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Autore: Redazione StudioNews

Golf, Open d’Italia: sfida tra campioni con Reed e Willet

Golf, Open d’Italia: sfida tra campioni con Reed e WilletRoma, 26 giu. (askanews) – Campioni Major, azzurri al top, un field delle grandi occasioni: è l’81° Open d’Italia presented by Regione Emilia-Romagna. Lo spettacolo tecnico e agonistico andrà in scena dal 27 al 30 giugno sul percorso dell’Adriatic Golf Club di Cervia, dove Guido Migliozzi e Matteo Manassero sfidano i due Masters Champions, lo statunitense Patrick Reed e l’inglese Danny Willett, per conquistare un titolo nell’Open Nazionale che manca all’Italia dal 2016. Entrambi vincitori stagionali, i due azzurri, che sono i migliori nel World Ranking e nella Race To Dubai (ordine di merito continentale) e che si apprestano a difende i colori italiani alle Olimpiadi di Parigi, possono compiere l’impresa. “Difficile, ma si può fare” il pensiero di Manassero, mentre Migliozzi guarda anche ai Giochi: “L’Olimpiade è un punto esclamativo nella carriera”.


Senza trascurare Edoardo Molinari, vice capitano europeo alla Ryder Cup di Roma e alla prossima in USA nel 2025, e Andrea Pavan, reduce dal quarto posto nel KLM Open, appannaggio domenica scorsa di Migliozzi, che hanno grande esperienza e che sanno anche loro come si vince sul DP World Tour. Saranno 156 i concorrenti (20 italiani) sul tee di partenza che si contenderanno un montepremi 3.250.000 dollari, il secondo più alto (Major escusi) da quello dell’Hero Dubai Desert Classic di gennaio. La Rolex Pro-Am al team di Bradbury/Southgate – La massima manifestazione golfistica nazionale è stata anticipata dalla Rolex Pro-Am vinta con “meno 18” dalla squadra guidata per tre buche dall’inglese Dan Bradbury e poi sostituito, perché infortunato, dal suo connazionale Matthew Southgate, con gli amateur Mauro Acquati, Sebastiano Cristofori ed Elena Fornari. Ha preceduto quella del tedesco Yannik Paul, con Cordiano Dagnoni, Paola Manzoni e Federico Casini, stesso “-18”, ma miglior score sull’ultima buca. In terza posizione con “meno 14” il team dell’inglese Laurie Canter, con Luca Tolentino, Ubaldo Delfino e Marco Cazzola, che ha superato le compagini dello spagnolo Adrian Otaegui, con Fabio Di Pietro, Luigi D’Amico e Lamberto Zanzani, e del sudafricano Dylan Frittelli, con Stelio Gardelli, Giovanni La Mela e Filippo Strocchi, medesimo “-14” e posizione di classifica stabilita dal punteggio più basso sulle ultime tre buche. Bella prestazione del team degli atleti paralimpici Davide Palestro, Cristiano Berlanda e Andrea Plachesi, condotti dall’iberico Adri Arnaus, settimi con “-12”. Si è giocato con la formula “Tour Scramble – net aggregate team score in relation to par” and “Use your pro” e per la classifica sono stati conteggiati solamente birdie, eagle ed eventuali albatross.

Consiglio europeo per la quadra sui top jobs, Meloni alza i toni in vista della trattativa

Consiglio europeo per la quadra sui top jobs, Meloni alza i toni in vista della trattativaBruxelles, 26 giu. (askanews) – Alzare la voce per cercare di aver maggior potere negoziale; affermare di puntare al bersaglio grosso (cambiare la politica dell’Europa) per arrivare al minimo, un ruolo pesante per l’Italia nella prossima Commissione Ue; drammatizzare la situazione, forse anche per esigenze di politica interna. Giorgia Meloni si presenta alla Camera e al Senato alla vigilia del Consiglio europeo che dovrebbe dare il via libera all’intesa sui top jobs – Antonio Costa presidente del Consiglio, Ursula von der Leyen presidente della Commissione, Kaja Kallas alto rappresentante per la politica estera – e alza i toni proprio in vista della trattativa sul ruolo dell’Italia: la premier vorrebbe una vicepresidenza (ma molto difficilmente potrebbe essere esecutiva) e deleghe di peso per il commissario, ruolo per il quale sembra rafforzarsi la candidatura di Raffaele Fitto.


Intervenendo in Aula a Montecitorio, Meloni attacca dunque “metodo e merito” del pacchetto proposto dalla maggioranza formata da Ppe, S&D e Renew. Di fronte a un voto popolare che, secondo lei, ha mostrato con “segnali chiari” la richiesta di un “cambiamento”, le “classi dirigenti europee sembrano purtroppo tentate dal nascondere la polvere sotto il tappeto, dal continuare con vecchie e deludenti logiche come se nulla fosse accaduto”. Un’Europa “sempre troppo uguale a se stessa” se non “autoreferenziale” ha commesso dunque l’errore di non imparare dai propri errori, di non scostarsi da quella tendenza “troppo invasiva” che rischia di “omologare culture, tradizioni, specificità geografiche e sociali”. L’obiettivo dovrebbe essere quello di “fare meno e di farlo meglio”, diventare un “gigante politico” invece che un “gigante burocratico”. In particolare – elenca – l’Europa dovrebbe “aumentare la propria autonomia strategica”; incrementare gli investimenti con “strumenti comuni adeguati” perché nessun singolo Stato membro può farcela da solo; “disboscare pesantemente” la “selva burocratica e amministrativa”, creando anche una nuova delega ad hoc; combattere la concorrenza sleale. Naturalmente una priorità per l’Italia è la questione migratoria con la “difesa dei confini esterni, il contrasto all’immigrazione irregolare di massa, l’impegno per stroncare il business disumano dei trafficanti di esseri umani” perché l’Europa non può “più tollerare un crimine universale come la schiavitù”. E questo si fa con gli accordi come quelli come Egitto e Tunisia e affrontando le cause profonde delle migrazioni, come l’Italia fa con il Piano Mattei “che stiamo progressivamente implementando”. Altro tema strategico è quello della sicurezza e della difesa comune: occorre “accelerare la strada verso una politica industriale comune nel settore della difesa” ma per finanziarla bisogna “immaginare soluzioni innovative, aprendo anche alla possibilità di obbligazioni europee”.


Meloni ribadisce anche il sostegno italiano al “processo di allargamento” ad Est nel “rispetto dei valori europei” e l’impegno dell’Italia nella transizione green, ma se “siamo i primi difensori della natura” la “vogliamo difendere con l’uomo dentro”. Dunque scelte pragmatiche dopo anni di “follia ideologica, che lavoreremo per correggere”. Altra sfida a cui l’Italia tiene particolarmente è quella demografica, a sostegno della natalità. Alle ultime elezioni secondo la premier i cittadini hanno detto “chiaramente qual è il modello che preferiscono” con “la bocciatura delle politiche portate avanti dalle forze di governo in molte delle grandi nazioni europee”. Il riferimento è a Francia, Germania, Spagna, con solo il governo italiano che ha avuto un risultato “positivo”. Alla democrazia, però, l’Europa sta preferendo “una visione oligarchica” in cui “la logica del consenso” è stata sostituita dalla “logica dei caminetti”, da una “sorta di ‘conventio ad excludendum’ in salsa europea”. Su questa base, contesta, Ppe, S&D e Renew (una “maggioranza fragile”) alla prima riunione si sono presentati “direttamente con le proposte di nomi per gli incarichi apicali senza neanche fingere di voler aprire una discussione su quali fossero le indicazioni arrivate dai cittadini con il voto”.


La realtà è che Meloni sa bene che l’unica maggioranza possibile, numeri alla mano, è quella attuale, di cui Ecr non può far parte per l’opposizione del Pse ma anche di parte del Ppe. Ma sa anche che come leader di Fdi il suo posto sarà all’opposizione nel Parlamento di Strasburgo (dove comunque non di rado le maggioranze sono a geometria variabile), ma come presidente del Consiglio dovrà trattare sul commissario e poi far partire, più o meno esplicitamente, l’esecutivo comunitario. Da parte sua, secondo quanto riferiscono fonti europee, Ursula von der Leyen sarebbe assai ben disposta ad accogliere le sue richieste, fin dove possibile, in cambio di una ‘non opposizione’ in Consiglio e in occasione del voto all’Europarlamento per ridurre il rischio di essere impallinata dai franchi tiratori. “Dobbiamo lavorare per vederci riconosciuto ciò che spetta all’Italia come nazione, non al governo, non a questo o a quel partito, ma alla nazione”, è stata la conclusione di Meloni, che ha chiesto all’opposizione di “fare gioco di squadra”, salvo poi assestare una ‘stoccata’ al Pd: “La collega Madia spera che avremo un ruolo importate come quello di ora”, il commissario all’economia Paolo Gentiloni, “io spero di riuscire a far meglio”. Anzi, si dice sicura, andrà a Bruxelles a “testa alta” e non come una “cheerleader” di qualcuno, portando a casa il risultato.


(di Alberto Ferrarese)

Meloni a Bruxelles per top jobs, alza toni per trattativa Commissario

Meloni a Bruxelles per top jobs, alza toni per trattativa CommissarioBruxelles, 26 giu. (askanews) – Alzare la voce per cercare di aver maggior potere negoziale; affermare di puntare al bersaglio grosso (cambiare la politica dell’Europa) per arrivare al minimo, un ruolo pesante per l’Italia nella prossima Commissione Ue; drammatizzare la situazione, forse anche per esigenze di politica interna. Giorgia Meloni si presenta alla Camera e al Senato alla vigilia del Consiglio europeo che dovrebbe dare il via libera all’intesa sui top jobs – Antonio Costa presidente del Consiglio, Ursula von der Leyen presidente della Commissione, Kaja Kallas alto rappresentante per la politica estera – e alza i toni proprio in vista della trattativa sul ruolo dell’Italia: la premier vorrebbe una vicepresidenza (ma molto difficilmente potrebbe essere esecutiva) e deleghe di peso per il commissario, ruolo per il quale sembra rafforzarsi la candidatura di Raffaele Fitto.


Intervenendo in Aula a Montecitorio, Meloni attacca dunque “metodo e merito” del pacchetto proposto dalla maggioranza formata da Ppe, S&D e Renew. Di fronte a un voto popolare che, secondo lei, ha mostrato con “segnali chiari” la richiesta di un “cambiamento”, le “classi dirigenti europee sembrano purtroppo tentate dal nascondere la polvere sotto il tappeto, dal continuare con vecchie e deludenti logiche come se nulla fosse accaduto”. Un’Europa “sempre troppo uguale a se stessa” se non “autoreferenziale” ha commesso dunque l’errore di non imparare dai propri errori, di non scostarsi da quella tendenza “troppo invasiva” che rischia di “omologare culture, tradizioni, specificità geografiche e sociali”. L’obiettivo dovrebbe essere quello di “fare meno e di farlo meglio”, diventare un “gigante politico” invece che un “gigante burocratico”. In particolare – elenca – l’Europa dovrebbe “aumentare la propria autonomia strategica”; incrementare gli investimenti con “strumenti comuni adeguati” perché nessun singolo Stato membro può farcela da solo; “disboscare pesantemente” la “selva burocratica e amministrativa”, creando anche una nuova delega ad hoc; combattere la concorrenza sleale. Naturalmente una priorità per l’Italia è la questione migratoria con la “difesa dei confini esterni, il contrasto all’immigrazione irregolare di massa, l’impegno per stroncare il business disumano dei trafficanti di esseri umani” perché l’Europa non può “più tollerare un crimine universale come la schiavitù”. E questo si fa con gli accordi come quelli come Egitto e Tunisia e affrontando le cause profonde delle migrazioni, come l’Italia fa con il Piano Mattei “che stiamo progressivamente implementando”. Altro tema strategico è quello della sicurezza e della difesa comune: occorre “accelerare la strada verso una politica industriale comune nel settore della difesa” ma per finanziarla bisogna “immaginare soluzioni innovative, aprendo anche alla possibilità di obbligazioni europee”.


Meloni ribadisce anche il sostegno italiano al “processo di allargamento” ad Est nel “rispetto dei valori europei” e l’impegno dell’Italia nella transizione green, ma se “siamo i primi difensori della natura” la “vogliamo difendere con l’uomo dentro”. Dunque scelte pragmatiche dopo anni di “follia ideologica, che lavoreremo per correggere”. Altra sfida a cui l’Italia tiene particolarmente è quella demografica, a sostegno della natalità. Alle ultime elezioni secondo la premier i cittadini hanno detto “chiaramente qual è il modello che preferiscono” con “la bocciatura delle politiche portate avanti dalle forze di governo in molte delle grandi nazioni europee”. Il riferimento è a Francia, Germania, Spagna, con solo il governo italiano che ha avuto un risultato “positivo”. Alla democrazia, però, l’Europa sta preferendo “una visione oligarchica” in cui “la logica del consenso” è stata sostituita dalla “logica dei caminetti”, da una “sorta di ‘conventio ad excludendum’ in salsa europea”. Su questa base, contesta, Ppe, S&D e Renew (una “maggioranza fragile”) alla prima riunione si sono presentati “direttamente con le proposte di nomi per gli incarichi apicali senza neanche fingere di voler aprire una discussione su quali fossero le indicazioni arrivate dai cittadini con il voto”.


La realtà è che Meloni sa bene che l’unica maggioranza possibile, numeri alla mano, è quella attuale, di cui Ecr non può far parte per l’opposizione del Pse ma anche di parte del Ppe. Ma sa anche che come leader di Fdi il suo posto sarà all’opposizione nel Parlamento di Strasburgo (dove comunque non di rado le maggioranze sono a geometria variabile), ma come presidente del Consiglio dovrà trattare sul commissario e poi far partire, più o meno esplicitamente, l’esecutivo comunitario. Da parte sua, secondo quanto riferiscono fonti europee, Ursula von der Leyen sarebbe assai ben disposta ad accogliere le sue richieste, fin dove possibile, in cambio di una ‘non opposizione’ in Consiglio e in occasione del voto all’Europarlamento per ridurre il rischio di essere impallinata dai franchi tiratori. “Dobbiamo lavorare per vederci riconosciuto ciò che spetta all’Italia come nazione, non al governo, non a questo o a quel partito, ma alla nazione”, è stata la conclusione di Meloni, che ha chiesto all’opposizione di “fare gioco di squadra”, salvo poi assestare una ‘stoccata’ al Pd: “La collega Madia spera che avremo un ruolo importate come quello di ora”, il commissario all’economia Paolo Gentiloni, “io spero di riuscire a far meglio”. Anzi, si dice sicura, andrà a Bruxelles a “testa alta” e non come una “cheerleader” di qualcuno, portando a casa il risultato.

All’Europarlamento rinviata la sessione costitutiva del gruppo Ecr prevista per oggi

All’Europarlamento rinviata la sessione costitutiva del gruppo Ecr prevista per oggiBruxelles, 26 giu. (askanews) – La riunione costitutiva del gruppo politico dei Conservatori e Riformisti al Parlamento europeo (Ecr, 83 seggi), che doveva svolgersi questo pomeriggio a Bruxelles, è stata rinviata al 3 luglio. Lo hanno comunicato fonti dell’Ecr, il gruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia, che dopo le elezioni ne è diventata la delegazione nazionale più numerosa (24 eurodeputati). Il 3 luglio è anche il giorno in cui si svolgerà la riunione costitutiva dell’altro gruppo di destra al Parlamento europeo, Identità e Democrazia (Id), di cui fa parte la Lega, che era la delegazione nazionale più numerosa prima delle elezioni. Dopo le elezioni, la delegazione nazionale più importante del gruppo Id è diventata quella del Rassemblement national francese (30 eurodeputati).

Infiorata di Roma, il 29 giugno le Pro Loco colorano via della Conciliazione

Infiorata di Roma, il 29 giugno le Pro Loco colorano via della ConciliazioneRoma, 26 giu. (askanews) – In occasione della festa di San Pietro e Paolo, il 29 giugno i volontari delle Pro Loco di tutta Italia, tornano a colorare via della Conciliazione e Piazza Pio XII con tappeti e quadri floreali ispirati al tema della preghiera, onorando l’antico rito religioso dell’Infiorata. L’evento riprende e valorizza un’antica tradizione della cultura romana risalente al 1625, persa e recuperata a partire dal 2011 dalla Pro Loco Roma Capitale e dal 2021 in collaborazione con UNPLI-Unione Pro Loco d’Italia, che ha esteso la partecipazione a tutte le Infiorate del territorio nazionale.


La realizzazione delle opere impegnerà maestri infioratori e volontari dal tardo pomeriggio del 28 giugno, notte compresa. Fedeli e visitatori potranno così ammirare nel viale antistante Piazza San Pietro la messa in posa di fiori, trucioli, frutta, zucchero, sale e sabbia in veri e propri quadri a cielo aperto. Tutte le composizioni artistiche verranno concluse e inaugurate a partire dalle ore 9.00 del 29 giugno e resteranno visibili ai fedeli e ai passanti per tutta la giornata di festa. Insieme alla Pro Loco di Roma Capitale, saranno presenti altre nove delegazioni dell’Unpli dalla Basilicata (Rotonda, Provincia di Potenza), dalla Campania (Paduli, Provincia di Benevento), dal Lazio (Ferentino, Provincia di Frosinone e Gallese, Provincia di Viterbo), dalle Marche (Fermignano, Provincia di Pesaro e Urbino), dalla Puglia (Serracapriola, Provincia di Foggia), dalla Sardegna (Tortolì, Provincia di Nuoro), dalla Toscana (Fucecchio, Provincia di Firenze) e dal Veneto (Pontelongo, Provincia di Padova). Ogni delegazione lavorerà alla creazione di una scena ispirata al tema della preghiera, indicato dal Santo Padre, in accordo con la Santa Sede, come motivo d’ispirazione per tutti i fedeli che nell’anno precedente al Giubileo potranno recuperare il desiderioádiástareáalla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo.


Un gruppo nutrito di volontari che porta avanti questo inestimabile patrimonio culturale immateriale e che per la prima volta UNPLI raggrupperà in un’unica rete al fine di tutelarne e valorizzarne tradizioni e saperi. Il 28 giugno alle ore 10.00 è prevista, infatti, la presentazione della Rete Nazionale delle Infiorate e delle Composizioni di Arti Effimere, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura. Nel corso dell’evento interverranno il Presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco Antonino La Spina, il Presidente ICH NGO Forum Robert Baron, il Dirigente del servizio III-Relazioni internazionali del Ministero della Cultura Mariassunta Peci, il Dirigente del servizio II- Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura Stefano Musco, il Presidente del Centro Studi per il Patrimonio Culturale-Fondazione Pro Loco Italia ETS Fernando Tomasello, il Responsabile del Dipartimento Cultura ANCI Vincenzo Santoro, il Presidente dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale Leandro Ventura e il Presidente ISTO Europa Gianluca Pastorelli. Prenderanno parola anche i rappresentanti delle comunità locali presenti. Beppe Convertini sarà impegnato nella conduzione.

Vino, grande successo a Londra per l’evento istituzionale di IGM

Vino, grande successo a Londra per l’evento istituzionale di IGMMilano, 26 giu. (askanews) – Dopo la conferenza stampa nella nuova sede della stampa estera a Palazzo Grazioli a Roma, che ha visto celebrare 20 anni di promozione, tutela e valorizzazione dei grandi vini italiani, Istituto Grandi Marchi (IGM) ha fatto tappa nel Regno Unito per l’evento istituzionale che ogni anno riunisce trade, stampa, sommelier e grandi esperti del mondo del vino.


Le 18 importanti aziende del gruppo hanno scelto Londra, colonna portante dei mercati internazionali e tra i primi hub al mondo per il business del vino. Nell’elegante sala dell’One London Wall si è tenuta un’esclusiva masterclass alla scoperta delle migliori etichette dell’annata 2004 (anno di nascita di IGM), guidata da Patrick Schmitt, Master of Wine e caporedattore di “The Drinks Business”. A seguire un “walk-around tasting” che ha visto la presenza di oltre 200 operatori del trade, che hanno potuto vivere un percorso di degustazione di altissimo livello. In chiusura di giornata si è tenuta la cena di gala nella sede dell’Ambasciata d’Italia, che ha ospitato oltre 70 tra produttori, importanti operatori del trade inglese, stampa, autorità, corrispondenti italiani a Londra e Masters of Wine, tra cui il primo italiano: Gabriele Gorelli. “Un modo per rinnovare la preziosa collaborazione tra il nostro gruppo e l’Institute of Masters of Wine – ha spiegato IGM – una liaison iniziata ben 14 anni fa, basata sul sentimento comune di costruire un futuro dell’enologia italiana ancora più radioso, con al centro la cultura, il territorio e l’educazione al consumo che costituiscono lo stile inconfondibile del vino tricolore e di chi lo racconta”.

Meloni: tutte le droghe fanno male, distruggono la vita delle persone

Meloni: tutte le droghe fanno male, distruggono la vita delle personeRoma, 26 giu. (askanews) – “La lotta alla droga e alle dipendenze patologiche è una priorità assoluta di questo Governo. Fin dal nostro insediamento, siamo al lavoro, con costanza e determinazione, per ribadire alcuni messaggi chiari, per troppo tempo dimenticati: la droga distrugge la vita delle persone e le rende schiave e succubi; tutte le droghe fanno male, senza distinzioni, e sostenere il contrario è un inganno, che colpisce in particolare le giovani generazioni; il Governo e le Istituzioni, ad ogni livello, non devono voltarsi dall’altra parte ma fare tutto quello che è nelle loro possibilità per combattere il traffico di droga e lo spaccio, investire nella prevenzione e sostenere i servizi pubblici e le comunità terapeutiche nella loro insostituibile azione di cura e recupero”. Lo ha affermato in una dichiarazione in occasione della Giornata mondiale contro le droghe la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.


“Il Governo – ha sottolineato la premier- ha puntato sulla prevenzione, ha promosso diverse campagne di comunicazione come quella in corso in questi giorni sulla RAI, l’Italia è tra le prime Nazioni in Europa ad attivare un piano a 360 gradi contro la diffusione del fentanyl e ha attivato nuovi strumenti per finanziare gli interventi in questo ambito, come la possibilità data ai cittadini di destinare l’8xmille dell’IRPEF a diretta gestione statale”. “Abbiamo davanti a noi – ha concluso Meloni- tanto lavoro da fare per affrontare un’emergenza da troppo ignorata o sottovalutata, ma il cambio di passo c’è e siamo in prima linea per consolidarlo e renderlo strutturale, con un gioco di squadra tra Dipartimento Politiche Antidroga, Ser.D., comunità e società scientifiche”.

Meloni: tutte le droghe fanno male, distruggono vita persone

Meloni: tutte le droghe fanno male, distruggono vita personeRoma, 26 giu. (askanews) – “La lotta alla droga e alle dipendenze patologiche è una priorità assoluta di questo Governo. Fin dal nostro insediamento, siamo al lavoro, con costanza e determinazione, per ribadire alcuni messaggi chiari, per troppo tempo dimenticati: la droga distrugge la vita delle persone e le rende schiave e succubi; tutte le droghe fanno male, senza distinzioni, e sostenere il contrario è un inganno, che colpisce in particolare le giovani generazioni; il Governo e le Istituzioni, ad ogni livello, non devono voltarsi dall’altra parte ma fare tutto quello che è nelle loro possibilità per combattere il traffico di droga e lo spaccio, investire nella prevenzione e sostenere i servizi pubblici e le comunità terapeutiche nella loro insostituibile azione di cura e recupero”. Lo ha affermato in una dichiarazione in occasione della Giornata mondiale contro le droghe la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.


“Il Governo – ha sottolineato la premier- ha puntato sulla prevenzione, ha promosso diverse campagne di comunicazione come quella in corso in questi giorni sulla RAI, l’Italia è tra le prime Nazioni in Europa ad attivare un piano a 360 gradi contro la diffusione del fentanyl e ha attivato nuovi strumenti per finanziare gli interventi in questo ambito, come la possibilità data ai cittadini di destinare l’8xmille dell’IRPEF a diretta gestione statale”. “Abbiamo davanti a noi – ha concluso Meloni- tanto lavoro da fare per affrontare un’emergenza da troppo ignorata o sottovalutata, ma il cambio di passo c’è e siamo in prima linea per consolidarlo e renderlo strutturale, con un gioco di squadra tra Dipartimento Politiche Antidroga, Ser.D., comunità e società scientifiche”.

Identificati 7 attivisti che hanno gettato vernice sulla scalinata di Trinità dei Monti

Identificati 7 attivisti che hanno gettato vernice sulla scalinata di Trinità dei MontiRoma, 26 giu. (askanews) – E’ al vaglio dell’autorità giudiziaria la posizione di 4 uomini e tre donne che stamane hanno versato del liquido rosso sulla scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna, a Roma. I soggetti indagati, che fanno riferimento ad una associazione che si batte contro la violenza di genere, sono stati identificati e fermati. La Sovrintendenza dovrà valutare adesso il danno provocato. Gli operatori dell’Ama con speciali idropulitrici hanno provveduto a ripulire il monumento.

Superimposition, un progetto d’arte sui vermi sonori

Superimposition, un progetto d’arte sui vermi sonoriMilano, 26 giu. (askanews) – Un progetto che si occupa dei vermi sonori, ossia quegli agenti sonori scoperti nella seconda metà dell’Ottocento che coercitivamente si insinuano nel cervello fino a diventare parassiti e innescare meccanismi cognitivi di controllo. Conosciuti già alla fine dell’Ottocento, i fenomeni furono successivamente definiti come vermi cerebrali di Oliver Sacks. I vermi sonori sono legati alla cultura di massa come la musica pop, pubblicità, videogiochi e sigle televisive. Abitano anche aeroporti, bar, negozi, palestre e centri commerciali, e sono caratterizzati da sequenze di melodie ridondanti e difficili da dimenticare. Riconoscere questi meccanismi è complesso, a causa di una debolezza generale, se una vera e propria assenza di educazione all’ascolto.


“Superimposition” è un progetto artistico di Polisonum, collettivo artistico composto da Filippo Lilli e Donato Loforese, che utilizza il suono come metodo di indagine e strumento per esplorare processi e metamorfosi legati al tempo presente. “Superimposition” ha avviato un’analisi dei dati di oltre 10.000 brani musicali presenti nelle classifiche internazionali dal 2000 al 2022. Questa analisi – che è in base alla quantità e ripetitività della musica – è stata automatizzata con un apposito software sviluppato. La loro sovrapposizione generata matematicamente compone l’opera “Sovrapposizione”, una composizione in cui non è riconoscibile alcuna melodia. L’opera è concepita come atto performativo, una sfilata che rievoca antichi rituali in cui i performer e il pubblico diventa un corpo unico sul palco. Gli indumenti realizzati con tessuti fonoassorbenti, che sembrano abiti scultorei, sono stati presentati in una coreografia da sfilata di moda.


La drammaturgia scenica e sonora dello spettacolo è stata interpretata anche nella storica Cercle Cité di Lussemburgo, alla fine di aprile, con la curatela di Francesca Ceccherini e Anastasia Chaguidouline. “Superimposition” è sostenuto dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del ministero della Cultura italiano nell’ambito del programma dell’Italian Council (2023). Dopo un tour in molte istituzioni internazionali l’opera entrerà nella collezione del MAMbo – Museo d’Arte Moderna Bologna.