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Autore: Redazione StudioNews

Problemi ormonali almeno una volta nella vita per 3 persone su 4

Problemi ormonali almeno una volta nella vita per 3 persone su 4Roma, 23 apr. (askanews) – Patologie diffusissime, come obesità, diabete, malattie della tiroide, infertilità, osteoporosi, sono tutte connesse ad alterazioni ormonali, che hanno tanti volti e che quasi tutti, prima o poi siamo destinati a conoscere. “Si stima che la probabilità che ognuno di noi, nell’arco della vita, abbia a che fare con un problema ormonale si aggiri intorno al 75% – dichiara Gianluca Aimaretti, presidente SIE e Direttore del Dipartimento di Medicina Translazionale (DiMET) dell’Università del Piemonte Orientale, che segnala, però, le rischiose lacune nella conoscenza -. La centralità del sistema ormonale fa sì che l’endocrinologo debba essere uno specialista competente su molteplici aree terapeutiche anche molto lontane fra di loro, eppure paga il prezzo di una scarsa consapevolezza del ruolo degli ormoni nel mantenimento della salute e in molte malattie, anche da parte della classe medica. Nonostante lo straordinario impatto sulla salute femminile e maschile, spesso ignorato e sottovalutato – sottolinea -, pochi conoscono il ruolo cruciale degli ormoni che resta misterioso per la maggior parte degli italiani, che non sanno come affrontare eventuali squilibri e a chi rivolgersi. Se infatti i sintomi di un infarto o di un ictus sono peculiari e facilmente riconoscibili, gli ormoni agiscono invece in maniera meno chiara ed evidente”.


Proprio per colmare questo gap informativo, in vista dell’Hormone Day, gli esperti SIE colgono l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della salute ormonale, con eventi divulgativi, visite gratuite e screening su tutto il territorio nazionale. Lo scopo è quello di far conoscere i campanelli d’allarme degli squilibri ormonali e promuovere piccoli azioni quotidiane che possano scongiurare la comparsa delle malattie di cui gli ormoni sono causa diretta o concausa, in linea con la Dichiarazione di Milano sottoscritta nel 2022 da 53 società endocrinologiche europee, associazioni di pazienti e altre organizzazioni, per indicare gli obiettivi primari di prevenzione, diagnosi e terapie delle patologie ormonali. Gli ormoni sono i “registi” della nostra salute e regolano tutto quello che accade nel nostro organismo. Queste sostanze chimiche, prodotte dalle ghiandole endocrine, agiscono come messaggeri che, viaggiando nel circolo sanguigno, portano informazioni per regolare e coordinare le funzioni dei vari organi: sonno, fame, temperatura corporea, metabolismo, desiderio sessuale, tono dell’umore, crescita e sviluppo. Dagli estrogeni al testosterone, dall’insulina all’ormone della crescita, nel nostro organismo circolano più di 50 ormoni le cui variazioni possono fare da apripista a moltissime patologie. Il 30% delle malattie croniche e 1 tumore su 4 dipendono infatti da squilibri ormonali. I livelli degli ormoni oscillano non solo in base all’età, ma anche in relazione al tipo di alimentazione e ai cattivi stili di vita.


“Conoscere gli ormoni e la loro importanza, ma soprattutto mettere in atto strategie che possono aiutare a prevenire le tante malattie nelle quali c’è una componente ormonale alterata, significa incidere positivamente sulla salute dei cittadini – afferma Diego Ferone, presidente eletto SIE e Direttore Clinica Endocrinologica presso l’IRCCS Policlinico San Martino, Università di Genova -. Ridurre il più possibile l’esposizione agli interferenti endocrini contenuti in imballaggi di plastica, cosmetici e giocattoli. Fare in modo che tutti possano avere un adeguato introito di vitamina D, iodio e calcio, come viene richiesto nella Dichiarazione di Milano per esempio, significa far sì che si prevengano malattie come l’osteoporosi, le patologie tiroidee e alcuni disturbi metabolici, che assieme colpiscono, soltanto in Italia, 3 persone su 10. È altrettanto fondamentale la pratica regolare dell’esercizio fisico così da ridurre l’impatto di malattia a forte componente ormonale come l’obesità, i tumori, il diabete”. Molti credono che gli squilibri ormonali siano legati soltanto al mondo femminile e che gli uomini non sperimentino gli effetti negativi di alterazioni simili nel loro organismo. Ma non è così perché esistono squilibri ormonali maschili con sintomi equiparabili a quelli femminili. Per questi motivi è importante essere consapevoli di come eventuali modifiche fisiche o psicologiche, che possono verificarsi durante tutto l’arco della vita, possono essere indice di squilibri ormonali e della necessità di rivolgersi subito allo specialista per individuare gli esami e il trattamento più adeguato. “I sintomi a cui porre attenzione, che possono mascherare problemi al sistema endocrino, sono variazioni inspiegate di peso, disturbi del sonno, cambiamenti nell’appetito, fragilità di unghie e capelli, stanchezza eccessiva, pelle desquamata, sete persistente, comparsa di depressione del tono dell’umore, calo del desiderio sessuale e infertilità – conclude Ferone -. In presenza di questi campanelli d’allarme è necessario rivolgersi allo specialista endocrinologo e può essere utile, su indicazione dello stesso, sottoporsi a esami di dosaggi ormonali”.

Dl Pnrr, ok Senato alla fiducia con 95 sì e 68 no, 1 astenuto

Dl Pnrr, ok Senato alla fiducia con 95 sì e 68 no, 1 astenutoRoma, 23 apr. (askanews) – L’aula di palazzo Madama ha votato la fiducia posta dal Governo sul disegno di legge di conversione del decreto Pnrr, decreto legge 2 marzo 2024, n. 19 “recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. I sì sono stati 95, i no 68, una astensione.


Il provvedimento era in seconda lettura ed è stato approvato nel medesimo testo già votato dalla Camera. Diventeranno legge, in conseguenza della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, anche le norme sulla retribuzione del presidente del Cnel, Renato Brunetta, e sulla presenza nei consultori delle associazioni antiabortiste, contestate perché considerate non omogenee per materie dalle opposizioni.

Fascismo, Scurati: alcune sue caratteristiche sono già tornate

Fascismo, Scurati: alcune sue caratteristiche sono già tornateMilano, 23 apr. (askanews) – “Mi pare del tutto evidente che quel che mi era parso di vedere” due anni fa sulla “deriva fascistoide” dell’Italia, “non fascista perché quella non torna più, è già qui” perché “quello che doveva tornare” del fascismo “è già tornato”. Lo ha detto lo scrittore Antonio Scurati durante il convegno “Come sta la democrazia?” organizzato dalla Fondazione Feltrinelli, in confronto con Angela Mauro autrice del libro “Europa Sovrana”.


“Non aspettate da domani questa verifica di ciò che del fascismo è ancora vivo, è già qui, in tante piccole e grandi cose, comprese quelle che mi hanno riguardato” ha aggiunto riferendosi implicitamente alla mancata messa in onda sulla Rai del suo monologo preparato per il 25 aprile. Scurati ha citato, ad esempio, la “virulenta polemica antiparlamentare” che “caratterizza tutti i populismi, anche quelli di sinistra”.

Vino, all’Accademia dei Georgofili celebrato il centenario dell’Oiv

Vino, all’Accademia dei Georgofili celebrato il centenario dell’OivMilano, 23 apr. (askanews) – “Aumento incontrollato della produzione e del commercio di bevande adulterate che venivano chiamate vino, mancanza di una definizione comune di vino che consentisse un contrasto unificato delle frodi, colpevolizzazione del vino durante il decennio del proibizionismo e mancanza di un organismo internazionale di confronto e di studio delle varie problematiche tecnico-scientifiche della filiera vitivinicola”. Sono questi gli argomenti che cento anni fa spinsero Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia a far nascere l’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv). Lo ha ricordato il presidente dell’Oiv, Luigi Moio, all’incontro che l’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv) ha promosso il 23 aprile in sinergia con l’Accademia dei Georgofili a Firenze nel centenario dell’Organizzazione.


Alla base della nascita dell’Oiv nel 1924, ha rimarcato Moio, c’era la voglia di “stimolare gli studi scientifici finalizzati a far conoscere ed apprezzare il valore positivo di un consumo moderato del vino” oltre a “esaminare le normative adottate nei vari Paesi, allo scopo di predisporre una definizione comune di vino, tutt’oggi valida, ed incoraggiare lo sviluppo e l’adozione di procedure analitiche rivolte a garantire la purezza, la genuinità e l’integrità del vino”. E infine “istituire un Ufficio internazionale del vino per concepire raccomandazioni su basi scientifiche agli Stati membri allo scopo di facilitare un’armonizzazione delle loro politiche vitivinicole per agevolare gli scambi internazionali”. Durante la mattinata Moio ha consegnato il bicchiere, la bottiglia e la spilla celebrativa del centenario di Oiv al presidente dell’Aivv, Rosario Di Lorenzo, al presidente dell’Accademia dei Georgofili, Massimo Vincenzini e al presidente di Masi, Sandro Boscaini, in qualità di accademico di Aivv e sostenitore di Oiv per il programma di borse di studio per la formazione dei giovani professionisti del settore.


Hanno preso poi la parola alcuni tra i maggiori esperti del settore, tra cui Mario Fregoni, presidente onorario Oiv, che ha ricordato come “all’inizio del 1900 esistessero 10 milioni di ettari di vite, diffusi soprattutto in Europa: Spagna, Italia e Francia erano i tre grandi Paesi viticol”. Ma in quegli anni, oltre ai gravi problemi causati della Prima guerra mondiale, la viticoltura dovette fare i conti con “l’arrivo della fillossera dall’America settentrionale, che distrusse quasi tre milioni di ettari dei vigneti europei, e, nella seconda metà del 1800, giunsero in Europa dall’America altri due flagelli fungini: l’oidio e la peronospora”. “Più di vent’anni fa, l’Oiv avviò un percorso di riflessione che ha portato all’elaborazione di diverse risoluzioni, a partire dalla definizione di sostenibilità fino all’analisi degli aspetti ambientali, sociali, economici e culturali associati ai principi generali della sostenibilità” ha evidenziato il capo dell’Unità viticoltura, Enrico Battiston, ricordando che “Oiv ha portato avanti un percorso normativo e di armonizzazione realizzato anche grazie alla creazione di un gruppo di esperti dedicato, il gruppo Clima poi divenuto Enviro ed infine Sustain”. E questo gruppo ha in discussione “tre bozze di risoluzione riguardanti la definizione della viticoltura di montagna e in forte pendenza, la definizione dei principi dell’agroecologia e la più complessa definizione di resilienza per il settore vitivinicolo”. “La Commissione viticoltura – ha precisato Vittorino Novello, vicepresidente della Commissione Viticoltura Oiv – ha approvato 171 risoluzioni, di cui 57 sulle tecniche viticole, 42 su argomenti ambientali, 32 su prodotti non fermentati e 40 sulle varietà di vite”.


“Dal 1928 al 2023 – ha infine spiegato il segretario scientifico Oiv, Antonio Seccia – la Commissione Economia e Diritto ha adottato 263 risoluzioni, riferite in particolare a tematiche quali l’etichettatura dei vini e delle bevande a base di vino, la protezione del consumatore, il consumo responsabile, la tracciabilità dei prodotti, gli aspetti normativi della dealcolazione, la definizione delle bevande spiritose di origine vitivinicola, l’armonizzazione dei programmi di formazione nel settore vitivinicolo”.

Auto, AlixPartners: con bev 30% aziende componentistica a rischio

Auto, AlixPartners: con bev 30% aziende componentistica a rischioMilano, 23 apr. (askanews) – In Italia le vendite di auto rimarranno per i prossimi anni attorno ai livelli del 2023, pari a circa 1,8 milioni di veicoli a fronte di una produzione di circa 900mila unità. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del Global Automotive Outlook di AlixPartners, presentato oggi a Milano che sottolinea il contesto competitivo complesso caratterizzato da un tema di costi e sovracapacità produttiva su componenti e veicoli Ice.


Fra i temi approfonditi da AlixPartners e condivisi al Tavolo automotive del Mimit di cui la società di consulenza fa parte, c’è quella della componentistica. Con il passaggio all’elettrico serviranno un terzo circa dei componenti rispetto a una vettura termica. Già oggi circa il 30% delle aziende della filiera, spiega AlixPartners, si trova in una fase di stress finanziario e potrebbe non avere le risorse per affrontare la transizione. Secondo AlixPartners il fatturato al 2030 delle componentistica Ice potrebbe dimezzarsi passando da 14 miliardi del 2023 a 7 miliardi per un totale, incluso le componenti per l’elettrico, di 51 miliardi di euro (58 mld nel 2023).


Sul fronte occupazionale invece su un totale di 135mila addetti “core”, della componentistica, secondo AlixPartners nel caso la produzione rimanga stabile a circa 900mila unità, le previsioni sono di una perdita di circa 40mila posti di lavoro che diventano 47mila con una produzione in calo a 700mila unità. Nel caso invece di una aumento a 1,1 milioni si perderebbero 30mila posti di lavoro. “E questo escludendo ulteriori impatti sulla forza lavoro dei costruttori e delle altre filiere dipendenti da quella automobilistica”, spiega Fabrizio Mercurio, Director Automotive di AlixPartners. Quanto al tavolo automotive coordinato dal Mimit “i lavori si sono svolti tra dicembre 2023 e marzo 2024 e hanno espresso una proposta di Protocollo d’Intesa di respiro pluriennale con una lista di 20 interventi che coinvolgono istituzioni pubbliche e operatori privati, il tutto condensato in un piano organico finalizzato all’aumento di competitività del sistema-Paese e alla salvaguardia del settore in questa difficile transizione”, afferma Dario Duse Emea co-leader dell’Automotive & Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners.


Le tematiche affrontate sono state ad esempio gli incentivi alla domanda, da legare all’impronta ecologica della produzione, o l’accessibilità a fonti di finanziamento per il set-up di nuovi siti produttivi. Sul fronte degli operatori privati, sono citati possibili accordi tra operatori di filiera (come gruppi di acquisto per l’energia) o la definizione di progetti di riconversione guidati da aziende “capi-filiera”, con impatto positivo anche sul relativo ecosistema di sotto-fornitori.

Coldiretti: stop Ue a lavoro forzato, estendere divieto a alimenti

Coldiretti: stop Ue a lavoro forzato, estendere divieto a alimentiRoma, 23 apr. (askanews) – Il divieto di accesso ai prodotti ottenuti dallo sfruttamento del lavoro forzato risponde alle richieste dell’83% degli italiani e “ora deve essere esteso a tutti gli alimenti in commercio nella Ue che non rispettano le stesse regole in fatto di tutela dell’ambiente e della sicurezza dei consumatori, affermando il principio di reciprocità”. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti in occasione del via libera finale del Parlamento europeo al nuovo regolamento Ue che vieta la vendita, l’importazione e l’esportazione di beni realizzati utilizzando quella che è una moderna forma di schiavitù e riguarda oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui minori.


Dal concentrato di pomodoro cinese al riso indiano, dai gamberetti thailandesi ai peperoncini dal Messico o il riso dal Mali, fino ad arrivare alle castagne dal Perù, al pesce dalla Thailandia, dall’Indonesia e dalla Cina. Sono diversi i cibi che entrano nel nostro Paese su cui grava l’accusa di essere ottenuti dall’utilizzo del lavoro forzato, spiega la Confederazione agricola, e che finiscono magari per essere spacciati per italiani sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale.

Maria Laurenza nominata segretaria generale della Uila Pesca

Maria Laurenza nominata segretaria generale della Uila PescaRoma, 23 apr. (askanews) – Il Consiglio nazionale della Uila pesca, riunito oggi a Roma, ha eletto all’unanimità Maria Laurenza alla carica di Segretario generale dell’organizzazione guidata negli ultimi 10 anni da Enrica Mammucari, nominata nelle scorse settimane segretaria generale della Uila.


Laurenza ha iniziato giovanissima l’attività sindacale in Uila occupandosi per molti anni sia di industria alimentare sia di pesca, è stata responsabile delle politiche migratorie per poi entrare a far parte della segreteria della Uila Pesca nel 2021. Ringraziando il consiglio nazionale per la fiducia, Laurenza ha confermato la volontà di portare avanti il sindacato secondo le linee tracciate in questi anni da Mammucari, continuando a battersi per la tutela e il riconoscimento dei diritti dei pescatori a partire dalla Cisoa per la pesca, da una maggiore tutela della salute e sicurezza sulle imbarcazioni e per valorizzare ancor di più i pescatori come figure chiave per il Made in Italy in un contesto globalizzato e spesso penalizzante per la pesca italiana. Il consiglio ha approvato anche l’ingresso in segreteria di Massimiliano Sardone.

Auto, AlixPartners: verso volumi pre-covid in 2024, incognita bev

Auto, AlixPartners: verso volumi pre-covid in 2024, incognita bevMilano, 23 apr. (askanews) – Il mercato globale dell’auto si appresta nel 2024 a recuperare i volumi pre-covid (stime +3% e 89 milioni di veicoli nel mondo, +2% Europa a 18,1 mln e +4% Usa a 16,2 mln), ma con un mix geografico sempre più spostato sulla Cina, primo mercato in volume (26 milioni di veicoli attesi nel 2024, +4% rispetto al 2023) e primo esportatore al mondo di veicoli. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del Global Automotive Outlook di AlixPartners, presentato oggi a Milano.


La domanda fino al 2027 è prevista sostanzialmente stagnante, con crescita bassa a singola cifra per tutti i mercati principali: +1% annuo in Europa (+2,4% nei Paesi dell’Europa Centrale); 2% in America e 3% in Cina tra 2024 e 2027. In Italia le previsioni sono di vendite stabili a 1,8 milioni di veicoli. In Europa c’è da valutare l’incognita Cina: nel 2023 la quota di produttori cinesi in Europa è salita al 4% ed prevista in crescita fino al 7% nel 2028 (9% inclusi brand europei controllati da gruppi cinesi). Questo grazie anche all’installazione di capacità produttiva locale con la previsione di 200mila unità prodotte al 2030. Fra i progetti, Byd inizierà la produzione in Ungheria nel 2026, mentre sono in corso le trattative per Geely in Polonia e Chery in Spagna. “L’industria automotive è ritornata a una situazione di sovracapacità produttiva. Le cause? L’indebolimento della domanda, il contesto geopolitico ed economico, e soprattutto la crescita nettamente inferiore, rispetto alle attese, della domanda di vetture elettriche sulle quali si è scatenata una guerra sui prezzi nel mondo, soprattutto in Cina, a partire dai due leader BYD e Tesla” ha affermato Dario Duse, Emea co-leader dell’Automotive & Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners.


“Tutti i grandi costruttori hanno una gamma elettrificata disponibile, ed è previsto che ulteriori 616 miliardi di dollari saranno investiti entro il 2027, ma al contempo l’industria ha assunto un atteggiamento attendista in ragione di una domanda di Bev debole, ancora legata agli incentivi, e una prospettiva incerta sulla effettiva tenuta della regolamentazione che impone lo stop ai motori termici dal 2035”. Le piattaforme di sviluppo annunciate dai costruttori europei sono ancora concentrate sulle motorizzazioni elettriche (7 su 8 attese nel 2025), ma la crescita dei veicoli elettrici sta rallentando in tutti i principali mercati europei, compresa l’Italia, dove dal 2021 l’incidenza dei veicoli Bev è rimasta stabile al 4%. Da una recente survey di AlixPartners emerge che a livello globale la percentuale di clienti potenzialmente interessata all’acquisto di un’auto elettrica è stabile rispetto al 2021, eccetto in Cina dove è salita dall’85% al 97%. Negli Usa è stabile al 35%, in Ue al 43% mentre in Italia è diminuita dal 53% del 2021 al 48%.


Le conseguenze per le case costruttrici sono evidenti: Volkswagen, ad esempio, ha rallentato la produzione sui modelli ID nel corso del 2023 in alcuni siti produttivi, Tesla ha avuto un calo di produzione nel primo trimestre del 2024 e prevede un piano di tagli del 10% della propria forza lavoro, come anche la cinese Polestar che addirittura ipotizza tagli del 15%. Da segnalare che nonostante il taglio alla produzione sempre nel I trimestre 2024 Tesla ha prodotto 430mila auto e ne ha vendute 387mila con una eccedenza di 50mila auto, pari al surplus di tutto il 2023. L’elettrico, gravato da costi superiori alle pari versioni con motore a combustione, continua anche ad avere volumi produttivi per piattaforma e modello di gran lunga inferiori alle pari versioni Ice, con conseguente problema anche di capacità di assorbimento dei costi fissi. Le partnership, come quella di Stellantis con Leapmotor e di Mercedes con Byd per la gamma Denza, potrebbero rappresentare un punto di svolta, generando sinergie di acquisto nell’ordine dell’8-10% al raddoppio dei volumi, oltre a sinergie multimilionarie sui costi fissi legati a sviluppo del prodotto e assets produttivi.


Nel pieno della transizione energetica, infine si affaccia una nuova disruption collegata al Software Defined Vehicle (Sdv), un veicolo in cui alcune caratteristiche – come la sicurezza, la protezione, la comodità e le prestazioni – possono essere controllate e modificate da un software attraverso aggiornamenti Over The Air. Gli Sdv arriveranno nei prossimi 3-4 anni, ma, secondo Emanuele Cordone, Director dell’Automotive & Industrial team di AlixPartners “è necessario un cambio di marcia per poter cogliere le opportunità di un nuovo modello di business anche valutando potenziali partnership con aziende tecnologiche”.

Vieni a pedalare in Puglia: presentata la ciclovia del Salento Ionico

Vieni a pedalare in Puglia: presentata la ciclovia del Salento IonicoRoma, 23 apr. (askanews) – C’è un altro Salento, non solo quello più noto delle spiagge, della pizzica e della movida. E da oggi c’è un altro modo di scoprirlo e apprezzarlo, in maniera lenta e sostenibile, coinvolgendo tutti e cinque i sensi e con l’uso delle due ruote. Nasce così la ciclovia del Salento Ionico: un percorso a tappe lungo 300 chilometri, alla portata di tutti, e articolato in cinque anelli, ottimi per escursioni di una giornata. Un modo nuovo di vivere uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, attraversando masserie, spiagge selvagge, borghi ricchi di arte ed enogastronomia.


Il percorso, realizzato da Vivilitalia, società specializzata nei turismi ambientali, grazie al progetto Green Community Ionico-Adriatica con capofila il comune di Nardò, finanziato con i fondi del PNRR, è stato presentato a Lecce, nella Sala conferenze stampa della Provincia, a Palazzo Adorno. L’iniziativa è promossa in collaborazione con la Provincia di Lecce. Oltre al percorso è stata mostrata anche l’app che rende facile e intuitiva la navigazione lungo la ciclovia, mettendo in evidenza la rete di sentieri, strade secondarie e rurali, punti di interesse e strutture bike-friendly.


Lunga 305 chilometri, per l’82% su asfalto e il restante 18% su sterrato, la ciclovia si snoda prevalentemente su stradine secondarie a bassa intensità di traffico. La traccia principale è poi articolata in cinque percorsi ad anello che, tra mare, parchi e borghi interni, consentono di organizzare su misura il proprio viaggio in bici: Ugento/Racale; Gallipoli/Racale; Nardò/Gallipoli; Porto Cesareo/Nardò e infine Manduria/Torre Lapillo. Un viaggio realizzato grazie alla conoscenza e all’esperienza di chi ogni giorno vive il territorio e lavora per valorizzarlo. “Da oggi il Salento ha un prodotto turistico in più disegnato per un mondo, quello di chi fa vacanze a pedali, che sta crescendo vertiginosamente con un giro d’affari che nell’ultimo anno ha raggiunto i 5,5 miliardi di euro. Il nostro lavoro non si è limitato solo a tracciare un itinerario, ma stiamo operando per creare una vera comunità accogliente, fatta di amministratori, associazioni e operatori economici che si sono confrontati fra riunioni e pedalate e che hanno deciso di scommettere su una proposta di vacanza fortemente destagionalizzante dimostrando che anche in Salento un altro turismo è possibile” ha affermato Sebastiano Venneri, presidente di Vivilitalia.


“La ciclovia del Salento Ionico apre le porte a un nuovo capitolo di turismo sostenibile per tutto il Salento, con la possibilità di incrementare le presenze sul territorio provinciale, soprattutto in quelli che sono considerati periodi di bassa stagione, come la primavera e l’autunno e che per il settore sono, invece, i periodi più intensi e in cui si pedala di più. Questa iniziativa propone una fruizione del territorio rispettosa della natura del Salento e, al tempo stesso, offre un’opportunità per prospettive turistiche, che incentivano l’economia locale e rafforzano l’idea di sviluppo ecosostenibile. L’orgoglio, come Provincia, è che il modello del ‘fare rete’ che replichiamo costantemente con gli enti locali del territorio funziona. Il risultato dimostra che la chiave di volta è sempre fare squadra, per questo il mio plauso va alle Amministrazioni comunali e a Vivilitalia, che sono riuscite a cogliere l’occasione dei fondi PNRR per far fare un ulteriore passo al nostro territorio. La ciclovia non è un’opera solo per i 10 Comuni che hanno saputo mettersi insieme, ma un’infrastruttura che arricchisce l’offerta turistica e di svago di tutto il Salento e della Puglia” ha dichiarato Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce. “La ciclovia del Salento Ionico è un po’ la ciliegina sulla torta della Green Community. Da anni lavoriamo a un’offerta turistica ‘slow’, che punti sul fattore esperienziale e identitario; per questo la possibilità di percorrere in bicicletta un itinerario che lambisce il mare e che taglia l’entroterra e contesti ricchi di arte, cultura ed enogastronomia, è una delle cose in assoluto più efficaci. Siamo molto contenti, così come in generale siamo contenti della Green Community, un’esperienza straordinaria di salvaguardia dei valori culturali e naturali del territorio, di protezione dei paesaggi di pregio e della biodiversità, di promozione dello sviluppo sostenibile dell’economia locale. Raccogliamo con molta determinazione insieme ad altri nove comuni la sfida del green e di un approccio più equilibrato, l’approccio di chi amministra e ha responsabilità pubbliche, ma prima ancora dei cittadini” ha aggiunto Giuseppe Mellone, sindaco di Nardò.  


“Questo progetto si inserisce a pieno titolo nella via italiana al cicloturismo”, afferma Roberto Guido, ideatore del percorso, “offrendo una straordinaria esperienza di viaggio nel Salento che mette insieme i tesori dell’entroterra con il mare, ma soprattutto con la natura, andando oltre i cliché del turismo balneare. La ciclovia del Salento Ionico, infatti, attraversa ben cinque parchi e aree verdi, tutti sul litorale, da Ugento fino a Manduria, uniti dal filo dell’autenticità e della meraviglia. Si scopre così che pedalare nel cuore del Sud è un’esperienza immersiva in un paesaggio che crea stupore e bellezza in tutte le stagioni”. Fanno parte della Green Community Ionico-Adriatica i comuni di Alliste, Avetrana, Galatone, Gallipoli, Manduria, Nardò, Porto Cesareo, Racale, Taviano, Ugento. Da ognuno di questi centri, proprio grazie alla struttura modulare del percorso, sarà possibile iniziare il viaggio percorrendo l’intero anello, con o senza il passaggio da Lecce.

Coldiretti: dazi Ucraina, occasione persa per grano italiano

Coldiretti: dazi Ucraina, occasione persa per grano italianoRoma, 23 apr. (askanews) – Il via libera definitivo dal Parlamento europeo alla proroga fino a giugno 2025 della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina, rappresenta un’occasione persa per il grano italiano. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la proroga firmata oggi, sottolineando che sa da un lato sia prioritario sostenere l’Ucraina, dall’altro la mancata estensione al grano della clausola di salvaguardia come “freno di emergenza”, rischia di creare gravi distorsioni all’interno del mercato europeo dei cereali. Mercato già destabilizzato dall’invasione di prodotto russo e turco che ha fatto crollare i prezzi pagati agli agricoltori.


La misura non comprende infatti il grano tra i prodotti oggetto del meccanismo di salvaguardia automatico che consente la reintroduzione di contingenti tariffari quando l’import di alcune produzioni supera un certo limite. Né l’inserimento della semola cambia la situazione, visto che circa il 70% del grano tenero che entra in Europa proviene dall’Ucraina, ben 4,3 milioni di tonnellate per la campagna in corso, mentre l’import di semola di grano tenero è pari ad appena 45.000 tonnellate. Grazie anche alle agevolazioni, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino per il pane sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021 prima dell’inizio della guerra, arrivando a quota 470 milioni di chili.


Per sostenere la martoriata Ucraina senza danneggiare i produttori italiani ed europei, la Coldiretti ha proposto l’utilizzo dei magazzini europei per stoccare i cereali ucraini, evitando che entrino nel mercato comune e destinandoli, invece, ai Paesi che non hanno cibo a sufficienza per sfamare la popolazione, come i Paesi africani, che altrimenti vengono lasciati nelle mani della Cina, della Turchia e della Russia.