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Autore: Redazione StudioNews

Europee, commissione Antimafia: sette i candidati impresentabili

Europee, commissione Antimafia: sette i candidati impresentabiliRoma, 28 mag. (askanews) – Sono sette i candidati alle elezioni europee in violazione del codice di autoregolamentazione dei partiti. Lo ha reso noto la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo leggendo l’elenco degli “impresentabili” in apertura di seduta.


Si tratta di Angelo D’Agostino, Marco Falcone, Luigi Grillo, tutti candidati nella lista Fi-Noi Moderati in diverse circoscrizioni; Alberico Gambino e Giuseppe Milazzo di Fdi; Filomena Greco candidata con la lista Stati Uniti D’Europa e Antonio Mazzeo (Pd).

L’Italia a Francoforte: un programma “per unire e includere”

L’Italia a Francoforte: un programma “per unire e includere”Francoforte, 28 mag. (askanews) – È stato presentato nella Literaturhaus di Francoforte il programma che l’Italia porterà come Paese ospite d’onore alla Buchmesse 2024, partecipazione che, 36 anni dopo la prima volta, sarà all’insegna del titolo “Radici nel futuro”. Una vetrina importante per la nostra letteratura, ma anche un’occasione per la diffusione all’estero della nostra cultura in generale. L’Italia si presenterà a Francoforte con un programma editoriale, curato dall’Associazione Italiana Editori e che si affiancherà a quello professionale dello stand collettivo, volutamente comprensivo di tutti i generi letterari e animato da oltre cento autori e ospiti. Dalla poesia all’approfondimento sociale, dal giallo al fumetto, dalla saggistica al romance, dall’arte ai contenuti per ragazzi: la proposta italiana darà pieno diritto a tutti i generi, rifiutando l’idea dell’esistenza di un ordine gerarchico tra di loro. Il commissario straordinario Mauro Mazza, che ha progettato e sta guidando la presenza italiana, ha ribadito dal palco la volontà di un progetto che vuole in primo luogo unire ed essere inclusivo, per tutti, senza pregiudizi verso nessuno. E la lista degli autori italiani che interverranno alla fiera di Francoforte è effettivamente variegata: si va da Chiara Valerio a Stefano Zecchi, da Vivian Lamarque a Susanna Tamaro, da Nicola Lagioia a Marcello Veneziani, e poi ancora moltissimi, tra i quali possiamo ricordare Claudia Durastanti, Mauro Covacich, Alessandro Baricco, Annalena Benini, Mario Desiati, Donatella Di Pietrantonio, Paolo Rumiz, Carlo Rovelli, Emanuele Trevi. Con due grandissimi nomi, già presenti 36 anni fa alla Buchmesse, come Dacia Maraini e Claudio Magris a fare da, per così dire, numi tutelari. E poi anche illustratori come Lorenzo Mattotti, che ha firmato il manifesto del progetto “Radici nel futuro”, o Olimpia Zagnoli, e ancora fumettisti come Milo Manara, ma anche più recenti fenomeni social come Pera Toons. Insomma, una pluralità di voci e atteggiamenti, che nelle intenzioni voglio dare una rappresentazione il più ampia possibile della cultura letteraria italiana.


Il programma darà forma al motto di questa partecipazione italiana, “Radici nel futuro”. Non è un ossimoro perché la storia della letteratura italiana rappresenta un marchio talmente conosciuto ed apprezzato all’estero da rendere indispensabile la sua presenza in una vetrina così prestigiosa dedicata al mondo della nostra editoria contemporanea. In questa ottica saranno a inquadrare gli omaggi a figure come Aldo Manuzio ed Andrea Camilleri o a istituzioni come l’Università degli Studi di Napoli Federico II per l’ottocentesimo anniversario dalla fondazione. Attualità, geopolitica, religione e giovani. Ma l’Italia a Francoforte avrà uno sguardo rivolto all’attualità con momenti di riflessione sull’Europa, sui suoi rapporti con la Russia, sul ruolo degli intellettuali nella società e nella politica. Nell’attualità si devono collocare anche gli appuntamenti dedicati all’ambito più spirituale e religioso, pensati per interrogarsi sul contributo che determinati valori comuni possono dare alla convivenza sociale in un’epoca di divisioni. Ieri, oggi e domani: l’attenzione alle nuove generazioni di lettori (e non solo) è testimoniato dallo spazio quotidiano alle migliori firme dell’editoria per bambini e ragazzi, ma anche dagli incontri che avranno protagoniste le star del romance, genere di grande tendenza. Un altro punto di forza del programma è il focus non solo su cosa ma anche su come si scrive. Ascoltare dalla viva voce degli autori quale metodo utilizzano per poter dar vita alle loro opere non capita tutti i giorni. Un format affidato alla giornalista Loretta Cavaricci: tu per tu con gli scrittori per scoprire, o almeno tentare di farlo, i segreti del mestiere più affascinante. Il Padiglione di Stefano Boeri: una piazza italiana. Passato e futuro, tradizione e modernità: tutto s’incontra e s’intreccia nel Padiglione immaginato e realizzato dall’architetto Stefano Boeri, luogo fisico che concretizza il claim dell’Italia Ospite d’Onore. Una piazza tipicamente italiana, coi portici attorno e gli spazi aperti, chiamata ad esprimere quell’idea di socialità e quel senso di comunità per cui gli italiani sono famosi nel mondo. Al suo interno l’Arena e il Caffè Letterario, i due teatri degli appuntamenti previsti dal programma editoriale. Sarà qui che più di cento autori ed ospiti animeranno le cinque giornate tricolori alla Buchmesse. Lo faranno nei confronti quotidiani, una modalità scelta proprio per valorizzare l’espressione di punti di vista e sensibilità diverse, se non contrastanti. Il confronto dialettico sarà il vero protagonista della partecipazione italiana, senza alcuna smania di dover giungere a posizioni identiche o sovrapponibili. Questo è lo spirito con cui l’Italia Ospite d’Onore cercherà di dimostrare a Francoforte che la cultura unisce, anche nella diversità.


Il Padiglione dell’Italia Ospite d’Onore darà vita visivamente al racconto di un Paese delle eccellenze. Un tema coerente con il motto “Radici nel futuro” è quello del rapporto con l’antichità che verrà rappresentato nei duemilatrecento metri quadri dall’allestimento della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”, già reduce dal successo al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Il giusto tributo alla cultura greco-romana in presenza, però, di opere di epoca medievale, moderna e contemporanea che testimonieranno la capacità dell’uomo di ogni tempo di trarre ispirazione nell’antichità senza perdere la volontà di reinventare e di reinventarsi. All’interno del Padiglione non poteva mancare una mostra dedicata a Johann Wolfgang von Goethe, il tedesco più innamorato dello Stivale che attraverso il suo celebre diario di viaggio è riuscito a rafforzare quelle “affinità elettive” esistenti tra i nostri due popoli. I due eventi espositivi, curati da Luigi Gallo, saranno organizzati dalla Direzione generale Musei del ministero della Cultura e daranno la possibilità ai visitatori della Buchmesse di ammirare di persona pezzi straordinariamente rappresentativi di un patrimonio storico-artistico senza eguali nel mondo. Il secolo breve ma intenso: omaggio al Novecento letterario. Dall’Italia del Settecento di Goethe prenderemo la macchina del tempo per arrivare al Novecento con la mostra fotografica “Scritto in faccia”. Ideato dalla The Italian Literary Agency e curato da Alberto Saibene, questo percorso espositivo porterà i visitatori del Padiglione a compiere un viaggio fotografico lungo cento anni. Un secolo di grandi tragedie per il nostro Paese, ma anche un’età argentea per la nostra letteratura. Le immagini di circa sessanta autori determineranno la presenza di una sorta di Pantheon letterario del XX secolo nella piazza realizzata da Stefano Boeri. Solo per fare alcuni nomi: Italo Svevo ed Alberto Arbasino, Oriana Fallaci e Dario Fo. Distanti d’anagrafe o d’orientamento, la mostra li celebrerà per il contributo fondamentale che hanno fornito nel rendere eterna la letteratura italiana del Novecento. Il simbolo di questa partecipazione dell’Italia come Ospite d’Onore è senz’altro il manifesto realizzato per l’occasione dal maestro Lorenzo Mattotti e dominato dalla figura della giovane lettrice sulla calla. Inevitabile, quindi, destinare al mondo dell’illustrazione uno spazio di rilievo all’interno del Padiglione. Nuove tendenze, idee e talenti nella mostra intitolata “Matite giovani tra illustrazione e fumetto”, curata dall’ Accademia Drosselmeier ed organizzata da BolognaFiere/Bologna Children’s Book Fair. Il nome della più importante fiera dedicata ai libri e ai contenuti per ragazzi è già di per sé una garanzia del fatto che nella piazza italiana a Francoforte si potranno ammirare le migliori giovani promesse di questo specifico ambito editoriale in cui da tempo l’Italia primeggia.

Vino, San Felice lancia “Vitiarium”, linea per l’alta ristorazione

Vino, San Felice lancia “Vitiarium”, linea per l’alta ristorazioneMilano, 28 mag. (askanews) – Una linea dedicata all’alta ristorazione e alle enoteche di ricerca: è il progetto “Vitiarium” di San Felice di Castelnuovo Berardenga (Siena), splendida Tenuta medioevale di 685 ettari, dei quali 150 vitati nella Docg Chianti Classico, coltivati secondo i principi della viticoltura rigenerativa e in fase di conversione biologica.


Dopo aver presentato a Vinitaly 2023 la sua nuova brand identity, l’azienda diretta da Carlo De Biasi e che si avvale dell’enologo Leonardo Bellaccini, ha presentato alla stampa specializzata a Milano i quattro vini che convergono nella nuova linea che, da qui a luglio, usciranno sul mercato: si tratta del “Borgo Chianti Classico Docg 2022”, “La Pieve Chianti Classico Docg Gran Selezione 2021”, “Pugnitello Toscana Igt 2021”, e “In Avane Chardonnay Toscana Igt 2022”. Etichette che puntano a rinnovare il progetto enologico di questa storica azienda che nel 1968 lanciò il supertuscan “Vigorello”, poi la celebre Riserva “Il Grigio””, e dieci anni più tardi imbottigliò un altro Chianti Classico prodotto con le sole uve del vigneto Poggio Rosso. Vini tuttora rappresentativi della proposta di San Felice (dal 1978 di proprietà del Gruppo Allianz), a cui adesso si affiancano referenze rinnovate e più immediate, pensate per andare incontro alle esigenze della ristorazione contemporanea, tra cui un autoctono (in purezza) come il Pugnitello e un oramai imprescindibile bianco della zona. La nuova linea prende il nome dal vigneto sperimentale per la tutela della biodiversità viticola toscana, e le quattro bottiglie sono vestite con le etichette disegnate da Federica Cecchi, che più che puntare ad un’omogeneità di immagine, esaltano l’unicità delle singole bottiglie.

Mattarella: l’eversione nera voleva portare indietro l’Italia

Mattarella: l’eversione nera voleva portare indietro l’ItaliaBrescia, 28 mag. (askanews) – “L’intento immediato degli attentatori”di piazza della Loggia “era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia. L’obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche. Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall’arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia.


“Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell’oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario. Contro la Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, principi scolpiti nella Carta Costituzionale”. L’obiettivo, ha proseguito Mattarella, era “provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società la sfiducia nella solidità del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista, che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità, costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture”.


“La stessa matrice eversiva, lo stesso disegno criminale, fu dietro a chi aveva piazzato ordigni o lanciato bombe a Piazza Fontana, a Milano, nel 1969, a Gioia Tauro nel luglio del 1970, a Peteano, nel 1972, alla Questura di Milano nel 1973. E che, dopo la strage di Brescia, continuò a praticare quella strategia della tensione, provocando nuovi spaventosi spargimenti di sangue innocente sul treno Italicus, a pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia, poi a Bologna nel 1980 – la più grande strage del terrorismo neofascista – e ancora, nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro. Una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze”. Tuttavia “il desiderio di verità e giustizia non si è fermato. Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di Piazza della Loggia hanno complessivamente chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia”.

Il Guardian: ex capo del Mossad minacciò procuratore della Corte penale internazionale

Il Guardian: ex capo del Mossad minacciò procuratore della Corte penale internazionaleRoma, 28 mag. (askanews) – L’ex capo del Mossad, Yossi Cohen, avrebbe minacciato l’ex procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, in una serie di incontri segreti volti a convincerla ad abbandonare un’indagine su presunti crimini di guerra e contro l’umanità nei Territori palestinesi occupati. Lo riporta oggi il Guardian, precisando che i contatti segreti di Cohen con Bensouda sono avvenuti prima che l’ex procuratore decidesse di avviare un’indagine formale.


L’indagine, poi avviata nel 2021, è culminata la scorsa settimana con la richiesta del successore di Bensouda, Karim Khan, di mandati di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il ministro della Difesa, Yoav Gallant, per la condotta nella guerra nella Striscia di Gaza. Secondo un alto funzionario israeliano sentito dal quotidiano britannico, le attività di Cohen “erano autorizzate ad alto livello” e giustificate dal fatto che la corte rappresentava una minaccia per possibili procedimenti giudiziari contro il personale militare. Un’altra fonte israeliana informata sull’operazione ha affermato che “l’obiettivo del Mossad era quello di compromettere il procuratore o di arruolarla per collaborare con le richieste di Israele”. Una terza fonte ha affermato che Cohen agiva come “messaggero non ufficiale” di Netanyahu.


Cohen ha concluso il suo mandato al Mossad nel 2021 ed è considerato un fedelissimo di Netanyahu. Quattro fonti hanno confermato al Guardian che Bensouda aveva informato un piccolo gruppo di alti funzionari della Cpi dei tentativi di Cohen di influenzarla, con le relative preoccupazioni per la natura sempre più persistente e minacciosa del suo comportamento. Tre di queste fonti hanno affermato che l’ex procuratore riferì di pressioni fatte da Cohen per non procedere con l’inchiesta. Secondo i suoi resoconti, l’ex capo del Mossad le avrebbe detto: “Dovresti aiutarci e lasciare che ci prendiamo cura di te. Tu non vuoi finire in mezzo a cose che potrebbero compromettere la tua sicurezza o quella della tua famiglia”. Il Guardian ha precisato che le rivelazioni sull’operazione di Cohen fanno parte di un’indagine condotta in collaborazione con la testata israelo-palestinese +972 Magazine e la testata in lingua ebraica Local Call su una “guerra” segreta condotta per quasi un decennio da diverse agenzie di intelligence israeliane contro la Cpi.

M.O., Majorino(Pd): ogni istituzione si mobiliti per cessate fuoco

M.O., Majorino(Pd): ogni istituzione si mobiliti per cessate fuocoMilano, 28 mag. (askanews) – “Chiediamo a tutte le istituzioni, compresa la Regone Lombardia all’interno della quale presenteremo una mozione”, di mobilitarsi per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per un “intervento politico” che porti al riconoscimento dello Stato di Palestina. Lo ha detto il capogruppo del Pd nel Consiglio regionale della Lombardia, Pierfrancesco Majorino, durante una conferenza stampa organizzata insieme alla capolista dem alle europee, Cecilia Strada.


“Siamo convinti ogni giorno di più che ci sia bisogno di un intervento politico, a partire dall’Unione europea, i cui atti sono stati finora inadeguati” ha aggiunto Majorino per il quale il massacro del 7 ottobre da parte di Hamas “ha innescato una spirale di violenza”. Oggi a Gaza, ha concluso, siamo “di fronte a una strage sistematica” di civili “provocata dal governo Netanyahu, che ha responsabilità enormi sulle proprie spalle e la cui azione va fermata anche con una forza di interposizione” internazionale.

M.O., mozione del Pd al Pirellone per cessate il fuoco a Gaza

M.O., mozione del Pd al Pirellone per cessate il fuoco a GazaMilano, 28 mag. (askanews) – Il gruppo del Pd nel Consiglio regionale della Lombardia presenterà a breve una mozione per chiedere al governo di fare tutto il possibile per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia. Sul secondo punto, ha osservato il consigliere dem Paolo Romano durante una conferenza stampa insieme alla capolista alle europee Cecilia Strada, “ci sono cancellerie” europee, come quella spagnola, che hanno dimostrato di avere “il coraggio che l’Italia non ha”. Quanto alla strage di Rafah, cioè la morte di decine di civili a causa di un bombardamento israeliano, per l’esponente dem il commento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stato “vergognoso e schifoso perché non ha detto nulla sulle vittime civili e ha detto che Hamas sta costringendo Israele in una trappola mediatica”.


“Molti dicono ‘Hamas è un gruppo terroristico, sono degli assassini e di là c’è una democrazia’, ma io mi chiedo quanto è più grave che a compiere questi atti sia una democrazia. La posizione della premier Meloni e di Tajani è cerchiobottismo: nei fatti c’è la difesa delle azioni di Israele, non di Israele sul quale siamo tutti d’accordo. A noi fa schifo come Meloni e Tajani giocano sulla pelle dei palestinesi” ha continuato. Per Romano il primo ministro di israeliano, Benjamin Netanyahu, sta cercando di diffondere “una profezia autoverificante” identificando i palestinesi con i sostenitori di Hamas perché “in base agli ultimi sondaggi a Gaza il supporto per Hamas non era sufficiente neanche per arrivare terzi” in eventuali elezioni democratiche e “la scommessa di Netanyahu è quella di portare il popolo palestinese e schierarsi con Hamas” come unica scelta possibile a fronte della “nostra inazione”.

Mattarella: non chiamare stragi di Stato atti di terrorismo

Mattarella: non chiamare stragi di Stato atti di terrorismoBrescia, 28 mag. (askanews) – Quelle che insanguinarono l’Italia durante gli anni della strategia della tensione non possono essere definite stragi di Stato “perché era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo la dall’interno”. Al contrario “lo Stato è costituito dalle pubbliche istituzioni che hanno resistito, rispettando le regole costituzionali, dai cittadini, dalle forze sociali, dai rappresentanti del popolo, dai partiti della nostra democrazia, da tutte le donne e gli uomini – la stragrande maggioranza – che hanno speso il loro impegno e lo spendono per la difesa della libertà e della democrazia”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia per la commemorazione a 50 anni dalla strage di Piazza della Loggia.


“Nella polemica dell’epoca ci fu chi, a proposito di questa impressionante catena di attentati, parlò di stragi di Stato. E’ una definizione che suscita passioni, sollecita sdegno, ma che suscita e sollecita anzitutto una diversa riflessione”, appunto perché “era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo dall’interno. Allo Stato – quello disegnato dalla nostra Costituzione – appartengono i magistrati, requirenti e giudicanti, le forze dell’ordine che, con fatica e tenacia, hanno condotto indagini e hanno raggiunto certezze su molti e fondamentali aspetti di quegli attentati”. “Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l’Italia. Hanno tramato nell’ombra contro il loro popolo e il loro Paese. Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi – nero e rosso – che – in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali – provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori. Una vittoria che è stata di tutti i cittadini italiani, che si sono sempre raccolti, nei momenti più bui, attorno alle istituzioni e che non si sono mai lasciati sedurre dalle insidie della violenza, della lotta armata, dell’eversione. E che mai hanno reclamato l’instaurazione di misure autoritarie per sconfiggere la minaccia terroristica”.

Mattarella: anche oggi respingere tentativi di minare democrazia

Mattarella: anche oggi respingere tentativi di minare democraziaBrescia, 28 mag. (askanews) – A 50 ani dalla strage di Piazza della Loggia e dalla strategia della tensione, “anche oggi, per via di un quadro internazionale caratterizzato da guerra e violenza, respiriamo un’atmosfera di tensione. Pur nei suoi contorni incerti e frammentati si intravede, nel mondo, il disegno di minare i valori di libertà e democrazia che rappresentano l’unica base solida della pace e della convivenza internazionale, alimentando tensioni, esasperando i conflitti, cercando di alimentare, attraverso la diffusione di notizie false e allarmanti, la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. E’ un tentativo che, oggi, come allora, va respinto. Con fermezza, con coraggio e con fiducia nella forza della democrazia e del diritto”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia.


“La nostra Repubblica è stata difesa e rafforzata, negli anni, dal sacrificio di tanti servitori dello Stato, di tanti cittadini onesti e coraggiosi. Tra questi vi sono le donne e gli uomini che oggi ricordiamo qui, con commozione e riconoscenza: uccise e uccisi da persone miserabili, perché sostenevano e difendevano la democrazia, la libertà, i diritti per tutti. Al di là delle doverose rievocazioni, il modo per ricordarli degnamente è quello di respingere e isolare i predicatori d’odio, gli operatori di mistificazione, i seminatori di discordia. E’ quello di rivendicare e vivere i principi e i valori su cui si basa la nostra Costituzione. Quello di operare costantemente per l’unità del popolo italiano, per la diffusione della libertà e dei diritti, per un quadro internazionale che assicuri la pace nella giustizia.

Allarme internisti: se la gonna non si allaccia rischio infarto aumenta

Allarme internisti: se la gonna non si allaccia rischio infarto aumentaRoma, 27 mag. (askanews) – Si credeva, una volta, che le donne fossero più protette degli uomini da ictus e infarti. Almeno fino alla menopausa, grazie all’ombrello protettivo degli estrogeni. Una sorta di fake news scientifica che ha alimentato la convinzione che le donne non dovessero preoccuparsi più di tanto della salute del cuore, visto che a proteggerle ci pensava madre natura. Ma i numeri smentiscono questa convinzione: da anni, in termini di mortalità cardiovascolare, le donne hanno ‘sorpassato’ gli uomini, anche in Italia. Secondo l’ISTAT nel 2020 si sono registrati 128.500 decessi per malattie cardiovascolari tra le donne, contro 98.850 tra gli uomini. “Se è vero che il divario di mortalità cardiovascolare diventa più sfavorevole alle donne, man mano che si va avanti negli anni – ricorda Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) – c’è un’importante eccezione che riguarda le donne con pre-diabete o diabete. In presenza di queste condizioni, infatti il rischio cardiovascolare risulta molto aumentato già prima della menopausa”. Un problema non da poco che riguarda una popolazione molto ampia: in Italia si stimano in totale circa 4 milioni di persone con diabete e 12-13 milioni di persone con pre-diabete: in pratica quasi 1 persona su 4. “Per una donna, essere portatrice di pre-diabete, significa essere esposta ad un rischio molto maggiore di eventi cardiovascolari, già prima della menopausa”, spiega Sesti.


Come sapere se si è a rischio aumentato? “La prima cosa da fare – afferma il professor Sesti – è pesarsi e misurare la circonferenza del giro vita. Un aumento dei depositi di grasso a livello viscerale (cioè tra gli organi addominali, all’interno del fegato e del pancreas), rivelato da un giro vita abbondante (sopra 80 cm nelle donne e sopra 94 cm negli uomini) è un importante campanello d’allarme, perché un aumento di grasso a livello addominale correla con una maggiore insulino-resistenza, un difetto metabolico che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di pre-diabete e poi di diabete”. Da tenere d’occhio anche la pressione arteriosa perché nel passaggio da pre-diabete a diabete, le donne diventano sempre più ipertese, sia per quanto riguarda la ‘massima’ (la pressione sistolica), che la ‘minima’ (la diastolica) che invece, al contrario, negli uomini tende a diminuire. “È importante fare periodicamente gli esami del sangue – prosegue Sesti-. Una donna con pre-diabete tenderà ad avere livelli di colesterolo ‘buono’ (HDL) sempre più bassi e trigliceridi sempre più alti, man mano che si avvicina al diabete conclamato. Insomma – sottolinea il Presidente Sesti – le donne con prediabete presentano una sindrome metabolica molto più grave rispetto all’uomo e questo le rende a maggior rischio cardiovascolare rispetto alla controparte maschile”. E i danni d’organo possono essere evidenziati anche prima che avvenga il ‘fattaccio’, cioè l’infarto o l’ictus. “Il ventricolo sinistro delle donne – spiega ancora il professore – tende ad aumentare di spessore (a ipertrofizzarsi) molto più di quello maschile, nel passaggio da normoglicemia a pre-diabete, a diabete. E l’ipertrofia ventricolare sinistra è un noto fattore di rischio per infarto. Anche l’efficienza della ‘macchina’ cardiaca nelle donne si riduce molto man mano che ci si avvicina al diabete, perché per fare lo stesso lavoro (pompare sangue), deve consumare sempre più ossigeno. Ecco perché, se nell’uomo con diabete il rischio di eventi cardiovascolari è aumentato di circa 4 volte, nelle donne con diabete questo rischio risulta maggiorato di ben 9 volte. Il vantaggio di genere insomma, viene spazzato via dal diabete, anche prima della menopausa. “Per questo – conclude il Presidente della SIMI – è necessario uno stretto monitoraggio di queste pazienti (esami del sangue, misurazione della pressione, del peso e del giro vita); è importante mettere in campo ogni iniziativa di prevenzione per evitare di arrivare al pre-diabete o peggio di passare al diabete conclamato. Benissimo dunque gli screening oncologici, ma è necessario fare anche gli screening cardio-metabolici. Le donne, in particolare quelle in sovrappeso e con glicemia ai livelli alti della norma, devono sapere che il loro cuore è sotto attacco. Attenzione dunque alle gonne o ai pantaloni che non si allacciano più. Potrebbe essere la prima spia di un aumentato rischio di infarto”.