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Autore: Redazione StudioNews

Amazon Women in Innovation: annunciate 7 vincitrici borse di studio

Amazon Women in Innovation: annunciate 7 vincitrici borse di studioRoma, 23 lug. (askanews) – Per il sesto anno consecutivo Amazon ha assegnato la borsa di studio “Amazon Women in Innovation”, un progetto organizzato al fianco di sette Università italiane allo scopo di aiutare le giovani studentesse di discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) a inserirsi nel settore dell’economia digitale, dell’innovazione e della tecnologia.


Da Nord a Sud Italia – informa un comunicato dell’azienda sette le giovani meritevoli che si sono aggiudicate la vittoria: Aurelia Monni, studentessa di Ingegneria Elettronica, Informatica e delle Telecomunicazioni presso l’Università degli Studi di Cagliari; Flavia Bruselles, studentessa di Ingegneria Informatica dell’Università di Catania, l’ultimo Ateneo ad aver aderito al progetto; Giulia Donelli, studentessa di Ingegneria Matematica al Politecnico di Milano; Martina Romano, studentessa di Ingegneria Informatica, all’Università Federico II di Napoli; Nicole Insalaco della facoltà di Ingegneria Informatica per l’Università degli Studi di Palermo; Federica Zannoni per la facoltà di Ingegneria di Internet presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; e Giulia Farinasso, studentessa del corso di Ingegneria Informatica del Politecnico di Torino. Lanciato nel 2018, “Amazon Women in Innovation” mira a supportare la formazione delle nuove generazioni nel mondo del digitale. La borsa di studio ha una durata di 3 anni e consiste in un finanziamento di €6.000 all’anno unito alla possibilità, per ciascuna vincitrice, di disporre di una mentor Amazon, una manager dell’azienda in grado di aiutare le studentesse che beneficeranno del premio a sviluppare competenze utili per il lavoro futuro: dalle tecniche per creare un curriculum efficace, ai consigli per affrontare un colloquio di lavoro. Dal lancio del progetto, avvenuto nel 2018, Amazon Women In Innovation ha coinvolto finora 26 giovani meritevoli, che hanno avuto e avranno l’opportunità di arricchire il proprio percorso di studio anche grazie alla borsa di studio messa a loro disposizione dall’azienda.


Chi sono le vincitrici della sesta edizione di “Amazon Women in Innovation” Aurelia Monni condivide la passione per gli studi scientifici con Eleonora, sua sorella gemella. Assieme frequentano il primo anno di Ingegneria Elettronica, Informatica e delle Telecomunicazioni all’Università degli Studi di Cagliari. Per Aurelia, la vincita della borsa di studio è un traguardo da condividere, e lo farà con la sua complice, a casa e tra i banchi dell’università. Per il suo futuro, la studentessa si augura di lavorare in un ambiente in cui rispetto e comunicazione siano alla base di qualsiasi relazione, un principio chiave che va al di là del genere dei dipendenti. Flavia Bruselles ha 20 anni e un’attitudine alla curiosità ereditata dal padre che, ceramista a tempo pieno e programmatore per hobby, l’ha avvicinata al mondo dell’informatica. Originaria di Caltagirone, ha da poco concluso il primo anno di Ingegneria Informatica all’Università di Catania. Per il suo futuro sogna un impiego nell’ambito del machine learning e la possibilità di lavorare in team.


Giulia Donelli ha 20 anni, un piede a Milano e uno a Parma e una curiosità per le discipline STEM che la accompagna da quando è bambina. Al primo anno di Ingegneria Matematica al Politecnico di Milano, l’incontro con l’informatica è stato un salto nel vuoto; la borsa di studio, invece, una conferma delle sue potenzialità e un modo per scardinare le sue insicurezze. Martina Romano ha 19 anni e l’interesse per lo studio delle materie scientifiche è stata un’eredità paterna. Al primo anno di ingegneria informatica all’Università Federico II di Napoli, ha già le idee chiare per il suo futuro: un periodo di studio all’estero e un lavoro nella cyber security. Tra i suoi modelli suo padre e le docenti; nessun mito irraggiungibile, ma figure con cui ha un confronto quotidiano.


Al primo anno di Ingegneria Informatica all’Università degli Studi di Palermo, Nicole Insalaco, con la sua esperienza da fuorisede, rimette in discussione se stessa ogni giorno. Piedi ben saldi a terra e sano pragmatismo, non sa ancora cosa le riserverà il futuro, ma sa che i suoi studi le daranno gli strumenti per affrontarlo al meglio. Federica Zannoni ha 24 anni e frequenta Ingegneria di Internet all’Università Tor Vergata di Roma. Per lei lo studio dell’elettronica è “la voglia di andare oltre”, la stessa che la porta, da dieci anni a questa parte, a desiderare un futuro in Finlandia e una posizione come Solution Architect. Per Federica il primo incontro con la borsa di studio Amazon Women in Innovation risale al 2019, quando a vincerla è stata una sua cara amica. Ora è lei ad averla ottenuta: un traguardo che dedica a se stessa e a suo padre. Giulia Farinasso è al primo anno di Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino. Per lei, la passione per l’informatica è pari solo a quella per il viaggio e per la scoperta: dopo un anno trascorso in North Carolina, alla sua “azienda del futuro”, impiegata nel settore della cyber security, chiede la possibilità di lavorare da remoto per continuare a esplorare il mondo. Dalla Lombardia alla Sardegna, ciascuna con la propria storia e il proprio progetto futuro. A unire le sette studentesse la passione per lo studio delle materie scientifiche e il desiderio di prendere parte al cambiamento, investendo nella propria formazione per abbattere gli stereotipi di genere. L’impegno di Amazon e Amazon Web Services (AWS) per incentivare lo sviluppo delle competenze STEM Dal 2018, allo scopo di supportare e incentivare le giovani studentesse universitarie appassionate di materie scientifiche, Amazon assegna la borsa di studio “Amazon Women in Innovation”. Quest’anno, con l’aggiunta dell’Università di Catania, l’iniziativa coinvolge un totale di sette Atenei, a conferma del successo riscontrato nel corso delle precedenti edizioni. Con le premiazioni annunciate oggi, dall’anno del suo lancio il progetto ha premiato finora 26 giovani meritevoli attraverso l’erogazione di altrettante borse di studio e di un percorso di mentorship con una manager di Amazon: incontri dedicati volti a sviluppare ulteriori competenze utili per il loro futuro professionale. A febbraio 2024, l’apertura dei bandi della sesta edizione della borsa di studio si è tenuta parallelamente all’inaugurazione del corso di formazione del programma AWS re/Start, realizzato in Campania da Amazon Web Services in collaborazione con Develhope, scuola di coding che combatte il divario occupazionale italiano giovanile, attiva nel Sud Italia. Il programma, interamente gratuito, ha coinvolto 25 studentesse, che, nelle 12 settimane del corso si sono preparate per una carriera nel cloud. Al termine del programma, Develhope supporterà i diplomati fornendogli tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie a portare a termine con successo iter di selezione lavorativi nell’ambito IT. Amazon e AWS lavorano per incentivare studentesse e studenti a sviluppare competenze in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), e intraprendere una carriera nel campo tecnologico, del cloud o in altri lavori nell’ambito dell’innovazione. Per farlo, creano per loro nuove opportunità di formazione. Dai corsi di Python, linguaggio di programmazione utilizzato in molte aree, tra cui lo sviluppo web, l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico, al programma AWS Academy rivolto agli istituti di istruzione superiore, con oltre 50 scuole aderenti in tutta Italia, Amazon e AWS collaborano costantemente con le scuole di secondo grado, gli istituti di istruzione superiore, le università, le organizzazioni no profit e le amministrazioni pubbliche delle comunità in cui operano. /(nell’immagine Federica Zannoni, una delle vincitrici)

Meloni chiama Mattarella: auguri di buon compleanno, con stima e riconoscenza

Meloni chiama Mattarella: auguri di buon compleanno, con stima e riconoscenzaMilano, 23 lug. (askanews) – La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha telefonato questa mattina al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivolgendogli i più sentiti auguri di buon compleanno, a nome suo personale e dell’intero Governo. Lo riferisce una nota di palazzo Chigi.


La Presidente Meloni “ha rinnovato al Presidente Mattarella i sentimenti di stima e riconoscenza che le Istituzioni e i cittadini riconoscono al Capo dello Stato, come garante della Costituzione e simbolo dell’Unità nazionale”.

Donne ribelli che hanno fatto la storia della Biennale Danza

Donne ribelli che hanno fatto la storia della Biennale DanzaVenezia, 23 lug. (askanews) – Una mostra fotografica che ricostruisce la storia delle donne che hanno infranto le regole alla Biennale Danza: a Ca’ Giustinian, in occasione del 18esimo Festival internazionale di Danza contemporanea, è aperta l’esposizione “Iconoclasts”, curata da Wayne McGregor in collaborazione con Elisa Guzzo Vaccarino e l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.


Con un allestimento a specchio che mette ancora più in risalto il gioco di riflessioni che la danza innesca con il pubblico, la mostra attraversa un secolo di storie e di artiste eccezionali come Pina Bausch, la danzatrice a cui si deve la rinascita della danza moderna tedesca e del teatro-danza, cui è stata dedicata una importate retrospettiva dalla Biennale Teatro, oppure Martha Graham, madre della modern dance americana, e fondatrice quasi un secolo fa della Martha Graham Dance Company, ancora oggi una delle più importanti compagnie nel mondo. Le immagini sono frammenti di un discorso culturale condotto con il corpo, che da Isadora Duncan porta fino a Meredith Monk e alle donne che sono tate direttrici artistiche della Biennale Danza, nata nel 1999 e guidata da Carolyn Carlson, a cui poi sono seguite Karole Armitage nel 2004 e Marie Chouinard, danzatrice e coreografa canadese, dal 2017 al 2020. Tutte direttrici che hanno portato tantissime interpreti e autrici dell’arte coreografica.


Una sezione poi si sofferma sulle artiste premiate con i Leoni d’oro o d’argento, e qui troviamo vere e proprie leggende artistiche come Simone Forti o Germaine Acogny, ma anche danzatrici più giovani come Rocio Molina, solo per citare qualche nome.

Tennis, Sinner ha la febbre, giovedì la partenza per Parigi

Tennis, Sinner ha la febbre, giovedì la partenza per ParigiRoma, 23 lug. (askanews) – E’ slittata probabilmente a giovedì la partenza di Jannik Sinner per Parigi dove sarà impegnato nel torneo olimpico di tennis. L’altoatesino accusa qualche linea di febbre e la precauzione lo costringe ad un paio di giorni in più in Italia rinviando il viaggio. Giovedì è in programma il sorteggio (Sinner è testa di serie numero1). Sabato le prime partite. Tra l’altro, proprio oggi ha confermato la sua presenza al torneo olimpico pure l’australiano Alex De Minaur, che ha recuperato dall’infortunio.

Aspromonte, Mic: nuovi ritrovamenti lungo antiche mura romane

Aspromonte, Mic: nuovi ritrovamenti lungo antiche mura romaneRoma, 23 lug. (askanews) – Un articolato programma di ricerche condotto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Aspromonte, ha consentito la “riscoperta” di una struttura muraria che attraversa per quasi 3 chilometri i boschi del Dossone della Melia, superando ripidi dislivelli, un pianoro e, nel tratto conclusivo, anche un torrente.


Il rinvenimento di armi romane, databili con certezza all’epoca tardo-repubblicana, – rende noto il Mic – rende plausibile l’identificazione della struttura con il muro realizzato dal console Licinio Crasso nel 72 a.C. per intrappolare i ribelli guidati da Spartaco e per impedire loro l’accesso a ogni rifornimento. A detta dello storico greco Plutarco, “in poco tempo” i Romani scavarono una fortificazione “sull’istmo da mare a mare”, lunga 330 stadi e larga e profonda 15 piedi e affiancata da un muro “di mirabile altezza e solidità”. La parabola di Spartaco si concluse nel Bruzio. Sconfitto per due volte da Crasso e dopo aver tentato senza successo di attraversare lo Stretto di Messina e portare la rivolta anche in Sicilia, Spartaco e il suo esercito furono costretti a rifugiarsi tra le montagne calabresi dove vennero nuovamente sconfitti e dove il gladiatore trace trovò la morte in battaglia. Le attività di indagine compiute nel sito hanno già consentito il rinvenimento di numerosi oggetti metallici inquadrabili tra il II e il I secolo a.C., tra cui alcune lame ricurve di ferro, una punta di lancia, due esemplari di pilum, un particolare tipo di giavellotto utilizzato dall’esercito romano nei combattimenti a breve distanza. Sono stati ritrovati, inoltre, un pomolo forse pertinente a una spada e un’impugnatura d’arma da taglio. Le ricerche proseguiranno: quella che finora è una ipotesi di lavoro potrà trovare fondamento in seguito alla esecuzione di più ampie e approfondite indagini di scavo già programmate dalla Soprintendenza di concerto con gli organi centrali del Ministero.


“I ritrovamenti e le relative ricerche che le strutture centrali e quelle periferiche del Ministero della Cultura stanno portando avanti in Calabria dimostrano ancora una volta quanto ci sia da scoprire e come sia vasto il nostro patrimonio culturale. Un giacimento di arte e di sedimenti storici unico al mondo, concentrato soprattutto nel Meridione, che spazia lungo i millenni e che può rappresentare un’occasione di crescita culturale e di consapevolezza della nostra storia e identità ma anche di sviluppo economico e sociale. Con grande determinazione, il Ministero continuerà in questa azione di ricerca e di valorizzazione di quanto scoperto”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Sono pochi i casi in cui l’indagine archeologica riesce a fornire elementi tali da consentire l’immediata identificazione di quanto rinvenuto con siti o addirittura specifici monumenti citati dalle fonti antiche. Più spesso questa costituisce occasione di nuove conoscenze, consente aggiornamenti e nuove letture, spinge alla costruzione di nuove ipotesi e di diverse interpretazioni di contesti già noti. È il caso della possente struttura muraria situata in prossimità del Passo di Cancelo, all’interno del territorio del comune di Ciminà (Rc), già nota da tempo agli escursionisti che percorrono i sentieri dell’Aspromonte, di cui ora si può proporre l’identificazione con il muro di sbarramento ‘da mare a mare’, dallo Ionio al Tirreno, fatto costruire da Marco Licinio Crasso nel 72 a.C. per impedire a Spartaco di procurarsi i rifornimenti necessari per sopravvivere al rigido inverno negli altopiani calabresi sui quali i ribelli, non essendo riusciti a passare in Sicilia, dovettero acquartierarsi”, ha affermato il Direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca.


“Ciò grazie alla costante attività di ricerca e tutela degli uffici periferici del Ministro e alla luce dei risultati di una breve ma accurata indagine condotta dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, che ha consentito il rinvenimento, in particolare, di un consistente gruppo di armi tra cui una punta di lancia e due esemplari di pilum, ovvero della parte finale dei giavellotti in dotazione alle legioni di Roma databili tra entro il I sec. a.C. Si tratta di un’ipotesi che potrà trovare risposte e conferme in seguito all’ampliamento delle indagini archeologiche che la Soprintendenza potrà condurre grazie al sostegno del Ministro e delle strutture centrali del Ministero della Cultura”, ha aggiunto La Rocca.

Secondo Haaretz Biden ha “teso una trappola” a Netanyahu

Secondo Haaretz Biden ha “teso una trappola” a NetanyahuRoma, 23 lug. (askanews) – Nel giorno in cui il premier israeliano Netanyahu raggiunge Washington, il quotidiano Haaretz offre un’interessante lettura dell’incontro. Secondo Haaretz, Biden di fatto ha infilato il premier israeliano in una “trappola politica”.


Forse – scrive il quotidiano – nessuno sul Pianeta Terra è stato più disturbato dall’annuncio scioccante del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che si sarebbe dimesso dalla carica di candidato presidenziale democratico alle elezioni del 2024 di Benjamin Netanyahu. Nei giorni precedenti la visita di Netanyahu a Washington, molti osservatori avevano ipotizzato che un potenziale annuncio sul ritiro di Biden sarebbe stato rimandato a dopo che Netanyahu avesse lasciato la città. Inceve l’annuncio di Biden ha praticamente tolto ogni slancio al viaggio di Netanyahu e ha messo il primo ministro israeliano nella posizione politicamente più complicata da quando Biden non sconfisse Donald Trump nel 2020.


Nelle ore successive alla pubblicazione della sua dichiarazione su X da parte di Biden, i leader israeliani di tutti gli orientamenti hanno fatto le lodi di Biden come di un vero amico di Israele rimasto fedele allo Stato ebraico nella buona e nella cattiva sorte. In questo senso si sono espressi gli attuali ed ex rivali politici di Netanyahu come l’ex primo ministro Naftali Bennett, l’ex ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e l’attuale leader dell’opposizione Yair Lapid.In questo senso si sono espressi anche l’attuale presidente israeliano Isaac Herzog e il ministro della Difesa Yoav Gallant, l’interlocutore preferito dell’amministrazione Biden nel governo israeliano. L’unico a non elogiare Biden è stato proprio Netanyahu, cosa che non sorprende se pensiamo alla sua incapacità di congratularsi con Biden nelle ore successive alle elezioni del 2020. Di fatto, dopo l’annuncio del ritiro di Biden, la visita di Netanyahu è stata immediatamente relegata in secondo piano dopo settimane e mesi di preparazione. Nonostante gli sforzi repubblicani di trasformare la visita in un’arma politica, è ora Netanyahu a essere costretto a fare calcoli politici piuttosto che Biden.


Il primo ministro israeliano, senza dubbio leggendo le foglie di tè del futuro politico di Biden, ha cercato di ricucire il suo rapporto con Trump. Il rapporto era già in crisi dopo il rifiuto di Netanyahu di partecipare all’assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani e per i suoi ripetuti tentativi di vanificare gli sforzi di Trump per raggiungere il cosiddetto “accordo del secolo” per porre fine al conflitto israelo-palestinese. Le pur tardive congratulazioni di Netanyahu a Biden per la sua vittoria su Trump, tuttavia, sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Trump, fino ad oggi, continua a criticare pubblicamente Netanyahu ogni volta che gli viene richiesto, accusandolo anche di avere una implicita colpa per gli eventi del 7 ottobre.


Netanyahu potrebbe aver rifiutato di lodare Biden sui social media per timore di suscitare l’ira di Trump e bruciare il ponte che la sua rete ha cercato di riparare con crescente fervore negli ultimi mesi. Peraltro a questo punto non è neppure chiaro se l’incontro Biden Netanyahu ci sarà davvero. Biden si sta ancora riprendendo dal COVID-19 e la Casa Bianca, ha rifiutato di stabilire qualsiasi programma pubblico per Biden nei giorni a venire. In conclusione, Netanyauh – che sarò comunque contestato da miglia di manifestanti e verrà boicottato da dozzine di democratici – si troverà appunto preso in trappola, conclude Hareetz. Se – prescindere dal fatto che lo incontri o no – non farà un qualche omaggio a Biden, salterebbe “ogni parvenza di bipartitismo” e i suoi critici avrebbero gioco facile nelconcludere che il premier israeliano è soltanto “un agente del Partito Repubblicano”. Se invece offirà a Biden anche il più superficiale dei riconoscimenti per essere forse il più significativo democratico filo-israeliano nella storia politica americana, questo scatenerebbe senz’altro l’irritazione di Trump rendendo difficilissimo per non dire impossibile ricostruire i suoi rapporti col (probabile) futuro neo-presidente Usa.

Haaretz: Biden ha “teso una trappola” a Netanyahu

Haaretz: Biden ha “teso una trappola” a NetanyahuRoma, 23 lug. (askanews) – Nel giorno in cui il premier israeliano Netanyahu raggiunge Washington, il quotidiano Haaretz offre un’interessante lettura dell’incontro. Secondo Haaretz, Biden di fatto ha infilato il premier israeliano in una “trappola politica”.


Forse – scrive il quotidiano – nessuno sul Pianeta Terra è stato più disturbato dall’annuncio scioccante del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che si sarebbe dimesso dalla carica di candidato presidenziale democratico alle elezioni del 2024 di Benjamin Netanyahu. Nei giorni precedenti la visita di Netanyahu a Washington, molti osservatori avevano ipotizzato che un potenziale annuncio sul ritiro di Biden sarebbe stato rimandato a dopo che Netanyahu avesse lasciato la città. Inceve l’annuncio di Biden ha praticamente tolto ogni slancio al viaggio di Netanyahu e ha messo il primo ministro israeliano nella posizione politicamente più complicata da quando Biden non sconfisse Donald Trump nel 2020.


Nelle ore successive alla pubblicazione della sua dichiarazione su X da parte di Biden, i leader israeliani di tutti gli orientamenti hanno fatto le lodi di Biden come di un vero amico di Israele rimasto fedele allo Stato ebraico nella buona e nella cattiva sorte. In questo senso si sono espressi gli attuali ed ex rivali politici di Netanyahu come l’ex primo ministro Naftali Bennett, l’ex ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e l’attuale leader dell’opposizione Yair Lapid.In questo senso si sono espressi anche l’attuale presidente israeliano Isaac Herzog e il ministro della Difesa Yoav Gallant, l’interlocutore preferito dell’amministrazione Biden nel governo israeliano. L’unico a non elogiare Biden è stato proprio Netanyahu , cosa che non sorprende se pensiamo alla sua incapacità di congratularsi con Biden nelle ore successive alle elezioni del 2020.


Di fatto, dopo l’annuncio del ritiro di Biden, la visita di Netanyahu è stata immediatamente relegata in secondo piano dopo settimane e mesi di preparazione. Nonostante gli sforzi repubblicani di trasformare la visita in un’arma politica, è ora Netanyahu a essere costretto a fare calcoli politici piuttosto che Biden. Il primo ministro israeliano, senza dubbio leggendo le foglie di tè del futuro politico di Biden, ha cercato di ricucire il suo rapporto con Trump. Il rapporto era già in crisi dopo il rifiuto di Netanyahu di partecipare all’assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani e per i suoi ripetuti tentativi di vanificare gli sforzi di Trump per raggiungere il cosiddetto “accordo del secolo” per porre fine al conflitto israelo-palestinese.


Le pur tardive congratulazioni di Netanyahu a Biden per la sua vittoria su Trump, tuttavia, sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Trump, fino ad oggi, continua a criticare pubblicamente Netanyahu ogni volta che gli viene richiesto, accusandolo anche di avere una implicita colpa per gli eventi del 7 ottobre. Netanyahu potrebbe aver rifiutato di lodare Biden sui social media per timore di suscitare l’ira di Trump e bruciare il ponte che la sua rete ha cercato di riparare con crescente fervore negli ultimi mesi. Peraltro a questo punto non è neppure chiaro se l’incontro Biden Netanyahu ci sarà davvero. Biden si sta ancora riprendendo dal COVID-19 e la Casa Bianca, ha rifiutato di stabilire qualsiasi programma pubblico per Biden nei giorni a venire. In conclusione, Netanyauh – che sarò comunque contestato da miglia di manifestanti e verrà boicottato da dozzine di democratici – si troverà appunto preso in trappola, conclude Hareetz. Se – prescindere dal fatto che lo incontri o no – non farà un qualche omaggio a Biden, salterebbe “ogni parvenza di bipartitismo” e i suoi critici avrebbero gioco facile nelconcludere che il premier israeliano è soltanto “un agente del Partito Repubblicano”. Se invece offirà a Biden anche il più superficiale dei riconoscimenti per essere forse il più significativo democratico filo-israeliano nella storia politica americana, questo scatenerebbe senz’altro l’irritazione di Trump prendendo difficilissimo per non dire impossibile ricostruire i suoi rapporti col (probabile) futuro neo-presidente Usa.

Biennale Danza, Cristina Caprioli: la coreografia come scambio

Biennale Danza, Cristina Caprioli: la coreografia come scambioVenezia, 23 lug. (askanews) – Cristina Caprioli è una coreografa che ha influito “in modo silenzioso, ma sostanziale, su svariate generazioni” di danzatori. Anche per questo motivo è stata premiata con il Leone d’oro alla carriera della Biennale Danza 2024 di Venezia. Secondo il direttore artistico Wayne McGregor il lavoro di Caprioli, nata e formatasi in Italia, ma ora basata a Stoccolma in Svezia, svela “l’eccezionale qualità e integrità di un processo creativo a tutto tondo”. E porta con sé una forte componente di pensiero. L’abbiamo incontrata pochi minuti prima della cerimonia per la consegna del Leone d’oro. “Secondo me la danza – ha detto ad askanews – porta al ragionamento, al pensiero, ti apre la porte e finestre verso un pensiero critico, un pensiero politico e alla poetica”.


Tra gli spettacoli portati in Biennale quest’anno c’è “Deadlock”, storia di fantasmi che si risolve in una “fuga nell’indisciplinato”, all’insegna di una “coreografia spericolata” che genera una danza che è anche emozione estetica. “La danza è senz’altro qualcosa che, secondo me ha valore in sé, è fine a se stessa e ha valore in sé – ha aggiunto Cristina Caprioli – però questo valore viene in vita, vive solo quando è in scambio con, non dico con il pubblico, proprio con l’altro, non tanto come spettacolo, ma proprio come scambio sia tattile e fisico, e anche di poetica e di pensiero”. Secondo la coreografa il corpo umano è “portatore di cultura, capace di linguaggio articolato e ragionamento astratto”, per questo lo pone al centro del proprio lavoro. Ed è anche un corpo politico, oggi più che mai. “È un momento molto difficile – ha concluso l’artista – vorrei dire e io penso che la danza può contribuire, non intendo dire che la danza riesce a cambiare le cose, il mondo è quello che è, però se tu ti dedichi alla danza, oppure se ricevi la danza, avrai delle sensazioni che possono informare il resto della tua vita, a livello di sistema di convivenza, civile ma anche spirituale”.


Una spiritualità profonda, concreta e corporea, che sembra attraversare, come un’idea ribelle e affascinante, tutta la Biennale Danza.

Netanyahu: Israele non rinuncerà alla vittoria completa su Hamas

Netanyahu: Israele non rinuncerà alla vittoria completa su HamasRoma, 23 lug. (askanews) – Israele non rinuncerà a ottenere una vittoria completa sul movimento palestinese Hamas nella Striscia di Gaza, ha detto oggi a Washington il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.


“In nessuna circostanza sono disposto a rinunciare alla vittoria su Hamas”, ha detto Netanyahu, citato dal Times of Israel, durante un incontro con le famiglie degli ostaggi, aggiungendo: “stiamo anche vedendo che lo spirito del nemico sta iniziando a indebolirsi”.

A Napoli crolla ballatoio a Scampia: 2 morti e 13 feriti

A Napoli crolla ballatoio a Scampia: 2 morti e 13 feritiNapoli, 23 lug. (askanews) – Due vittime e 13 feriti, dei quali sette bambini tra i due e gli otto anni e alcuni in modo grave, il tragico bilancio del crollo avvenuto alle 22.40 nella Vela B di Scampia a Napoli, nota come la Vela Azzurra. Il ballatoio di ferro del terzo piano, che collega varie parti dello stabile, si è staccato ed è precipitato sui piani inferiori portando con sé calcinacci e morte. Le persone coinvolte nell’incidente sono state trasportate, nella notte, in diversi ospedali cittadini: i più gravi sono stati ricoverati al Cto e all’ospedale del Mare, mentre i bimbi al Santobono per fratture, traumi e contusioni. Le persone che hanno perso la vita sono un uomo di 29 anni, deceduto sul colpo, e una donna di 35, morta una volta giunta in ospedale.


Il resoconto definitivo delle vittime è stato fatto intorno alle 3.30 dal prefetto di Napoli, Michele Di Bari, che ha effettuato un sopralluogo in zona e ha attivato immediatamente il Centro coordinamento soccorsi per gestire gli interventi di messa in sicurezza dell’area e offrire assistenza agli sfollati. Al lavoro, per diverse ore, i vigili del fuoco che hanno scavato tra le macerie e messo in salvo i superstiti con delle montascale.