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Autore: Redazione StudioNews

Cannes, l’Italia alla Quinzaine Des Cinéastes con “The Falling Sky”

Cannes, l’Italia alla Quinzaine Des Cinéastes con “The Falling Sky”Roma, 16 apr. (askanews) – Selezionato a Cannes, alla Quinzaine Des Cinéastes, “The Falling Sky” – attraverso la potente testimonianza di Davi Kopenawa, sciamano e leader del popolo amazzonico Yanomami – è il racconto del rituale funebre misterico “Reahu”, una cerimonia magica di evocazione che mobilita la comunità in uno sforzo collettivo per sorreggere il cielo e impedire che cada a causa dei comportamenti dei nape, i bianchi, e del mondo cosiddetto civilizzato.


Attraverso questa sorta di rito iniziatico, lo spettatore scopre la bellezza della cosmologia Yanomami e la forza della loro visione geopolitica che invita a guardare lontano. Il film è diretto da Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha, liberamente ispirato all’omonimo libro dello sciamano Yanomami Davi Kopenawa e dell’antropologo francese Bruce Albert, nato da una relazione trentennale tra i due. The Falling Sky è prodotto da Brasile e Italia, una co-produzione Aruac Filmes, Hutukara Yanomami Association, Stemal Entertainment con Rai Cinema, in collaborazione con Le Film D’Ici, prodotto dagli stessi registi e da Donatella Palermo.


In Brasile, attualmente vivono circa 30.000 persone in oltre 300 comunità, che stanno affrontando una grave crisi umanitaria causata da una massiccia invasione di minatori alla ricerca di minerali, principalmente oro e cassiterite. Negli ultimi anni, il numero degli invasori ha raggiunto circa 20.000 persone, favorendo la violenza, la contaminazione dell’acqua e del pesce da mercurio, la deforestazione e numerose malattie tra gli Yanomami. Il 10 aprile, Davi Kopenawa, lo sciamano e portavoce del popolo Yanomami ha incontrato in Italia Papa Francesco. “Ogni volta che parlo di quello che l’uomo bianco sta causando al nostro popolo e all’intera umanità sempre più persone si uniscono alla mia battaglia”.


Eryk Rocha si è formato alla Scuola di San Antonio de Los Baños a Cuba. Regista, produttore, montatore e direttore della fotografia, con The Falling Sky, suo decimo film, è alla sua terza partecipazione al Festival di Cannes, dove con il film Cinema Novo (2016), ha vinto il premio L’Oeil d’Or. I suoi lavori hanno partecipato ai maggiori festival cinematografici del mondo come Cannes, Venezia, Locarno, Visions du Réel, Idfa, CPH: DOX, Telluride, BFI di Londra, Sundance, New Directors MoMa di New York, Festival di Rio, Visions du Réel, raccogliendo moltissimi e prestigiosi riconoscimenti. Tra i suoi titoli: Rocha Que Voa (Pietre nel cielo), Quimera, Transeunte, Jards, Campo De Jogo, Breve Miragem De Sol (Burning Night), Edna. Gabriela Carneiro da Cunha è un’artista brasiliana, performer, regista, e attivista artistica ambientale. È ideatrice del Margins Project – On Rivers, Buiúnas and Fireflies, un progetto artistico basato sull’ascolto dei fiumi brasiliani in situazioni di catastrofe, da cui sono già nati numerosi spettacoli teatrali (presentati in importanti festival europei come Wiener Festwochen, Festival D’automne à Paris, International Summer – Festival Kampnagel Hamburg, Baltic Circle, Holland Festival, Théâtre Vidy-Lausanne, Center Georges Pompidou), film, dibattiti, workshop e la rete Buiunas – una rete tra donne, fiumi e arte. Nel cinema, lavora al fianco di Eryk Rocha per Edna e per i cortometraggi Mãri hi – The Tree of Dream, Yuri u xëatima thë – Fishing with Timbó e Thuë pihi kuuwi – A Woman Thinking, diretti da registi yanomami, presentati nei più importanti festival del mondo tra cui Rio e Venezia.

Milano, leghisti contro minori non accompagnati in ex scuola Sciesa

Milano, leghisti contro minori non accompagnati in ex scuola SciesaMilano, 16 apr. (askanews) – “Questa mattina il borgo milanese di Chiaravalle si è svegliato con uno striscione e dei messaggi di protesta realizzati dai residenti del quartiere che da anni chiedono che l’edificio venga nuovamente messo a disposizione della cittadinanza”. Così in una nota il capogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Milano, Alessandro Verri. “‘Vorrei che…’ questo è il testo dello striscione, accompagnato dal chiaro messaggio ‘Ridateci la Scuola’ e da centinaia di cartelli realizzati dai cittadini che recitano le numerose nuove sistemazioni che l’Istituto potrebbe assumere a beneficio del quartiere. Ad oggi Chiaravalle potrebbe perdere un edificio pubblico di fondamentale importanza per i residenti, ma evidentemente queste sono le priorità del sindaco, dare spazio agli altri anziché ai suoi cittadini” ha aggiunto.


“Siamo stufi di vedere che ancora una volta Chiaravalle e i suoi cittadini vengano messi da parte” ha aggiunto Andreana De Franceschi, Consigliere del Municipio 5 di Milano. “Nonostante i residenti reclamino che la Scuola venga nuovamente disposta a beneficio della comunità, il Comune di Milano ha deciso, dopo averla tenuta per numerosi anni chiusa, di assegnare l’edificio ad una cooperativa per minori non accompagnati, costringendo decine di famiglie a doversi spostare dal proprio quartiere per mandare i figli a scuola. Il Comune negli anni non si è mai confrontato con la comunità di Chiaravalle, questi sono i risultati” ha proseguito. “In quanto giovani siamo fortemente preoccupati dal ripetuto comportamento del Comune di voltare le spalle alle comunità periferiche e privarle di servizi pubblici di fondamentale importanza” ha continuato Andrea Poledrelli, coordinatore cittadino dei giovani della Lega. “Anziché agevolare la vita di giovani coppie all’interno del quartiere, l’Amministrazione comunale costringe i residenti ad allontanarsi da Chiaravalle, favorendo il continuo abbandono che il bellissimo Borgo sta purtroppo vivendo negli ultimi anni. Ora più che mai, rivogliamo la nostra Scuola” ha concluso.

Expo2025, la mascotte del Padiglione Italia è Italia-chan

Expo2025, la mascotte del Padiglione Italia è Italia-chanRoma, 16 apr. (askanews) – In occasione della presentazione del Padiglione Italia alla conferenza stampa CROSS-VISION di INTERNI – evento che segna l’apertura del Fuori Salone e della Milano Design Week nella giornata del Made in Italy – il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani ha annunciato due collaborazioni d’eccellenza del Padiglione Italia: quella con Simone Legno, creatore di tokidoki marchio di pop-art di fama internazionale che firma la mascotte, Italia-chan, e quella con Eataly, che gestirà il ristorante situato davanti al giardino all’italiana sul terrazzo del Padiglione Italia.


“Quale contesto migliore della Milano Design Week – ormai vero e proprio tempio del design italiano e internazionale – per far conoscere al pubblico la adorabile mascotte del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka” – ha spiegato Vattani – “chan” è un vezzeggiativo che in giapponese si usa per le bambine e la nostra Italia-chan è una bambina che guarda a futuro, quello che il Padiglione Italia vuole immaginare insieme ai giovani che ne saranno protagonisti. Simone Legno è un artista romano conosciuto in tutto il mondo per il suo marchio Tokidoki e le sue creazioni di pop-art. Simone incarna perfettamente lo spirito del Padiglione Italia e i valori che vogliamo trasmettere: il nostro saper fare e la nostra capacità di rileggere in chiave estetica accattivante e unica le influenze globali. Dall’originalità creativa all’eccellenza della gastronomia Italiana nel mondo di Eataly che firma il ristorante del Paglione Italia, situato davanti al nostro giardino sul terrazzo del Padiglione: per far conoscere a un pubblico di 30 milioni di visitatori il meglio della cultura e dell’innovazione italiana”. “Sono molti anni che ho lasciato l’Italia ma la lontananza ha rafforzato sempre di più il legame e l’amore per il mio Paese” ha commentato l’artista Simone Legno, fondatore di tokidoki “Come tutti i bambini italiani ho avuto la fortuna di crescere circondato da arte, musica, moda e design meravigliosi che mi hanno formato come uomo e artista. Oltretutto la nostra passione, il nostro spirito d’avventura e la creatività imprenditoriale tipica dell’italiano hanno ispirato la mia vita e carriera. Sono sempre felice di rappresentare in giro per il mondo il mio paese e quindi l’opportunità di contribuire a questo grande evento di promozione e scambio culturale creando la mascotte del Padiglione Italia che ci rappresenterà a Expo 2025 Osaka, mi ha subito dato un enorme entusiasmo e mi rende molto orgoglioso”


Per la gestione del ristorante del Padiglione Italia, interviene Eataly, azienda italiana che opera in tutto il mondo nel settore del food retail. “Eataly è un’azienda unica al mondo impegnata nel vendere prodotti italiani di alta qualità, nel fornire esperienze di ristorazione autentiche e nel realizzare opportunità di didattica per raccontare le nostre tradizioni enogastronomiche” sono le parole di Andrea Cipolloni, EATALY Group CEO. “Siamo onorati di rappresentare l’Italia nella straordinaria cornice di Expo 2025 a Osaka. Il nostro impegno sarà realizzare una full immersion nella cultura gastronomica italiana e un’esperienza autentica in un paese dalla cultura gastronomica così forte come quella del Giappone, in grado di anticipare le tendenze dei paesi asiatici. Il ristorante del padiglione Italia sarà un luogo in cui promuovere il valore dei prodotti alimentari italiani di alta qualità a livello internazionale e diffondere la passione per il cibo italiano nel mondo.

Fitch declassa le prospettive di 37 banche statali cinesi

Fitch declassa le prospettive di 37 banche statali cinesiRoma, 16 apr. (askanews) – Fitch Ratings ha comunicato oggi di aver abbassato le sue prospettive per 37 banche statali cinesi da stabile a negativo, una settimana dopo aver tagliato la sua proiezione per il rating del credito sovrano del paese. L’annuncio viene nello stesso giorno in cui la Cina ha comunicato di aver registrato nel primo trimestre dell’anno una crescita del Pil del 5,3%, migliore del previsto.


Il declassamento dell’outlook di rating riguarda anche le sei principali banche statali cinesi e “rispecchia la stessa revisione delle prospettive sulla Cina”, ha scritto Fitch nella comunicazione diffusa oggi. Il rapporto sottolinea che la recente revisione delle prospettive sovrane della Cina è dovuta alle preoccupazioni sulla finanza pubblica e sulle prospettive economiche del paese, che cerca di passare da un modello di crescita basato sul settore immobiliare a uno ritenuto dal governo più sostenibile.


Fitch ha affermato che l’attuale dimensione del sistema bancario cinese è un fattore importante che limita la quantità di sostegno che il governo centrale potrebbe fornire ai suoi maggiori finanziatori. “Il sistema bancario cinese è cresciuto rapidamente dal 2008, con un patrimonio totale di 417mila miliardi di yuan (54.117 miliardi di euro ) alla fine del 2023, pari a circa il 330% del prodotto interno lordo del 2023”, si legge nella nota di Fitch.


Le sei banche statali rappresentano oltre il 40% delle attività del settore, mentre le 20 “banche nazionali di importanza sistemica” del paese hanno un patrimonio complessivo che rappresenta quasi il 70% del totale, aggiunge il rapporto. “Le grandi dimensioni del settore bancario e il numero di D-SIB limitano la capacità del governo di sostenere il settore bancario”, afferma Fitch. Il rapporto arriva in un momento in cui i principali istituti di credito statali stanno tagliando i tassi offerti sui depositi e rimescolando i loro portafogli di prodotti per evitare recenti cali dei loro margini di interesse netti – un parametro importante per la redditività delle banche – in mezzo alla pressione per sostenere il settore immobiliare in crisi del paese e iniettare liquidità nell’economia.


La scorsa settimana il ministero delle Finanze ha risposto al declassamento dell’outlook sovrano di Fitch, affermando che “il trend positivo a lungo termine dell’economia cinese non è cambiato, né lo sono la capacità e la determinazione del governo cinese di mantenere un buon credito sovrano”.

Alcol, 8 mln consumatori a rischio e 3,7 mln binge-drinker nel 2022

Alcol, 8 mln consumatori a rischio e 3,7 mln binge-drinker nel 2022Roma, 16 apr. (askanews) – Non si registrano le attese riduzioni dei consumatori a rischio che crescono nel 2022 con frequenze elevate nei target più vulnerabili della popolazione: i minori, i giovani le donne, gli anziani. Il bere per ubriacarsi non risparmia gli anziani, tra i quali si registrano le più elevate frequenze di consumatori dannosi con disturbi da uso di alcol non intercettati. Consumi fuori pasto in costante aumento in particolare tra le donne (23,2%) con 1 milione di donne che si ubriaca.


Nel 2022 circa 8 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% degli uomini e al 9,1% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e 700 mila persone hanno bevuto per ubriacarsi e 770.000 sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. I consumatori a rischio sono aumentati, in particolare per gli uomini, e rimane distante il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, ONA-ISS, che ha rielaborato attraverso il SISMA (Sistema di Monitoraggio Alcol), anche per il Programma Statistico Nazionale, i dati della Multiscopo ISTAT, in occasione dell’Alcohol Prevention Day (APD). Dati che verranno presentati il prossimo 18 aprile, nel corso di un workshop internazionale in programma presso la sede dell’ISS. “I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di aumento del rischio che dilaga nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani” afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’ONA-ISS. “Al fine di delineare la roadmap di una rinnovata prevenzione nazionale e regionale, la più efficace possibile, è necessario intercettare precocemente tutti i consumatori a rischio e assicurare alle cure quelli con danno e alcoldipendenti, a sostegno delle persone, delle famiglie e degli obiettivi delle strategie europee e globali in cui siamo impegnati”, aggiunge. Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia, pari al 77,4% dei maschi e al 57,5% delle femmine – è ricco di dettagli. Dieci milioni e duecentomila italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente. Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.310.000 tra gli 11 e 24 anni, di cui 650.000 minorenni) e le donne (circa 2,5 milioni, con il 15,5% di consumatrici a rischio tra le minorenni 11-17enni). Spiccano i 3,7 milioni di binge drinker, soprattutto maschi di tutte le età (104.000 sono minori). Anche qui si registra una diminuzione in direzione dei livelli del 2020, ma non per le donne che sono stabili, senza alcun accenno dunque al calo dei consumi tesi all’intossicazione. Inoltre, i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono stati 770.000. Fra le donne si continuano a registrare numeri elevati, sono infatti 290.000 le consumatrici con danno da alcol. Dei 770.000 consumatori dannosi con Disturbi da Uso di Alcol (DUA) in necessità di trattamento, solo l’8,2% è stato intercettato clinicamente, per un totale di 62.886 alcoldipendenti in carico ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), con costante e preoccupante diminuzione rispetto ai consumatori dannosi attesi. I dati del sistema EMUR del Ministero della salute mostrano e testimoniano le conseguenze di quanto descritto finora. Nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi al Pronto Soccorso – di cui il 10,4% richiesto da minori – segnando in un anno un incremento del 12.1%.

Studio Luiss: dopo covid cambiato concetto del prendersi cura della salute

Studio Luiss: dopo covid cambiato concetto del prendersi cura della saluteRoma, 16 apr. (askanews) – Non c’è più la paura del Covid ma, forse, una delle eredità che ci ha lasciato la pandemia è l’idea che ci si debba prendere comunque cura della propria salute. E forse lo resterà a lungo, almeno in Italia, dove 1 persona su 2 ritiene importante occuparsene. Con un inedito picco anche tra le giovani generazioni che, forse per la prima volta nella storia, se ne preoccupano tanto quanto i loro genitori. E ancora, di certo è cambiato in modo irreversibile il concetto stesso di salute: fisica, mentale e relazionale (affettiva e sociale). Un concetto a più dimensioni il cui peso cambia in ragione delle generazioni. È quanto emerge da una ricerca realizzata dalla Luiss (Centro di Ricerca Luiss – X.ITE su Tecnologie e Comportamenti di Mercato) – in collaborazione con Merck Italia e presentata ieri a Roma presso la sede dell’Università in occasione del convegno “Emerging healthcare trends. A closer look across generations”. “È certamente vero che la salute, come la giovinezza, non ha età ma a ben vedere il concetto di salute è cambiato in ragione dell’età – ha sottolineato Michele Costabile Direttore Centro di Ricerca Luiss – X.ITE su Tecnologie e Comportamenti di Mercato – si sono moltiplicati i tipi di salute che ricevono attenzioni e generano ansie, con intensità diverse per le differenti generazioni. Siamo di fronte a un cambiamento esponenziale nelle tecnologie che la filiera dell’healthcare rende disponibili, anche e soprattutto sui mercati di consumo. Comprendere attese, resistenze, timori e speranze di consumatori sempre più differenziati per età (e generazioni) è quindi un passaggio obbligato per fare in modo che il potenziale di innovazione tecnologica si traduca in valore sociale e in maggiore salute e benessere”. La salute è intesa soprattutto come salute fisica (30%) e mentale (24%). Una parte importante riveste il benessere familiare (21%) mentre più contenuto è il ruolo di benessere sociale e professionale (13% e 12%). Una differenza tra le generazioni più anziane e quelle più giovani la ritroviamo però nell’importanza che viene attribuita alle diverse componenti di salute: se per i boomer (60-70 anni) e la generazione X (44-59 anni) salute fisica e familiare vengono messe al primo posto, quando si passa alla generazione Y (28-43 anni) e Z (18-27 anni) il benessere mentale, sociale e professionale sono sicuramente annoverati tra gli aspetti più considerati per sentirsi in buona salute. Differenze generazionali importanti si ritrovano anche nella valutazione del proprio stato di salute. Se per le generazioni più anziane lo stato di salute mentale e sociale è considerato buono, stessa cosa non può dirsi per i più giovani, che invece riportano una migliore salute fisica, eccezione fatta per le conseguenze del Covid. La pandemia ha infatti colpito maggiormente la salute dei giovani: il 35% della generazione Z ha dichiarato che il covid ha influenzato moltissimo la percezione dello stato di salute contro il 22% dei Boomers. In assoluto gli italiani nel post pandemia si dimostrano sempre più attenti alla propria salute. Per la maggior parte degli intervistati la salute è capace di indirizzare le proprie scelte, presenti e future in un’alleanza tra alimentazione equilibrata, sonno e cura di sé, in maggior misura dalle generazioni più anziane rispetto alle più giovani. Se si parla invece di terapia psicologica e pausa dalla tecnologia sono esigenze di salute più frequentemente sentite dalle generazioni più giovani. La pausa dalla tecnologia è una necessità più frequente nella Gen Y (59,5%) con proporzioni analoghe per Gen X e Gen Z, rispettivamente 56,5% e 50%. L’atteggiamento verso la tecnologia varia nelle diverse generazioni e per i diversi tipi di tecnologia. Più della metà degli intervistati esprime un giudizio favorevole sull’utilizzo di cartella clinica elettronica (61%) e dispositivi indossabili (51%), meno frequenti sono invece le opinioni favorevoli sull’uso di telemedicina (45%) e intelligenza artificiale (39%). In genere, le generazioni più anziane tendono ad essere meno pronte all’impiego di nuove tecnologie nella cura della salute. Il gradiente generazionale è più marcato per l’uso dell’intelligenza artificiale (accettato dal 45% dei Gens Z e dal 30% dei Boomers) e dei dispositivi indossabili (58% dei Gens Z e 42% dei Boomers), rispetto a telemedicina (45% dei Gens Z e 40% dei Boomers) e cartella clinica elettronica (65% dei Gens Z e 55% dei Boomers). Punto in comune per tutti è la fonte di informazione per la salute: circa il 75% degli intervistati dichiara di rivolgersi in prima battuta al proprio medico di base o specialista per informazioni riguardo la propria salute. Percentuale che sale fino all’88.3% per i rispondenti più senior (Boomer) e si riduce a circa il 70,8% per le Generazioni Y e Z. La seconda fonte più utilizzata in Italia è Internet, nonostante sia ritenuta molto o estremamente affidabile solo dal 16,7% del campione. Solo la generazione dei Boomer sembra favorire il farmacista alla ricerca di informazioni online. Rispetto alle valutazioni di affidabilità delle fonti le generazioni sono concordi nel ritenere il farmacista molto o estremamente affidabile, secondo solo al medico di base o specialista. Al contrario, Internet è ritenuto poco o per niente affidabile dal 40,3% degli intervistati. Questa percentuale aumenta per la generazione di boomer (49,1%), e si riduce progressivamente fino alla Gen Z (35.7%). Solo Gen Z, invece, dichiara di utilizzare Chat GPT (5.7%) più dei mezzi tradizionali come radio e televisione (4.6%). A fidarsi di più delle risposte da parte dell’AI Generativa la Gen Y (15.8%), la Gen Z (14%), la Gen X (11.4%) e infine i Boomer (5.4%). I social media, infine, sono la fonte di informazione ritenuta meno affidabile da tutti i rispondenti (65%). Un punto di forza della ricerca è stata l’analisi della generazione Alpha, quella dei nati a partire dal 2010, la cui percezione sul tema salute non era stata precedentemente approfondita dalle analisi condotte sul territorio nazionale. Secondo i genitori della generazione Alpha (6% Gen Z, 45,2% Gen Y, 45,7% Gen X, 3,1% Boomer), la loro salute comprende innanzi tutto la componente fisica, seguita dalla salute mentale, il benessere familiare e sociale, ed infine dal successo scolastico. Gen X e Boomers attribuiscono un peso molto più simile a salute fisica e mentale quando fanno riferimento ai propri figli che non quando rispondono per sé stessi. Il 33,6% dei genitori della Gen Alpha ritiene che la pandemia abbia influenzato molto la percezione di salute del figlio e l’integrazione di intelligenza artificiale, telemedicina, dispositivi indossabili e cartella clinica elettronica per i propri figli è vista più favorevolmente che per sé stessi. 

Draghi: proporrò alla Ue il cambio radicale di cui abbiamo bisogno

Draghi: proporrò alla Ue il cambio radicale di cui abbiamo bisognoBruxelles, 16 apr. (askanews) – “La nostra risposta” alle sfide della competitività economica internazionale “è stata limitata perché la nostra organizzazione, il nostro processo decisionale e i nostri finanziamenti sono progettati per ‘il mondo di ieri’: pre-Covid, pre-Ucraina, pre-conflagrazione in Medio Oriente, prima del ritorno della rivalità tra grandi potenze. Ma abbiamo bisogno di un’Ue adatta al mondo di oggi e di domani. E quindi quello che propongo nella relazione che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare è un cambiamento radicale, perché è ciò di cui abbiamo bisogno”.


Lo ha sottolineato oggi a La Hulpe, vicino a Bruxelles, l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce Mario Draghi, durante un intervento alla Conferenza di alto livello sul “Pilastro europeo dei diritti sociali” organizzata dalla presidenza belga di turnoádel Consiglio Ue. Draghi ha presentato a grandi linee la “filosofia della progettazione” del su rapporto sulla competitività europea, che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen gli ha chiesto di elaborare, e che presenterà al Consiglio europeo subito dopo le elezioni di giugno. “Ripristinare la nostra competitività non è qualcosa che possiamo raggiungere da soli, o battendoci gli uni contro gli altri, ma dovremo agire come Unione europea in un modo mai fatto prima. I nostri rivali – ha rilevato ancora Draghi – sono avanti a noi perché possono agire come un unico paese con un’unica strategia, dietro cui allineare tutti gli strumenti e le politiche necessarie. Se vogliamo raggiungerli, avremo bisogno di un rinnovato partenariato tra gli Stati membri, di una ridefinizione della nostra Unione – ha concluso – che non sia meno ambiziosa di quella che fecero i Padri fondatori 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio”.

Ue, Zaia: agricoltari da idoli a inquinatori. È sbagliato

Ue, Zaia: agricoltari da idoli a inquinatori. È sbagliatoRoma, 16 apr. (askanews) – “È un’Europa che non è attenta al fatto che a mio avviso è giusto occuparsi di sostenibilità, di transizione green e di tutto quello che ne consegue, però varrebbe la pena di ricordare che gli agricoltori sono passati da una percezione di essere degli idoli del territorio a oggi essere sempre più attaccati perché sono ritenuti nella comunicazione in generale dei grandi inquinatori”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, in collegamento dal Vinitaly di Verona, ha risposto questa mattina a ReStart, il programma di Rai3 condotto da Annalisa Bruchi, a una domanda sul rapporto tra il mondo agricolo e le nuove leggi del settore volute dall’Ue.


“La verità è che, le faccio il mio esempio, dove ho gli agricoltori in Veneto ho comunque dei territori salvaguardati, dove non ce li ho ho le aree abbandonate e 11mila frane. L’Europa vive di una contraddizione al suo interno: c’è una parte di Europa, che è quella mediterranea, che ha un’agricoltura assolutamente solida e vera, che è quella ad esempio dell’Italia dei 4.500 prodotti tipici. E poi c’è una parte d’Europa che l’agricoltura, più a nord si va, se la deve anche inventare, perché di prodotti non ce ne sono. Gli agricoltori sono sicuramente una dimensione produttiva, sicuramente una dimensione paesaggistica, ma sono altrettanto una dimensione di tutela dell’ambiente e sono una grande dimensione identitaria. Di questo dobbiamo avere coscienza perché la nostra forza è l’identità. Il Made in Italy è identità”, ha detto.

Lollobrigida: mondo vino funziona meglio con visione delle donne

Lollobrigida: mondo vino funziona meglio con visione delle donneRoma, 16 apr. (askanews) – “Le donne premiate oggi rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel settore vitivinicolo. Attraverso una visione legata alla qualità dei prodotti, ma anche a quelli di un lavoro appassionato fatto di sogni e sfide personali, portano avanti con successo aziende che producono valore”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, durante la consegna dei premi di “Eccellenza Italiana Forbes 2024”, tenutasi questa mattina presso lo stand Masaf al Vinitaly.


I premi sono andati a Francesca Moretti, vicepresidente holding Terra Moretti ed enologo di Bellavista, Terra Moretti holding di Bellavista, Sella & Mosca, Contadi Castaldi, Petra, Acquagiusta e Teruzzi, Albiera Antinori, presidente della Marchesi Antinori, Dominga Cotarella, amministratore delegato di famiglia Cotarella. Marina Cvetic Masciarelli, ceo e presidente di tenute Masciarelli., Federica Boffa, quinta generazione e proprietaria della Pio Cesare; José Rallo, amministratore delegato di Donnafugata e Carlotta Fittipaldi Menarini, direttore commerciale di donne Fittipaldi. “Senza il vino e l’arte della viticoltura – ha aggiunto Lollobrigida – l’Italia non sarebbe così bella. Il mondo del vino funziona meglio con il contributo delle donne, esempio per le nuove generazioni di come si possa guardare al futuro trasmettendo identità, cultura e tradizione”.

Draghi: proporrò all’Ue il cambio radicale di cui abbiamo bisogno

Draghi: proporrò all’Ue il cambio radicale di cui abbiamo bisognoBruxelles, 16 apr. (askanews) – “La nostra risposta” alle sfide della competitività economica internazionale “è stata limitata perché la nostra organizzazione, il nostro processo decisionale e i nostri finanziamenti sono progettati per ‘il mondo di ieri’: pre-Covid, pre-Ucraina, pre-conflagrazione in Medio Oriente, prima del ritorno della rivalità tra grandi potenze. Ma abbiamo bisogno di un’Ue adatta al mondo di oggi e di domani. E quindi quello che propongo nella relazione che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare è un cambiamento radicale, perché è ciò di cui abbiamo bisogno”.


Lo ha sottolineato oggi a La Hulpe, vicino a Bruxelles, l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce Mario Draghi, durante un intervento alla Conferenza di alto livello sul “Pilastro europeo dei diritti sociali” organizzata dalla presidenza belga di turno del Consiglio Ue. Draghi ha presentato a grandi linee la “filosofia della progettazione” del su rapporto sulla competitività europea, che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen gli ha chiesto di elaborare, e che presenterà al Consiglio europeo subito dopo le elezioni di giugno. “Ripristinare la nostra competitività non è qualcosa che possiamo raggiungere da soli, o battendoci gli uni contro gli altri, ma dovremo agire come Unione europea in un modo mai fatto prima. I nostri rivali – ha rilevato ancora Draghi – sono avanti a noi perché possono agire come un unico paese con un’unica strategia, dietro cui allineare tutti gli strumenti e le politiche necessarie. Se vogliamo raggiungerli, avremo bisogno di un rinnovato partenariato tra gli Stati membri, di una ridefinizione della nostra Unione – ha concluso – che non sia meno ambiziosa di quella che fecero i Padri fondatori 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio”.