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Autore: Redazione StudioNews

Antitrust, avviata un’istruttoria nei confronti di Google

Antitrust, avviata un’istruttoria nei confronti di GoogleRoma, 18 lug. (askanews) – L’Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Google e della sua capogruppo Alphabet in merito all’invio agli utenti della richiesta di consenso al collegamento dei servizi offerti. Questa richiesta sembrerebbe infatti non fornire informazioni rilevanti, o le fornirebbe lacunose e imprecise, riguardo al reale effetto che il consenso produce sull’uso da parte di Google dei dati personali degli utenti.


Stesse criticità esisterebbero riguardo alla varietà e alla quantità di servizi Google, rispetto ai quali può aver luogo un uso “combinato” e “incrociato” dei dati personali, e riguardo alla possibilità di modulare (e quindi anche limitare) il consenso solo ad alcuni servizi. Secondo l’Autorità, inoltre, Google utilizzerebbe tecniche e modalità di presentazione della richiesta di consenso, e anche di costruzione dei meccanismi di raccolta del consenso stesso, che potrebbero condizionare la libertà di scelta del consumatore medio. Il cliente sarebbe infatti indotto ad assumere una decisione commerciale che non avrebbe altrimenti adottato, acconsentendo all’uso combinato e incrociato dei propri dati personali tra la pluralità dei servizi offerti.

Immobiliare, FIMAA incontra Bitonci su riforma accesso professione

Immobiliare, FIMAA incontra Bitonci su riforma accesso professioneRoma, 18 lug. (askanews) – “È necessario prevedere una prova valutativa finale al termine dei percorsi che consentono di accedere alla professione di agente immobiliare”. È una delle proposte che FIMAA-Confcommercio, tramite il proprio Vicepresidente Vicario Maurizio Pezzetta, ha esposto a Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nel corso di un incontro in cui si è discusso del decreto a cui il MIMIT sta lavorando per riformare le modalità di accesso alla professione di agente immobiliare.


FIMAA Italia, con la completa condivisione del Sottosegretario Bitonci, ha riferito tramite il Vicario che “è indispensabile introdurre disposizioni che consentano un praticantato efficace, limitando il numero di praticanti che possono effettuare il praticantato contemporaneamente presso una medesima agenzia”. Il Vicepresidente Vicario, informa una nota, ha quindi sostenuto sia necessario che anche per gli agenti immobiliari, come per qualsiasi altra professione, debba essere previsto “un aggiornamento programmato continuo con crediti formativi. Il lifelong learning continuo è fondamentale per svolgere adeguatamente questa professione e per garantire la necessaria tutela del mercato, a vantaggio soprattutto del consumatore oltre che della categoria stessa”.


Quello dell’adeguata formazione è un tema su cui la Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari si batte da tempo. Anche per questo “la FIMAA – ha spiegato Pezzetta al sottosegretario Bitonci – ha creato con l’Università La Sapienza di Roma un corso di laurea, primo e unico in Italia, in Diritto ed Economia della Proprietà Immobiliare. L’obiettivo non è solo di garantire una formazione puntuale ai giovani che vogliono avvicinarsi alla professione di agente immobiliare, ma anche di consentire a chi già opera di acquisire una preparazione ancor più approfondita”. Al termine dell’incontro, il Sottosegretario Bitonci ha annunciato che nei prossimi mesi il Ministero organizzerà un nuovo tavolo di confronto per discutere del decreto ministeriale che riforma l’accesso alla professione.

Von der Leyen propone un commissario europeo per il Mediterraneo

Von der Leyen propone un commissario europeo per il MediterraneoStrasburgo, 18 lug. (askanews) – Un commissario europeo per le regione del Mediterraneo. Lo ha proposto Ursula von der Leyen, durante il suo discorso davanti alla plenaria del Parlamento europeo, oggi a Strasburgo, prima del voto sulla sua riconferma come presidente della Commissione.


Se sarà confermata, la presidente della Commissione ha anche annunciato che proporrà di triplicare il numero delle guardie di frontiera e dei guardacoste dell’agenzia Frontex. “Abbiamo bisogno – ha detto nel suo discorso von der Leyen – di un approccio comune sui rimpatri” dei migranti irregolari che non hanno diritto d’asilo, “per renderli più efficaci e dignitosi. E dobbiamo sviluppare partenariati globali, in particolare nel nostro vicinato meridionale. La regione del Mediterraneo dovrebbe ricevere un’attenzione totale. Questo è il motivo per cui io nominerò un commissario per la regione e proporrà una nuova agenda per il Mediterraneo insieme a Kaja Kallas”, l’Alto Rappresentante per la Politica estera comune designata dal Consiglio europeo. “Perché – ha rilevato – il futuro delle due sponde del Mediterraneo è uno solo”.


Il nuovo commissario per il Mediterraneo, si spiega nelle linee guida programmatiche che von der Leyen ha inviato a tutti gli eurodeputati stamattina, “si concentrerà su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altri settori di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi”, e lavorerà in stretta collaborazione con l’Alto rappresentante per la Politica estera comune. Inoltre, ci sarà un “nuovo Patto per il Mediterraneo”, che “ridisegnerà questa relazione essenziale” dell’Ue “e fornirà un chiaro segnale politico di partenariato in un mondo più conflittuale e instabile”. Un’iniziativa che sembra coerente con il “Piano Mattei” italiano, se non addirittura ispirata da quel modello. “Il Patto Ue su migrazione e asilo – aveva affermato subito prima von der Leyen, affrontando il tema dell’immigrazione – rappresenta un enorme passo avanti. Mettiamo la solidarietà al centro della nostra risposta comune. Le sfide migratorie necessitano di una risposta europea con un approccio giusto e fermo basato sui nostri valori. Ricordando sempre che i migranti sono esseri umani come voi e me. E tutti noi siamo protetti dai diritti umani. Molti pessimisti pensavano che la migrazione fosse troppo divisiva per poter arrivare a un accordo. Ma abbiamo dimostrato che si sbagliavano. Insieme ce l’abbiamo fatta. E ne siamo usciti più forti. Ora dobbiamo concentrarci collettivamente sull’attuazione” del Patto migratorio “e sul sostegno agli Stati membri nel renderla una realtà sul campo. E ci sarà altro da fare”.


Non ci sono stati, nel discorso, riferimenti espliciti agli accordi dell’Ue con i paesi terzi, come Tunisia, Mauritania, Egitto, o ad accordi bilaterali come quello tra Italia e Albania, per la gestione dei flussi migratori tramite l’”esternalizzazione” (o il “modello Rwanda”), che avrebbero suscitato contrarietà da parte di tre dei quattro gruppi che dovrebbero sostenere il secondo mandato della presidente della Commissione, S&D, Renew e Verdi. Un forte accento è stato messo, invece, su un tema caro soprattutto all’altro gruppo che la sostiene, il Ppe: “Dobbiamo anche fare di più – ha sottolineato von der Leyen – per proteggere le nostre frontiere esterne. Il nostro confine orientale, in particolare, è diventato un bersaglio di attacchi e provocazioni ibridi. La Russia attira i migranti dallo Yemen al Nord e li spinge deliberatamente contro il confine finlandese. Dovremmo sempre tenere presente che il confine di uno Stato membro è un confine europeo. E faremo tutto il possibile per rafforzare questi confini”.


“Questo è uno dei motivi per cui dobbiamo rafforzare Frontex” l’agenzia per la sorveglianza delle frontiere. “Per renderla più efficace, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali, proporrò di triplicare il numero delle guardie di frontiera e costiere europee portandolo a 30.000”, ha annunciato von der Leyen.

Toti, Orlando (Pd): assetto oligarchico governo regionale, dimissioni

Toti, Orlando (Pd): assetto oligarchico governo regionale, dimissioniRoma, 18 lug. (askanews) – “Le dimissioni di Toti devono arrivare perché la vicenda giudiziaria ha portato ulteriormente alla luce una cosa che non vedeva solo chi non voleva vedere, un intreccio fra interessi economici particolari, pezzi dell’informazione e della politica che hanno prodotto un assetto oligarchico del governo regionale. La Liguria doveva chiudere questa storia prima, e non dobbiamo aspettare la Cassazione per capire che quel modello ha prodotto nei primi tre mesi dell’anno 220 milioni di buco nella sanità. Mi sembra sufficiente per chiedere a un’amministrazione di andarsene a casa quando la gente aspetta nove mesi per una mammografia, ma bastano poche settimane per una concessione per un’area del porto, se sei amico del presidente”. Lo dice il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista a Il Domani.


“Io mi occupo di politica e la politica dice che l’esperienza di Toti è finita. Il ministro della Giustizia non è un commentatore – aggiunge poi Orlando – è il titolare dell’azione disciplinare. Se vede abnormità, che può essere anche l’assenza di senso compiuto in un provvedimento, può investire gli ispettori. Comunque se come giurista-commentatore ha ragione, sono certo che la Cassazione farà a pezzi l’ordinanza che Nordio ha esaminato, e che la difesa presenterà immediato ricorso”. “Farò quello che è più utile a mandare via questa destra. Cosa fare lo decideremo insieme – conclude poi l’esponente dem rispondendo ad una domanda sulla sua eventuale candidatura alla presidenza della regione – capendo prima qual è la formula migliore per vincere, e la persona per guidarla. Non mi chiamo fuori da questo percorso, ma che ruolo giocherò è giusto che lo si decida insieme”.

Oxfam: Gaza senza acqua, Israele usa sete come arma di guerra

Oxfam: Gaza senza acqua, Israele usa sete come arma di guerraRoma, 18 lug. (askanews) – A Gaza, Israele sta usando la mancanza d’acqua come arma di guerra contro la popolazione, violando apertamente il diritto internazionale. Il taglio delle forniture idriche, la distruzione sistematica di infrastrutture essenziali e il blocco all’ingresso degli aiuti internazionali da parte di Israele, hanno infatti ridotto del 94% la disponibilità d’acqua dentro la Striscia.


È quanto denuncia Oxfam in un nuovo report, pubblicato oggi. Al momento ogni abitante può contare in media su appena 4,74 litri al giorno, ossia meno di un terzo del minimo raccomandato in situazioni di emergenza e al di sotto della quantità che consumiamo ogni volta che tiriamo lo sciacquone del water. L’analisi di Oxfam rivela inoltre che: ” gli attacchi israeliani hanno danneggiato o distrutto 5 infrastrutture idriche e sanitarie ogni 3 giorni dall’inizio della guerra; ” la distruzione delle infrastrutture idriche ed elettriche – sommate alle restrizioni all’ingresso di pezzi di ricambio e carburante (ne entra solo un quinto di quanto necessario) – hanno ridotto la produzione d’acqua all’interno della Striscia dell’84%, mentre l’azienda idrica nazionale israeliana Mekorot ha tagliato le forniture del 78%; ” Israele ha distrutto il 70% di tutte le pompe per lo smaltimento delle acque reflue e il 100% di tutti gli impianti di trattamento, nonché i principali laboratori di analisi della qualità dell’acqua, limitando l’ingresso delle attrezzature di analisi usate da Oxfam; ” a Gaza City, l’88% dei pozzi e il 100% degli impianti di desalinizzazione dell’acqua sono stati danneggiati o distrutti.


Rischio genocidio L’attuale situazione sta generando un’emergenza sanitaria, che si aggrava di giorno in giorno. A causa della mancanza di acqua potabile e servizi igienici, ad oggi il 26% della popolazione si ammala gravemente di malattie che sarebbero facilmente prevenibili. “Lo scorso gennaio la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto a Israele di garantire l’ingresso e la distribuzione degli aiuti umanitari, per scongiurare il rischio concreto che a Gaza si compisse un vero e proprio genocidio. – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Da allora però nulla è cambiato, anzi siamo stati testimoni diretti degli ostacoli che Israele ha posto sistematicamente per rendere impossibile una risposta umanitaria adeguata a salvare la popolazione palestinese”. L’appello alla comunità internazionale “Abbiamo assistito all’uso da parte di Israele della fame come arma di guerra, a cui si aggiunge anche l’intenzionale privazione dell’acqua potabile, con conseguenze drammatiche per la popolazione civile. – aggiunge Valentina Bidone, coordinatrice della risposta umanitaria di Oxfam Italia per Gaza – Purtroppo non si tratta di una tattica nuova, il Governo israeliano ha ostacolato la fornitura dell’acqua potabile già per troppi anni, privandone sistematicamente i palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia. Tuttavia mai si erano raggiunti questi livelli. È perciò cruciale che la comunità internazionale eserciti al più presto ogni pressione diplomatica possibile per proteggere la popolazione di Gaza e risparmiarle ulteriori sofferenze, mettendo in campo un’azione incisiva in grado di tutelare i diritti umani fondamentali, compresi quelli sanciti dalle Convenzioni di Ginevra e sul genocidio”.


“I miei colleghi e io abbiamo vissuto un incubo in questi nove mesi, ma sentiamo ancora la responsabilità e il dovere di garantire a tutti gli abitanti di Gaza il diritto fondamentale all’acqua. – aggiunge Monther Shoblak, direttore generale della CMWU, l’azienda idrica della Striscia di Gaza – È stato molto difficile, ma non ci arrendiamo, anche quando vediamo colleghi uccisi da Israele mentre svolgono il loro lavoro”.

Autonomia, Cartabellotta (Gimbe): compromette uguaglianza in sanità

Autonomia, Cartabellotta (Gimbe): compromette uguaglianza in sanitàMilano, 18 lug. (askanews) – L’autonomia differenziata aumenta il divario tra Nord e Sud del Paese sul fronte sanitario e pertanto compromette “l’uguaglianza dei cittadini di fronte al diritto costituzionale alla tutela della salute”. Così Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commenta i risultati del monitoraggio del Ministero della Salute sulle cure essenziali nel 2022.


I dati, sottolinea il presidente della Fondazione Gimbe, confermano la presenza di una “frattura strutturale tra Nord e Sud del Paese” che nel 2022 “non solo non accenna a ridursi, ma addirittura si amplia sia con l’Abruzzo che diventa inadempiente, sia per riduzione dei punteggi Lea nella maggior parte delle Regioni del Mezzogiorno”. Il che avviene “proprio nel momento in cui entra in vigore la legge sull’autonomia differenziata che in materia di salute non ha ritenuto necessario definire i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) in quanto esistono già i Lea”. Per Cartebellotta non ci sono dubbi: “Considerato che i dati sull’esigibilità dei Lea, oltre a segnare un peggioramento complessivo rispetto al 2021, confermano anche per l’anno 2022 un enorme gap Nord-Sud – evidenzia il presidente della Fondazione Gimbe – è evidente che senza definire, finanziare e garantire i Lep anche in sanità, le maggiori autonomie in sanità legittimeranno normativamente questa frattura, compromettendo l’uguaglianza dei cittadini di fronte al diritto costituzionale alla tutela della salute”.

Meta non lancerà in Ue l’AI multimodale: norme poco chiare

Meta non lancerà in Ue l’AI multimodale: norme poco chiareMilano, 18 lug. (askanews) – “Meta ha deciso di non lanciare nell’Unione Europea i modelli di Intelligenza artificiale multimodale che invece verranno rilasciati nel resto del mondo nei prossimi mesi per via di un contesto normativo e regolamentare ancora poco chiaro soprattutto per quel che riguarda l’utilizzo dei dati europei disponibili pubblicamente per il training di questi modelli”. Ad annunciarlo il responsabile relazioni istituzionali di Meta per Italia, Grecia, Malta e Cipro, Angelo Mazzetti, in occasione del terzo policy breakfast organizzato da Meta, società che controlla tra gli altri Facebook, Instagram e Whatsapp, in collaborazione con Ispi sul tema del futuro dell’Intelligenza artificiale alla luce dell’AI Act e il nuovo contesto europeo.


“L’Intelligenza artificiale multimodale è una forma avanzata di intelligenza artificiale che dà la possibilità di operare su più livelli e quindi di ricevere non solamente input testuali, come è possibile oggi, ma anche input come immagini, video o audio – ha spiegato Mazzetti – per capirci è quella tipologia di tecnologia che è inserita all’interno dei Ray-Ban Meta, gli smart glasses che abbiamo sviluppato insieme a Luxottica, perché ti danno la possibilità di fotografare un monumento che stai guardando e ottenere maggiori informazioni oppure di fotografare un menù che stai consultando e poterlo tradurre in diverse lingue. È chiaro che si è trattato di una scelta difficile perché vuol dire privare aziende e cittadini europei di tecnologie all’avanguardia, dell’ultima frontiera tecnologica ed è proprio per questo motivo che intendiamo portare avanti il lavoro e il confronto degli ultimi mesi con le istituzioni europee. L’obiettivo è chiaramente quello di rendere disponibili queste tecnologie non solo nel resto del mondo ma anche qui in Europa”. Mazzetti assicura che “continuerà questa interlocuzione costruttiva con le istituzioni europee” perchè “l’obiettivo non è quello di privare i cittadini europei di queste tecnologie ma quello di lavorare insieme per avere un quadro regolamentare chiaro, prevedibile all’interno del quale non solo noi ma tutte le aziende, anche quelle europee, si possono muovere e continuare ad innovare”.

Cure essenziali, nel 2022 promosse 13 Regioni: Emilia-Romagna prima

Cure essenziali, nel 2022 promosse 13 Regioni: Emilia-Romagna primaMilano, 18 lug. (askanews) – Nel 2022 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura, con un ulteriore aumento del divario Nord-Sud: la Puglia e la Basilicata uniche promosse al Sud, ma in posizioni di coda. In 10 Regioni le performance peggiorano rispetto al 2021. Sono i dati del Ministero della Salute che, come ogni anno, valuta l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ovverodelle prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. “Si tratta di una vera e propria ‘pagella’ per i servizi sanitari regionali – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe- che identifica quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali bocciate (inadempienti)”. Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute che nelle situazioni più critiche può arrivare sino al commissariamentodella Regione.


Dal 2020 la “Griglia Lea” è stata sostituita da 22 indicatori Core del Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg), suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. In ogni area le Regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate adempienti se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree; invece, se il punteggio è inferiore a 60 anche in una sola area, la Regione risulta inadempiente. “Se nel 2020 e nel 2021, segnati dall’emergenza pandemica, il monitoraggio ha avuto solo un ruolo informativo – precisa il presidente – nel 2022 per la prima volta i risultati degli indicatori Core vengono utilizzati a scopo valutativo”. A seguito della recente pubblicazione della Relazione 2022 del “Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia” da parte del Ministero della Salute, “la Fondazione Gimbe – spiega Cartabellotta – ha effettuato alcune analisi per stimare l’entità dell’attuale frattura Nord-Sud nel garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute anche alla luce della recente approvazione della legge sull’autonomia differenziata”. Sul fronte adempimenti Lea, rispetto al 2021 le Regioni adempienti nel 2022 scendono da 14 a 13: Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. In particolare, dal 2021 al 2022 nessuna Regione passa da inadempiente ad adempiente, mentre l’Abruzzo diventa inadempiente per il punteggio insufficiente nell’area della prevenzione. Rimangono inadempienti 7 Regioni: Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano con un punteggio insufficiente in una sola area; Calabria, Sardegna e Sicilia con un punteggio insufficiente in due aree; Valle D’Aosta insufficiente in tutte le tre aree. “Nel 2022 – commenta Cartabellotta – aumenta il gap Nord-Sud, visto che solo Puglia e Basilicata si trovano tra le 13 Regioni adempienti, collocandosi rispettivamente in terzultima e in ultima posizione tra quelle ‘promosse’”.


Considerato che il Ministero della Salute non sintetizza in un punteggio unico la valutazione degli adempimenti Lea, la Fondazione Gimbe ha elaborato una classifica di Regioni e Province Autonome sommando gli score ottenuti nelle tre aree; i risultati sono riportati in ordine decrescente di punteggio totale e suddivisi in quartili. “Rispetto al semplice status di adempiente o inadempiente – osserva Cartabellotta – il punteggio totale mostra ancora più chiaramente l’entità del gap Nord-Sud: infatti, ai primi 10 posti si trovano 6 Regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre nelle ultime 7 posizioni -fatta eccezione per la Valle D’Aosta – si collocano solo Regioni del Mezzogiorno”.

Lombardia, firmato protocollo per legalità appalti nella logistica

Lombardia, firmato protocollo per legalità appalti nella logisticaMilano, 18 lug. (askanews) – È stato firmato in Prefettura a Milano un Protocollo d’Intesa per la legalità dei contratti di appalto nel settore della logistica. Si tratta di un settore in forte crescita negli ultimi anni e con rilevanti dati economici. In Lombardia genera un indotto pari a 35 miliardi di euro e registra la presenza di 28.718 imprese che occupano 232.375 addetti e movimentano 400milioni di merci. In Lombardia il 93% delle imprese sono movimentate su gomma, il 7% su ferro.


“Nonostante ciò – ha affermato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana nel corso della sottoscrizione – a causa di una narrazione spesso negativa, che lo associa a orari su turni, attività logoranti, competenze manuali è ancora poco attrattivo”. Il Protocollo, promosso da Regione Lombardia, Prefettura di Milano, Politecnico di Milano, le Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, l’Osservatorio sulla Cooperazione presso l’Ispettorato di Area Metropolitana di Milano e le Associazioni Datoriali maggiormente rappresentative nei settori della logistica, dei trasporti e della distribuzione, ha l’obiettivo di rendere il settore della logistica più trasparente ed efficiente, contrastando l’intermediazione illecita di manodopera e il fenomeno del caporalato, nonché, più in generale, ogni forma di illegalità, al fine di garantirne uno sviluppo solido e responsabile.


Si tratta di un “settore strategico” che “offre grandi opportunità di lavoro – ha proseguito Fontana – : oltre a ricercare urgentemente autisti, magazzinieri, supply chain manager, ingegneri logistici ed esperti in sicurezza informatica, da qui al 2030 richiederà profili altamente qualificati. Per queste ragioni le Istituzioni devono, ognuna, fare la propria parte per la costruzione, il monitoraggio e l’indirizzamento di questo settore”. Fontana ha poi sottolineato che “le imprese che operano nel settore logistico devono essere sostenute nel loro impegno a rispettare le normative e adottare pratiche etiche. È inaccettabile tollerare forme di intermediazione illecita di manodopera e il fenomeno del caporalato. Regione Lombardia è attiva e gioca la sua parte e si impegna a migliorare il settore, consapevole che non sia solo un obiettivo strategico, ma una necessità etica. Dobbiamo unire gli sforzi per creare un ambiente di lavoro giusto, trasparente ed efficiente, privo di illegalità e sfruttamento”.


“Voglio far presente – ha concluso il presidente – che nell’ambito della logistica Regione Lombardia sta per approvare un progetto di legge atto a regolamentare gli insediamenti stessi. La proposta di progetto di legge è volta a disciplinare non solo i processi di pianificazione territoriale per la localizzazione di insediamenti logistici, ma anche le procedure per la valutazione di compatibilità delle proposte di intervento finalizzate alla realizzazione o all’ampliamento di tali insediamenti”. “Finalmente – ha osservato la coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci – siamo arrivati alla firma di questo protocollo che non è un’operazione estetica, è un passo in avanti concreto per una prevenzione efficace” delle infiltrazioni della criminalità organizzata. “Un esempio di sinergia istituzionale e con organizzazioni di categoria. Dalle nostre indagini è stato evidenziato come si tratti di uno dei settori preferiti dalle organizzazioni mafiose” ha aggiunto sottolineando la presenza nel protocollo di elementi di “premialità” invece della solita “minaccia della sanzione” come l’amministrazione giudiziaria dell’impresa.

Schlein: la Regione Liguria ai domiciliari per colpa di Toti

Schlein: la Regione Liguria ai domiciliari per colpa di TotiRoma, 18 lug. (askanews) – “Toti avrebbe già dovuto dimettersi, sta tenendo anche la Liguria ai domiciliari”. Lo afferma a La Stampa, la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, che oggi sarà a Genova per partecipare alla manifestazione dei progressisti per chiedere il ritorno alle urne.


“L’importanza della piazza di Genova è contenuta nel titolo della manifestazione ‘la Liguria ha diritto al suo futuro’ un futuro che va messo nelle mani dei Liguri. È inaccettabile che una regione intera sia paralizzata dalle vicende giudiziarie che riguardano Toti, che dovrebbe anteporre l’interesse dei ligurii a ogni altra valutazione”, ha detto. Alla domanda se Toti dovrebbe dimettersi Schlein risponde: “Dinanzi ad accuse così gravi e a misure cautelari confermate poco tempo fa, come i domiciliari, Toti si sarebbe già dovuto dimettere. In questo modo tiene anche la regione ai domiciliari: non si può bloccare la Liguria per il tempo che servirà all’inchiesta perché c’è una gigantesca questione di opportunità politica e se la politica non è di esempio abdica al suo ruolo. Questa situazione getta nell’incertezza le categorie economiche e rallenta cantieri e prospettive di sviluppo. La Liguria non merita tutto ciò”.