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Autore: Redazione StudioNews

La Fondazione Francesca Rava partecipa al MIA Photo Fair

La Fondazione Francesca Rava partecipa al MIA Photo FairMilano, 9 apr. (askanews) – La Fondazione Francesca Rava – NPH Italia ETS, che dal 2000 aiuta l’infanzia e l’adolescenza in condizioni di disagio, le donne fragili in Italia, in Haiti e nel mondo, partecipa alla XIII edizione del MIA Photo Fair (11-14 aprile – Allianz Mico Milano) in qualità charity partner e presenta “ANOTHER WORLD_Triple Layer Art”, progetto creativo di Marco Salom, a cura di Clelia Patella e realizzato con la Galleria Votto.


Le opere in mostra sostengono Ci prendiamo cura di te, progetto della Fondazione Francesca Rava in risposta alla povertà sanitaria e di assistenza alla salute, anche mentale, di bambini, adolescenti e donne in Italia. Marco Salom è un regista, visual artist, fotografo e compositore italiano. In 30 anni di carriera trascorsa tra Milano, Roma e Los Angeles, ha prodotto e diretto innumerevoli music video e docu-film con i più grandi artisti: Ligabue, Elisa, Skin, Jovanotti, solo per citarne alcuni. Ha collaborato anche con molti artisti del panorama cinematografico tra i quali: Luca Argentero, Claudia Gerini, Carolina Crescentini e Sylvester Stallone.


Nel 2021, dirige e realizza l’opera visiva esposta al Padiglione Italia di Expo Dubai, per tutta la sua durata. Una installazione immersiva di suoni e immagini, su uno schermo lungo 27 metri, ispirata al tema della bellezza. Nella sua molteplice esperienza fatta di discipline e ambizioni differenti, ha sviluppato un proprio nuovo orizzonte, con uno stile che sovrappone arte digitale e tradizionale e che lo rende riconoscibile e unico nel suo genere.


Marco Salom è un esploratore creativo e ANOTHER WORLD_Triple Layer Art è la scoperta di un mondo nuovo, un futuro raggiungibile, magari con un viaggio interplanetario, dove esseri umani e natura possono finalmente vivere in una perfetta simbiosi. Storico volontario della Fondazione Francesca Rava sin dal 2010 ha effettuato 4 missioni in Haiti, realizzando a sostegno della Fondazione, il documentario “HAITI”, programmato nei maggiori festival cinematografici, tre videoclip musicali e molteplici spot televisivi. L’impegno contro le sofferenze, le disuguaglianze, il supporto alle popolazioni oppresse, sono valori fondamentali a cui si ispirano tutti i progetti della Fondazione Francesca Rava e che si armonizzano naturalmente con il concept di Another World.


ANOTHER WORLD_Triple Layer Art È un mondo ideale dove la natura dialoga e si integra con gli esseri umani, in perfetta simbiosi. I principali soggetti sono figure femminili, bellissime. Donne forti, che hanno superato grandi ostacoli, e ne portano fiere i metaforici segni sulla pelle. L’arte fotografica si fonde con la visionarietà della post-produzione digitale anche attraverso la AI e con l’arte pittorica. Pennellate di colore e suggestivi punti luce, creati con acrilici e oro 24k, si alternano in delicato risalto sulle opere. Una tecnica esclusiva che l’artista ha denominato triple layer art. Nel profondo tessuto della società contemporanea, dove le crepe dell’esistenza umana si manifestano sotto infinite forme, l’arte emerge come un balsamo, non solo per curare ma per trasformare. Le opere presentate in questa mostra colgono l’essenza di un viaggio metaforico e trasformativo, dove il difficile percorso del dolore e della fragilità trova una riparazione simbolica nella bellezza e nella resilienza dell’oro, così come la suggestiva tecnica Kintsugi ripara con eleganza ciò che apparentemente è perduto. Marco Salom tesse nelle sue opere un legame indissolubile tra l’arte e l’impegno sociale e lo dedica all’impegno della Fondazione Francesca Rava sempre in prima linea per i più fragili. Ci prendiamo cura di te È un progetto in risposta alla povertà sanitaria e di assistenza alla salute, anche mentale, di bambini, adolescenti e donne in Italia. Secondo i dati Istat, nel 2021, i minori in povertà assoluta sono quasi 1 milione e 400 mila (pari al 14,2%). Ci prendiamo cura di te è un progetto volto a intercettare e prevenire il disagio sociale, economico e sanitario dei bambini, ragazzi e delle donne accolti in strutture con cui la Fondazione Francesca Rava collabora sul territorio italiano, aiutandoli ad accedere a visite mediche specialistiche non coperte dal SSN o con lunghe liste d’attesa. Il progetto prevede, inoltre, incontri di formazione per gli educatori delle strutture che accolgono i minori e la realizzazione di laboratori e attività educative e sanitarie, con l’obiettivo di prevenire/combattere questo disagio.

Esplosione Suviana, Mattarella: fare piena luce su incidente

Esplosione Suviana, Mattarella: fare piena luce su incidenteRoma, 9 apr. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è messo in contatto con il presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini dal quale ha assunto informazioni sulla tragedia avvenuta nella centrale elettrica del Lago di Suviana. Nel corso della telefonata il Presidente Mattarella ha espresso “il suo cordoglio per gli operai deceduti e solidarietà ai feriti, alle famiglie e ai colleghi di lavoro delle vittime, auspicando che sia fatta piena luce sulla dinamica dell’incidente”. Lo rende noto il Quirinale.

Nato, i 75 anni a Napoli nel segno della difesa e deterrenza

Nato, i 75 anni a Napoli nel segno della difesa e deterrenzaNapoli, 9 apr. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Un traguardo importante festeggiato nel segno della difesa e della deterrenza: i 75 anni della Nato dal mare di Napoli hanno i colori di una giornata di sole a bordo della Mount Whitney, nave ammiraglia della Sesta Flotta degli Stati Uniti di stanza nel Mar Mediterraneo. L’attualità globale spinge a pensare a tempi sempre più cupi, ma i festeggiamenti Nato parlano di una Alleanza a 32 Paesi coesa, unita e forse mai come oggi necessaria. A fronte della retorica aggressiva del Cremlino che proprio nella data esatta dell’anniversario Nato ha parlato di “confronto diretto” con l’Alleanza. Ma che cosa sta cercando Mosca? “Penso che in gran parte si tratti di retorica, ed è destinata principalmente al pubblico interno russo” risponde Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato. “Non ci sono indicazioni che la Russia attaccherà la Nato nel prossimo futuro, e quindi non credo che dovremmo preoccuparci di questo. Ma la Russia è la principale minaccia per la NATO, come concordato dalle nazioni a Madrid nel 2022. E lo è ancora, ed è stato il risultato, ovviamente, di una serie di azioni a partire dalla Georgia nel 2008”.


Ma ovviamente “il colpo finale” come lo chiama Bauer “all’idea che la Russia non fosse più un partner ma fosse in realtà una minaccia” è arrivata il 24 febbraio 2022, con “l’invasione totale dell’Ucraina. Non penso che vedremo uno scontro con la NATO nel breve termine. Ma la Russia è la nostra principale minaccia, e quindi dobbiamo essere pronti a contrastarla, a scoraggiarla ed essere in grado di difenderci da essa”. E in questa prospettiva si colloca “un’esercitazione come Steadfast Defender: 90.000 soldati pronti a difendere ogni centimetro del nostro territorio. Ciò dimostra che siamo in grado di portare rinforzi, attraverso l’Oceano Atlantico verso l’Europa, e poi attraverso l’Europa fino al luogo in cui devono essere”, aggiunge Bauer. Nel suo messaggio per i 75 anni della Nato l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America Jack Markell aveva detto che “l’Italia è stata un alleato fondamentale sin dalla fondazione”. Ma quale può essere il contributo dell’Italia? “In primo luogo – risponde ad askanews Markel presente a bordo della Mount Whitney – la NATO è semplicemente un’alleanza straordinariamente forte e lo è da 75 anni. E l’Italia è un Paese membro davvero importante: gli Stati Uniti con l’Italia, con tutti i membri della NATO, lavorano su una serie di questioni importanti”, dice. “La leadership italiana in Kosovo, in Libano e altrove è stata molto, molto forte e siamo davvero grati per questa partnership”. E il ruolo nella missione nel Mar Rosso? “L’Italia ha assunto anche quell’importante ruolo di leadership nel Mar Rosso. Quindi, ancora e ancora, l’Italia continua a farsi avanti nei confronti dei partner della NATO, e questo è esattamente ciò che l’Alleanza richiede”.


Dello stesso parere è Sir Keith Edward Blount, ammiraglio e vice Comandante Supremo Alleato in Europa: “Nei momenti più tranquilli o in quelli sempre più aggressivi, siete una nazione militare molto forte, con una lunga storia all’interno dell’Alleanza. Nel mio precedente lavoro come comandante marittimo della NATO, e in effetti in questo lavoro, ho lavorato a stretto contatto con la Marina italiana. Quindi le vostre forze marittime godono di una reputazione straordinaria, ma è molto, molto più ampia di quella. I vostri impegni in Kosovo, ad esempio, fino alla Lettonia con le forze terrestri avanzate, fanno sì che abbiate altri quartier generali qui, oltre al JFC Naples. Siete onnipresenti e ve ne siamo molto grati”. Blount fa anche notare che nel complesso la superiorità marittima della Nato è di gran lunga superiore alla Russia. “Vorrei anche sottolineare il successo che gli ucraini hanno avuto nel contrastare le forze marittime russe nel Mar Nero. Molto, molto riuscito e molto impressionante”, dice.


E l’Ucraina è il monito costante nel guardare al presente ma anche al futuro. A fare gli onori di casa in queste celebrazioni – che ieri hanno visto anche un concerto al San Carlo – era ovviamente l’ammiraglio Stuart B. Munsch, Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli e Comandante delle Forze Navali USA in Europa e Africa. “La guerra è l’inferno” ha detto il numero uno della Jfc Naples parlando all’interno del teatro. “La guerra è l’inferno” ha ripetuto, sottolineando come la Nato sia un’organizzazione votata all’azione e destinata a difendere ogni centimetro del proprio territorio alleato. E i valori “fondamentali” assicura Munsch, “non cambieranno”.

Cdm: europee 8-9 giugno, election day con amministrative

Cdm: europee 8-9 giugno, election day con amministrativeRoma, 9 apr. (askanews) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, ha individuato nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 giugno 2024 le date per lo svolgimento delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Il Governo proporrà pertanto tale data al Presidente della Repubblica, che indirà con proprio decreto i comizi elettorali. E’ quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.


Inoltre, il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha svolto una informativa sull’assegnazione del numero dei seggi alle circoscrizioni per le stesse elezioni e sulla data delle elezioni amministrative. I 76 seggi italiani saranno così suddivisi tra le cinque circoscrizioni elettorali, sulla base del censimento riportato nel d.P.R. 20 gennaio 2023, recante il dato della popolazione al 31 dicembre 2021: 20 seggi alla circoscrizione I (Nord-Ovest); 15 seggi alla circoscrizione II (Nord-Est); 15 seggi alla circoscrizione III (Italia centrale); 18 seggi alla circoscrizione IV (Italia meridionale); 8 seggi alla circoscrizione V (Italia insulare).


In abbinamento alle consultazioni europee, il Ministro Piantedosi ha indetto, con proprio decreto, le elezioni amministrative per sabato 8 e domenica 9 giugno 2024. La scelta delle date è vincolata dalle norme del cosiddetto ‘election-day’ (decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98). Inoltre, ai sensi dell’articolo 25, quarto comma, della legge 24 gennaio 1979, n. 18, il Consiglio dei ministri ha deliberato di autorizzare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani a emanare il comunicato che attesta il raggiungimento delle intese con ciascuno Stato membro dell’Unione Europea atte a garantire le condizioni necessarie all’esercizio del voto degli italiani residenti negli altri Stati membri. Sull’atto del Governo n. 127, recante: “Intese raggiunte dal Governo italiano con i Paesi membri dell’Unione europea, per garantire le condizioni necessarie per l’esercizio del voto degli italiani residenti nei Paesi membri dell’Unione europea nelle elezioni per il Parlamento europeo”, sono stati acquisiti i pareri favorevoli delle competenti Commissioni parlamentari.

Genitore 1 e 2 in carta di identità, Governo fa ricorso

Genitore 1 e 2 in carta di identità, Governo fa ricorsoRoma, 9 apr. (askanews) – “Il Consiglio dei ministri, alla luce di una informativa svolta dal Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha deliberato di conferire mandato all’Avvocatura dello Stato ai fini del ricorso in Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 24 gennaio 2024, relativa alle modalità di emissione e alle caratteristiche della carta d’identità elettronica (CIE), disciplinate dal decreto interministeriale 23 dicembre 2015 e successive modifiche, il quale prevede, per i genitori dei minori, la definizione di ‘padre’ e ‘madre’. E’ quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.


La Corte di Appello di Roma aveva approvato la dicitura ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ sulle carte di identità elettroniche delle persone minorenni.

Ue, Patto migranti, botta e risposta Ppe-Pd sul voto di domani

Ue, Patto migranti, botta e risposta Ppe-Pd sul voto di domaniBruxelles, 9 apr. (askanews) – Botta e risposta con toni duri tra il presidente del Ppe, Manfred Weber, e il capo delegazione del Pd, Brando Benifei, sul Patto Ue immigrazione asilo, che verrà votato dalla plenaria del Parlamento europeo domani a Bruxelles.


Con una presa di posizione inusuale, Weber ha diramato questo pomeriggio un comunicato stampa in italiano, rivolto direttamente al Pd, in cui afferma testualmente: “I socialdemocratici italiani non devono sottrarsi alle loro responsabilità. L’Italia è il paese più colpito” dalle crisi migratorie. “Se il patto migratorio fallisse, causerebbe danni enormi all’Europa e in particolare all’Italia. Questo non deve accadere”. “Il voto sul pacchetto dell’Ue sull’asilo e la migrazione è uno dei più importanti di questa legislatura”, e “i cittadini europei si aspettano che i politici forniscano risposte a questa grande sfida. Dopo anni di dibattiti angoscianti, ora sono necessarie soluzioni”.


“Abbiamo bisogno – sottolinea il presidente del Ppe – di una procedura ordinata per ridurre l’immigrazione, di controlli rigorosi alle frontiere esterne dell’Unione europea, e di lotta contro l’immigrazione clandestina, contro il modello imprenditoriale dei trafficanti e della criminalità organizzata” “Il voto di domani – conclude Weber – deciderà se il Pd continuerà a essere un partito europeista”.


La risposta di Benifei non si è fatta attendere: “Il Partito Democratico non si fa dare lezioni di europeismo dal Presidente del Ppe, Manfred Weber, che lavora sistematicamente da mesi per smantellare il Green Deal europeo, o per annacquare le proposte di riforma per superare il diritto di veto” nelle decisioni di politica estera del Consiglio Ue, “dimostrando di essere completamente asservito alla destra ultra nazionalista”, ha scritto il capo delegazione del Pd al Parlamento europeo in una nota stampa, sempre nel pomeriggio. “Il Ppe vuole trasformare la politica europea in materia di asilo e migrazione in una pura questione di sicurezza, usare i fondi europei per costruire muri e recinzioni alle frontiere dell’Unione e per l’esternalizzazione secondo il ‘modello Ruanda’”, aggiunge Benifei, con riferimento al tentativo del Regno Unito di subappaltare al Paese africano la gestione dei richiedenti asilo che arrivano irregolarmente sul loro territorio, che somiglia molto a un punto sostenuto dal Ppe nel suo “Manifesto” per le elezioni europee.


“La questione – ricorda il capo delegazione del Pd – è ovviamente complessa, e i gruppi parlamentari europei si divideranno perché c’è chi pensa legittimamente che questo compromesso sia meglio di nessun compromesso; ma per noi, da italiani del Pd, è davvero troppo poco, e per questo voteremo contro”, ha annunciato. “Il Patto sulle migrazioni che esce dall’accordo fatto col Consiglio Ue, infatti – spiega Benifei -, danneggia l’Italia, perché vuole trasformare il nostro paese in un Cpr (un Centro di permanenza per i rimpatri, le strutture di trattenimento per i migranti irregolari, ndr) all’aria aperta”, e “spinge verso i paesi terzi la gestione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, invece che promuovere un’autentica ripartizione delle responsabilità” tra i diversi Stati membri dell’Ue. “Per noi i diritti umani e la solidarietà europea sono fondamentali; non avalliamo un accordo che lascia troppo sola l’Italia e non è sufficientemente solido sui diritti delle persone più fragili”, conclude il capo delegazione del Pd. Il “Patto migratorio” consiste di dieci diversi testi legislativi (sette proposti dalla Commissione il 23 settembre 2020, e tre ripresi da proposte del 2016 rimaste a lungo bloccate in Consiglio Ue), che verranno votati dalla plenaria in rapida successione nel pomeriggio di domani, a partire dalle 17, dopo un dibattito in aula a partire dalle 12.30. I dieci testi sono stati negoziati in una logica di pacchetto, prima tra i diversi gruppi europarlamentari e poi tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. Ma domani potrebbe benissimo succedere che il voto dell’aula non approvi tutti i testi, “spacchettando” così il Patto. Almeno due proposte di regolamento rischiano di essere bocciate, secondo diverse fonti del Parlamento europeo: il regolamento sulle Procedure per l’Asilo (“Asylum Procedure Regulation”) e quello riguardante le “situazioni di crisi e di forza maggiore” nel campo migratorio. Il voto contrario del Pd (16 eurodeputati), annunciato da Benifei, potrebbe in realtà non riguardare tutti i testi del Patto migratorio. A quanto si apprende a Bruxelles, infatti, su almeno un regolamento, quello sulla gestione dell’Asilo e della migrazione (Ramm), il giudizio degli eurodeputati democratici è piuttosto positivo. Il regolamento Ramm prevede un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri con un numero annuale di almeno 30.000 migranti irregolari redistribuiti in paesi diversi da quelli di primo arrivo; questi “ricollocamenti” saranno sotto il controllo di un coordinatore per l’Ue, una figura che non esisteva finora. Inoltre, ci saranno garanzie rafforzate per i minori non accompagnati, ed è previsto che tutte le persone con familiari sottoposti a protezione internazionale in uno Stato membro potranno ricongiungersi a loro, ovunque si trovino nell’Ue (in deroga dal controverso principio del “paese di primo arrivo” del Regolamento di Dublino). La delegazione del Pd, inoltre, dovrebbe votare a favore di altri tre testi legislativi, basati su vecchie proposte del 2016 che sono state aggiornate e inserite nel pacchetto: innanzitutto la “direttiva accoglienza”, che stabilisce le norme relative alle condizioni che devono essere assicurate negli Stati membri ai richiedenti la protezione internazionale per quanto riguarda alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, accesso alle misure di integrazione, al mercato del lavoro e alla libertà di circolazione. La direttiva fissa anche le regole per mantenere in stato di detenzione i richiedenti asilo durante l’esame della domanda. Gli altri due testi a cui il Pd non dovrebbe opporsi sono il regolamento sui “Reinsediamenti” (ammissione umanitaria e volontaria negli Stati membri di persone, provenienti da paesi terzi, con diritto alla protezione internazionale); e il regolamento sull’attribuzione delle qualifiche di rifugiati e di beneficiari della protezione internazionale o sussidiaria, sul loro status uniforme e sul contenuto della protezione riconosciuta.

Scuola, M5s: in Lombardia destra spaccata da mozione su Pioltello

Scuola, M5s: in Lombardia destra spaccata da mozione su PioltelloMilano, 9 apr. (askanews) – La maggioranza di centrodestra nel Consiglio regionale della Lombardia “perde i colpi e non vota compatta la mozione 142, ‘Misure a sostegno della continuità scolastica’ a firma di Caparini. La mozione della Lega era pretestuosa e strumentale e puntava a negare una società fondata sull’inclusione, sull’interazione tra culture e sul confronto tra religioni”. Lo ha scritto sui social il capogruppo del M5s al Pirellone, Nicola Di Marco, con riferimento alle vicenda della scuola di Piioltello, nel Milanese.


“Hanno parlato di tradizione ed è arrivato Giuda a tradire perché alle loro ideologie non ci credono nemmeno loro! Ancora una volta si spaccano sui temi fondamentali come diritti e scuola. Come sempre gli atti politici della maggioranza nascondono bieche ideologie e negazioni culturali e inclusive come quella della Lega di negare agli stranieri la possibilità di vivere pacificamente un momento di festa delegittimando la libera, e legittima scelta, di una scuola, come quella di Pioltello. Ancora una volta questa maggioranza si occupa delle scuole e di punire le minoranze ma alla fine punisce sé stessa” ha aggiunto.

Vino, “Vermentino Grand Prix”: ecco la ‘top ten’ che sarà a Vinitaly

Vino, “Vermentino Grand Prix”: ecco la ‘top ten’ che sarà a VinitalyMilano, 9 apr. (askanews) – “Prelius 2023” di Castelprile, “Melacce 2023” di Collemassari, “Chicca 2022” di Guido F. Fendi, “Cirene 2023” di Podere Cirene, “Lépido 2023” di Podere Poggio Bestiale, “Unné 2020” di Poggio Levante, “Campo Maccione 2023” di Rocca delle Macie, “Upupa 2022” di Tenute Bruni, “Marmato 2023” di Terre dell’Etruria, e “Cobalto 2021 Vermentino Superiore” di Val delle Rose. Questa la “top ten” (in ordine alfabetico per Cantina) della quinta edizione del “Vermentino Grand Prix”, l’evento organizzato l’8 aprile a Castiglione della Pescaia (Grosseto) dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana per celebrare il Vermentino, uno dei vitigni più rappresentativi della regione.


“Come sappiamo oltre il 30% dei vini della Doc Maremma Toscana sono ottenuti con il vitigno Vermentino, in larghissima parte presentato in purezza, il che fa della Maremma l’enclave più importante della regione per la produzione di vini bianchi” ricorda Francesco Mazzei, alla guida del Consorzio da quasi sei anni e da sempre convinto che questo vitigno sia uno dei più importanti marcatori della Denominazione. “Il Vermentino è un vitigno di mare che in Maremma trova il suo habitat naturale, con personalità espressive diverse in funzione del terreno, dell’altitudine e della distanza dalla costa” aggiunge Mazzei, sottolineando “di credere fortemente che possa aspirare al confronto con i grandi vini bianchi e rossi del mondo grazie alla sua personalità complessa”. Come nelle scorse edizioni, i vini, tutti Maremma Toscana DOC Vermentino, avevano una presenza minima del vitigno all’85%, in maggior parte ottenuti in purezza e solo in pochi casi con aggiunta di altre varietà come Viognier, Sauvignon o Trebbiano. La Giuria era composta da rappresentanti di ristoranti stellati della Maremma, titolari di enoteche, delegati di associazioni e tecnici del settore, tra cui Mario Bonamici, che organizza il Concorso internazionale e quello nazionale del Vermentino a Cagliari. I vini da esaminare sono stati 73, quindi in aumento rispetto all’edizione 2023 quando furono 60 e, di questi, oltre la metà provenivano dall’annata 2023, circa il 35% erano dell’annata 2022, e un 10% rappresentavano vini del 2019, 2020 e 2021. Presenti anche tipologie più particolari come quelle elaborate in ovetto, in cemento, anfora, cocciopesto oppure, seppur minoritarie, in legno, e vini della nuova menzione “Superiore”. La “top ten” 2024 ha rispecchiato la distribuzione dei campioni esaminati, con sei vermentini su dieci provenienti dall’annata più recente e gli altri quattro dalle annate 2022, 2021 e 2020, e uno di questi con la menzione Superiore.


“Il Vermentino si conferma certamente un vitigno di grande carattere e in continua crescita sul nostro territorio tanto che in Maremma si trovano il 50% degli ettari coltivati in Toscana con questa varietà” spiega il direttore del Consorzio, Luca Pollini, evidenziando che “degli oltre 970 ettari presenti sul nostro territorio, quasi il 60% ha meno di 13 anni e oltre il 40% non arriva a otto anni, quindi si tratta di impianti relativamente giovani. Una varietà affascinante non solo nella sua versione giovane e fresca – conclude – ma anche nella sua evoluzione più complessa dove ha rilevato un’ottima struttura e longevità”. La “top ten” selezionata durante il Vermentino Grand Prix 2024 sarà per la prima volta in degustazione in occasione della 56esima edizione di Vinitaly, allo Stand del Consorzio (padiglione 9, stand B16). Assieme ai vini vincitori, al banco consortile ci saranno 76 vini di 41 diverse aziende per offrire una panoramica della Denominazione. In particolare, si potranno conoscere i bianchi, a partire dai numerosi Vermentino e Vermentino Superiore all’Ansonica fino al Trebbiano e agli internazionali Chardonnay e Sauvignon. Ci saranno anche i rosati a base Sangiovese e i rossi, cominciando con gli autoctoni Ciliegiolo, Alicante e Sangiovese, ai blend in stile Supertuscan fino agli internazionali Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot, in purezza o in taglio bordolese.


Presenti inoltre, con una propria postazione, una collettiva di produttori di sette aziende: Fattoria Il Casalone, Giovanni Valentini, La Chimera d’Albegna, La Cura, Le Lupinaie, Valdonica e Castello di Monastero. Foto di Marco Marroni

Vino, una famiglia e tre aziende: nasce il marchio Marilisa Allegrini

Vino, una famiglia e tre aziende: nasce il marchio Marilisa AllegriniMilano, 9 apr. (askanews) – Villa Della Torre a Fumane (Verona), Poggio Al Tesoro a Bolgheri (Livorno), San Polo a Montalcino (Siena): tre Cantine, anzi Tenute, in tre dei territori più vocati e più famosi (e anche tra i più suggestivi) del vino italiano, che da oggi sono rappresentate da un unico, nuovo, marchio: “Marilisa Allegrini”, caratteri d’oro su un bel blu profondo. Quarantatre anni passati a fare grande, insieme con i suoi due fratelli oggi scomparsiqa, l’azienda che fu di suo padre, fino a qualche mese fa quando i suoi nipoti hanno acquisito la maggioranza delle quote.


“Quando mio papà mi propose di entrare in azienda io gli dissi che non ci pensavo nemmeno e lui ci rimase malissimo, poi lo feci nel 1981 e nel 1983 ne sono diventata il Ceo di fatto e ho portato il fatturato da 200 milioni di lire agli oltre 30 milioni di euro del 2023” ricorda la 70enne imprenditrice veronese, che della Cantina di Fumane diventata uno dei simboli dell’Amarone nel mondo, è stata l’anima e il volto soprattutto sui mercati internazionali. Glielo ha riconosciuto la rivista statunitense “Wine Spectator” nel 2017 dedicandole la copertina (prima donna italiana), e lo ha sancito tre anni più tardi Sergio Mattarella nominandola Cavaliere del Lavoro. Insomma il brand c’era già, così come le tre magnifiche Tenute volute, cercate e acquisite tra il 2001 e il 2022 con i loro 105 ettari di vigneti complessivi: la dimora cinquecentesca veronese con 15 ettari in Valpolicella e 10 in Lugana oggi eletta ad headquarter del Gruppo, la proprietà bolgherese di cento ettari, di cui 64 vitati, e quella a Pedernovi sulla collina di San Polo, 22 ettari complessivi e 16 vitati, otto dei quali riservati al Brunello. Un dialogo tra territori e tradizioni diverse, per raccontare al mondo il patrimonio vinicolo e culturale italiano: “Farlo insieme alle mie figlie, con il loro sguardo rivolto al futuro e la loro energia, è un sogno che si avvera” afferma commossa ma orgogliosa Marilisa Allegrini che, chiuso un capitolo, ne riapre immediatamente un altro. Nuovo e forse ancora più “intimo”, proprio perché da scrivere insieme con le figlie Carlotta, 32 anni, Caterina di 35 e il loro papà, Giancarlo Mastella. Lei presidente, gli altri vicepresidenti (nonché brand ambassador Carlotta, e direttrice marketing e comunicazione Caterina) così da far fuori fin da subito anche il delicato tema del passaggio generazionale.


Come sempre Marilisa Allegrini ha le idee chiarissime e alla presentazione a Milano della nuova realtà, annuncia l’intenzione di raddoppiare il fatturato nei prossimi cinque anni, arrivando nel 2028 a 20 milioni di euro. Obiettivo da raggiungere alzando il posizionamento delle referenze toscane, portando la produzione a 850mila bottiglie (550mila di Poggio al Tesoro, 250mila di San Polo e 200mila, dalle attuali 40mila, di Villa della Torre) grazie a nuovi ettari di vigneto da mettere in produzione e ad altri da acquisire, a nuovi Cru, e sviluppando anche in Toscana un’hospitality di lusso sul modello di quando già avviene a Villa della Torre. Il nuovo marchio corporate è stato disegnato da NSG Design e sarà sulle etichette dei vini Villa Della Torre a partire da Amarone 2020, Valpolicella 2021 e Lugana 2022. La firma di Marilisa Allegrini, già presente sulle bottiglie di Poggio Al Tesoro, caratterizzerà anche quelle di San Polo. Per sottolineare l’unicità di ogni singola Cantina è stata confermata la squadra di tre enologi: Tobia Cenzato per Villa Della Torre, Riccardo Fratton per San Polo e Christian Coco per Poggio Al Tesoro, con gli ultimi due supportati da Luca D’Attoma. La distribuzione italiana dei vini di Villa Della Torre rimarrà in carico a Pellegrini Distribuzione, mentre quella dei vini toscani verrà gestita internamente. Per l’estero, attualmente rappresentato da 62 Paesi e dove il Gruppo vuole ampliare la propria presenza, è stata siglata un’alleanza con Edoardo Freddi International.


Il gruppo Marilisa Allegrini farà il suo debutto ufficiale alla 56esima edizione di Vinitaly (padiglione 9, area C10) in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile.

E’ morto Paolo Pininfarina, presidente del gruppo

E’ morto Paolo Pininfarina, presidente del gruppoMilano, 9 apr. (askanews) – Il presidente del gruppo Pininfarina, Paolo Pininfarina, si è spento a Torino all’età di 65 anni. Fino all’ultimo gli sono stati vicini la moglie Ilaria, i suoi cinque figli Greta, Giovanni, Iole, Tullio e Giulia e la madre Giorgia Gianolio. Sedici anni fa la morte del fratello Andrea in un incidente in scooter.


Il cda e l’azienda si raccolgono intorno alla famiglia nel ricordo della figura professionale e umana di Paolo Pininfarina, che per tanti anni ha profuso impegno, entusiasmo ed energia nell’azienda fondata da suo nonno Battista nel 1930, presiedendola dal 2008 ad oggi. Grazie alla dedizione di Paolo Pininfarina, l’azienda ha avviato negli anni Ottanta un processo di diversificazione che l’ha portata, nel tempo, a diventare un punto di riferimento in ambiti di design diversi dall’automotive. Oggi il gruppo Pininfarina, con sede a Cambiano in provincia di Torino, è controllato dal gruppo indiano Mahindra che detiene il 76,1% del capitale, mentre l’Ad è Silvio Angori. “A nome del cda, del collegio sindacale e di tutti i dipendenti Pininfarina esprimo profondo dolore e cordoglio per la perdita del nostro caro presidente” afferma l’Ad di Pininfarina, Silvio Angori. “Siamo tutti estremamente riconoscenti all’ing. Pininfarina per il suo straordinario contributo all’Azienda e per essersi sempre speso con passione, in prima persona, per tutelare la nostra storia e la nostra identità aziendale sia in termini di stile che di scelte etiche e comportamentali. Gli sono personalmente grato per avermi confermato alla guida dell’Azienda, in seguito alla scomparsa di Andrea Pininfarina nel 2008. In questi anni abbiamo condiviso tanti trionfi e anche tante sfide, sempre consigliandoci e sostenendoci a vicenda. Il modo migliore per onorare la sua memoria è continuare, come lui vorrebbe, ad impegnarci al massimo per il futuro della Pininfarina”.


Paolo Pininfarina nasce a Torino il 28 agosto 1958. Laureatosi in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Torino, dopo una serie di esperienze formative e professionali all’estero tra cui in Cadillac, Honda e General Motors nel 1982 inizia il suo percorso professionale in Pininfarina e nel 1987 assume la carica di presidente e Ad della Pininfarina Extra, società del Gruppo specializzata in design industriale, arredamento, architettura, nautica e aeronautica. Dal 1988, è membro del Cda e dal 2002, membro del Comitato di Direzione della Capogruppo Pininfarina. Nel 2006, viene nominato vice presidente di Pininfarina e dal 2008, dopo la scomparsa improvvisa del fratello Andrea assume la posizione di presidente.


Tra i capolavori che tiene personalmente a battesimo, due gli sono particolarmente cari: la concept car Sergio, barchetta biposto su base meccanica Ferrari, che Paolo decide di realizzare nel 2013 in memoria del padre, il Senatore a vita Sergio Pininfarina, e la Automobili Pininfarina Battista, hypercar elettrica che porta il nome di suo nonno e che egli stesso svela al Salone dell’Auto di Ginevra 2019.