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Autore: Redazione StudioNews

Basilicata, Chiorazzo (Bcc): sanità lucana vicina a commissariamento

Basilicata, Chiorazzo (Bcc): sanità lucana vicina a commissariamentoRoma, 17 apr. (askanews) – “Invece di parlare della Basilicata del futuro, come se non avesse governato per cinque anni, Bardi dia una semplice risposta ai lucani: è vero che appena due giorni fa, il 15 aprile, la Regione si è presentata al ministero della Sanità, al tavolo di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, senza atti di copertura finanziaria per 85 milioni di euro di disavanzo?”. Così Angelo Chiorazzo, capolista di Basilicata Casa Comune, a sostegno del candidato presidente della Regione Piero Marrese (Pd) alle prossime elezioni regionali.


“Se è vero, e purtroppo è vero, siamo al primo passo di un iter che proseguirà con una diffida formale e che porterà di conseguenza al commissariamento della sanità lucana. Farsi commissariare non è solo una questione di dignità: vuol dire che verrà qualcuno, indicato dal governo nazionale, a tagliare ospedali e servizi con una logica ragionieristica per far quadrare i conti e che non tiene presente esigenze e specificità dei territori”, aggiunge. “Il Commissario inoltre non avrà la necessità di tenere conto degli operatori della sanità, delle forze sociali e quelle politiche. Nessuno, dunque, potrà opporsi a un’ulteriore taglio dei servizi e il conseguente, ulteriore, aumento delle liste di attesa per i cittadini e le cittadine della Basilicata. Il commissariamento va evitato. Per farlo, serve un cambio immediato di governo della Regione. Piero Marrese e la sua squadra di governo si impegnerebbero già dalla settimana prossima a individuare le coperture necessarie a evitare il crollo definitivo della sanità della nostra regione. I lucani hanno l’occasione, anzi, la necessità di scongiurare questa sciagura col voto del 21 e 22 aprile”, conclude.

Comau in progetto Ue Battwin per ridurre difetti batterie bev

Comau in progetto Ue Battwin per ridurre difetti batterie bevMilano, 17 apr. (askanews) – Comau ha aderito a un’altra importante iniziativa di trasformazione energetica paneuropea, nel campo dell’e-Mobility, questa volta a sostegno del progetto BATTwin dedicato alle batterie.


Nell’ambito della sua partecipazione, Comau lavorerà con i partner del progetto per identificare e definire parametri di dati cruciali, hardware, software e tecnologie di digitalizzazione che possono essere utilizzati per raggiungere l’obiettivo di produzione di celle delle batterie prive di difetti. Successivamente, l’azienda sfrutterà le sue competenze di digitalizzazione avanzata per definire e implementare una strategia di acquisizione e gestione dei dati multisensore per migliorare la qualità della produzione delle celle delle batterie. Finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe, BATTwin, coordinato da Marcello Colledani del Politecnico di Milano, intende sviluppare una piattaforma Digital Twin multilivello che aiuterà a ridurre i tassi di difetti nella produzione di batterie agli ioni di litio, che possono raggiungere fino al 30% durante la fase di avvio delle nuove Gigafactory europee. Con l’obiettivo di raggiungere una produzione a zero difetti, l’ambiente virtuale digitalizzato sarà implementato e testato sul campo per convalidarne la flessibilità, la scalabilità e l’efficacia complessiva.


Nell’ambito del progetto, Comau sfrutterà la sua esperienza nella digitalizzazione, nel digital twinning, nella simulazione dei processi e nell’elettrificazione per consentire l’acquisizione e la trasmissione automatica dei dati in un ambiente virtuale basato su cloud. L’azienda effettuerà anche la modellazione della simulazione di eventi discreti (DES) sulla produzione e svilupperà un gemello digitale per la progettazione e la riprogettazione del sistema produttivo. Questo consentirà ai costruttori di celle di ottimizzare il proprio flusso di lavoro, analizzare i tempi ciclo, prevenire i colli di bottiglia e gestire sia il consumo energetico che le prestazioni produttive a livello di macchina. Grazie al continuo flusso di informazioni da e verso l’ambiente virtuale, i produttori possono riconoscere e prevenire potenziali problematiche e aumentare la qualità complessiva e la redditività all’interno del processo di realizzazione delle celle. “La strategia di elettrificazione di Comau si basa su idee innovative e sulla continua ricerca e sviluppo di tecnologie per batterie di nuova generazione, così come di competenze nella formazione di celle e alleanze con partner e organizzazioni europee, tra cui Upcell. Questo progetto di grande impatto, concepito nell’ambito di vari momenti di confronto con Upcell, si allinea perfettamente con la nostra roadmap tecnologica orientata al futuro”, spiega Daniela Fontana, Battery Innovation Manager di Comau.

Basilicata, Bardi: da Chiorazzo solite fake news su sanità

Basilicata, Bardi: da Chiorazzo solite fake news su sanitàRoma, 17 apr. (askanews) – “Puntuale, come un disco rotto, di questi tempi esce fuori l’ipotesi di commissariamento della sanità lucana, la fantasia nascosta della sinistra lucana. Lo stesso accadde l’anno scorso, con la stessa fake news rilanciata dai soliti noti. Fattispecie poi puntualmente smentita dai fatti”. Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Basilicata, vito Bardi, candidato del centrodestra.


“Come Giunta regionale abbiamo già adottato la misura per fronteggiare il disavanzo, esattamente come facemmo l’anno scorso. Insomma, non vi è alcun rischio commissariamento per la sanità lucana, oggetto di grande interesse da parte del candidato Chiorazzo, come abbiamo letto negli ultimi giorni. C’è chi ha lucrato e vuole continuare a lucrare sempre di più sulla sanità lucana e chi invece, come noi, ha un unico interesse: la Basilicata. Vogliamo una sanità che funzioni e dia risposte ai cittadini. Non abbiamo altri interessi e non abbiamo conflitti di interessi, a differenza di altri, come ha ammesso qualche settimana, con grande onestà intellettuale, fa lo stesso leader M5S, Giuseppe Conte. La verità è che a sinistra sono consapevoli della sconfitta che li attende e cercano di inventarsi qualcosa per limitare il tracollo che li attende, ma così emerge solo la loro disperazione”, sottolinea.

Earth Day, Comte de Montaigne in prima linea per salvaguardia biodiversità

Earth Day, Comte de Montaigne in prima linea per salvaguardia biodiversitàRoma, 17 apr. (askanews) – Il prossimo 22 aprile i calici si alzeranno per brindare al World Earth Day, la giornata nata negli anni ’70 dall’intuizione del presidente Kennedy. Una data che ogni anno riaccende i riflettori sull’importanza di una cultura sempre più informata e consapevole per la tutela del “sistema Terra”. E anche quest’anno Comte de Montaigne, Maison de Champagne de Prestige dell’Aube – una delle regioni di eccellenza nella produzione delle bollicine più amate al mondo – ribadisce il suo impegno per una produzione nel segno della salvaguardia dell’ambiente.


Stéphane Revol, Owner & CEO di Comte de Montaigne, ha fatto dell’eco-sostenibilità uno stile di vita, che ha trasferito anche nella filosofia dell’azienda. Il domaine conta 40 ettari, il 10% dei vigneti è già certificato Bio, una percentuale che punta ad aumentare nei prossimi anni con l’obiettivo di orientarsi sempre di più verso una viticoltura sostenibile e a tutela della biodiversità. L’azienda è inoltre in possesso dell’ambita certificazione HVE (Alto Valore Ambientale), un marchio creato e supervisionato dal Ministero francese dell’Agricoltura Agroalimentare e Forestale che promuove la produzione delle aziende agricole che si impegnano in pratiche rispettose dell’ambiente. “In questa importante ricorrenza dedichiamo un brindisi simbolico a tutti i viticoltori che come noi si impegnano con determinazione e competenza per dare vita a vini prodotti in piena armonia con l’habitat naturale”, commenta Stéphane Revol. “L’obiettivo della nostra Maison è proprio quello di dare vita a Cuvée di qualità assoluta, che racchiudano le caratteristiche più autentiche del territorio dell’Aube”, commenta Stéphane Revol. “L’impegno per la tutela del nostro terroir nasce dalla volontà di consegnare, alle generazioni future suoli non contaminati e in grado di produrre senza alcun supporto chimico uve di eccellenza”.


E Philippe Narcy, Enologo della Maison, aggiunge: “Grazie alle nostre best practice sostenibili produciamo Cuvée di qualità Premium. Ad esempio, non usiamo gas per proteggere i vitigni, ma semplice acqua, ed il ciclo produttivo dei nostri vini è a ridotte emissioni di Co2. Inoltre, abbiamo ridotto al minimo i trattamenti della vigna: li eseguiamo solo in caso di malattia della vite, mai in via preventiva”. La Champagne, prima regione vinicola al mondo ad avere effettuato un bilancio del carbonio.


Nel 2002/2003 la Champagne è stata la prima regione vinicola al mondo ad aver effettuato un bilancio delle emissioni di CO2. Una diagnosi che ogni cinque anni scatta la fotografia dell’impatto climatico delle voci relative all’industria dello Champagne (come la coltivazione della vite, l’elaborazione del vino, l’imballaggio, i rifiuti, fino alle sostanze inquinanti generate dal turismo nella Regione) e che ha portato nel 2005 all’elaborazione di un primo piano di riduzione del 25% delle emissioni di carbonio entro il 2025, che ha già reso possibile la diminuzione dell’impronta ecologica dello Champagne del 15% tra il 2003 e il 2018, e punta a raggiungere l’obiettivo NetZero entro 2050. Una produzione nel rispetto dell’ambiente.


In Champagne, l’impegno per una viticoltura sostenibile è il risultato di un percorso culturale e di lavoro collettivo tra vignerons e grandi Maison iniziato oltre venti anni fa, che oggi si traduce in best practice come il controllo dei fattori produttivi con un approccio eco-attento; il rispetto e la valorizzazione del terroir e della biodiversità, fino alla gestione responsabile del patrimonio idrico e dell’energia e alla riduzione dell’impronta ecologica di ogni fase della filiera produttiva. Ecco perché oggi in Champagne ben il 60% delle superfici della denominazione beneficia di una certificazione ambientale. Comte de Montaigne: Best Practice sostenibili per Cuvée di eccellenza. La ESG Strategy è al centro del DNA di valori che ispira il processo produttivo di Comte de Montaigne e si traduce in alcune importanti best practice che riducono al minimo gli effetti nocivi della vinificazione sull’eco-sistema circostante. Ad esempio: 1. Nutrizione e difesa della vite: il disciplinare della Maison include fino a un massimo di tre trattamenti annuali della vigna, che vengono effettuati solo in caso di malattie delle piante e mai in via preventiva. 2. Gestione e lavorazione del suolo: attraverso processi finalizzati all’aumento del contenuto di sostanza organica e quindi alla riduzione di CO2 emessa in atmosfera; 3. Gestione dell’acqua di irrigazione: per ottimizzare l’utilizzo delle risorse impiegate nel processo di coltivazione e cura del vitigno, la Maison dedica grande attenzione ai tempi e alla frequenza di intervento sul terreno, sia per limitare il dispendio del patrimonio idrico che per ridurre al minimo il potenziale stress per le piante. 4. Niente Gas a protezione dei vitigni: per contrastare gli effetti nocivi del gelo sui vitigni, la Maison non usa Gas per scaldare la vigna, ma semplice acqua, che avendo una temperatura di congelamento di zero gradi, viene irrorata sulle gemme, che altrimenti gelerebbero a meno 2 gradi, per proteggerle. In questo modo si crea una “capsula” di gelo che protegge il vitigno in modo assolutamente naturale. 5. Una difesa dei suoli ben consapevole della loro importanza per la vigna: I concimi utilizzati sono tutti vegetali per proteggere il suolo e permettere alle radice dei vitigni di beneficiare di un nutrimento sano, propedeutico alla longevità delle piante. In questo modo i vitigni possono crescere naturalmente e dare vita a uve assolutamente genuine e prive di residui chimici. 6. Esclusivo utilizzo di collanti vegetali ricavati anche dalla lavorazione dei piselli, nei processi di lavorazione del vino. 7. Rigenerazione dei terreni tramite la loro messa a riposo e la copertura vegetale nei vigneti con piante e siepi.

Fmi: probabilità che Italia stabilizzi il debito sotto il 50%

Fmi: probabilità che Italia stabilizzi il debito sotto il 50%Roma, 17 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha pubblicato una analisi secondo cui “le probabilità che l’Italia raggiunga il livello di deficit (o avanzo) primario necessario per la stabilizzare i suoi livelli di debito pubblico sono inferiori al 50%, indicando la necessità di ulteriori sforzi di risanamento nei prossimi due anni”. Lo si legge nel Fiscal Monitor, il rapporto sui conti pubblici che l’istituzione di Washington aggiorna in occasione delle assemblee semestrali.


Secondo questo nello studio il Fmi rileva che “l’analisi statistica dei precedenti storici di un paese sul risanamento può aiutare a valutare le probabilità che raggiunga il deficit primario necessario per stabilizzare il suo debito”. Un grafico inserito nello studio illustra le previsioni in tal senso per il paese utilizzato come esempio: l’Italia sui prossimi due anni.

Auto: furti 2023 +7%, in 10 anni spariti nel nulla 1 mln veicoli

Auto: furti 2023 +7%, in 10 anni spariti nel nulla 1 mln veicoliMilano, 17 apr. (askanews) – Il 2023 ha registrato una nuova crescita dei furti di veicoli in Italia: +7% a 131.679 unità. Dal 2013 ad oggi sono stati rubati 1 milione e 550mila veicoli: solo 609mila sono stati ritrovati, mentre di quasi 940mila si sono perse le tracce, instradati su mercati esteri o cannibalizzati e utilizzati per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. In aumento del 2% a 31.856 unità il furto di motoveicoli. Emerge dal “Dossier sui Furti di veicoli 2024”, elaborato da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp.


A livello europeo il nostro Paese è secondo alla sola Francia, dove però i furti sono in deciso calo. In tutti gli altri stati membri dell’Ue si rubano meno di 40mila veicoli l’anno. E intanto la minaccia degli hacker si fa strada e vede sempre più veicoli colpiti da attacchi che ne mettono a rischio la sicurezza e la privacy del conducente. La classifica dei modelli di vetture più rubate riserva poche sorprese rispetto allo scorso anno, con quelli del gruppo Stellantis che presidiano le posizioni di vertice. In testa la Fiat Panda con 12.571 sottrazioni (1 autoveicolo rubato su 10 è una Panda), seguita dalla Fiat 500 (5.889), dalla Fiat Punto (4.604) e dalla Lancia Ypsilon (4.472), dalla Fiat 500 L (2.637) e dalla Alfa Romeo Giulietta (2.075). Le ultime quattro posizioni sono occupate dalla Smart Fortwo (1.976), dalla Citroen C3 (1.741), dalla Volkswagen Golf (1.465) e dalla Renault Clio (1.365). Oltre la metà dei furti di auto, il 54%, riguarda questi modelli. Le tre vetture che più difficilmente vengono ritrovate sono, nell’ordine, Golf (la si recupera solo nel 35% dei casi), C3 (36%) e Fortwo (37%).


Nella categoria Suv/Crossover, i più ambiti sono la Fiat 500X (1.997 unità sottratte nel 2023, il 10% del totale SUV), seguito dalla Jeep Renegade (1.653), dalla Peugeot 3008 (778), Jeep Compass (713) e dalla Renault Captur (663). A livello di regioni, 8 furti su 10 sono concentrati nelle consuete cinque a bollino rosso: Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia.


“I dati relativi al 2023 e ai primi mesi dell’anno in corso certificano e consolidano i segnali registrati negli scorsi anni di recrudescenza del business criminale dei furti di auto”, ha osservato Maurizio Iperti, presidente Emea LoJack, “Un fenomeno che in alcune aree del nostro Paese assume contorni decisamente allarmanti. Solo un intervento rapido ed efficace può ridurre le possibilità che del veicolo si perdano le tracce per sempre. Grazie alla nostra tecnologia e a un team di esperti che supporta sul campo le Forze dell’Ordine nella ricerca, oggi possiamo contare su percentuali di recupero doppie rispetto a quelle del mercato”.

Mar Rosso, Bankitalia: alza tra 0,15 e 0,3 punti inflazione eurozona

Mar Rosso, Bankitalia: alza tra 0,15 e 0,3 punti inflazione eurozonaRoma, 17 apr. (askanews) – I rischi che i danni e i rincari sul trasporto marittimo del Mar Rosso causato dagli attacchi degli Houthi portino a forti pressioni inflazionistiche “appaiono al momento limitati” e anche in uno scenario “particolarmente pessimistico” secondo la Banca d’Italia questo fattore aggiungerebbe 0,3 punti percentuali al carovita complessivo di tutta l’area euro. Lo riporta una analisi – intitolata “Le tensioni nel Mar Rosso e e il loro possibile impatto economico” – inserita nell’ultimo Bollettino dell’istituzione di Via Nazionale. In uno scenario meno pessimistico l’impatto è limitato a 0,15 punti percentuali.


“I rischi che il recente aumento dei costi di trasporto marittimo si traduca in forti pressioni inflative in Europa appaiono al momento limitati. Innanzitutto – si legge – i rincari registrati da novembre, seppure molto marcati, risultano nettamente inferiori a quelli eccezionalmente elevati del biennio 2021-22. Inoltre, non sono emersi ostacoli alla capacità dei porti di smistare i container in arrivo; secondo gli analisti del settore la capacità di trasporto via mare è attualmente più che adeguata ad assorbire le conseguenze dell’allungamento dei tempi di spedizione. Infine, in presenza di una domanda globale debole, le scorte di magazzino delle imprese europee possono attenuare le possibili tensioni”. Una indagine condotta dalla Bce a inizio gennaio ha registrato “un numero molto limitato di aziende” che segnalavano preoccupazione per le proprie catene di fornitura.


Gli economisti di Bankitalia, poi hanno effettuato “uno studio econometrico che mostra che nei periodi di bassa domanda o di alte giacenze, come quello in corso, la correlazione tra crescita dei costi di trasporto e inflazione è quasi nulla. Il lavoro quantifica gli effetti dei recenti rincari nei noli marittimi sull’inflazione dell’area dell’euro, distinguendoli da quelli riconducibili a movimenti della domanda: l’impatto sull’andamento dei prezzi al consumo sarebbe molto contenuto”. “Secondo queste valutazioni infatti anche in uno scenario particolarmente pessimistico, in cui i noli marittimi si stabilizzassero su livelli superiori al picco raggiunto in aprilela crescita dei prezzi alla produzione manifatturiera nell’area sarebbe, dopo dodici mesi, più alta di circa 1,4 punti percentuali rispetto all’ipotesi di costi di trasporto invariati dallo scorso ottobre, prima dell’inizio delle tensioni. Ciò comporterebbe un rialzo dell’inflazione al consumo pari al più a 0,3 punti percentuali, dice Bankitalia. Ma “uno scenario meno pessimistico, in cui i noli ritornassero sui livelli precedenti le tensioni entro la seconda metà del 2024, indurrebbe un aumento dell’inflazione al consumo al massimo di 0,15 punti percentuali”.

Fmi prevede continui aumenti di debito-Pil Italia da qui al 2029

Fmi prevede continui aumenti di debito-Pil Italia da qui al 2029Roma, 17 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale prevede che il deficit di bilancio dell’Italia si riduca quest’anno al 4,6% del Pil, dal 7,2% del 2023, e poi al 3,2% il prossimo anno per poi tornare al limite del 3% previsto dal Patto di stabilità e di crescita dell’Ue dal 2026, con una ulteriore limatura al 2,9% nel 2027 e poi il 3% nel 2028 e nel 2029.


Tuttavia, nelle stime sui conti pubblici inserite nell’ultimo Fiscal Monitor, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili e in parte già diffuse ieri nel World Economic Outlook, per il debito pubblico il Fmi prevede un aumento al 139,2% del Pil quest’anno, dal 137,3% del 2023 , e poi ulteriori incrementi al 140,4% nel 2025, al 142,6% nel 2026, al 143,1% nel 2027, al 144,7% nel 2028 e al 144,9% nel 2029.

Federlegno: Lombardia prima per fatturato ed export in filiera legno-arredo

Federlegno: Lombardia prima per fatturato ed export in filiera legno-arredoMilano, 17 apr. (askanews) – È la Lombardia a guadagnarsi la prima posizione, fra le regioni italiane, per il legno-arredo, in termini di fatturato, export, numero di imprese e addetti anche nel settore arredo. Il suo fatturato ammonta a 10,8 miliardi di euro, divisi tra legno (3,9 miliardi) e arredo (6,9 miliardi). Le imprese sono poco più di 8.600 di cui oltre 4.600 dell’arredo (54%) e quasi 4.000 nel legno (46%), mentre gli addetti sono più di 53.000, di cui quasi 33.000 nell’arredo e poco più di 20.000 per il legno.


Per quanto riguarda l’export, nonostante un rallentamento (-2% rispetto al 2022) la Lombardia è anche la prima regione (con una quota pari al 30% del totale) per valore esportato della filiera: 4,9 miliardi di euro nel 2023 di cui quasi 4,3 miliardi di euro per l’arredo (87% del totale). Il saldo commerciale risulta nettamente positivo (poco meno di 2,8 miliardi di euro). Il 61% del fatturato alla produzione di mobili in Lombardia è destinato all’export (3,4 miliardi di euro nel 2023, in lieve calo, (-1,9% rispetto al 2022) arrivando a toccare più di 180 Paesi. La Francia, con una crescita del 3,3% sul 2022, torna ad essere la prima destinazione dei mobili mentre gli Stati Uniti (prima destinazione extra UE) scendono al secondo posto e segnano un -9,7%, mentre la Germania al terzo, registra -3,3%. Andamenti molto positivi verso Regno Unito (+14,9%) ed Emirati Arabi Uniti (+28,2%) e, fuori dalle principali destinazioni, Arabia Saudita (+20,8%) in 13esima posizione e India (+16,3%) al 21esimo posto. Il calo più significativo, tra le principali destinazioni, si è avuto verso la Cina (-13,3%); dalla Lombardia arriva in Cina il 52% delle esportazioni di mobili italiani. Anche il Giappone, al 12esimo posto fa -18,9% rispetto al 2022. Nella produzione di mobili la provincia di Monza e Brianza conferma il primato, con 1.325 aziende, 9.879 addetti e un fatturato di circa 2,2 miliardi di euro. È la provincia che presenta il maggior numero di imprese d’Italia dedicate al settore e copre il 40% del fatturato totale della filiera regionale con circa 1.750 imprese e quasi 12.400 addetti. Per quanto riguarda i flussi commerciali, si sottolinea come Monza e Brianza sia di gran lunga la provincia lombarda con il più alto valore di esportazioni di arredi, oltre 1,2 miliardi di euro nel 2023 e un saldo commerciale pari a 1,1 miliardi di euro. Nonostante un calo del 16,3% rispetto al 2022 gli Stati Uniti si confermano il primo mercato. A seguire la Francia che, con un +7,8% sul 2022, nel 2023 supera la Cina e diventa il secondo mercato. Al terzo posto la Cina nonostante una flessione del 13,4%. Andamenti in aumento verso Regno Unito (+14,5%) ed Emirati Arabi Uniti (+26,1%) che entrano nella top ten. La Corea del Sud (+39%) guadagna una posizione e sale al tredicesimo posto.


Il Veneto, per la Filiera Legno-Arredo, si aggiudica la seconda posizione fra le regioni, sia in termini di fatturato pari a 8,2 miliardi di euro, di cui 6 per l’arredo e 2,2 per il legno, sia per numero di imprese (6.400) e di addetti (45.000). Il saldo commerciale è di 2,3 miliardi di euro. Mentre si aggiudica la prima posizione per il mobile, sia per fatturato (5,5 miliardi di euro) che per numero di addetti (oltre 28.100 occupati). Seconda, dietro la Lombardia, per numero di imprese (3.166). Per quanto riguarda l’export della filiera legno-arredo il Veneto è a quota 3,9 miliardi di euro (pari al 23% dell’export nazionale) di cui 3,5 miliardi per l’arredo e poco meno di 418 milioni di euro per il legno. Il maggior contributo è dato dal settore mobili esportandone 3 miliardi di euro, con un saldo commerciale pari a 2,7 miliardi di euro. Il 55% del fatturato di mobili in Veneto è destinato a Paesi esteri arrivando a toccare più di 170 Paesi. La Francia si conferma, tra le destinazioni il principale mercato di riferimento, in crescita del +3,4% sul 2023. Nonostante una contrazione del 13% sul 2022 la Germania, al secondo posto, rappresenta per il Veneto il primo fornitore di Mobili con una quota del 40%. In diminuzione le esportazioni anche verso gli Stati Uniti (-13,4%), primo Paese extra Ue, e soprattutto verso Regno Unito (-17,9%) e Cina (-18%). Il Veneto, dopo la Lombardia, è la seconda regione per valore esportato di legno: 418 milioni di euro. Se consideriamo solo le prime lavorazioni (legno tagliato e piallato) è prima per valore esportato pari a 150 milioni di euro. Il Friuli-Venezia Giulia, con una produzione di circa 4,9 miliardi di euro, è la terza regione per fatturato nella filiera di cui circa 1,3 miliardi per il legno e 3,6 per l’arredo. Le imprese sono 1.709 di cui 958 nell’arredo, mentre gli addetti sono 19.382, la maggior parte impiegati nell’arredo (14.588). Il Friuli-Venezia Giulia è anche la terza regione per valore esportato della filiera con un valore pari a 2,2 miliardi di euro, registrando la flessione più significativa (-10,1% rispetto al 2022) tra le prime cinque regioni. Il saldo commerciale è di 1,7 miliardi di euro. Le esportazioni di mobili sono pari a poco meno 2 miliardi di euro (16% del totale) e hanno subito una flessione del 10,2%. Il Regno Unito, in calo del 9%, si conferma la prima destinazione delle esportazioni di mobili friulani mentre gli Stati Uniti, anche se registrano la flessione più elevata (-16,3%) mantengono il secondo posto. Terza la Francia a -5,8%, quarta la Germania a -2,2%, la Spagna, in quinta posizione, in controtendenza segna un +3,6%.

Maestro pasticcere Nicola Fiasconaro a colloquio con studenti Camplus

Maestro pasticcere Nicola Fiasconaro a colloquio con studenti CamplusRoma, 17 apr. (askanews) – I suoi panettoni sono arrivati in tutto il mondo e perfino nello Spazio. “Sulla navicella della Nasa, anni addietro, gli astronauti, tra cui l’Italiano Paolo Nespoli, hanno festeggiato con alcune delle mie creazioni dolciarie”, ha raccontato agli studenti di Camplus Palermo e del collegio Rume il Maestro Pasticcere e Cavaliere del Lavoro Nicola Fiasconaro nell’ambito di una iniziativa speciale organizzata per celebrare la prima edizione della Giornata Nazionale del Made in Italy.


All’evento, svolto nell’ex carcere delle Benedettine, oggi sede del Collegio Universitario di Merito, e moderato dal Direttore del Camplus Palermo Gabriele D’Asta, ha partecipato anche l’imprenditore del settore ottico Agostino Randazzo, Presidente del Gruppo Siciliano dei Cavalieri del Lavoro. L’incontro è stato l’occasione per discutere d’impresa e valorizzazione del territorio, nell’ottica di una scommessa di sviluppo legato alle future generazioni. “Il successo internazionale della nostra azienda dimostra come sia cambiato il modo di fare impresa in Sicilia. Un territorio che offre materie prime e artigianalità uniche nel loro genere e che sono alla base del nostro patrimonio identitario. Con dedizione e passione per la nostra terra siamo cresciuti a livelli impensabili fino a qualche decennio fa. Oggi siamo presenti in oltre 70 Paesi e diamo lavoro a oltre 180 persone”, ha proseguito il Maestro Fiasconaro.


“Puntare sulle nuove generazioni” ha poi sottolineato Randazzo “è l’unica strada da perseguire per il rilancio dell’economia siciliana. Non più ragazzi con la valigia in mano pronti ad emigrare al nord o all’estero, ma giovani disposti a scommettere su un territorio meraviglioso come quello siciliano”.