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Autore: Redazione StudioNews

Coldiretti: in Ue occasione persa sulle nuove tecniche genomiche

Coldiretti: in Ue occasione persa sulle nuove tecniche genomicheRoma, 27 giu. (askanews) – Il mancato accordo in Europa sulle nuove tecniche genomiche (NGT) rappresenta un’occasione persa per il settore agricolo e la ricerca scientifica pubblica. Per Coldiretti la decisione del Coreper I è “un grave passo indietro in termini di sostenibilità ambientale e per la tutela della biodiversità”.


Le NGT sono infatti uno strumento di aiuto concreto per gli agricoltori in quanto permetterebbero di selezionare nuove varietà vegetali più resilienti agli impatti del cambiamento climatico, utilizzando meno input chimici. Tutto questo, sempre nel rispetto della distintività dell’agricoltura italiana ed europea. Inoltre, sia in Parlamento che in Consiglio, anche grazie alle azioni di Coldiretti, era emersa la chiara volontà di non consentire per tali tecniche genomiche la brevettabilità, lasciandone quindi un più libero utilizzo anche ad imprese molto piccole, cosa che invece non era stato possibile per gli ogm che sono diventati, soprattutto in Africa, strumenti di condizionamento da parte delle multinazionali. “Ci auguriamo – conclude Coldiretti – pertanto che la nuova Commissione rimetta la questione rapidamente al centro dell’agenda”.

Lollobrigida: presto criteri accesso a fondo emergenza climatica

Lollobrigida: presto criteri accesso a fondo emergenza climaticaRoma, 27 giu. (askanews) – “Nella legge di Bilancio 2024 abbiamo istituito un fondo di emergenza climatica in agricoltura con una dotazione di 300 milioni di euro, per sostenere le imprese agricole e della pesca colpite da eventi non prevedibili. Attraverso specifici decreti del nostro ministero, di concerto con il Mef, saranno presto definiti i criteri di accesso al fondo”. Lo ha detto ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo a un’interrogazione della Lega sui risarcimenti del Governo al comparto agricolo colpito dal maltempo al question time al Senato.


Il ministro ha ricordato i provvedimenti presi dal governo nel Dl Agricoltura in materia di crisi idrica e ha annunciato che “il quadro delle risorse previste è destinato ad essere implementato”. Inoltre, vanno considerati gli “altri 15 milioni per la sola Regione Siciliana in virtù dell’entità del tutto particolare della crisi idrica dovuta alla siccità di quest’anno. La gravità della situazione in Sicilia richiede – ha concluso – un intervento specifico”. Per quanto riguarda la possibilità che il Governo possa riconoscere uno stato di emergenza nazionale, il ministro ha ricordato “la massima disponibilità del Ministero nella valutazione ed approvazione delle richieste di declarazione di eccezionalità degli eventi calamitosi che disciplina il fondo di solidarietà nazionale e che devono necessariamente pervenire però al governo su indicazione delle Regioni”.

Lollobrigida: sviluppo agricolo non può prescindere da sicurezza

Lollobrigida: sviluppo agricolo non può prescindere da sicurezzaRoma, 27 giu. (askanews) – Il ministero dell’Agricoltura “si sta occupando di sviluppare il settore agricolo e questo non può prescindere dalla tutela e dal miglioramento delle condizioni di lavoro e la sicurezza è una condizione non derogabile”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo a diverse interrogazioni al question time al Senato in merito al contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura dopo quanto accaduto a Latina.


“Stiamo lavorando per un rafforzamento della filiera, una equa distribuzione del valore e una corretta remunerazione, insieme a un controllo più incisivo sulle pratiche commerciali e il contrasto a quelle sleali”, ha aggiunto Lollobrigida ricordando che il Governo ha “stanziato risorse ssenza precedenti per la sicurezza del lavoro agricolo. Noi – ha concluso – vogliamo abbattere la piaga delle morti sul lavoro, e dobbiamo ricordare che la rete del lavoro agricolo di qualità istituita nel 2014 non è stato uno strumento efficace. E’ stata disegnata male all’origine”.

Vino, Colomba Bianca punta sul Metodo Classico a partire dal 100 mesi

Vino, Colomba Bianca punta sul Metodo Classico a partire dal 100 mesiMilano, 27 giu. (askanews) – Dal 28 al 30 giugno a Marsala e nelle isole Egadi (Trapani) la Cantina cooperativa siciliana Colomba Bianca organizza l’”International Sales Meeting”, per illustrare alla propria rete di vendita per il mercato nazionale e internazionale le ultime novità e i progetti che intende implementare dedicati al Metodo Classico.


Ad accogliere gli ospiti ci saranno il presidente Dino Taschetta, il direttore vendite e sviluppo commerciale Giuseppe Gambino, la marketing manager Cristina Genna. E’ prevista inoltre una masterclass, “Bollicine Metodo Classico dalla Sicilia e dal mondo”, che sarà tenuta da Vania Velentini insieme con l’enologo siciliano Mattia Filippi. Lo spumante “595” che Colomba Bianca produce con le uve della gessosa zona di Salemi, sarà messo a confronto con le bolle dell’Etna, Franciacorta, Trento Doc, Cote de Blancs e Cote des Bar. Durante la tre giorni si dialogherà sulla strategia di posizionamento dello “Spumante Sicilia Doc” pianificata da Colomba Bianca, che vuole rendere sempre più distintiva e riconoscibile la produzione dell’isola sui mercati internazionali. Si approfondirà inoltre la linea “595” che oggi conta un “Blanc de blanc” a base Chardonnay, un rosè di Nero d’Avola e la limited edition “595” a base Chardonnay che affina 100 mesi sui lieviti. Si tratta di una linea destinata da subito al mercato nazionale, ma che già si affaccia all’esportazione verso mercati con una cultura enologica evoluta come Stati Uniti, Giappone, Germania e Regno Unito.


“La nuova etichetta del ‘100 mesi’ incarna il desiderio di valorizzare il percepito qualitativo dei vini di cooperazione” spiega Taschetta, aggiungendo che “innoviamo creando valore per il nostro territorio, andando oltre i preconcetti e le difficoltà abbiamo vinto una sfida contro il tempo, scoprendo che il riposo è la chiave del successo che abbiamo racchiuso in una selezione eccezionale”. Questo paziente viaggio inizia dai vigneti a 595 metri sul mare nella zona collinare tra Vita e Salemi e culmina con il lungo affinamento sui lieviti di oltre 8 anni. Colomba Bianca ha sede a Mazara del Vallo e conta poco meno di 2.500 soci viticoltori che operano su una superficie di 6mila ettari, di cui ben 1.800 biologici, e sei impianti di vinificazione e affinamento dove produrre e imbottigliare.

Caporalato, Lollobrigida: Governo impegnato in lotta costante

Caporalato, Lollobrigida: Governo impegnato in lotta costanteRoma, 27 giu. (askanews) – “Il tragico evento avvenuto in provincia di Latina richiama l’urgenza del pieno rispetto delle regole e della stringente tutela dei diritti. Il Governo Meloni ha operato in questa direzione sin dal suo insediamento, mettendo in campo una pluralità di azioni nei diversi ambiti lavorativi e su tutto il territorio nazionale, sulla base degli specifici contesti territoriali”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo a diverse interrogazioni al question time al Senato in merito al contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura dopo quanto accaduto a Latina.


Il ministro ha rivendicato la reintroduzione, a parte del Governo Meloni, del reato di somministrazione illecita di manodopera”, tolto dal governo Renzi “con effetti devastanti: solo nei due anni successivi l’incremento di questo reato fu del 39%”. E ha specificato che “in sede di conversione al Dl Agricoltura stiamo per introdurre specifici interventi di contrasto al caporalato, che istituiscono un sistema informativo di condivisione e scambio dati per lo sviluppo di strategie di contrasto. E le azioni messe in campo dal Governo testimoniano “il costante impegno in materia di lavoro agricolo, mantenendo ferma la centralità dell’uomo e delle condizioni di sicurezza e benessere in modo che il settore primario resti un traino per i nostri territori”.

AccessiWay: versione italiana European Accessibility Act è inaccessibile

AccessiWay: versione italiana European Accessibility Act è inaccessibileRoma, 27 giu. (askanews) – Parte da domani il countdown di un anno per la piena applicazione della direttiva dello European Accessibility act, ovvero la legge europea sull’accessibilità che punta a fornire gli strumenti normativi per una società più inclusiva, garantendo alle persone con disabilità un migliore accesso a prodotti e servizi. Il documento tradotto e recepito in Italia è tuttavia privo dei principali requisiti tecnici per l’accessibilità. A segnalarlo è il nuovo report di AccessiWay Italy, start up under 30 impegnata a promuovere l’accessibilità digitale.


Le barriere digitali, apparentemente meno visibili, sono al pari di quelle fisiche il vero ostacolo che impedisce ad oltre 87 milioni di cittadini europei (13 milioni in Italia) che vivono una forma di disabilità di poter accedere alle informazioni e ai servizi contenuti nei siti istituzionali dell’Ue. Un dato sconfortante se si tiene conto che lo European Accessibility Act era stato annunciato come una vera e propria rivoluzione inclusiva ma ad oggi si è trasformato in un clamoroso flop a danno di chi vive quotidianamente una condizione di disabilità. Assicurare che i contenuti online siano accessibili a tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive, non è solo una questione di conformità alle normative, ma anche di giustizia sociale e inclusione. Dall’audit di AccessiWay della versione italiana del European Accessibility Act, emerge che il primo file sulla normativa che regola l’accessibilità in Europa non è accessibile. Il report PDF/UA allegato evidenzia diversi errori rilevati nel documento PDF che non rispetta le linee guida di accessibilità; testi che non sono leggibili da software di lettura dello schermo, immagini senza descrizioni alternative, o altri elementi non accessibili. Queste sono solo alcune delle criticità emerse, in generale, vengono disattese gran parte di quegli accorgimenti tecnici fondamentali nella progettazione e sviluppo di siti web realmente inclusivi.


Per Edoardo Arnello, Ceo di AccessiWay Italy, “è sorprendente che proprio il sito contiene le linee guida europee tradotte per l’Italia per l’accessibilità digitale sia inaccessibile per chi ha una disabilità. Questo dimostra quanto quella dell’accessibilità digitale sia una sfida complessa che va gestita a 360 gradi vista la delicatezza dei temi e l’impatto che alcuni errori o sviste possono avere sulla fruibilità dei contenuti e quindi dei diritti che debbono essere uguali per tutti i cittadini. Con la nostra attività stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che l’accessibilità web è un elemento essenziale per garantire che tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive, possano accedere e utilizzare le risorse online in modo efficace. Migliorare l’accessibilità non solo rende il sito web conforme alle normative, ma promuove anche inclusività e uguaglianza”.

Malattia di Huntington, indagine LIRH: sostegno psicologico inadeguato

Malattia di Huntington, indagine LIRH: sostegno psicologico inadeguatoRoma, 27 giu. (askanews) – In Italia il sostegno piscologico per persone con malattia di Huntington non è disponibile e, quando lo è, non risulta adeguato: è il risultato di una indagine qualitativa, promossa dalla Fondazione LIRH, la Lega Italiana Ricerca Huntington e condotta con la collaborazione del Dr. Nicolò Zarotti, ricercatore dell’Università di Lancaster e del Centro per le Neuroscienze Cliniche di Manchester.


“La malattia di Huntington – spiega la presidente della Fondazione LIRH, Barbara D’Alessio – è tradizionalmente considerata un disturbo del movimento, ma in realtà ad essa si associano moltissime difficoltà sul piano psicologico. Depressione, ansia, irritabilità, aggressività, compulsioni, apatia, comportamenti ossessivo-compulsivi sono quelle più frequenti, alle quali spesso si accompagna un maggiore rischio di suicidio, rischio che comunque caratterizza questa malattia rara. Non va inoltre trascurato l’impatto psicologico del test genetico e del crescere in una famiglia con persone malate”. Secondo i partecipanti al sondaggio condotto dalla fondazione LIRH manca l’offerta di assistenza psicologica nel pubblico, non viene fornito aiuto psicologico in caso di test genetico, ma soprattutto vi sono evidenti disparità regionali. Dall’altra parte, tra gli elementi che invece favoriscono l’accesso al supporto psicologico, sono emersi: i consigli ricevuti dalle associazioni pazienti, l’assistenza ricevuta dal medico specialista competente, l’avere iniziato un percorso di supporto psicologico per motivi diversi dalla malattia di Huntington e la possibilità di usufruire di sconti o tariffe agevolate. La maggior parte delle persone con malattia di Huntington e dei loro caregivers, in conclusione, immaginano il futuro sviluppo dell’assistenza psicologica come: gratuito, o comunque a un costo simbolico, personalizzato, fatto su misura sia del paziente che dei membri della famiglia e continuo nel tempo, che attraversi, cioè, tutte le diverse fasi della malattia.


“I pazienti e i caregivers – conclude il prof. Ferdinando Squitieri, direttore medico e scientifico della Fondazione LIRH – percepiscono il servizio pubblico di assistenza psicologica in Italia carente e inadeguato, avendo come alternativa un’assistenza privata spesso non affidabile e preferendo ricorrere al supporto psicologico fornito dalle associazioni dei pazienti, laddove possibile. Barriere come la sfiducia nella sanità pubblica e i pregiudizi ancora esistenti sulla terapia psicologica (e quindi sulla salute mentale) limitano l’accesso. Dall’altro lato il sostegno da parte delle associazioni dei pazienti, la guida di un clinico competente e la ricerca di sostegno per motivi diversi dalla malattia costituiscono elementi di facilitazione. Le persone coinvolte desiderano dunque ricevere un’assistenza psicologica a titolo gratuito, personalizzata e continuativa nel tempo”.

Cia: finalmente la legge per il florovivaismo, attesa da anni

Cia: finalmente la legge per il florovivaismo, attesa da anniRoma, 27 giu. (askanews) – “Finalmente il ddl florovivaismo è legge e può aprirsi davvero una nuova stagione di sviluppo per un settore strategico dell’agricoltura Made in Italy”. Così Cia, con la sua associazione Florovivaisti Italiani, commenta l’approvazione anche al Senato del disegno di legge delega dedicato, esprimendo soddisfazione per il via libera definitivo al provvedimento, atteso da anni da tutta la filiera.


“È importante riuscire ad avere, dopo tanti tentennamenti, un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, promozione e commercializzazione – sottolinea in una nota il presidente dei Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto – per riordinare e valorizzare un comparto che vale oltre 3 miliardi, conta 27 mila aziende e dà lavoro a 100 mila addetti. Bisogna rilanciare la produzione italiana di piante e fiori e proiettarla nel futuro, tra sfide climatiche, fitosanitarie e di mercato. Anche per questo, adesso ci aspettiamo che i decreti attuativi siano veloci, in modo da far decollare subito la legge”. “Al nostro florovivaismo – aggiunge il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini – occorre una legge che qualifiche il ruolo, caratterizzi i diversi attori della filiera, garantisca certezza di norme e risorse adeguate. Con l’obiettivo di rinnovare le aziende e renderle pienamente sostenibili, dal punto di vista economico, ambientale, sociale”.

Corno d’Africa, Unhcr lancia la campagna “Torniamo a sentire”

Corno d’Africa, Unhcr lancia la campagna “Torniamo a sentire”Roma, 27 giu. (askanews) – “Questa è la peggiore siccità che abbia mai visto. Abbiamo camminato per otto giorni per arrivare qui. Non avevo nulla da mangiare per i miei figli. Piangevano e piangevano. Ho pensato di togliermi la vita piuttosto che vederli morire di fame davanti a me”. Le parole di Shamsa Amin Ali, 38 anni, rifugiata somala in Kenya, sono emblematiche della sofferenza vissuta da 31,7 milioni di persone strette nella morsa dell’insicurezza alimentare acuta. Un problema gravissimo e che colpisce in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili, ovvero rifugiati e sfollati che vivono in Paesi fragili come il Kenya e dove sono in corso conflitti e violenze come Etiopia e Somalia. Per accendere i riflettori sul dramma in corso e per raccogliere fondi necessari a salvare milioni di persone, UNHCR lancia la campagna “Torniamo a sentire” con la quale chiede a tutti di donare per contribuire a garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza, acqua potabile e cure mediche a milioni di rifugiati e sfollati nel Corno d’Africa.


L’Etiopia ospita una delle più grandi popolazioni di rifugiati e sfollati interni a livello globale. Attualmente accoglie quasi 1 milione di rifugiati mentre si stima che siano circa 3,5 milioni gli sfollati interni. Con 19,7 milioni di persone colpite da insicurezza alimentare acuta, il Paese si conferma come una delle più gravi crisi alimentari a causa dell’impatto della crisi climatica, delle sfide economiche che deve affrontare e del conflitto interno. Anche in Somalia la situazione si presenta estremamente complessa e caratterizzata da insicurezza e tensioni politiche oltre agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Gruppi armati non statali sono responsabili di molteplici attacchi indiscriminati, che spesso hanno causato danni ai civili. Nel Paese 6,6 milioni di persone si trovano in condizioni di grave insicurezza alimentare, fra essi sono particolarmente colpiti i quasi 4 milioni di sfollati interni.


Drammatica anche la situazione in Kenya, dove 5,4 milioni di persone affrontano alti livelli di insicurezza alimentare e dove sono presenti oltre 770 mila tra e rifugiati e richiedenti asilo, la maggior parte dei quali vive nei campi di Dadaab e Kakuma. Inoltre, preoccupa molto l’aggravarsi della crisi in Sudan, divenuta ormai tra le principali crisi umanitarie al mondo. Dall’inizio del conflitto nell’aprile del 2023, 9,2 milioni persone sono state costrette a fuggire. Migliaia di persone ogni giorno si riversano ai confini del Paese, esiste il rischio di destabilizzazione dell’intera regione. La maggioranza dei Paesi limitrofi – tra cui Ciad, Etiopia, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan – ha tenuto le frontiere aperte per accoglierli ma per poter continuare a farlo necessitano di maggiore sostegno. In questo Paese, oltre 20 milioni di persone ovvero il 42% della popolazione soffre di alti livelli di grave insicurezza alimentare. Le Regioni maggiormente colpite sono il Darfur, Khartoum e Kordofan, teatri di continui conflitti e gravi violazioni dei diritti umani.


“La maggior parte delle persone costrette a fuggire dai loro Paesi alla ricerca di sicurezza vive oggi in contesti fragili, altamente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, carenti di beni alimentari e insicuri per via di conflitti e violenze – commenta Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di UNHCR Italia. “Bambini, donne e uomini già fortemente provati dalla fuga forzata e senza mezzi di sussistenza vengono quindi investiti in pieno dall’insicurezza alimentare acuta e rischiano di non sopravvivere alla fame. Per provare a contrastarla sono costretti a esporsi a gravi pericoli: per le donne rifugiate aumenta l’esposizione alla violenza sessuale e di genere, mentre tra i bambini, crescono i casi di abuso, abbandono scolastico e matrimoni infantili”. L’appello di Unhcr Italia: “Torniamo a sentire” l’urlo silenzioso della fame.


Raccogliere fondi per contrastare la grave insicurezza alimentare che colpisce milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia è l’obiettivo della campagna di UNHCR Italia dal titolo “Torniamo a sentire”. I fondi raccolti serviranno a finanziare la risposta umanitaria dell’UNHCR a beneficio dei rifugiati e degli sfollati in questi Paesi, in particolare per garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza, acqua potabile e cure mediche. “Con questa campagna vogliamo accendere i riflettori sulle condizioni di milioni di persone la cui sofferenza fatica a guadagnare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Il nostro appello è di tornare tutti a sentire l’urlo silenzioso della fame con il cuore, e di farlo con empatia e con generosità. Invitiamo tutti a donare per garantire alle famiglie in fuga un sostegno, anche piccolo, ma che fa la differenza – continua Laura Iucci. In un momento come questo, dove le emergenze umanitarie aumentano mentre diminuiscono le risorse per gli aiuti, ogni singolo contributo è essenziale e imprescindibile”. Per saperne di più: https://www.unhcr.org/it/cosa-facciamo/emergenze/emergenza-corno-dafrica/

Vino, Trentodoc: nel 2023 sale valore (+3%) e calano volumi (-2%)

Vino, Trentodoc: nel 2023 sale valore (+3%) e calano volumi (-2%)Milano, 27 giu. (askanews) – L’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc evidenzia per il 2023 la tenuta del comparto, composto da 67 case spumantistiche, con una crescita a valore del 3%, pari ad un fatturato complessivo di 185 milioni di euro.


“Possiamo ritenerci soddisfatti, alla luce del quadro economico generale” ha commentato il presidente dell’Istituto, Stefano Fambri, aggiungendo che “rispetto ai dati dell’anno precedente, il 2023 mostra una crescita a valore generale con una lieve flessione a volume di circa il 2%, imputabile ad un calo in grande distribuzione dove, a fronte della situazione contingente e dell’aumento dei costi, alcuni associati hanno adottato politiche promozionali più restrittive”. Il mercato di riferimento per Trentodoc rimane l’Italia, che rappresenta l’85% del venduto, in particolare nel settore horeca in continua crescita, mentre il restante 15% riguarda l’estero, dove sono attivi due progetti Ocm, negli Stati Uniti (in particolare East Coast) e in Svizzera. Tra le tipologie più apprezzate dal consumatore, si confermano i millesimati e le riserve.