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Autore: Redazione StudioNews

Don Patriciello: De Luca? Parole pericolose, incoraggia camorristi

Don Patriciello: De Luca? Parole pericolose, incoraggia camorristiRoma, 11 mag. (askanews) – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha messo “a repentaglio” la vita di don Maurizio Patriciello: è stato lo stesso parroco della chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano a lanciare l’accusa in una intervista a Rainews24, replicando molto duramente a De Luca che aveva ironizzato sulla sua presenza al convegno sul premierato. “Il problema politico fra destra e sinistra mi riguarda poco, io – ha dichiarato don Patriciello – sono il parroco di questa parrocchia, in questo quartiere che lui stesso ha detto che è stato abbandonato dallo Stato per 40 anni. Mi sono rivolto oggi al governo Meloni, ieri al governo Conte e l’altro ieri al governo Renzi, per cercare di dare un aiuto a questa povera gente. Il 25 di agosto ho mandato un messaggio whatsapp al presidente Giorgia Meloni, il 31 di agosto lei stava qua con mezzo governo, ha preso degli impegni e li sta mantenendo. Io sono una persona seria, sono un credente, sono un cristiano, sono un prete, e non posso dire che questa mano è nera. Se il Governo sta mantenendo gli impegni presi, è mio dovere non solamente dire che è così ma anche ringraziare. Se la cosa dispiace al nostro presidente (De Luca, ndr), se ne faccia una ragione”.


“Tra il presidente della Regione e il presidente del Consiglio, essendo di diversi colori politici, io posso comprendere benissimo – ha aggiunto il sacerdote – che ci sono delle cose che non condividono, delle vedute diverse, ma tirare me in ballo… voglio ricordarvi che io vivo sotto scorta perché la camorra ha messo una bomba fuori alla mia parrocchia, tirare me in ballo in questo momento soprattutto mette a repentaglio la mia vita… le parole del presidente sono pericolosissime, sta dicendo ai camorristi ‘avete fatto bene, continuate a fare quello che avete fatto’”. (segue)

Arriva Russell Crowe per il Cervino Mountain Music Festival

Arriva Russell Crowe per il Cervino Mountain Music FestivalMilano, 11 mag. (askanews) – Nel giorno più lungo dell’anno, che accoglie l’inizio dell’estate, arriva a Breuil-Cervinia (Valtournenche) Cervino Mountain Music Festival, un evento speciale immerso tra le cime della Valle d’Aosta che punta a coinvolgere il pubblico in uno scenario mozzafiato, per scoprire la montagna oltre il classico periodo invernale e ascoltare blues e jazz godendosi il panorama. Venerdì 21 giugno la festa per il solstizio d’estate vedrà sul palco tre artisti di livello internazionale: un grande nome del cinema accompagnato dalla sua inseparabile band di 8 elementi, Russell Crowe and The Gentleman Barbers; uno dei trombettisti italiani più celebri insieme al suo ensemble, Fabrizio Bosso Quartet; un talento made in Italy della chitarra, Luca Stricagnoli.


Sul palco allestito a Breuil-Cervinia, dal tardo pomeriggio i tre artisti ammalieranno il pubblico con la loro musica circondata da uno scenario naturale senza paragoni. Russell Crowe and The Gentleman Barbers inaugurano proprio da Cervino Mountain Music Festival la loro lunga tournée estiva in Italia in cui rivisiteranno numerosi successi della storia della musica, ridando vita a brani iconici attraverso nuovi – e inaspettati – arrangiamenti. Fabrizio Bosso, con il suo Quartetto, renderà omaggio al genio musicale di Stevie Wonder: l’energia, la vitalità e la forza espressiva delle più celebri canzoni dell’artista americano insieme alla tecnica e al lirismo unico della tromba di Bosso, la cura degli arrangiamenti e la personalità di ciascun musicista del quartetto, sono tutti elementi che renderanno unico e irripetibile questo live. Luca Stricagnoli proporrà sul palco del Cervino Mountain Music Festival il suo fingerstyle, che lo ha portato ad esibirsi dal vivo in ogni angolo del pianeta, tanto da essere considerato, nel suo genere, uno tra i migliori chitarristi della scena mondiale. Nel pomeriggio di venerdì 21 giugno, poi, come preview del festival, Russell Crowe and The Gentleman Barbers suoneranno tre brani direttamente dalla Terrazza Panoramica del Matterhorn Glacier Paradise (Piccolo Cervino), situata a 3.883 metri di altitudine, per l’esibizione blues/rock canora più in alta quota del mondo. Una performance esclusiva e senza precedenti (non aperta al pubblico) in un’atmosfera altamente suggestiva.


I biglietti di Cervino Mountain Music Festival sono gratuiti, fino ad esaurimento, e disponibili su Ticketone.

Governo di Gaza: dal 7 ottobre sono morti 143 giornalisti

Governo di Gaza: dal 7 ottobre sono morti 143 giornalistiRoma, 11 mag. (askanews) – Sono 143 i giornalisti morti nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre scorso. Lo ha riferito oggi l’ufficio media del governo della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, dopo la morte del giornalista Bahaa Okasha. Come precisa la Cnn, Okasha lavorava per l’emittente Al-Aqsa ed è morto insieme alla moglie e al figlio di 12 anni nell’attacco aereo lanciato la scorsa notte da Israele nel campo di Jabaliya, nel nord dell’enclave palestinese.

L’ostaggio oggi mostrato nel video da Hamas “è morto in un raid israeliano”

L’ostaggio oggi mostrato nel video da Hamas “è morto in un raid israeliano”Roma, 11 mag. (askanews) – Le brigate al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno annunciato in un comunicato riportato da Al Jazeera che l’ostaggio israeliano ripreso nel breve video mostrato oggi è morto per le ferite riportate in un attacco aereo messo a segno da Israele più di un mese fa nella Striscia di Gaza. Nel filmato di 10 secondi diffuso oggi l’uomo si era identificato come Nadav Popplewell, 51 anni, rapito da Hamas il 7 ottobre scorso con la madre Channa Peri, rilasciata lo scorso novembre.

De Luca insiste: don Patriciello non ha monopolio della lotta alla camorra

De Luca insiste: don Patriciello non ha monopolio della lotta alla camorraNapoli, 11 mag. (askanews) – “In relazione al polverone sollevato dall’onorevole Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali. Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra”. A scriverlo, in un post sui social, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, aggiungendo un altro tassello alla polemica che si è sollevata nelle ultime ore.


“Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi – ha proseguito il governatore – questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta. Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro”. De Luca ha poi concluso: “Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

De Luca: don Patriciello non ha monopolio della lotta a camorra

De Luca: don Patriciello non ha monopolio della lotta a camorraNapoli, 11 mag. (askanews) – “In relazione al polverone sollevato dall’onorevole Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali. Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra”. A scriverlo, in un post sui social, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, aggiungendo un altro tassello alla polemica che si è sollevata nelle ultime ore.


“Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi – ha proseguito il governatore – questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta. Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro”. De Luca ha poi concluso: “Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Segesta Teatro Festival dal 26 luglio. Cosa c’è da sapere

Segesta Teatro Festival dal 26 luglio. Cosa c’è da sapereRoma, 11 mag. (askanews) – Un festival prezioso in un luogo di maestosa bellezza. Per riconnettersi con la storia e attivare un nuovo rapporto simbiotico con la Natura e con il Mito, provando a interpretare la condizione del mondo contemporaneo attraverso l’Antico. Giunto alla sua terza edizione, torna il Segesta Teatro Festival, con la direzione artistica di Claudio Collovà, che dal 26 luglio al 25 agosto è in programma nel Parco Archeologico di Segesta diretto da Luigi Biondo, in particolare al Teatro Antico e al Tempio, immersi in uno scenario naturale unico: due luoghi che, come sottolinea il direttore artistico, nella loro immutata bellezza, offrono al nostro sguardo il senso della comunità, in un tempo sospeso al tramonto, all’alba e in notturna, in grado di riunirci ancora oggi attorno alla sacralità della condivisione, alla bellezza e alla forza delle parole, dei gesti e della musica. Sostenuto dal MiC – Ministero della Cultura e promosso dal Parco Archeologico di Segesta, il  Festival offrirà al pubblico un cartellone di eventi fra teatro, danza, musica, spettacoli all’alba e al tramonto e uno speciale progetto multimediale nel buio della notte, dedicato all’osservazione astronomica e all’esplorazione dei miti celesti. Sergio Cammariere, Lina Sastri, Danilo Capezzani con la compagnia Ivona, Noa, Frida Bollani Magoni insieme ad Albert Eno, Claudio Collovà, Viola Graziosi, la Mono Dance Company, il progetto site specific Deep Sky, Daniele Salvo, Giovanni Calcagno e Vincenzo Pirrotta, Alberto Samonà con Tito Rinesi & Ensemble Dargah, Nick The Nightfly, Mimmo Cuticchio, Gabriele Vacis, Acoustic Swing Trio, Claudio Terzo, Giacomo Barraco, Francesco Marilungo con la compagnia Körper, Pippo Pollina alla guida del Palermo Acoustic Quintet e Roberto Latini sono fra i protagonisti di un’edizione che presenta 5 Prime nazionali, 7 progetti firmati da artisti under 35 di cui 2 in prima assoluta, 3 appuntamenti all’alba, 11 spettacoli teatrali, 8 concerti, 3 coreografie, per un totale di 23 appuntamenti in cartellone (30 con le repliche), cui si aggiungono i 4 laboratori tenuti da Ilenia Romano, Miriam Palma, Alessandra Luberti e Stefano Maltese. Molteplicità delle forme espressive e rilettura dei classici e del Mito in chiave contemporanea sono i due assi attorno al quale ruota un programma, attraversato da riflessioni sulla guerra e dal bisogno di pace in un mondo sconvolto da nuovi conflitti, impensabili fino a poco tempo fa. Come testimonia la presenza in programma di spettacoli come I Persiani di Claudio Collovà con Giuseppe Pambieri, Sette a Tebe. Un terribile amore per la guerra di Gabriele Vacis e Gli Spartani di Daniele Salvo, ma anche il concerto di Noa, artista israeliana da sempre impegnata sul fronte della pace. E, ancora, la spiritualità dei Dervisci e il ponte fra Oriente e Occidente secondo la scrittura di Alberto Samonà o lo smarrimento esistenziale del soldato in Histoire du Soldat di Mimmo Cuticchio. Con 22 compagnie, oltre 150 fra artisti e tecnici e una presenza notevole di giovani autori, l’edizione 2024 propone un festival ideato e prodotto con estrema cura e passione, che guarda al presente e al futuro, tenendo stretta la relazione fra territorio e la scena performativa nazionale e internazionale. Il Direttore del Parco archeologico, Luigi Biondo evidenzia”come il Segesta Teatro Festival, orgogliosamente abbia esteso la sua eco verso panorami ampi e prestigiosi, senza perdere di vista la lettura del territorio e della sua storia millenaria: una stagione teatrale che ha allargato il suo raggio di azione anche grazie a nuove collaborazioni. Un polo dal quale irradiare nuove proposte rivolte all’arte contemporanea, alla letteratura italiana, al jazz e poi ad una serie di attività culturali per creare un ponte fra la Sicilia Occidentale e quella Orientale, recuperando l’antica sapienza dei Greci di rappresentare la vita con il teatro e con le arti. L’arte e la bellezza ci permetteranno di trovare nuova energia e ridare forza allo spirito di Segesta che non morirà mai”. “Alla base delle nostre scelte – sottolinea il Direttore Artistico Claudio Collovà – la molteplicità delle forme espressive e le connessioni che le arti riescono a creare tra loro con l’interazione dei linguaggi e una ricerca di trasformazione e rilettura dei testi antichi e moderni nelle forme del contemporaneo. L’intento è vivere una esperienza unica in un parco archeologico incontaminato, un rito collettivo in grado di trasformare ogni spettatore in un viaggiatore di esperienze, rendendo possibile il contatto con il Sacro e con il Divino, vivendo il tempo fuori dall’ordinario, sospendendo la realtà esterna e per comprenderla meglio grazie alla bellezza”. Il festival si apre venerdì 26 luglio al Teatro Antico, con il concerto di Sergio Cammariere, affiancato dalla sua storica band composta da musicisti di altissimo profilo: una tappa del suo nuovo tour dal titolo “Una sola giornata”, in cui il celebre pianista e cantautore ripercorre la propria carriera, fra brani dell’ultimo album, grandi successi e omaggi ai cantautori che lo hanno ispirato in questi anni. Ulteriore viaggio all’interno della carriera di un’altra grande artista, che negli anni ha lavorato con nomi del calibro di Eduardo De Filippo e Francesco Rosi, Caetano Veloso e Ray Charles, per citarne soltanto alcuni, è quello di sabato 27 luglio, quando Lina Sastri presenterà in Prima Nazionale al Teatro Antico Musica – Terramia, uno spettacolo di teatro musicale che, tra prosa, poesia e musica, attraversa il personale universo espressivo di una delle più importanti protagoniste del teatro e del cinema italiano, acclamata interprete di personaggi come Medea e Filumena Martorano, Ecuba e Margherita Gautier. In Musica – Terramia l’artista napoletana, che negli ultimi anni si è dedicata all’ideazione di una serie di spettacoli musicali che raccontano il sud del mondo, si concentra sul repertorio napoletano classico e contemporaneo, da Francesco Paolo Tosti e Salvatore Di Giacomo, fino ad arrivare a Pino Daniele e Enzo Gragnaniello, con alcune deviazioni improvvise verso il fado portoghese, il tango argentino e le ballate di musica etnica e popolare. Domenica 28 e lunedì 29 luglio ancora una Prima Nazionale: l’Oreste di Euripide per la regia di Danilo Capezzani, artista più giovane ma già con un curriculum di alto profilo grazie agli studi fatti con Giorgio Barberio Corsetti e Massimiliano Civica e le collaborazioni con Glauco Mauri, Carlo Cecchi e Luca Marinelli. Capezzani sceglie Euripide, il più “moderno” dei Greci, per portare in scena una riflessione profonda sull’animo umano. Mercoledì 31 luglio si continua con il primo degli appuntamenti di danza in programma al Segesta Teatro Festival 2024: la giovane ma già affermatissima sul piano internazionale e pluripremiata compagnia Ivona, guidata dal coreografo Pablo Girolami, presenta due performance, in cui la danza si relaziona con la natura. La prima, Rer, vede in scena sei performer i cui movimenti e intrecci pian piano danno vita a un organismo vivente nel suo processo di adattamento all’ambiente naturale; la seconda, Manbuhsa (versione estesa) mostra le sorprendenti analogie fra l’arte coreutica e le danze di corteggiamento del regno animale. Imperdibile l’appuntamento con la Prima Nazionale de I Persiani di Eschilo secondo l’adattamento scenico e la regia di Claudio Collovà, regista e attore di fama internazionale, nonché docente e direttore artistico del Festival. Tre le repliche, venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 agosto al Teatro Antico. Ne I Persiani ritroviamo la concezione archetipica della guerra, nel suo eterno ripetersi come dinamica di assoggettamento fra popoli, fino ad arrivare ad evocare le guerre che attanagliano il mondo contemporaneo. Domenica 4 agosto all’alba, inoltre, il suggestivo scenario del Teatro Antico illuminato dal sorgere del sole ospiterà la Medea, riscritta da Luciano Violante in occasione del trentennale della strage di Capaci, diretta da Giuseppe Dipasquale e interpretata dall’attrice romana di nascita e cresciuta in Tunisia Viola Graziosi. In quest’opera di riscrittura profonda del mito, Violante tesse un legame fra la tragica vicenda di Medea e il tragico eccidio mafioso in cui persero la vita Giovanni Falcone e la sua scorta. Nei giorni seguenti, il Teatro Antico ospita una sequenza di due concerti imperdibili: si parte mercoledì 7 agosto con una delle voci più amate in tutto il mondo, la cantante, musicista poetessa e attivista per la pace Noa. Cresciuta fra Yemen, Israele e Stati Uniti, 15 album all’attivo, ospite alla Casa Bianca così come dei più importanti palcoscenici al mondo come la Carnegie Hall, lungo la sua carriera ha condiviso la scena con artisti del calibro di Pat Metheny, Quincy Jones, Andrea Bocelli, Sting, Stevie Wonder, Santana, Joan Baez. La sua esibizione a Segesta promette di essere uno dei momenti più toccanti del Festival, in cui il pubblico potrà contribuire a un grande urlo collettivo per invocare la Pace. Il giorno seguente, giovedì 8 agosto, si esibirà in concerto la cantante e pianista Frida Bollani Magoni, figlia d’arte nata e cresciuta fra gli universi sonori del padre Stefano Bollani e della madre Petra Magoni, accompagnata alla chitarra da Albert Eno, già voce dei Kismet. Frida Bollani Magoni inizierà il suo viaggio tra le note portando al Segesta Teatro Festival sia brani inediti sia grandi capolavori riarrangiati per l’occasione. A guidare l’artista, il suo amore sconfinato per la musica protagonista nella sua vita fin da piccolissima e che ha adesso una maturità artistica che non conosce eguali. Un talento unico, in continua crescita ed evoluzione che, nei concerti dal vivo, si manifesta in tutta la sua potenza. Un curiosissimo incontro sarà quello che si consumerà venerdì 9 agosto fra il Sommo Poeta e uno dei più grandi geni della storia della musica, nella creazione coreografica della giovanissima compagnia di danza Mono Dance Company dal titolo L’altro canto. Bach incontra Dante. La sera successiva ci si sposta al Tempio con un progetto di teatro multimediale site specific: sabato 10 agosto, in occasione della Notte di San Lorenzo, il pubblico del Festival si lascerà incantare da Deep Sky, spettacolo multidisciplinare dedicato alla Via Lattea, con proiezioni in diretta delle reali immagini dei corpi celesti, grazie a uno speciale strumento, la narrazione dei relativi miti legati alla costellazione e la descrizione scientifica della galassia condotta da Marcello Barrale, divulgatore scientifico e filosofo, in dialogo con la musica elettronica eseguita dal vivo dal sound artist Alfredo Giammanco. Sempre la sera di sabato 10 agosto (con replica domenica 11) al tramonto e al Teatro Antico andrà in scena Gli Spartani, uno spettacolo scritto dalla drammaturga e critica teatrale Barbara Gizzi e diretto dal regista e attore Daniele Salvo, per molti anni al fianco di Luca Ronconi. La violenza del potere e il rapporto fra amore e ragion di stato costituiscono la riflessione centrale di questo spettacolo, scritto oggi ma alla maniera dei tragici greci, con una regia visionaria capace di rievocare le atmosfere delle grandi tragedie e la forza viscerale dell’Iliade. Dai richiami di Omero si torna ancora più indietro nel tempo con il più antico poema a noi conosciuto nel secondo spettacolo all’alba in programma a Segesta: la mattina di domenica 11 agosto al Teatro Antico due siciliani, fra i più autorevoli esponenti della scena registica e attoriale italiana, Vincenzo Pirrotta e Giovanni Calcagno, presentano l’Epopea di Gilgamesh, in un affascinante adattamento arcaico affidato alle sole voci e ai corpi dei narratori, accompagnati dal ritmo dei tamburi e dal suono di cembali e flauti, per raccontare, come gli antichi narratori, le gesta di un Re alla ricerca della dimensione ultraterrena. Poemi e narrazioni d’Oriente sono anche il punto di partenza di Il Derviscio di Bukhara, spettacolo di teatro, danza e musica su testo scritto da Alberto Samonà, in programma martedì 13 agosto al Teatro Antico: in scena Stefania Blandeburgo e Davide Colnaghi (narrazione e teatro). Musica e canti sufi con Tito Rinesi & Ensemble Dargah: Tito Rinesi (voce, tamburo a cornice, saz), Piero Grassini (oud e voce), René Rashid Scheier (flauto ney) e Flavio Spotti (percussioni e voce). Danze dei dervisci e persiane con Grazia Cernuto (danze persiane) e Amal Oursana (Sama, danze sufi) per condurre il pubblico fra le magie della spiritualità dei dervisci e per un incontro con la dimensione del Divino. Tutt’altra impronta artistica pervade il Tempio mercoledì 14 agosto con il concerto del più grande divulgatore di musica jazz nelle sue infinite derivazioni in Italia da oltre 30 anni, Nick The Nightfly, in scena con il suo quartetto. Cantante, chitarrista, compositore, storico selezionatore a Radio Montecarlo e direttore del tempio italiano del jazz, il Blue Note di Milano, l’artista siculo-scozzese è un vero “crooner” d’altri tempi che nella sua carriera ha incrociato artisti del livello di Sting, Peter Gabriel, Ryuichi Sakamoto, HerbieHancock, Miriam Makeba, Caetano Veloso, Annie Lennox e molti altri. Il concerto sarà aperto dalla cantante jazz Alessandra Mirabella. Dopo la vitalità gioiosa della musica di Nick The Nigtfly, il festival torna ad occuparsi del mondo contemporaneo, in particolare della guerra, attraverso il mito. Giovedì 15 e venerdì 16 agosto appuntamento al Teatro Antico con il maestro indiscusso del “cunto”, il sommo sacerdote del teatro dei pupi, Mimmo Cuticchio che al Festival presenta la nuova creazione Histoire du Soldat su musiche di Igor Stravinskij eseguite dal vivo da un ensemble diretto dal figlio Giacomo Cuticchio. Lo spettacolo è una favola che racconta l’incontro fra il Diavolo e un soldato desideroso soltanto di trascorrere la sua licenza al paese di nascita in compagnia della madre e della compagna. Sabato 17 e domenica 18 agosto, invece, l’attesissimo ritorno di Gabriele Vacis con la giovane compagnia PEM, dopo il successo della scorsa edizione con Prometeo. Al Segesta Teatro Festival 2024 Vacis mette in scena Sette a Tebe, uno spettacolo ispirato dalla tragedia di Eschilo che, partendo dalla saga della stirpe di Edipo, ci parla della relazione fra l’uomo e la guerra e della volgarità e pericolosità del populismo. Domenica 18 agosto, però, sarà anche l’ultima occasione per assistere all’alba su Segesta grazie al particolarissimo Sulle corde del jazz dell’Acoustic Swing Trio composto da Michele Ariodante alla chitarra, Fabio Crescente al contrabasso e Mauro Carpi al violino. Un live di jazz e swing eseguito soltanto da strumenti a corde. Un’orchestra a sei corde è invece il titolo del concerto in Prima Assoluta del giovane e talentuosissimo musicista siciliano Claudio Terzo che martedì 20 agosto al Tempio si esibirà con la sua chitarra classica in un repertorio che parte dalle complesse architetture sonore della musica barocca, si addentra nella passione tormentata della musica romantica e giunge, infine, alle composizioni dei grandi autori spagnoli del Novecento. Ancora una Prima Assoluta il giorno seguente mercoledì 21 agosto sempre al Tempio per mano di un altro giovanissimo talento, Giacomo Barraco, che in Anima e virtuosismo si esibirà al pianoforte, spaziando da Scarlatti a Prokofiev, da Beethoven a Liszt. Si torna al linguaggio coreutico giovedì 22 agosto al Teatro Antico con Stuporosa, ipnotica performance di Francesco Marilungo, artista di Körper, che ispirata dal pensiero di Ernesto De Martino, porta avanti una ricerca sul pianto rituale, sulla figura della lamentatrice e sull’importanza del rito funebre per dare senso alla morte. Radicale cambio di registro venerdì 23 agosto con il concerto di Pippo Pollina insieme a un ensemble di eccellenti strumentisti, il Palermo Acoustic Quintet. Un tuffo nel repertorio di un grande artista, palermitano di nascita e mitteleuropeo d’adozione, con 40 anni di straordinaria carriera alle spalle, 25 album e migliaia di concerti. Un artista da sempre attento alle tematiche sociali, di libertà, contro le guerre, le dittature, le mafie. La III edizione del Segesta Teatro Festival si chiude in modo simbolico e in grande stile al Teatro Antico sabato 24 e domenica 25 agosto con uno dei grandi nomi del teatro contemporaneo, Roberto Latini, che in Pagliacci all’uscita mette a confronto due figure e due contesti culturali fra i più distanti tra loro, il Verismo di fine ‘800 in cui è immerso Ruggero Leoncavallo e le tensioni metafisiche e filosofiche che emergono dall’opera di Luigi Pirandello. Due testi che, come sottolinea lo stesso Latini, “sembrano, per struttura e forma, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli, riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche”. (Segue)

Uil: divario occupazionale donne più alto in Ue. Retribuzioni -30%

Uil: divario occupazionale donne più alto in Ue. Retribuzioni -30%Roma, 11 mag. (askanews) – Ci sono “due forti disuguaglianze che caratterizzano l’esperienza lavorativa delle donne nel nostro Paese: il divario occupazionale, che è il più alto di tutta l’Unione Europea, e il divario retributivo, che nel settore privato arriva a superare il 30%”. Lo afferma la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese presentando uno studio curato dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio del sindacato.


“La scarsa presenza di asili nido pubblici, il loro costo spesso molto elevato, ma anche, e se ne parla troppo poco, l’inesistenza del tempo pieno nelle scuole in ampie aree del Paese e di servizi pubblici durante i periodi di vacanze scolastiche, sono alcuni degli elementi che ci fanno dire che l’Italia, nonostante una certa narrazione che vorrebbe affermare il contrario, non è un Paese per genitori. E, siccome la genitorialità è, ancora oggi, declinata, culturalmente e di fatto, al femminile, non è un Paese per mamme” aggiunge. “Tra i tanti fattori che pesano su questo dato così rilevante, un ruolo di primo piano lo ha sicuramente l’incidenza del part-time – prosegue Veronese – il rapporto tra occupate donne in part-time e in full-time è 1:1, mentre per gli uomini diminuisce drasticamente a 1:4”.


Con la ricerca, aggiunge ancora, “andiamo a indagare anche i dati relativi a chi un lavoro non lo cerca neanche più. Tra gli inattivi, quelli che dichiarano di esserlo per motivi familiari sono 3 milioni e 478 mila: di questi, il 95,6% sono donne. Le donne vogliono poter lavorare, vogliono un lavoro che sia dignitoso, equo, sicuro e che valorizzi le proprie competenze e capacità. Vogliono poter scegliere in autonomia se diventare o meno madri e vogliono che, se decidono di vivere l’esperienza della maternità, questa non si ponga in antitesi di fatto con quella del lavoro. Vogliono una società dove uomini e donne possano e debbano essere genitori allo stesso modo: stessi diritti, stessi doveri”. “Invece, essere madri a queste condizioni, alle condizioni che le donne vivono ogni giorno sul lavoro, difficilmente può essere qualcosa da festeggiare. Noi, come UIL, continueremo a fare la nostra parte, dentro e fuori i luoghi di lavoro, perché le donne possano essere chi desiderano, senza dover rinunciare a parti importanti di sé” conclude.

Dl superbonus, arriva detrazione in 10 rate per 12 mld di crediti

Dl superbonus, arriva detrazione in 10 rate per 12 mld di creditiRoma, 11 mag. (askanews) – Passano da 4 a 10 rate annuali circa 12 miliardi di euro di detrazioni per le spese sostenute per gli interventi del superbonus nel biennio 2025-2026. E’ quanto emerge dalla relazione tecnica allegata all’emendamento del governo al decreto superbonus trasmesso la scorsa notte alla Commissione bilancio del Senato.


In particolare, si tratta di 6.211 milioni di euro di dertazioni fruibili nel 2025 e di circa 5.780 milioni di euro di detrazioni fruibili nel 2026. L’allungamento delle rateizzazione porterà come effetto un maggiore gettito Irpef/Ires rispetto alle previsioni di bilancio di 1.630 milioni nel 2025, 2.448 milioni nel 2026, 1.798 milioni nel 2027, 1.565 nel 2028.


D’altra parte lo spalmacrediti produrrà invece effetti negativi sui conti pubblici a partire dal quinto anno di rateizzazione e quindi un minore gettito di circa 900 milioni nel 2029, di 2 miliardi nel 2030 e di circa 1,2 miliardi l’anno dal 2031 al 2034 per poi scendere fino ad 112 milioni nel 2035. Non viene estesa la deroga allo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per le Onlus e per le aree colpite da eventi sismici che non rientrano già in quella vigente. Questi potranno beneficiare invece di contributi alimentati da due fondi per complessivi 135 milioni di euro.


In particolare la norma prevede che per gli immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi nei territori dei comuni diversi da quelli già previsti dal decreto, dal 1 aprile 2009 ed in cui sia stato dichiarato lo stato di emergenza, vengono stanziati 35 milioni di euro in un fondo “finalizzato a riconoscere un contributo in favore di soggetti che sostengono spese per gli interventi” del superbonus. Analoga misura per le Onlus per le quali viene istituito un fondo di 100 milioni di euro per le spese sostenute negli immobili oggetto di interventi di riqualificazione energetica e strutturale “direttamente utilizzati per lo svolgimento di attività rientranti nelle finalità statutarie”.

Festival “Between Land and Sea – Blas” a Palermo dal 24 maggio

Festival “Between Land and Sea – Blas” a Palermo dal 24 maggioRoma, 11 mag. (askanews) – Between Land And Sea- BLAS-, il festival culturale ideato e prodotto da Fondazione Studio Rizoma giunge alla quinta edizione, che si svolgerà a Palermo, dal 24 maggio al 9 giugno. Between Land And Sea, è un motore di prodizione, condivisione e diffusione culturale che apre l’isola alla collaborazione a lungo termine con artisti e ricercatori del vicino Mediterraneo e del continente africano, per intessere una fittissima trama di attività in risonanza con le associazioni, le istituzioni e i presidi culturali vivi e attivi sul territorio: Arci Porco Rosso, Teatro Biondo, Museo Civico di Castelbuono, EPYC -European Palermo Youth Centre, Aterraterra, Corrente, Danisinni, Complesso Monumentale di Santa Chiara, Palazzo Butera. Incontri e spettacoli nello spazio pubblico, mostre, performance e installazioni, live e ascolti musicali, svilupperanno le tematiche che caratterizzano l’identità del festival: la decolonizzazione delle arti, le connessioni esistenti tra il locale ed il globale e le loro storie intrecciate, legate da cambiamenti climatici, migrazione e commercio in un tempo presente dominato dalla crescente incertezza.  Su questa scia il programma multidisciplinare curato da Eva-Maria Bertschy, Izabela Moren e Giorgio Mega propone una riflessione critica sugli Ambienti incerti/Uncertain environments, costruendo un’edizione del festival densa di riverberi in cui il racconto e la denuncia del reale convivono con l’immaginazione. Un coro di voci che creano uno scenario composto da molteplici punti di vista ma unificato dalla traduzione del pensiero teorico in pratica politica, della parola personale in testimonianza collettiva. A cominciare dal primo appuntamento che apre Blas 2024 venerdì 24 maggio (ore 19.30) al circolo Arci Porco Rosso, con l’inaugurazione di Questa è la mia casa: ricostruzione di un insediamento informale di Giulia Gianguzza e Yaya Njie che attraverso un percorso espositivo di “fotografie fatte male”, mappe, testimonianze, storie di vita, lettere, e oggetti abbandonati, rievoca lo sgombero del campo di lavoratori e migranti avvenuto a Campobello di Mazara il 24 maggio 2023. Riflette su un fatto di cronaca che racconta le lotte politiche comuni a diverse generazioni, il lavoro di Genny Petrottache intreccia la storia delle battaglie dei contadini e dei braccianti del suo paese natale, Piana degli Albanesi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con le attuali prospettive socio-economiche dei giovani del borgo caratterizzato dalla cultura arbëreshë. Con un intervento artistico e una videoinstallazione, dal titolo Mamma Perdonami / Mëma më fal (domenica 26 maggio ore 11.00, Museo Civico di Castelbuono), la videoartista racconta la storia della Repubblica contadina, fondata nel suo paese natale verso la fine della Seconda guerra mondiale sotto la guida del nonno Giacomo Petrotta, e ne rievoca la violenta repressione.   Un altro progetto espositivo di questa edizione di BLAS, è Saplings (6 giugno, ore 19.,00 Atterraterra Lab – fino al 10 giugno) nato dalla residenza artistica co-ospitata da Aterraterra e Fondazione Studio Rizoma di Elisa T. Bertuzzo, etnologa che parte del progetto eco-femminista di rivalidare epistemologie, pratiche di cura, economie e solidarietà translocali, a lungo oppresse da logiche estrattiviste, coloniali e patriarcali e della media artist Doireann O’Malley, il cui focus si concentra su pratiche meditative e di visualizzazione, scrittura e teoria, nel tentativo di manifestare futuri ecofemministi e queer.