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Autore: Redazione StudioNews

Onu: Israele è responsabile di crimini contro l’umanità a Gaza

Onu: Israele è responsabile di crimini contro l’umanità a GazaRoma, 10 ott. (askanews) – Israele si è reso responsabile di crimini contro l’umanità nella Striscia di Gaza: lo ha stabilito la Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, e Israele.


“Il rapporto ha rilevato che le forze di sicurezza israeliane hanno deliberatamente ucciso, detenuto e torturato personale medico e preso di mira veicoli sanitari mentre rafforzavano l’assedio su Gaza e limitavano i permessi di lasciare il territorio per cure mediche. Queste azioni costituiscono crimini di guerra di uccisione e maltrattamento volontari e di distruzione di proprietà civili protette e crimine contro l’umanità di sterminio”, afferma il documento.Sia Israele e sia i gruppi armati palestinesi sono responsabili di torture nei confronti dei prigionieri: lo ha stabilito sempre la Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, e Israele.


“La Commissione ha anche indagato sul trattamento dei detenuti palestinesi in Israele e degli ostaggi israeliani e stranieri a Gaza dal 7 ottobre 2023, e ha concluso che Israele e i gruppi armati palestinesi sono responsabili di tortura e violenza sessuale e di genere”, si legge nel rapporto diffuso dalla Commissione.Il ministro israeliano della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir ha ordinato personalmente di torturare i prigionieri palestinesi: “Il rapporto ha rilevato che il maltrattamento istituzionalizzato dei detenuti palestinesi, una caratteristica di lunga data dell’occupazione, ha avuto luogo sotto ordini diretti del ministro israeliano responsabile del sistema carcerario, Itamar Ben-Gvir, ed è stato alimentato da dichiarazioni del governo israeliano che incitavano alla violenza e alla rappresaglia”.


 

Esercitazione Campi Flegrei, domani alle 17 sms test in Campania

Esercitazione Campi Flegrei, domani alle 17 sms test in CampaniaMilano, 10 ott. (askanews) – Domani in Campania, nell’ambito dell’esercitazione nazionale “Exe Flegrei 2024” che coinvolge tutto il Sistema nazionale della Protezione Civile, in Campania verrà simulato uno stato di rischio di eruzione imminente, con l’innalzamento del livello di allerta a rosso e l’attivazione della fase operativa di allarme, attraverso l’invio alle 17 su tutti i cellulari presenti nel territorio della Campania di un messaggio test IT-alert.


“TEST TEST Esercitazione Campi Flegrei 2024. Questo è un messaggio di TEST IT-alert. È in corso la SIMULAZIONE di una possibile attività vulcanica ai Campi Flegrei. Per conoscere il messaggio che riceverai in caso di reale pericolo e per compilare il questionario vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST” si leggerà nel messaggio, tradotto anche in lingua inglese. Il messaggio, a causa del fenomeno noto come overshooting, potrà essere ricevuto anche dai telefoni cellulari che si trovano nelle regioni confinanti o limitrofe alla Campania.


In un situazione reale, IT-alert segnalerebbe l’inizio delle attività previste dal Piano di allontanamento della popolazione, che sarà testato a partire dalle ore 9:00 del 12 ottobre. Il sistema IT-alert è operativo dal 13 febbraio 2024 per lo scenario di attività vulcanica ai Campi Flegrei, ma grazie ai test e ai feedback raccolti sarà possibile verificare il processo di trasmissione dei messaggi, il comportamento delle celle telefoniche e la relativa copertura per rendere il sistema sempre più efficace.

Coldiretti: da stop cibo spazzatura risparmio da 12 mld annui

Coldiretti: da stop cibo spazzatura risparmio da 12 mld annuiRoma, 10 ott. (askanews) – Lo stop al cibo spazzatura, principale causa dell’obesità tra la popolazione, porterebbe a un risparmio di 12 miliardi all’anno per la spesa sanitaria, con effetti positivi sui conti del Sistema Paese e sulla salute degli italiani. Ad affermarlo è la Coldiretti sulla base di uno studio della Fondazione Aletheia, in occasione della giornata nazionale Obesity Day 2024 che si celebra il 10 ottobre e precede di un giorno il World Obesity Day dell’11 ottobre.


Nell’ottica di promuovere i prodotti base della Dieta mediterranea, che sono diventati un modello di consumo in tutto il mondo, Coldiretti promuove il progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. Ma c’è anche Fondazione Campagna Amica che, oltre alla presenza nelle scuole, ha promosso negli anni un progetto in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, finalizzato all’educazione alimentare dei più piccoli grazie al coinvolgimento dei pediatri che, insieme ai produttori agricoli, spiegano ai bambini l’importanza di una merenda e un’alimentazione sana con un’attenzione ad alcuni temi importanti fin dalla crescita come la stagionalità dei prodotti, il Km0 e i corretti stili di vita.

Ismea: export agrolimentare verso quota 70 miliardi a fine 2024

Ismea: export agrolimentare verso quota 70 miliardi a fine 2024Roma, 10 ott. (askanews) – Export agroalimentare italiano verso quota 70 miliardi a fine 2024, visto che il bilancio dei primi sei mesi dell’anno chiude con una crescita del 7,1%. La bilancia commerciale del settore torna a essere in attivo di oltre 430 milioni di euro e si registrano 34 miliardi di euro di vendite all’estero realizzate dai vini e dagli alimenti tricolore. L’export verso gli Stati Uniti cresce del 17% e quello verso il Giappone del 50%. I principali mercati si confermano Germania, Francia e Stati Uniti. E’ quanto emerge dall’ultimo report Ismea sugli scambi con l’estero appena pubblicato: si fa quindi sempre più concreta la prospettiva di raggiungere quota 70 miliardi di euro di export entro la fine del 2024.


Il settore mostra infatti una crescita significativa, in contrasto con il calo complessivo delle esportazioni nazionali di beni e servizi (-1,1%), sottolinea Ismea. Un risultato a cui hanno contribuito sia l’industria alimentare, con un incremento dei flussi in valore del 7,7%, sia la componente agricola (+3,4%). Nello stesso periodo, le importazioni sono cresciute a un ritmo inferiore (+1,4% rispetto al primo semestre 2023), complice il ridimensionamento dei prezzi delle commodity agricole dopo la fiammata del 2022, determinando un netto miglioramento del saldo commerciale italiano, che torna positivo e pari a 433 milioni di euro.


Osservando le dinamiche dei mercati di sbocco, le esportazioni italiane sono aumentate in maniera generalizzata verso la maggior parte delle destinazioni. Spicca la crescita a doppia cifra negli Stati Uniti (+17%), dove l’aumento è stato trainato dai prodotti di punta del made in Italy come vini, spumanti, olio EVO e pasta e in Giappone, dove l’incremento in valore dell’export è stato di quasi il 50%, dopo la battuta d’arresto osservata nel 2023. Ottime anche le performance in Romania (+11%) e Australia (+18%). Guardando alla top 10 dei principali mercati, Germania, Francia e Stati Uniti si confermano ai primi tre posti, seguiti da Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio, Polonia e Austria. A livello merceologico, tornano a crescere le esportazioni di vini in bottiglia (+2%), che confermano il primato tra i prodotti più esportati, con un peso del 7,6% sul totale e un valore di 2,6 miliardi di euro. Positiva anche la dinamica degli spumanti, che raggiungono quasi 1,1 miliardi di euro (+7%).


Tra i comparti in crescita, spiccano i derivati dei cereali, con un aumento dell’8% in valore, guidato dai prodotti di panetteria e pasticceria, più che dalla pasta. In aumento anche il fatturato estero dei formaggi stagionati (+7,5%), dei formaggi freschi (+6%) e, in maniera più marcata, dell’olio di oliva (+64%). Spostando l’analisi sul lato passivo della bilancia commerciale, le importazioni, composte perlopiù da materie prime non trasformate e prodotti semilavorati, hanno invece mostrato un calo per i principali cereali, soia, farina di soia e olio di palma. Al contrario, sono aumentate in modo consistente le importazioni dei primi due prodotti importati: caffè non torrefatto (+12% in valore) e olio di oliva (+33%).

Energia, accordo Bei-IntesaSp per 8 mld investimenti sull’eolico

Energia, accordo Bei-IntesaSp per 8 mld investimenti sull’eolicoRoma, 10 ott. (askanews) – La Banca europea per gli investimenti (Bei) e Banca Intesa Sanpaolo hanno raggiunto un accordo su una nuova iniziativa che potenzialmente sbloccherà investimenti nel settore eolico europeo per un importo fino a 8 miliardi di euro. Secondo quanto riporta un comunicato, l’accordo è parte del pacchetto della Bei per l’energia eolica da 5 miliardi, il piano di investimenti che la Banca europea aveva annunciato in occasione della COP28 di Dubai e attivato a luglio, ed è il primo nell’ambito del pacchetto a beneficiare del sostegno di InvestEU.


Fa seguito a un’iniziativa analoga tra la Bei e il gruppo tedesco Deutsche Bank AG. Il programma della Bei per l’eolico sostiene la produzione di 32 GW dei 117 GW di capacità eolica di cui l’Unione europea necessita per conseguire entro il 2030 l’obiettivo di generare almeno il 45% dell’energia da fonti rinnovabili. Si tratta di un tassello chiave del pacchetto europeo per l’energia eolica, prosegue il comunicato, in particolare del suo piano d’azione, presentato dalla Commissione europea nell’ottobre 2023. In concreto la BEI fornirà a Intesa Sanpaolo una controgaranzia di 500 milioni di euro. Il gruppo bancario italiano potrà così costituire un portafoglio di garanzie bancarie per un importo fino a 1 miliardo di euro con cui sosterrà la catena di approvvigionamento e l’interconnessione alla rete elettrica per progetti di nuovi parchi eolici in tutta l’Ue. Secondo le previsioni l’effetto leva della controgaranzia della Bei porterà alla mobilitazione di ulteriori finanziamenti da parte di altri investitori per sostenere l’aumento della produzione e accelerare lo sviluppo dell’energia eolica, contribuendo a stimolare investimenti nell’economia reale per un importo stimato a 8 miliardi.


“L’energia eolica è fondamentale per l’indipendenza energetica europea”, ha dichiarato Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Bei. “I produttori si scontrano con problematiche quali i costi elevati, l’incertezza della domanda, la lentezza delle procedure di autorizzazione, le strozzature della catena di approvvigionamento e la forte concorrenza internazionale. L’accordo mostra come gli strumenti di condivisione del rischio della BEI contribuiscono a superare queste difficoltà e a finanziare progetti chiave per la transizione verde e la decarbonizzazione dell’economia europea, migliorando nel contempo la competitività industriale”. Secondo Mauro Micillo , responsabile della divisione Imi Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo “la transizione energetica richiede ingenti investimenti e una collaborazione virtuosa tra il settore pubblico e quello privato. In questo contesto, lo sviluppo delle rinnovabili è uno degli obiettivi fondamentali delle strategie nazionali ed europee. Grazie ai numerosi anni di collaborazione con la Bei, la divisione IMI CIB ha elaborato uno strumento innovativo volto a sostenere i grandi gruppi internazionali attivi nel settore delle infrastrutture di interconnessione alle reti elettriche, consentendo l’avvio di lavori strategici a livello europeo. Le operazioni concluse di recente confermano il nostro sostegno all’intera catena di approvvigionamento dell’energia eolica e agli obiettivi ESG, in collaborazione con i nostri clienti e le istituzioni europee. Il gruppo Intesa Sanpaolo ribadisce dunque il suo duplice ruolo di promotore dell’innovazione e di sostenitore delle società più attive e produttive ai fini di uno sviluppo economico sostenibile”.


E per Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia l’accordo “segna un altro passo importante negli sforzi dell’Europa per sostenere il settore manifatturiero dell’eolico. In un contesto di incertezza globale, il programma InvestEU mobilita investimenti fondamentali là dove sono più necessari. Con questa iniezione di investimenti per 8 miliardi nell’economia reale, ribadiamo il nostro impegno a conseguire la neutralità climatica e l’indipendenza energetica, contribuendo nel contempo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”.

Stress, carico di lavoro e poca energia: professionisti a rischio

Stress, carico di lavoro e poca energia: professionisti a rischioMilano, 10 ott. (askanews) – Le buone relazioni tra i colleghi, il sentirsi stimati e riconosciuti, la percezione che in azienda i trattamenti siano equi: queste variabili aiutano a sopportare la fatica dei ritmi di lavoro odierni nelle imprese italiane. In un contesto in cui il workload è pressante e il rischio di esaurire le energie è dietro l’angolo, per i professionisti e le professioniste diventa importante, nel ruolo di fattore protettivo, il clima che si respira al lavoro.


È quanto emerge dalla ricerca “Le dimensioni psicosociali del benessere mentale”, realizzata da Stimulus Italia, società di consulenza esperta di sviluppo organizzativo, specializzata nel benessere psicologico nei luoghi di lavoro, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo. La ricerca vede la manifestazione di interesse del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi. Si tratta del primo studio su larga scala che applica, in Italia, il modello Job Demands-Resources, uno strumento consolidato nella psicologia del lavoro, che mette in relazione le richieste (Demands) e le risorse (Resources) presenti nelle organizzazioni, individuando potenziali fattori protettivi e di rischio per il benessere psicologico. Le interviste sono state realizzate in 59 imprese, per un totale di 8572 risposte: è il campione più alto, rispetto agli studi di argomenti analoghi, per numero di interviste sul territorio nazionale. Tra coloro che hanno risposto, vi sono manager per il 21,9% e professionisti in altre funzioni per il 78,1% tra questi, il 9,25% è in amministrazione, finanza e controllo; il 20,98% nel commerciale/vendite; il 5% in gestione del personale e organizzazione; il 3% in marketing e comunicazione; il 5,53% in consulenza; il 5,69 in ricerca e sviluppo; il 4,78 in sistemi informatici; il 5,96% in assistenza ai clienti; il 7,01 in manutenzione e supporto tecnico; il 10,11% in produzione; il 4,32 in logistica; il 18,36% in altre posizioni lavorative. Per quanto riguarda l’età degli intervistati, l’8,12% ha meno di 30 anni: il 23,45% è tra i 30 e 40; il 32,96% si colloca nella fascia 41-50; il 30,6% tra i 51 e i 60 anni; il 4,84% ha più di 60 anni.


Ha dichiarato Pietro Bussotti, staff di Presidenza CNOP per la Psicologia del Lavoro, Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi: “Conoscere dati specifici sul benessere dei lavoratori, emersi da questa grande ricerca, offre un contributo significativo al miglioramento delle condizioni lavorative. Queste informazioni permettono infatti alle aziende di identificare aree critiche e intervenire in modo mirato per promuovere un ambiente di lavoro più sano e produttivo. Inoltre, migliorando il benessere dei dipendenti, le organizzazioni possono ridurre conseguenze sistemiche quali, ad esempio, l’assenteismo ed il tasso di errori e parallelamente aumentare la soddisfazione lavorativa”. Nella ricerca, continua Bussotti, si trova piena conferma “di una serie di elementi che la psicologia del lavoro professa da quando è nata e cioè da oltre un secolo: le risorse lavorative e personali (es. autonomia, comunicazione, autoefficacia, ecc.) riducono la possibilità di sviluppare conseguenze lavorative e personali negative (es. esaurimento psicofisico, quiet quitting, disturbi muscoloscheletrici), mentre alcuni stressor (es. conflitto e/o difficoltà di conciliazione lavoro-famiglia), si correlano invece con l’aggravarsi di queste situazioni. Il mio stupore è piuttosto dato da una riflessione e cioè, che ancora oggi, ci siano resistenze ad accettare e mettere in pratica quello che ormai è un dato ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica e delle evidenze empiriche. Conosciamo le leve per benessere e produttività, conosciamo gli ostacoli e le conseguenze negative. Le prove ci sono. Ora i tempi sono maturi per il fare”.

Coming Out Day, dopo Murgia una nuova opera di Laika per Arcigay Roma

Coming Out Day, dopo Murgia una nuova opera di Laika per Arcigay RomaRoma, 10 ott. (askanews) – Continua la collaborazione fra la Street artist Laika e l’associazione Arcigay Roma, in continuità con il murale che a luglio ha scatenato l’ira dei Provita “Ricordatemi come vi pare”, dedicato a Michela Murgia e apparso sulla sede del Municipio V di Roma Capitale. In occasione del Coming Out Day che si celebra questo venerdì come ogni 11 ottobre, Arcigay Roma e Laika inaugureranno nel quartiere San Paolo la nuova opera “Out of the closet”, realizzata grazie al sostegno del Municipio 8 e il contributo del brand Dr. Martens, che da sempre supporta iniziative a sostegno della comunità Lgbtqia+.


Anche in quest’occasione il murale colorerà una zona simbolica per la storia della comunità Lgbtqia+ e della street art romana, “volendo celebrare e promuovere l’esperienza del coming out come opportunità di liberazione individuale e collettiva, che ogni persona possa attraversare spontaneamente nel rispetto dei propri tempi e spazi, sapendo di poter contare su un’intera comunità”, ha dichiarato il curatore Pietro Turano. L’inaugurazione si terrà venerdì 11 Ottobre alle 18 presso il Mercato Corinto in Via Efeso 19.


Sara presente l’artista dall’identità anonima Laika insieme ad Arcigay Roma, il presidente del Municipio 8 Amedeo Ciaccheri e altre istituzioni.

Marina, Amm. Credendino: “Ecco perché è importante l’underwater”

Marina, Amm. Credendino: “Ecco perché è importante l’underwater”Venezia, 10 ott. (askanews) – Il ruolo strategico della Marina Militare per esplorare un mondo sconosciuto all’80 per cento. Ovvero l’underwater, la dimensione subacquea. A tracciare le conclusioni di una tre giorni del Transregional Seapower Symposium, che si è chiuso oggi all’Arsenale di Venezia, sede dell’Istituto di Studi Militari Marittimi, è l’Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina Militare, in questa intervista ad askanews.


“Sono 67 le Marine che hanno partecipato, provenienti da tutto il mondo, con oltre 50 Capi di Stato Maggiore. In un momento internazionale molto complicato – sottolinea – c’era dunque la volontà di partecipare a un Simposio il cui argomento era il mondo subacqueo, un mondo nuovo, il futuro dell’umanità. Un mondo ancora inesplorato per l’80%, ma da cui dipende il nostro futuro. Un mondo in cui bisogna cominciare a investire in modo rilevante, dove l’Italia secondo me è molto avanti, perché ha attivato il Polo nazionale della dimensione subacquea, che ha proprio lo scopo di mettere insieme tutto il cluster marittimo, la difesa, l’industria della difesa, i grandi gruppi industriali che si occupano del mondo subacqueo , le Università, tutti insieme per affrontare il mondo subacqueo e sviluppare nuove tecnologie e capire come gestirlo in maniera sostenibile”. Il Simposio di Venezia, considerato il principale forum del Mediterraneo Allargato, ha coinvolto i vertici delle Marine, delle Organizzazioni e delle Agenzie che hanno un ruolo chiave nella dimensione marittima. Oltre al confronto, sul tavolo del dibattito anche le sfide, soprattutto normative, in materia.


“La Marina è l’unica ad avere competenza ed esperienza – prosegue l’Ammiraglio di Squadra – per avere una underwater situation awareness, cioè capire chi va dove e perché. Questa è la cosa importante, per poter intervenire per questioni di sicurezza o per riparare eventuali gasdotti o cavidotti e per gestire il mondo subacqueo. A tal proposito il governo ha in corso un decreto legislativo che servirà a regolamentare questo mondo, così come sta creando il dipartimento delle politiche del mare per regolamentare questo mondo”. (Serena Sartini)

Pnrr, rapporto da Commissione Ue su attuazione in tutti i paesi

Pnrr, rapporto da Commissione Ue su attuazione in tutti i paesiBruxelles, 10 ott. (askanews) – La Commissione europea ha pubblicato, oggi a Bruxelles, la sua la terza relazione annuale sull’attuazione del Fondo Rrf (“Recovery and Resilience Facility”), che con 648 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti è il principale strumento per il finanziamento dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) del programma post pandemico di rilancio dell’economia nell’Ue “NextGenerationEU”.  


Secondo la Commissione, dopo un rallentamento subìto nel 2023 a causa delle modifiche che tutti i paesi Ue hanno apportato ai loro Pnrr con la revisione introdotta dalla nuova iniziativa “RePowerEU”, a seguito della crisi energetica e delle fiammate inflazionistiche causate dall’invasione russa dell’Ucraina, l’attuazione delle misure finanziate dal Fondo Rrf ora “sta accelerando, promuovendo riforme e continui progressi negli investimenti negli Stati membri”. Secondo la relazione, “la Commissione sta supportando gli Stati membri nell’attuazione completa e tempestiva dei loro piani attraverso processi più snelli e ha ulteriormente migliorato sia la trasparenza che i meccanismi per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue”, spiega una nota dell’Esecutivo comunitario.


Il Fondo Rrf, ricorda la nota, “è un motore fondamentale per investimenti e riforme ambiziosi negli Stati membri, in iniziative che promuovono la transizione verde e digitale e rafforzano la resilienza e la competitività dell’Ue. Fin dalla sua istituzione, il Fondo ha generato oltre 82 miliardi di euro di investimenti a sostegno diretto delle imprese. Sono state realizzate oltre 900 riforme per ridurre gli oneri burocratici, e in particolare per accelerare i processi per ottenere permessi e licenze da parte delle aziende, aiutando l’industria dell’Ue a diventare più competitiva”. Con il supporto del Fondo Rrf, rileva la Commissione, “sono stati risparmiati 34 milioni di megawattora di consumo energetico, oltre 11,8 milioni di persone hanno potuto partecipare a programmi di istruzione e formazione, e 9,8 milioni di persone hanno beneficiato di misure di protezione contro i disastri naturali connessi al cambiamento climatico”. Inoltre, “si prevede che oltre 300 miliardi di euro di nuovi finanziamenti del Fondo Rrf saranno erogati entro la fine del 2024”.


La Commissione sottolinea l’accelerazione in corso nell’attuazione dei piani finanziati dal Fondo Rrf, dopo “i ritardi nel 2023 in gran parte legati all’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, all’elevata inflazione, ai problemi emersi nelle catene di approvvigionamento e alla necessità di adottare i capitoli ‘RePowerEU’” nei Pnrr degli Stati membri. Ad oggi, il Consiglio Ue ha approvato 26 nuovi capitoli “RePowerEU”, che forniscono fondi aggiuntivi per attuare riforme e investimenti mirati a diversificare le forniture energetiche dell’Ue, accelerare la transizione verde e sostenere le famiglie vulnerabili. Finora, la Commissione ha ricevuto 69 richieste di pagamento da 25 Stati membri e ha erogato 265,4 miliardi di euro, ovvero il 41% dei finanziamenti Rrf disponibili. Di questi fondi già erogati, 170,8 miliardi sono sovvenzioni (il 50% circa del totale disponibile pari a 357 miliardi) e 94,6 miliardi sono prestiti (su un totale disponibile di 291 miliardi). Entro la fine dell’anno, si prevede che saranno erogati oltre 300 miliardi di euro di fondi.


La Commissione, infine, sottolinea di aver “continuato a raccogliere con successo fondi sui mercati dei capitali per finanziare lo strumento Rrf”, e ricorda di aver emesso finora in particolare “60,2 miliardi di euro in obbligazioni verdi NextGenerationEU”. Il Fondo Rrf ha una durata limitata nel tempo: “Tutti gli sforzi – avverte la Commissione – dovranno rimanere concentrati sulla piena e tempestiva attuazione dei piani nazionali entro il 2026”. In questo contesto, la Commissione ricorda di “aver ha adottato ulteriori misure nel 2024 per supportare gli Stati membri nell’attuazione”. Lo scorso luglio, l’Esecutivo comunitario ha introdotto “processi più semplici, con linee guida aggiornate per gli Stati membri, con un’attenzione particolare alle modalità di revisione dei piani, che rimarranno pertinenti per affrontare i colli di bottiglia nell’attuazione. Sono stati inoltre semplificati i requisiti di rendicontazione per gli Stati membri”. La Commissione ha poi chiarito ulteriormente “i modi per combinare il Fondo Rrf con altri fondi Ue e migliorare le sinergie”. La relazione adottata oggi include un’analisi approfondita dei dati degli Stati membri sui 100 maggiori destinatari finali dei finanziamenti nell’ambito del Fondo Rrf. Negli allegati alla relazione, tra l’altro, la Commissione fornisce ulteriori chiarimenti su due concetti chiave del regolamento Rrf, che sono stati al centro di controversie con la Corte dei Conti europea (Eca): il primo punto riguarda le modalità con cui la Commissione determina quando una riforma o un investimento ha avuto inizio, per decidere se è ammissibile o no nell’ambito del Fondo Rrf (“clausola di retroattività”; il secondo punto concerne la corretta definizione di “spesa ricorrente” nel bilancio di uno Stato membro, essenziale per determinare se un investimento debba essere escluso dai finanziamenti Rrf.   Nel primo caso, la Commissione considera, ad esempio, che una misura per la quale i lavori sono cominciati nel 2020 era ammissibile anche se i contratti erano stati conclusi nel 2019. Nel secondo caso, la Commissione considera che la regola generale che vieta di sostituire con il Fondo Rrf il finanziamento di misure previste nella spesa corrente di un paese, si applica in particolare ai salari pagati dallo Stato o ad altre spese costanti, ma non, ad esempio, a una misura anti-corruzione, anche quando una iniziativa simile era già stata presa in passato.       Altri chiarimenti riportati negli allegati della relazione riguardano il concetto di doppio finanziamento nel contesto del Fondo Rrf e la nozione di destinatari finali dei finanziamenti. La Commissione, infine, sostiene di stare “rafforzando costantemente il suo quadro di audit e controllo, tenendo conto anche delle raccomandazioni del Parlamento europeo, del Consiglio e della Corte dei conti europea”, e precisa di  effettuato 17 audit ex-post nel periodo settembre 2023-agosto 2024 sul soddisfacente adempimento di traguardo parziali e obiettivi finali (“milestones” e “targets”). Sono stati inoltre effettuati quattro “audit di sistema” degli apparati di controllo nazionali. Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, la Commissione riporta due casi di misure esemplari finanziate dal Fondo Rrf: il sostegno alla collaborazione industriale di 25 aziende nel quadro di un Ipcei (“Importanti progetti di comune interesse europeo”), con focus sulle tecnologie dell’idrogeno, la microelettronica, i servizi cloud di prossima generazione, che contribuiscono alla competitività e sostenibilità dell’Ue; e il miglioramento dei servizi e infrastrutture su 172 chilometri di linee ferroviarie nel Meridione. 

Il 12-13 ottobre la sagra del riso di Simaxis in Sardegna

Il 12-13 ottobre la sagra del riso di Simaxis in SardegnaRoma, 10 ott. (askanews) – Il riso sardo del territorio di Oristano sarà protagonista nel weekend a Simaxis per la 30esima edizione della Sagra del riso. Un appuntamento che sarà aperto da un momento di confronto sul settore, organizzato da Coldiretti Oristano in collaborazione con la Pro Loco e il Comune di Simaxis che si terrà sabato 12 ottobre, dal titolo “Il riso Oristanese: eccellenza nel panorama nazionale e internazionale”.


“Se si considera che l’Oristanese è il territorio dove si concentra la quasi totalità della risicoltura sarda, su una estensione regionale di 3.783 ettari, ben 3.398 sono tutti nei terreni della provincia (dati ISTAT – anno 2023) – dicono il presidente e direttore di Coldiretti Oristano, Paolo Corrias ed Emanuele Spanò – ci si rende subito conto di quanto sia importante questa coltura per il nostro territorio. Un settore che presenta grandi opportunità per i produttori risicoli ma anche qualche criticità quali i notevoli costi di trasporto e i danni annosi da fauna selvatica”. L’appuntamento di sabato sarà occasione per parlarne ed evidenziare l’esigenza di tutelare le imprese risicole che vedono sottratta parte della loro redditività da diversi fattori esogeni su cui si può intervenire.