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Autore: Redazione StudioNews

La costellazione Guggenheim a Venezia con la nuova CEO Westermann

La costellazione Guggenheim a Venezia con la nuova CEO WestermannVenezia, 20 apr. (askanews) – Un’occasione per fare il punto sulla presenza dei musei e della Fondazione Guggenheim nel mondo, nello scenario di una Venezia che vive i giorni di apertura della 60esima Biennale d’arte. La Collezione Peggy Guggenheim ha accolto direttori e curatori da New York, Bilbao e Abu Dhabi e Mariet Westermann, nominata direttrice e CEO della Fondazione e del Museo Solomon R. Guggenheim, ha parlato di quanto è stato fatto, e soprattutto di quello che ancora c’è da fare.


“Guardando in avanti – ha detto dalla terrazza di Palazzo Venier dei Leoni – il mio obiettivo è che si possa usare la nostra notevole presenza globale, che stiamo costruendo da anni, per ampliare il nostro impatto come costellazione dinamica, per fare ancora di più a sostegno degli artisti e della presenza dell’arte nella vita delle persone, sia nei nostri musei sia nel mondo online”. Accanto a Westermann sono intervenuti anche Juan Ignacio Vidarte, direttore del Guggenheim Bilbao, Naomi Beckwith, Chief Curator del Guggenheim New York e Stephanie Rosenthal, direttrice del Guggenheim Abu Dhabi Project. Oltre naturalmente alla padrona di casa, Karole Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim.


“Un gran momento di sinergia – ci ha detto Vail – un momento molto dinamico e penso che questo si rifletta anche molto bene tra di noi e questo entusiasmo anche nell’organizzare programmi, attività educative, in un spirito anche di collaborazione comune che riflette la forza e l’energia del Guggenheim del mondo”. Un’energia che passa ovviamente dalle collezioni, ma anche dai progetti di mostre temporanee, come quella da poco inaugurata a Venezia e dedicata a Jean Cocteau, genio novecentesco molto legato a Peggy Guggenheim.

Padiglione Italia in Biennale: ascolto e tensione verso l’altro

Padiglione Italia in Biennale: ascolto e tensione verso l’altroVenezia, 20 apr. (askanews) – Un’esperienza sonora che riempie i vuoti, colma gli spazi e apre prospettive più ampie sull’idea di arte. Il Padiglione Italia alla 60esima Biennale d’arte di Venezia è un progetto profondo, che ci porta ad accorgerci di come l’ascoltare sia anche una forma di tensione verso l’altro. Il progetto “Due qui / To Hear” è stato curato da Luca Cerizza e realizzato dall’artista Massimo Bartolini.


“Le persone – ha detto Bartolini ad askanews – capiscono che sono loro che compongono la mostra con la propria posizione, con il loro modo di starci dentro: se qualcuno parla il suono scompare, quindi uno tace, spostandosi all’interno dello spazio privilegia ed esalta certe note invece di altre, è quasi un compositore estemporaneo”. L’installazione occupa tutti gli spazi dell’enorme padiglione italiano, compreso il giardino e lascia al visitatore la libertà di agire all’interno del panorama multisensoriale che si crea e modifica di continuo grazie alla relazione, all’interazione tra pubblico e opera. Le suggestioni della storia italiana, dalla musica all’architettura barocca dei giardini, si intrecciano con le filosofie orientali, creando uno spazio altro, accogliente, che suggerisce una parola come “spiritualità”.


“Secondo me non c’è familiarità con lo spirituale – ha aggiunto Bartolini – ovvero quando se ne parla, lo spirituale viene assorbito da dei santoni, o dalla New Age o dalla religione. Non c’è educazione allo spirituale. In realtà lo spirituale è la condizione che tutti condividiamo e non sappiamo di condividere”. Si capisce, anche dalle parole dell’artista, che siamo davanti a un progetto sottile e rarefatto, a volte straniante, ma anche denso di potenzialità. Che se rinuncia alla presenza di “immagini”, cosa che ha infastidito molti benpensanti, accetta invece di pensare all’arte da prospettive diverse, inserendosi in questo modo nel più ampio discorso sugli “Stranieri ovunque” del titolo della Biennale. E, come ci ha detto il curatore Cerizza, la vita del Padiglione va anche oltre l’installazione.


“È importante pensare che il progetto – ha spiegato – non si esaurisce in queste stanze già molto molto ampie, ma andrà avanti attraverso un ricchissimo Public Program, cosa abbastanza inedita per il padiglione italiano, strutturato in quattro appuntamenti di due giorni a metà maggio, metà giugno, metà luglio e metà settembre, che vuole approfondire quattro grandi temi legati all’ascolto, ma ovviamente anche al lavoro di Massimo Bartolini”. Il Padiglione Italia è promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura e rappresenta, nel momento in cui ci invita anche ad ascoltare noi stessi, un modo per comprendere la posizione dell’individuo nel mondo e nella serie di relazioni che si stabiliscono all’interno della società.

In Basilicata Bardi punta al bis, Marrese e Follia rincorrono

In Basilicata Bardi punta al bis, Marrese e Follia rincorrono(dall’inviato Benedetto Lattanzi)


Potenza, 20 apr. (askanews) – Domani e lunedì la Basilicata va alle urne per eleggere il nuovo governatore e venti consiglieri regionali. Gli oltre 541mila elettori lucani sono chiamati a scegliere uno dei tre candidati alla presidenza della regione: Vito Bardi, governatore uscente, sostenuto da un inedito campo largo tra il centrodestra e Azione, Piero Marrese, espressione del centrosinistra e del MoVimento5s ed Eustachio Follia di Volt. Gli ultimi sondaggi pubblicabili vedevano Bardi, che nel 2019 ha portato per la prima volta il centrodestra alla guida della regione lucana, nettamente favorito nella corsa a succedere a se stesso. L’ex vicecomandante generale della Guardia di Finanza può contare sull’appoggio di tutta la maggioranza di governo nazionale, di Azione e di diverse liste civiche, tra cui Orgoglio lucano, sostenuta da Italia viva. Una prima elettorale assoluta di alleanza fra le forze di maggioranza del centrodestra e quelle di opposizione di Centro. Ieri sera, tutti i leader nazionale del centrodestra – Tajani, Salvini, Lupi, Cesa – a cominciare dalla premier Meloni, sono arrivati a Potenza per chiudere la campagna elettorale di Bardi. Appena un mese fa, la presidente del Consiglio era scesa nel capoluogo lucano per firmare l’accordo di sviluppo e coesione tra governo e regione, lasciando in dote circa un miliardo di euro in investimenti.


Se per il centrodestra la decisione di ricandidare Bardi ha trovato un consenso generale, soprattutto dopo la débacle alle regionali in Sardegna, il centrosinistra ha faticato non poco nell’individuare un candidato unitario. Il primo a scendere in campo, in ordine di tempo, è stato Angelo Chiorazzo, di Basilicata Casa Comune, che di fronte a un immobilismo improduttivo, nella prima decade di marzo ha scosso l’ambiente annunciando a sorpresa la sua candidatura. Pochi giorni dopo, dal cilindro del centrosinistra (Pd-M5s, Avs, +E) è uscito fuori il nome del chirurgo Domenico Laceranza e Chiorazzo, diligentemente, si è fatto da parte. Ma passate appena 96 ore, il colpo di scena: Laceranza “dopo un’attenta riflessione” ha ritirato la propria disponibilità. Così, domenica 17 marzo, a circa un mese dalle elezioni, il centrosinistra, che nel frattempo si era ritrovato orfano di Calenda, ha virato su Piero Marrese. A sostenere il presidente della Provincia di Matera, oltre a Pd e M5s ci sono Avs-Ev-Psi-Si-Basilicata Possibile, Basilicata Unita e Basilicata Casa Comune.


Tra i candidati in corsa per la presidenza c’è anche il giornalista Eustachio Follia, esponente di Volt, il Movimento Progressista e Paneuropeo. (segue)

Cinque terre, il sentiero Monterosso-Vernazza a senso unico a piedi durante Ponti

Cinque terre, il sentiero Monterosso-Vernazza a senso unico a piedi durante PontiLa Spezia, 20 apr. (askanews) – In previsione del boom di presenze alle Cinque Terre previstio per i prossimi ponti di 25 Aprile e 1 Maggio il Parco nazionale ha disposto nelle giornate del 25,26,27,28 aprile e del 1 maggio, con possibile estensione anche al fine settimana successivo 4-5 Maggio, il ripristino della percorrenza a senso unico sul sentiero Verde Azzurro da Monterosso a Vernazza nella fascia oraria 9-14. L’ingresso al sentiero nei giorni di applicazione del senso unico sarà consentito esclusivamente con partenza da Monterosso ed uscita a Vernazza, proprio per evitare l’incrocio di flussi di camminatori nella fascia oraria di maggiore fruizione.


“Il tratto presenta passaggi a larghezza ridotta e con sviluppo ripido, fattori che in caso di grande affluenza potrebbero determinare code e situazioni potenzialmente critiche”, spiega il Parco delle Cinque Terre. “La misura, tra le iniziative integrate previste dallo studio sui flussi elaborato da Mic Hub- sottolinea il Parco- risponde alla duplice esigenza di migliorare la fruizione sul tratto e di prevenire i potenziali disagi causati da un’eccessiva pressione concentrata nell’arco di poche ore, con conseguenze sull’esperienza di visita, e con impatti sulla biodiversità e sul patrimonio in pietra a secco, custoditi lungo il percorso”. I dettagli circa le modalità di attuazione della percorribilità sono stati definiti a seguito dell’unanime parere favorevole del Consiglio Direttivo e in occasione dell’incontro tecnico con il gruppo di coordinamento preposto alla sicurezza e all’informazione che, con la regia dell’Ente Parco, avrà il compito di assicurare il monitoraggio delle presenze, regolando gli accessi su quella che resta la meta outdoor più richiesta dai camminatori in visita alle Cinque Terre, soprattutto in coincidenza dei ponti primaverili.


“Confermiamo anche quest’anno -ha dichiarato la Presidente Donatella Bianchi -l’applicazione del senso unico che la scorsa stagione ha consentito a migliaia di ospiti di apprezzare la meraviglia del nostro territorio in assoluta sicurezza grazie ad un sistema di accesso regolamentato e ordinato.Abbiamo raccolto apprezzamenti da tutti i visitatori e questo conferma la validità di una iniziativa la cui praticabilità è resa possibile dall’ottimo lavoro svolto in coordinamento dal personale del Parco Nazionale, dalle donne e dagli uomini del Reparto Carabinieri Parco Cinque Terre Parco, dei volontari delle Guardie Ecologiche Volontarie, dell’Associazione nazionale Carabinieri, del CAI e del Soccorso Alpino e degli addetti al presidio sui sentieri del Consorzio ATI 5 Terre, che si sono prestati per garantire la migliore l’esperienza di visita del Parco alle migliaia di persone che lo scelgono per le loro vacanze” “Come già testato sul campo, la procedura di controllo e coordinamento mediante il senso di percorrenza da Monterosso a Vernazza, attraverso il meccanismo di gestione dei punti in entrata, consentirà sia una maggiore efficienza delle squadre di intervento in caso di infortuni, sia la gestione in tempo reale dei passaggi già monitorati dai contapersone presenti sui principali sentieri”, evidenzia il Parco. E “prevenzione, sensibilizzazione, controllo e presidio sono le parole chiave associate all’iniziativa introdotta, sulla base dell’analisi dei flussi registrati dai sistemi di monitoraggio e dalle previsioni degli arrivi per i prossimi ponti”.


L’informazione finalizzata alla valorizzazione di percorsi alternativi sarà altrettanto attenzionata. In quest’ottica è previsto un rafforzamento del presidio informativo per assistere e orientare gli ospiti verso i diversi itinerari escursionistici”. “La sicurezza – assicura il Parco delle Cinque Terre- resta prioritaria e verrà garantita anche dai controlli su abbigliamento e calzature adeguate, ai varchi di ingresso dei principali sentieri. Il Soccorso Alpino e Speleologico della Spezia come sempre sarà impegnato con le proprie squadre, addestrate ad operare con personale sanitario anche in zone impervie, nella prevenzione e nell’intervento in caso di infortuni su tutta la rete escursionistica del Parco. Per quanto riguarda l’altro tratto del sentiero che collega a piedi i borghi di Corniglia e Vernazza, invece la percorrenza resta consentita in entrambe le direzioni. “Così come su tutta la ricca rete sentieristica del Parco che – ricorda l’ente nazionale- conta circa 130 km di percorsi di costa, mezzacosta e crinale e relativi collegamenti verticali: una vera e propria porta di accesso al mosaico di bellezze paesaggistiche e naturalistiche dell’area protetta, da affrontare con consapevolezza delle proprie capacità, abbigliamento adeguato e rispetto degli habitat e del lavoro dei contadini”.

Napoli: al via “Repubblica delle idee” con De Luca e Manfredi

Napoli: al via “Repubblica delle idee” con De Luca e ManfrediNapoli, 19 apr. (askanews) – E’ partito oggi “La Repubblica delle Idee”, il festival del quotidiano del gruppo Gedi che da oggi a domenica si svolge al teatro Politeama e al Palazzo Reale di Napoli. Tanti i temi che verranno affrontati: dai conflitti internazionali al ruolo delle regioni. Questa sera il primo incontro con il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, il responsabile della redazione napoletana Ottavio Ragone. “Il pensiero ci aiuta a rompere questa cappa di disinformazione che avvolge Napoli e la Campania: tutto quello che nasce e si muove qui è obbligato a tradursi in caricatura, folclore. È insopportabile”, spiega De Luca, per il quale “questa è un’occasione per parlare di Napoli e del Sud con un linguaggio di verità”.


Per il governatore Napoli è “la città dell’Illuminismo, del Risorgimento, della grande filosofia, della musica, del pensiero. Ed è la città dell’umanesimo profondo, dove povertà e miseria non sono un concetto letterario, ma una realtà di vita: il Sud è stato cancellato dalla politica nazionale, siamo stati sconfitti, il rischio drammatico è che vada avanti la politica di autonomie differenziate, che sta spaccando l’Italia”. “Abbiano fortemente voluto questo appuntamento perché quando si parla di Mediterraneo, cambiamento e futuro si deve parlare anche di Napoli”, ha spiegato, invece, il sindaco Manfredi. “Non possiamo dimenticare le grandi difficoltà del mondo geopolitico, quello che sta succedendo alle nostre porte. C’è la necessità di capire tale complessità e di aprire nuovi canali di dialogo e Napoli è una città che ha sempre vissuto la diversità come un valore. Questo è un grande patrimonio che noi dobbiamo mettere a disposizione di un mondo che ha perso il valore del dialogo”. Sono trentanove gli appuntamenti tra dibattiti, interviste e spettacoli; più di 70 gli ospiti con artisti, leader politici e protagonisti dell’impegno civile. Stasera primo appuntamento, alla presenza tra gli altri anche dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico, al Teatro Politeama con “L’Italia secondo Eugenio. Cronache di fine millennio”, spettacolo di e con Stefano Massini.

Arianna Meloni apre la “sua” campagna. “Ma non mi candido”

Arianna Meloni apre la “sua” campagna. “Ma non mi candido”Viterbo, 19 apr. (askanews) – L’espressione del viso, quando fa il suo ingresso nella saletta delle Terme dei Papi allestita per l’incontro ‘L’Italia cambia l’Europa, mostra stupore. Non tanto per le circa trecento persone in attesa di sentire il suo intervento, ma per la selva di fotografi e telecamere che si ritrova davanti. Arianna Meloni arriva a Viterbo per quella che a tutti gli effetti è la “sua” apertura della campagna elettorale delle Europee. Una partita che non giocherà in prima persona: “non mi candido”, conferma. “Io non amo stare molto sotto i riflettori, l’ho detto varie volte, lo sanno tutti, credo – spiega – che si possa fare politica anche senza avere un ruolo pubblico, anche stando dietro le quinte e lo abbiamo dimostrato”.


Ma è già evidente il modo in cui intende dare il suo contributo a quella che definisce “la battaglia delle battaglie”, alla sfida che – ormai manca solo l’ufficialità – vedrà come capolista sua sorella Giorgia. Il suo è un discorso dal sapore diverso da quello pronunciato nei vari congressi di Fratelli d’Italia ai quali ha presenziato in giro per l’Italia, da ultimo quello per la scelta del nuovo coordinatore romano. Ma la responsabile della segreteria e del tesseramento del partito ci tiene anche a dire che non c’è nessun cambio di passo, nessuna intenzione di conquistare le luci della ribalta. “Oggi – mette le mani avanti – si è parlato tanto di questa mia presenza qui a Viterbo, ‘ha cambiato profilo vuole fare il grande leader improvvisamente’. Non sono qui per sostituire il presidente del Consiglio per fare chissà cosa, il capo del partito, sono qui da dirigente di Fdi e da militante, questo siamo, abbiamo scelto di fare politica senza avere nessuna ambizione personale, è con questo spirito che abbiamo iniziato a fare politica”. Buona parte del discorso è un elenco dei risultati raggiunti dal governo: dal Piano Mattei allo stop alla carne coltivata, dai fondi per la sanità alla revoca del reddito di cittadinanza. Parole molto simili a quelle che spesso pronuncia la presidente del Consiglio. Quello nella Tuscia per Arianna Meloni è un doppio appuntamento che cade proprio mentre, contestualmente, la presidente del Consiglio chiude la campagna elettorale per Vito Bardi in Basilicata. Da una parte l’evento a Viterbo, promosso dal deputato locale Mauro Rotelli, serve a fare l’annuncio che il territorio attendeva: “Avrete un candidato in lista alle Europee”. Ma in realtà l’incontro centrale è quello che ha in serata a Taquinia, a sostegno del candidato di Fdi a presidente della Università agraria, un ente pubblico che gestisce terreni e finanziamenti nella zona.


C’è molta Europa nell’intervento di Arianna Meloni. “Dobbiamo uscire – afferma – dalla trappola di considerare le elezioni europee come delle elezioni distanti o di contorno. È vero: non è il sindaco, non è il governo, ma le scelte che vengono fatte a Bruxelles impattano sulla nostra vita quotidiana più di quanto noi non possiamo immaginare. Il nostro futuro si gioca lì”. Di certo, le sorelle Meloni sognano in grande. “Non siamo arrivati ma siamo appena partiti, questa – spiega Arianna – è la sfida più dura. Se saremo bravi la nostra sarà la storia del governo che cambiò l’Italia. Resteremo sempre gli stessi perchè non siamo un’utopia”.

Basilicata, Marrese: con Bardi cappa asfittica sulla cultura

Basilicata, Marrese: con Bardi cappa asfittica sulla culturaPotenza, 19 apr. (askanews) – “Per anni la Basilicata è stata attraversata da fermenti culturali che hanno avuto il più riconoscibile in Matera Capitale della Cultura 2019. Da 5 anni, invece, Bardi e la sua Giunta di destra hanno messo una cappa grigia e asfittica sul mondo della cultura. Anzi sull’industria culturale e dello spettacolo della nostra regione. Al punto che in 5 anni non è mai stato nominato un assessore alla Cultura”. Cosi Piero Marrese, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Basilicata a proposito della lettera appello del mondo della cultura lucano.


“Questo è il rispetto che Bardi ha avuto per un settore foriero di ricchezza, sviluppo e lavoro per le nostre figlie e i nostri figli”, ha detto ancora. “Come ho scritto nei miei programmi, da Presidente della Regione tra le prime cose che farò sarà istituire di nuovo l’Assessorato alla Cultura e Spettacolo e dare la delega alle Politiche Giovani ad un under40 lucano”, ha ribadito.


“Faccio un patto con i lucani. Costruiamo insieme un percorso. Costruiamo insieme una consulta permanente sulla cultura e sullo spettacolo. Scriviamo insieme una nuova legge regionale. Insieme liberiamo la Basilicata, insieme facciamo nascere la nuova Primavera della nostra terra”, ha affermato.

Ultime trattative su liste per Europee, domenica annuncio Schlein

Ultime trattative su liste per Europee, domenica annuncio SchleinRoma, 19 apr. (askanews) – Sulle liste Pd ancora si lavora, ma a 48 ore dalla direzione che approverà le candidature per le europee il partito continua a mantenere il più rigoroso silenzio sulla decisione più importante, la corsa della segretaria Elly Schlein. Le voci di corridoio danno ormai per certa la leader capolista nel centro e, forse, anche nelle isole, mentre i più sostengono che sarebbe ormai tramontata l’idea di una presenza in lista in tutte le circoscrizioni. Ma questo – in realtà – è il suggerimento che arriva da una buona parte del Pd, cioè la minoranza e larga parte della stessa sinistra Pd, mentre qualcuno ancora non esclude che la segretaria possa scegliere alla fine di essere in campo in tutta Italia.


Questa, del resto, era la sua intenzione fin dall’inizio: sfidare Giorgia Meloni su tutto il territorio nazionale, in modo da polarizzare il voto per le europee consacrare il Pd come primo partito dell’opposizione e indiscutibile perno della “alternativa alle destre”. Uno schema che avrebbe il conforto dei sondaggi – la presenza della leader in lista garantirebbe oltre un punto percentuale in più al Pd – ma che mal si concilia con l’esigenza di fare spazio alla “società civile” rivendicata dalla Schlein, soprattutto per le candidature femminili come quelle di Cecilia Strada e Lucia Annunziata. Senza contare che – appunto – anche le varie anime del partito temono l’effetto sulle altre candidature dell’eventuale tandem Schlein-società civile. Certo, i parlamentari più vicini alla segretaria ripetono che la discussione non ha senso “perché ci sono le preferenze, chi prende più voti viene eletto”. E da questo punto di vista una sana competizione non potrebbe che essere positiva, è il ragionamento, visto che ognuno farebbe il massimo per cercare di ottenere il seggio. Ma le cose sono un po più complicate, perché schierando contemporaneamente la segretaria e candidati “civici” molti finirebbero per sentirsi demotivati, dal momento che la macchina del partito sarebbe inevitabilmente concentrata sul “tandem” e – considerando che in lista ci saranno anche tanti sindaci uscenti e un presidente di regione come Stefano Bonaccini – molti candidati potrebbero considerarsi sconfitti in partenza.


Lo schema più accreditato al momento è lo stesso che circola da giorni: nel nord-ovest capolista Cecilia Strada seguita da Brando Benifei, a meno che Andrea Orlando alla fine non ceda al pressing della segretaria e accetti la candidatura in Europa. Poi, dietro, tanti nomi: da Giorgio Gori a Emanuele Fiano, passando per Irene Tinagli. Nel nord-est in prima fila ci sarà appunto Bonaccini, seguito da Annalisa Corrado e poi Alessandro Zan o Iva Pedretti (Cgil). Al centro grande affollamento: dietro alla Schlein capolista ci sarebbero Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Marco Tarquinio e poi tanti altri come Dario Nardella, Matteo Ricci, Antonio Mazzeo. Al sud capolista Lucia Annunziata, seguita da Antonio Decaro e poi da Pina Picierno, ma va ancora chiarito se dietro saranno candidati sia Sandro Ruotolo che Raffaele Topo (gradito alla minoranza). Quindi, nelle isole il posto di capolista potrebbe andare di nuovo alla Schlein, seguita dal senatore Antonio Nicita. Un posto dovrebbero averlo anche Raffaele Lupo, Pietro Bartolo e la giornalista di Rai3 Lidia Tilotta. Ma, appunto, sono ancora voci. Domani la segretaria Pd avrà gli ultimi colloqui, ci saranno le ultime limature e non è neanche da escludere che possano esserci sorprese rispetto alle bozze circolate in questi giorni. La leader Pd potrebbe non aver scoperto ancora tutte le sue carte, soprattutto sulla sua candidatura, e le ultime ore prima di domenica saranno decisive.

Vino, “Mondial des Vins Extremes 2024” a Sarre il 29 e 30 settembre

Vino, “Mondial des Vins Extremes 2024” a Sarre il 29 e 30 settembreMilano, 19 apr. (askanews) – La 32esima edizione del “Mondial des Vins Extremes” si terrà a Sarre (Aosta) domenica 29 e lunedì 30 settembre. Oltre all’unico concorso enologico al mondo specificatamente dedicato ai vini frutto di viticoltura estrema, nelle stesse date è inoltre in programma il quarto “Extreme Spirits International Contest”, competizione rivolta ai distillati di vinacce, fecce e vino provenienti sempre da “zone eroiche”.


Organizzato annualmente dal Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana (Cervim), dal 1992 il Mondiale “si propone di promuovere e salvaguardare le produzioni di piccole aree vitivinicole isolane o montane, in forte pendenza o terrazzate”. Obiettivo simile per il concorso dedicato alle bevande spiritose, che punta “a valorizzare non solo i distillati ma anche le rispettive zone produttive, oltre che a orientare i consumatori verso un consumo responsabile”. Il doppio appuntamento è stato presentato a Vinitaly allo stand della Regione Valle d’Aosta da Nicola Abbrescia, neo presidente del Cervim, insieme con Marco Carrel, assessore regionale all’Agricoltura e Risorse naturali, Alessandra Dinato, ambasciatrice della viticoltura eroica Cervim, e dal critico enogastronomico, Franco Santini.


“Chi si adopera per la viticoltura eroica è un attore fondamentale per la comunità perché presidia il territorio e produce qualità” ha spiegato Abbrescia, sottolineando che “la nostra manifestazione, che intende premiare il lavoro di questi vignaioli, negli anni è diventata un punto di riferimento fondamentale per addetti ai lavori e per il pubblico di curiosi ed enoappassionati, ma anche momento di confronto e crescita per i produttori stessi”. Le commissioni d’assaggio, composte ciascuna da cinque membri tra cui enotecnici, enologi, giornalisti e degustatori esperti, si riuniranno a fine settembre in Valle d’Aosta per la valutazione dei vini e dei distillati in gara.

Autonomia,Meloni: credo nell’unità,non lascio mezza Italia indietro

Autonomia,Meloni: credo nell’unità,non lascio mezza Italia indietroRoma, 19 apr. (askanews) – “Figuratevi se io che credo nell’Italia unita più di goni altra cosa lascio mezza Italia indietro. Certo ci sono slogan sono facili da veicolare…”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando del ddl autonomia al comizio finale a Potenza, in Basilicata, a sostegno del governatore uscente Vito Bardi.


“Il presupposto dell’autonomia – ha aggiunto Meloni – è l’invididuazione dei Lep. In questo mondo che ci raccontano nel quale tutti i cittadini hanno avuto gli stessi diritti, i Lep non sono mai stati individuati. C’è stato un divario e siamo noi che lo stiamo combattendo. L’autonomia differenziata non vuol dire che levo a una regione e do a un’altra. Se ho una regione virtuosa, io Stato posso valutare di darle nuove competenze da gestire”. “E’ un ddl che dà qualcosa: dà la responsabilizzazione della sua classe dirigente. E infatti non mi stupisce che chi si scaglia contro sono quelli che hanno i peggiori parametri in Italia perché non vogliono che il loro lavoro venga valutato in maniera così cristallina”, ha concluso.