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Autore: Redazione StudioNews

Giffoni, dopo sit-in lettera aperta di Gubitosi: ora devo licenziare?

Giffoni, dopo sit-in lettera aperta di Gubitosi: ora devo licenziare?Roma, 2 ago. (askanews) – “Sono ritornato a Giffoni dopo la mia protesta silenziosa e rispettosa al ministero della Cultura: due giorni durante i quali ho sentito la vicinanza di centinaia di migliaia di italiani, di giffoner, di uomini e donne, di rappresentanti dei partiti politici, di giornalisti e di tanta gente comune. Da qualche giorno, cerco di chiarire le motivazioni che mi hanno spinto a chiedere al ministro Sangiuliano dialogo e attenzione, purtroppo a volte si mischiano le acque e si tende a riportare su altre strade un argomento per noi vitale. Cerco di ribadirlo un’altra volta”: inizia così la lettera aperta del fondatore di Giffoni, Claudio Gubitosi, che il 31 luglio e 1 agosto ha intrapreso un sit-in davanti al ministero della Cultura a Roma per chiedere che siano ripristinati i fondi tagliati allo storico festival cinematografico per bambini e ragazzi in provincia di Salerno.


“Negli ultimi cinque anni, Giffoni ha ricevuto dal ministero della Cultura un finanziamento annuo di 950mila euro, dopo di noi vengono sostenuti altri soggetti che non hanno mai superato i 250mila euro. Ci sarà o no un motivo?”, scrive Gubitosi. “Sono proprio queste ragioni che non si vogliono comprendere, perché il progetto Giffoni non ha nulla a che vedere con tutti gli altri festival. Il ministro ha la facoltà di fare le scelte che vuole ma nei tempi dovuti, tra gennaio e febbraio, non far pubblicare quel bando che pone un tetto massimo di 400mila euro a due settimane dall’inizio di Giffoni”, ha precisato.


“Noi abbiamo già impegnato e speso tutte le risorse. Per il prossimo anno ci regoleremo di conseguenza. Certo è strano che l’esempio virtuoso di Giffoni debba essere tagliato per allinearsi. Sarebbe utile adesso fare un serio ragionamento su come e in che modo si promuove il cinema. Ma ci sarà tempo. Sono due anni che cerco di incontrare il ministro, non ci sono mai riuscito e certo non mi stupisce che lui non mi abbia voluto incontrare in questi due giorni romani. Mi sembra molto imbarazzante che io debba spiegare che cos’è veramente Giffoni e come e in che modo esercita la sua funzione nella vita di milioni di ragazze e di ragazzi, nel contesto culturale italiano e internazionale”. “Si è conclusa da qualche giorno la 54esima edizione, benché tormentata dalle varie criticità è stata certamente una delle più potenti in assoluto”, ha ricordato. “Chi c’è stato non smette di elogiare e raccontare i momenti trascorsi tra migliaia di ragazzi. E all’indomani dalla fine dell’evento sono stato costretto a prendere la decisione della protesta, da solo ma consapevole di rappresentare milioni di italiani, che amano e sostengono questa grande e unica idea. Mi confortano le decine di migliaia di post, commenti, reazioni che ho ricevuto. In pieno agosto. Ho avuto modo di ascoltare i loro messaggi, struggenti, potenti, come ad esempio quelli di alcuni genitori che scrivono frasi come: ‘Giffoni è un esempio per tutti. Se si potesse monetizzare la capacità di tenere 5000 ragazzi senza smartphone, per dieci giorni, avremmo assicurato il finanziamento a vita’”.


“E ancora, le parole di un noto giornalista: ‘Il Giffoni Film Festival è cresciuto perché gli è stata dedicata la cura che si deve ai luoghi cari dell’infanzia. E i ragazzi, in cambio, lo riempiono di magia. Ai ‘grandi’ spetta il compito di preservare il festival così com’è; libero e figlio dei tempi. Un patto semplice, che nonostante l’alternanza dei colori politici, le diverse visioni e le stagioni turbolente della nostra Repubblica, ha tenuto per oltre 50 anni. E così i giovani giurati di un tempo sono diventati attori, sceneggiatori, agenti, registi, giornalisti ma soprattutto Adulti migliori. E anche se lo elogiano (e lo imitano) in mezzo mondo, Oggi, dopo 54 edizioni il Festival è a rischio. E non perché i ragazzi lo abbiano abbandonato, anzi, anche quest’anno ha registrato un’affluenza record. Giffoni è a rischio perché i ‘grandi’ della politica di oggi, hanno deciso di non difenderlo più’. Oltre alle migliaia di voci dei giffoner: ‘Se non dovesse andare bene saremo con te Direttore, in prima linea a protestare perché Giffoni è un bene comune che non può e non deve finire’”. Gubitosi, infine, ringrazia quanti hanno voluto sostenere il festival, tra cui: “Il presidente Giuseppe Conte, i deputati Anna Laura Orrico e Gaetano Amato, l’onorevole Elisabetta Piccolotti, la senatrice Anna Bilotti e tutti quelli che hanno deciso di supportarci in queste ore, come i tantissimi altri rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, compresi quelli dell’area di centro destra”.


“Mille volte ho detto che non ce l’ho con questo Governo e con i partiti che lo sorreggono – sottolinea Gubitosi – Sono amico di tanti ministri e godo del privilegio della loro attenzione, ma il ministro Sangiuliano ha voluto colpire Giffoni solo perché, nel momento in cui si paventava l’ipotesi di non avere i fondi per il 2024, ho preso una posizione netta e chiara con la mia Regione e con il suo presidente Vincenzo De Luca. Alla fine una prima importante parte del finanziamento regionale ci è stata assegnata, ma Sangiuliano non solo ci ha tagliato i fondi, dimenticandosi che se oggi è successo quello di cui stiamo parlando è perché la regione Campania ci ha sostenuto. Lui no. Questi sono i fatti”. “Devo stare zitto? Aspettare? Licenziare centinaia di persone? Chiudere un’azienda leader nel mondo? Distruggere l’economia di un territorio così faticosamente sviluppatasi in oltre mezzo secolo? Come lo spiego ai ragazzi? Forse avrebbe preferito far fare anche una brutta figura all’Italia nel mondo e noi ci siamo tutti sacrificati perché ciò non avvenisse. È tempo quindi di ripensare al posizionamento di Giffoni nell’ambito dei fondi statali, per assicurare ancora di più stabilità, continuità, crescita e ulteriore sviluppo. Più volte ho detto che con la cultura non si fanno battaglie e questo è il momento in cui le parti in causa sono chiamate a ragionare, a capire e a trovare intese. Quello che sto chiedendo al ministro Sangiuliano da due anni”, denuncia. “Ho una vasta esperienza e ho visto quanta cattiveria è venuta fuori. La mia vita l’ho dedicata al mio paese, sollecitando una trasformazione strutturale imponente. Qui a Giffoni non c’era niente e ho lottato per avere la Cittadella del Cinema, poi la Multimedia Valley e tante importanti strutture capaci di contenere l’evoluzione culturale e progettuale. Non c’è esempio di festival al mondo che possa presentarsi con dati, analisi, economie, occupazione, attività in Italia e all’estero. E lo dico con la fierezza di chi sa di essere l’unico direttore e fondatore al mondo ancora in carica dopo 54 anni. Non può essere una colpa essere bravi, né tantomeno che ho iniziato a soli 18 anni. Il mio compito oggi è ancora più forte: stabilizzare l’istituzione per i prossimi anni. Sono consapevole che tutto questo è nel cuore degli italiani e di tante generazioni che ho cresciuto come un padre. Chi non è stato a Giffoni non ha il diritto di parlare e questa dovrebbe essere una regola per tutti quelli che sparano a zero, senza sapere nemmeno cosa dicono. Sentire forte questa vicinanza mi spinge sempre di più ad andare avanti per il bene comune”, conclude.

Cinema, dal 17 al 24 agosto il XXIII Concorto Film Festival

Cinema, dal 17 al 24 agosto il XXIII Concorto Film FestivalRoma, 2 ago. (askanews) – Dal 17 al 24 agosto, la XXIII edizione di Concorto Film Festival, il festival internazionale del cortometraggio, riconosciuto come uno tra i più importanti e storici appuntamenti del settore a livello continentale. Saranno 45 i film nella selezione ufficiale, di cui 22 diretti da registe donne, che competeranno per l’Asino d’Oro, a fronte di 2412 candidature pervenute. Sono 28 i paesi rappresentati e 25 le anteprime nazionali, 92 i film fuori concorso, 3 concerti e 1 sonorizzazione dal vivo.


Otto giornate nel cuore della Via Emilia, nello scenario naturale del Parco Raggio di Pontenure (PC), da sempre casa della manifestazione. Concorto Film Festival vuole rappresentare uno degli scenari più ambiti di quello che è “il cinema che verrà”, un casa che ospita ogni anno produzioni e giovani film-maker provenienti da tutto il mondo, con una lunga lista di lavori legati al mondo della contemporaneità e della ricerca visiva. “Un viaggio nel mondo contemporaneo, che incrocia il passato e l’incertezza del presente, l’inquietudine dei conflitti, nello spaesamento dei rapporti umani e delle incongruenze sociali. È questo quello che Concorto cerca di intraprendere in ogni edizione: parlare di un mondo frammentato, dove l’essere umano è al centro di storie che sono vettori per affrontare diverse tematiche” ha dichiarato Simone Bardoni, co-direttore artistico del Festival: “L’obiettivo che ci poniamo è quello di essere un prisma che vuole rappresentare tutte le facce di un mondo che muta. Un tentativo che facciamo con i 45 titoli che presentiamo nella selezione di quest’anno, passando dai più svariati generi, attraverso la creatività che un oggetto come il cortometraggio può portare nel cinema, con la sua freschezza e la sua libertà d’espressione”. I film in concorso si contenderanno l’Asino d’Oro, il premio per il miglior film, che verrà assegnato da una giuria internazionale composta da personalità del mondo dell’audiovisivo e delle arti contemporanee.


Tra i film in concorso saranno presentati in anteprima italiana ben sette film provenienti dalla selezione ufficiale del Festival di Cannes: “Montsouris Park”, di Guil Sela, vincitore della Semaine de la Critique, un documentario su un’esperienza inaspettata nel Montsouris Park a Parigi; “Nuestra Sombra”, diretto da Augustina Sánchez Gavier, che racconta di quello che accade ad alcune donne e un bambino lasciati a loro stessi durante un’eclissi solare in una foresta devastata dal disboscamento; “Radikals”, del regista Arvin Belarmino, nel quale si vede cosa accade all’anello debole di uno strano gruppo di ballerini; “Ella Se Queda”, in cui la regista Marinthia Gutiérrez Velazco presenta il personaggio di Laura, che in una notte nel centro di Tijuana aspetta di incontrare il suo destino; “Bad For A Moment”, di Daniel Soares, in cui il proprietario di uno studio di architettura si trova faccia a faccia con il quartiere popolare che la sua azienda sta certificando; “Across The Waters”, diretto da Viv Li, che ci porta nella storia di una ragazza che, in una remota città mineraria in cui l’acqua scarseggia e manca il segnale radio, viene incuriosita da un camionista di passaggio; “Dancing in the corner”, di Jan Bujnowski, che parla della realtà polacca dopo la caduta del comunismo nel 1989, interrogandosi, attraverso la diffusione della televisione a colori, se il mondo sia davvero colorato. In anteprima italiana, anche quattro film provenienti dal Locarno Film Festival: “Soleil Gris”, di Camille Monnier, corto d’animazione nel quale i protagonisti si ritrovano costretti a gestire l’annuncio di un’apocalisse ecologica; “Hymn of the Plague”, del regista Ataka51, storia di una band che si ritrova inghiottita in uno studio di registrazione; “On the impossibility of a homage”, diretto da Xandra Popescu, che racconta della storia di Ion, una rockstar del balletto nella Romania comunista; “400 cassettes”, della regista Thelyia Petraki, che mostra il rapporto tra due ragazzine che si scambiano doni pensando che tutto duri per sempre, scoprendo però che alla fine non è così. Tra i film in concorso si segnala anche “La Voix Des Sirènes”, diretto da Gianluigi Toccafondo, animatore italiano di fama internazionale.


Concorto presenta anche diversi lavori fuori concorso divisi in sezioni tematiche e con numerosi focus geografici, tematici e di genere. Un focus speciale è quello riservato alla Palestina, con la presentazione di cinque produzioni realizzate da giovani cineasti palestinesi. Obiettivo del focus è quello di scorgere piccole fessure su vite quotidiane, con uno sguardo che non schiacci le singolarità a un’esperienza univocamente percepita, e che allo stesso tempo non si riduca alla narrazione binaria e svilente di vittima-carnefice. Oltre a dare voce ad esistenze vessate da decenni di guerra, apartheid e pulizia etnica, ci sembra dunque doveroso restituire anche quei momenti personali e intimi di sfaccettate esperienza umane. I corti selezionati si muovono quindi su più piani, attraversando linguaggi multiformi e fornendo ritratti di una realtà dalla complessità così inafferrabile quanto tangibile. Il focus è stato realizzato in collaborazione con Donne in Nero, una rete internazionale di donne nata in Israele nel 1988 per protestare contro l’occupazione dei territori palestinesi. In visione i film: “A’lam” di Saadi Saleh, “Bethlehem 2001” di Handal Ibrahim, “In the Waiting Room” di Taha Moatasem, “Lovesick in the West Bank” di Zagha Said, “Palestine 87” di Alkhatib Bilal. L’edizione 2024 segna il proseguimento della collaborazione tra Concorto Film Festival e Soundtracks – Musica da Film, progetto del Centro Musica del Comune di Modena che ogni anno seleziona 5 musicisti e li coinvolge nella sonorizzazione di pellicole cinematografiche. Dopo il successo dell’esibizione del 2023, con ospite Karim Qqru (The Zen Circus), sul palco principale del festival, l’ensemble guidato da Roberta Sammarelli, co-fondatrice della storica band alternative-rock dei Verdena, insieme ad altri musicisti, presenta la sonorizzazione di “The Mystic”, film statunitense del 1925 che vede la regia di Tod Browning, un’opera muta drammatica, incentrata su astuti raggiri finanziari che prevedono anche lo svolgimento di una falsa seduta spiritica.


Ad arricchire la programmazione musicale del festival anche i live di: Angelica, che presenterà il suo nuovo disco “Sconosciuti Superstar”, scritto con la partecipazione di Calcutta e Domenico Finizio (Tropea); Ibisco, autore darkwave, postpunk ed elettronico, ed Eugenio Sournia, ex voce della band new wave/indie-rock Siberia. La locandina 2024 è stata realizzata dall’illustratrice torinese Elisa Seitzinger (RAI, BBC, National Geographic, Warner Music Group, Adobe, Spotify, Apple Music, Taschen, Salone Internazionale del Libro, Premio Strega, etc.), che ha reinterpretato secondo il suo stile e la sua sensibilità l’animale simbolo del festival, l’asino che vola. Dalla visione dell’artista ne emerge un asino ieratico, con una codina che ricorda il tira-tende delle nonne, circondato da stelle pirotecniche e da una luna complice silenziosa della sua ascesa. Questo asino alato si libra in una notte d’agosto, rischiarata da Luna e stelle cadenti per esaudire i desideri di chi sogna ad occhi aperti sotto il cielo del Concorto Film festiva.

Vino, Consorzio Montecucco: i risultati della nuova indagine tra i soci

Vino, Consorzio Montecucco: i risultati della nuova indagine tra i sociMilano, 2 ago. (askanews) – A tre anni di distanza dal primo lavoro di raccolta dati che lo consacrava come esempio virtuoso di sostenibilità ambientale in Toscana, il Consorzio Tutela Vini Montecucco si è impegnato in una nuova indagine condotta presso le aziende socie per attestare, oltre a dati di produzione e certificazione, diversi altri aspetti ed elementi legati all’attività delle Cantine dell’areale, al fine di restituire una panoramica quanto più dettagliata e ampia dello status quo della Denominazione e promuoverne la crescita e lo sviluppo.


Attraverso la compilazione di un questionario, da metà giugno a metà luglio 2024 sono state raccolte le risposte di diverse aziende distribuite tra i sei comuni di Cinigiano, Castel del Piano, Seggiano, Civitella Paganico, Campagnatico e Roccalbegna e che da sole coprono una superficie vitata totale di circa 300 ettari, di cui circa 276 ha sono potenzialmente rivendicabili Montecucco Doc (tra Rosso e Vermentino), mentre sono 197,42 gli ettari potenzialmente atti alla produzione di Montecucco Docg. I risultati raccolti sono in grado di fornire un quadro generale estremamente fedele dello stato di salute e dei trend della Denominazione considerato che il campione preso in esame rappresenta rispettivamente il 76% e il 79% della produzione totale di Doc e Docg Montecucco, tra aziende socie e non, ed include le più grandi imprese dell’areale detentrici della maggior parte delle quote di produzione e imbottigliato e, quindi, di vendite e presenza nei mercati. Dai risultati emersi il focus della Denominazione resta la sostenibilità: la quota di produzione certificata bio tra le aziende campione si attesta al 95% per la Doc e al 91,5% per la Docg. Percentuali altissime che testimoniano i passi avanti fatti rispetto al sondaggio del 2021, dal quale alcune aziende risultavano ancora in conversione, nonché la volontà della Denominazione di continuare a sostenere il proprio Dna green e ad essere sinonimo di pratiche agronomiche innovative e in armonia con la natura, a tutela di un territorio integro naturalmente vocato alla coltivazione e alla tutela della biodiversità.


Un altro dato molto interessante riguarda la base ampelografica dell’areale, composta per il 61% da Sangiovese, per l’11% da Vermentino e per il restante della percentuale da vitigni internazionali (principalmente Merlot che detiene il 7%) e vitigni autoctoni da qualche anno tornati alla ribalta come il Ciliegiolo con il 5%. Non a caso la tipologia della Denominazione che al momento riscontra maggiore successo è il Montecucco Rosso (che prevede un minimo di 60% di Sangiovese accompagnato da altri vitigni a bacca rossa), mentre il Montecucco Docg ha registrato un lieve calo anche alla luce dell’avversità delle ultime tre annate e alle scelte obbligate o strategiche a cui le stesse hanno costretto a volte i produttori. Un dato che però incontra favorevolmente le nuove tendenze del mercato: grazie al breve invecchiamento, spesso anche solo in acciaio, e ai buoni livelli di acidità, il Montecucco Rosso gode infatti di una connotazione fresca e giovane che ben si sposa con le esigenze della nuova generazione di consumatori, alla ricerca di una bevuta sempre più facile e non impegnativa non solo per il palato ma anche per il portafoglio. Rilevanti anche i dati raccolti su mercato domestico ed export. Forte l’attenzione sul territorio nazionale che assorbe circa il 35% dei consumi, con il Centro e Nord Italia dove sono presenti rispettivamente il 95% e il 63% delle aziende socie e dove viene sollecitato, come emerge dall’indagine, un maggior presidio da parte del Consorzio, in particolare nelle regioni “target” Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. Per quanto riguarda le vendite all’estero, i primi quattro Paesi a trainare l’export in termini di volumi (e dove le aziende vorranno continuare ad investire in promozione) risultano Svizzera (30%), Germania (12%), Usa (8,5%) e Benelux (8%), mentre si registra un interesse sempre crescente verso il prodotto da parte di Est Europa, Centro America e Asia Orientale e Sud Orientale. Parlando di prossimo futuro, i primi tre Paesi di interesse verso cui le aziende vorrebbero incrementare le esportazioni sono Canada, Regno Unito e Giappone.


L’ospitalità è un altro tema importante per la Denominazione che l’indagine ha voluto approfondire. Qui i dati evidenziano che il 100% delle aziende è attrezzato per accogliere i visitatori. Le formule di enoturismo spaziano dalle visite in cantina e/o in vigna alle degustazioni e ai tour del territorio, e circa la metà delle aziende dispone di strutture ricettive in grado di offrire ai visitatori la possibilità di pernotto (83,3%) e/o ristorazione (75%). Un’ulteriore conferma, dunque, dell’oramai trentennale investimento della Denominazione in un enoturismo di qualità volto a promuovere l’originalità di questo volto “selvaggio” della Toscana facendo leva sulla natura autentica e sui paesaggi incontaminati dell’areale, oltre che su storia, cultura ed enogastronomia. Da rimarcare infine la proposta, emersa dal survey e già in fase di discussione all’interno del Consorzio alla luce soprattutto delle condizioni legate al cambiamento climatico, di una eventuale estensione del territorio di produzione all’intera area amministrativa dei comuni di montagna, con l’obiettivo di aumentare l’altitudine dei terreni della Denominazione.

Parigi 2024, CIO: Khelif idonea a gareggiare, no caccia a streghe

Parigi 2024, CIO: Khelif idonea a gareggiare, no caccia a stregheParigi, 2 ago. (askanews) – “Se iniziamo a basare il nostro giudizio contro questi sospetti allora dovremmo tornare al sistema basato sui test sui genitali”. Lo ha detto il portavoce del CIO Mark Adams durante il briefing quotidiano del Comitato Olimpico Internazionale a Parigi 2024 in riferimento al caso della pugile algerina Imane Khelif. “Questa donna pugile – ha aggiunto – ha gareggiato per anni contro diverse avversarie. Negli ultimi tre anni anche contro tre pugili italiane”.


Adams ha ribadito la posizione del CIO sull’idoneità delle atlete a gareggiare: “In questo caso sì, secondo il loro passaporto e i loro documenti. Sono stati fatti test in precedenza, ma non possiamo fare dei test dall’oggi al domani. Se seguissimo tutte le accuse ci troveremmo di fronte a una inutile caccia alle streghe”.

CeliachiaFacile: i consigli di per fronteggiare il caldo torrido

CeliachiaFacile: i consigli di per fronteggiare il caldo torridoRoma, 2 ago. (askanews) – Insalata di riso sì, sempre, per quella di pasta invece solo se si utilizza la pasta formulata appositamente per celiaci, per la birra c’è ormai una vasta scelta senza glutine, e per il gelato invece basta seguire qualche accorgimento per il rischio di contaminazione. A stilare il decalogo che i celiaci devono rispettare per l’estate è Michele Mendola, fondatore della community CeliachiaFacile e divulgatore delle buone abitudini sul gluten-free.


“In queste giornate di caldo intenso – spiega Mendola, – il primo consiglio è quello che vale per tutti: idratarsi molto. I celiaci potrebbero avere qualche dubbio sulle bibite gassate, ma quelle maggiormente diffuse non contengono glutine. La birra invece è vietata a causa del malto d’orzo con cui viene preparata, i soggetti intolleranti però non devono rinunciare al piacere di una birra ghiacciata. In commercio ci sono infatti moltissime versioni senza glutine che ormai hanno le stesse proprietà organolettiche della birra con il glutine, infatti il gusto viene conferito più dal luppolo e dal metodo di lavorazione che non dal malto d’orzo. Ed è possibile acquistarle anche nei normali supermercati o nei negozi specializzati per il senza glutine”. Le insalate di riso o di pasta senza glutine sono un piatto fresco e leggero. “Il riso è un cereale naturalmente senza glutine – ricorda il fondatore di CeliachiaFacile – e quindi non ha alcuna controindicazione. Lo stesso vale per il mais, che in molti aggiungono all’insalata. Nel caso della pasta, invece, occorre sceglierla in alternativa nella versione gluten free”. Mendola sottolinea però che è necessario seguire qualche accorgimento, soprattutto se si cucina per più persone e, magari, si porta il cibo in spiaggia: “Se nel gruppo ci sono sia intolleranti che non, è bene cucinare un piatto senza glutine per tutti, così chi è celiaco non corre il rischio di mangiare del cibo che per errore è stato contaminato”.


In estate, poi, non si può rinunciare alla frittura di pesce: “Il rischio in questo caso è la farina che si usa per la pastella – osserva l’esperto. – O si utilizzano quelle di riso, mais, grano saraceno, miglio e tutti quei cereali o pseudocereali che sono senza glutine. Oppure si possono facilmente trovare in commercio delle miscele di farine gluten free specifiche che ormai oltretutto si lavorano quasi con la stessa facilità di quelle normali”. Via libera per la frutta fresca, la verdura, carne, uova, pesce e latticini. Altro must dell’estate è il gelato, per il quale occorre seguire qualche accorgimento. “Nel caso di quelli confezionati – aggiunge Mendola, – basta evitare i gelati con cialde e biscotti e cercare la dicitura ‘senza glutine’. Gli altri solitamente non contengono glutine, ma se c’è qualche dubbio è buona norma leggere l’etichetta degli ingredienti. Per i gelati artigianali, invece, il consiglio migliore è di chiedere al personale, soprattutto per la contaminazione che avviene se la paletta è venuta precedentemente a contatto con coni o brioche contenti glutine, infatti anche una loro mollica causerebbe problemi ai celiaci. Ormai, però, il gelato artigianale è considerato un prodotto di eccellenza e i gelatai non solo hanno un’ottima preparazione, ma sono i primi a non usare la stessa paletta per servire gusti differenti (quelli con e senza glutine ad esempio), in modo da non alterare le proprietà organolettiche. In questo modo – conclude il fondatore di CeliachiaFacile – si scongiura, unitamente all’importante accorgimento di prendere il gelato con una paletta pulita e da una vaschetta non ancora iniziata, il rischio di contaminazioni accidentali”.

Strage di Bologna, Meloni: gravi attacchi contro di me, c’è un clima di odio

Strage di Bologna, Meloni: gravi attacchi contro di me, c’è un clima di odioMilano, 2 ago. (askanews) – “Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una dichiarazione in occasione della commemorazione della Strage di Bologna. In particolare, “sostenere che le ‘radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo’, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”. Dunque, aggiunge Meloni, “credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura”.


“La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime. Ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia. A loro va, inoltre, il ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità”. Così Meloni, in occasione del 44esimo anniversario della strage di Bologna.“Arrivare alla verità sulle stragi che hanno insanguinato l`Italia nel Dopoguerra passa anche dal lavoro che questo Governo, insieme a tutte le Amministrazioni dello Stato e nel solco dei Governi precedenti, sta portando avanti con il versamento degli atti declassificati all`Archivio centrale dello Stato”, sottolinea Meloni.


 

Strage Bologna, Meloni: per sentenze è opera di esponenti neofascisti

Strage Bologna, Meloni: per sentenze è opera di esponenti neofascistiMilano, 2 ago. (askanews) – “La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime. Ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia. A loro va, inoltre, il ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità.”. Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del 44° anniversario della strage di Bologna.


“Arrivare alla verità sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal lavoro che questo Governo, insieme a tutte le Amministrazioni dello Stato e nel solco dei Governi precedenti, sta portando avanti con il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato”, sottolinea Meloni.

Strage Bologna, Meloni: gravi attacchi contro di me, clima di odio

Strage Bologna, Meloni: gravi attacchi contro di me, clima di odioMilano, 2 ago. (askanews) – “Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una dichiarazione in occasione della commemorazione della Strage di Bologna. In particolare, “sostenere che le ‘radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo’, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”.


Dunque, aggiunge Meloni, “credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura”.

Lombardia, da Regione 4 mln per recupero a ampliamento alpeggi

Lombardia, da Regione 4 mln per recupero a ampliamento alpeggiMilano, 2 ago. (askanews) – Regione Lombardia finanzierà con 4 milioni di euro il recupero, miglioramento e ampliamento degli alpeggi di montagna, nell’ambito dell’intervento SRD09 della Pac 2023-27. Lo ha comunicato con una nota l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi. “Questo intervento – ha commentato Beduschi – rappresenta un’opportunità per valorizzare gli alpeggi, risorse preziose del nostro patrimonio culturale e ambientale. Attraverso il recupero delle strutture e degli spazi tradizionali, non solo preserviamo la nostra storia, ma creiamo anche nuove occasioni di sviluppo socioeconomico per le comunità di montagna”.


Al centro della misura, destinata a enti pubblici territoriali e soggetti di diritto pubblico, sia in forma singola che associata, oltre a proprietari o gestori di malghe, c’è il miglioramento degli alpeggi mediante la realizzazione, il recupero e l’ampliamento dei fabbricati e dei manufatti rurali. Gli investimenti ammissibili includono il recupero di edifici e complessi architettonici, nonché degli spazi aperti di pertinenza presenti nelle malghe, per fini dimostrativi, didattico-espositivi, fruitivi e sociali. Esempi di interventi ammissibili comprendono punti informativi per visitatori, aree ricreative attrezzate per attività sportive e didattiche, strutture museali ed espositive, bivacchi e strutture per il soccorso alpino e la gestione delle emergenze. Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica, tramite la compilazione della domanda informatizzata presente nel sistema Regione Lombardia (Sis.Co.), nel periodo compreso tra l’11 ottobre e il 30 dicembre 2024.


“Lo sviluppo dell’agricoltura di montagna è un tema importante – ha commentato l’assessore a Enti Locali, Montagna e Utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori – e al centro delle azioni e politiche regionali”. “Anche il mio assessorato – ha continuato – in questi anni ha promosso iniziative a favore del tessuto agricolo montano, parte integrante di una economia locale che genera indotto e permette di evitare lo spopolamento della montagna”. “Proprio a sostegno anche dell’attività di malghe e alpeggi – ha sottolineato Sertori – abbiamo recentemente approvato la graduatoria del Bando Piccoli Bacini che garantirà la realizzazione di ben 69 interventi di manutenzione straordinaria e nuova realizzazione di sistemi di raccolta e di adduzione delle acque volti alla mitigazione dei fenomeni di siccità, al recupero delle acque meteoriche nonché all’assolvimento delle funzioni di antincendio boschivo nei territori montani”.


“Il nostro impegno per il miglioramento degli alpeggi – ha concluso Beduschi – va oltre la semplice conservazione. Vogliamo trasformare questi luoghi in punti di riferimento per attività didattiche, espositive e sociali, rendendoli accessibili a tutti e promuovendo anche un turismo sostenibile che valorizzi le bellezze naturali e le tradizioni della Lombardia”.

Giornata birra, Dubost (Carlsberg): segnali ripresa, corrono le analcoliche

Giornata birra, Dubost (Carlsberg): segnali ripresa, corrono le analcolicheMilano, 2 ago. (askanews) – L’Italia da 5 anni a questa parte è stabilmente nei primi quattro posti per reputazione della birra fra i 27 Paesi europei analizzati, a riprova del fatto che la birra è ormai entrata a tutti gli effetti tra le bevande da pasto preferite dagli italiani. A certificarlo una ricerca Beer image tracker, promossa dai Brewers of Europe, realtà che riunisce le associazioni nazionali dei produttori di birra e le aziende di 28 Paesi europei per rappresentare la voce unitaria degli oltre 10.000 birrifici europei, in occasione della Giornata internazionale della birra che si celebra il 2 agosto.


Proprio in occasione dei questa giornata Olivier Dubost, managing director di Carlsberg Italia commenta alcune tendenze del comparto a partire dall’andamento dei consumi. Lo scenario economico incerto, a causa dell’inflazione del 2023 e delle sue conseguenze sul settore, ha avuto un importante impatto sul comportamento dei consumatori e sulla loro capacità di acquisto. Nonostante ciò, “è importante rilevare come il mercato della birra abbia continuato a confermare la sua vivacità e come l’interesse dei consumatori verso esperienze di consumo nuove e ricercate sia rimasto alto. A testimonianza di questo dinamismo, secondo i dati Iri, il mercato negli ultimi mesi ha mostrato segni di ripresa, con un +2,3% dei volumi, con un +3,8% nel canale horeca e +2,8% nel canale della gdo” afferma. L’uscita da anni difficili – pandemia prima, instabilità del contesto geopolitico e aumento dell’inflazione poi – ha generato infatti maggior voglia di convivialità e condivisione, da coronare con prodotti premium e più ricercati, che garantiscono esperienze di gusto “superiori” e più “sofisticate”. Il segmento delle birre premium, sottolinea Dubost, ha visto una crescente popolarità negli ultimi anni, perché i consumatori sono diventati sempre più consapevoli non solo delle varietà e degli stili disponibili (es. dalle IPA, alle Lager, alle Blanche), ma ricercano sempre più di frequente anche birre caratterizzate da ingredienti o tecniche di produzione speciali, come la presenza di luppoli aromatici, l’uso di spezie o la luppolatura a freddo. In parallelo, nel mercato si sta affermando ancora di più la predilezione dei consumatori per brand “di fiducia”, che in un contesto complesso possono garantire qualità, autenticità e rassicurazione, forti anche della provenienza locale.


Strettamente connesso a questo scenario, un altro macro-trend da evidenziare è l’attenzione al benessere – sia mentale che fisico – che ha portato molti consumatori a cercare alternative più “light” o senza alcol. “È un trend in continua crescita, più della media del mercato e ritieniamo che questa spinta non si esaurirà nel breve periodo. In particolare, il segmento delle alcol free beers è quello che ha registrato la crescita più rapida negli ultimi 4 anni: oggi vale 53 milioni di euro ed è in crescita dell’11,4%, secondo il report Iri sull’intero 2023”. Specialmente le giovani generazioni (a partire dalla Gen Z e, in generale, gli under 40) sono più aperte a sperimentare – e anche esplorare – questo territorio, che risponde bene alla loro crescente attitudine più salutista. “Anche noi, con il nostro Birrificio Angelo Poretti stiamo puntando su una referenza analcolica che sta mostrando tassi di crescita a doppia cifra, grazie ad una qualità capace di far superare ai consumatori ogni pregiudizio sulla categoria”, sottolinea. Infine, osserva Dubost “anche nel nostro settore, lo sguardo attento alla sostenibilità a tutti i livelli è sempre più diffuso: questo si traduce in pratiche produttive virtuose, che si impegnano a ridurre notevolmente i consumi di acqua e gli sprechi di energia, la ricerca di un packaging sempre più ecologico e riciclabile, oltre alla promozione di buone pratiche per il consolidamento del consumo responsabile. Non a caso, vediamo infatti crescere la sensibilità dei consumatori verso queste tematiche: sempre più spesso scelgono brand che riescano a conciliare esperienze di gusto appaganti con un background attento alla sostenibilità e all’inclusione”.