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Autore: Redazione StudioNews

Amadeus sul Nove una firma per 4 anni. Ad autunno parte con tre programmi

Amadeus sul Nove una firma per 4 anni. Ad autunno parte con tre programmiRoma, 18 apr. (askanews) – Amadeus entra ufficialmente nella squadra targata Warner Bros. Discovery, con un accordo, che avrà la durata di 4 anni. Il conduttore e showman debutterà dal prossimo autunno sul Nove, canale generalista di punta di Warner Bros. Discovery, e collaborerà attivamente con il senior management nello sviluppo di nuovi formati di intrattenimento per tutte le piattaforme del gruppo. Sulla base di questo accordo, spiega una nota, nel corso della stagione televisiva, Amadeus condurrà sul Nove un programma di Access Prime Time e due di Prime Time. Nei prossimi mesi saranno annunciati i dettagli dei progetti che lo vedranno protagonista. “Siamo entusiasti di accogliere nella nostra squadra Amadeus, fuoriclasse della tv, straordinario artista e volto tra i più amati dal pubblico italiano. Siamo impazienti di lavorare insieme, di unire la grande energia che lo contraddistingue – e che sicuramente saprà portare nel nostro Gruppo – con la creatività dell’editore che più di ogni altro negli anni recenti ha rinnovato la tv italiana. Warner Bros. Discovery, gruppo media leader a livello globale, vuole essere ancora più protagonista in Italia con il canale Nove – sempre più ricco di artisti e formati unici e distintivi – con l’intero portfolio di canali tv free e pay, con lo sport, le piattaforme digitali e la produzione e distribuzione cinematografica. Un sistema di mezzi che ci rende, nel mercato italiano, un soggetto unico in grado di valorizzare pienamente i maggiori talenti creativi del paese”, ha commentato Alessandro Araimo, Managing Director Warner Bros. Discovery Sud Europa.


 

Bosch: ricavi 2023 +3,8%. 2024 difficile, obiettivo ridurre costi

Bosch: ricavi 2023 +3,8%. 2024 difficile, obiettivo ridurre costiMilano, 18 apr. (askanews) – Bosch chiude il 2023 con risultati in crescita. Il fatturato si attesta a 91,6 miliardi di euro (+3,8%), il risultato operativo a 4,8 miliardi (3,8 mld nel 2022) pari a un margine del 5,3% (+1 p.p.). Dopo un primo trimestre con fatturato in calo dello 0,8%, Bosch prevede per il 2024 “una crescita del fatturato tra il 5 e il 7% e un risultato operativo pari, al massimo, al livello del 2023”. Fra i settori in crescita, la tecnologia medica, con investimenti per 300 milioni di euro insieme a nuovi partner e il settore della mobilità, business principale del gruppo con un fatturato di 56,2 miliardi di euro (+6,9%).


“I nostri obiettivi per il 2024 sono molto ambiziosi. Non ci aspettiamo un miglioramento del contesto economico, pertanto dobbiamo continuare a ridurre i costi per rimanere competitivi”, afferma il Cfo, Markus Forschner. “Nell’esercizio 2023 abbiamo raggiunto i nostri obiettivi finanziari e rafforzato la nostra posizione di mercato. Puntiamo su innovazione, partnership e acquisizioni per garantire la nostra crescita, nonostante una situazione economica avversa”, spiega il presidente, Stefan Hartung.


Nel lungo periodo, Bosch intende raggiungere una crescita media annua tra il 6 e l’8%, con un margine di almeno il 7%. Nel settore della mobilità, Bosch lancerà nel 2024 30 progetti di produzione per i veicoli elettrici. “La mobilità elettrica è alle porte, resta solo da capire con quanta rapidità arriverà nelle varie parti del mondo”, afferma Hartung. “Secondo le nostre stime, circa il 70% di tutte le auto nuove in Europa saranno totalmente elettriche entro il 2030. In Cina e Nord America saranno probabilmente tra il 40 e il 50%”.


Per i veicoli commerciali pesanti che percorrono lunghe tratte, il presidente di Bosch ritiene che le soluzioni come l’ibrido plug-in e range extender saranno richiesti ancora per qualche tempo. Un altro impulso alla crescita verrà dalla tecnologia della dinamica dei veicoli. Con i sistemi frenanti di nuova generazione e la guida autonoma, Bosch cresce del 10% annuo, più rapidamente del mercato. Inoltre, con il Vehicle Motion Management (Vmm), Bosch lavora a una soluzione innovativa, che coordini tutti gli aspetti cinetici del veicolo, controllando freni, sterzo, propulsione e ammortizzatori. Nei recenti test invernali, Bosch ha dotato oltre 20 veicoli delle maggiori case automobilistiche con varianti del sistema Vmm. “Siamo in anticipo sui tempi e già quest’anno metteremo in produzione in serie il nostro primo ordine”, prosegue Hartung. Nel complesso, la società prevede di realizzare un fatturato di “centinaia di milioni” entro il 2030. Focus anche sull’idrogeno con previsioni di crescita del fatturato della divisione a quota 5 miliardi entro il 2030. “Nel 2023 abbiamo lanciato la produzione di sistemi fuel-cell a Stoccarda in Germania e a Chongqing, in Cina”, spiega Hartung. Per il momento la Cina sarà il mercato principale. Bosch non prevede una crescita importante in Europa o Nord America fino al prossimo decennio. Dal punto di vista tecnico, i motori a idrogeno rappresentano la via più rapida per decarbonizzare il trasporto su veicoli commerciali. Bosch ritiene che il mercato per questa tecnologia raggiungerà un valore di quasi un miliardo di euro entro il 2030. “Un motore a idrogeno dotato della nostra tecnologia di iniezione sarà in circolazione in India quest’anno e stiamo già lavorando a cinque ordini di produzione da parte di importanti produttori di veicoli commerciali di tutte e tre le principali regioni economiche del mondo”, dichiara il presidente.


Inoltre, Bosch vuole essere protagonista anche nella produzione dell’idrogeno: entro il 2030, nel mondo, ci saranno ben 170 gigawatt di capacità installati per l’elettrolisi, circa 25 volte di più rispetto a oggi. “Il nostro stack per elettrolisi è pronto per entrare nel mercato il prossimo anno,” afferma Hartung. “In futuro Bosch non sarà più solo sinonimo di propulsione ma anche di produzione di idrogeno. Come fornitori possiamo contribuire a dar forma al mercato futuro”.

Ismea: per cantine cresce propensione a investire su innovazione

Ismea: per cantine cresce propensione a investire su innovazioneRoma, 18 apr. (askanews) – Tre aziende vitivinicole italiane su quattro hanno messo mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle volte, a una parte delle iniziative programmate. È quanto emerso dallo studio sull’innovazione nel settore vitivinicolo, realizzato da Ismea nell’ambito delle iniziative della Rete Rurale Nazionale della Pac e presentato al Vinitaly in occasione del Convegno “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”.


Dallo studio emerge come le incertezze del quadro economico e geopolitico mondiale, tra crisi sanitarie e climatiche, shock energetico, inflazione ed extra costi, non abbiano però spento la voglia di innovazione delle aziende vitivinicole italiane. Tre su quattro hanno messo mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle volte, a una parte delle iniziative programmate. Ma una percentuale ancora maggiore (il 78%) si è dichiarata propensa a investire anche nei prossimi 5 anni, nonostante la situazione resti piuttosto critica sul piano degli equilibri dei rapporti internazionali. L’indagine, condotta nel 2022 su un campione di 197 aziende vitivinicole e approfondita con focus group presso alcune realtà cooperative del settore, ha evidenziato anche la presenza di ostacoli alla realizzazione di investimenti nell’innovazione. Tra questi, la ridotta dimensione delle imprese (45%), l’incertezza sui benefici degli investimenti (25%), il quadro di instabilità del mercato (24%), le difficoltà di accesso al credito (22%) e ai fondi comunitari (22%) e l’onerosità degli investimenti (22%).

Dl Pnrr, Camera approva Odg su stabilizzazione dei precari Aifa

Dl Pnrr, Camera approva Odg su stabilizzazione dei precari AifaRoma, 18 apr. (askanews) – L’Aula della Camera ha approvato un ordine del giorno al decreto Pnrr, a prima firma Marco Furfaro(Pd), sulla stabilizzazione del personale assunto all’AIFA con contratti atipici.


L’ordine del giorno impegna il governo “ad adottare quanto prima ogni misura necessaria volta a consentire la ripresa in servizio di coloro che erano stati assunti da AIFA con contratti atipici nonché ad individuare una soluzione, compatibilmente con i princìpi ordinamentali in materia di pubblico impiego, che consenta la stabilizzazione dei lavoratori parasubordinati che da oltre 13 anni lavorano per AIFA, in conformità al diritto dell’Unione europea”.

Metro 5 Milano: 42 mln passeggeri nel 2023 (+16%), utile a 12,2 mln

Metro 5 Milano: 42 mln passeggeri nel 2023 (+16%), utile a 12,2 mlnMilano, 18 apr. (askanews) – L’assemblea di Metro 5 (Alstom Ferroviaria, Atm, Ferrovie dello Stato Italiane, Hitachi Rail STS e Partecipazioni Italia) ha approvato il bilancio relativo all’esercizio 2023 che riporta un utile di 12,2 milioni (12,9 mln nel 2022) a fronte di ricavi per 93,2 milioni (da 83,9 mln). L’ebitda sale a 59,9 milioni (da 56,2 mln). L’assemblea ha approvato la distribuzione di un dividendo pari a 18,76 euro per azione.


Nel corso del 2023, Metro 5 ha raggiunto un afflusso di 42 milioni di passeggeri, con un incremento del 16% rispetto l’anno precedente. La chiusura del primo trimestre dell’anno in corso conferma il trend positivo con la previsione di raggiungere i 44 milioni di passeggeri per il 2024. “I risultati parlano da soli e guideranno l’azione futura sempre volta al costante miglioramento, continueremo a lavorare per la città di Milano e per i nostri azionisti con passione e dedizione”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Metro 5, Serafino Lo Piano.

G7, Tajani: sosteniamo Israele ma vogliamo de-escalation. Italia pronta a fare la sua parte per soluzione due Stati

G7, Tajani: sosteniamo Israele ma vogliamo de-escalation. Italia pronta a fare la sua parte per soluzione due StatiCapri, 18 apr. (askanews) – Di fronte al rischio di escalation nella regione mediorientale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha auspicato che l’atto di aggressione iraniano – fortemente condannato dalla presidenza italiana G7 – non sia seguito da risposte o rappresaglie, poiché qualsiasi azione di questo genere rischierebbe di innescare una conflagrazione regionale. “Lavoriamo per favorire la pace e portiamo avanti la soluzione ‘due popoli due Stati’”, ha detto Tajani al suo omologo francese Sejourne, incontrato in una bilaterale a margine della ministeriale Esteri del G7 a Capri. “L’Italia è pronta a fare la sua parte così come stiamo facendo in Libano, dove è dispiegata la missione Unifil al confine con Israele”, ha aggiunto Tajani. Nel corso del colloquio è stata ribadita la necessità di un immediato cessate il fuoco a Gaza, indispensabile per consentire l’invio di aiuti nella Striscia. L’Italia, fin dall’inizio del conflitto, è stata in prima linea nell’agevolare l’accesso di aiuti alimentari, alleviare le sofferenze della popolazione e garantire la sicurezza alimentare a Gaza, come dimostra l’iniziativa “Food for Gaza” guidata dalla Farnesina insieme a FAO, PAM, FICROSS e Protezione Civile, ha ricordato la Farnesina in una nota.


“Siamo amici di Israele e sosteniamo Israele”, “ma vogliamo una de-escalation”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani aprendo la riunione odierna dei capi della diplomazia del G7, riuniti a Capri sotto la presidenza italiana. “Siamo tutti portatori di iniziativa di pace”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, spiegando che durante i lavori nell’isola sul Golfo di Napoli bisogna “affrontare come sanzionare in qualche modo l’Iran per l’attacco con centinaia di missili e droni contro Israele”.

Efsa: molti pesci allevamento senza pararassiti che infettano uomo

Efsa: molti pesci allevamento senza pararassiti che infettano uomoRoma, 18 apr. (askanews) – Molti dei pesci più comunemente allevati e consumati in Europa non presentano segni di parassiti che possano infettare l’uomo. Tuttavia, sono stati riscontrati parassiti in alcune specie d’allevamento e sono necessari ulteriori dati per determinare la prevalenza di alcuni parassiti nei pesci d’allevamento.


Questi sono i principali risultati di un parere scientifico dell’Efsa pubblicato oggi, che valuta anche nuovi metodi per individuare e uccidere i parassiti nei pesci. I dati scientifici disponibili nell’area UE/AELS, sebbene limitati, indicano che molte specie di pesci d’allevamento destinati al mercato sono esenti da infezioni parassitarie zoonotiche. Questi includono il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, l’ombrina, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo.


Tuttavia, parassiti come Anisakis e altri sono stati trovati nella spigola europea, nel tonno rosso dell’Atlantico, nel merluzzo e/o nella tinca prodotti in gabbie aperte al largo o in stagni a flusso continuo. I pesci prodotti in sistemi di acquacoltura chiusi a ricircolo con immissione di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi certamente esenti da parassiti zoonotici. Gli esperti dell’Efsa hanno concluso che sono necessari più dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici in specie ittiche, sistemi di allevamento e aree di produzione selezionati all’interno della regione UE/EFTA.


Gli esperti hanno valutato anche nuovi metodi per rilevare i parassiti zoonotici nei prodotti della pesca. Il congelamento e il riscaldamento rimangono i modi più efficaci per ucciderli. La ricerca in corso sta inoltre esplorando l’efficacia di varie tecniche di lavorazione, come la lavorazione ad alta pressione, il campo elettrico pulsato, l’essiccazione all’aria, la salatura a secco, la doppia salatura e l’uso di prodotti naturali. Prossimi passi Gli esperti dell’Efsa determineranno entro la fine dell’anno se eventuali specie di pesci selvatici provenienti da specifiche zone di pesca rappresentano un rischio per la salute pubblica a causa della presenza di parassiti zoonotici.

Tv, Amadeus in autuno sul Nove con tre programmi

Tv, Amadeus in autuno sul Nove con tre programmiRoma, 18 apr. (askanews) – Amadeus entra ufficialmente nella squadra targata Warner Bros. Discovery, con un accordo, che avrà la durata di 4 anni. Il conduttore e showman debutterà dal prossimo autunno sul Nove, canale generalista di punta di Warner Bros. Discovery, e collaborerà attivamente con il senior management nello sviluppo di nuovi formati di intrattenimento per tutte le piattaforme del gruppo. Sulla base di questo accordo, spiega una nota, nel corso della stagione televisiva, Amadeus condurrà sul Nove un programma di Access Prime Time e due di Prime Time. Nei prossimi mesi saranno annunciati i dettagli dei progetti che lo vedranno protagonista. “Siamo entusiasti di accogliere nella nostra squadra Amadeus, fuoriclasse della tv, straordinario artista e volto tra i più amati dal pubblico italiano. Siamo impazienti di lavorare insieme, di unire la grande energia che lo contraddistingue – e che sicuramente saprà portare nel nostro Gruppo – con la creatività dell’editore che più di ogni altro negli anni recenti ha rinnovato la tv italiana. Warner Bros. Discovery, gruppo media leader a livello globale, vuole essere ancora più protagonista in Italia con il canale Nove – sempre più ricco di artisti e formati unici e distintivi – con l’intero portfolio di canali tv free e pay, con lo sport, le piattaforme digitali e la produzione e distribuzione cinematografica. Un sistema di mezzi che ci rende, nel mercato italiano, un soggetto unico in grado di valorizzare pienamente i maggiori talenti creativi del paese”, ha commentato Alessandro Araimo, Managing Director Warner Bros. Discovery Sud Europa.

Bsh Elettrodomestici: Italia strategica, puntiamo ad aumentare nostra quota

Bsh Elettrodomestici: Italia strategica, puntiamo ad aumentare nostra quotaMilano, 17 apr. (askanews) – “L’Italia è un Paese strategico in cui il gruppo Bsh vuole investire”. E il contesto di mercato è propizio per accrescere ancora quella quota dell’11,5% che a fine 2023 il gruppo tedesco, attraverso i suoi marchi, Bosch, Siemens, Neff e Gaggenau, ha raggiunto. A parlare delle prospettive del mercato nostrano è Enrico Hoffmann, ceo di Bsh Elettrodomestici Italia che in occasione della 62esima edizione del Salone del Mobile, insieme ai vertici global del gruppo, ha presentato nei padiglioni in fiera a Rho le novità di prodotto e raccontato la strategia di crescita.


“In Italia abbiamo una quota di mercato che supera l’11%, siamo sotto la media europea ma stiamo crescendo – ci ha spiegato Hoffmann – Per noi è un Paese un po’ complicato perchè storicamente ha avuto un’industria, tutta italiana, che adesso purtroppo è sempre meno forte”. Lo scenario di mercato, in effetti, vede ormai solo un paio di player italiani, l’industria di fatto è nelle mani di grandi gruppi stranieri. E di questo Bsh vuole approfittare per crescere. “Noi stiamo assistendo a un cambiamento forte e importante del mercato – ci ha detto – e per noi è un’opportunità. Crescere in Italia è la nostra ambizione”. Ne è la prova l’investimento su Milano per lo sviluppo del nuovo quartier generale del gruppo in Italia, inaugurato circa un anno fa. “L’Italia – ha evidenziato – è un Paese strategico in cui il gruppo vuole investire”. Nella geografia dei 50 Paesi in cui Bsh è presente, il nostro è il nono mercato: “Non è come Cina, Stati Uniti e Germania che sono mercati enormi però possiamo dire che in Europa l’Italia è tra i primi tre Paesi insieme a Francia e Germania – ha raccontato – sono questi tre Paesi che in Europa hanno la maggioranza del fatturato”. Il 2023 per Bsh Italia si è chiuso con circa 310 milioni di euro di vendite a volume, sostanzialmente stabile rispetto all’anno prima, in un contesto economico e di mercato sfidante. Un anno di “normalizzazione”, secondo Hoffmann, dopo il boom del periodo Covid. “Come settore siamo quelli che hanno beneficiato di più del periodo Covid in un mercato che è comunque saturo e molto stabile. Nel 2021 e nel 2022 c’è stato un boom della domanda a un livello eccezionale. Ora quello che viene definito rallentamento io lo chiamo normalizzazione anche perchè in Italia siamo ancora sopra i livelli del 2019”, fa notare. A rendere sfidante il 2023 anche “l’effetto di qualcosa che ci eravamo dimenticati: l’inflazione. L’anno scorso il calo registrato è stato a volume mentre a valore a causa del forte aumento dei prezzi nel nostro settore questo rallentamento è stato molto più leggero”. All’effetto dell’inflazione si è sommato poi un elemento tutto italiano: i bonus. “Se il mercato dell’arredo e delle ristrutturazioni viene incentivato fiscalmente aiuta anche noi. Il fatto che i bonus ora non ci siano più – ha spiegato – è uno dei motivi di questo calo, insieme a un’inflazione importante e a un’insicurezza generale”.


I segnali sul 2024, per quanto sia ancora all’inizio, parlano di una quota di mercato in crescita a valore anche nel primo trimestre (+0,5%) con una prospettiva sui prezzi che potrebbe mostrare segni di rallentamento: “Noi stiamo già vedendo un ribasso dei prezzi – ha detto Hoffman – ogni azienda poi lo interpreta in modo diverso, tramite promozioni o un posizionamento diverso dei nuovi lanci ed è quello che stiamo facendo noi”.

Auto, Anfia: servono incentivi, Ue punti su neutralità tecnologica

Auto, Anfia: servono incentivi, Ue punti su neutralità tecnologicaMilano, 18 apr. (askanews) – “A marzo, il mercato europeo dell’auto registra la prima flessione da inizio anno, seppure contenuta (-2,8%), complice la concomitanza con le Festività Pasquali che, in alcuni dei maggiori mercati, ha determinato un numero inferiore di giorni lavorativi nel mese, incidendo negativamente sulle vendite”. Così Roberto Vavassori, presidente di Anfia.


Nel terzo mese dell’anno, tra i cinque i major market (incluso UK), solo il Regno Unito mantiene una variazione positiva (+10,4%), mentre registrano una flessione la Germania (-6,2%), la Spagna (-4,7%), l’Italia (-3,7%) e la Francia (-1,5%). A marzo, la quota di penetrazione delle vetture elettriche pure (Bev), pari al 14,2%, supera nuovamente la quota delle vetture diesel (10,1%), come nel mese precedente. In Italia, invece, l’immatricolato diesel pesa per il 15,1% delle vendite nel mese, contro l’appena 3,3% delle Bev (al 2,1% a gennaio 2024 e al 3,4% a febbraio). “A questo proposito, essendo stato finalmente pubblicato il decreto attuativo relativo al nuovo piano di incentivi all’acquisto di auto green (ecobonus), speriamo che la misura possa diventare al più presto operativa così da indirizzare gradualmente i consumatori verso i veicoli a basse emissioni locali”, afferma Vavassori.


Sul fronte della transizione ecologica “a livello UE, resta importante sensibilizzare i politici in corsa per le elezioni europee di giugno sulla necessità di un approccio fondato sulla neutralità tecnologica, che comprenda tutti i vettori energetici decarbonizzati, quali energia elettrica rinnovabile, e-fuels e biocarburanti”, conclude il presidente di Anfia.