di stato di calamità avanzata dalla Regione Puglia al ministero dell’Agricoltura per i gravi danni causati dalla siccità che hanno superato 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi. Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero. La crisi idrica, ricorda Coldiretti Puglia, ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2. E preoccupa anche la campagna di raccolta delle olive, ormai alle porte, dove si stima un crollo del 40% rispetto all’anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.