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Autore: Redazione StudioNews

Al via in Comagri esame Ddl su albo imprese agromeccaniche

Al via in Comagri esame Ddl su albo imprese agromeccanicheRoma, 23 apr. (askanews) – E’ iniziato l’esame in Commissione agricoltura alla Camera del DdL n. 1794 a prima firma Davide Bergamini (Lega), sull’istituzione dell’albo nazionale delle imprese agromeccaniche e sulla disciplina dell’esercizio dell’attività professionale di agromeccanico. “Questa proposta legislativa rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento e la valorizzazione delle imprese agromeccaniche professionali, un settore che ha dimostrato di essere il motore innovativo dell’agricoltura moderna”, commenta in una nota il presidente di Uncai, l’unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali, Aproniano Tassinari.


“Il disegno di legge è il frutto di un dialogo costruttivo con le associazioni agricole, cooperative e di contoterzisti risponde alle esigenze e alle aspettative del settore, emerse durante l’audizione in commissione agricoltura del 21 marzo. A un solo mese da allora, inizia ora ufficialmente il suo iter con un primo esame in Commissione”, prosegue Tassinari. Il disegno di legge si distacca dal vecchio concetto di attività agromeccaniche, superando una visione che ha impedito di riconoscere l’evoluzione e la crescente specializzazione del settore. Con l’introduzione dell’Albo Nazionale delle Imprese Agromeccaniche, si apre quindi “la strada a una nuova era di professionalità e competenza, riconoscendo ufficialmente il ruolo cruciale che queste imprese svolgono nell’ambito dell’agricoltura e oltre”.


L’articolo 5 del disegno di legge introduce inoltre la certificazione delle prestazioni, conferendo un valore legale alle operazioni svolte, garantendo trasparenza e affidabilità. “Il Disegno di Legge n. 1794 non è solo una proposta normativa, ma un vero e proprio manifesto di progresso per il settore agromeccanico”, conclude il presidente di Uncai.

L’Onu: trovate vittime con le mani legate nelle fosse comuni a Gaza

L’Onu: trovate vittime con le mani legate nelle fosse comuni a GazaRoma, 23 apr. (askanews) – L’ufficio Onu per i diritti umani ha espresso preoccupazione per le notizie che arrivano dalla Striscia di Gaza su decine di corpi scoperti nelle fosse comuni, alcuni dei quali “con le mani legate”, a indicare “gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale”, per cui occorrono “ulteriori indagini”. Lo ha detto oggi a Ginevra la portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani.


“Tra i deceduti c’erano presumibilmente anziani, donne e feriti, mentre altri sono stati trovati con le mani legate e spogliati dei loro vestiti”, ha dichiarato Shamdasani, riguardo alla fossa comune rinvenuta lo scorso fine settimana all’ospedale Nasser di Khan Younis, dove ad oggi sono stati trovati oltre 300 corpi. Al momento sono 42 le vittime identificate. Citando le autorità sanitarie locali di Gaza, la portavoce ha poi ricordato che sono stati trovati altri corpi anche all’ospedale Al-Shifa, teatro di intensi combattimenti fino all’inizio di aprile. “Le notizie indicano che c’erano 30 corpi palestinesi sepolti in due fosse nel cortile dell’ospedale Al-Shifa a Gaza City: una davanti all’edificio del pronto soccorso e l’altra davanti all’edificio della dialisi”, ha dichiarato Shamdasani ai giornalisti, precisando che ad oggi sono state identificate 12 vittime.


In un comunicato l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, si è detto “inorridito dalla distruzione del complesso medico An Nasser e del complesso medico Al Shifa e dalla scoperta di fosse comuni dentro e intorno a questi luoghi”, sollecitando “indagini indipendenti, efficaci e trasparenti sulle morti”. “Dato il prevalente clima di impunità, dovrebbero essere coinvolti investigatori internazionali – ha dichiarato Turk – gli ospedali hanno diritto a una protezione molto speciale ai sensi del diritto internazionale umanitario. E l’uccisione intenzionale di civili, detenuti e altre persone non coinvolte in combattimento è un crimine di guerra”.

Patto di stabilità, Gentiloni soddisfatto dal voto dell’europarlamento

Patto di stabilità, Gentiloni soddisfatto dal voto dell’europarlamentoStrasburgo, 23 apr. (askanews) – Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha espresso oggi a Strasburgo “soddisfazione per l’approvazione delle nuove regole del Patto di stabilità e di crescita, che migliorano le regole attuali”, perché nonostante sia stato influenzato dalla forte spinta verso le posizioni più rigide dei tedeschi, è rimasta buona parte dell’impostazione originale della Commissione europea, e comunque; e quanto all’astensione del Pd è “un fatto di politica interna”, ha commentato.


“Naturalmente – ha detto il commissario incontrando la stampa italiana dopo il voto – sappiamo che si tratta di un compromesso, sappiamo che la questione è da sempre una delle questioni più complicate e più controverse a livello europeo; ma aver raggiunto questo compromesso e poterlo varare con il voto finale di oggi a larghissima maggioranza del Parlamento europeo è molto positivo”. “Positivo – ha continuato – anche perché questo compromesso conserva alcuni degli aspetti fondamentali della proposta della Commissione, pur modificandola, ovviamente: in primo luogo una maggiore gradualità nei percorsi di aggiustamento di bilancio; in secondo luogo la possibilità, anzi l’impegno per ciascun paese a disegnare il proprio percorso di riforme, investimenti e prudenza di bilancio nei prossimi quattro sette anni; e in terzo luogo, e questo grazie anche al contributo del Parlamento europeo, uno spazio certamente maggiore per gli investimenti, rispetto alle regole esistenti. Si tratta in particolare di investimenti legati alla difesa, investimenti legati al cofinanziamento di fondi europei, investimenti legati alle nostre grandi priorità come Unione europea”.


“Per l’Italia – ha indicato Gentiloni – questo naturalmente vuol dire che abbiamo di fronte una doppia sfida: da un lato la sfida di politiche di bilancio prudenti, che sono indispensabili per un paese con un deficit e un debito così alti; ma al tempo stesso la sfida continua a continuare con investimenti pubblici che sostengano la crescita e sostengono la nostra economia. Qui naturalmente – ha aggiunto – ci soccorrono le nuove regole di bilancio, ma ci soccorre anche il Pnrr, la grande disponibilità delle risorse del Pnrr”. “Quindi direi una buona giornata, che rende il nostro Patto di stabilità forse un po più intelligente”, ha sottolineato il commissario, con riferimento alla famosa battuta di Romanoo Prodi, che da presidente della Commissione definì il Patto “stupido”.


A un giornalista che faceva notare che il Pd si è astenuto, Gentiloni ha risposto: “Si è astenuto mi sembra, immagino, più per ragioni di politica interna”. E a chi chiedeva se pensi che sull’astensione di quasi tutti gli eurodeputati italiani abbia influito la vicinanza della delle elezioni, ha replicato: “Questo non so dire” e ha aggiunto ironicamente: “Abbiamo unito la politica italiana. Questo è un fatto”. Quanto all’influenza dell’approccio più rigido di stampo tedesco sulla riforma del Patto, il commissario ha negato che abbia “prevalso”, e ha osservato: “Direi che la proposta è stata modificata anche perché c’è stata una forte spinta in quella direzione. Però nell’insieme si è arrivati a un compromesso che, come dicevo, mantiene molti degli elementi fondamentali della proposta della Commissione”.


“Credo – ha spiegato Gentiloni – che dobbiamo sempre ricordarci che tutto questo avviene non in una situazione di mancanza di regole di bilancio, come è stata la situazione del 20 marzo 2020 alla fine del 2023, quando noi abbiamo avuto effettivamente quasi quattro anni in cui erano sospese le regole di bilancio europee, e in cui quindi ciascun paese poteva fare le sue scelte. Siamo ovviamente tutti consapevoli che un’unione monetaria che condivide la stessa moneta deve avere delle regole di bilancio comune. Quelle che sono state oggi approvate sono certamente migliori di quelle esistenti. Esistenti, non precedenti – ha puntualizzato -, perché dal primo gennaio quelle precedenti sono rientrate in vigore”. “Quindi – ha sintetizzato il commissario – il messaggio è molto semplice: le regole che oggi il Parlamento europeo ha definitivamente approvato sono migliori perché più flessibili, perché più aperte agli investimenti, perché danno più autonomia ai singoli paesi rispetto a quelle esistenti”. A un giornalista che chiedeva se l’Italia, con un deficit al 7,4% nel 2023, avrà più problemi degli altri paesi, Gentiloni ha poi risposto che “certamente chi ha il deficit più alto ha una sfida più complicata; ma detto questo, con le regole esistenti la sfida sarebbe forse molto molto difficile da attuare. Con le nuove regole sarà più compatibile”. La Commissione, gli è stato chiesto a questo punto, avvierà procedure per deficit eccessivo per gli 11 paesi con un deficit oltre il 3% del Pil, dopo i dati definitivi pubblicati ieri da Eurostat per il 2023? “Le decisioni sulle procedure di deficit eccessivo – ha confermato – saranno prese quando presenteremo il pacchetto di primavera” del semestre europeo, “e questo sarà il 19 giugno. Naturalmente guardando i dati di Eurostat si può avere una buona anticipazione delle decisioni potenziali. Ma le vere decisioni arriveranno solo nella seconda metà di giugno”. Infine, riguardo ai nuovi “piani di medio termine” che gli Stati membri dovranno presentare secondo le nuove regole approvate oggi, il commissario ha precisato che “le nostre richieste agli Stati membri sono di presentarli entro il 20 settembre. Ma sappiamo che questo è la prima volta, e che ci sarà un certo grado di flessibilità”, precisando poi che la flessibilità è da intendere “rispetto alla scadenza, non al contenuto” dei piani. “Ma la decisione di cominciare a dare attuazione alle nuove regole nel 2025 è stata una decisione presa, e largamente condivisa, dagli Stati membri. Quindi non è qualcosa che è stata imposta dalla Commissione agli Stati membri. Se si vuole cominciare ad applicare le nuove regole il prossimo anno – ha concluso Gentiloni -, bisogna che ci siano dei piani di medio termine quest’autunno”.

Bioplastiche compostabili e raccolta differenziata virtuosa, convegno a Roma

Bioplastiche compostabili e raccolta differenziata virtuosa, convegno a RomaRoma, 23 apr. (askanews) – L’uso delle bioplastiche compostabili in agricoltura permette di realizzare processi produttivi molto più sostenibili, rispettosi dell’ambiente e rappresentano la migliore alternativa alla plastica tradizionale, derivante dai combustibili fossili, di cui una quota non trascurabile e a lungo contaminante permane nel terreno, sotto forma di micro e nanoplastiche, con effetti negativi sulla salute umana se ingerite attraverso il cibo. Anche la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ne raccomanda la sostituzione con materiali biodegradabili a base biologica, progettati specificatamente per degradarsi ed essere incorporati nel terreno dopo il raccolto. Le bioplastiche compostabili sono materiali efficienti e tecnologicamente maturi. Il loro utilizzo presente e futuro permette di migliorare l’equilibrio tra i benefici ambientali e la necessità di affrontare con coscienza il fenomeno dell’inquinamento da plastiche, promuovendo al contempo la giusta transizione dal modello di economia lineare a quello circolare ‘zero waste’ con grandi vantaggi per le pratiche agricole e le economie rurali, rendendo le colture sicure.


Questo il focus del convegno “Bioplastiche compostabili: una risorsa per l’agricoltura, un vantaggio per l’ambiente” – promosso da Fondazione UniVerde in collaborazione con Re.N.Is.A. – Rete Nazionale Istituti Agrari e con la main partnership di Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile – che si è svolto oggi alla Sala dei Consigli Superiori – Parlamentino Cavour presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente. L’evento è stato aperto dal saluto di benvenuto di Marco Lupo (Capo Dipartimento della sovranità alimentare e dell’ippica, Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) che si è complimentato con gli organizzatori del convegno, “una giornata volta a informare e formare studentesse e studenti degli Istituti Agrari a cui teniamo molto. Le bioplastiche compostabili sono un chiaro esempio di come attraverso l’innovazione tecnologica si possano conciliare le esigenze delle imprese e la tutela ambientale generando un circuito virtuoso”, ricordando che già in qualità di Direttore del Ministero dell’Ambiente ha collaborato alla stesura del protocollo d’intesa per la promozione della filiera della chimica verde italiana, “l’industria chimica ha dimostrato lungimiranza nell’investire e nel credere in questo settore di cui oggi il nostro Paese è leader”.


I lavori sono stati introdotti dalle relazioni di: Francesco Paolo La Mantia (Professore emerito in Tecnologia dei Polimeri presso l’Università degli Studi di Palermo e Coordinatore dell’unità di ricerca presso il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali – INSTM) che ha evidenziato: “Le bioplastiche compostabili sono polimeri che si biodegradano dando luogo, oltre che a CO2 ed acqua, anche ad un emendante del terreno noto col nome di compost. Questi polimeri risolvono il problema del fine vita dei manufatti in materie plastiche ed essendo provenienti da fonti naturali non sono dannose per l’ambiente in quanto non rilasciano gas serra antropogenici come le plastiche provenienti dal petrolio. Per queste loro caratteristiche sono particolarmente utili in agricoltura in particolare come film per la pacciamatura, sono manufatti con vita breve e, alla fine del loro uso, forniscono carbonio al terreno”.


Domenico Ronga (Professore associato in Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso il DIFARMA dell’Università degli Studi di Salerno) ha illustrato: “Razionalizzare l’uso dei materiali plastici in agricoltura e annullare la produzione del rifiuto, sono alcuni degli obiettivi che perseguiamo con il mio gruppo di ricerca, presso i laboratori e i campi sperimentali dei Corsi di Agraria del DIFARMA dell’Università degli Studi di Salerno. In modo particolare da diversi anni lavoriamo sull’impiego di teli pacciamanti biodegradabili in suolo nei diversi sistemi di coltivazione, sia integrato che biologico, come anche sulla valorizzazione dei fertilizzanti organici. In una prova, condotta per tre anni e in diverse località, su pomodoro da industria, coltivato con metodo biologico, si sono confrontati teli pacciamanti con diverse percentuali di materiale ottenuto da matrici rinnovabile GM free e biodegradabili in suolo in conformità con lo standard europeo EN 17033. Alla fine del triennio abbiamo registrato una maggiore resa commerciale, + 20 tonnellate ad ettaro di bacche mature, che ha influito direttamente sulla produzione lorda vendibile del pomodoro, risultando superiore di alcune migliaia di euro in quasi tutti i campi prova, con una differenza media del triennio di circa 3.000 euro ad ettaro a favore dei pomodori coltivati con l’impiego dei teli pacciamanti biodegradabili in suolo. Inoltre, i volumi irrigui apportati nei campi prova, grazie all’impiego dei teli pacciamanti biodegradabili in suolo ha consentito un risparmio idrico pari al 7% come media di tutte le località e annate. I risultati di queste prove dimostrano che l’utilizzo della pacciamatura biodegradabile in suolo nella coltivazione del pomodoro da industria in biologico, rappresenta un valido mezzo tecnico per gestire alcune problematiche anche legate ai cambiamenti climatici, come il controllo delle infestanti e del fabbisogno irriguo, oltre a consentire un aumento della produzione lorda vendibile. Altre prove sono in corso, sempre con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità delle produzioni agricole”. Hanno fatto seguito gli interventi:


Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “La difesa degli ecosistemi dall’inquinamento da plastiche è da anni una priorità planetaria. La dispersione in particolare di microplastiche nell’ambiente, con la presenza anche nel corpo umano dimostrata scientificamente da recenti studi, rende indispensabile ogni azione utile a ridurne l’uso e soprattutto l’inquinamento che producono. Le bioplastiche di origine vegetale sono da anni un’innovazione tecnologica riconosciuta come eccellenza italiana. Devono anch’esse essere raccolte in modo differenziato per entrare appieno in un circuito di economia circolare. Occorre favorire in molti campi, e in special modo dove resiste la necessità del monouso, la transizione verso materiali di origine biologica, più rispettosi della natura. È una questione di buon senso e di rispetto per la salute e l’ambiente, che mette al centro dell’attenzione la necessità di affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile in agricoltura. Per promuovere un sistema agroindustriale pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale occorre fare sistema tra Istituzioni, aziende, filiere, associazioni e rappresentanze a vantaggio della protezione dell’ambiente, delle colture e della qualità dei prodotti agricoli”. Gianfrancesco D’Andrea (Dirigente scolastico dell’Istituto Omnicompresivo ‘Alvito’ – FR e Vicepresidente Re.N.Is.A. – Lazio) ha portato i saluti di Patrizia Marini (Presidente nazionale Re.N.Is.A.) e ha sottolineato: “La lotta alle plastiche e l’obiettivo di una agricoltura che sia davvero sostenibile sono due priorità imprescindibili per la Rete Nazionale degli Istituti Agrari: dobbiamo puntare su nuove generazioni di professionisti dell’ambiente a trecentosessanta gradi, che siano consapevoli e attenti, che abbiano la giusta visione del futuro coniugando sostenibilità e innovazione. Il mondo della scuola, in particolar modo il settore degli Istituti tecnici e professionali agrari, vive già da tempo il senso di questa grande sfida all’interno delle proprie aziende agrarie, in sinergia con il mondo scientifico e imprenditoriale, in ogni regione d’Italia”. La filiera italiana delle bioplastiche compostabili sostiene l’innovazione e la transizione del settore primario verso l’utilizzo di materiali a base biologica che permettono di realizzare pratiche circolari a vantaggiano dei terreni agricoli poiché forniscono nutrienti e minerali ai suoli quando vengono naturalmente compostati. Senza dimenticare le opzioni offerte da preziose materie prime (tra cui, residui della frazione organica, sottoprodotti agroalimentari e recupero della biomassa agricola) cui dare degna valorizzazione. Carmine Pagnozzi (Direttore Generale Consorzio Biorepack): “Nelle nostre case abbiamo una vera e propria miniera di preziose risorse da reimmettere nella nostra economia invece di sprecarle destinandole a termovalorizzazione o discarica. La frazione organica dei rifiuti (Forsu) e gli imballaggi compostabili non fanno eccezione: tale componente rappresenta quasi il 40% del totale dei rifiuti prodotti. Gestirla correttamente significa quindi ottimizzare l’intero ciclo dei rifiuti e disporre di grandi quantità di compost con il quale riportare fertilità ai terreni agricoli. L’Italia, dotandosi per prima a livello europeo di un consorzio destinato a gestire il fine vita delle bioplastiche compostabili, ha mostrato particolare lungimiranza: esse da un lato facilitano la raccolta della Forsu, stimolando le buone pratiche di raccolta da parte dei cittadini. Dall’altra, aumentano la quantità di materiali compostabili e quindi il compost prodotto”. Con il coordinamento di Valerio Rossi Albertini (Fisico, divulgatore scientifico e primo ricercatore CNR), sono inoltre intervenuti: Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati): “L’utilizzo delle bioplastiche nella nostra economia porta a risolvere una serie di problemi e a raggiungere obiettivi richiesti a livello europeo, come la raccolta differenziata dell’umido obbligatoria dal 2022, che deve essere di qualità. Va dunque eliminata la percentuale di plastica e questo può essere ottenuto considerando imballi e materiale monouso in bioplastica, anche contrastando la vendita di prodotti contraffatti privi delle caratteristiche di biodegradabilità richieste dalle norme di settore. Un rifiuto organico di qualità crea un compost di qualità adatto a migliorare la fertilità del suolo. Le bioplastiche sono ottenute da materia prima vegetale e non comportano l’utilizzo di petrolio e gas naturale utilizzati per la produzione della normale plastica: decarbonizziamo ed evitiamo di aumentare la quantità di rifiuti di plastica con grande pericolo per gli ecosistemi. Cambiare abitudini è necessario, virare verso prodotti e materie prime a basso impatto ambientale come le bioplastiche è un passo importante per la transizione verso un modello economico circolare, il raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e la neutralità climatica al 2050 sottoscritta nella strategia Green New Deal”. Alessandro Caramiello (Componente Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati): “È nostro dovere sostenere con fermezza l’adozione delle bioplastiche compostabili nell’agricoltura quale soluzione chiave per promuovere processi produttivi sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Parliamo di una valida alternativa alle tradizionali plastiche derivate dai combustibili fossili, le quali possono persistere per lungo tempo nell’ambiente sotto forma di micro e nanoplastiche, con conseguenze dannose sulla salute umana. Le bioplastiche compostabili, invece, offrono un chiaro vantaggio nella nostra transizione verso un’economia circolare e orientata al zero waste, con l’obiettivo di favorire la salvaguardia dell’ambiente e contribuire a potenziare le pratiche agricole e le economie rurali, garantendo un equilibrio ottimale tra i benefici ambientali e la necessità di ridurre l’inquinamento da plastica. Per questo motivo, anche in qualità di capogruppo M5S in Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, osservo con estrema attenzione l’importanza delle bioplastiche compostabili quale strumento fondamentale per affrontare in modo consapevole la sfida dell’inquinamento da plastica, promuovendo un futuro più sostenibile e prospero per tutti”. Luca Bianconi (Presidente Assobioplastiche), in un videomessaggio, ha evidenziato che solo il 28% del rifiuto plastico agricolo viene riciclato sottolineando invece gli enormi vantaggi offerti dall’impiego delle bioplastiche in agricoltura, connesse tra loro da uno stretto legame. L’associazione, insieme a FederBio, ha avviato nel 2019 una sperimentazione triennale per l’utilizzo di film biodegradabili per la pacciamatura, ad alta percentuale di rinnovabilità e conformi allo standard europeo, nella coltivazione biologica del pomodoro. La sperimentazione, a cui ha partecipato anche l’Università degli Studi di Salerno, ne ha mostrato l’assoluta efficacia. In particolare, preservano la produttività e migliorano la qualità del raccolto, senza ostacolarne la raccolta meccanizzata: “Tali film biodegradabili sono stati sottoposti a rigorosi test e vengono oggi impiegati su diverse colture orticole, presentando rese superiori rispetto a terreni non pacciamati. Un modello preso ad esempio anche dal Ministero dell’Agricoltura del Cile con cui Assobioplastiche ha firmato un memorandum”. Debora Fino (Presidente Re Soil Foundation): “I bioprodotti, dei quali le bioplastiche compostabili sono una componente molto importante, costituiscono un ampio e innovativo campo di applicazioni che non rilasciano microplastiche persistenti nell’ambiente e aiutano a restituire carbonio organico al suolo in ottica di bioeconomia circolare, migliorando la salute dei terreni agricoli e degli ecosistemi. Incentivarne l’utilizzo significa dare un contributo importante nello sforzo, tutt’oggi sottovalutato, di curare i suoli agricoli degradati. È importante ricordare che il 68% dei terreni agricoli ha perso più del 60% del carbonio organico originariamente presente in essi. Il nostro futuro dipende dalle scelte che facciamo oggi. Investire nei bioprodotti e nelle bioplastiche compostabili rappresenta un significativo contributo verso uno sviluppo che rispetti l’ambiente e le generazioni future”. Cinzia Coduti (Consulente legale Area Ambiente e Territorio di Coldiretti): “L’impiego delle plastiche compostabili in agricoltura consente di individuare una soluzione efficace e sempre più diffusa tra gli imprenditori agricoli non soltanto come manufatti direttamente utilizzati in campo, ma anche come materiale da impiegare per ottenere un fertilizzante in grado di migliorare l’apporto di sostanza organica nei suoli, arrestando la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici. Occorre garantire una corretta gestione dei rifiuti organici ed una raccolta differenziata di qualità per ottenere un compost tracciabile e idoneo ad assicurare, nel percorso della transizione ecologica, benefici ambientali effettivi a sostegno dell’attività degli imprenditori agricoli nella costruzione di filiere alimentari sane e sostenibili, nel rispetto dei principi dell’economia circolare e della bioeconomia”. Maurizio Desantis (Collaboratore del Consorzio Italiano Compostatori – CIC): “La raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia ha raggiunto quantità considerevoli di oltre 19 milioni di tonnellate, di cui oltre il 38% è costituito da frazione umida e verde. Questa grande quantità di rifiuti organici può essere trattata attraverso un processo di compostaggio che ne permette la trasformazione in compost con il suo successivo utilizzo in agricoltura anche biologica. Il compost, però, prima del suo utilizzo, deve rispondere ad alcuni criteri definiti dalla normativa vigente che ne permetta la fine della qualifica di rifiuto diventando fertilizzante. Affinché ciò possa avvenire è necessario che il materiale di partenza sia ‘pulito’ soprattutto da plastiche ed altri materiali non compostabili. L’utilizzo di plastiche biodegradabili e manufatti compostabili risulta, pertanto, indispensabile per il raggiungimento di obiettivi di riutilizzo del prodotto come previsto dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea nell’ambito del pacchetto dell’Economia Circolare”. La plastica convenzionale contamina la terra che usiamo per coltivare il cibo. Le bioplastiche compostabili, realizzate con materie prime rinnovabili, sono un’alternativa ecologica e innovativa che permette la gestione circolare dei terreni e supporta le attività agricole. Il convegno, che ha visto la presenza di studentesse e studenti di diversi Istituti d’Istruzione Superiore della Regione Lazio vocati alla formazione di nuovi professionisti del settore primario – Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni e IIS Domizia Lucilla di Roma e l’Istituto Tecnico Agrario di Alvito, in provincia di Frosinone – è stato una interessante occasione di confronto tra la filiera delle bioplastiche compostabili e il settore agricolo. Alla luce dell’importanza che le bioplastiche rivestono nel fungere da tramite verso l’urgente progressivo abbandono della plastica tradizionale, il dibattito si è anche posto l’obiettivo di superare la generale disinformazione e impreparazione sul perché è importante effettuare una corretta raccolta differenziata dei rifiuti organici e sul perché insieme a loro vanno conferiti anche gli imballaggi in bioplastica compostabile certificati, per far sì che una preziosa risorsa non venga considerata uno scarto ma valorizzata in agricoltura per i tanti vantaggi che ne deriverebbero per l’ambiente, secondo i più sani principi dell’economia circolare.

Meloni: inaccettabile l’attacco alle forze dell’ordine durante un corteo a Torino

Meloni: inaccettabile l’attacco alle forze dell’ordine durante un corteo a TorinoRoma, 23 apr. (askanews) – “Solidarietà alle Forze dell’ordine per l’ennesimo e inaccettabile attacco da parte di centri sociali e collettivi”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando che “questa mattina sette agenti sono rimasti contusi a Torino a seguito del tentativo da parte di un violento gruppo di attivisti di sfondare un cordone di polizia nei pressi del Castello del Valentino”.


“Condanniamo con fermezza quanto accaduto, lo Stato è accanto di chi difende la libertà e la sicurezza di tutti i cittadini”, sottolinea la premier.

Le opposizioni chiedono che Meloni riferisca in aula sul caso Scurati

Le opposizioni chiedono che Meloni riferisca in aula sul caso ScuratiRoma, 23 apr. (askanews) – Le opposizioni chiedono che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riferisca in aula alla Camera sul caso Scurati.


“Cresce lo sconcerto in Italia e fuori dall’Italia sulla censura a Scurati: chiediamo alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di riferire alla Camera. Ricordo che tramite il Mef il governo è azionista della Rai. Chiediamo che la commissione di Vigilanza Rai metta in atto tutte le iniziative di competenza per chiarire”, ha detto il deputato Pd Andrea De Maria prendendo la parola in aula. “Nell’antifascismo – ha aggiunto – ci sono le radici della nostra libertà: si avvicina il 25 aprile, ci aspettiamo che chi governa, avendo giurato sulla Costituzione, dica parole nette e chiare sul valore dell’antifasciasmo e sulle responsabilità storiche del fascismo”. Anche Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs, ha chiesto che “la presidente del Consiglio venga in aula: chiarisca e pronunci la parola ‘antifascista’ perché rappresenta la nostra Repubblica, la nostra Costituzione”. Anche Riccardi Ricciardi (M5s) ha preso la parola per chiedere “un’informativa alla Meloni: le bastava dire ‘sì, sono antifascista’. Le avremmo fatto tutti un plauso”. Alla richiesta di un’informativa del governo si è associata anche Azione con Valentina Grippo.

La natura al centro delle proposte di chef Antonello Sardi per il Serrae

La natura al centro delle proposte di chef Antonello Sardi per il SerraeMilano, 23 apr. (askanews) – La natura, da apprezzare nei sapori di materie prime del territorio, è la protagonista delle proposte che lo chef Antonello Sardi, già stella Michelin, presenta nel nuovo ristorante gourmet “Serrae” ospitato nell’Hotel Villa Fiesole, villa ottocentesca oggi struttura di charme.


La vocazione del ristorante “Serrae di Villa Fiesole” – completamente ristrutturato e rinnovato – è inoltre anticipata anche nel nome ed è esplicitata nelle scelte di décor. L’intero progetto, di identità visive e gastronomiche, verte intorni attorno all’elemento botanico. La sala, intima con soli 9 tavoli e cucina a vista, si articola attorno ad una “parete-serra” nella quale le piante si integrano con pannelli decorativi che riproducono quadri a soggetto floreale di Van Gogh. La scelta dei quadri dell’artista espressionista, secondo il concept dell’architetto Marco Giammetta che ha curato restyling e allestimento, è stata voluta per sottolineare il comune spirito espresso nelle creazioni di chef e pittore: “Quello di catturare anche nei colori accesi quella nota estiva che il fiore evoca, condividendo quella gioia e quell’amore per la natura rendendola disponibile anche agli altri”. È notorio il legame viscerale dell’executive chef Antonello Sardi con la natura, così come la sua profonda conoscenza del territorio e delle materie prime locali e l’uso di ingredienti autoprodotti. Non a caso la sua carriera è stata segnata, nel 2020, da una stella per la sostenibilità dalla Guida Michelin, terza stella collezionata dopo le due già conquistate nel 2014 e nel 2019.


Le proposte di “Serrae di Villa Fiesole” valorizzano dunque le erbe fresche del giardino botanico e sono una celebrazione del territorio e dell’elemento naturale, come esplicitato già nella descrizione del menù degustazione “Attualità”, da 5 portate: “L’arte del saper fare dei nostri coltivatori e allevatori”. In questo menù troviamo già tutto il meglio del territorio, dai formaggi, all’olio, alle carni, alle verdure, insieme a qualche ingrediente che amplia l’orizzonte geografico e creativo: Zucchine alla scapece, pecorino fondente, mandorle e acqua di pomodoro – Salmerino del Casentino, levistico, aneto e uova di salmone selvaggio – Tagliatelle all’uovo fatte in casa, agnello al forno, fave di cacao, alloro e agrumi – Carciofo violetto biologico alla brace, caprino, anacardi e carpione – Pan brioche, olio extra vergine d’oliva toscano Col di Fiesole e cioccolato bianco Valrhona. Il menù degustazione “Identità”, è invece di 7 portate, e viene raccontato come “L’anima e il percorso di Antonello”. Aggiunge ai piatti precedenti, sostituendone un paio: Animella di vitello dal cuore glassata, rabarbaro e liquirizia – Doppio raviolo di broccoli affumicati biologici e mozzarella di bufala campana, verdure di stagione croccanti e il loro fondo – Anatra di Firenzuola Az. Agricola Orto Torto, foie gras, insalata cruda di primavera e arance Tarocco – Bavarese alla mela, limone di Sorrento e gelato al Limoncello.


Tra le proposte anche “Carta Bianca”, menù da 9 portate che è poi “La libera interpretazione dello Chef”, che vede piatti come: Lingua di manza, scampi di Viareggio, agrumi, prezzemolo e sedano – Riso Carnaroli biologico Tenuta San Carlo, gamberi rosa nostrali e tartufo nero Az. DiVino Tartufo del Mugello – Tortellini di patate di montagna e porri, anguilla affumicata, crema di zuppa di pesce di scoglio ed erbe fresche del giardino botanico – Piccione della Soc. Agricola Da Pagliana, Asparagi e Olive – Rana pescatrice del Mediterraneo, verza, alga Wakame e sesamo. Dal menù “Attualità” al menù “Identità” e oltre, ogni piatto rappresenta quindi un’armoniosa fusione tra tradizione e innovazione, raccontando il territorio e l’amore per la natura che lo chef Sardi vuole condividere con gli ospiti.

Parte da Brescia la Guida alle birre d’Italia di Slow Food

Parte da Brescia la Guida alle birre d’Italia di Slow FoodRoma, 23 apr. (askanews) – Parte da Brescia il viaggio della Guida alle birre d’Italia 2025 di Slow Food Editore, che ogni due anni presenta ad appassionati, addetti ai lavori e al mondo dei consumatori più in generale un quadro della migliore produzione nazionale, assegnando premi e riconoscimenti ai migliori birrifici, alle birre più apprezzate dagli autori della guida, ai sidri più buoni e ai locali eccellenti dove berle e comprarle.


Il palcoscenico della presentazione nazionale della nona edizione della Guida alle birre d’Italia sarà Brescia, protagonista di una due giorni di iniziative che ruotano attorno al mondo della birra artigianale e che vedranno sul palco, a fianco degli autori della guida, i migliori produttori italiani con le loro etichette più iconiche e rappresentative. Si partirà venerdì 24 maggio alle 11 all’Auditorium San Barnaba con la presentazione del libro e le consegne dei riconoscimenti ai birrifici segnalati con la Chiocciola e a quelli premiati con l’Eccellenza, ai migliori produttori di sidro e ai locali che spiccano per l’alta qualità della proposta birraria.

Al via nell’Adriatico progetto su pesca a propulsione elettrica

Al via nell’Adriatico progetto su pesca a propulsione elettricaRoma, 23 apr. (askanews) – La transizione sostenibile per il settore della pesca e dell’acquacoltura in Adriatico passa dalla transizione verso imbarcazioni a propulsione elettrica: un’innovazione che, riducendo il consumo di carburante, il rumore e le emissioni in mare, migliora sia la qualità dell’ambiente che la sostenibilità economica delle tante piccole e medie imprese coinvolte.


Una spinta in questa direzione arriva ora da 3EFishing, nuovo progetto europeo di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Croazia (Interreg Italia-Croazia) coordinato dall’Università di Bologna. Come azione pilota, il progetto andrà a riadattare due imbarcazioni da pesca con motori ibridi e con l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. “Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell’economia della pesca e dell’acquacoltura sia in Italia che in Croazia, ma al tempo stesso sono anche i soggetti più colpiti dalla crisi attuale”, spiega Fausto Tinti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e coordinatore scientifico del progetto. “La combinazione dell’aumento del costo del carburante, causato dall’attuale crisi energetica e bellica, e dell’impatto del cambiamento climatico sullo stato degli stock ittici ha infatti un impatto enorme sulla sostenibilità a breve e lungo termine dell’intero settore”.


Nello scorso decennio, la flotta peschereccia dedicata alla piccola pesca e all’acquacoltura contava più di 12.000 imbarcazioni, in larga parte con più di 10 o 15 anni di vita e con motori esclusivamente diesel. E oggi lo stato di innovazione della flotta è ora ancora peggiore a causa della situazione economica caratterizzata dagli effetti della crisi pandemica, dei conflitti internazionali e del cambiamento climatico. “Per superare questa situazione è fondamentale puntare sulla transizione verso imbarcazioni a propulsione elettrica, ma tra i pescatori c’è ancora una scarsa fiducia su queste tecnologie”, dice ancora Tinti. Con questo obiettivo, gli studiosi di 3EFishing si concentreranno sullo sviluppo di nuove imbarcazioni con motore elettrico: una soluzione che permette allo stesso tempo di ridurre le emissioni e migliorare la sostenibilità economica delle imprese che si occupano di pesca e di acquacoltura.

Def, Cia: sostenibilità prioritaria ma intervenire su Pac e Pnrr

Def, Cia: sostenibilità prioritaria ma intervenire su Pac e PnrrRoma, 23 apr. (askanews) – Il tema della sostenibilità resta prioritario per il comparto agricolo. Lo ha sottolineato Cia-Agricoltori Italiani nel corso delle audizioni nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, impegnate nell’esame del Def. In merito ai punti trattati dal Def, specificatamente in ambito Pac e Pnrr, Cia ha esposto alcune considerazioni al fine di garantire la giusta efficacia alle rispettive dotazioni.


Sulla Pac, Cia ha apprezzato le novità da Bruxelles in materia di semplificazioni e riduzioni del carico burocratico per gli agricoltori e chiede che la normativa, dopo la rapida approvazione in ambito Ue, sia adottata tempestivamente all’interno del Piano Strategico Nazionale, attraverso misure realmente applicabili dagli agricoltori, in riferimento agli eco-schemi. Altrettanto importante per Cia, la proroga sul quadro temporaneo per gli Aiuti di Stato e un intervento che scongiuri il rischio di disimpegno automatico su risorse che, per varie difficoltà, non sono state utilizzate dalle imprese.


In merito al Pnrr, Cia reputa urgente il finanziamento di tutte le domande sul secondo bando parchi agri-solari e il completamento del quadro normativo applicativo della misura parchi agri-voltaici. E richiede l’utilizzo delle nuove risorse disponibili sui contratti di filiera e di distretto, auspicando che tale dotazione finanziaria sia sufficiente rispetto alle esigenze dei progetti presentati.